Distillazione e omissione La natura del suono

ESZnews
69
febbraio2016
Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale
La natura del suono
Il 9 febbraio viene proposto in prima esecuzione
Ivan Fedele
assoluta, alla Philharmonie di Parigi, Words and Music,
musica per l’omonima pièce di Samuel Beckett,
commissione dell’Ensemble Intercontemporain che
l’esegue sotto la direzione di Ilan Volkov e con Johan
Leysen nella parte di Words e Han Römer in quella di
Croak, con replica il 12 febbraio presso la Kölner
Philharmonie. In questi termini l’Autore racconta le
premesse del lavoro, che mette in musica la pièce
radiofonica scritta da Beckett nel 1962 e fondata sulle tre
figure allegoriche di Words, Music e Croak: «Quando si
lavora sui testi di Beckett occorre restare fedeli a ciò che
è scritto dall’autore perché nel testo sono presenti
didascalie e indicazioni che si rivelano molto vincolanti.
E tuttavia, vi sono margini d'interpretazione, margini di
libertà. Nel caso di Words and Music, infatti, esistono
diverse versioni musicali della pièce, composte da John
Beckett, cugino del drammaturgo, Humphrey Searle e
Morton Feldman, le quali mostrano interpretazioni molto
diverse del personaggio di Music, per esempio, ma
anche dell’atmosfera generale di una storia
“impossibile”. Per la prima volta, eccezionalmente,
Beckett rinuncia in realtà a realizzare un personaggio
(Music) affidandone il ruolo ad un ensemble strumentale.
Le sue indicazioni contribuiscono piuttosto a stabilire
l’arco formale della pièce, che include molti elementi
musicali, sia a livello di testo recitato che a livello
d'indicazioni agogiche: riprese, variazioni, ridondanze...
Nel comporre mi considero, pertanto, io stesso il
personaggio di Music: non posso che essere io Music!
Music, cioè al tempo stesso la scrittura musicale e il
modo in cui io percepisco il testo. Words and Music è
una storia tipica di Beckett: al centro vi sono la relazione
servo-padrone (i servi sono due in questo caso) e la
difficoltà di mettere in rapporto i diversi elementi dello
spirito creatore: Music e Words non stanno molto bene
“insieme”… Nel pezzo esiste uno spazio comune, ma
ciascuno ha difficoltà a esprimersi coi fonemi e il
linguaggio dell'altro. Ad esempio, Words non canta, ma
“cerca” di cantare, il che è molto diverso. Music cerca di
indicargli il cammino, di dargli il sostegno adeguato per
farlo cantare. Ma non ci riesce malgrado i numerosi
tentativi. Questo è ciò che mi colpisce nel testo: i tre
personaggi fanno un grande sforzo per capirsi, Music e
Words da un lato, Croak e Words dall’altro, ma senza
esito perché non condividono un progetto comune. Il
campionatore è uno strumento importante nell’economia
della composizione, perché, oltre a fornire una ricca
“palette” di suoni di sintesi che “arrotondano” e
“modulano” il timbro dell'ensemble strumentale,
interagisce con la recitazione degli attori in scena. Nel
testo di Beckett non vi sono soltanto parole, ma anche
gemiti e ringhi, urla e singhiozzi che sottopongo a
elaborazione e ripropongo in tempo differito “suonandoli”
come uno strumento. L'intento è quello di ottenere,
grazie a questo espediente, un'estensione e un
incremento del potenziale musicale di queste sonorità
che appartengono all’universo della lingua parlata.
Le pause indicate da Beckett sono tradotte talora in
interventi strumentali, talaltra in silenzi veri e propri, altre
volte ancora in un silenzio “semantico”, un accordo
tenuto, una risonanza, cioè una situazione in cui il
discorso non evolve. Il silenzio è la punteggiatura della
pièce. Occorre ricordare che la pièce è stata concepita
originariamente per la radio. Un silenzio alla radio
esprime un’enorme potenza. In scena, invece, quando vi
Distillazione e omissione
Due le prime esecuzioni assolute nella primavera di
Stefano Gervasoni
Stefano Gervasoni. Il 18 maggio Florentin Ginot propone
ai Rencontres Contemporaines di Lione, con replica
il 21 maggio nella sede dell’Ensemble MusikFabrik a
Colonia per la serie “Solostücke”, Strepito e garbuglio
per contrabbasso solo. Dedicato all’interprete e
commissionato da Radio France per il ciclo “Alla Breve”,
il pezzo è stato registrato lo scorso dicembre e viene
trasmesso in prima radiofonica durante il Festival
Présences “Oggi l’Italia”, dall’8 al 14 febbraio. Spiega
l’Autore: «Strepito e garbuglio è un lungo pezzo per
contrabbasso nel quale l’esplorazione della ricca materia
sonora offerta dallo strumento (di cui la parola “strepito”
esprime le qualità allo stato bruto) si accompagna alla
sua progressiva distillazione operata dalla scrittura
(testimoniata dalla parola “garbuglio”). Garbuglio che si
dipana: da sismogramma di una materia in continuo
divenire (instabile perché radicata in frequenze gravi
scosse da svariati modi di attacco e incalzate da figure
ritmiche che mettono in risalto le componenti interne del
suono, acute, fino ai più lontani armonici addomesticabili
dalle tecniche strumentali, e percorsa da fenomeni
inerziali di vibrazione che creano altre voci ancora
all’interno della massa sonora) a scrittura musicale che
continua a pag. 2
opera la trasformazione di un oggetto sonoro complesso
in una struttura contrappuntistica di voci che si delineano
poco a poco autonomamente. Strepito che diventa
suono. Il contrabbasso è visto come un grande
alambicco grazie al quale operare un processo di
distillazione: ne vengono presentate varie tappe, in un
percorso che consente allo “strepito” di diventare suono
organizzato e addirittura canto, e obbliga il “garbuglio”
dei segni a farsi scrittura che dipana questa matassa, dà
luce alle singole componenti, ne ricostituisce l’ordine
interno e le mette tra loro in un equilibrio formale.
