QUADRI CLINICI E DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DEI TUMORI

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Quaderni di Odontostomatologia, Vol. 1, N. 1, settembre 2003
QUADRI CLINICI
E DI DIAGNOSTICA
PER IMMAGINI DEI TUMORI ORALI
FRANK J.M. VERSTRAETE
Dr Med Vet, M Med Vet, Dipl AVDC, Dipl ECVS, Dipl EVDC
University of California, Davis
RIASSUNTO
Nella cavità orale del cane e del gatto è possibile ri scontrare una gran varietà di lesioni neoplastiche, com presi i tumori di tipo odontogeno e non odontogeno.
Masse e tumefazioni non neoplastiche come l’iperplasia
gengivale e le condizioni patologiche di origine infettiva
possono venire confuse con i tumori orali. D’altro canto,
le neoplasie orali si possono presentare sotto forma di
lesioni ulcerate non tendenti alla guarigione piuttosto
che come “tipiche” masse prominenti.
La corretta selezione del paziente per un particolare
metodo di trattamento dipende dall’accurata valuta zione della natura e dell’entità della condizione. Il
previsto comportamento biologico di un tumore orale
dipende dalla specie animale in cui si verifica, dalla
sua localizzazione nella cavità orale, dallo stadio cli nico e dalla natura istopatologica. La comprensione
del comportamento biologico consente al clinico di
informare accuratamente il cliente.
La radiografia costituisce parte integrante della
valutazione delle caratteristiche del tumore, e più in
particolare della sua estensione e dell’eventuale pre senza di un coinvolgimento osseo. I tumori localizzati
a livello mascellare spesso necessitano della tomogra fia computerizzata per visualizzare la loro estensione
intranasale e/o periorbitale.
INTRODUZIONE
Nella clinica dei piccoli animali, il veterinario con
un particolare interesse per l’odontoiatria osserva
frequentemente lesioni orali occupanti spazio. È
possibile riscontrare una gran varietà di alterazioni
neoplastiche, compresi i tipi tumorali odontogeni e
non odontogeni. Masse e tumefazioni non neoplasti-
che come l’iperplasia gengivale e le condizioni patologiche di origine infettiva possono venire confuse
con tumori orali. D’altro canto, questi ultimi si possono presentare come lesioni ulcerate non tendenti
alla guarigione piuttosto che come “tipiche” masse
prominenti. I tumori orali spesso non vengono rilevati dal proprietario dell’animale fino a che non raggiungono uno stadio di sviluppo abbastanza avanzato; è quindi importante effettuare una diagnosi accurata sin dalla prima presentazione del soggetto.
La corretta selezione del paziente per un particolare metodo di trattamento dipende da un’accurata
valutazione della natura e dell’estensione della condizione. Il previsto comportamento biologico di un
tumore orale dipende dalla specie animale in cui si
verifica, dalla localizzazione nella cavità orale, dallo
stadio clinico e dalla natura istopatologica. La conoscenza del comportamento biologico consente al clinico di informare in modo accurato il cliente.
ASPETTI CLINICI DI TUMORI
NON ODONTOGENI
Melanoma maligno
Il melanoma maligno costituisce il 30-40% circa
delle neoplasie orali maligne, ed è stato rilevato che
si verifica più comunemente nei cani anziani, maschi e relativamente piccoli.1 Questa neoplasia è rara nel gatto, dove però sembra comportare una prognosi grave. 2 Il melanoma orale presenta una predilezione di localizzazione per la mucosa boccale.1
Quando sono colpiti la gengiva, il palato o la mucosa
alveolare, il coinvolgimento osseo è variabile e le
caratteristiche radiografiche sono atipiche. Metastasi a linfonodi regionali, polmoni ed altri organi si verificano in uno stadio iniziale, il che giustifica la
7
Frank J.M. Verstraete
prognosi sfavorevole: la percentuale di sopravvivenza ad un anno è nell’ordine del 25%. Tale percentuale risulta influenzata negativamente dalle dimensioni e dallo stadio clinico del tumore.1,3
I melanomi si possono presentare macro- e microscopicamente come pigmentati o non pigmentati
(non contenenti melanina). L’assenza di melanina
può rendere la diagnosi istopatologica più difficile,
ma non sono stati rilevati effetti sulla prognosi.4
Carcinoma squamocellulare
Il carcinoma squamocellulare viene diagnosticato nel 20-30% dei tumori orali del cane, ma è più
comune nel gatto (61-70%).1,5 Nel cane non esistono predilezioni legate al sesso, mentre risultano
colpiti comunemente i soggetti più anziani ed appartenenti alle razze di grossa taglia. Nella maggior
parte dei casi, il carcinoma squamocellulare origina dalla gengiva, specialmente sulla mandibola rostrale, e si infiltra profondamente. Nelle radiografie è di solito evidente l’invasione ossea. Nel gatto,
l’estensione del coinvolgimento osseo è spesso
molto maggiore di quella prevista sulla base dell’aspetto clinico della lesione.7 Nel cane, le metastasi
ai linfonodi regionali ed a distanza sono rare, fatta
eccezione per i carcinomi squamocellulari tonsillari e linguali. Nel gatto sono comuni le localizzazioni ai linfonodi regionali, mentre quelle polmonari
sono poco frequenti.7
Il carcinoma squamocellulare papillare costituisce
una variante osservata occasionalmente in cani giovanissimi (2-9 mesi).8 Non sembra dare origine a
metastasi e la prognosi dopo escissione chirurgica
completa è ottima.
