Festival Musicale Internazionale Alpentöne Altdorf, 15–17 agosto

Festival Musicale Internazionale Alpentöne
Altdorf, 15–17 agosto 2003
Presentazione del programma 2003
Alpentöne - L’idea
Concetto 2003
Dal 15 al 17 agosto del 2003 ancora una volta nuovi suoni delle Alpi animeranno il centro di
Altdorf. Per principio Alpentöne rimarrà fedele a sé stesso, con un programma musicale puramente alpino. Alpentöne vuole rimanere, come festival, la perla del calendario estivo, mantenendo la sua particolare atmosfera informale; gruppi locali presenteranno il loro programma
accanto a musicisti internazionali di alta qualità su tre palcoscenici, mentre il palco della Lehnplatz rimarrà disponibile ad ingresso libero per la popolazione, anche per visite improvvisate.
Nuovamente, la domenica pomeriggio, numerose formazioni avvolgeranno in una nuvola sonora
il parco e l’area naturale protetta del delta del Reuss.
Temi conduttori 2003
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
L’idea, Concetto, Temi
Alpentöne è un festival musicale di tipo particolare. Presenta progetti musicali riguardanti la tradizione alpina, e che provengono dall’intera area alpina: da Slovenia, Francia, Italia, Germania,
Austria e Svizzera.
Durante tre giorni d’agosto, in un’atmosfera aperta ed allo stesso tempo familiare, vengono
presentati progetti che sono moderni, autentici e creativi. Alpentöne offre una musica popolare
lontana dai luoghi comuni, che va alla ricerca delle sue radici originarie e che si collega alle forme
musicali moderne, come la musica classica, il jazz, l’avanguardia e anche il rock.
Tutta una serie di spettacoli avranno la loro prima esecuzione (o verranno rappresentati per la
prima volta in Svizzera) durante Alpentöne 2003. Alcuni di questi sono stati commissionati
apposta per il festival ed altri sono nati grazie al suo esempio.
Mentre entrambe le passate edizioni del festival erano centrate sull’area alpina di lingua tedesca,
uno dei temi conduttori della prossima (Urban Frye* e responsabile come produttore) edizione
riguarderà l’area meridionale, mediterranea. L’area alpina meridionale possiede sia una ricca e
varia tradizione folclorica che un ambiente attivo nel campo delle forme musicali moderne. Nel
programma verranno presentate sia musiche alpine tradizionali poco conosciute qui da noi, come
pure la loro rielaborazione da parte di musicisti e compositori che vivono nell’area alpina meridionale. Ad Alpentöne si presenteranno, per la prima volta in Svizzera, gruppi provenienti da un’area
che va dalle Alpi del sud della Francia, attraverso la Valle d’Aosta ed il Friuli, fino alle Alpi slovene.
Un secondo tema conduttore tratterà di come sono state viste musicalmente le Alpi dall’esterno.
Dopo la riscoperta delle Alpi nel diciottesimo secolo da parte degli inglesi, la vita nelle montagne
dell’Europa centrale è stata trasfigurata non solamente nella poesia (Albrecht von Haller: Die
Alpen, 1729) e nella pittura (William Turner), ma anche nella musica. Così l’utilizzo la parte di
Brahms di un canto popolare di pastori (ranz des vaches) come tema di una sinfonia, «Hirt an der
Felsen» (il pastore sulla rupe) di Schubert, la «Alpensinfonie» di Richard Strauss o la suite alpina
di Benjamin Britten, e, naturalmente, il Guglielmo Tell di Rossini.
Assieme a fondazioni nazionali ed internazionali, Alpentöne ha affidato alla canadese Shirley Ann
Hofmann a all’australiano Peter Waters, che vivono entrambi in Svizzera, come pure all’inglese
Mike Westbrook, la realizzazione di un progetto su questo tema per il festival.
* Lo studioso di musica Urban Frye ha lavorato come giornalista culturale per la Neue Luzerner Zeitung, per il
Tages-Anzeiger e per la radio Svizzera DRS. Dal 1999 è redattore e produttore della trasmissione «Klanghotel»
della televisione svizzera. Come produttore è stato anche responsabile del primo Festival delle Arti (1997), dell'inaugurazione della Sala dei Concerti (1998) e dell'apertura ufficiale del Centro della Cultura e dei Congressi di
Lucerna (2000), come pure del progetto "Klangturm" dell'Expo a Biel (2002). È anche responsabile come
produttore di Alpentöne fin dalla prima edizione. Urban Frye si occupa di progetti di scambio culturale internazionale tra la Svizzera e l'Unione Europea e di progetti televisivi dell'Eurovisione.
Freitag, 15. August 2003
Zeit
theater(uri)
Schlüssel-Saal
17.30
Eröffnung
18.15
Bandella di Bedano
Mike und Kate
Westbrook
20.00
21.15
23.45
Paroplapi
La Bando dal Giari
Totschna
Bava Rio
Schlüssel-Saal
Lehnplatz*
Roland von Flüe
& Ribi Orchester
22.30
Klarisa M. Jovanovic
& Vlado Batista Aeras
Samstag, 16. August 2003
Zeit
theater(uri)
09.00 – 18.30
18.30
Einheimische Töne
Blasorchester
Stadtmusik Luzern
18.45
Alpentöne, Internationales Musikfestival, 15. bis 17. August 2003
Konzerte Alpentöne 2003
18.45
Lehnplatz *
Bandella di Lugano
19.45
21.15
22.30
23.45
Shirley Anne Hofmann
Strepitz
La Lupa
Monaco Bagage
Michel Godard
(Kirche St. Martin)
Nikita Pfister
mit Monferrine
24.00
Urbrass
01.00
Mnozil Brass
Alpentöne für Kids – Die Gruppe Tohuwabohu lässt Alltagsgeräusche zu Musik werden. Eintritt frei.
Mehrzweckgebäude Winkel, 13.30 Uhr.
Welt der Sagen – Von fliegenden Kühen, tanzenden Hexen und schamroten Seelen.
Mit Anita Schorno und Paul Frehner. Ein Musiker und eine Schriftstellerin tauchen in die Welt der
Sagen ein. Eintritt frei. Kantonsbibliothek Uri, 16.30 bis 17.45 Uhr.
