Storia delle religioni lezione n.9 Prof. Fiori Nino • La civiltà di Mohenjo Daro. Dal 2500 al 1500 a.C. una città con edifici in muratura (templi non sono accertati), con la scrittura (non decifrata), con un’arte figurativa sviluppata (sigilli, amuleti, intagli, ecc.). Una figura antropomorfica con tre volti e corna, accovacciata in posizione “yoga” (= rappresentazioni di Shiva, 1000 anni dopo) Indo-europei o Indo-iranici • Studi linguistici mostrano l’iniziale unità dei popoli indo-europei: vedico: Dyaus-pitar; greco: Zeus; latino: Iuppiter • Molto più stretti i rapporti religiosi tra antenati degli Indiani e antenati degli Iranici: Vedico Mitra Vayu asura Iranico Mithra Vrtrahan (epiteto di Indra) ahura Verso il 1200-1000 a.C. genti di lingua indoeuropea sono penetrate nella valle dell’Indo. Non si sa se hanno trovato ancora tracce della civiltà di Mohenjo Daro (esaurita, sembra, nel 16° secolo a.C.) I Veda Premessa: non abbiamo altre fonti (letteratura profana o fonti archelogiche) 1. 2. 3. 4. Veda (la parola significa sapere) sono 4 raccolte di testi sacri: RgVeda (RigVeda= RV), Veda delle strofe. 10 libri 1028 inni 10° sec. a.C. SamaVeda (SV), Veda dei canti, 75 strofe non incluse nei RV YajurVeda (YV), Veda delle formule in prosa, che accompagnavano i riti AtharvaVeda (AV), relativo al culto domestico • Le stirpi di lingua indoeuropea che sono penetrate in India avevano un senso spiccato della loro superiorità (= il concetto di arya da cui Iran e Ariano) • La società arya era divisa in tre classi: brahmani –sacerdoti guerrieri (da cui proveniva il re) lavoratori (coltivatori, artigiani, commercianti…) Il carattere sacerdotale della religione • Ogni indiano praticava un gran numero di riti domestici (rituale grhya), per questo si sottometteva ad un lungo periodo di istruzione-iniziazione da parte del brahamano. Il focolare domestico, attorno a cui si concentrava tutto il rituale, doveva essere acceso da un brahamano. La vita religiosa non si limitava ai riti domestici, anche se mancava del tutto un culto pubblico e, di conseguenza, dei templi. Il rituale sacerdotale (srauta) era quello più strettamente legato al culto divino. La maggiore aspirazione di un indiano vedico era diventare Yajamana = ‘sacrificante’. Per far ciò occorreva istallare tre fuochi nel proprio terreno: - Rotondo ad ovest (dove vengono cotte le offerte) - Quadrato a est (su cui le offerte sono versate) - a forma di mezzaluna a sud (con funzioni apotropaiche) Vicino ai fuochi si installava l’altare (il vedi) Tutti i riti srauta richiedevano l’opera sacerdotale. I sacerdoti venivano pagati Il pantheon • il dio Indra, dio-signore dio-della-tempesta, dio della classe dei guerrieri. Sarebbe l’ultimo degli dei, che avrebbe ucciso il mostro serpentiforme Vrtra (da qui il nome Vrtrahan) per riuscirci il dioartigiano Tvastar, gli fornì come arma una clava da getto (che fa pensare al fulmine). • si tratta di un atto cosmogonico Vrtra = colui che copre, trattiene, ostacola. Indra, uccidendolo, “libera le acque”; dopo l’uccisione sorge per la prima volta il sole e Indra provvede a consolidare la distanza tra il cielo e la terra. • d’altra parte Indra è anche il guerriero trionfante che uccide tutti i nemici degli Arya. il soma • Come Herakles in grecia e il germanico Thorr, anch’essi dei combattenti, Indra è grande mangiatore, bevitore ed amatore. • Egli si inebria di soma. • Soma = bevanda tratta dalla pianta del ‘soma’, bevanda degli dei, è amrtam ‘anti-morte’. Certe volte appare concepito come dio e re: nella sua figura mitizzata forse rivive un dema primitivo (come Osiride) • In ogni caso il rapporto tra Indra e il soma = tra Herakles e il vino, le vacche sacre • In un altro combattimento Indra vince Vala, che tratteneva in una caverna certe ‘vacche rosse’ • il mito può avere valore cosmogonico (le nubi rosse dell’aurora) • ma probabilmente riflette le reali razzie che gli Arya facevano degli armenti dei popoli sottomessi. In un’iscrizione del 1380 a. C. riguardante un trattato tra Hittiti e Mitanni, dopo Indra, appaiono: Varuna e Mitra I due Nasatyas = la coppia di gemelli (chiamati anche Ashvin), che, come i Dioscuri greci (Dios Kuroi=figlio di Zeus), adempiono