Introduzione Cellule, tessuti, organi, apparati e sistemi Cellule: costituenti base degli organismi complessi. Tessuti: raggruppamento di cellule simili, o in relazione tra loro, aventi comuni attitudini funzionali . esistono quattro tipi diversi di tessuti: 1. Tessuti epiteliali 2. Tessuti connettivali o di sostegno a) Connettivo b) Tessuto cartilagineo c) Tessuto osseo 3. Tessuti muscolari a) Striato scheletrico b) Striato cardiaco c) Liscio 4. Tessuto nervoso Organi: insieme di tessuti diversi che collaborano per un’unica funzione (come ad esempio nei polmoni). I quattro tessuti fondamentali che compongono il corpo (epitelio, t. connettivo, muscolo e t. nervoso) si assemblano per svolgere una funzione comune. Apparati: organi accomunati per svolgere un insieme di funzioni, come la digestione, la riproduzione, la respirazione. Sistema: insieme di organi diversi, dove però prevale, a differenza dell’apparato, un solo tipo di tessuto (ad esempio il sistema nervoso). I Sezione: citologia LA CELLULA E’ l’unità fondamentale di ogni organismo vivente. E’ la più piccola struttura biologica capace di vita propria, in quanto possiede tutti gli elementi necessari a svolgere autonomamente le funzioni vitali; ogni cellula nasce, si nutre, cresce, si riproduce e muore come ogni altro essere vivente. Classificazione dei tipi di cellule: In base al numero di cellule che compongono un organismo distinguiamo: • Organismi unicellulari: batteri, protozoi. • Organismi pluricellulari: regno animale. In base alla complessità del tipo di cellula: • Procarioti: cellule elementari con nucleo privo di membrana e materiale genetico sparso. • Eucarioti: piante animali e protozoi: cellule ben organizzate con nucleo e membrana nucleare. In base al tipo di materiale nutritivo usato per il metabolismo: • Autotrofi: si tratta delle piante che usano materiale inorganico per costituirsi da soli il nutrimento • Eterotrofi: organismi che usano per vivere sostanze organiche elaborate da altri organismi. LA COSTITUZIONE CHIMICA DELLA CELLULA All’interno della cellula troviamo molte sostanze fondamentali: Acqua ha un’ importanza fondamentale per la vita della cellula, rappresenta il mezzo in cui avvengono tutte le reazioni chimiche con le quali la cellula trasforma gli alimenti durante i suoi processi vitali. Nell'acqua sono disciolte numerose sostanze, in essa sono sospesi gli organuli e vi sono emulsionati i grassi citoplasmatici. L'acqua rappresenta in media l'80% della massa cellulare. Proteine sono chiamate anche protidi. Sono sostanze dalla composizione chimica assai complessa, costituite dall'associazione di molecole più elementari, gli amminoacidi , i quali, legandosi tra loro, formano le proteine. Gli amminoacidi sono costituiti da carbonio, idrogeno, ossigeno e AZOTO (N). Una singola proteina è una molecola che può anche essere formata da centinaia di aminoacidi che si collegano tra loro, l'uno dietro l'altro, come se fossero vagoni di un treno. In natura esistono circa venti tipi di differenti aminoacidi dalla cui associazione, si ottiene una serie infinita di differenti proteine. Esempi di proteine prodotte dalle cellule del corpo umano sono: l'albumina, il collagene e l'elastina nei connettivi, la cheratina dell’epidermide e del capello, l'osseina del tessuto osseo. Le proteine sono sostanze con due ruoli fondamentali: uno strutturale, infatti lo ritroviamo in tutte quelle strutture di sostegno sia della cellula (come i microtubuli del citoscheletro) che dell’organizmo (tessuto connettivo); quando invece prendono una forma più comlessa le proteine sono in grado di svolgere importanti funzioni andando a costituire ad esmpio gli enzimi, fondamentali per le reazioni chimiche nel nostro organismo, o l’emoglobina importantissima per il trasposrto dell’ossigeno nel sangue. Zuccheri sono chiamati anche glucidi o idrati di carbonio; vengono utilizzati dalle cellule come fonte di energia. Distinguiamo tre differenti tipi di zuccheri: Monosaccaridi: costituiti da singole molecole di zucchero (glucosio (C6H12O6) – fruttosio – galattosio); Disaccaridi: costituiti da monosaccaridi legati due a due (saccarosio = glucosio + glucosio; lattosio = glucosio + galattosio ecc.) Polisaccaridi: costituiti da numerosi monosaccaridi collegati tra loro, in modo da costituire delle lunghe molecole a forma di filamenti (amido; cellulosa ecc.). Grassi chiamati anche lipidi; i più comuni grassi sono i trigliceridi: la loro molecola è formata dall'associazione di una molecola di glicerina con tre molecole di acidi grassi. I grassi sono presenti in notevole quantità nei tessuti di riserva, come il tessuto adiposo, dove oltre a fornire energia quando non abbiamo più glucidi disponibili, aiutano anche nella termoregolazione e nella protezione del nostro corpo (funzione meccanica). Sali minerali tra i più comuni sali presenti nella cellula, ritroviamo i sali di potassio, di sodio, di calcio, di ferro, di magnesio. Nome Sodio Funzione Prevalentemente extracellulare regolatore della permeabilità delle membrane cellulari Potassio Calcio Prevalentemente intracellulare funzionamento dei muscoli scheletrici e del miocardio, regolazione eccitabilità neuromuscolare, costruzione dello scheletro e dei denti, regolazione della contrazione muscolare (compreso il muscolo cardiaco), Ferro Magnesio Fondamentale per il legame dell’ossigeno all’emoglobina dei globuli rossi nel sangue Funzionamento di moltissimi enzimi Vitamine sostanze indispensabili per la vita della cellula. Le cellule dell'organismo umano, non essendo in grado di produrre le vitamine a loro necessarie, devono introdurle mediante l'alimentazione. Ogni vitamina è tipicamente utilizzata in molteplici reazioni e, di conseguenza, la maggior parte hanno funzioni multiple. Nome della vitamina Vitamina A Malattia da mancanza Fonte nel cibo Cecità notturna, ipercheratosi, e cheratomalacia. Fegato, arance, frutta gialla matura, ortaggi a foglia, carote, zucca, spinaci, pesce, latte di soia, latte Vitamina B1 Malattie neurologiche Maiale, farina d'avena, riso integrale, vegetali, patate, fegato, uova Vitamina B2 Alterazioni della muscosa della lingua, della bocca e delle labbra, e deficit visivi. Latticini, banane, popcorn, fagioli verdi, asparagi Pellagra Carne, pesce, uova, molti vegetali, funghi, noci Vitamina B5 Malattie neurologiche Carne, broccoli, avocado Vitamina B6 Anemia, Malattie neurologiche. Carne, vegetali, noci, banane Dermatite, enterite Tuorlo d'uovo crudo, fegato, arachidi, verdure a foglia verde Anemia e la carenza durante la gravidanza è associata a malformazioni nel nascituro. Ortaggi a foglia, pasta, pane, cereali, fegato Anemia Carne e altri prodotti animali Beta-carotene Vitamina B3 Tiamina Vitamina B7 Biotina Vitamina B9 Acido folico Vitamina B12 Vitamina C Scorbuto. Fondamentale per la sintesi del collagene. Ha attività antiossidante importantissima per la pelle. Molti frutti e vegetali, fegato Vitamina D deficit della crescita, cattiva qualità del tessuto osseo Pesce, uova, fegato, funghi Vitamina E La mancanza è estremamente rara;sterilità nei maschi e aborti nelle donne, anemia nei neonati. Ha attività antiossidante importantissima anche per la pelle. Molti frutti e verdure, noci e semi Vitamina K Sanguinamenti Verdure a foglia verde come spinaci, tuorli d'uovo, fegato Acido ascorbico DIMESIONI E FORMA DI UNA CELLULA: Le dimensioni di una cellula sono piccolissime; circa 50 micron (50 millesimi di millimetro). La cellula ha una forma generalmente sferica (se isolata come nel caso dei globuli rossi), mentre quando si trova stipata nei tessuti, assume aspetti diversi: nei tessuti epiteliali di rivestimento può essere infatti cubica, cilindrica o poliedrica; nel tessuto muscolare ha invece forma allungata o fusiforme, mentre nel tessuto nervoso ha una forma stellata. STRUTTURA E MORFOLOGIA DELLA CELLULA Tutte le cellule del corpo umano presentano caratteri morfologici ( = forma) e funzionali tra loro molto simili. Sono però presenti elementi di differenziazione, che variano da cellula a cellula e che costituiscono quegli elementi che determinano la specificità funzionale che ogni cellula possiede. Se osserviamo al microscopio una cellula qualunque, rileviamo quattro elementi fondamentali: - la membrana