La preistoria, della musica e degli uomini
Ogni attività umana produce suoni. Tra le attività primarie dell’uomo se ne riscontrano
molte affini a quelle degli animali, come le danze ed i richiami di corteggiamento,
aggregazione, gioco, difesa e conquista del territorio; anche nella caccia di gruppo era
necessaria la comunicazione sonora, ed ecco i richiami per attirare o spaventare gli
animali.
Fabbricando utensili o impiegandoli nei lavori quotidiani sperimentavano una
produzione sonora generata dai movimenti naturali e ritmici sulla materia: ad esempio,
producevano il fuoco frizionando, raschiando e soffiando, vogavano percuotendo il
remo sul bordo della canoa, macinavano bacche e frutti pestandoli sulla pietra. L’uomo
preistorico creava suoni anche quando dipingeva o scolpiva: nel triturare e impastare i
colori naturali, nell’incidere la roccia.
Altri suoni venivano creati intenzionalmente, come quelli delle sonagliere, disposte sul
corpo per segnalarlo, amplificarlo e proteggerlo durante i movimenti e le danze. Il suono
veniva anche impiegato nelle attività di cura: gli sciamani, attraverso il potere di suoni
misteriosi e ritmi ipnotici provavano a curare ed alleviare il male.
I primi strumenti. Non è difficile rintracciare le origini degli strumenti musicali. Dalle
grosse conchiglie marine, dalle corna degli animali uccisi, dalle canne vuote nacquero i
primi strumenti a fiato. I primi strumenti a corda furono invece gli stessi archi con i quali
i cacciatori e i guerrieri scagliavano le loro frecce. Servendosi di tronchi cavi di alberi
l'uomo imparò a costruirsi i primi strumenti a percussione. Più tardi l'uomo perfezionò la
canna del proprio flauto, rendendola capace di produrre suoni diversi, aggiunse altre
corde al proprio arco, creando così le prime arpe e quando imparò a lavorare i metalli si
fabbricò le prime trombe. Non più allora gridi gutturali e colpi sordi e indistinti, ma la
possibilità di creare vere e proprie melodie e di accompagnarle con suoni sempre più
complessi. Questo processo si svolse nel corso di migliaia di anni poiché lungo e
faticoso fu il cammino dell'Uomo attraverso le varie epoche che segnarono il suo
cammino nella storia delle civiltà..
La musica nelle civiltà del passato
Presso i popoli più antichi la musica veniva utilizzata prevalentemente nell'ambito di
cerimonie religiose.
In Egitto, per esempio, i sacerdoti si tramandavano musiche sacre per accompagnare riti
magici o propiziatori. Gli Egizi cantavano e danzavano accompagnandosi con arpe,
flauti, cimbali durante le processioni destinate al culto pubblico. La musica era
considerata un dono prezioso degli dei, fonte magica di letizia e di serenità.
In Mesopotamia avvenne lo stesso, pur essendosi sviluppato un sistema di scrittura
avanzato.
La musica ebraica è particolarmente
importante; gli Ebrei attribuivano al canto un'enorme importanza spirituale. Sotto il
regno di Davide le cerimonie erano imponenti e ad esse prendevano parte migliaia di
coristi che accompagnavano il loro canto con gli strumenti musicali che Davide stesso
aveva fatto costruire. L'esperienza musicale ebraica, attraverso la produzione di salmi,
crea di fatto le basi di quello che diventerà il canto gregoriano.
Alcuni documenti dell'antica musica cinese giunti fino a noi permettono di stabilire che,
fin dall'antichità più remota, questo popolo impiegò per la sua musica una caratteristica
scala di cinque suoni (corrispondenti agli attuali fa sol la do re = scala pentafonica): tali
suoni corrispondevano rispettivamente all'imperatore, ai ministri, al popolo, ai servizi
pubblici e ai prodotti della terra e del lavoro. I Cinesi costruirono diversi tipi di
strumenti: timpani, tamburi, campane, flauti, liuti. Caratteristico è il king formato da
pietre sonore fissate a un telaio di legno, percosse mediante martelletti.
Gli Indiani coltivarono la musica fin dai tempi più antichi. Ebbero una musica religiosa e
una profana destinata ad allietare i banchetti, per accompagnare le danze o le
rappresentazioni teatrali. Tra i vari strumenti indiani (tam-tam, flauti, oboi, trombe)
tipici sono la vina, caratteristico strumento a corde munito di due casse armoniche
formate da zucche vuote e inoltre la ravanastra, il sarangi, il sitar, strumenti ad arco che
si possono considerare i progenitori del violino.