Sonntag, 17. August 2003
Zeit
theater(uri)
Schlüssel-Saal
10.00 –18.00
Einheimische Töne /
Junge Töne
14.00
Klangspaziergang
im Reussdelta
17.00
Film SF DRS:
«Das Alphorn»*
18.00
18.30
Bandella Betonica
Hornroh
19.45
21.00
Lehnplatz*
Katalena
Les Derhos’n
Patricia Draeger
Wiener
Tschuschenkapelle
Peter Waters &
Quintetto Zero
22.15
Programmänderungen vorbehalten
* freier Entritt
«Se il festival riuscirà anche in futuro a mantenere questa forza e scovare <progetti alpini>
sempre nuovi e originali, rimarrà quello che è oggi: uno dei più eccentrici e notevoli
festival musicali della Svizzera»
Tema conduttore «La riscoperta delle Alpi da parte degli
inglesi»
Mike e Kate Westbrook, Inghilterra (GB, CH) – «Turner ad Uri»
Venerdì 15 agosto 18.45 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Un’opera commissionata da Alpentöne
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
La riscoperta delle Alpi
«Neue Zürcher Zeitung» del 21.8.2001
L’inglese Mike Westbrook è uno dei maggiori direttori di big band d’Europa. Ha anche composto
numerose opere e si muove con disinvoltura tra il moderno linguaggio musicale del jazz e la
musica classica contemporanea. I testi per i suoi lavori vengono scritti per la maggior parte da sua
moglie, che è anche una pittrice, e collabora come cantante e musicista nell’ensamble di Westbrook.
Il progetto creato per Alpentöne è una specie di Gesamtkunstwerk di testo, pittura e musica e
verrà eseguito assieme da gruppi locali e da artisti di fama internazionale:
Testo:
Kate Westbrook scrive testi poetici sugli influssi del paesaggio e della cultura delle Alpi sui viaggiatori inglesi. Vi include, tra le altre cose, le leggende alpine: la leggenda del ponte del diavolo
(e lo spostamento della roccia del diavolo durante la costruzione dell’autostrada), le battaglie del
generale Suvarov, la storia di Guglielmo Tell e i viaggi di William Turner sul San Gottardo negli
anni quaranta del diciannovesimo secolo.
I testi verranno recitati nelle quattro lingue nazionali, italiano, francese, romancio e tedesco
(Schweizerdeutsch). Ogni lingua verrà musicata in uno stile diverso: il romancio con l’inno di un
corale, il francese con una chanson da cabaret, l’italiano con un duetto d’opera e il tedesco con
un’improvvisazione dadaista.
Musica:
Mike Westbrook ha scritto una composizione per la Brass Band Uri (sotto la direzione di Hans
Burkhalter), per un coro «Schola uriensis», formato per il festival da ventiquattro dei migliori
cantanti della regione (sotto la direzione di Renaldo Battaglia) e per due voci soliste (Kate Westbrook ed un basso/baritono classico - forse il cantante di lingua romancia Claudio Danuser). Mike
Westbrook suona il pianoforte; ci sono poi musicisti jazz, tra gli altri il sassofonista inglese Chris
Biscoe, un bassista ed un batterista.
La partitura scritta combina questi diversi elementi, sia vocali che strumentali. Westbrook, come
nei suoi altri lavori più recenti, unisce l’opera al teatro musicale e all’improvvisazione ed utilizza
gli stilemi del jazz, della musica classica contemporanea ed anche della musica leggera.
Pittura:
Kate Westbrook dipinge nel suo studio un acquerello su motivi di Altdorf e dei suoi dintorni,
simile agli studi di che Turner aveva abbozzato per i suoi grandi dipinti alpini. Il dipingere di Kate,
dal foglio bianco fino alla figura finita, verrà registrato su pellicola, ed il video verrà proiettato su
un grande schermo sopra ai musicisti durante l’esecuzione.
Mike Westbrook:
Kate Westbrook:
Claudio Danuser
Chris Biscoe:
Barbara Thompson:
Tim Harries
Jon Hiseman
Brass Band Uri:
Schola uriensis
Charles Mapleston:
composizione, pianoforte
pittura, testi, canto, euphonium
canto
sassofono
sassofono
contrabbasso
batteria
direzione di Hans Burkhalter
direzione di Renaldo Battaglia
video
Shirley Anne Hofmann, Canada (Can, CH) – «Euphoria»
Sabato 16 agosto 19.45 – Schlüssel-Saal
Un progetto Alpentöne con una commissione della Fondazione Culturale Pro Helvetia.
Prima rappresentazione ad Alpentöne 2003
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
La riscoperta delle Alpi
Lo svilupparsi della figura in via di formazione corrisponde alla partitura della composizione dalla
durata di un’ora; quindi i diversi legami tra parola, musica e pittura saranno direttamente visibili
sul palcoscenico. L’ultima nota terminerà assieme all’ultimo tocco del pennello.
Dopo soggiorni in Francia e Germania, l’oriunda canadese ha scelto la Svizzera come patria di
adozione. Dapprima ha trascorso alcuni anni a San Gallo, ed ora vive nella Svizzera occidentale.
Con uno scatenato gruppo d'avanguardia – i tedeschi «The Blech» – ha suonato sui più famosi
palcoscenici di Tokyo. Si è esibita all' Oktoberfest di Monaco ed al Festival Artistico Internazionale «Dokumenta» di Hannover, alla trasmissione musicale più popolare d'Europa - la «Musikantenstadl» – come pure al 75° giubileo del Circo nazionale svizzero «Knie». È appassionata degli
ottoni e può suonare senza problemi in qualunque ruolo di una orchestrina di strumenti a fiato
svizzera. Nel suo «sogno/incubo» alpino risuonano, oltre che strumenti normali, anche richiami
per uccelli, megafoni, tubi per innaffiare e trombette. Lo spettatore viene accompagnato con
umorismo in viaggi onirici su valli e cime montane. Il suo programma «Euphoria» unisce a meravigliose canzoni accompagnate dalla fisarmonica e ad acrobazie vocali le semplici melodie dell'euphonium , il fratello più piccolo della tuba. Queste ultime possono trasformarsi, grazie all'artificio
dei live sample loops in un'intera banda di fiati. Con la musica della Hoffman può capitare di
trovarsi in Siberia a marciare con una banda militare russa e nel momento successivo a sognare
lassù sulle montagne della Svizzera.
Shirley Anne Hofmann: Strumenti a fiato, fisarmonica, ecc.