cellulare; - il citoplasma; - gli organuli citoplasmatici; - il nucleo Il citoplasma, con gli organelli citoplasmatici, e il nucleo, costituiscono il PROTOPLASMA. La membrana cellulare è un sottile rivestimento, che delimita la cellula in tutti gli organismi viventi, la separa dall'ambiente esterno e ne regola gli scambi di elementi e sostanze chimiche. Formata in prevalenza da lipidi, e più precisamente fosfolipidi, viene chiamata anche "doppio strato fosfolipidico". Nella componente lipidica si vanno a collocare, con importanti funzioni fisiologiche, proteine e una piccola percentuale di glucidi, in forma di glicoproteine e glicolipidi, che aiutano le proteine a funzionare da recettore. La maggioranza delle molecole attraversa la membrana plasmatica con l'aiuto di proteine di trasporto. Oltre alle molecole idrosolubili anche alcune molecole liposolubili, che attraverserebbero tranquillamente la membrana lipidica, si avvalgono anche del trasporto mediato dalle proteine, con lo scopo di potenziarne il passaggio, qualora siano presenti particolari necessità funzionali o metaboliche. Il citoplasma costituisce tutto ciò che si trova compreso tra il nucleo e la membrana cellulare: si presenta come una sostanza di consistenza gelatinosa, detta sostanza fondamentale o matrice, in cui sono sospesi gli organuli citoplasmatici. Il citoplasma è costituito essenzialmente da acqua, proteine, zuccheri, grassi, vitamine, sali minerali. Gli organuli citoplasmatici sono piccoli corpuscoli ai quali è affidato il compito di svolgere particolari funzioni all’interno della cellula. Si presentano morfologicamente differenti tra loro, secondo la funzione che devono svolgere. Gli organuli citoplasmatici sono: I mitocondri: sono organuli di forma allungata e possono variare di numero, hanno il compito di svolgere la respirazione cellulare; tale processo consiste in una complessa sequenza di reazioni chimiche, mediante le quali gli zuccheri vengono lavorati in presenza di ossigeno (=processo di ossidazione) con conseguente sviluppo di energia ed eliminazione di anidride carbonica, la quale essendo un gas di rifiuto è velocemente eliminata dalla cellula. L’ossigeno entra nell'organismo attraverso l'apparato respiratorio, viene raccolto dal sangue (grazie all’emoglobina) e da questo viene portato a tutte le cellule, diffondendosi nel loro citoplasma per entrare infine nei mitocondri. L'ossidazione delle sostanze, operata dai mitocondri utilizzando l'ossigeno, porta alla formazione di una sostanza ad alto contenuto di energia , chiamata adenosintrifosfato ATP. L'ATP può considerare un accumulatore di energia di tipo chimico; la cellula per svolgere le sue funzioni, consuma ATP la si quale viene successivamente rigenerata all'interno dei mitocondri grazie alla catena di reazioni chimiche respiratorie. I ribosomi sono piccoli corpi di forma rotondeggiante, la loro funzione è quella di costruire le proteine partendo dagli aminoacidi, molecole presenti nel citoplasma che, variamente collegate tra loro, formano le proteine. La costruzione delle proteine è una complessa sequenza di reazioni chimiche che si svolgono su precise indicazioni trasmesse dal nucleo ai ribosomi per mezzo di molecole che fanno da messaggeri; tali molecole sono chiamate RNA messaggero; l’RNA viene letto a triplette dai ribosomi ed ad ogni singola tripletta corrisponde un amminoacido per quella proteina. L'apparato del Golgi è costituito da sacchetti appiattiti, situati in vicinanza del nucleo. A questo apparato è affidato il compito di svolgere l’immagazzinamento e la secrezione/ridistribuzione di sostanze utili per la singola cellula e per l'intero organismo. Le sostanze una volta prodotte, vengono portate attraverso apposite vescicole all’apparato del Golgi e lì conservate, per poi essere “impacchettate” nuovamente in vescicole e portate dove ve ne sia bisogno. Il reticolo endoplasmatico è una fitta rete di canali e sacchi appiattiti connessi tra loro. Si è soliti distinguere fra reticolo endoplasmatico rugoso (dove sono attaccati i ribosomi) e quello liscio (privo di ribosomi). E' qui che avviene, oltre la sintesi delle