La musica al tempo dei Greci e dei Romani
Sull'esperienza delle altre civiltà, soprattutto quella egizia e quella indiana, la viva
genialità del popolo greco seppe creare le basi teoriche e pratiche da cui si sviluppò in
seguito tutta la musica dei paesi occidentali.
In Grecia la musica era considerata uno dei mezzi più efficaci per l'educazione morale e
intellettuale dei cittadini e faceva parte perciò dell'insegnamento scolastico.
Gli strumenti nazionali con i quali si accompagnavano il canto dei poeti e i cori delle
tragedie greche furono: la lyra, formata da un guscio di testuggine che recava alcune
corde di budello tese sulla sua cavità, e l'aulòs, una sorta di flauto a doppia canna.
Della musica su cui venivano cantate le diverse composizioni ci è giunto pochissimo: fra
gli esempi più belli due inni di Delfi risalenti al II secolo a. C.
Anche nell'antica Roma la musica ebbe una importante funzione, soprattutto quale
accompagnamento nelle feste religiose. I Romani non ebbero uno stile musicale proprio,
ma seppero piuttosto adattare, fondere e sviluppare gli stili delle diverse civiltà con le
quali venivano a contatto. La musica fu però utilizzata dai Romani per rallegrare
riunioni e intrattenimenti familiari, oppure per accompagnare le evoluzioni dei
commedianti o per allietare i sontuosi festini dei patrizi. Tipici strumenti romani furono
la tuba e la buccina, usati esclusivamente a scopi militari per dare segnali alle truppe,
incitarle al combattimento o accompagnare imponenti marce trionfali.
Il Medioevo
Il cristianesimo primitivo, privo di una forte autorità centrale, ispirandosi a elementi
musicali di aree diverse (Oriente, Africa, Europa) diede vita a liturgie differenti
Al Papa Gregorio Magno (590 d.C. – 604 d.C.) viene tradizionalmente dato il merito di
aver riformato, ordinato e sistemato tutto il repertorio dei canti liturgici, costruendo
quello che viene chiamato CANTO GREGORIANO
Il CANTO GREGORIANO, una delle prime e più importanti forme di canto religioso,
deriva quindi da quella unificazione liturgica portata a termine dalla Chiesa di Roma
dopo il pontificato di Papa Gregorio Magno.
Nell'intento di arricchire la struttura melodica del canto gregoriano, verso il X secolo, in
particolare a Parigi (Scuola di Notre Dame, cosiddetta perché sorta presso la Schola
cantorum della cattedrale di Notre Dame, allora in costruzione) e a Limoges (Abbazia di
Saint-Martial), si compiono i primi esperimenti che consentiranno di gettare le
fondamenta teoriche dalle quali poté svilupparsi la polifonia successiva. È l'inizio di una
nuova era musicale caratterizzata da un tipo di canto in cui si sovrappongono più linee
melodiche (due o più voci eseguono contemporaneamente differenti melodie formanti
un insieme armonico).
Per circa un millennio il canto gregoriano costituì comunque l'unica espressione
musicale degna di rilievo; dopo l'anno Mille venne acquistando importanza anche la
musica profana.
In Francia, I TROVATORI al sud e I TROVIERI al nord, allietano le corti con
melodie celebranti l'amor cortese. Lo stesso faranno un po' più tardi in Germania i
Minnesänger. Mentre a Parigi nascono le prime forme polifoniche, in Italia il canto
monodico raggiunge una delle sue espressioni più elevate con LA LAUDA, canzone
popolare di ispirazione
IL 1500 e 1600
Mossi dal desiderio di far rivivere musicalmente l'antica tragedia greca, verso la fine del
1500 d.C., a Firenze, un gruppo di letterati e musicisti si riunisce dando vita alla
cosiddetta Camerata fiorentina.
La CAMERATA, partendo dallo sviluppo degli intermedi (intermezzi), momenti
scenici e coreografici posti all'interno di una rappresentazione teatrale, porta a termine
una vera e propria rivoluzione dando vita al "recitar cantando", linguaggio melodico di
chiara e semplice comprensione.
