Radioterapia adiuvante della mammella

Dir. Gen. e Sede Amm.va: Ospedale Policlinico –
Via Brunamonti, 51 – 06122
Perugia Sede Legale: Ospedale Silvestrini – S. Andrea delle Fratte – 06156 PERUGIA Partita IVA
02101050546
S.C. Radioterapia Oncologica
Direttore: Prof. Cynthia Aristei
Informazioni per il paziente sulla radioterapia
adiuvante della mammella
Gentile signora,
il suo medico, dott. .........................................................., nel contesto delle cure a Lei rivolte, Le ha
proposto di sottoporsi a radioterapia adiuvante della mammella.
Il presente modulo ha lo scopo di informarla sulle caratteristiche del trattamento a cui verrà sottoposta. La preghiamo pertanto di leggerlo attentamente e di chiedere qualsiasi spiegazione, informazione o ulteriori dettagli che desidera sapere ai medici che la stanno curando.
Perché mi devo sottoporre a radioterapia adiuvante della
mammella?
Diagnosi: Lei è affetta da una neoplasia mammaria già operata per la quale è indicato un trattamento radiante.
Indicazioni alla radioterapia adiuvante: dopo l’intervento chirurgico, sulla base del risultato
dell’esame istologico che ha fatto conoscere con certezza lo stadio e il grado del tumore, è possibile
anche valutare le possibilità di recidiva o di diffusione a distanza.
I fattori che influiscono sul rischio di recidiva, ossia sulla possibilità che il tumore si ripresenti dopo l’intervento chirurgico, sono:
- le dimensioni del tumore
- la compromissione dei linfonodi ascellari
- il grado del tumore
- la presenza di cellule neoplastiche nei vasi sanguigni o linfatici che alimentano il tumore (anche
questo sarà valutato dall’esame istologico)
- la compromissione dei margini
- lo stato recettoriale
- HER-2 positività
Sulla base del rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico, è stata posta indicazione alla radioterapia al fine di distruggere eventuali cellule neoplastiche non rilevabili con gli esami effettuati e
rimaste in sede e ridurre, quindi, il rischio di recidiva.
In cosa consiste?
Tecniche/modalità di esecuzione della radioterapia esterna (o transcutanea): il trattamento viene eseguito presso il centro di radioterapia dell’Ospedale in genere in regime ambulatoriale. Le sessioni di terapia si svolgono dal lunedì al venerdì o dal martedì al sabato, con una pausa nel weekend. Ogni sessione dura solo pochi minuti. Il radioterapista oncologo illustrerà dettagliatamente il
trattamento, il modo in cui esso sarà eseguito e gli eventuali effetti collaterali che potrebbe causare.
Sono previste due fasi, ciascuna delle quali a sua volta articolata in più fasi:
1) La pianificazione: è una fase molto importante, perché dalla sua attenta esecuzione dipende la
possibilità di trarre il massimo beneficio dalla radioterapia. Il primo appuntamento presso il centro
di radioterapia sarà dedicato alla stesura della cartella clinica, valutazione della documentazione, visita ed informazione di quelli che sono i benefici attesi e gli effetti collaterali, classificati in base al
tempo di insorgenza in acuti e tardivi ed in base alla possibilità di insorgenza in probabili, improbabili, eccezionali.
La seconda fase è rappresentata dalla seduta di centratura, durante la quale il radioterapista oncologo utilizzerà un’apposita macchina detta simulatore, che possiede le caratteristiche ottiche e geometriche dell’unità di terapia, per definire l’isocentro del trattamento ed ottenere delle radiografie della zona da irradiare. Verranno quindi eseguiti dei piccoli tatuaggi permanenti, che avranno lo scopo
di aiutare il tecnico sanitario di radiologia medica a posizionare il paziente correttamente sul lettino
di terapia, in modo da consentire la riproducibilità del trattamento ad ogni seduta e a definire il centro del volume bersaglio per erogare correttamente il trattamento.
A questa fase seguirà l’esecuzione della TC, le cui immagini verranno utilizzate per contornare i volumi da irradiare e quelli da proteggere e quindi, utilizzando sistemi computerizzati, per elaborare il
trattamento, al fine di ottenere una omogenea distribuzione di dose nel volume bersaglio ed il risparmio dei tessuti sani.