Fibrosarcoma
Il fibro s a rcoma è meno comune nel cane (1020%), ma è al secondo posto in ordine di frequenza
fra i tumori orali del gatto (13-17%).1,5 È stata identificata una predilezione per i cani maschi anziani di
grossa taglia, anche se l’età media è inferiore a quella riscontrata nei pazienti con carcinoma squamocellulare o melanoma maligno. Spesso è coinvolto il
palato ed il tumore è radiograficamente caratterizzato da un esteso riassorbimento osseo.6 I linfonodi regionali sono coinvolti raramente, ma occasionalmente si osservano metastasi polmonari.1
Una variante comune di questo tipo di tumore è il
fibrosarcoma di grado istologicamente basso e biologicamente elevato, che è stato descritto nei cani delle razze di grossa taglia (soprattutto golden retriever).9 Clinicamente, questo tumore si presenta come
una tumefazione delle fauci a rapido accrescimento,
coperta di un epitelio intatto, contrariamente al tipico fibrosarcoma orale. I riscontri istopatologici sono
indicativi di un fibroma o di un fibrosarcoma ben
8
differenziato, il che risulta in contrasto con la rapida
crescita del tumore, la sua invasione ed il suo potenziale metastatico.
Osteosarcoma
L’osteosarcoma della mandibola o della mascella,
che si presenta come un tumore orale, è probabilmente al quarto posto in ordine di frequenza fra i tumori
non odontogeni della cavità orale del cane, benché le
incidenze riportate dai diversi autori varino. Sembrano essere colpiti più comunemente le razze di media
e grossa taglia, i cani di media età o anziani e le femmine.10-12 L’osteosarcoma delle fauci nel gatto è molto
meno comune, costituendo soltanto il 2,4% dei tumori orali. Il quadro radiografico è di solito atipico.
È stato ipotizzato che la percentuale di metastasi
dell’osteosarcoma delle fauci sia più bassa di quella
dell’osteosarcoma appendicolare.10 In un recente
studio sull’osteosarcoma mandibolare del cane, è
stato rilevato che la percentuale di sopravvivenza
complessiva ad un anno era del 59,3%.10 I cani trattati con la sola chirurgia presentavano una percentuale di sopravvivenza ad un anno del 71%, che risulta più elevata di quella osservata nei cani colpiti
da osteosarcoma appendicolare.
Tumori della lingua
In uno studio retrospettivo su 57 casi, è stato riscontrato che i tumori della lingua colpiscono tipicamente i cani di media età o anziani, ma non è
stata osservata alcuna netta predilezione di razza,
taglia, sesso o stadio della malattia.14 In quasi la
metà dei casi il tumore è risultato essere un carcinoma squamocellulare, mentre gli altri tipi tumorali osservati erano rappresentati da mioblastoma a
cellule granulari, melanoma maligno e mastocitoma. In alcuni casi sono state osservate metastasi ai
linfonodi regionali ed a distanza. I tumori della lingua nel gatto sono di solito rappresentati da carcinomi squamocellulari ed originano tipicamente
sulla superficie ventrale dell’organo.1 Il successo
del trattamento è raro e in questa specie animale la
prognosi è molto sfavorevole.