proteine, la creazione di molte altre sostanze, come i lipidi (in particolar modo i fosfolipidi della membrana). Microfilamenti: i centrioli sono corpuscoli cilindrici, presenti a numero di due all'interno di ogni cellula, in prossimità del nucleo, cui è affidato il compito di garantire la divisione del nucleo nella mitosi (= il processo con cui la cellula si riproduce, producendo due copie identiche di se stessa). Una cellula che sia priva di centrioli, ad esempio il neurone, non è in grado di dividersi per mitosi. I microtubuli:sono strutture intracellulari costituite da una classe di proteine chiamate tubuline. Sono complessi rigidi. I microtubuli costituiscono assieme ai microfilamenti e ai filamenti intermedi il citoscheletro. La loro funzione principale è l'organizzazione e trasporto intracellulare, ma assicurano anche una certa stabilità meccanica alla cellula. I lisosomi sono rotondi e contengono enzimi. Questi enzimi hanno la capacità di demolire molecole e di digerire strutture esogene, macromolecole, batteri ecc..,che siano penetrate nella cellula. Degradano le sostanze di scarto che trovano in giro per la cellula. Il nucleo ha il compito di regolare tutte le attività della cellula ed è quindi considerato il vero e proprio centro vitale della cellula. Esso è sempre presente, salvo rarissime eccezioni, come ad esempio nei globuli rossi (ed in tal caso queste cellule sono da considerarsi strutture “morte”). Comunemente una cellula possiede un nucleo solo, ma esistono anche cellule polinucleate, cioè con più di un nucleo, come ad esempio le cellule muscolari striate. All'interno del nucleo si trova materiale di aspetto filiforme, detto materiale genetico, costituito da una lunga catena di DNA (Acido DesossiriboNucleico); questa sostanza registra i cosiddetti caratteri genetici o fattori ereditari (le caratteristiche che definiscono ogni singolo particolare della nostra persona: colore degli occhi, forma del viso, altezza, predisposizione a certi disturbi ecc…). Ciò significa che ogni cellula di un essere vivente contiene tutte le istruzioni necessarie per costruire un intero essere vivente. Il DNA è costituito da una molecola lunga e sottile che appare come un microscopico filamento “a doppia elica”. Ogni filo di DNA è difatti a sua volta formato da due catene molecolari disposte parallelamente tra loro e attorcigliate su se stesse formando una caratteristica struttura con decorso rotatorio detta “elica del DNA“. È come se il DNA fosse una scala a pioli avvolta su sé stessa; i pioli di questa scala sono le basi azotate che sono complementari tra loro; in particolare se da un lato abbiamo l’adenina (A) questa legherà solo se soltanto la Timina (T); lo stesso vale per le altre due basi, Citosina(C) e Guanina (G). Un filo di DNA arrotolato su se stesso si chiama cromosoma; in ogni cellula del corpo umano sono contenuti 46 cromosomi. Il DNA ha un ruolo centrale nella produzione di proteine. Difatti per costruire una proteina la cellula deve prima individuare nel proprio DNA la sequenza di informazioni corrispondente alla proteina che deve essere costruita (detta gene); individuato il gene da utilizzare, la cellula ne fa una copia e questa copie viene generata su filamenti di una particolare molecola, chiamata RNA messaggero; l’RNA messaggero così prodotto esce dal nucleo e si porta nel citoplasma dove si fissa su un ribosoma, il quale, leggendo il messaggero, decodifica le istruzioni e riesce a costruire la corrispondente proteina. I 46 cromosomi sono suddivisi in 23 coppie, ovvero 22 coppie di autosomi (non contengono informazioni genetiche specifiche alla caratterizzazione sessuale dell'individuo, sono solitamente presenti in duplice copia negli individui di entrambi i sessi) e una di cromosomi sessuali. Ogni coppia di cromosomi è formata da due cromosomi che sono detti omologhi, uno di origine paterna e l’altro di origine materna. Le coppie sono state enumerate in ordine decrescente di grandezza e gli eterosomi sono stati indicati come X e Y. La determinazione del sesso viene stabilita dal tipo di spermatozoo paterno (X o Y), che al momento della