2) La seduta di trattamento prima di ogni sessione di trattamento, il tecnico di radiologia che eseguirà l’irradiazione La posizionerà correttamente sul lettino e verificherà che stia comoda. È molto
importante che il braccio sia sempre nella giusta posizione, in modo che la macchina possa erogare
il fascio di radiazioni sul punto esatto, consentendovi di ottenere il massimo beneficio dal trattamento. Talvolta, una certa rigidità dei muscoli del braccio e dell’articolazione della spalla potrebbe impedire di muovere la spalla normalmente, ed il trattamento potrebbe essere doloroso al punto da
renderne difficile l’esecuzione.
In tali casi, il fisioterapista potrà insegnare alcuni esercizi che renderanno meno fastidioso assumere
la corretta posizione sul lettino per la radioterapia.
Se la chirurgia è stata di tipo conservativo (quadrantectomia o tumorectomia) sarà irradiato il tessuto mammario residuo con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza rispetto all’eventualità che
alcune cellule neoplastiche siano rimaste in sede; nel caso in cui l’intervento sia stato demolitivo
(mastectomia) sarà effettuata la radioterapia sulla parete toracica per garantire una maggior sicurezza nel caso in cui il rischio di ricaduta sia giudicato elevato.
In alcuni casi identificati sulla base della stadiazione post-chirurgica, la radioterapia verrà effettuata
anche sulle stazioni linfonodali sovraclaveari mentre nella maggior parte dei casi non sarà necessario irradiare l’ascella.
La dose totale sarà di 50 Gy somministrata con frazionamento convenzionale, con dose singola di
1,8-2 Gy/die, a cui farà seguito in genere un sovradosaggio sul letto tumorale di 10 Gy in 5 frazioni.
La radioterapia esterna non rende radioattive e dopo il trattamento si può stare a contatto con gli altri, inclusi i bambini, senza alcun pericolo per costoro.
Durante il trattamento, che durerà solo qualche minuto, rimarrà sola nella sala, ma potrà comunicare
con il tecnico che controllerà lo svolgimento della procedura dalla stanza a fianco.
La radioterapia non è dolorosa, ma dovrà rimanere immobile fino a che la sessione di trattamento
non sarà terminata.
Controindicazioni all’utilizzo della RT della mammella:
1) la gravidanza è una controindicazione assoluta.
2) l’incapacità a mantenere la posizione di esecuzione del trattamento è una controindicazione in
quanto impedisce la corretta irradiazione della regione mammaria.
3) alcune malattie del collagene quali il lupus, la sclerodermia e la dermatomiosite rappresentano
una controindicazione relativa al trattamento radiante a causa della scarsa tolleranza all’irradiazione
stessa e per l’amplificazione delle tossicità segnalate in queste pazienti. Se in fase attiva, rappresentano una controindicazione assoluta.
Decorso post-trattamento: dopo l’ultima seduta di radioterapia le verrà consegnata una lettera con
l’indicazione del tipo di radioterapia effettuata e l’appuntamento per una visita di controllo. Dopo il
termine del trattamento gli eventuali effetti collaterali si risolvono entro una o a volte qualche settimana; in questo periodo, durante il quale potrà svolgere la normale attività quotidiana, continuerà
ad assumere i farmaci consigliati durante il ciclo di radioterapia fino alla risoluzione completa dei
disturbi, scalando gradualmente le dosi secondo prescrizione medica.
Innovatività della procedura: il trattamento radioterapico adiuvante della mammella è una modalità terapeutica consolidata nella pratica clinica.
Rischi
Effetti collaterali precoci: (possono insorgere durante il trattamento e sono in genere reversibili in
circa tre mesi)
• probabili: la radioterapia della mammella può causare, a volte, arrossamento e “trasudazione”
(edema) della cute, disepitelizzazione su aree limitate, nausea, stanchezza, bruciore durante la
deglutizione (qualora l’irradiazione coinvolga le stazioni linfonodali). Tali effetti collaterali tenderanno a scomparire gradualmente una volta concluso il ciclo di trattamento, anche se la stanchezza può persistere per qualche mese. Durante il trattamento si sconsiglia l’uso di saponi profumati, creme o deodoranti, che potrebbero contribuire ad irritare ulteriormente la cute.
All’inizio del trattamento le saranno fornite le istruzioni sul modo in cui prendersi cura della cute dell’area irradiata.
• poco probabili: polmonite, pericardite, mastite.
• eccezionali: necrosi cutanea (soprattutto se in associazione a chemioterapia).