funzioni salvifiche verso imortali. Nella maggior parte degli inni Mitra e Varuna sono associati (Mitravaruna). Sembrano essere due antitesi: a Mitra si sacrificano vacche bianche, a Varuna vittime nere. Mitra solare e luminoso Varuna è notturno e tenebroso (etimologicamente corrisponderebbe ad Uranos = cielo; anche se un altro dio vedico, Dyauspitar rappresenta meglio l’ “essere supremo celeste” che rimane intattivo e remoto nel pantheon) Varuna è un asura (=suprema potenza magica) e non un deva (luminosità divina). La sua potenza sovrana si manifesta con la capacità di punire. Il peccato stesso fa cadere l’uomo nei lacci di Varuna. Lo pone fuori del rta, cioè l’ordine giusto delle cose, che è un ordine dinamico, come un cavallo in corsa. Sia Mitra che Varuna debbono proteggere il rta: Varuna lo fa punendo, Mitra, il cui nome significa il ‘patto’ è l’ amico divino che promuove la concordia, l’armonia, il giusto agire. Agni • il nome Agni (cfr. latino ignis) significa fuoco. • Il mito primitivo del ratto del fuoco, che viene condotto dal cielo in terra, per ilprimo uomo e primo sacrificante • È presente in ogni casa (focolare) e porta prosperità e pace. • Come fuoco sacrificale è mediatore tra gli uomini e gli dei • È il dio-sacerdote perché il compiersi del rito è la condizione del regolare e giusto svolgersi delle cose. • ATTENZIONE: la parola latina rito risale alla stessa radice di rta !! anche gli dei non sono onnipotenti • Indra deve attingere forza dal soma o dai canti rituali • Mitra e Varuna sostengono il rta. • Gli dei posseggono una forza vitale (l’ojas), che si oppone a “resistenze” • La fede stessa (sraddha = lat. credere) è fonte di energia e di esistenza per Indra. Di qui le successive evoluzioni della religione vedica, fino ad arrivare all’induismo Altri concetti tipici della religione vedica • Tapas, il ‘calore’ prodotto dall’ascesi, conferisce all’uomo facoltà sovrumane. • Satya (verità), sraddha (fede) e tapas producono il soma (la bevanda degli dei) • Il rta e il satya nascono dal tapas • Anche gli dei producono in sé stessi il tapas per agire con efficacia Il brahman , nel RigVeda è ciò che è solido, stabile. Il brahman riempie gli dei, li fa crescere; è il materiale di cui son fatti il cielo e la terra. Quando l’asat (non esistenza) desiderava diventare sat (esistenza) questo desiderio era brahman. Il brahman conferisce forza al rito, ma il rito dà forza al brahman. L’ atman (soffio vitale): il respiro-spirito che sostiene ogni vivente. Nella meditazione sacerdotale, diventa l’essenza di tutte le cose. Si parla anche di atman degli dei e degli uomini. Alla fine l’ atman è ciò che è permanente, contrapposto a maya, l’apparenza illusoria. evoluzione della religione vedica • Veda – a partire dal 10° sec. a.C. • Brahmana – commenti sacerdotali ai Veda a partire dall’8° sec. fino al 6° sec. a.C. In questo momento il rito diventa più importante degli dei. • Upanishad – dal 6° sec. in poi. in questo momento una forte interiorizzazione: il rito dipende dal tapas. L’uomo vuole raggiungere l’essenza immutabile, l’atman sia dell’universo che si se stesso. Atman = Brahman L’evoluzione successiva è determinata anche dalla nascita delle grandi religioni ‘eterodosse’ dell’India: Buddismo e Giainismo. La vita dell’uomo come quella dell’universo è regolata dal karman, cui anche gli dei sono sottomessi. Compito di ogni uomo religioso sarà quello di sottrarsi, nei limiti del possibile, al samsara (ingranaggi del corso dell’esistenza), realizzando la propria identità con l’essenza dell’universo. A questo punto ci si aspetterebbe un superamento del politeismo, ed invece… l’Induismo • La patria della religione vedica era la parte nordoccidentale dell’India. Con la penetrazione nel sud e nell’est, gli Arya diffusero l’insegnamento brahmanico, ma incontrarono anche diverse fedi. • Induismo: enorme varietà di atteggiamenti religiosi di una massa immensa etnicamente e culturalmente eterogenea. • Oggi una speculazione mistica (intuisce che le divinità non sono che espressioni di un’essenza unica), ma anche un vero politeismo. • Visnu, di origine vedica • Shiva (con tratti del vedico Rudra) • altri dei con provenienze diverse…