fecondazione penetra nell’ovulo materno; pertanto, avendo l’ovulo materno sempre il cromosoma X, se lo spermatozoo contribuirà con un cromosoma Y avremo un soggetto di sesso maschile (XY), se invece contribuirà con un cromosoma X avremo un soggetto di sesso femminile (XX). LE FUNZIONI DELLA CELLULA Sono svolte da tutte le cellule in quanto trattasi di funzioni necessarie per la sopravvivenza della cellula e sono: La Nutrizione - la cellula utilizza le sostanze nutritive, portate dal sangue e provenienti dall'ambiente esterno. La Respirazione - permette alla cellula di assumere ossigeno dall'esterno; mediante l'ossigeno gli zuccheri si convertono in anidride carbonica e l'energia in essi contenuta viene trasferita all'interno delle molecole di ATP. Mentre l'ATP viene accumulata all'interno della cellula e utilizzata come fonte di energia, l'anidride carbonica, prodotta dalla reazione chimica di ossidazione, viene eliminata dai mitocondri e rilasciata nel citoplasma della cellula; da qui fuoriesce attraversando la membrana cellulare e viene quindi eliminata; giunta all'esterno della cellula, viene condotta ai polmoni grazie al sistema di trasporto dell'organismo, il sangue, e successivamente, attraverso i condotti respiratori, viene portata all'esterno dell'organismo ed espulsa definitivamente. La respirazione cellulare è fatta di tre parti: • Glicolisi e ciclo di Krebs che servono a scindere il glucosio liberando elettroni (e-), anidride carbonica (CO2), e ATP. • La catena di trasporto degli elettroni che a livello dei mitocondri utilizzano gli e- e l’ossigeno (perciò tutto il processo è detto respirazione) per attivare la pompa che produce ATP, la moneta energetica chimica usata dalla cellula. 10 L’Escrezione - consiste nell'eliminazione dei rifiuti cellulari, detti scorie metaboliche o cataboliti attraverso la membrana cellulare. La Motilità - è la capacità posseduta da alcune cellule di modificare la propria forma, per muovere una parte della cellula stessa o spostarsi, anche grazie protuberanza della propria membrana, dette ciglia o flagelli. L’Irritabilità - è la capacità posseduta da alcune cellule di ricevere stimoli dall'esterno e di elaborare delle risposte fisiologiche a questi stimoli. La Riproduzione cellulare - è la capacità di produrre una nuova cellula. Questo avviene tramite LA DIVISIONE CELLULARE. La divisione cellulare o mitosi consta di due fasi: la cariocinesi, o divisione del nucleo, che avviene per prima; la citodieresi, o processo di divisione del citoplasma, che comincia quando la cariocinesi è quasi completata. La mitosi porta inizialmente alla formazione di due nuclei figli (cariocinesi) che contengono esattamente le stesse informazioni genetiche della cellula madre e della cellula uovo originale dalla quale proviene. Gli stadi della mitosi comprendono le seguenti fasi: 1. PROFASE appena inizia la divisione cellulare, i centrioli si separano e, dirigendosi verso i poli opposti della cellula, guidano la formazione del fuso mitotico (costituito da microtubuli) tra loro interposto. Il fuso serve da “impalcatura”, alla quale si attaccano e lungo la quale si muovono i cromosomi durante gli stadi successivi della mitosi. Alla fine della profase la membrana nucleare e i nucleoli si sono completamente disgregati e non 11 sono più visibili e i cromosomi risultano attaccati in modo casuale alle fibre del fuso in corrispondenza dei centromeri. 2. METAFASE in questo stadio, di breve durata, i cromosomi si raggruppano e si dispongono a formare una banda rettilinea al centro del fuso, vale a dire a metà distanza tra i due centrioli. 3. ANAFASE durante l’anafase i cromatidi, si separano e iniziano a distanziarsi lentamente, migrando verso le estremità opposte della cellula. L’anafase termina quando i cromosomi si fermano. 