L’andamento generale è perennemente discendente,
malgrado l’accumularsi dei gesti esplorativi della materia
tenda a farla lievitare e a spingerla verso l’alto, a
immagine del processo di distillazione che comporta una
trasformazione della materia di tipo ascensionale, per
raggiungere lo stato gassoso, ma che può solo
concludersi in un movimento di tipo contrario, cioè
discendente, fino al liquido essenziale delle gocce che
cadono. La sezione finale del pezzo rappresenta bene
questa compresenza di fasi: un movimento di note
ripetute ma progressivamente discendenti per quarti di
tono e/o semitono, articolato da pizzicati all’unisono che
si staccano via via dalla nota di appartenenza
continua a pag. 3
L’intonazione di un
radiodramma di Beckett e
una novità per orchestra
sinfonica per l’Ensemble
Intercontemporain e Radio
France
Due novità, per strumento
solo e per orchestra, e uno
studio musicologico
dedicato al compositore
segue da pag. 1 (Fedele: La natura del suono)
Christophe Bertrand
Il 13 febbraio Luigi Gaggero
dirige l’Ukho Ensemble in Yet
per ensemble al Dovzhenko Art
Center di Kiev. Madrigal per
soprano e ensemble viene
eseguito da Agata Zubel e
dall’Eighth Blackbird Ensemble
il 29 febbraio al Reva and
David Logan Center for the Arts
della University of Chicago per
la rassegna “Contempo”. Il Trio
Catch porterà in un’articolata
tournée Sanh per clarinetto
basso, violoncello e pianoforte,
il 10 marzo al Palazzo delle Arti
di Budapest, il 13 marzo al
Konserthuset di Stoccolma,
nell’ambito dell’ECHO Rising
Stars Tour, l’11 maggio al
Barbican Centre di Londra, il 13
maggio alla Casa da Musica di
Porto, il 15 maggio al Museum
Insel Hombroich a Neuss
(Nord-Reno Westfalia), infine il
29 maggio al Festspielhaus di
Baden-Baden.
Jean-Luc Hervé
Germination per ensemble e
elettronica in tempo reale è in
cartellone il 21 maggio al Red
Hall del National Forum of Music
a Breslavia (Wroclaw) per il 6th
Musica Electronica Nova
Festival, nell’interpretazione
dell’Ensemble Intercontemporain
diretto da Guillaume Bourgogne.
È uscito per l’etichetta Telos
Music (TLS 181) il Cd
Architecture of Time del Berlin
PianoPercussion con l’incisione
di 4 per due pianoforti preparati
e due percussionisti.
è del silenzio, vediamo sempre un personaggio
(musicista, cantante o attore che sia) “realizzare” questo
silenzio: la vista riempie quel vuoto. Un silenzio alla radio
non è colmato da nulla». Il Festival Présences di Radio
France, dal titolo “Oggi l’Italia”, dedica a Ivan Fedele un
“Portrait” articolato su più esecuzioni che includeranno
numerose prime francesi e una prima esecuzione
assoluta. Sono in cartellone l’11 febbraio all’Auditorium
de Radio France Times Like That per voce di soprano e
orchestra su testi di Barack Obama, Lech Walesa, Aung
San Suu Kyi, nell’interpretazione di Valentina Coladonato
e dell’Orchestre National d’Île de France diretta da
Enrique Mazzola; il 12 febbraio nella medesima sede
Ruah per flauto e orchestra, nell’esecuzione di Mario
Caroli e dell’Orchestre Philharmonique de Radio France
diretta da Pascal Rophé, che proporrà nello stesso
concerto la prima esecuzione assoluta di Lexikon II
per orchestra, commissione Radio France e Seoul
Philharmonic Orchestra; il 13 febbraio, alla Maison de la
Radio, Palimpsest, quarto quartetto d’archi, e Morolòja kè
erotikà per voce femminile e quartetto d’archi su testi
tratti da Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento a
cura di Brizio Montinaro, entrambi in prima esecuzione in
Francia, interpreti il Quartetto Prometeo e il soprano
Valentina Coladonato; infine, lo stesso 13 febbraio,
all’Auditorium de Radio France, Syntax per orchestra,
affidato all’Orchestre Philharmonique de Radio France
diretta da Tito Ceccherini. Lexikon II, che avrà la prima in
Asia il 5 aprile all’LG Arts Center di Seoul per la
rassegna “Ars Nova”, nell’interpretazione di Kwamé Ryan
alla testa della Seoul Philharmonic Orchestra, viene
presentato con queste parole dal compositore:
«“Armonico”, “Inarmonico” e “Saturo” sono i titoli dei tre
movimenti di cui si compone Lexikon II, grande affresco
per orchestra sinfonica che, al pari di Lexikon I, affronta
alcune tematiche legate alla poetica della trasformazione
della materia musicale, del suono. In Lexikon I erano gli
archetipi dell’arte contrappuntistica fiamminga del XVI
secolo a generare nuove forme attraverso altre
manipolazioni in cui l’elemento della spazializzazione
delle sorgenti sonore gioca un ruolo fondamentale.
