sole amico e nemico della pelle

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MEDICINA E SALUTE
di Emanuela Truzzi (foto A. Lercara)
SOLE
AMICO E NEMICO
DELLA PELLE
La dott.ssa Anna Luisa Carmagnola
si laurea in Scienze Biologiche presso
l’Università degli Studi di Torino.
Dal 1979 al 1982, in qualità di
ricercatore presso il Ludwig Cancer
Institute di Losanna, si occupa di
marcatori tumorali umani e di
anticorpi anti melanoma. Sempre a
Torino, nel 1986 consegue la laurea
in Medicina e Chirurgia.
Specializzata in Dermatologia e
Venereologia, vanta una vasta
esperienza nell’utilizzo di sorgenti
laser per il trattamento di patologie
cutanee vascolari e tumorali
benigne. Si occupa da anni del
trattamento di lesioni tumorali
intra epiteliali mediante Terapia
Fotodinamica.
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Dott.ssa Carmagnola, il sole è un amico o un nemico per la nostra pelle?
Da sempre il sole e la luce sono associati all’idea di benessere fisico e psichico.
La luce solare è energia sotto forma di
radiazioni elettromagnetiche, filtrate per
la maggior parte dallo strato di ozono
dell’atmosfera terrestre. Una parte di
questi raggi viene assorbita provocando
effetti benefici come il consolidamento
della struttura ossea per aumentata sintesi di vitamina D, il miglioramento del
tono dell’umore per produzione di serotonina ed endorfine, la regressione di
alcune patologie cutanee quali psoriasi,
acne ed eczema atopico. Ma il sole può
anche diventare un nemico per la pelle,
essere cioè responsabile di processi degenerativi che vanno dall’invecchiamento precoce alla comparsa di lesioni pre
tumorali e tumorali.
Che cos’è il photoaging?
Il photoaging è il precoce invecchiamento della pelle indotto dalla luce: un progressivo e irreversibile danneggiamento
del sistema vascolare, delle fibre elastiche e collagene del derma, dei melanociti e dei cheratinociti dell’epidermide con
conseguente precoce comparsa di rughe
sottili, assottigliamento e perdita di elasticità delle cute, alterazione della pigmentazione, dilatazione dei vasi sanguigni superficiali. I maggiori responsabili
di questo danno sono gli UVA che, sebbene meno potenti degli UVB, penetrano più profondamente e sono presenti
anche nei mesi invernali e nelle giornate
nuvolose. Se a questo aggiungiamo che
gli effetti delle radiazioni solari sulla cute
sono cumulativi e irreversibili si capisce
come anno dopo anno il danno foto indotto vada via via aggravandosi. Come
dico spesso ai miei pazienti la pelle “ha
la memoria lunga e presenta il conto”…
Qual è il meccanismo che può generare una trasformazione neoplastica della
cute?
Le aggressioni ripetute dei raggi UV inducono anche mutazioni a carico del
DNA delle cellule cutanee sia direttamente sia attraverso la formazione di radicali liberi. La cellula portatrice del DNA
alterato può generare un “clone di cellule
tumorali” responsabile della comparsa
di un melanoma, nel caso sia coinvolto
il melanocita, oppure di un epitelioma
se si tratta di cellule epidermiche. Il melanoma può comparire ex novo su pelle
sana o derivare dalla trasformazione di
un nevo già esistente. In entrambi i casi
si verifica una fase iniziale di attivazione
che permette nella maggior parte dei casi
una diagnosi precoce e la conseguente
asportazione chirurgica del tumore.
Esiste una predisposizione genetica
allo sviluppo di queste patologie?
L’esposizione scorretta al sole è da sempre considerata il fattore causativo primario, insieme ai fattori genetici. Si stima infatti che solo l’1-2% dei melanomi
siano attribuibili ad un difetto genetico
ereditario; sono invece particolarmente
pericolose l’esposizione intermittente e
prolungata e l’esposizione in età infantile
MEDICINA E SALUTE
e adolescenziale. I danni provocati dalle
scottature prese da bambini rappresentano infatti uno dei fattori principali di
rischio in età adulta: l‘80% del danno
solare si sviluppa infatti entro i 18 anni
di età, anche se le conseguenze possono
manifestarsi molto più tardi.
Ci sono tipi di pelle più sensibili di altri
all’aggressione dei raggi solari?