Tumori delle ghiandole salivari
I tumori delle ghiandole salivari nel cane e nel
gatto sono rari e si riscontrano tipicamente negli
animali anziani senza alcuna apparente predilezione
di razza o sesso.15,16 Nella maggior parte dei casi si
tratta di formazioni di origine epiteliale e di natura
maligna. L’efficacia del trattamento di queste neoplasie nel cane e nel gatto non è stata determinata.
L’incidenza delle recidive locali dopo escissione
chirurgica sembra essere elevata e le metastasi sono
comuni. La radioterapia può costituire un efficace
trattamento aggiuntivo.15
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Comportamento biologico
La scelta corretta di un part i c o l a re metodo di
trattamento per un dato paziente dipende da
un’accurata valutazione della natura e dell’estensione della condizione. Il previsto comportamento
biologico di un tumore orale dipende dalla specie
animale in cui si verifica, dalla localizzazione
nella cavità orale, dallo stadio clinico e dalla natura istopatologica. La conoscenza del comportamento biologico consente al clinico di informare
in modo accurato il cliente. L’escissione chiru rg ica resta il metodo di trattamento indicato con
maggiore frequenza e più pratico. Se è impossibile o non viene accettata dal cliente, resta l’opzione della radioterapia per i tumori radiosensibili
come il carcinoma squamocellulare.
La percentuale di successo e la prognosi dipendono dal tipo di tumore: come regola generale, i risultati ottenuti nel carcinoma squamocellulare sono
buoni, quelli del fibrosarcoma e dell’osteosarcoma
sono discreti e quelli del melanoma maligno sono
scarsi. Gli insuccessi possono dare origine sia a recidive locali (ad es., fibrosarcoma) che a metastasi a
distanza (ad es. melanoma maligno).
QUADRI CLINICI DEI TUMORI
ODONTOGENI
I tumori odontogeni sono generalmente considerati rari in tutte le specie animali.17,18 Tuttavia, non
sono disponibili precisi dati epidemiologici per il
cane ed il gatto. Una delle principali ragioni di
questo fatto è la continua confusione riguardo alla
autentica natura di alcune di queste lesioni. In
molte indagini, le cosiddette epulidi, che sono tumefazioni localizzate del margine gengivale e costituiscono una varietà di entità patologica, vengono raggruppate insieme o escluse. Recenti riscontri indicano che molte epulidi sono tumori odontogenici.19,20 Un’altra ragione è il fatto che molti clinici non inviano di routine le epulidi all’esame
istopatologico, determinando così l’introduzione di
“vizi” negli studi basati su materiale di archivio.20
Un’accurata valutazione della natura della condizione è un prerequisito essenziale per la scelta terapeutica. È quindi importante conoscere la biologia dei tumori odontogeni.
Classificazione
I tumori odontogeni sono stati tradizionalmente
classificati sulla base della presenza o assenza del
fenomeno dell’induzione.17,18 Per comprendere la
classificazione basata sull’induzione, è importante
c o n s i d e r a re le interazioni re c i p roche dei tessuti
epiteliali e mesenchimali durante l’odontogenesi.
La lamina dentale epiteliale si invagina per formare
l’organo dentale (smalto). L’epitelio dell’organo dentale interno è costituito da preameloblasti. I precursori degli odontoblasti mesenchimali migrano verso
la membrana basale ed infine prendono contatto
con i preameloblasti. Questi ultimi quindi inducono
gli odontoblasti a formare la dentina. A loro volta,
gli odontoblasti influenzano gli ameloblasti, così
che inizino a secernere la matrice dello smalto. Lo
stroma mesenchimale racchiuso nel follicolo dentale in via di sviluppo viene indotto ad assumere le
caratteristiche della polpa dentale. Quando la formazione del dente è completa, l’epitelio odontogeno
scompare, lasciando dietro di sé i residui epiteliali
di Malassez nel legamento periodontale. Questi
grappoli di cellule epiteliali mantengono il proprio
potenziale odontogenico, che può in seguito esprimersi in una neoplasia.
