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A Maria Grazia e Alberto,
veri ispiratori di questo libro
Luigi Casa
Monica Vincenzi
Finalmente
Beatrice
Un viaggio nella Divina Commedia
Prefazione di Alberto Bermolen e Maria Grazia Dal Porto
Introduzione di Maria Pia Muttini e Italo Spinelli
© Copyright Infinito edizioni, 2009
Prima edizione: settembre 2009
Infinito edizioni S.r.l.
Castel Gandolfo (Roma)
Posta elettronica: info@infinitoedizioni.it
Sito Internet: http://www.infinitoedizioni.it
ISBN 978-88-89602-60-7
Copertina: Enrico Pugni
Immagine di copertina: Luigi Casa
Impaginazione e grafica: Infinito edizioni
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del
15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del
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Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.
aidro.org
Finito di stampare nel mese di giugno 2009
da Stampa Editoriale Srl – Manocalzati (Av)
SS Variante 7/bis, zona industriale di Avellino
Tel: 0825-62.69.66
Indice
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Prefazione di Alberto Bermolen e Maria Grazia Dal Porto
Introduzione di Maria Pia Muttini e Italo Spinelli
Illustrazioni:
Struttura dell’Oltretomba dantesco
Inferno
Purgatorio
Paradiso
1. La lettura della Commedia
2. Dante e il Medioevo
3. La Divina Commedia come cattedrale gotica
4. Fonti orientali della Divina Commedia
5. La Divina Commedia e la fisica quantistica
6. Dante e l’astrologia
7. Esoterismo e Divina Commedia
8. Gli angeli nell’Inferno e nel Purgatorio
9. Gli angeli nel Paradiso
10. Il Mandala nella Divina Commedia e la rappresentazione
schematica della personalità secondo Jung
11. Psicosintesi e Divina Commedia con rappresentazione
schematica degli elementi della psiche secondo Assagioli
12. Psicologia transpersonale e Divina Commedia
13. Osservazioni conclusive sulla Commedia
14. Il pensiero olistico
15. Simboli e archetipi
16. Biodramma, Biodisegno e Divina Commedia
17. Esempi pratici legati ai temi della Divina Commedia
Bibliografia
Prefazione
di Maria Grazia Dal Porto e Alberto Bermolen1
Questo libro è un viaggio, attraverso labirinti e specchi, verso la parte profonda della Persona. Quanto tempo è occorso affinché la conoscenza di noi stessi
raggiungesse di nuovo i livelli perduti che i nostri antenati avevano realizzato? Il
nostro è stato un cammino faticoso, un ripercorrere sentieri dimenticati e ora,
solo ora, siamo giunti in parte alle consapevolezze che Dante nel 1300 aveva già
compreso con la propria mente.
È ormai un dato di fatto che egli possedesse conoscenze profonde delle radici
del nostro essere, conoscenze acquisite ed elaborate nell’appartenenza a uno o
più gruppi iniziatici, e in particolare a una scuola di pensiero chiamata “I Fedeli
d’Amore”, che nella sostanza preservava e trasmetteva, a coloro che erano in
grado di capirle, conoscenze profonde riguardanti la cosiddetta “Scienza sacra”,
quella cioè che tratta del linguaggio dei simboli. Attraverso questo linguaggio,
Dante trova l’armonia tra Animus e Anima, due archetipi che rappresentano le
nostre “essenze” Maschile e Femminile. In noi sono presenti entrambi, in misura
variabile, indipendentemente dal nostro sesso fisiologico. Per secoli e millenni,
dopo quella che ora chiamiamo “epoca primitiva”, le società umane hanno cercato con tutti i mezzi di “polarizzarle” a seconda del sesso degli individui e di far
prevalere nelle società quella maschile, l’Animus.
Dante già nel medioevo aveva capito che questa era una strada che non
avrebbe portato lontano e scrisse la Commedia (ma quest’idea è già presente
anche in sue opere precedenti), per divulgare in forma criptata questo concetto.
La Commedia può essere quindi letta a vari livelli, sia come meravigliosa opera
letteraria, sia come rivelazione di un’idea rivoluzionaria e allo stesso tempo antica. È giunto il momento, in questa nostra epoca di grandi cambiamenti e di
Maria Grazia Dal Porto e Alberto Bermolen sono docenti del Dipartimento di Antropologia
dell’Università Argentina “J.F.Kennedy” di Buenos Aires. Specializzati in Biodramma e Biodisegno, sono da tempo formatori anche in Italia di Tecniche Espressive.
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Finalmente Beatrice
sfide al limite della sopravvivenza per le nostre società, di recepire il messaggio
di Beatrice, per ritrovare il Femminile vero dentro di noi e prendere coscienza
della nostra comune origine, che travalica ogni confine fisico, politico, ideologico o religioso.
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Introduzione
di Maria Pia Muttini e Italo Spinelli1
Rivisitare la Divina Commedia come opportunità di superamento dei limiti
che ci derivano da esperienze vissute come negative, è stata una profonda emozione che ci ha riscaldato il cuore e ci ha fatto scoprire che è possibile concepire
un mondo “altro” dove la sofferenza può essere trasformata in opportunità di
crescita. Perdonare noi stessi è il primo doveroso atto da compiere per cominciare a vivere pienamente e solo vivendo profondamente ci è possibile cogliere
la scintilla di divino presente in ognuno di noi. Nella nostra professione di medici, quotidianamente incontriamo persone rimaste, loro malgrado, vittime di
se stesse al punto da autopunirsi attraverso la malattia. Siamo consapevoli che
il processo di guarigione può essere favorito liberandosi da inutili sensi di colpa
e acquisendo la coscienza del bene compiuto (come succede a Dante quando
arriva nel Paradiso Terrestre). Corpo, mente, psiche e spirito sono intimamente
connessi e la malattia nasce nel profondo di noi stessi per poi raggiungere il
corpo. Per questo riteniamo che la lettura di questo testo, anche per i non addetti ai lavori, possa essere un’opportunità per iniziare a conoscersi veramente.
Tutti noi abbiamo la possibilità di uscire dalla “selva oscura” e raggiungere il
nostro interiore universo di luce dove inizia la vera vita. Intraprendere il cammino nel profondo di noi stessi è l’unico modo per acquisire la consapevolezza
della nostra unicità e preziosità di esseri umani.
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Italo Spinelli è medico chirurgo oncologo. Il suo lavoro di anestesista e oncologo gli ha dato
la possibilità di entrare in contatto con la profondità dell’animo umano. Da qui ha sviluppato la
comprensione delle vere cause che conducono alla malattia e di come è necessario approcciarsi alla
persona malata considerandola nella sua interezza. È stato il primo in Italia, nel 1980, ad associare,
non solo per i medici curanti ma anche per i pazienti, la psicologia all’oncologia.
Maria Pia Muttini nasce come oncologo medico e farmacologa clinica, specialità a cui si era
affacciata con la convinzione di risolvere i problemi dei pazienti. L’esperienza quotidiana le ha
fatto toccare i limiti della medicina organicistica: non esiste un essere umano uguale all’altro e per
ognuno di noi esiste un modo personale di ammalarsi e anche di guarire. Per questo motivo si è
avvicinata al pensiero olistico.
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Finalmente Beatrice
Ringraziamo con grande affetto Maria Grazia e Alberto che hanno allargato
i nostri orizzonti e ci sostengono con stimoli sempre nuovi in questo cammino
e Monica e Luigi con cui lo condividiamo.
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