Il centro di attrazione dei musicisti si sposta, nel Cinquecento, dalla Francia all'Italia.
Le forme della polifonia sacra (messe, mottetti..) toccano in questo secolo un'alta
perfezione, ma accanto a esse maturano anche quelle della polifonia profana.
Nasce infatti una nuova forma di MADRIGALE, dovuto alla fusione della frottola
(canzone d'amore) con la polifonia dei maestri francesi. Il testo, sotto l'influenza dei
grandi poeti del Quattrocento e Cinquecento, diventa elegante e raffinato.
Il più grande polifonista del Cinquecento fu Giovanni Pierluigi da Palestrina (15251594); egli scrisse esclusivamente musica sacra e per sole voci, senza accompagnamento
strumentale (cori a cappella).
Nel Cinquecento, l'organo è il protagonista della nascita della musica strumentale, che
ebbe nel compositore Girolamo Frescobaldi (1583-1643), uno dei più insigni
capiscuola.
LA NOTAZIONE MUSICALE
La prima notazione di cui si hanno documenti sicuri è quella greca, suddivisa in due
sistemi, uno strumentale ed uno vocale: entrambi usavano le lettere dell’alfabeto
situandole in posizioni diverse per guidate l’espressione.
La notazione medievale nel canto gregoriano era costituita da una serie di segni che
indicavano con approssimazione il percorso di una linea melodica, in modo da aiutare i
cantori che già la conoscevano a memoria, a ricordarla meglio.
Nel 1500 d.C. Guido d’Arezzo propose l’uso sistematico di un vero e proprio rigo
musicale di 4 linee; in questo modo era possibile rappresentare con precisione l’altezza
delle note, con lo stesso criterio oggi in uso.
IL 1600 e 1700
Il violino, il flauto, l'organo e il clavicembalo sono gli strumenti che dominano la
scena musicale del Seicento italiano ed europeo attirando l'attenzione dei maggiori
musicisti dell'epoca.
Di grande importanza sono le capacità tecnico-artistiche dei maestri liutai: Stradivari,
Amati e Guarneri
In questi anni la musica viene considerata “disciplina eccelsa” e posta al centro di
numerosi studi e trasformazioni, come lo sviluppo del MELODRAMMA ad opera di
CLAUDIO MONTEVERDI (Cremona 1567- Venezia 1643) il quale, concentrandosi
su una sempre maggiore aderenza della musica al senso del testo, adatta i drammi fino
ad allora sostenuti da uno scarso accompagnamento musicale e costruiti sul recitarcantando, dando così il via alla costruzione di un nuovo genere musicale, le OPERE.
Nel Seicento, dominano la scena Arcangelo Corelli (Fusignano 1653- Roma 1713),
ritenuto il grande fondatore della moderna tecnica violinistica e Giacomo Carissimi
(Roma 1605-1674), provetto organista e compositore.
AntonioVivaldi
Tra Seicento e Settecento ANTONIO VIVALDI (Venezia 1678- Vienna 1741), oltre a
perfezionare la tecnica violinistica, compose più di cinquecento opere strumentali: le più
significative sono i concerti, che hanno il merito di aver posto le basi strutturali del
concerto moderno, dando rilievo alla parte solistica e stabilendo la classica divisione in
tre tempi (Allegro-Adagio-Allegro).
La vita musicale europea tra Seicento e prima metà del Settecento gravita attorno alle
grandi figure di Bach e di Händel, che incarnano splendidamente, sia nel carattere sia
nella produzione, l'ideale barocco a cui tutti i compositori del tempo fanno riferimento.
JOHANN SEBASTIAN BACH (Eisenach 1685Lipsia 1750), tedesco, organista e clavicembalista di raro valore, è uno dei più grandi
compositori di tutti i tempi. Tra le sue opere più significative: la Messa in si minore, la
Passione secondo Matteo, la Passione secondo Giovanni, i Concerti brandeburghesi e,
inoltre, Corali, Cantate, interi cicli organistici e clavicembalistici. Nell'arte perfetta di
Bach confluiscono tutte le esperienze precedenti, fondendosi in modo mirabile: la
tradizione polifonica, la monodia, l'armonia, la moderna tonalità.
