A. S. 2009/2010 Classe II B L’Im-finito potenziale della LIM: percorsi di poesia e creatività senza LIM-iti attraverso la Multimedialità della Lavagna Interattiva. Poesia: dolore di diversità? Menzogna? “Se fosse vero che non c’è poesia senza dolore, sarebbe preferibile che fossimo tutti analfabeti” Così Alda Merini in una intervista. L’accostamento fra poesia e dolore è davvero un inganno? E’ l’uomo comune quello che vive nella sofferenza; mentre il poeta, il diverso, sarebbe felice perché asseconda i suoi desideri più profondi e viscerali, dato che la poesia nasce in lui da una passione della carne, fortemente fisica? E la poesia è davvero menzogna, una bellissima favola che si avvicina ai testi sacri, dato che l’istinto viene filtrato dalla ragione, e ogni parola viene soppesata e scelta fra molte? Da questi spunti di riflessione e dalla necessità di conciliare l’insopprimibile entusiasmo del docente con la desolata, desertica rassegnazione iniziale degli alunni, ha preso vita nell’A. S. 2009-2010 il presente lavoro, progettato come percorso interdisciplinare e interattivo, grazie all’introduzione della LIM nell’ attività didattica quotidiana di italiano e latino nella classe II B. Una classe di studenti di oggi, sempre più dis-incantati e sempre meno disponibili a mettersi in gioco, a emozionarsi, e a confrontarsi costruttivamente con chi, a loro avviso “diverso” o “sfigato” - come senza falsi pudori dichiarano guarda il mondo con occhi ancora incantati, sempre stranieri, straniati. Essere diversi equivale a essere soli. Dis-criminati. Dis-eredati. Disconosciuti. Dis-graziati. «Rivolgermi a Dio mi viene spontaneo, come richiesta di grazia. Tutti gli artisti sono religiosi, in quanto percepiscono l’immenso bene di cui fanno parte e il mistero della natura. Ciò li rende umili, anche se il loro creare dal nulla li rende vicini a Dio e compartecipi del fenomeno della creazione» dice ancora Alda Merini, facendo eco a Emily Dickinson. Ma non vuol dire essere Dis - armonici. Rebecca, - studiata con stupore incantato da Sacks - 19 anni, è come una bambina ridicola e grottesca. Diversa. Affetta da aprassia e agnosia. Incapace di indossare un paio di guanti, di inserire la chiave nella serratura. Apparentemente goffa, sgraziata, eterna bambina. Solo nell’arte sembra risvegliarsi quella parte di lei nascosta dietro profondi deficit. Il suo corpo per lei è come un guscio, un ostacolo ai rapporti con il mondo. La poesia è l’unica salvezza, il suo rifugio. Ma Rebecca vede le metafore del mondo, come Mario Ruoppolo, nel film “Il postino di Pablo Neruda”. Rebecca è un poeta “ingenuo”, Omerico – direbbe Leopardi – ancora capace attraverso i miti di trovare quella felicità che, negata a chi sa, è concessa agli inconsapevoli. (Zibaldone). Rebecca vive in armonia con un mondo poetico, che continuamente si ricrea, un mondo incomprensibile ai più. La Diversità fa paura, può essere scambiata per Pazzia: e si aprono le porte del manicomio e della solitudine. - Coelho e la sua Veronica, che decide di morire. E che invece riesce a Cogliere l’Attimo e a riprendere in mano le redini della sua vita. - Alda Merini e la sua croce: “La Madre quella che come me mangiò la terra del manicomio credendola pastura divina, quella che si legò ai piedi del figlio per essere trascinata con lui sulla croce e ne venne sciolta perché continuasse a vivere nel suo dolore”. - Emily Dickinson e il suo esilio volontario nella casa paterna. Certo il poeta non è un filosofo né uno scienziato. Non spiega. Sente e basta. Obiettivo ambizioso, quello del filosofo, diverso da quello del poeta. Il filosofo coglie della parola filosofia il senso profondo: la radice dell’amare, quell’amore raro quanto prezioso nei confronti del sapere, della conoscenza. La filosofia è la disciplina che si pone domande e cerca di dare loro risposte, risposte agli interrogativi sul senso del mondo e sull'esistenza umana. Il filosofo cerca di delineare i limiti della conoscenza: il suo animo è scosso da un vero e proprio bisogno. La necessità di filosofare, secondo Aristotele, nascerebbe dalla “meraviglia”, ovvero dal senso di stupore sperimentato dall'uomo quando, una volta soddisfatte le necessità materiali, comincia ad interrogarsi sulla sua esistenza e sul suo rapporto con il mondo. Anche la poesia nasce da un’esigenza profonda, ma al contrario della filosofia non si prefigge come scopo quello di rispondere, di trovare una soluzione al male del mondo, ma si limita a comunicarci che esiste. Ogni poesia nasce dal’incontro dell’anima con l’ispirazione, che dialogano insieme in modo da forgiare la chiave adatta ad aprire il cuore dei lettori, per suscitare in ognuno di noi delle emozioni. Invitiamo quindi i nostri lettori ad assaporare i nostri primi versi incerti, la nostra prima prosa poetica guardando con benevolenza i nostri il“Lim” itati / “Lim”iti ! Classe B