LA CLONAZIONE Per clonazione, in biologia, si intende la riproduzione asessuata, naturale o artificiale, di un intero organismo vivente o anche di una singola cellula; In natura avviene per alcuni organismi unicellulari, per alcuni invertebrati e per alcune piante. In agricoltura il termine viene utilizzato per indicare una tecnica che l'uomo utilizza da tempo per riprodurre piante con talee, margotte e innesti. In ingegneria genetica molecolare o in biotecnologia la parola indica talvolta la riproduzione di tratti di catena di DNA. Nel processo vengono impiegati Vettori di clonazione. Nella moderna genetica, e nelle scienze biologiche applicate in genere, la clonazione è la tecnica di produzione di copie geneticamente identiche di organismi viventi tramite manipolazione genetica. In questa ultima accezione il termine è divenuto di uso comune a partire dagli anni novanta, quando prima Neal First quindi Ian Wilmut provarono a clonare, con successo, una pecora. * Clonare in laboratorio un organismo, in questo caso, significa creare un essere vivente che possiede le stesse informazioni genetiche dell'organismo di partenza. Poiché il nucleo contiene quasi tutte le informazioni genetiche necessarie per realizzare una forma di vita, l'uovo ricevente si svilupperà in un organismo geneticamente identico al donatore del nucleo. http://it.wikipedia.org/wiki/Clonazione Il termine “clonazione” indica nel lessico scientifico contemporaneo il processo che consente la duplicazione del patrimonio genetico di una singola cellula o di un intero organismo. Il “clone” è perciò un insieme di molecole di DNA, cellule o interi organismi, derivanti per copie successive da un unico progenitore rispetto al quale risultano identiche. Le principali tecniche utilizzate per conseguire la clonazione del corredo biologico sono due: a) “fissione gemellare”: consiste nella separazione di singole cellule o di gruppi di cellule nelle prime fasi dello sviluppo embrionale, quando le cellule sono dette “totipotenti”, cioè non ancora specializzate e quindi in grado di potersi evolvere verso qualsiasi direzione compreso un intero organismo; b) “trapianto nucleare”: trapianto del nucleo di cellule specializzate di qualsiasi tipo in una cellula uovo fecondata o non fecondata, dopo aver provveduto all’eliminazione del nucleo della cellula uovo. Oggi si parla anche di “clonazione terapeutica” la quale consiste nella produzione di embrioni umani in laboratorio col corredo genetico del paziente, finalizzata ad ottenere una cultura di cellule staminali cosiddette “autologhe” cioè compatibili con il corpo del paziente. L’embrione così generato verrebbe distrutto al 5° giorno del suo sviluppo e le cellule staminali “autologhe” sarebbero utilizzate per consentire la riparazione degli organi danneggiati del paziente. I primi esperimenti di clonazione di organismi pluricellulari furono compiuti sulle rane. Due ricercatori inglesi, Robert Briggs e Thomas King riuscirono a trapiantare il nucleo di una cellula di embrione di rana in un ovulo, gli embrioni che si ottennero vennero quindi cresciuti in vitro. * Il dibattito sulla clonazione si impenna in modo vertiginoso con la nascita della pecora Dolly, il primo mammifero della storia clonato a partire da un individuo adulto. Le tecniche utilizzate per la nascita di Dolly evidenziarono alcune novità nel campo degli studi fino ad allora condotti in materia di clonazione. Anzitutto si trattò non di una scissione gemellare ma di un’innovazione radicale che consentiva per la prima volta di parlare a tutti gli effetti di clonazione, si era realizzata, infatti, una riproduzione asessuale e agamica (priva dell’utilizzo delle cellule sessuali degli organismi animali) volta a produrre individui biologicamente uguali all'individuo adulto, fornitore del patrimonio genetico nucleare. http://www.filosofico.net/bioeticaclonaz.htm Clonazione umana La clonazione umana è la creazione di una copia geneticamente identica di un essere umano (ma non si applica abitualmente alle nascite multiple di gemelli monocoriali dovute alla divisione e alla separazione spontanea oppure artificiale delle cellule di un unico zigote umano, poco dopo la fecondazione dell'ovulo, ma prima dello stadio di morula); oppure di copie di cellule o di tessuti umani. Anche se la possibilità di clonare interi esseri umani è stata oggetto di lunghi dibattiti per gran parte del XX secolo, gli scienziati e i politici hanno cominciato a prendere l'argomento in seria considerazione . Il genetista Joshua Lederberg, vincitore del Premio Nobel si dichiarava favorevole alla clonazione e all'ingegneria genetica .I difensori della clonazione terapeutica umana credono che la pratica in questione potrebbe fornire cellule geneticamente identiche adatte a pratiche di medicina rigenerativa, fino a tessuti ed interi organi adatti a trapianto. Questo tipo di cellule, tessuti e organi non dovrebbero indurre un risposta immune e dunque non sarà necessaria la terapia adiuvante con immunosopressori. Potrebbero beneficiare sia la ricerca di base che gli sviluppi terapeutici per malattie gravi come il cancro, l'insufficienza cardiaca e il diabete, ed inoltre si potrebbero avere miglioramenti nella terapia delle ustioni e la chirurgia plastica e ricostruttiva. Uno dei possibili usi della clonazione umana è quello di prelevare cellule staminali dal clone umano (embrione, feto oppure neonato, abortiti oppure no), per in seguito coltivarle, costruendo un organo di dimensioni normali adulte, da destinare al ricevente umano originale. Questi organi (cuore, reni, ecc.) verrebbero costruiti con tecniche per ora soltanto ipotizzate, impiegando matrici fibro-elastiche delle dimensioni e forma desiderate ed irrorazione sanguigna artificiale, collegando il telaio fibroso dell'organo, con le cellule staminali ad esso adese, ad un sistema che fornisce sangue arterioso caldo e ossigenato, (con i relativi elettroliti, fattori di crescita, ormoni, nutrienti, ecc.) e che grazie ad un sistema simile a quello della dialisi. Ipotetici pericoli di danno genetico e disabilità per i cloni Coloro che si oppongono alla clonazione umana sostengono che tale processo possa creare, con molta probabilità, dei bambini con disabilità anche severe (Specialmente in rapporto a funzioni neurologiche superiori, come l'autismo e la dislessia, assolutamente non valutabili negli animali clonati, nel feto umano e nei neonati). Inoltre le cellule clonate sono spesso geneticamente "vecchie" in quanto, se prelevate da esseri umani adulti, hanno subito molti tagli alle estremità dei cromosomi (nei telomeri), questo fenomeno, se non corretto in qualche modo, comporta che la clonazione di esseri umani di media età o età avanzata generi una progenie di discendenti poco vitali, con senescenza precoce (in natura esiste una malattia genetica simile, la "sindrome di Werner", dovuta ad una mutazione nel cromosoma 8, che ha queste caratteristiche) ed una scarsa aspettativa di vita. Dal momento che risulta molto difficile clonare qualsiasi animale vivente, si ritiene molto probabile che si generino molti embrioni con danni genetici non immediatamente rilevabili al microscopio ottico (mutazioni puntiformi del DNA in assenza di alterazioni cromosomiche evidenti), che porteranno ad un gran numero di fallimenti in qualsiasi fase (embrione, feto, neonato, bambino, adolescente) della creazione di un clone umano adulto, anche con danni fisici non subito apparenti in molti sistemi d'organo importanti. http://it.wikipedia.org/wiki/Clonazione_umana PASQUALE ORTOLI -MATTIA INGOLINGO - FERDINANDO GESSATO