Teologia della Misericordia – Secondo incontro

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MISERICORDIA DI CAMPI BISENZIO
Teologia della Misericordia – Secondo incontro
Il volto della misericordia il volto di cristo
“Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione!” (2 Cor 1,3)
San paolo nell’incipit della sua lettera ai Corinzi ci presenta colui che è fonte di misericordia , nella
traduzione vecchie “padre delle misericordie”. Un modo di dire davvero dal sapore semitico: Dio è
la fonte stessa della misericordia da lui è generata e da lui proviene a tutti e per sempre.
Dopo aver dato uno sguardo, seppur veloce, a cosa intende l’AT per Dio di misericordia, ora
entriamo pienamente in questo attributo di Dio attraverso il Figlio suo unigenito, che ci mostra il
volto del Padre.
Gesù attraverso la sua vita e le sue parole si è fatto portatore di questo annuncio di salvezza che è
frutto della misericordia di Dio per gli uomini e che diventa principio di misericordia tra fratelli. Dio
è misericordioso verso l’uomo e questo lo si sperimenta pienamente quando si fa esperienza di
perdono, noi spesso sbagliamo nei confronti di Dio, ma egli che è misericordioso non ci ripaga
della moneta che meriteremo ma ci ama profondamente e ci perdona. Il suo perdono però non
rimane fermo lì, diventa anche seme perché nel cuore di chi è stato perdonato nasca la capacità
del perdono. Prendiamo la parabola del servo spietato:
“il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a
regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui
non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e
quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava
dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". 27Il padrone ebbe compassione di quel
servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
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Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese
per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". 29Il suo compagno, prostrato a
terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". 30Ma egli non volle, andò e lo
fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
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Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al
loro padrone tutto l'accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo
malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu
aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". 34Sdegnato, il padrone lo
diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio
celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello".”
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MISERICORDIA DI CAMPI BISENZIO
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Si capisce bene dalle ultime parole dove è che Gesù vuol guidare attraverso il suo insegnamento,
se poi mettiamo questo racconto al suo posto nel vangelo , tutto questo viene dopo una domanda
di Pietro: “quante volte devo perdonare?” Pietro crede di essere generoso a perdonare sette volte,
ma Gesù è più esigente, la misura del perdono umano è il perdono divino, un perdono che nasce
dal cuore misericordioso del Padre e che quindi non ha mai fine. Perdonare fino a settanta volte
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sette, vuol dire proprio perdonare infinite volte.
Tanti sono i brani che nel NT mettono in risalto il tema della misericordia, soprattutto nel vangelo
di Luca ne troviamo in abbondanza tanto che viene anche chiamato il vangelo della misericordia.
Luca mette in risalto come tutto l’evento di Gesù dall’incarnazione alla passione morte e
risurrezione mostrano la grande misericordia di Dio per l’uomo.
Vorrei però con voi soffermarmi su un brano che per noi è davvero unico e quindi basilare.
Andiamo nel Vangelo secondo Matteo e prendiamo il Discorso della montagna.
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Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli.
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Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
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"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
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Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
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Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
7
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
8
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
11
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male
contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei
cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Questo brano è considerato la carta d’identità del cristiano, è la nostra carta costitutiva, è quello
per cui Gesù ci ha amati, è il nostro presente e il nostro futuro. Si parla di Beatitudine, di felicità
per tutti, di una felicità che non finisce e che non si corrompe perché viene da Dio. Gesù proclama
Beati i misericordiosi, cioè coloro che vivono della misericordia di Dio, che si sentono
perdonati/amati da lui e che Perdonano/amano il prossimo. Se Cristo proclama beati i
misericordiosi è perché lui per primo è misericordioso. Aver messo la beatitudine dei
misericordiosi nel discorso della montagna vuol dire che la misericordia è tema fondante del
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cristianesimo, una regola di vita determinante per la testimonianza del credente. In effetti è
proprio la misericordia che segna il punto più alto e culminante dell’amore e attesta tutta
l’originalità della fede cristiana che si spinge nell’amore fino ad amare il nemico.