L’indice fondamentale per stabilire il rischio cui ciascuno di noi va incontro a
seguito dell’esposizione solare è il “fototipo” che definisce la capacità della pelle
di difendersi dai raggi solari attraverso la
sintesi di nuova melanina. L’abbronzatura infatti è in realtà una risposta di difesa
della pelle che mira alla formazione di
un filtro protettivo in grado di ridurre la
penetrazione in profondità degli UV. Partendo dal fototipo I che si scotta sempre
e non si abbronza mai si arriva gradualmente al fototipo IV che raramente si
scotta e si abbronza intensamente. Sono
soprattutto il fototipo I e II a correre i rischi maggiori: si tratta in genere di persone a pelle chiara con capelli biondi o
rossi, occhi azzurri o verdi, spesso con
efelidi. Ma anche una persona con occhi
scuri, capelli castani e pelle all’apparenza
non delicata può appartenere ad un fototipo I o II e quindi non abbronzarsi ma
rischiare facilmente di scottarsi con una
scorretta esposizione al sole.
Elenchiamo le regole auree di una corretta prevenzione per evitare dannose
conseguenze alla nostra salute senza
privarci degli effetti benefici dell’esposizione solare.
Tenere conto del proprio fototipo con
particolare attenzione ai fototipi I e II ed
esporsi in maniera graduale evitando le
ore centrali della giornata oppure coprirsi se si rimane esposti a lungo, ricordando che le superfici riflettenti come acqua
e sabbia potenziano l’esposizione. Utilizzare una fotoprotezione adeguata al proprio fototipo da ripetere frequentemente
specie dopo il bagno e applicare filtri
solari anche in caso di cielo nuvoloso
poiché l’azione dei raggi solari è sempre
presente. Sospendere l’esposizione in
presenza di arrossamenti associati a prurito o bruciore. Non esporre i bambini di
età inferiore a un anno alla luce del sole
e proteggere i bambini da 1 a 3 anni con
creme a schermo totale. Per i bambini
più grandi utilizzare creme ad alto indice
di protezione evitando l’esposizione durante le ore più calde. Essere consapevoli che le lampade solari espongono agli
stessi rischi dei raggi solari. Sottoporsi
annualmente ad un visita dermatologica
(con controllo clinico e dermatoscopico
della pelle) per escludere la presenza di
lesioni a rischio. Imparare a conoscere la
propria pelle per segnalare tempestivamente allo specialista la modificazione
di lesioni preesistenti o la comparsa di
nuove lesioni.
In cosa consiste il controllo dermatoscopico della pelle?
Si tratta di una metodica non invasiva
che mediante l’uso di uno strumento,
il dermatoscopio appunto, permette la
visualizzazione immediata dei caratteri
microscopici di un neo, non apprezzabili semplicemente ad occhio nudo. La
Dermatoscopia è al momento la tecnica
più attuale per la diagnosi precoce del
melanoma: un regolare controllo clinico
e dermatoscopico della pelle, che dovrebbe avere dopo i 25 anni una cadenza
annuale, permette il riconoscimento precoce di lesioni “sospette” con potenziale
rischio evolutivo.
Ci illustri brevemente la terapia fotodinamica, di cui lei è stata una pioniera.
È un trattamento dermatologico non invasivo, alternativo alla chirurgia, utilizzato con ottimi risultati soprattutto nella terapia delle precancerosi epiteliali diffuse
come le Cheratosi attiniche del cuoio ca-
pelluto e del volto. Nel corso degli anni le
indicazioni all’uso di questa terapia sono
andate via via aumentando estendendosi
anche al trattamento dei danni da foto
invecchiamento del volto e decolletè e
di numerose patologie virali e batteriche.
Consiste nell’utilizzo di una sostanza foto
sensibilizzante che, applicata sulla pelle in forma di crema e successivamente
attivata dalla luce, innesca una reazione
locale ossidativa con conseguente eliminazione delle cellule malate dell’epidermide. La sostanza foto sensibilizzante
viene captata selettivamente dalle cellule
patologiche e risparmia le cellule sane.
Che cosa consiglia alle nostre lettrici
per evitare lampade e prepararsi al sole?
Privilegiamo frutta e verdure ricche in carotenoidi e aggiungiamo integratori antiossidanti alla nostra dieta in particolare
quelli a base di licopene. Beviamo molta
acqua ed evitiamo il fumo di sigaretta.
Durante le belle giornate nelle nostre
città iniziamo una esposizione graduale
all’aria ed alla luce, ovviamente utilizzando una protezione solare adatta.
Dott.ssa ANNA LUISA CARMAGNOLA
Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia
Via Della Rocca 24/bis – Torino
Tel. e fax 011 8170218
[email protected]
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giugno 2014 | Plus Magazine | MEDICINA E SALUTE
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