costellazioni: miti e leggende

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ROCCA DI CAVE, 30 maggio 2016
Uscita di CdA Praeneste 1 – Villalba
ATTIVITA' DI PREPARAZIONE ALLA SERATA
ASTRONOMICA
COSTELLAZIONI: MITI E LEGGENDE
(a cura di Phao)
Con il naso all'insù, stretti sotto la volta celeste incantati dallo splendore di un cielo
punteggiato di sfavillanti bagliori.
Esiste forse qualcosa di più affascinante di una notte piena di stelle?
Le stelle che illuminano i baci degli innamorati e gli abbracci di una famiglia, che
uniscono lo sguardo di chi è lontano e racchiudono tutti i sogni e desideri del
mondo.
Quando ero piccola la mia mamma mi raccontava che quando una persona cara ci
lascia e muore, la sua anima va ad illuminare una stella.
Ah, le stelle, che con un filo luminoso ricamano il cielo di storie senza tempo, da
ascoltare in silenzio nell'oscurità di una notte buia, ammaliati dalla magia che solo gli
astri sanno donare.
Se vi dico NOTTE STELLATA, che parola vi viene in mente? E se vi dico stella
cadente? Quanti di voi hanno trascorso la notte di san Lorenzo a guardare il cielo per
vedere una stella cadente per esprimere un desiderio?
La parola 'Desidero' è una parola che viene dal latino e de sideribus che tradotto
significa proprio 'dalle stelle': sarà per questo che quando vogliamo che una cosa a
cui teniamo si avveri, guardiamo il cielo in cerca di un segno che viene 'dalle stelle',
magari dalle anime delle persone care che sono andate ad abitare lì e che da lì ci
proteggono con tanto amore!
Quello che vogliamo proporvi oggi è un viaggio tra le stelle, alla scoperta di fiabe e
leggende nascoste tra nebulose, polveri magiche e costellazioni.
Il cielo infatti è un immenso libro di fiabe aperto sopra di noi.
Le stelle hanno da sempre affascinato l'uomo; per la verità l'uomo fino a qualche
decennio fa guardava di più e meglio il cielo, perché non c'era l'energia elettrica, non
c'era l'inquinamento luminoso e la volta celeste gli si spalancava dinanzi ogni notte
con la sua misteriosa bellezza.
Per migliaia di anni gli uomini hanno osservato la volta celeste e cercato di dare una
spiegazione a ciò che vedevano. Sono nate così miti e leggende sulle costellazioni
che di paese in paese assumono significati diversi.
Uno dei gruppi di stelle più facilmente riconoscibile è quello dell'orsa
maggiore. Sette stelle luminose raggruppate nel celebre Grande carro. Questa
costellazione è certamente fra tutte quella più popolare ed è la costellazione più
distinguibile dell'emisfero boreale. È la terza per ordine di grandezza di tutto il
firmamento.
Già fra gli antichi sumeri era conosciuta con il nome di MAR.GID.DA, che significa
il carro, mentre gli Egiziani vi videro un ippopotamo. Per i romani erano Septem
Triones, i sette buoi incastonati in cielo dei quali è guardiano Boote; da questo deriva
il vocabolo settentrione (il nord).
LA COSTELLAZIONE DELLA LYRA
Ma la storia che voglio raccontarvi è quella di un'altra costellazione, forse meno
famosa, quella della costellazione delle LIRA, perché parla di una coppia di
innamorati e di un amante che per riavere la sua amata sfida anche la morte.
Le sue stelle più luminose formano un rombo nel quale sia i greci che i latini videro
lo strumento musicale di Orfeo, sacerdote della Tracia capace di intonare splendidi
canti con la cetra (la Lira), incantando gli animali e l'intera natura.
Una leggenda narra come fu creato lo strumento: il dio Ermes (Mercurio) era appena
nato quando incontrò una tartaruga sul suo cammino. La uccise e con i suoi intestini
fece sette corde in onore di sua madre Calliope e delle sue sorelle, le Pleiadi
(Asterope, Merope, Electra, Maia, Taygete, Celaeno, Alcyone). Per questo in passato
la costellazione fu detta anche "Tartaruga".
Orfeo era un mitico cantore
della Tracia che aveva
sposato una ninfa dei boschi,
Euridice; un giorno essa fu morsa da un serpente e morì.
Orfeo disperato non voleva rassegnarsi a perderla per sempre, scese nell'Oltretomba e
con il suo canto commosse le divinità infernali, incantò Plutone e Proserpina con
l'intento di riprendere con sé l'amata. Plutone, commosso, gli concede di riavere la
sua amata, a patto che egli non le rivolga lo sguardo finché non fossero giunti alla
luce del sole. Egli, invece, preso dal desiderio di vederla, si volta e la perde per
sempre.
Da allora Orfeo inizia a suonare con la sua lira solo melodie malinconiche, in onore
della sua sposa che non era riuscito a strappare ad Ade.
Si racconta poi che il poeta, troppo addolorato per la morte della compagna trascurò
di offrire sacrifici a Dioniso, il quale per questo mandò le sue suoi seguaci per
punirlo, le baccanti, ed esse lo fecero a pezzi. Fu allora che le Muse, le protrettrici del
canto e della poesia, con il permesso di Zeus, scagliarono in cielo la Lira di Orfeo, a
ricordo perenne di tale cantore.
La principale stella della Lira è Vega, una parola araba che significa "aquila del
deserto", in quanto gli arabi immaginavano di vedere in questa costellazione un'aquila
e in Vega il suo becco.
Da queste storie possiamo capire che l'uomo del passato ha sempre guardato la volta
stellata, e lo ha fatto anche per un motivo pratico: per orientarsi. Per secoli i naviganti
per navigare di notte hanno seguito la stella polare, che indica il nord, o si sono
serviti di un particolare strumento: l’astrolabio.
L'ASTROLABIO
Il suo nome deriva dall’arabo e significa più o meno cercatore di stelle. Come
saprete, gli Arabi hanno dato un notevole contributo alla scienza dell’astronomia;
nelle loro conquista e nei loro commerci dovevano vedersela spesso con la
navigazione, ed in alto mare, specialmente di notte, gli unici riferimenti sono i corpi
celesti. Per questo i loro studi in campo astronomico furono molto progrediti e
raggiunsero eccellenti risultati, ponendo le basi scientifiche alla moderna astronomia;
ancora oggi, quasi tutti i nomi delle stelle sono quelli assegnati molti secoli fa dagli
astronomi arabi.
Gli astrolabi erano in grado di fornire ai naviganti informazioni sulla loro posizione
in mare. Ai giorni nostri, a bordo delle navi gli astrolabi sono scomparsi, sostituiti dal
sistema satellitare chiamato GPRS. Ora noi non siamo un gruppo nautico, quindi
l'astrolabio è uno strumento che non ci servirà per navigare, ma per le esigenze di un
osservatore impegnato in una caccia alle stelle (quando l'anno prossimo salirete al
reparto farete la caccia alle stelle!) l’astrolabio rimane un amico insostituibile nella
ricerca dei corpi celesti.
Per uno scout il cielo è una sorta di "carta geografica", un luogo sul quale proiettare
la superficie terrestre per orientarsi.
E allora impariamo a costruire un astrolabio: Orietta ci dirà come fare!
Buona caccia da Phao!
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