GEORG FRIEDRICH HANDEL (Halle 1685- Londra 1759), autore di musica da
camera e per organo e di melodrammi, è noto soprattutto per uno dei suoi 23 oratori
(oratorio= composizione per voci soliste, coro e orchestra in cui viene narrata
musicalmente una azione, per lo più di carattere religioso, senza fare ricorso alle scene,
ai costumi, a qualsiasi elemento di rappresentazione teatrale) il celebre Messia.
WOLFGANG AMADEUS MOZART (17561791) è considerato il rappresentante più geniale della seconda metà del Settecento e
certo una delle maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le
esperienze più diverse, dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza della scuola
italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart sa assimilarli e rinnovarli in
uno stile in cui domina una squisita perfezione, unita a una segreta malinconia che si
farà, col tempo, sempre più struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve
vita, moltissime composizioni, dalle opere teatrali (come Nozze di Figaro, Don
Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai quartetti, dalla
musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per violino..
L’ OPERA BUFFA è un nuovo genere musicale, destinato a irrompere violentemente
nel panorama musicale di fine Settecento. Caratterizzata da storie intricate e personaggi
schietti, troverà i suoi più alti rappresentanti in Pergolesi, Paisiello, Cimarosa e più
tardi in GIOACCHINO ROSSINI (Pesaro 1792- Parigi 1868).
Tra i capolavori di Gioacchino Rossigni ricordiamo: Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo
Tell, La gazza ladra, Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Mosè, Il viaggio a Reims.
GIOACCHINO ROSSINI
La musica nell'Ottocento
Dal 1800 la musica diviene patrimonio di tutti coloro che per cultura e condizioni
economiche sono in grado di accoglierne il messaggio artistico. Il musicista, a sua volta,
si libera della sudditanza nei confronti dei munifici signori, e conquista quella libertà che
è uno dei segni distintivi dell'arte moderna.
Se la musica sinfonica e da camera rimangono patrimonio dei ceti elevati, la musica
operistica attira a sé grandi masse popolari; il melodramma diviene, specie in Italia, la
forma di spettacolo più diffusa e più amata.
Nell'Ottocento si moltiplicano inoltre i luoghi di divertimento (sale da ballo, café
chantant) in cui la musica interviene con le funzioni meno impegnative di divertire e di
accompagnare la danza.
LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770Vienna 1827) è l'interprete appassionato di un'epoca di cambiamenti e di tensioni.
I due motivi fondamentali che Beethoven esprime nella sua musica sono il dolore della
vita e la tensione eroica intesa a superarlo. Di qui l'aspetto drammatico che si riscontra in
tante sue composizioni. Fra le opere principali di Ludwig van Beethoven vanno
ricordate le nove sinfonie, le sonate per pianoforte, i concerti per pianoforte e orchestra, i
quartetti, la Missa Solemnis, l'opera lirica Fidelio.
Con Beethoven termina l'età classica, e si apre un nuovo periodo dell'arte musicale, che
partecipa agli ideali e allo spirito del Romanticismo.
Molti ed importanti sono i compositori, e musicisti, di questo periodo:
 FRANZ SCHUBERT (Vienna 1797-1828), autore di bellissimi Lieder, di sonate
e brani per pianoforte (Improvvisi, Momenti musicali), di nove sinfonie, tra cui
spiccano la Quarta (Tragica) e la Nona (Incompiuta)
 FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY ( Amburgo 1809- Lipsia 1847); tra le
sue composizioni più celebri, le poetiche Romanze senza parole per pianoforte, il
Sogno di una notte di mezza estate, il Concerto in mi minore per violino e
orchestra
 ROBERT SCHUMANN (Zwickau 1810- Bonn 1856); tra le sue opere, molti
pezzi pianistici, quattro sinfonie, il Concerto in la minore per pianoforte e
orchestra
 NICCOLO’ PAGANINI (Genova 1782- Nizza 1840), considerato il più grande
violinista di tutti i tempi. Tra le sue composizioni: i Capricci e il Concerto n. 1 in
re maggiore per violino e orchestra
 FRYERYK CHOPIN (Varsavia 1810- Parigi 1849); la sua musica ricca di
fantasia ha dato un contributo essenziale all'affermazione del pianoforte quale
strumento di espressione poetica
 JOHANNES BRAHMS (Amburgo 1833- Vienna 1897) fu per alcuni anni allievo
di Schumann; scrisse prevalentemente musica sinfonica e da camera, tra cui
quattro sinfonie, l'Ouverture tragica, le Danze ungheresi, i due Concerti per
pianoforte e orchestra, il Concerto per violino e orchestra, lo splendido Requiem
 PETR ILIC CAJKOVSKIJ (Vjatka 1840- San Pietroburgo1893), russo, fu uno
dei più grandi compositori di musica strumentale dell'Ottocento. È celebre la sua
Sesta sinfonia (Patetica) ma lasciò anche numerose composizioni: concerti per
pianoforte e orchestra, balletti (Lo Schiaccianoci, Il lago dei cigni, Giulietta e
Romeo) e opere (La dama di picche)
PETR ILIC CAJKOVSKIJ
In Italia, paese privo di una propria tradizione sinfonica, i compositori trovano
nell'opera il genere a loro più confacente per dar sfogo alla passione, nota caratteristica
del Romanticismo.
