Caratteristiche e percorso Il nervo ottico è un nervo sensitivo non

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Il Nervo Ottico II°
Caratteristiche e percorso
Il nervo ottico è un nervo sensitivo non paragonabile agli
altri nervi craniali, poiché per lo sviluppo e la struttura
appartiene al cervello e deve essere considerato come un
fascio centrale intercerebrale.
Le fibre nervose si trovano nel bulbo oculare, metà di
queste si trovano sul lato temporale, mentre l’altra metà
sul lato nasale.
Dalla papilla, che si trova sul lato posteriore del bulbo,
fuoriescono circa un milione di fibre che formano il nervo
ottico.
Assieme al nervo fuoriescono anche l’arteria e la vena centrale della retina.
Metà delle fibre del nervo ottico (fasciculus opticus) si incrociano al chiasma ottico, in
questa maniera quelle fibre che vengono dal lato temporale della retina non incrociano,
mentre quelle dal lato del naso passano alla parte opposta.
Malgrado l’incrocio parziale, la disposizione somatotopica è rigorosamente mantenuta fino
alla corteccia visiva.
Dal chiasma le fibre raggiungono il corpo genicolato del talamo e da qui raggiungono le
aree visive della corteccia del lobo occipitale.
Funzione:
Il nervo ottico trasmette le informazioni visive al cervello e questo avviene tramite la retina
dell’occhio dove si trovano i coni e i bastoncelli i quali provocano una reazione fotochimica che a sua volta fa scattare degli impulsi che vengono trasmessi alla corteccia
visiva del cervello.
Già nel primo mese di vita embrionale si crea una protuberanza del cervello, la quale crea
la base per lo sviluppo del fascicolo ottico, la retina, l’epitelio pigmentato ed il corpo vitreo i
quali sono collegati con il diencefalo.
Questi tre strati si differenziano fra di loro:
•
dal tubo neurale si forma la retina
•
dall’ectoderma si forma la cornea e la lente
•
dal mesoderma si forma la coroidea, la sclera ed il corpo vitreo.
Sviluppo dell’occhio nel tempo:
- nella terza settimana dallo sviluppo embrionale si differenziano due protuberanze dal
diencefalo,
- nella quarta settimana si sviluppano due vescicolette con uno stelo che diventerà il nervo
ottico,
- nella quinta settimana le vescicolette si trasformeranno in due strati, quello esterno che
diventerà l’epitelio pigmentato e quello interno che diventerà retina e tunica interna.
Nel momento della nascita la retina è sviluppata solo parzialmente. Lo sviluppo completo
avviene solo dal secondo fino al quarto anno di età.
Il nervo ottico deve attraversare tre strati importanti dell’occhio:
•
tunica esterna o bulbo che corrisponde alla dura mater delcervello,
•
tunica media,
•
tunica interna che è la retina.
Passaggio dalla base cranica
il nervo ottico lascia la cavità oculare insieme all’arteria oftalmica dal canale ottico.
Funzione:
nervo della vista
Patologie:
Alcune malattie possono compromettere la funzione del nervo ottico:
•
infarto del nervo ottico causato da disturbi microvascolari nella ipertensione o nel
diabete mellitus,
•
glaucoma, aumento della pressione del bulbo oculare,
•
infezioni virali come la varicella, herpes zoster, orecchioni con conseguente neuriti
al nervo ottico,
•
spesso come manifestazione primaria nella sclerosi multipla, sintomi di vista velata
fino alla cecità,
•
tumori, emorragie.
Esame clinico:
Il controllo del nervo ottico fa parte della visita neurologica che consiste in tre esami:
•
esame neuro oftalmico che consiste nel controllo della vista ad ogni singolo occhio,
•
rivelazione dei difetti del campo visivo e la campimetria che registra il campo visivo
centrale a partire dal punto di fissazione fino ad un angolo di 30 gradi.
Possibilità terapeutiche
È importante considerare la possibile interferenza con la funzione del sistema visivo
dovuta ad una pressione o a un’infiammazione delle cellule aeree dei seni sfenoidali e
etmoidali, o ad un ingrossamento della ghiandola pituitaria.
Si deve tenere presente che il rivestimento periosteo dell’orbita è in continuità con la dura
madre della cavità craniale; pertanto, una tensione anormale sulla dura madre nel cranio
può avere delle ripercussioni sull’orbita e viceversa. Così si giunge alla inevitabile
conclusione che le tensioni normali della membrana durale e la mobilità dello sfenoide
sono requisiti essenziali per un buon funzionamento del sistema visivo.
La mobilità dell’osso occipitale e temporale sono parimenti essenziali per ottenere una
tensione normale sul tentorio.
Anche un buon funzionamento dell’apparato muscolo-scheletrico, specialmente a livello
delle cervicali superiori e del sacro, dove ci sono gli innesti ossei della dura, è essenziale
per un funzionamento normale del sistema visivo.
Iiche, ai diversi nervi cranici, per cambiare da uno al secondo neurone delle fasce nervose
vegetative efferenti.
Ci sono anche in questi gangli radici simpatiche sensitive che entrano, ma le fasce non
vengono distribuite, trapassano e all’uscita si riuniscono alle fasce parasimpatiche, così
vanno tutte ad accudire gli organi a loro destinati con fibre sensitive specifiche.
Ganglio ciliare
Il ganglio ciliare è il più piccolo ed è situato nella parte posteriore dell’orbita fra il nervo
ottico ed il muscolo retto laterale dell’occhio.
È la stazione sinaptica per le fibre parasimpatiche pregangliari che originano a livello del
nucleo accessorio (autonomo) del nervo oculomotore e che raggiungono il ganglio tramite
un piccolo ramo proveniente dal ramo del nervo oculomotore per il muscolo obliquo
inferiore dell’occhio.
Le fibre postgangliari costituiscono i 12 –20 sottili nervi ciliari brevi che penetrano nella
sclera attorno al nervo ottico e si portano in avanti all’interno dello spazio pericorioideo per
andare ad innervare i muscoli ciliari e lo sfintere della pupilla, nonché i vasi intraocular
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