Peter Waters, Australia (Aus, CH) – «Songlines»
Domenica 17 agosto 21.00 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Un progetto Alpentöne
sentieri dei sogni, le songlines, sono secondo le credenze degli aborigeni australiani le labirintiche
linee e le strade immaginarie sulle quali i leggendari avi del tempo dei sogni vagavano attraverso
il continente e davano un nome a tutto ciò che incrociava il loro cammino – uccelli, animali,
piante – e con il loro canto portavano il mondo in esistenza. Ancora al giorno d’oggi si crede che
i sentieri dei sogni non debbano essere attraversati.
Così come gli aborigeni australiani descrivono il loro paese cantando le sue forme e dandogli in
questo modo esistenza ed allo stesso tempo dichiarando da quale parte del paese provengono,
anche il musicista australiano di Apenzell-Aussenrhoden nelle sue composizioni descrive il paese
in cui nell'agosto 2003 vive da esattamente 25 anni. In questo modo Waters testimonia l’universalità del linguaggio musicale con cui vengono descritti i paesaggi.
La musica stessa è come un ritratto, che riproduce il panorama montano così come il compositore lo vede e lo sente. Sente le linee e le forme come un osservatore le vede durante un’escursione. Il Säntis, come si mostra agli occhi dell’escursionista, si trasforma in una linea melodica.
«Alpentöne non è un evento di musica Hudigäggeler riproposta con suoni nuovi, ma un festival
con una notevole classe.»
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
La riscoperta delle Alpi
«Neue Luzerner Zeitung» del 20.8.2001
Questa sottolineatura dell’aspetto visuale di una melodia che descrive il paesaggio, una songline,
è stata documentata in numerosi studi sul linguaggio arcaico degli aborigeni australiani. Il
romanzo di Bruce Chatwin «Songlines» ne è solo l’esempio più conosciuto. Accanto a questo
aspetto visivo Peter Waters rappresenta anche l’atto del viaggiare lungo queste linee o sentieri.
Il compositore conosce numerosi canti degli aborigeni ed essendo pratico della tecnica vocale, li
canta anche egli stesso. Sebbene nei suoi lavori riprenda in toto il contenuto spirituale delle
songlines, le melodie sono più vicine alle sue radici musicali europee: le sue composizioni sono
per piano, voce femminile, violoncello e percussioni e, con una notazione musicale personale, per
tromba e voce ad libitum. Peter Waters è convinto che sia possibile, come presso gli aborigeni,
descrivere certi paesaggi montani in modo tale da renderli riconoscibili all’ascoltatore anche senza
che gli venga detto di quale paesaggio si tratti. Qui si cela un secondo livello, nel quale l’ascoltatore, attraverso la modalità del canto, percepisce la natura del cantore.
Assieme alla descrizione dell’identità della montagna, dopo un quarto di secolo di vita ai piedi
delle Alpi, confluisce nel suo lavoro anche l’attrazione mistica ed il fascino che le montagne esercitano su di lui. In realtà tra gli aborigeni i paesaggi vengono descritti con le songlines dal punto
di vista di un nomade, che oggi vive qui ma che inevitabilmente un giorno dovrà andarsene.
Questo aspetto viene accolto da Waters nella sua composizione, in quanto lavora con gli
elementi del camminare: le variazioni di suono inequivocabili simbolizzano l’inspirazione e l’espirazione, e grazie a questi l’ascoltatore non resta mero spettatore, ma si immedesima nel viandante. I segni della respirazione nella partitura, notati come pause nella musica classica, per gli
esecutori sono una parte essenziale dell’interpretazione.
Le «Songlines» di Waters sono una sorta di partitura geografica: il paesaggio visuale viene
cantato secondo una notazione di linee melodiche e di armonie. Il respiro nel seguire le seconde
linee, o sentieri dell'osservatore, stimola le facoltà d'improvvisazione dei musicisti ed è altrettanto
importante per lo spettatore come percorso percettivo; percorso che non può essere visto
durante una camminata sul Säntis, e pertanto sarà la prospettiva dell'osservatore dall'esterno che
definirà il percorso delle linee che si modificherà in base al punto di vista dell'osservatore
Il respiro nel precorrere le linee dei sentieri necessita le capacità di improvvisazione del musicista.
L’inspirazione e l’espirazione comprendono un dato numero di passi o battiti, a seconda che si
tratti di una salita o una discesa.
Quando l’ascoltatore segue le melodie, allo stesso tempo si muove lungo le songlines. La musica
come ritratto di un mondo alpino che per i suoi abitanti era stato per secoli un luogo delle anime
degli antenati e di zone proibite.
Alla fine è però la montangna a decidere come tutto questo si svolge, ed è solo l’amore per la
natura a rendere possibile ad ogni persona di trovare la la sua strada del tutto individuale.
Quintetto Zero con
Peter Waters:
Barbara Balzan:
Franco Ambrosetti:
Daniel Pezzotti:
Lucas Niggli:
Pianoforte
voce
tromba, flicorno
violoncello
batteria
Tema conduttore «Le Alpi meridionali»
AREA LINGUISTICA FRANCESE
Michel Godard (F, I, CH - Aree linguistiche francese, italiana, tedesca)
«La Madonna nera – Einsiedeln – Codice 121»
Sabato 16 agosto 21.15 – Chiesa di San Martino
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Le Alpi meridionali
Un progetto Alpentöne in collaborazione con la televisione svizzera DRS.
Prima esecuzione ad Alpentöne 2003
Subito dopo la fondazione del monastero di Einsiedeln nell’ottavo secolo i monaci iniziarono l’attività scrittoria, dato che i libri erano necessari alla celebrazione dei servizi religiosi. Ne è preziosa
testimonianza il Codice 121, scritto tra il 960 e il 970, un graduale con i canti per la messa e le
sequenze di Notker di San Gallo, la più antica notazione di musica occidentale ed allo stesso
tempo la più antica testimonianza della più che millenaria tradizione corale di Einsiedeln. Da qualche tempo il musicista jazz francese Michel Godard si occupa di musica medievale ed ha anche
cominciato a suonare il serpentone. Nel suo progetto «Codice 121» utilizza una tradizione del
Rinascimento, secondo la quale venivano aggiunte ulteriori voci e talvolta testi non religiosi a canti
gregoriani. Per il suo progetto Godard ha scelto uno tra i più importanti gruppi vocali italiani,
«Calixtinus», i cui sei cantanti professionisti cantano leggendo direttamente dai manoscritti. Sulle
base del coro gregoriano aggiunge, oltre alle due voci femminili della cantante francese Linda Bsiri
e della sua collega italiana Cristina Zavalloni un piccolo gruppo strumentale in cui suonerà anche il
batterista svizzero Pierre Favre.
