CEPPALONI CENNI STORICI Il comune di Ceppaloni si estende su una superficie di 23,67 kmq a cavallo della dorsale collinare posta tra le valli del fiume Sabato ad est e del torrente Serretelle ad ovest. In epoca romana il territorio ceppalonese rientrava certamente nell’ager beneventanus, in diretta dipendenza dalla città di Benevento da cui dista 13 km circa. All’epoca erano presenti insediamenti abitativi a carattere sparso legati alla coltivazione dei fondi; non vi sono prove, però, dell’esistenza di villaggi. Le prime notizie storiche su Ceppaloni risalgono alla fine del VIII secolo, al tempo del ducato longobardo di Benevento. Verso la fine del sec. IX il territorio ceppalonese era dato in amministrazione ad un marepahis, ossia ad un funzionario della corte palatina, e successivamente rientrò nella circoscrizione del gastaldato di Benevento. Il toponimo Ceppaloni è di incerta origine. Tra le ipotesi più accreditate: Cepalonis deriverebbe dal gentilizio latino Caeparius e dal suffisso prediale –anus, da cui Caeparanus (fondo di Caeparius) oppure da Cippus leonis, ossia “cippo del leone”, ove cippo è nel significato di altura, monte oppure di cippo, colonna. Significativa la presenza di varie chiese monastiche appartenenti alle abbazie di Montecassino, S. Sofia e S. Modesto di Benevento (IX-XIV secolo). Con l’avvento dei normanni (fine XI inizi XII secolo) fu edificato il castello di Ceppaloni che domina la valle del fiume Sabato. Dello stesso periodo il castello di Balba, che era posto a guardia del sottostante stretto. L’ambito amministrativo, feudale ed ecclesiastico ceppalonese comprendeva il borgo antico di Ceppaloni sviluppatosi attorno al castello e il territorio circostante caratterizzato dalla presenza dei casali, insediamenti abitativi che si andarono strutturando almeno sin dal XII-XIII secolo. I principali casali furono: S. Croce, S. Giovanni e S. Bartolomeo (poi denominata Chianche e infine frazione Beltiglio). L’antica Balba staccatasi dal feudo di Ceppaloni si unì con Chianchetelle e fu distrutta con il suo castello nel sec. XV. L’odierna Barba di Ceppaloni si è invece sviluppata a partire da alcune masserie nel sec. XVIII-XIX. Ceppaloni con il suo castello si trovava in posizione strategica nel regno di Napoli, confinando con la pontificia Benevento e controllando la sottostante via Antiqua Maiore che da Benevento conduceva ad Avellino, attraverso il vicino Stretto di Barba. Per tale motivo venne più volte coinvolta nelle guerre tra papato e impero nei secoli XII e XIII e successivamente anche nella guerra tra angioini e aragonesi. Il castello ospitò nel corso dei secoli personaggi famosi: Ruggero II, papa Onorio II e Alfonso d’Aragona, I re di Napoli. Agli inizi del XII secolo Rao II de Fraineta, feudatario di Ceppaloni, partecipa alle scorribande normanne contro i beneventani. Gli successe il figlio Raone III che partecipò al conflitto tra la Benevento papale e i normanni di Ruggero II effettuando varie sortite contro la città. Nei 1138 Raone, ribelle sia alla città di Benevento che a re Ruggero, continuò nei suoi feroci assalti ai danni dei beneventani cui tagliò le vigne. I cittadini ormai esasperati con l’aiuto di re Ruggero attaccarono Ceppaloni, ottenendo dal re la distruzione del castello. L’abitato fu anch’esso saccheggiato e distrutto. 