In Lexikon II la riflessione si concentra sulla natura del
suono semplice e complesso, così come ce la propone
l’analisi del suo spettro armonico, e sulla trasformazione
attraverso processi di contaminazione frequenziale che
portano dall’atmosfera di “Armonico” a quella di
“Inarmonico”, per terminare con “Saturo”, in cui la texture
orchestrale s’impregna di colori mutevoli che vanno
gradualmente ad abitare ogni area, direi quasi ogni
interstizio rimasto vacante, in un movimento di poliritmie
multiple fibrillanti. Ancora una volta ho creduto che quelle
che spesso vengono proposte come estetiche siano, in
realtà, eminentemente delle tecniche che possono
benissimo coesistere e interagire, laddove
l’immaginazione del compositore ritenga di doverne far
uso a fini espressivi, senza dogmatismi o separazioni che
Aureliano Cattaneo
Dar vita al suono
Prima esecuzione assoluta per Aureliano Cattaneo il 24
2
aprile al Theatersaal di Witten, nel contesto dei Wittener
Tage für Neue Kammermusik: Emilio Pomarico
interpreterà, alla testa del WDR Sinfonieorchester Köln,
Resto per orchestra da camera. In questi termini il
compositore descrive il nuovo pezzo, commissione WDR:
«“Resto” è un termine italiano, ma anche spagnolo, che
presenta significati diversi: può significare “rimanere”,
“star fermo”, ma anche “rovina”, “ciò che rimane”, “ciò
che avanza”. Da un lato il pezzo è basato su due
elementi semplici, neutri e contrastanti: un glissando
(un movimento lento, direzionale e omogeneo) e una
ripetizione (un movimento veloce che rimane statico).
Lo sviluppo e la contaminazione di questi due elementi
crea la forma del “resto” che rimane sempre tra questi
due elementi. D’altro canto, c’è l’idea di “rovina”. Cerco
le escludano reciprocamente per partito preso».
Un’ulteriore prima esecuzione assoluta, Metal EastJourney per un percussionista, è in cartellone il 3
maggio al Concert Hall di Shizuoka, Giappone,
nell’interpretazione del solista Thierry Miroglio.
Il 17 gennaio Federica Lotti ha eseguito al Museo
Internazionale della Ceramica di Faenza Apostrofe per
flauto. Il 23 gennaio la rassegna Bayerisches
Staatsorchester Vermessen Themenkonzerte ha ospitato
presso l’Aerodynamik-Windkanal der BMW Group di
Monaco la ripresa di Corrente per violoncello solo,
affidata a Emmanuel Graf. Il 5 febbraio Syntax per
orchestra è in cartellone a Torino per la serie di Rai
NuovaMusica, nell’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta da Marco Angius. Le Fünfzehn
Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte sono in
programma il 6 febbraio al Teatro Massimo Bellini di
Catania, nell’interpretazione del trio costituito da
Francesco D’Orazio, Nicola Fiorino e Giampaolo Nuti.
Lo stesso D’Orazio eseguirà il 10 febbraio all’Istituto
Italiano di Cultura di Parigi la Suite francese II per violino,
Elettra nella versione per violino elettrico a cinque corde,
e la Suite francese VI b per violino elettrico a cinque
corde. All’arco di Federica Severini è invece affidato
Thrilling Wings per violino solo, il 26 febbraio
all’Accademia Filarmonica Romana. Deystviya per bayan
e quartetto d’archi è in cartellone il 7 marzo alla Haute
École de Musique de Lausanne (HEMU) per la rassegna
della Société de Musique Contemporaine Lausanne,
nell’interpretazione di Sergej Tchirkov e del Quartetto
Alter Ego. Il giardino di giada II per flauto e trio d’archi
sarà eseguito il 18 marzo al Festival “Contemporanea…
mente” di Avellino dall’Ensemble Zenit 2000 diretto da
Massimo Testa, con replica il giorno successivo, 19
marzo, al Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica
di Milano. I Solisti del Ned Ensemble propongono il 7
maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nel quadro
del festival del gruppo, Dedica per flauto solo. Gli Études
Australes I, II, III per pianoforte saranno eseguiti dai
pianisti selezionati dal progetto “Call for young
performers”, masterclass di Maria Grazia Bellocchio,
il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la rassegna
“Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di Trieste, il
28 maggio al Conservatorio di Piacenza e in seguito al
Conservatorio di Novara. È uscito nel Dvd Stradivarius
Finito illimitato. Viaggio temporale cosmologico dello
sviluppo dell’universo (STR 33854), accanto a pagine di
Luciano Berio e Giovanni Albini, Pulse and Light per due
pianoforti e elettronica: la registrazione propone la prima
esecuzione assoluta del pezzo, interpretata il 23 maggio
2014 all’Auditorium “Cesare Pollini” di Padova da Maria
Grazia Bellocchio e Aldo Orvieto, nell’ambito di un
progetto promosso dal Sound and Music Processing Lab
del Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova con la
collaborazione dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia
dell’Università di Padova.
Commissione WDR
in prima a Witten
elementi intermedi tra il suono e il rumore (ad esempio, il
suono d’un pianoforte alterato da un pezzetto di metallo
collocato su una corda: suono più ronzio) e cerco
d’integrarli. Cerco di trasformare il “resto” in suono
(il “resto” del suono), in un elemento vivo». Aureliano
Cattaneo partecipa a Parigi al Festival Présences 2016
“Oggi l’Italia” con due lavori: Insieme per flauto,
clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte,
commissione Radio France e Milano Musica, in
cartellone in prima esecuzione francese l’8 febbraio allo
Studio 105 della Maison de la Radio, nell’interpretazione
dell’Mdi Ensemble; e Trazos per soprano e ensemble su
testi di poeti spagnoli del Siglo de Oro, in programma il
10 febbraio all’Auditorium de Radio France, interprete
l’Ensemble 2e2m diretto da Pierre Roullier.