La drammaticità della musica e l'immediatezza del testo, attraverso il racconto di
vicende sempre più esasperate, determinano la fortuna del melodramma italiano che
troverà in GAETANO DONIZETTI (Bergamo 1797-1848), VINCENZO BELLINI
(Catania 1801- Parigi 1835) e soprattutto GIUSEPPE VERDI (Roncole di Busseto,
Parma 1813- Milano 1901) i suoi massimi esponenti.
Giuseppe Verdi affida alla musica il compito di
evidenziare i sentimenti dei protagonisti delle sue opere, ispirate a soggetti diversi per
epoca e ambiente. Tra le sue opere più famose troviamo AIDA, NABUCCO
(Nabucodoonosor), RIGOLETTO, IL TROVATORE, FALSTAFF, DON CARLOS,
OTELLO, MACBETH, LA TRAVIATA, LA FORZA DEL DESTINO....
Contemporaneo a Giuseppe Verdi (sono nati lo stesso anno) è il tedesco RICHARD
WAGNER ( Lipsia 1813 - Venezia 1883) il quale, nella duplice veste di compositore e
librettista, procede a un completo rinnovamento dell'opera ispirandosi a soggetti del
Medioevo tedesco, letti in chiave nazionalista.
La musica nel 1900... fino ad oggi
Il 1900 è caratterizzato dall'esplosione del jazz, della musica pop, del rock.. che sono
divenuti il sottofondo costante della nostra esistenza quotidiana.
Importantissimo per la storia della musica è l'avvento del cinema, della radio e della
televisione, che determinano nuovi usi del linguaggio sonoro, nella fusione di
immagini-parlato-suoni che promuovono modi diversi di percepire e ascoltare la musica.
Per quanto riguarda in particolare la musica, con la diffusione dei dischi (e poi Lp,
musicassette, CD, Mp3...) si crea una nuova situazione d'uso: quella che pone di fatto
l'ascoltatore in una dimensione di isolamento.
La musica classica: alcuni compositori del Novecento
IGOR STRAVINSKIJ (San Pietroburgo 1882- New York 1971), compositore
statunitense di origine russa, è probabilmente il musicista più noto del XX secolo. Egli
volle bandire dalla musica qualsiasi significato espressivo, sostenendo che essa altro non
è che il prodotto di una pura azione costruttiva, del tutto simile a quella di un artigiano.
Nelle proprie composizioni, Stravinskij ha valorizzato soprattutto l'elemento ritmico; la
melodia è spezzata, contorta, spesso grottesca e beffarda. Tra le sue opere: i balletti
l'Uccello di fuoco e Petroucka; la Sagra della Primavera.
SERGEJ PROKOF’EV (Ekaterinoslav 1891- Mosca 1953), compositore e pianista
russo, riteneva che la musica dovesse avere un'autentica funzione sociale. Tra le sue
composizioni più popolari: Sinfonia classica, L'amore delle tre melarance, Pierino e il
lupo, il poema sinfonico Aleksandr Nevskij, Romeo e Giulietta (balletto).