Michel Godard:
Linda Bsiri:
Cristina Zavalloni:
Gabriele Mirabassi:
Hélène Breschand:
Pierre Favre:
Calixtinus:
serpentone, tuba
voce, tromba
voce
clarinetto
arpa
batteria
coro gregoriano (direttore: Gianni di Gennaro)
Nikita Pfister con Monferrine (CH – area linguistica francese)
Sabato 16 agosto 23.45 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Un progetto Alpentöne con un contributo della Fondazione Culturale Pro Helvetia Prima
esecuzione ad Alpentöne 2003
Per Alpentöne 2003 il musicista della Svizzera occidentale Nikita Pfister ha prodotto un nuovo
programma. Partendo da danze e melodie tradizionali delle Alpi «latine» (area linguistica francese
ed italiana) come la monferrina, la sauteuse, il valzer e la polka, le trasporta in altri mondi musicali.
Così sulla base delle melodie tradizionali scrive nuove composizioni nelle quali confluisce anche la
musica popolare di altre regioni europee come i Balcani, l’Irlanda o la Francia. Da anni Nikita Pfister
compie ricerche sui tesori dimenticati della musica popolare della Svizzera occidentale e ed ha
pubblicato con il suo gruppo Monferrine (la monferrina è una danza conosciuta nel Vallese e sul
lago di Ginevra) su CD anche una parte delle migliaia di brani della raccolta di Arthur Rossat. Il
gruppo Monferrine, fondato nel 1995 ed originario della regione del Lago di Ginevra, ha per
scopo di rianimare e far rivivere la musica tradizionale della Svizzera Romanda.
Nikita Pfister
Christian Abriel
Diego Abriel
Gerald Perera
Nicolas Perillat
Michel Steiner
fisarmonica, salterio, voce
flauto, percussioni, corno alpino
ghironda, percussioni, voce
contrabbasso
trombone, corno alpino, percussioni
clarinetto, flauti
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Le Alpi meridionali
Paroplapi (F) da Nizza – «Vendemiatge»
Per la prima volta in Svizzera
Venerdì 15 agosto 20.00 – Schlüssel-Saal
La passione per i canti tradizionali del sud della Francia ha ha fatto nascere il trio. Il loro repertorio
comprende semplici canto del popolo e composizioni moderne, cantate nel dialetto della regione
di Nizza. Raccontano le storie della vita e trattano del destino dell'amore. Sotto l'influsso delle
armonie tradizionali e dai colori del paesaggio tra Alpi e Provenza, i musicisti nizzardi accompagnano i loro canti provenzali a tre voci unicamente con un tamburello. Dalla fondazione, nell'
estate del 2001, il trio ha dato più di 50 concerti in Francia, Italia, Austria, Belgio e Svizzera. Per il
loro nuovo programma «Vendemiatge» hanno scelto 10 testi di poeti del sud della Francia e li
hanno fatti musicare da 10 compositori di vari paesi, tra gli altri Bruno Coulais, vincitore di più
edizioni del premio César per la migliore colonna sonora. Paroplapi è un termine onomatopeico ,
creato con la collaborazione del pubblico durante un concerto.
Gaël Princivalle:
Samuela Princivalle:
Benjamin Novarino-Giana:
voce, percussioni
voce
voce
AREA LINGUISTICA ITALIANA
Folclore ticinese con le bandelle (CH)
Bandella di Bedano:
Bandella di Lugano:
Bandella Betonica:
venerdì 15 agosto 18.15 – Lehnplatz
sabato 16 agosto 18.45 – Lehnplatz
domenica 17 agosto 18.00 – Lehnplatz
Le bandelle (orchestrine di fiati) ticinesi con la gioia e la qualità della loro musica ricordano le
bande zigane dell'Europa dell'est. Alpentöne invita ogni giorno una bandella in piazza. Saranno
presenti la bandella Betonica della zona di Lugano, come pure quelle di Bedano e Lugano.
La Lupa (CH) – «Con tenera follia – Mit zärtlichem Wahnsinn»
Sabato 16 agosto 22.30 – Schlüssel-Saal
Un incontro di La Lupa con il poeta ticinese di Mandrisotto Alberto Nessi. Le poesie di Nessi, scritte
con un linguaggio semplice, cantano un'attualità ticinese nella quale si incontrano l'oggi ed il
ricordo del passato. Le traduzioni tedesche, recitate col suo affascinante accento ticinese da La
Lupa, renderanno accessibili i testi originali anche ad un pubblico poco pratico della lingua italiana.
L'accompagnamento al pianoforte sarà di Roger Girod.
Strepitz (I) dal Friuli – «Suns naturâi»
Sabato 16 agosto 19.45 – Lehnplatz
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Le Alpi meridionali
Per la prima volta in Svizzera
«Strepitz» in lingua friulana significa strepitio, confusione, mescolanza di rumori. Non esisteva
migliore definizione per rappresentare significativamente la proposta musicale di questo gruppo.
La prima produzione discografica, «Strepitz nr. 0», risale al 1999 ed allora il tema prescelto fu quello
dei collegamenti culturali e musicali tra Friuli ed Est. Comparivano infatti sonorità tipiche dell'area
balcanica intervallate da villotte friulane con arrangiamenti accattivanti e piacevoli. La rivisitazione di
due brani degli Area, uno dei gruppi più sperimentali degli anni '70, voleva sottolineare quanto la
«contaminazione» sia in realtà sempre esistita e che l'intreccio di melodie, ritmi e stili musicali
diversi possono arricchire notevolmente un progetto musicale. Allo stesso modo come un viaggiatore arricchisce la propria cultura ed il proprio bagaglio di conoscenza. «Suns Naturâi» (suoni naturali), presentato quest'anno attraverso un mini cd in anticipazione e con una produzione completa
la cui uscita e' prevista nell'autunno del 2003 e' il risultato di un percorso mirato all'acquisizione di
conoscenze specifiche nell'ambito dei suoni cosiddetti rudimentali ovvero i «rumori melodici».
Spesso questi suoni sono riconducibili agli aspetti percussivi e ritmici della musica tradizionale e
quasi sempre hanno un collegamento diretto con i rituali sacri e profani della tradizione popolare.