Martino Traversa
Paesaggio eloquente
È uscito per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico
Landscape (STR 37035), interpretato dalla violinista
Hae-Sun Kang, dal pianista Ciro Longobardi e
dall’Ensemble Prometeo sotto la direzione congeniale di
Marco Angius: bella vetrina, scrive Stefano Lombardi
Vallauri nelle note di accompagnamento, della scrittura
di Traversa, in cui «il ritmo è irregolare, la scansione
ametrica, l’armonia elusiva, il melos nervoso, la forma
aschematica, la strumentazione asciutta, il fraseggio
incalzante, il tempo rapidissimo». L’album si apre con
Triple Trio per nove strumenti, esercizio d’una vertigine
della velocità in cui s’avvicendano condizioni diverse
della materia, o dell’energia, che passa da pulviscolare a
massiva, da armonica a entropica. Longobardi esegue
poi l’integrale delle 6 Annotazioni per pianoforte solo,
non meno unitarie del pezzo precedente, fondate su un
materiale astratto, che testimonia l’adesione di Traversa
a un gergo condiviso della postserialità, nelle
segue da pag. 1 (Gervasoni: Distillazione e omissione)
“galleggiando” come una terza voce sopra questa discesa
inesorabile, punteggiata ritmicamente dal 5°, dal 6° e dal
7° armonico che sbalzano improvvisamente le altezze
liberate dalla forza d’attrazione del registro più grave
verso quello più acuto, nel quale costituirsi come melodia
di una seconda voce in filigrana». Agli antipodi per
organico, l’altra novità, Di respiri mancanti per orchestra,
commissione dell’Orchestra Haydn, verrà presentata il 22
marzo all’Auditorium di Bolzano con replica immediata, il
23 marzo, in quello di Trento. La compagine committente
sarà diretta da Dietrich Paredes. Racconta Gervasoni:
«Di respiri mancanti è un pezzo che s’ispira alle figure
retoriche dell’ellissi e della litote: cioè dell’omissione di
uno o più elementi all’interno di un costrutto in modo che
questi possano essere sottintesi, o attenuati in maniera
tale da dire meno per significare di più, tutto ciò al fine di
arricchire la significazione generale di un enunciato. È
esattamente il caso di questo pezzo per piccola orchestra,
in cui la sintesi, la trasparenza e la leggerezza dominano,
e la mancanza, salvo qualche istante, di momenti di alta
densità strumentale o di spessore sonoro, creano
un’impressione generale di vuoto, di astrattezza e di
afasia narrativa che il titolo intende esprimere in maniera
tangibile. A tutti noi è capitato di dover trattenere il fiato a
seguito di uno shock emotivo o di una necessità materiale.
Paradossalmente, evitare di respirare di tanto in tanto,
ridurre il ciclo normale di inspirazioni-espirazioni in un
contesto di aria inquinata potrebbe essere più salutare
che respirare secondo un ritmo naturale dell’aria dalla
natura fortemente compromessa. Immaginarsi ed
esplorare tutto ciò che succede in questi frangenti è
l’oggetto dei momenti che compongono questo pezzo,
e si accompagnano ad altri che costituiscono invece il
contorno di momenti in cui nulla sembra succedere, come
in un respiro trattenuto e ancor di più prolungato, di cui
nulla sembra poter essere detto, perché l’energia non è
liberata ma imprigionata. Eppure, attraverso il poco che lo
delimita, si può far intuire la grandezza di un’estensione
orizzontalmente (e apparentemente) silenziosa e invece
profondamente riempita di significato». In questi mesi è
possibile ascoltare, di Stefano Gervasoni, Anadromous
coda per un percussionista, il 7 febbraio allo Studio
Ernest Ansermet di Ginevra, per la stagione di
Contrechamps, da Thierry Debons; nello stesso concerto
Kai Wessel e Olivier Darbellay eseguono Romper del día,
sei poesie di José Ángel Valente per controtenore e corno.
L’11 febbraio l’Orchestre National d’Île de France diretta
da Enrique Mazzola interpreta all’Auditorium de Radio
France, sempre per il Festival Présences, Un leggero
ritorno di cielo per ventidue archi. Il 1° marzo Aldo
Orvieto, pianoforte, Luca Richelli (SaMPL, Padova), live
electronics, e Alvise Vidolin (SaMPL, Padova), regia del
suono, proporranno all’Auditorium Pollini di Padova Luce
ignota della sera da Robert Schumann, Zwölf vierhändige
Klavierstücke für kleine und große Kinder op. 85 n. 12 per
frequentissime frasi brevi discendenti che chiudono
seccamente nel grave o negli agglomerati puntuali,
somma di azioni plurime in polifonia. Segue un’altra,
felice pagina solistica: Red per violino, proposto dalla
violinista dedicataria del pezzo, da lei tenuto a battesimo
nel 2012. Si tratta di un omaggio a Pierre Boulez,
peraltro non immemore della lezione di Luciano Berio,
presente in quella nota ossessiva, il La sulla terza corda,
che ritorna insistente nel contesto d’una scrittura
caratterizzata da sezioni spesso monofigurali, intercalate
da più brevi transizioni ispirate a un melos più calmo.