Effetti collaterali tardivi: (possono insorgere anche a distanza di anni dal termine del trattamento e
sono in genere permanenti)
• probabili: con il passare del tempo, la mammella potrebbe ridursi leggermente di volume. In
casi molto rari l’irradiazione può anche lasciare sulla cute piccole strie rosse, che sono dovute
alla rottura di qualche capillare (fibrosi e discromie dell’apparato tegumentario, distrofia cutanea
e/o teleangectasie, alopecia delle zone irradiate, indurimento e retrazione della mammella). Dopo un intervento di tipo conservativo e successiva radioterapia potrebbe manifestarsi edema del
braccio (soprattutto se vengono irradiate anche le stazioni linfonodali ascellari). Per molte donne, tuttavia, l’aspetto estetico della mammella dopo il trattamento è molto soddisfacente.
• poco probabili: fibrosi polmonare limitata alla zona irradiata in assenza di un quadro di insufficienza respiratoria.
• eccezionali: in alcuni casi la radioterapia delle stazioni linfonodali ascellari o sopraclaveari può
causare effetti a lungo termine, quali nevralgie, formicolio, debolezza o insensibilità al braccio o
alla mano. Altri effetti collaterali rari comprendono mancanza di respiro (per danno polmonare
causato dalle radiazioni) e indebolimento delle coste nell’area irradiata, cardiopatia ischemica
(se irradiazione della mammella sinistra e soprattutto se associazione chemioterapica con antracicline e taxani), oncogenesi radioindotta, miocardiopatia dilatativa. Tuttavia, grazie alla migliore pianificazione del trattamento e alle più sofisticate tecniche di irradiazione, questi effetti sono
diventati molto meno frequenti. Eventuali effetti collaterali conseguenti alla radioterapia potranno essere discussi con il radioterapista.
Cosa comporta?
Come prepararsi alla radioterapia: non è necessaria una preparazione particolare. Non è necessario seguire una dieta specifica né essere a digiuno, potrà assumere i farmaci comunemente impiegati.
Prescrizioni post trattamento: dopo l’esecuzione della terapia non ci sono particolari indicazioni
da seguire se non l’applicazione della crema specifica sulla parte irradiata come consigliato dal
personale del reparto.
Follow-up: tutte le pazienti trattate per neoplasia mammaria devono essere sottoposte a controllo
periodico clinico e mammografico allo scopo di diagnosticare in fase precoce un’eventuale recidiva
loco-regionale di malattia o un eventuale tumore della mammella controlaterale, suscettibili di terapia a scopo curativo e di monitorare eventuali effetti collaterali e complicazioni, al fine di porre
precocemente in atto le terapie adeguate, coinvolgendo anche i colleghi specialisti in altre discipline. In accordo con quanto suggerito da alcune delle più recenti linee guida è consigliata
l’effettuazione di:
1) visita medica e colloquio con la paziente:
- ogni 3-6 mesi per i primi 3 anni
- ogni 6-12 mesi per i successivi 2 anni, annuale in seguito
2) mammografia a cadenza annuale.
Dovrebbe essere discussa l’esecuzione di esami ematochimici, compresi markers tumorali, e di esami strumentali quali radiografia del torace, ecografia epatica, scintigrafia ossea, TC totalbody.Tali esami risultano giustificati al manifestarsi di segni e/o sintomi sospetti per recidiva di
malattia o in pazienti ad alto rischio di recidiva.
Esistono alternative terapeutiche?
Alternative terapeutiche: non esistono alternative terapeutiche al trattamento radioterapico adiuvante nel carcinoma mammario.
Rischi se rifiuto o ritardo la cura: in caso di rifiuto da parte della paziente all’esecuzione della
radioterapia risulta aumentato il rischio di recidiva locale e/o delle stazioni linfonodali di drenaggio
e questo in alcuni casi soprattutto ad alto rischio, potrebbe comportare una riduzione della probabilità di sopravvivenza globale.
La sottoscritta......................................................nata a......................il..................,dettagliatamente
informata dal Dott........................................... di essere affetta da............................ e di necessitare
di essere sottoposta a .........................................., dichiara di aver ricevuto il presente modulo informativo, che si impegna a leggere attentamente prima di fornire il consenso al trattamento.
Firma e timbro del medico
che ha informato il paziente
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Perugia............................
Firma del paziente
o del rappresentante legale
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