4. TELOFASE la telofase è praticamente l’inverso della profase. Il fuso mitotico si scinde e scompare, una membrana nucleare si forma attorno a ciascuna massa di cromatina e in ciascuno dei nuclei figli compare il nucleolo. La citodieresi, o divisione del citoplasma, comincia generalmente verso la fine dell’anafase e termina durante la telofase. In questo modo al termine della divisione cellulare si ottengono due cellule figlie, ciascuna delle quali è più piccola e ha meno citoplasma della cellula madre, ma è geneticamente identica a essa. Le cellule figlie si accrescono e svolgono le normali attività cellulari, finché non arriva il loro turno di dividersi. Grazie al processo di mitosi si formano “nuove” cellule che, sono necessarie per l’accrescimento somatico e, per tutta la vita, provvedono al ricambio e alla riparazione dei tessuti. Le due cellule figlie avranno un corredo cromosomico completo di 46 cromosomi, perciò verranno dette diploidi. La mitosi è un processo che viene svolto da tutte le cellule dell’organismo, quelle così dette somatiche. Le cellule germinali invece, che sono lo spermatozoo e la cellula uovo, compiono la meiosi che si costituisce degli stessi processi della mitosi che però avvengono due volte. Si hanno perciò due divisioni cellulari e pertanto otterremo 4 cellule, con 23 cromosomi ciascuna, che vengono dette aploidi. L’Adesione cellulare - le cellule differenziate hanno sulla superficie dei recettori capaci di riconoscersi e indurre l’adesione delle cellule fra loro. L’adesione avviene tramite strutture del citoscheletro, i microtubuli che vengono condivisi tramite alcuni punti di ancoraggio tra le varie cellule di un tessuto. Il Riconoscimento delle cellule - questo si verifica grazie agli antigeni di superficie (anch’esse strutture proteiche), con i quali l'organismo riconosce le proprie cellule (connesso a ciò è il fenomeno del rigetto dopo un trapianto di organi). Un esempio tipico sono gli antigeni presenti sulle cellule del sangue che determinano il gruppo sanguigno di ciascun individuo. 12 Invecchiamento, degenerazione e morte della cellula: NECROSI – Morte patologica accidentale – conseguenza di un danno esogeno a cui la cellula non è in grado di adattarsi La necrosi rappresenta sempre l’evoluzione irreversibile di un danno. La necrosi è invariabilmente dannosa all’organismo. APOPTOSI – Morte programmata o suicidio cellulare - causata da danno esogeno o da segnali extra - o intra – cellulari di invecchiamento. La cellula capisce di essere troppo danneggiata e decide di innescare il suo processo di degradazione. L’apoptosi è una morte per autodistruzione e può essere innescata da cause patologiche o fisiologiche. L’apoptosi in genere assume un ruolo fisiologico o di autodifesa della cellula. 13 ANATOMIA DI SUPERFICIE: Anatomia definizione: studio delle strutture esterne ed interne di un organismo e della relazione fisica tra le varie parti che lo compongono. Terminologia di Posizione Superiore o Craniale - Il termine Superiore è il sinonimo di cefalico (verso la testa) in quanto, nella posizione anatomica, la testa è il punto più alto. Inferiore o Caudale– inferiore è il sinonimo di caudale (verso la coda) che, se presente, sarebbe situata alla fine della colonna vertebrale. Anteriore o ventrale– il termine anteriore indica qualcosa che sta davanti, ed è il sinonimo di ventrale (pancia). Posteriore o Dorsale - il termine posteriore indica qualcosa che sta dietro, ed è il sinonimo di dorsale (schiena). Mediale – vuol dire più verso la linea mediana del corpo, ovvero verso l’interno. Laterale- vuol dire più lontano rispetto alla linea mediana del corpo, ovvero verso l’esterno Distale – vuol dire lontano dalla linea mediana. Prossimale- vuol dire vicino alla linea mediana Superficiale – si riferisce ad una struttura vicino alla superficie del corpo. Profondo – si riferisce ad una struttura vicino all’interno del corpo. Anatomia di superficie: Studio della forma generale di un organismo e di specifici punti superficiali di riferimento (punti di repere). Generalmente si individuano strutture ossee e muscolari, linee, cavità e orifizi. Il corpo umano può esser diviso in varie regioni. La parte centrale del corpo è formata da: • Testa; • Collo; • Tronco. Il tronco è diviso in: • Torace; • Addome – la regione compresa fra torace e pelvi; • Pelvi – la parte inferiore del tronco su cui si inseriscono le cosce. L’arto superiore è diviso in: • Braccio – si estende dalla spalla al gomito; • Avambraccio – si estende dal gomito al polso; • Mano. L’arto inferiore è diviso in: • Coscia – si estende dall’anca al ginocchio; • Gamba – si estende dal ginocchio alla caviglia; • Piede. 