Chiude questa selezione Landscape, “tre immagini di un
paesaggio sgretolato” per tredici strumenti, una sorta di
monumento alla rovina in cui ciascuno strumento
(rilevantissimo il contributo dei legni) contribuisce
all’elegante, misurata, poetica definizione sonora di un
avvicendarsi fluido di immagini, dalla vaghezza discreta
e eloquente.
pianoforte e live electronics. Il 29 marzo il soprano Angèle
Chemin e l’Mdi Ensemble eseguiranno allo Spazio Sirin di
Milano, per la rassegna Musica d’Insieme, gli Aster Lieder
per voce, violino, viola e violoncello, e una selezione dalle
Quindici invenzioni a due voci (BWV 772-786),
trascrizione per flauto, violino e viola di Stefano Gervasoni
da Johann Sebastian Bach. Il 20 aprile al Mozart-Saal del
Wiener Konzerthaus il Quatuor Tana interpreterà Six
Lettres à l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto
d’archi. Il 21 maggio Dir - In Dir per sestetto vocale e
sestetto d’archi su testi di Angelus Silesius sarà portato
dall’Ekmeles Ensemble e dal Mivos Quartet al DiMenna
Center di New York. Infine, Prés per pianoforte sarà
eseguito dai pianisti selezionati dal progetto “Call for
young performers”, masterclass di Maria Grazia
Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la
rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di
Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza e
successivamente al Conservatorio di Novara. In
occasione del concerto citato sopra del 29 marzo allo
Spazio Sirin di Milano verrà presentato il libro di Philippe
Albèra, Le parti pris des sons. Sur la musique de Stefano
Gervasoni, Éditions Contrechamps. Nelle parole di Albèra,
professore di storia della musica, analisi ed estetica alle
Hautes Écoles de Musique di Ginevra e Losanna,
fondatore di Contrechamps e delle Éditions
Contrechamps, e collaboratore di diverse istituzioni
concertistiche, «la musica di Stefano Gervasoni traccia il
proprio cammino con coscienza acuta. Pur evolvendo in
termini significativi, conserva una considerevole unità.
Nella sua stessa fragilità, rappresenta le dinamiche della
nostra epoca, che riflette in modo acuto: sul piano
musicale, attraverso un’esplorazione del timbro che
capovolge le concezioni tradizionali, attraverso
l’integrazione all’interno di un pensiero più ampio, che
mette in gioco tutti i parametri della composizione, e
attraverso delle forme che combinano la tecnica del
montaggio e il senso della traiettoria. Su un piano più
generale, attraverso l’attenzione a legare la propria
musica a questioni etiche, spirituali, politiche e poetiche
che le conferiscono un contenuto estremamente ricco, e
che hanno portato il compositore a confrontarsi con idiomi
remoti, come il fado, o con materiali storici, come gli
accordi perfetti, senza in ogni caso effettuare un pur
minimo ritorno al passato. Al contrario, tutto il cammino
di Gervasoni dimostra un’invenzione che apre
costantemente nuovi territori, mescolando a
un’immaginazione fertile la profondità del mestiere e un
senso critico acuto. La musica di Gervasoni è altamente
espressiva ed è capace di conservare le forme
dell’incantamento accanto a momenti più bui e duri. Nella
situazione attuale, in cui i movimenti di regressione
guadagnano terreno, questa ricerca tenace e senza
concessioni rappresenta una ragione di speranza».
Cd monografico per ensemble
e per soli propone un ritratto
coerente del compositore
Luis de Pablo
La versione per quintetto
d’archi di Luis de Pablo dei
Valses nobles et sentimentales
(nn° 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8) di
Maurice Ravel saranno
presentati in prima esecuzione
assoluta l’11 aprile all’Auditorio
400 del Centro de Arte Reína
Sofia di Madrid. Il Sonor
Ensemble sarà diretto da Luis
Aguirre. Pensieri, rapsodia per
flauto e orchestra avrà la prima
italiana il 19 maggio all’Opera
di Firenze per il Maggio
Musicale Fiorentino,
nell’interpretazione di Roberto
Fabbriciani e dell’Orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino
diretta da José Ramón Encinar.
Francisco Guerrero
Rhea per dodici saxofoni è
in cartellone il 6 aprile alla
Gläserner Saal/Magna
Auditorium del Musikverein di
Vienna. L’Ensemble Konsax
Wien sarà diretto da Lars
Mlekusch. El polo, Almeria e
Malaga, trascrizioni per
orchestra di Francisco Guerrero
dalla Suite Iberia per pianoforte
di Luis Albeniz è in cartellone il
19 maggio all’Opera di Firenze
per il Maggio Musicale
Fiorentino, interpreti l’Orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino
diretta da José Ramón Encinar.
3
Novità cameristica ispirata
a Picasso e due riscritture
da musica propria e altrui
Luigi Dallapiccola
Three Questions With Two
Answers per orchestra è stato
proposto il 31 gennaio alla
Filharmonia Narodowa di
Varsavia dalla Narodowa
Orkiestra Symfoniczna
Polskiego Radia w Katowicach
diretta da Alexander Liebreich.
Tartiniana seconda per violino e
pianoforte è in cartellone il 26
febbraio al Music Hall del
Guildhall School of Music &
Drama di Londra, interpreti
Rebecca Raimondi e
Alessandro Viale. Il Prigioniero,
un prologo e un atto da La
torture par l’espérance di
Villiers de l’Isle Adam e La
légende d’Ulenspiegel et
Lamme Goedzak di Charles de
Coster è in cartellone, in forma
di concerto, il 22 e 24 aprile alla
Großer Saal della Laeiszhalle
Hamburg per l’Internationales
Musikfest Hamburg. Ne
saranno interpreti Ángeles
Blancas (La Madre), Michael
Nagy (Il Prigioniero), Stephan
Rügamer (Il Carceriere/Il
Grande Inquisitore), l’NDR
Chor, il Dänischer
Rundfunkchor e l’NDR
Sinfonieorchester diretti da
Thomas Hengelbrock. Le
Quattro liriche di Antonio
Machado per voce e pianoforte
sono in cartellone per il Festival
del Ned Ensemble il 7 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
dei solisti del Ned Ensemble.
Vittorio Montalti
Abandoned Places per flauto
basso, clarinetto basso, violino,
violoncello, pianoforte e
elettronica è in programma il 1°
marzo all’Auditorium Pollini di
Padova, interpreti l’Ex Novo
Ensemble, Luca Richelli
(SaMPL) al live electronics e
Alvise Vidolin (SaMPL) alla
regia del suono.