Il jazz
Le origini del jazz vanno ricercate nel cuore dell'Africa, nei villaggi delle foreste
equatoriali. Le tribù si ritrovavano intorno al fuoco dopo una caccia, una battaglia o un
qualsiasi altro evento, e davano libero sfogo alle loro sensazioni con danze e canti al
ritmo frenetico dei tamburi. Quando, nel Settecento e nell'Ottocento, dilagò il
commercio dei neri, le popolazioni africane vennero trasferite con viaggi disumani negli
Stati americani del Sud e impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone e nella
costruzione di strade ferrate. Coloro che sopravvissero al trauma del viaggio e del
distacco dalla loro terra si ritrovarono in luoghi sconosciuti, sfruttati, analfabeti, privi di
ogni mezzo di sostentamento. Fu in questa condizione di profonda sofferenza umana che
la nostalgia della perduta libertà si riversò nei canti e nei ritmi della loro terra natìa.
Il jazz divenne popolare all'inizio del Novecento a New Orleans, città della Louisiana sul
fiume Mississippi, e si ispirò appunto ai canti di lavoro (work songs) delle piantagioni
di cotone, agli spirituals (canti religiosi), ai blues (canti accorati e nostalgici) e al
ragtime (una vivace musica popolare).
Le prime bands, formate da una sezione melodica (cornetta, clarinetto, trombone) e da
una sezione ritmica (banjo, chitarra, bassotuba), improvvisavano a orecchio e si
esibivano in parate stradali in occasione di matrimoni e funerali.
Questo era lo stile hot, ossia il jazz improvvisato.
La musica jazz andò progressivamente affermandosi; risalgono al 1913 le prime
incisioni di dischi. Verso il 1920 il jazz si "trasferì" a Chicago: qui nacquero le grandi
orchestre jazz nelle quali si distinguevano per la sezione ritmica il pianoforte, il banjo, la
chitarra, il contrabbasso e la batteria; per quella melodica i sassofoni, le trombe, i
tromboni, i clarinetti. Emersero i maggiori solisti jazz: Bessie Smith, grande interprete
di blues, Louis Armstrong, cornettista-trombettista, Sidney Bechet, clarinettistasassofonista, il pianista Duke Ellington.
La musica folk
Con il termine Musica folk si intende generalmente la musica tradizionale, per la quale
in inglese si usa la definizione di Traditional folk music.
La Traditional folk music, che coincide con la nostra musica tradizionale, è stata definita
in vari modi: come "musica trasmessa oralmente" e suonata abitualmente da tempo
immemorabile, come "musica delle classi più povere" o ancora come musica creata da
"compositori sconosciuti". Ciò che è certo è che la musica folk viene distinta
dalla musica popolare e dalla musica colta.
La musica folk tradizionale è riconoscibile da alcune caratteristiche:
- La trasmissione orale: prima del XX secolo, la maggior parte della popolazione era
analfabeta e imparava le canzoni a memoria, senza la mediazione di libri, registrazioni o
altri mezzi di trasmissione; non era importante sapere chi l’aveva inventata, si passava
da generazioni
- Una forte relazione con la cultura dei luoghi: La musica folk tradizionale è spesso
legata ad una particolare cultura, in una precisa regione o luogo. I contesti potevano
essere i più diversi e, spesso, il valore identitario diveniva centrale nei gruppi di
immigrati, per i quali la musica folk assumeva la funzione di aggregante sociale. Questa
è una musica corale e viene spesso eseguita da cantanti non professionisti; il trasporto
emozionale non sempre è legato alla qualità estetica raggiunta, non c’è una funzione
commerciale.
La musica rock
La musica rock (conosciuta, spesso, anche solo come il rock) è un genere di musica
popolare, nato negli Stati Uniti e in Inghilterra nel 1950 - 1960. Trae le sue origini da
numerose forme di musica precedenti, in particolare dal rock and roll, dal rhythm and
blues e dal country, con eventuali richiami anche alla musica folk. Le sonorità del rock
si improntano prevalentemente sulla chitarra elettrica, che in genere viene
accompagnata da una sezione ritmica costituita da basso e batteria. Dal 1970 hanno
iniziato a fare la loro comparsa anche gli strumenti a tastiera, come l'organo, il
pianoforte, ed il sintetizzatore; altri strumenti di contorno, ad esempio il sassofono o
l'armonica a bocca, possono essere usati per lo più in qualità di solisti.
La maggior parte delle formazioni rock sono composte da quattro elementi, e formano
pertanto un quartetto: un chitarrista, un cantante, un bassista ed un batterista. Esistono
comunque anche formazioni più articolate, di cinque o più elementi, così come il
cantante può suonare anch'egli uno strumento ed il suo ruolo può essere assegnato a più
persone diverse che in questo modo alternano differenti parti vocali e differenti
timbriche.