14 Anatomia di superficie del volto: Il volto è delimitato superiormente dall’attaccatura dei capelli, lateralmente dai padiglioni auricolari e inferiormente dal margine inferiore dell’osso mandibolare, dall’angolo mandibolare e dal mento che lo dividono dal collo. Superiormente nel volto individuiamo andando dall’alto verso il basso: osso frontale; arcata soppracciliare sopracciglio Inferiormente incontriamo la palpebra superiore, l’occhio, la palpebra inferiore, e al di sotto il margine infraorbitale medialmente e lateralmente l’osso zigomatico. Nella zona mediana individuiamo invece la glabella (ovvero la radice del naso), l’osso nasale e più caudalmente incontriamo le ali del naso che delimitano due orifizi, ovvero le narici. Dalle ali del naso si porta verso il basso una linea che è detta solco naso labiale. Nella porzione mediana al di sotto del naso individuiamo il filtro labiale. Successivamente abbiamo il labbro superiore ed il labbro inferiore, il mento o protuberanza mentoniera. Lateralmente incontriamo il margine inferiore della mandibola e l’angolo mandibolare. Ai lati del volto incontriamo le orecchie dove è importante distinguere due porzioni, il lobulo e l’elice. Anatomia di superficie del collo: Il collo è delimitato superiormente dal margine inferiore dell’osso mandibolare, dall’angolo mandibolare e dal mento. Inferiormente è delimitato dal tronco dalla clavicola e dall’incisura giugulare. A livello del collo è importante distinguere: la cartilagine tiroidea (detta pomo di Adamo nell’uomo), lateralmente il muscolo sternocleidomastoideo, il cui margine anteriore è un importante punto di repere per le strutture vascolari del collo (vena giugulare e arteria carotide). Nel collo individuiamo inoltre il muscolo trapezio e la fossa sopraclavicolare. 15 Anatomia di superficie del Tronco: Parte anteriore: Il tronco è delimitato dal collo superiormente dal corpo della clavicola e dall’incisura giugulare; inferiormente è delimitato dall’arto inferiore dalla spina iliaca anteriore superiore e dall’inguine. Il tronco è suddivisibile in due parti: il torace che va dal limite superiore del tronco fino al margine inferiore dell’arcata costale e all’angolo sottosternale (o processo xifoideo); l’addome che va dal limite inferiore del torace fino in basso al confine con l’arto inferiore; questa parte dell’addome è detta pelvi in quanto è contenuta e delimitata dall’osso pelvico o del bacino. Le strutture ossee riconoscibili andando in senso cranio-caudale (dall’alto verso il basso) sono: Angolo sternale, angolo sottosternale arcata costale lateralmente al di sotto troviamo il fianco destro e il fianco sinistro spina iliaca anteriore superiore Al centro dell’addome riconosciamo inoltre l’ombelico. A livello toracico come evidente struttura muscolare identifichiamo il muscolo grande pettorale (al di sopra del quale nella donna si sviluppala la ghiandola mammaria) con al centro il capezzolo. A livello addominale invece distinguiamo al centro la linea alba e lateralmente il muscolo retto dell’addome. Parte posteriore o dorso: La parte posteriore del tronco è detta dorso. È delimitata dal collo da una linea immaginaria passante attraverso la settima vertebra cervicale. Inferiormente è delimitato dall’arto da una linea immaginaria passante per la quinta vertebra lombare. Tracciando una linea immaginaria a livello della dodicesima vertebra toracica, suddividiamo anche il dorso in torace e addome. Le strutture ossee che si individuano sono: la settima vertebra cervicale detta anche prominente; 16 lateralmente abbiamo la spina superiore della scapola, poco evidente, e l’angolo inferiore della scapola. infine osserviamo il processo spinoso della quinta vertebra lombare, e l’articolazione sacroiliaca (il punto in cui la colonna vertebrale prende contatto con l’ileo una parte dell’osso pelvico). È importante sottolineare che nei soggetti molto magri sono evidenti, soprattutto