1 Dopo la vittoria di re Ruggero II, Ceppaloni fu assegnata ai Buscione o Bussone che la tennero sin verso la fine del secolo. Occupata dalle truppe pontificie di Benevento, in due periodi agli inizi del Duecento, fu poi riconquistata con le armi da Federico II. Con l’avvento degli angioini Ceppaloni passò nella signoria di Guerriero da Montefuscolo (1266 c.a – 1269) e poi assegnata in feudo ai cavalieri francesi: Eustasio di Romancur (1269-1280 c.a) e Gervasio di Sermoncur (1281 - < 1289). Con il matrimonio tra Eustasia, signora di Ceppaloni, e Pandolfo Stellato il feudo entrò in possesso degli Stellato che lo tennero per tutto il XIV secolo sino a quando l’ultima erede Ilaria si sposò con Giacomo Antonio della Marra, e poi con Francesco Orsini, famoso capitano di ventura (dal 1435 al 1454). Morto l’Orsini, Ilaria Stellato donò il feudo al nipote Giacomo Antonio della Marra (14541464), alla famiglia del quale rimase sino al 1529, quando l’imperatore Carlo V lo confiscò a Giacomo Antonio III della Marra a causa della sua ribellione. La terra di Ceppaloni fu quindi concessa a Rodrigo d’Avalos (1529-1541), in ricompensa per il servizio prestato in guerra. La casa d’Avalos conservò il feudo sino al 1576, anno in cui fu venduto ai nobili Coscia che lo mantennero sino al 1623, quando a causa dei debiti fu oggetto di vendita giudiziaria a Paolo Staibano, avvocato e intermediario. Ceppaloni con i suoi casali fu poi venduta a mons. Fabio de Lagonissa o della Leonessa che lo intestò al nipote Francesco (1633-1651). Il feudo di Ceppaloni rimase nelle mani dei della Leonessa sino al 1806, quando con l’avvento dei francesi, la feudalità fu abolita. L’ultimo feudatario fu Giuseppe Maria della Leonessa, principe di Sepino e duca di S. Martino. Nei primi decenni dell’Ottocento la carboneria fu molto attiva a Ceppaloni riunita nella ‘vendita’ detta “Gli spartani delle Termopili”. Al 1820 essa contava numerosi affiliati di tutti i ceti tra cui spicca l’azione dei fratelli Pepicelli. All’indomani dell’unità d’Italia anche Ceppaloni venne coinvolta in alcuni episodi di brigantaggio. Nel 1863 grosso scalpore fece il sequestro a scopo di estorsione del sacerdote don Antonio Mele, rettore della chiesa del SS. Rosario delle Chianche, oggi Beltiglio. L’azione fu condotta da compaesani: Pietro Catalano, capo brigante e dai compagni Nicola e Pietro Mignone. Nella lotta al brigantaggio furono attive a Ceppaloni due compagnie locali della Guardia Nazionale, la 6^ e la 7^. Nelle azioni si distinse la sesta compagnia al comando del capitano Francescantonio Parente. Gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento saranno caratterizzati dalla crisi economica e sociale e dal fenomeno dell’emigrazione d’oltreoceano. Oltre al castello con il suo borgo di origine medievale, Ceppaloni conserva vari edifici storici, in particolare le chiese: S. Nicola Vescovo (XIII-XVI secolo), SS. Annunziata (XVI secolo) in Ceppaloni capoluogo, S. Giovanni Battista (medievale, ricostruita nel XVIII secolo) in fraz. S. Giovanni, Maria SS. del Rosario (XVII secolo, ricostruita nel XVIII e XIX secolo) in fraz. Beltiglio, Maria SS. Assunta (1950) in S. Croce e la Cappella dell’Immacolata in Barba (1861 c.a). Alfredo Rossi Tratto da: - Alfredo Rossi, Ceppaloni. Storia e società di un paese del Regno di Napoli, ed. Pro Loco di Ceppaloni, 2011. - Carmine Porcaro, Ceppaloni tra cronaca e storia, Napoli, 1982, (per il sec. XIX). In alto: antico stemma dell’Università di Ceppaloni. © A.Rossi 2