The Beatles
(in italiano I Beatles), soprannominati The Fab Four (I favolosi quattro), sono stati
un gruppo musicale rock britannico, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970.
La formazione, composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo
Starr, ha segnato un'epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art. Ritenuti
un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali e considerati tra le
maggiori espressioni della musica contemporanea, a distanza di vari decenni dal loro
scioglimento ufficiale – e dopo la morte di alcuni di loro – i Beatles contano ancora un
enorme seguito e numerosi sono i loro fan club esistenti in ogni parte del mondo.
I Rolling Stones sono
un gruppo musicale rock britannico, composto da Mick Jagger (voce, armonica), Keith
Richards (chitarre, voce), Ronnie Wood (chitarre, cori) e Charlie Watts (batteria,
percussioni).
Per il loro essere trasgressivi furono chiamati i "brutti, sporchi e cattivi" e contrapposti ai
più rassicuranti Beatles, anche se tale contrapposizione fu spesso creata dagli stessi
Rolling Stones che si comportavano in modo volutamente antitetico rispetto ai Beatles
(con i quali ebbero peraltro sempre un ottimo rapporto di stima e amicizia), proponendo
così un modello alternativo. I Rolling Stones sono stati, e sono tuttora, un'autentica
pietra miliare nell'evoluzione della musica rock del XX secolo, portando sotto i riflettori
il malcontento e la protesta di intere generazioni.
La musica pop, la musica leggera italiana
La musica pop, deriva il suo nome dal termine inglese popular music, che in italiano
diventa musica popolare e poi, per meglio distinguerla dalla musica folk, viene definita
musica leggera.
Con musica leggera si intende un genere musicale che trova le proprie origini fin dai
primi anni del 1900, con la nascita dell'industria musicale.
Varie invenzioni contribuirono al diffondersi del consumo domestico della musica:
- in primo luogo quella del fonografo di Thomas Edison (1877); quando comparvero i
primi fonografi a gettone (precursori dei futuri jukebox) e molti musicisti iniziarono ad
incidere i propri lavori su dischi (diffondendo così i primi dischi in vinile);
- l'invenzione della radio e della televisione fecero sì che nelle abitazioni private
arrivasse la musica dal vivo e registrata;
- le prime pellicole cinematografiche con audio resero famosi molti cantanti.
Ancor più oggi, la musica leggera è strettamente inserita nel circuito di diffusione
commerciale mondiale con incisioni discografiche, video, festival, concerti-spettacolo,
trasmissioni e reti televisive e radiofoniche.
L'espressione italiana "musica leggera" definisce quindi, un tipo di musica caratterizzata
da un linguaggio relativamente semplice, di facile ascolto, poco elaborata e spesso
destinata all’ intrattenimento (il Festival di Sanremo è lo spettacolo di musica leggera
più antico e duraturo)
Le caratteristiche principali della musica leggera sono:

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utilizzo del cosiddetto formato canzone (strofe alternate al ritornello);
testi di facile comprensione, che raccontano storie o emozioni
spiccata orecchiabilità (canzoni facili da ricordare)
utilizzo abbondante della melodia;
breve durata dei brani.
I cantautori
Con il termine cantautore (da cantante + autore) si indica colui che
interpreta canzoni da lui stesso composte.
La musica rap
La storia del rap prende il via all'inizio del 1970 a New York, considerato che il genere
è tuttora presente ed anzi è attualmente in espansione, la sua storia è un continuo
divenire di eventi che si susseguono anche ai giorni nostri.
Il rap italiano è la trasposizione del rap americano, legato anch'esso alla cultura hip
hop. Nella penisola si sviluppa nei primi anni del 1980, passando da testi in inglese a
quelli in lingua italiana ma è negli anni novanta che i gruppi appartenenti alla scena hip
hop incidono i loro primi lavori significativi.
Negli anni 2000 il rap italiano ha riscontrato una notevole crescita commerciale con il
lancio mediatico di numerosi rapper (cantautori di musica rap), la nascita di molte
competizioni di freestyle e la diffusione tramite internet.
L'impatto del parlato e delle relative rime spesso si coniuga con la cultura popolare e
viene filtrato dai diversi dialetti della penisola, favorendo la divulgazione di realtà
regionali e l'evoluzione complessiva dello stile italiano.