L’ameloblastoma è un esempio di tumore non induttivo. In questo tipo di neoplasia, le cellule neoplastiche di origine ameloblastica non inducono le
circostanti cellule mesenchimali. Di conseguenza,
non si formano tessuti dentali duri ed il tumore resta essenzialmente costituito da tessuti molli. Il miglior esempio di tumore induttivo è l’odontoma. Gli
odontomi sono tumori dell’epitelio odontogenico
con induzione di ectomesenchima odontogenico,
caratterizzato dalla formazione di tutti i tessuti dentali molli e duri, compresi lo smalto, la dentina, il
cemento e la polpa. Anche se è stata recentemente
abbandonata, la classificazione basata sull’induzione non è priva di meriti, perché la conoscenza dei
processi sottostanti contribuisce a comprendere le
correlazioni clinicopatologiche.
La World Health Organisation (WHO, OMS, Organizzazione mondiale per la sanità) ha recentemente
adottato una classificazione basata sull’origine epiteliale, mesenchimale o mista epiteliale-mesenchimale
delle cellule neoplastiche piuttosto che quella fondata sulle alterazioni induttive.21 La seguente tabella
riassume la classificazione attualmente accettata per i
tumori odontogeni nell’uomo, riportando un esempio
di ciascun tipo tra quelli noti per gli animali.
Ameloblastoma
L’ameloblastoma (centrale o intraosseo) è uno
dei più comuni tumori odontogeni, occasionalmente e scorrettamente indicato come adamantinoma. Questo tumore di solito si presenta sotto
forma di una neoplasia localmente invasiva con
osteolisi intorno alle radici dei denti ed alterazioni cistiche.6 Il classico aspetto istologico di un
ameloblastoma è costituito da una disposizione
follicolare di ameloblasti e cellule reticolari stellate che ricorda la struttura di base dell’org a n o
dentale. È nota l’esistenza di numerose varianti
9
Frank J.M. Verstraete
Tabella 1 - Tumori correlati all’apparato odontogeno
Benigni
Maligni
Epitelio
odontogeno
senza
ectomesenchima
odontogeno
Epitelio
odontogeno con
ectomesenchima
odontogeno, con
o senza formazione
di tessuto dentale
duro
Ectomesenchima
odontogeno con
o senza epitelio
odontogeno incluso
Carcinomi
odontogeni
Sarcomi
odontogeni
Ad es.
ameloblastoma
Ad es. odontoma
Ad es. fibroma
odontogeno
Ad es. carcinoma
primario intraosseo
Ad es. fibrodentinosarcoma
ameloblastico
istologiche. L’ameloblastoma nel cane è spesso
caratterizzato da cheratinizzazione focale. 22 Non
sono state descritte metastasi.
L’ameloblastoma acantomatoso o periferico del
cane è un tumore odontogeno benigno con le stesse caratteristiche istologiche dell’ameloblastoma a
localizzazione centrale, ma compare a livello della
gengiva e della mucosa dell’area delle fauci dove
sono presenti i denti.20,23 In una rassegna sulle
epulidi del cane, la maggior parte delle lesioni
che in origine erano state classificate come epulidi acantomatose, sono risultate essere ameloblastomi periferici.20 Queste lesioni sono composte
da isolotti e lamine di epitelio squamoso maturo
all’interno di uno stroma di tessuto connettivo fibroso collagene con cellularità bassa o moderata.
Questi isolotti e lamine sono circondati singolarmente da una fila di cellule a palizzata con polarizzazione del nucleo lontana dalla membrana basale. Nella maggior parte dei casi, è evidente l’infiltrazione dell’osso sottostante. Il quadro radiologico dell’ameloblastoma periferico è dominato
un’infiltrazione distinta, con riassorbimento di osso alveolare e dislocazione del dente. Anche se
istologicamente molto simile, questa variante di
ameloblastoma differisce da quella periferica nell’uomo in quanto invade l’osso. Di conseguenza,
per sottolineare questa distinzione, è stato suggerito l’impiego del termine ameloblastoma acantomatoso del cane.23,24 In questa specie animale, la
recidiva locale dopo escissione marginale è molto
comune, per cui si raccomanda l’escissione su ampia base o radicale.