Questo tratto della misericordia di Dio non è presente solo nell’insegnamento di Gesù ma se
guardiamo bene viene preparato fin dai primordi del NT. Nei due cantici che troviamo in Luca,
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quello di Maria e quello di Zaccaria che vengono utilizzati dalla liturgia al mattino e alla sera.
Questi cantici prospettano l’intero tempo di Gesù come un tempo ricco di misericordia: “ha
soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia” e “grazie alla bontà misericordiosa
del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge”. Il tempo inaugurato dal mistero
dell’incarnazione è tempo di misericordia.
Nel Vangelo di Mt la misericordia viene fortemente caratterizzata dall’esperienza del perdono, fino
quasi ad identificarsi con esso. Infatti dopo le beatitudini sempre nel cap 5 troviamo il richiamo a
presentare l’offerta all’altare soltanto dopo aver fatto pace con i fratelli perdonando le offese
ricevute. Il capitolo 6 poi ci propone il Padre nostro, preghiera per eccellenza del cristiano che
chiede di rimettere i nostri debiti “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. LA Beatitudine ormai
orienta lo sguardo verso il futuro, non solo si guarda all’agire di Dio nei nostri confronti ora, ma ci
fa guardare al momento in cui tutti di fronte al Padre ognuno sarà giudicato per la su vita
misericordiosa che si esprime nelle opere di misericordia (Mt 25, 31-46).
Ecco che si apre per noi l’ultima tematica che affronteremo la prossima volta sull’imperativo “siate
misericordiosi come il padre vostro che è nei cieli”.
A mo di conclusione possiamo dire che da una lettura se pur parziale dei due testamenti si capisce
come Misericordia sia una parola densa di significati espressi anche dai tanti vocaboli che cercano
di afferrarne le varie sfumature, ma soprattutto perché non esistono forme similari in nessun altra
cultura o religione. Con il concetto di misericordia si giunge fino all’espressione più alta della
rivelazione cristiana, ed è proprio attraverso questa espressione che i cristiani possono e devono
dare spessore alla loro presenza nel mondo contemporaneo, perché attraverso al misericordia si
dia una testimonianza vera di fede.
Purtroppo si vorrebbe relegare i cristiani a testimoniare il loro amore solo attraverso la carità, anzi
meglio ancora verso la elemosina e la solidarietà, concetti che comprendiamo, ma che sono per
noi passati, vinti dalla propensione al’amore che si fa misericordia e perdono. La nostra società
sembra non avere più posto per il perdono, c’è soltanto l’accusa e il giudizio, è quindi esplicito
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invito per ciascun cristiano quello di vivere degli stessi sentimenti che furono di cristo Signore,
come dice San paolo, e quindi vivere di misericordia.
Termino con le parole del santo Padre il Beato Giovanni Paolo II che nella sua enciclica sulla
misericordia di Dio dice:
Rivelata in Cristo, la verità intorno a Dio «Padre delle misericordie» ci consente di «vederlo»
particolarmente vicino all'uomo, soprattutto quando questi soffre, quando viene minacciato nel
nucleo stesso della sua esistenza e della sua dignità. Ed è per questo che, nell'odierna
situazione della Chiesa e del mondo, molti uomini e molti ambienti guidati da un vivo senso di
fede si rivolgono, direi, quasi spontaneamente alla misericordia di Dio. Essi sono spinti
certamente a farlo da Cristo stesso, il quale mediante il suo Spirito opera nell'intimo dei cuori
umani. Rivelato da lui, infatti, il mistero di Dio «Padre delle misericordie» diventa, nel contesto
delle odierne minacce contro l'uomo, quasi un singolare appello che s'indirizza alla Chiesa.
(Dives in misericordia, 2)
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