Valerio Sannicandro
Anteterrae per trentadue voci
sarà eseguito il 28 marzo a
Tongyeong (Corea del Sud),
per l’ISCM World Music Days
dell’International Society for
Contemporary Music.
4
Alessandro Solbiati
Coppie di figure
Tre le prime esecuzioni assolute per Alessandro Solbiati
nei primi mesi del 2016. Il 17 gennaio Alberto Bologni e
Olga Arzilli hanno proposto alla Cascina Boffalora di
Piacenza la prima esecuzione integrale
dei Dodici Lieder per violino e viola dalla
Winterreise di Franz Schubert. Così il
compositore racconta questa nuova
esperienza creativa: «Nel 2011 il violista
francese Pierre Henri Xuereb, caro amico
da lungo tempo, mi chiese se potevo
trascrivere per il suo duo con il violinista
Dejan Bogdanovic un Lied di Schubert a
mia scelta. Io non sono mai molto attratto
dalle operazioni compositive piccole e
occasionali: dissi subito che avrei scelto
un Lied dal ciclo Die Winterreise, che
amo come poche altre musiche al mondo, e che avrei
sperimentato la trascrizione di due Lieder, e non di uno
soltanto. “Sperimentato” perché ero piuttosto scettico
sull’effettiva efficacia di una simile trascrizione. Capii
subito che bisognava evitare il rischio di ridurre il tutto a
una melodia di violino accompagnata dalla viola, capii
che ero orfano del registro grave, ma capii anche che
l’operazione aveva un grande fascino: così come
Schubert sa ogni volta comprimere come nessuno un
intero universo espressivo nel tempo di pochi minuti, allo
stesso modo la riduzione strumentale costringeva a
un’assoluta economia di mezzi, a una logica timbrica da
“bassorilievo”, dovendo elaborare strategie di registro e
polifonia sempre diverse. Violino e viola vengono pensati
come un unico strumento, come un micro-quartetto
d’archi. E così, via via sono arrivato a trascrivere dodici
Lieder : è il mio assoluto atto d’amore per Schubert e la
sua opera più straordinaria». Il 20 marzo sarà invece la
Palazzina Liberty di Milano a ospitare, nell’ambito del
Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica, la prima
di Promenade per pianoforte e archi, nell’interpretazione
di Rossella Spinosa e dell’Orchestra Milano Classica
diretta da Alessandro Calcagnile. Spiega Solbiati: «Da
un paio d’anni Rossella Spinosa mi chiedeva un brano
per il suo New Made Ensemble e per il Festival Cinque
Giornate, qui a Milano. Ora finalmente il momento è
giunto e Promenade è a lei dedicato. La richiesta (e
anche la scommessa per me) era quella di fare in modo
che la parte degli archi potesse essere eseguita da un
quintetto di strumenti soli o da un’orchestra d’archi, un
po’ come si faceva in antico, dunque. E allora ho avuto
un’idea: ho scelto cinque dei miei Interludi per pianoforte
(rispettivamente i numeri II, VIII, XII, XIII e I, utilizzandoli
in quest’ordine) e ho costruito un percorso tra di loro in
cui la parte pianistica è rimasta pressoché inalterata (ho
solo costruito alcuni collegamenti, allargato talune pause
interne etc.) e dialoga con gli archi. Essi a volte lo
riverberano, a volte lo amplificano o gli si sostituiscono,
in parte o del tutto, a volte vanno a leggere linee
implicite nella parte pianistica, costruendo sequenze
melodiche o polifonie, aggiungendo timbri e così via.
È stato come camminare nella mia stessa musica,
costruendo una macroforma molto direzionata a partire
da brevi brani non composti per questo: un po’ quello
che feci circa dieci anni fa, quando partendo dagli otto
brevi brani di Quaderno d’immagini per
cimbalom solo, costruii Nora, per
cimbalom e sette strumenti o orchestra».
Infine Guernica per flauto, violino, viola e
violoncello sarà tenuto a battesimo il 22
maggio ai Rencontres Musicales en
Seine-et-Marne, con replica il 7 giugno a
Versailles, per il Festival Le Mois Molière,
affidato a Christel Rayneau e all’Hélios
Ensemble. Così l’Autore: «Christel
Rayneau, flautista dell’Hélios Ensemble di
Parigi, un quartetto costituito da flauto,
violino, viola e violoncello, mi ha commissionato un
brano destinato in partenza a essere eseguito la prima
volta al Musée Picasso di Parigi. In realtà la prima
esecuzione avverrà altrove, ma l’emozionante situazione
di sentire il mio brano eseguito tra i capolavori picassiani
è soltanto rinviata al 2017. Christel mi aveva proposto di
fare un riferimento a “Guernica”, nel mio brano, io ho
accettato; anzi tale riferimento è divenuto la struttura
stessa del pezzo. Con queste parole introduco infatti
la partitura: Il riferimento alla famosa opera di
Picasso, suggerito da Christel Rayneau, è tutt’altro
che formale. Nel dipinto vi sono sei figure divise in
tre coppie: due donne, due uomini e due animali.
In ogni coppia vi è una figura tragica (la donna con il
bimbo morto in braccio, il soldato morente, il cavallo
ferito) e una “drammatica” (la donna che fugge,
l’uomo con le braccia levate, il toro impassibile).
Vi sono dunque nel mio brano sei situazioni
collegate a ogni figura, situazioni che ritornano in
modo sempre più vorticoso, come se il quadro ruotasse
sempre più velocemente davanti ai nostri occhi. Ma nel
quadro vi sono anche due elementi di speranza; una
lampadina accesa e un braccio proteso con una fiaccola.