Fibroma odontogeno periferico
Un’elevata percentuale di tumori pre c e d e n t emente descritti come epulidi fibromatose ed ossificanti è in realtà costituita da fibromi odontogeni
periferici.20,25 Si tratta di una neoplasia benigna a
crescita lenta caratterizzata dalla proliferazione di
10
Carcinosarcomi
odontogeni
tessuto fibroso in cui sono presenti singoli isolotti
o filamenti di epitelio odontogeno. È possibile riscontrare una gran varietà di osso, osteoide, dentinoide o anche materiale simile al cemento, spesso
in stretta associazione con l’epitelio odontogeno,
che suggerisce un’induzione mesenchimale. Le caratteristiche radiologiche variano a seconda della
presenza e della quantità di prodotti mineralizzati.
Il fibroma odontogeno periferico non recidiva se
viene escisso in modo adeguato. Nell’uomo, la
neoplasia costituisce una condizione rara, mentre
è comune nel cane.25
Odontoma
L’odontoma è un tumore in cui sia le cellule epiteliali sia quelle mesenchimali sono ben differenziate, esitando nella formazione di tutti i tipi di
tessuto dentale.17 Un odontoma può anche essere
considerato un amartoma piuttosto che una neoplasia. I tessuti dentali possono esibire o meno
una normale relazione reciproca. Un odontoma in
cui sono presenti strutture simili al dente è caratterizzato da un’avanzata differenziazione cellulare
e viene indicato col termine odontoma composto.
Al contrario, un odontoma in cui il conglomerato
di tessuti dentali non porta ad alcuna somiglianza
con un dente viene detto odontoma c o m p l e s s o.17
Gli odontomi sono stati diagnosticati nei cani giovani e nel gatto.17,18,26 L’aspetto radiografico è tipico e risulta rappresentato da una massa nettamente definita di materiale calcificato circondata da
una stretta fascia radiotrasparente, oppure da un
n u m e ro variabile di stru t t u re simili a denti. Un
odontoma può essere associato alla mancata eruzione di denti o ad una cisti dentigera, oppure può
essere adeso ad un dente per il resto normale? In
letteratura veterinaria si incontra occasionalmente
il termine odontoma ameloblastico.27 Quest’ultimo
è un ameloblastoma con differenziazione focale in
un odontoma.
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Tumore odontogeno induttivo
del gatto
Questo tipo di tumore è stato descritto originariamente nei gatti giovani come fibroameloblastoma.28
La neoplasia è caratterizzata da cellule epiteliali
ameloblastiche disposte intorno ad uno stroma simile alla polpa dentale. La sede più comune di comparsa è la parte rostrale della mascella. Il tumore
può essere localmente invasivo, ma non sono state
registrate metastasi.
Tumore odontogeno amiloidoproduttore
Questo tipo di tumore è raro, e si può anche presentare clinicamente come un’epulide. È stato indicato in letteratura veterinaria come tumore odontogeno epiteliale calcificante (CEOT), benché sia stato
riscontrato che non costituisce la controparte canina
dell’analoga neoplasia dell’uomo. 29 Per questa lesione sembra quindi più appropriato il termine tumore
odontogeno amiloido-produttore. La neoplasia presenta alcune somiglianze con l’ameloblastoma: l’epitelio in alcune aree mostra una disposizione a palizzata delle cellule basali e si può osservare focalmente un reticolo stellato. La caratteristica più evidente
è la presenza dell’amiloide, che tende a calcificare.
Sono state segnalate delle recidive successive all’escissione, ma non si verificano metastasi.
Diagnostica per immagini
dei tumori orali
La scelta terapeutica per il trattamento dei tumori orali si basa su stadio clinico, localizzazione,
tipo istologico e previsto comportamento biologico
della neoplasia. Il concetto di stadiazione clinica è
fondato sul sistema TNM. La radiografia costituisce parte integrante della valutazione delle caratteristiche del tumore, ed in particolare della sua
estensione e della presenza di un coinvolgimento
osseo. Nei casi di sospetta neoplasia orale, sono
generalmente indicate le riprese di immagini intraorali dei denti ed extraorali del cranio. In alcuni casi particolari, può essere necessario ricorrere
ad altre tecniche avanzate di diagnostica per immagini. I tumori localizzati a livello mascellare
spesso necessitano della tomografia computerizzata (TC) per visualizzarne l’estensione intranasale
e/o periorbitale.