se in flessione, i processi spinosi di tutte le vertebre toraciche. I gruppi muscolari che si riconoscono sono invece: Il muscolo trapezio che però fa parte della regione del collo; il muscolo deltoide che fa parte dell’arto superiore, più precisamente della regione della spalla; importante è il muscolo grande dorsale; in basso notiamo il muscolo grande gluteo che fa già parte dell’arto inferiore, più precisamente della regione glutea. Il dorso può essere suddiviso in regioni; lateralmente abbiamo: la regione scapolare la regione sottoscapolare la regione lombare la regione glutea La linea che divide la regione lombare dalla regione glutea è la linea immaginaria passante per la quinta vertebra lombare che divide il dorso (in particolare l’addome) dall’arto inferiore. Medialmente abbiamo: a lato della colonna vertebrale la regione vertebrale delimitata dalla linea paravertebrale; più in basso abbiamo la regione sacrale. Infine possiamo osservare due linee immaginarie di divisione del dorso la linea scapolare che divide a metà la regione scapolare passando per l’angolo inferiore della scapola, e la linea ascellare posteriore che è un prolungamento del limite posteriore del cavo ascellare. 17 Anatomia di superficie dell’arto superiore: L’arto superiore è diviso in: • Braccio – si estende dalla spalla al gomito; • Avambraccio – si estende dal gomito al polso; • Mano. Le ossa dell’arto superiore sono: L’omero nel braccio. Radio e ulna nell’avambraccio; (il radio si può individuare come continuazione del pollice, l’ulna come continuazione del mignolo) . Carpo metacarpo e falangi nella mano. Le falangi costituiscono le dita e sono numerate da 1 a 5 in senso latero-mediale (il primo dito è il comunemente detto pollice). Queste strutture tra di loro formano delle articolazioni: L’omero con la scapola forma l’articolazione della spalla. L’omero con radio e ulna forma l’articolazione del gomito. Radio e ulna con il carpo formano l’articolazione del polso. In base alla posizione dell’avambraccio rispetto al braccio possiamo distinguere una posizione supina quando il palmo della mano guarda verso l’alto, o una posizione prona quando il palmo della mano guarda verso il basso. Le strutture muscolari che riconosciamo anteriormente sono: il muscolo deltoide a livello della spalla; il muscolo bicipite brachiale a livello del braccio. Inoltre distinguiamo anteriormente, al di sotto della spalla il cavo ascellare, più distalmente la regione volare dell’avambraccio e infine il palmo della mano. Posteriormente invece distinguiamo alcune strutture muscolari e ossee come: il muscolo tricipite del braccio; l’olecrano (sporgenza ossea dovuta all’articolazione del gomito); distalmente abbiamo la regione posteriore dell’avambraccio ; lo stiloide del radio e dell’ulna e infine il dorso della mano. 18 Anatomia di superficie dell’arto inferiore: L’arto inferiore è diviso in: • Coscia – si estende dall’anca al ginocchio; • Gamba – si estende dal ginocchio alla caviglia; • Piede. Le ossa dell’arto inferiore sono: Il femore nella coscia. Tibia e perone nella gamba. Tarso, metatarso e falangi nel piede. Le falangi costituiscono le dita e sono numerate da 1 a 5 in senso medio laterale (il primo dito è il comunemente detto alluce ed è posto medialmente). Queste strutture tra di loro formano delle articolazioni: Il femore con l’osso ischiatico (parte dell’osso pelvico) forma l’articolazione dell’anca. Il femore con tibia, perone e rotula formano l’articolazione del ginocchio. Tibia, perone e tarso formano l’articolazione della caviglia. Le regioni, le strutture muscolari e le protuberanze ossee che riconosciamo anteriormente sono: la regione inguinale; il muscolo quadricipite femorale a livello della coscia; la rotula; la tuberosità tibiale; il margine anteriore della tibia (comunemente detta stinco); il dorso del piede; Posteriormente invece abbiamo: il muscolo grande gluteo; la regione femorale posteriore; la fossa poplitea; il muscolo gastrocnemio (così detto muscolo del polpaccio) nella regione crurale; i malleoli mediale e laterale; il calcagno e inferiormente la pianta del piede. 19