Nel turbine delle sei situazioni, un dobaci risonante
annuncia il farsi strada progressivo di un elemento
luminoso in doppio aspetto, la melodia e il corale,
elemento che alla fine dilaga». Nell’ambito della stagione
Rondò 2016 il Divertimento Ensemble ha in programma
un concerto monografico dedicato al 60° compleanno di
Alessandro Solbiati il 6 aprile presso il Teatro Litta di
Milano. In quell’occasione verranno eseguiti Manet per
violoncello e pianoforte, interpreti Martina Rudic e Maria
Grazia Bellocchio, Pour Ph.B. per clarinetto, violino,
violoncello e pianoforte, nell’esecuzione del Divertimento
Ensemble diretto da Sandro Gorli, così come A tEma
per flauto e trio d’archi, Alfi, tre movimenti per sette
strumenti, e Sestetto a Gérard per sei strumenti.
Nei mesi scorsi è stato possibile ascoltare il primo dei
Quattro studi per chitarra il 7 novembre al Castello
Sforzesco di Milano, nell’interpretazione di Andrea
Monarda; To Whom? per voce femminile il 27 novembre
al Teatro del Lavoro di Pinerolo, interprete Laura Catrani;
lo stesso pezzo il 30 novembre all’Hôpital Saint Jean de
Dieu di Lione, con la voce di Sophie Poulain; il I e il IV
dei Quattro studi per chitarra il 6 dicembre al Museo del
Novecento di Milano, sempre nell’interpretazione di
Andrea Monarda; Chanson d’aube, nella versione per
violino e chitarra il 9 dicembre al Conservatoire National
Supérieur de Musique et Danse di Parigi, Espace
Maurice Fleuret, nell’esecuzione di Malika Yessetova e
Natalia Makovskaya; la produzione video dell’opera Il
suono giallo è stata infine proiettata il 9 gennaio agli
Amici del Loggione di Milano. Nei prossimi mesi sono in
programma i Sette pezzi per orchestra d’archi il 7
febbraio alla Sala Maffeiana di Verona, interpretati dai
Virtuosi Italiani diretti da Olivier Ochanine; la produzione
video dell’opera Il suono giallo verrà riproposta nel mese
di marzo all’Accademia di Belle Arti di Brera; gli
Hölderlin Lieder per soprano e pianoforte risuoneranno il
15 marzo al BKA Theater, per la rassegna Unerhörte
Musik, affidati al Duo Alterno; Fête e Interludi per
pianoforte saranno eseguiti dai pianisti selezionati dal
progetto “Call for young performers”, masterclass di
Maria Grazia Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di
Milano, per la rassegna “Rondò”, il 27 maggio
al Museo Revoltella di Trieste, il 28 maggio al
Conservatorio di Piacenza, e successivamente
al Conservatorio di Novara; Path per clarinetto
solo è in programma il 28 maggio
all’Auditorium Celesti di Desenzano, per il
Festival del Ned Ensemble, interpreti i solisti
dello stesso gruppo. È uscito infine il Cd
“Crescendo” (Ema Records 40024) che
propone, nell’interpretazione de I Piccoli
Pomeriggi Musicali e dell’Orchestra I
Pomeriggi Musicali diretti da Daniele Parziani,
Crescendo, otto brevi brani in forma di studio per
orchestra da camera, Raggio per orchestra da camera e
Ianus, due movimenti per orchestra da camera.
Pasquale Corrado
La società e il volto
Tre novità di Pasquale Corrado nei primi mesi del 2016.
Il Quartetto Prometeo presenta il 13 febbraio alla
Maison de la Radio, a Parigi, per il Festival Présences,
Autoritratto con quartetto per quartetto d’archi,
commissione Radio France. Così ne scrive l’Autore:
«Folli, passionali, compiaciuti, disagiati, fieri,
psichedelici, seriali. Da sempre l’autoritratto ha
affascinato e sedotto la creatività di innumerevoli pittori
e artisti dell’immagine. Molti si sono cimentati con il
genere, elaborando, in una serie infinita di modi, la
propria idea di rappresentazione del sé. Tra gli
autoritratti d’autore che più stimolano la mia fantasia
quelli di Vincent Van Gogh. Alle oltre trenta tele del
genere realizzate e spesso utilizzate come metodo di
introspezione e strumento per sperimentare nuovi stili,
l’artista olandese rappresenta se stesso in molti altri
quadri, identificandosi con soggetti altri rispetto al sé,
come se in ognuno di questi Van Gogh rivedesse
qualche propria caratteristica, a volte impercettibile
all’osservatore a volte più esplicita. In un unico
autoritratto Van Gogh si rappresenta pittore. Insieme a
lui sulla tela anche il cavalletto, i pennelli e la tavolozza
dei colori. In questo quadro l’artista si ritrae con gli
strumenti del proprio mestiere, cercando in essi la
legittimazione del proprio essere artista e pittore,
convinto che la pittura fosse, come scriveva al fratello
Theo, “un modo per entrare nel cuore della gente”. Mi
sono domandato come fosse possibile rappresentarsi
attraverso un “suono”. Cercare di dar forma a me stesso
con la complessità musicale di un quartetto è stato un
lavoro molto stimolante. Quali le caratteristiche da
esaltare come segni caratterizzanti l’Io? Cercare di
descrivere i contorni del mio volto o dare voce alla
coscienza? Sono partito dalla pulsazione che
scandisce, con regolarità, la vita di ogni essere umano
e che diventa vettore di un’energia trasmissibile
all’ascoltatore. Ho poi usato ogni individualità del
quartetto come il pittore usa la tavolozza dei colori,
usando le loro mani per disegnare me stesso nel
momento in cui scrivo. A differenza di un pittore però la
mia tavolozza non si basa su colori, ma su una serie di
filtri e processi di sintesi attraverso cui trasformare ed
elaborare un segnale sonoro proveniente dal quartetto e
modularne le frequenze. Non ho cercato di accostare
colori a timbri, ma il lavoro si basa su corrispondenze,
Luca Mosca
similitudini, riflessi, echi, riverberi, trasparenze.