Una sorta di viaggio nella primordialità quindi, che traspare in modo evidente nel corso della performance che il gruppo propone, a evidenziare il rigore della semplicità e del minimalismo nella purezza dei suoni. Una sorta di magico intreccio e piacevole convergenza fra tradizione ed innovazione.
Giovanni Floreani:
Lorenzo Marcolina:
Ermes M. Ghirardini:
Didier Ortolani:
Arianna Cormons:
Evaristo Casonato:
Alessandro Turchet:
Ofelia Croatto:
musette, cister, voce
clarinetti, gaita
percussioni
clarinetti, musette
violoncello
oboe
contrabbasso
video e regia luci
La Bando dal Giari (I) dalla Valle Vermenagna (Torino) – «Sem venguts ici»
Venerdì 15 agosto 20.00 – Lehnplatz
Per la prima volta in Svizzera
Vengono interpretate danze tradizionali dell'Italia del nord come pure canzoni proprie in lingua occitana. La Bando dal Giari nasce nel 1996 per volontà di Luigi Giuliano, noto come «il Giari». Originario della Valle Vermenagna – Limone, Vernante, Robilante, Roccavione – (CN), il gruppo è un originale interprete della musica occitano-provenzale. Riconosce la propria tradizione e cerca di trasferire
ai propri concerti la vitalità e l'energia tipica della propria vallata. L'obiettivo è proporre brani di
propria composizione, rigaudons, bourrée, courente…: uno spettacolo gradevole per un pubblico
sia di ballerini che di ascoltatori. Quindi tutte danze, ma nell'intento di sposare la tradizione con la
musica dei giorni nostri: accanto a strumenti quali organetti, cornamusa, violino, ghironda e flauti
rivestono un ruolo fondamentale basso, batteria e chitarra elettrica. Così un'introduzione tradizionale si trasforma, assumendo spesso le sembianze di musica rock, ska, reggae o funk. L'idea ispiratrice de La Bando dal Giari è che un concerto deve essere in primo luogo un momento di festa e di
divertimento per tutti: per chi la musica occitana l'ha nel sangue ormai da anni, per chi è ancora ai
primi passi e per quanti sono attratti dalla curiosità di un'originale serata in armonia!
Luigi Giuliano:
Daniele Dalmasso:
Andrea Rabino:
Daniele Landra:
Diego Giordano:
Fabio Beltramo:
Roberto Marengo:
Luca Pellegrino
organetto, voce
violino, cornamusa, flauto, voce
organetto, flauto
organetto, flauto
chitarra
basso
batteria
fisarmonica, ghironda, cornamusa, flauti, voce
Klarisa M. Jovanovic & Vlado Batista Aeras
– «Canzoni popolari slovene»
Venerdì 15 agosto 23.45 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Le Alpi meridionali
AREA LINGUISTICA SLOVENA
Nessun altro paese alpino riunisce in uno spazio così ristretto aree geografiche e culturali così
diverse. Etnie alpine e mediterranee si incontrano con popolazioni dei Balcani, e dalle cime
coperte di neve all’Adriatico ci sono solo due passi. Insieme con i suoi musicisti la cantante
slovena Klarisa M. Jovanovic si muove da virtuosa tra le diverse culture della Slovenia e ne testimonia musicalmente i reciproci influssi. Per il suo programma ad Alpentöne Klarisa M. Jovanovic
ha scelto canti popolari quasi dimenticati, riscoperti in raccolte del diciannovesimo secolo o da
registrazioni di musicisti popolari in regioni rurali effettuate da etnografi. L'intenzione però non è
di interpretare la musica nel modo più autentico possibile, ma di tradurre questi materiali arcaici
in un linguaggio musicale vivo e moderno.
Klarisa M. Jovanovic:
Vlado Batista:
Sark Zivkovic:
Marko Gregoric:
voce
violino
chitarra
contrabbasso
Katalena – «(Z)godbe»
Domenica 17 agosto 19.45 – Schlüssel-Saal
Nell'estate del 2001 si sono incontrati nella regione della Bela Krajina musicisti con radici totalmente diverse allo scopo di riportare in vita melodie popolari ritrovate negli archivi dell'Istituto
Etnomusicologico di Lubiana. È stato naturale per loro avvicinare queste melodie ad un linguaggio musicale autenticamente moderno, in quanto ogni forma viva di musica popolare viene reinterpretata da ogni nuova generazione, senza che per questo ne vengano negate le radici tradizionali. (Z)godbe è un gioco di parole sloveno («godba» significa banda, orchestra, «zgodba» storia),
che si potrebbe rendere come «Storie musicali». È da queste storie che lo spettatore viene rapito
e portato nelle varie regioni della Slovenia.
Bostjan Narat:
Vesna Zornik:
Polona Janezic:
Robert Rebolj:
Tibor Mihelic:
Bostjan Gombac:
chitarra, mandolino, voce
voce solista
tastiere, voce
batteria, percussioni
basso, voce
clarinetto, flauto, percussioni, voce
«La seconda edizione del festival Alpentöne a Altdorf è diventata la manifestazione di musica
popolare più avvincente della Svizzera.»
«Tages-Anzeiger» del 21.8.2001
AREA LINGUISTICA TEDESCA – PROGETTI ALPENTÖNE
Domenica 17 agosto 22.15 – Schlüssel-Saal
Un progetto Alpentöne con un contributo del cantone Zug. Prima esecuzione ad
Alpentöne 2003
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Le Alpi meridionali
Patricia Draeger (CH – area linguistica tedesca) –«Röseligarten»
La raccolta «Röseligarten», creata attorno al 1900, mette assieme canti d’amore, per il ballo e di
guerra, nei quali si canta anche di povertà e di nostalgia. Patricia Draeger, suonatrice di fisarmonica tanto dotata quanto entusiasta e per anni partner musicale di Hans Kennel ha rielaborato
per Alpentöne le più belle melodie della raccolta mettendole in un nuovo contesto musicale
senza perdere di vista la bellezza e la naturalità degli originali.
Patricia Draeger:
Segej Simbirjov:
Dani Häusler:
Marc Draeger:
Christoph Mächler:
Marc Halbheer:
fisarmonica, flauto, voce
fisarmonica, schwyzerörgeli, voce
clarinetto, clarinetto basso
vibrafono, marimbafono, bodhrab, voce
contabbasso, voce
batteria, percussioni
Roland von Flüe con Ribi Orchester (CH – area linguistica tedesca) –
«Alpine Jazz-Suite»
Venerdì 15 agosto 21.15 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Un progetto Alpentöne con un contributo del cantone Zug. Prima esecuzione ad
Alpentöne 2003
Per il suo progetto il musicista Roland von Flüe, originario dell’Obwalden e che vive nel cantone
Zug, ha raccolto i materiali acustici grezzi sui monti, nelle strade, alle feste, nei mercati e centri
turistici della Svizzera centrale. Li ha intessuti in una suite jazz alpina con materiali melodici di
balli contadini, polche, mazurche, ländler e schottisch.