Descrittori radiologici e confronto
fra quadri
I riscontri radiologici associati alle aff e z i o n i
dentali, compresi i tumori orali, sono spesso sottili
ed aspecifici. Un’accurata e sistematica valutazione delle radiografie, effettuata utilizzando specifici descrittori radiologici (Tabella 2) può consentire
di associare differenti quadri a certi tipi tumorali
e/o suggerire la presenza di una lesione benigna o
maligna (Tabella 3)30-32. Tuttavia, non si sottolineerà mai abbastanza che il tipo di tumore di solito non può essere determinato radiologicamente e
che è sempre necessario ricorrere alla biopsia. È
ugualmente importante confrontare i riscontri radiologici con le caratteristiche cliniche e la localizzazione del tumore e, dopo la biopsia, con i riscontri istopatologici.
Il coinvolgimento osseo può essere evidenziato da
vari gradi di riassorbimento e/o neoformazione dell’osso. Generalmente, si concorda nel ritenere che la
lisi ossea diventi evidente radiograficamente soltanto quando si è verificata la demineralizzazione di
più del 40% della corticale dell’osso; di conseguenza, le indagini radiografiche di solito portano a sottostimare l’estensione del tumore.1 Tuttavia, la presenza della lisi ossea è un’indicazione dell’avanzata
infiltrazione dei tessuti duri, che costituisce un importante fattore prognostico.
La mineralizzazione e la neoformazione ossea insieme all’osteolisi si possono osservare in vari tipi
di tumori. Questi quadri possono essere indicativi
di uno specifico tipo tumorale, ma generalmente
non hanno valore diagnostico definitivo. È anche
importante notare che esistono delle differenze di
specie. Ad es., nell’uomo la neoformazione ossea è
generalmente considerata indicativa di un sarcoma, mentre nel cane questo riscontro radiografico
può essere evidente in una gran varietà di tipi di
t u m o r i . 6,32 L’osteomielite cronica di basso grado
delle fauci nel gatto generalmente è indistinguibile dal carcinoma squamocellulare.33
Tabella 2 - Termini radiografici comunemente
utilizzati per descrivere le lesioni del cavo orale30-32
Lesione:
Dimensioni:
Margine:
Definizione: mal definito o ben definito
Sclerosi
Continuità
Opacità:
Radiotrasparenza/radiopacità
Struttura interna
Numero:
Singoli/multipli
Uniloculari/multiloculari
Osso
Espansione o distruzione
Reazione periostale
Denti
Riassorbimento
Dislocazione
11
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Tabella 3 - Riscontri radiografici comunemente associati alle lesioni benigne/non aggressive
o maligne/aggressive del cavo orale31,32
Lesione benigna
Lesione maligna
Margini
Ben definiti
Mal definiti
Osso corticale adiacente
Espansione, assottigliamento corticale
Distruzione
Reazione periostale
Nessuna o uniforme
Irregolare
Opacità
Variabile, ma spesso aumentata
Variabile, ma spesso diminuita
Denti
Dislocazione
Denti “mobili”
Melanoma maligno
Il melanoma maligno che origina dalla gengiva o
dal palato duro di solito mostra un quadro permeativo distinto di osteolisi ed un lieve riassorbimento radicolare. È anche possibile trovare aree radiopache
all’interno della massa tumorale. Il melanoma maligno del labbro o delle giunzioni mucocutanee non
presenta alcun coinvolgimento osseo.
Carcinoma squamocellulare
L’aspetto radiologico delle lesioni può variare da
un’alterazione ulcerativa con profondo riassorbimento focale dell’osso ad una lesione esofitica con calcificazione e distruzione ossea minima all’interno del
tumore. Nei tumori gengivali, l’invasione dell’osso di
solito risulta evidente nelle immagini radiografiche.
In particolare nel gatto, l’estensione del coinvolgimento osseo è spesso molto maggiore di quanto previsto sulla base dell’aspetto clinico della lesione.7
La lisi dell’osso, anche se ampia, non è un parametro affidabile per determinare l’entità del tumore,
perché nella maggior parte dei casi la radiografia
porta a sottostimare l’estensione dell’infiltrazione
ossea. Una localizzazione tipica è rappresentata dalla parte rostrale della mandibola.