Roland von Flüe:
Beat Escher:
Heinz della Torre:
Martin Ledergerber:
Martin Baumgartner
Fabian Stofer:
Jean-Pierre Maillard :
Tony Renold:
Christoph Sprenger:
sassofono, clarinetto
violino
tromba, büchel, corno alpino
flauto, fisarmonica
elettronica, percussioni
strumenti elettronici, percussioni
vibrafono, percussioni
batteria
basso
Il resto del programma
Totschna (CH) – «La marcia di Suvarov»
Venerdì 15 agosto 22.30 – Schlüssel-Saal
Nel settembre del 1799 il generale Aleksander Suvarov venne chiamato in aiuto contro i francesi
dagli austriaci e dagli svizzeri. Partì dalla Lombardia col suo esercito di 30.000 uomini, passò con
difficoltà il San Gottardo e fu sorpreso da un inverno alpino prematuro. I francesi costrinsero
Suvarov a cambiare giornalmente i suoi piani di marcia e così dovette vagare con il suo esercito
da Altdorf lungo il Ross-Stock nella Muotatal, oltre il Pragelpass attraverso la Klöntal fino a
Glarona, poi ancora il direzione di Elm e oltre il Panixerpass nella Surselva nei Grigioni e poi lungo
il Reno fino al Voralberg. A questo punto erano sopravvissuti metà dei suoi soldati ed un terzo
dei cavalli.
Il gruppo russo-svizzero Totschna ha messo in musica «musical-geograficamente» questa marcia
forzata invernale. Il gruppo ha utilizzato non solamente gli stilemi della musica popolare del
Ticino, della Svizzera interna, della Surselva e della Svizzera orientale, ma anche i diversi ambienti
acustici attraversati dal generale e frammenti di testi.
Lukas Heuss:
Oleg Lips:
Alexander Ionov:
Daniel Mouthon:
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Il resto del programma
Prima rappresentazione
clarinetto, sassofono
fisarmonica
balalaica
voce
BavaRio (D) – «Baraba»
Venerdì 15 agosto 22.30 – Lehnplatz
Se si fa attenzione, durante il viaggio da Monaco verso sud, appare improvvisamente in mezzo
alle Alpi vicino alla Zugspitze il contorno del Pan di Zucchero. Almeno musicalmente la Baviera
confina con il Brasile, da quando il chitarrista Wolfang Netzer di Garmisch-Partenkirchen ha
scoperto i variopinti suoni della musica latino-americana. Nel gruppo BavaRio quattro ragazzi
bavaresi suonano assieme al percussionista brasiliano Marcio Alves e così un bel ballo popolare
bavarese diventa improvvisamente una samba infuocata. Una ardita mescolanza di suoni tradizionali e di luoghi lontani.
Markus Kerber:
Martin Kerber:
Wolfgang Netzer:
Josef Waldmann:
Marcio Alves:
flauto, sassofono, clarinetto, fisarmonica, jodel
cetra, fisarmonica, tromba
chitarra
salterio, clarinetto, jodel
percussioni
Il corno alpino – Un film di Stefan Schwietert
Domenica 17 agosto 17.00 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
E’ una manifestazione della SRG SSR idée suisse in collaborazione con SF DRS.
La redazione Musica, Ballo & Teatro della Televisione Svizzera ha incaricato il regista svizzero di
girare una serie di alcune puntate sugli strumenti popolari svizzeri tra tradizione e modernità.
Schwietert ha scelto come primo strumento il corno alpino e ha registrato delle esibizioni durante
le passate edizioni di Alpentöne. Ne è uscito un film che evidenzia finemente i diversi approcci
allo strumento, che è diventato un simbolo nazionale. Oltre al pioniere della riscoperta del corno
alpino, Hans Kennel, troviamo anche il gruppo Hornroh in un ruolo principale. Questo film, escudendo la proiezione alle Giornate del Cinema di Soletta, non è stato altrimenti presentato al
pubblico di modo che questa sarà quasi un'altra prima.
Domentica 17 agosto 18.30 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Il resto del programma
Hornroh (CH) – «zirp»
Con grande passione Ruedi Linder, Martin Ross, Anita Kuster e Balthasar Streiff esplorano le
possibilità nascoste del corno alpino e fanno contro alla sua affascinante inflessibilità con nuove
composizioni, che sviluppano tra loro in stretta collaborazione. Con la voglia di sperimentare, il
divertimento nel suonare, un buon pizzico di umorismo e la costruzione di nuovi strumenti, i
quattro passano dall’arcaicità piena di energia attraverso la molteplicità armonica fino ad una
pittura sonora filigranata. Mentre i suonatori tradizionali di corno alpino cercano l'eco tra le
montagne, gli Hornroh al contrario vanno verso gli inferi, in grotte, caverne e tunnel.
I brani, le miniature e le piccole suites non possono venire classificati con la terminologia utilizzata per la musica moderna. I quattro musicisti non si sottomettono ad alcuna imposizione, né
considerano le proprie composizioni come realizzazioni di un qualunque stile preordinato. Ci sono
imitazioni delle tecniche medievali e delle tecniche compositive moderne, l’utilizzo di ostinati, di
temi che percorrono tutti gli strumenti, di sequenze di armonie che ricordano alla lontana il Quartetto del Säntis, che vengono però subito interrotte. Utilizzano poi determinati corni di diversa
grandezza e suddividono tra loro sequenze intere di suoni. Questa modalità esecutiva, conosciuta
come hoquetus (singhiozzo) nel Medioevo, permette di suonare melodie che su strumenti della
stessa tonalità non sarebbero possibili. Descrivono uno dei loro brani con l’aggettivo «volatile»,
che potrebbe però valere per l’intero programma: i brani sono ariosi, leggeri, quasi senza peso,
scritti unicamente per il suono del corno alpino, un suono che s’innalza leggero sulle vette e non
ha in sé quasi nulla di corporeo o di pesante.
Con Ruedi Linder, Martin Roos, Anita Kuster e Balthasar Streiff: vari corni alpini
Mnozil Brass (A) – «Ragazzi»
Domenica 16 agosto 01.00 – Lehnplatz
Eccola di nuovo, l’orchestrina di Alpentöne, senza la quale il festival perderebbe la metà del suo
fascino. Nel 1992 erano studenti al Conservatorio di Vienna, giovani e diligenti, che proprio per
questa loro diligenza negli esercizi e per spengere la grande sete che ne conseguiva dovevano
recarsi all’osteria di fronte, il «Mnozil». Ed invece di pagare, preferivano farsene offrire uno dall’oste, per poi suonare ancora meglio una marcia agli avventori. Dal venerdì si potranno trovare
nelle osterie di Altdorf, che collegheranno l’una all’altra con un vivace corteo, che la domenica
mattina si svilupperà in un concerto «del boccale del mattino» sulla Lehnplatz, al quale seguirà la
passeggiata musicale. Il programma si intitola «Ragazzi». Questo è il loro commento:
«Nonostante gli scrupoli meteorologici, Mnozil Brass svela gli ultimi segreti della parola soffiata:
Vivere alla giornata, oltre le cime, tra paura e tenerezza ed ancora col regista Bernd Jeschek.»
Thomas Gansch:
Robert Rother:
Wolfgang Sohm:
Gerhard Füssl:
Sebastian Fuchsberger:
Leonhard Paul:
Wilfried Brandstötter:
tromba
tromba
tromba
trombone
trombone
tromba basso
tuba
Les Derhos’n (D) – «Voll unter die Goethelinie»
Domenica 17 agosto 19.45 – Lehnplatz
Per la prima volta in Svizzera
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Il resto del programma
Con passione ed umore il trio di Monaco si scatena in dialetto bavarese e con musica da far
scoppiare i pantaloncini di cuoio. La loro forza è la nera, barocca abbondanza di voglia di vivere
dei bavaresi. Spietatamente, con canto, chitarra e tamburo, come buffoni e malelingue passano
attraverso le bassezze della quotidianità piccolo-borghese, per prendere di mira subito dopo Zeitgeist e lifestyle.
Uno spettacolo non sempre adatto ai minori.
Con Michaila Kühnemann, Martin Lidl e Michi Marchner; chitarre, voci, cabaret
Monaco Bagage (D)
Sabato 16 agosto 22.30 – Lehnplatz
Per la prima volta in Svizzera
Dopo lo scioglimento dei «Bairisch Diatonischen Jodel-Wahnsinn» e dei «Giesinger Sautreiber»,
noti anche ad Altdorf, per fortuna c’è un gruppo erede: i «Monaco Bagage». Quattro musicisti
ed una donna, tutti piuttosto vivaci, formano un quintetto con energia, eccellente tip-tap e sfrontata comicità popolare. In modo sovversivo e grottesco confezionano scene e storie come fossero
incubi spietati.
Andy Arnold:
Johann Bengen:
Josef Brustmann:
Milene Costa
Martin Deubel:
clarinetto, sassofono, flauto, voce
fisarmonica, batteria, voce
cetra, tuba, banjo, voce
contrabbasso, tip-tap, voce
violino, chitarra, voce
Orchestra di fiati Stadtmusik di Lucerna (CH)
Sabato 16 agosto 18.30 – theater (uri) Tellspielhaus Altdorf
La Stadtmusik è una delle migliori orchestre sinfoniche di fiati della Svizzera e con l’interpretazione di lavori contemporanei si è fatta conoscere anche fuori dai confini svizzeri. Da alcuni anni
lavora sotto la direzione di Franz Schaffner, che oltre all’orchestra di fiati dirige anche il Bach
Ensamble di Lucerna ed il Festwochenchor del Festival di Lucerna, oltre ad essere attivo come
organista e clavicembalista. Collabora regolarmente anche con la Rundfunk-Blasorchester Leipzig
e l’Orchestra della RTSI di Lugano. Ha studiato con Helmuth Rilling ed è stato dirigente d’orchestra al teatro di Lucerna. L’orchestra di fiati ha studiato un programma speciale per Alpentöne:
Stephen Jaeggi:
Jean Daetwyler:
Franco Cesarini:
Mani Planzer:
Gioacchino Rossini:
Engiadina
Sinfonietta alpestre per corno alpino, ottavino ed orchestra di fiati
Poema d'alpestre
Provocaliente II
Ouverture del «Guglielmo Tell2
Stephan Jaeggi (1903-1957): Engiadina
«Engiadina» di Jaeggis restituisce delle impressioni del mondo alpino. La musica estremamente
romantica descrive la magnificenza e la fierezza delle montagne, ma dà voce anche ai tempestosi
capricci della natura.
Jaeggis è stato uno dei primi compositori svizzeri a scoprire l’orchestra di fiati come entità sonora
indipendente ed a comporre per essa. Il basilese ha frequentato il liceo ad Einsiedeln, e dopo la
maturità è entrato nel locale monastero. In seguito si è trasferito nel Sud-Tirolo ed ha operato per
molti anni a Bolzano.
Per più di quarant’anni Jean Daetwyler ha vissuto e lavorato a Sion. Sentiva le sue composizioni
come espressione di uno stretto legame con la natura. Nel 1947 il suonatore di corno Joszef
Molnar gli dimostrò le sue capacità da virtuoso nel suonare il corno alpino. Fortemente impressionato dalle possibilità sonore dello strumento, cominciò fra i primi a comporre per il corno
alpino e fino alla sua morte scrisse quattordici lavori per questo voluminoso strumento. All’estero
viene considerato il prototipo del compositore svizzero con forti legami con il mondo alpino. Il
concerto descrive la semplice vite sulle Alpi vallesi con l’esempio di un pastore di pecore. Il solista
Martin Roos è uno dei più richiesti suonatori di corno (alpino e non) della Svizzera, suona in
diversi gruppi specializzati in musica antica come pure nel quartetto «Hornroh», che si esibisce
ad Alpentöne.
Betruf:
Danza dei pastori:
Pastorale:
Danza della morte:
Largo – Moderato – Largo
Scherzo
Misterioso – Lento – Largo
Barbaro – Furioso – Barbaro
Franco Cesarini: Poema d'alpestre
Festival Musicale Internazionale Alpentöne, 15–17 agosto 2003
Il resto del programma
Jean Daetwyler (1907–1994): Sinfonietta alpestre per corno alpini, ottavino ed orchestra
di fiati – Solista: Martin Roos
Per il compositore ticinese Franco Cesarini le montagne sono simbolici punti di contatto tra il
mondo materiale e quello spirituale. La composizione «Poema d'alpestre2 è costituita da singoli
episodi nei quali la realtà e lo spirito, la materia ed i cieli si incontrano e dove si fa riferimento,
tra le altre cose, al romanzo di Thomas Mann «La montagna incantata».