Fibrosarcoma
Il fibrosarcoma è spesso associato a riassorbimento focale dell’osso senza alcuna traccia di neoformazione ossea. Il sito prediletto del fibrosarcoma è la
parte caudale della mascella ed il palato duro. Il “fibrosarcoma di grado istologicamente basso e biologicamente elevato” costituisce una variante che si
riscontra più comunemente a livello della parte rostrale della mascella.
Osteosarcoma
Gli osteosarcomi mandibolari e mascellari mostrano spesso un aspetto radiografico atipico, con
aree nodulari o puntinate di mineralizzazione con
lisi dell’osso sottostante.34 Nei casi di osteosarco12
ma che coinvolgono le ossa facciali si osserva talvolta una reazione periostale a spazzola da capelli,
in contrasto con quanto rilevato nell’osteosarcoma
del cranio.
Altri tipi di tumori non odontogeni
Nel cavo orale del cane e del gatto si può riscontrare un’ampia varietà di altri tipi di tumori non
odontogeni. Fra questi rientrano le neoplasie che
originano dalle ghiandole salivari, i linfomi, gli
osteocondromi, gli emangiosarcomi ed i neurofibrosarcomi. I riscontri radiografici associati a questi tipi tumorali sono generalmente considerati
aspecifici.
Tumori non odontogeni
L’ameloblastoma centrale o intraosseo è uno dei
più comuni tumori odontogeni. Di solito si presenta
come una neoplasia localmente invasiva con osteolisi intorno alle radici dei denti ed alterazioni cistiche.6 L’ameloblastoma acantomatoso o periferico del
cane (o cosiddetta “epulide acantomatosa”) è un tumore odontogeno benigno con le stesse caratteristiche istologiche dell’ameloblastoma a localizzazione
centrale, ma compare a livello della gengiva e della
mucosa delle aree delle fauci dove si trovano i denti.
Nella maggior parte dei casi è evidente l’infiltrazione dell’osso sottostante. Il quadro radiologico dell’ameloblastoma acantomatoso canino è dominato da
infiltrazione isolata, riassorbimento dell’osso alveolare e dislocazione dei denti.
Un’elevata percentuale di tumori precedentemente
descritti come epulidi fibromatose ed ossificanti è
costituita da fibromi odontogeni periferici. È possibile riscontrare un’ampia varietà di osso, osteoide,
dentinoide, o anche materiale simile al cemento,
che risulta evidente nelle immagini radiografiche
sotto forma di aree di mineralizzazione e/o neoformazione ossea.
L’odontoma ha un aspetto radiologico tipico e si
presenta sia come una massa nettamente definita di
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materiale calcificato molto radiopaco e circondato
da una stretta fascia radiotrasparente (odontoma
complesso), che come un numero variabile di strutture simili a denti (odontoma composto). Un odontoma
può essere associato a mancata eruzione dei denti o
cisti dentigera, o può essere unito ad un dente altrimenti normale.
Lesioni non neoplastiche
A livello della mandibola e della mascella si possono osservare numerose strutture normali radiotrasparenti, radiopache e dall’opacità mista. Alcune di
queste possono essere confuse con lesioni neoplastiche. Altre entità che si presentano radiograficamente
come radiotrasparenze, radiopacità e quadri misti sono le lesioni infiammatorie, le cisti, le affezioni fibroossee e le lesioni secondarie a disordini metabolici.
Le lesioni non neoplastiche sono rappresentate da
iperplasia fibrosa focale nonché da un’ampia varietà
di lesioni quali la cellulite associata alla patologia
periapicale e l’osteomielite della mandibola o della
mascella.20,33 L’iperplasia fibrosa focale è una lesione
reattiva, che può contenere focolai di calcificazione
ed, eventualmente, ossificare. Le caratteristiche radiografiche dell’iperplasia fibrosa focale variano a
seconda della presenza e della quantità di prodotti
mineralizzati.20 Nei casi di iperplasia fibrosa focale
di vecchia data, può essere evidente una neoformazione ossea radiopaca, in continuità con l’osso alveolare sottostante. Nel cane l’osteomielite è rara, ma
occasionalmente si osserva nel gatto, dove può essere
presente in modo simile ai tumori non odontogeni,
con entrambi i segni della lisi e della sclerosi dell’osso e, spesso, una intensa interazione periostale.33
Le caratteristiche radiologiche di questa lesione sono
aspecifiche ed è indispensabile la biopsia.
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