Mani Panzer: Provocaliente II
Il lucernese Mani Panzer, morto nel 1997, è stato uno dei più bizzarri compositori svizzeri del
secolo passato. Il titolo «Provocaliente2 unisce i due termini «provocazione» (nel senso di
«sfida»), e «caliente» (ossia «caldo»). Diversi gruppi nell'orchestra suonano ciascuno per conto
proprio ed alla fine, se tutto va bene, si dovrebbe sentire una nota citazione rossiniana.
Gioacchino Rossini (1792-1868): Ouverture del «Guglielmo Tell»
Rossini è forse stato il più influente compositore di opere della prima metà del diciannovesimo
secolo. Scrisse il «Guglielmo Tell», tratto dall’omonimo dramma di Friederich Schiller nel 1829
per l’opera di Parigi. L’ouverture, che con i suoi mutevoli umori rappresenta un giro d’orizzonte
sull’opera ambientata ad Altdorf, è tra i brani di musica orchestrale più amati.
Orchestra di fiati della città di Lucerna
direzione:
Franz Schaffner
Martin Roos:
corno alpino
Wiener Tschuschenkapelle (A) – «...und davon»
Domenica, 17 agosto 22.15 – Lehnplatz
La musica dei Balcani ha sempre influito sull’identità musicale delle terre alpine. Che cosa
sarebbe la musica per archi dell’Appenzell senza il salterio, proveniente dai Balcani?
Quelli che qui in Svizzera vengono chiamati «Jugos» ed in Germania «Kanaken», in Austria sono
conosciuti come «Tschuschen». Alcuni di loro, tutti eccellenti musicisti, si sono riuniti attorno a
Slavko Ninic nella «Tschuschenkapelle» e si occupano da più di dieci anni, con un’impressionante
presenza scenica ed un umorismo asciutto, di quel crogiolo musicale che è Vienna. La «Tschuschenkapelle» sa meglio di tutti come mettere assieme le diverse tradizioni della musica balcanica senza per questo trasformarle in una brodaglia insipida, ma al contrario in un’immagine viva
dell’Europa sud-orientale – ed in questo modo costruire una delle radici culturali dell’identità
austriaca. Ma la «Tschuschenkapelle» non vuole seguire un programma pedagogico, quando
fanno musica che attraversa i confini. Il fatto è che dei confini proprio non si interessano.
Slavko Ninic:
Hidan Mamudov:
Martin Lubenov:
Jovan Torbica:
Sebastian Parlapanov:
moderatore, voce, chitarra
clarinetto
fisarmonica
basso
percussioni
Domenica, 17 agosto 11.00 – 13.00, Lehnplatz
Come nelle edizioni precedenti, in una matinée domenicale verranno presentate al pubblico le
nuove leve tra le formazioni della Svizzera Centrale. Quest'anno Alois Gabriel, un attento osservatore della scena musicale della Svizzera Centrale, ha scelto quattro gruppi molto promettenti:
Hüüsmusig Gehrig
Un gruppo locale, già presente ad Alpentöne. Si tratta di un gruppo del Cantone di Uri che
offre, con una formazione variabile, una musica popolare esigente ed accogliente.
Alpentöne, Internationales Musikfestival, 15. bis 17. August 2003
Il resto del programma
Suoni giovani
Maria Gehrig:
Franz Gehrig junior:
Jolanda Gehrig:
Franz Gehrig senior
Wisi Arnold:
Ruedi Zurfluh:
violino , flauto dolce
fisarmonica, flauto dolce
pianoforte
pianoforte, contrabbasso
fisarmonica
contrabbasso
Trio Ulrich, Näf e Muff
Tre giovani musiciste purosangue che dispongono d eccezionali capacità tecniche e musicali che
utilizzano in gran misura nelle loro esecuzioni di musica popolare.
Andrea Ulrich:
Gaby-Isabella Näf:
Claudia Muff:
fisarmonica, pianoforte
clarinetto, sassofono, pianoforte, contabbasso
fisarmonica, contrabbasso
Schwyzerörgeligruppe Kappler-Zurcher
Questa vivace squadra di giovani suonatori di schwyzerörgeli dell Svizzera Orientale ama i balli
tradizionali, ma non è del tutto contraria alle nuove idee riguardanti l'utilizzo di questo strumento.
Matthias Kappeler:
Sonja Zürcher:
Ursina Kappeler:
Mihael Kappeler:
Dominik Anghern:
Samuel Zürcher:
fisarmonica, schwyzerörgeli
fisarmonica, schwyzerörgeli
contrabbasso
pianoforte
bödele, löffele
xilofono
Chlepfshit
Un duo di fisarmoniciste, il cui nome e la sua grafia rivelano un attaccamento alla tradizione
privo di timori reverenziali. Le due insegnanti di fisarmonica integrano la loro musica popola re
con un'ampia cultura musicale.
Petra Hofer:
Rita Gabriel:
Ueli Stump:
Andy Schaub:
fisarmonica
fisarmonica
pianoforte
contrabbasso
Festival
Festival Musicale Internazionale Alpentöne
15 al 17 agosto 2003
Alpentöne, Internationales Musikfestival, 15. bis 17. August 2003
Dati di riferimento
Dati
Luogo di svolgimento
Altdorf, Cantone Uri, Svizzera
Promotore
Comune di Altdorf (www.altdorf.ch)
Direzione del progetto
Hansjörg Felber
Gründligasse 53
6460 Altdorf
Tel. 041 870 47 57, Fax 041 870 47 74
[email protected]
Contatto (stampa)
Medienbüro
c/o Scriptum, Büro für Kommunikation
Rafael Brand
Postfach 949, 6460 Altdorf
Tel. 041 871 33 33, Fax 041 870 52 55
[email protected]
Contatto (artisti)
Urban Frye Kulturorganisation GmbH
St.-Karli-Strasse 71b
6004 Luzern
Tel. 041 242 09 05, Fax 041 242 09 06
[email protected]
Internet
www.alpentoene.ch
Grunddaten Festival
Alpentöne, Internationales Musikfestival, 15. bis 17. August 2003