All’ascoltatore dunque la possibilità di stabilire un
proprio codice cromatico per immaginare un volto o
scoprire, identificarsi e isolare emozioni suggerite dal
brano». Babbelish ovvero I fratelli gabbati è il titolo della
nuova commissione e produzione del Teatro Massimo di
Palermo, in scena dal 24 al 26 febbraio nella Sala
Grande, con la regia e la drammaturgia di
OperAlchemica, l’Orchestra e il Coro del Teatro
Massimo, maestro del coro Piero Monti. Lo spettacolo
viene realizzato in collaborazione col Teatro Franco
Parenti di Milano e il Centro Culturale Le Toboggan di
Lione. Spiega Corrado: «Babbelish parla di una società
addormentata, il cui unico interesse è ottenere dosi di
tranquillità giornaliera. Mr. Babbel scopre qualcosa cui
attribuisce subito un grande potere: masticando un
copertone di un’automobile si rende conto che questo
gesto meccanico lo pone in uno stato di sazietà non
solo fisica ma soprattutto mentale. Il salto dalla propria
personale esperienza al pensiero che tutti nel mondo
potrebbero non voler altro che provare la stessa
sensazione è breve. Ecco allora fabbricata la gomma
Happy Babbel, “super plasticosa”, “super morbidosa” e
“super fucsia”, che toglie l’appetito, ci fa sentire calmi,
tranquilli e senza pretese. Tutti masticanti compulsivi di
una gomma che crediamo ci dia la felicità ma che in
realtà ci ammansisce. Questa soddisfazione fittizia ci
viene offerta attraverso la schiavitù di un popolo
denaturalizzato per mano dell’uomo e sottomesso,
i Babbelish appunto. Il sacrificio del debole per
soddisfare finte necessità di chi si crede più forte ma
non per questo è meno schiavo. È così che una società
masticante sazia non solo lo stomaco ma mette a tacere
anche i suoi impulsi intellettuali: la voglia di scoprire
cose nuove, di porsi domande, di contestare, di
crescere, di creare, di essere visionari. Ci piace che a
risvegliare la società dal torpore e dalla dipendenza sia
un gruppo di ominidi di una foresta, apparentemente
semplici, apparentemente non evoluti, interpretati da
ragazzi affetti da sindrome di Down». Infine, una novità
per violino elettrico è in cartellone, in prima esecuzione
assoluta, il 14 aprile alla Sala Casella dell’Accademia
Filarmonica Romana, nell’interpretazione di Francesco
D’Orazio.
Concerto in memoriam
L a rassegna Rai NuovaMusica presenta il 4 febbraio
a Torino la prima esecuzione assoluta del Settimo
Concerto per pianoforte e orchestra, solista Anna
D’Errico, con l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta da Marco
Angius. Così Mosca descrive il lavoro:
«Il Settimo Concerto per pianoforte e
orchestra, in un unico movimento, comincia
con un Adagetto di 23 battute denominato in
partitura Tema. Questo Tema tornerà a
metà della composizione in forma frenetica
e allucinata contrappuntando una melodia
degli archi espressiva e carica di pathos,
diametralmente antagonistica al Tema.
Quello che viene prima e dopo questa
onirica riproposizione variata è una serie
molto ricca di episodi che nulla hanno a che
vedere col Tema e che si presentano in intensa
successione sempre con grande tensione articolativa.
Prima della virtuosistica e complessa perorazione
finale, un breve passaggio lento ma carico di tensione
prepara l’esplosione definitiva. Ho scritto il Settimo
Concerto tra giugno e dicembre del 2014 sull’onda
emotiva della scomparsa improvvisa del mio caro amico
Gigi Melega alla cui memoria questa composizione è
dedicata». Il Quintetto per flauto, clarinetto, violino,
violoncello e pianoforte è stato eseguito il 26 gennaio
alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano,
nell’ambito della stagione della Società del
Quartetto, dall’Mdi Ensemble. Nei prossimi
mesi sarà possibile ascoltare i Cinque piccoli
scherzi per flauto, clarinetto, violino e
violoncello il 17 marzo al Museo Marino
Marini di Firenze per il Contempoartefestival,
nell’esecuzione del Contempoartensemble
diretto da Mauro Ceccanti; una selezione dai
24 Preludi e Rime arabe per pianoforte
saranno eseguiti dai pianisti selezionati dal
progetto “Call for young performers”,
masterclass di Maria Grazia Bellocchio, il 22
maggio al Teatro Litta di Milano, per la
rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di
Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza e
successivamente al Conservatorio di Novara; le Tre
canzoni veneziane per chitarra sono infine in
programma il 28 maggio all’Auditorium Celesti di
Desenzano per il Festival del Ned Ensemble, ai cui
solisti l’esecuzione è affidata.
Novità cameristica proposta
dal Quartetto Prometeo e
metafora della società in una
coproduzione fra teatri italiani
Ennio Morricone
Frammenti di giochi per
violoncello e arpa è in
cartellone il 15 febbraio al
Teatroinscatola di Roma per
il Festival Todays Music,
interpreti Anna Maria
Mastromatteo e Nazarena
Recchia. Se questo è un uomo
per soprano, voce recitante,
violino solista e archi su testo
di Primo Levi sarà ripreso il 4
aprile alla University of Notre
Dame in Indiana (USA), dagli
studenti dell’università stessa.
Voci dal silenzio per voce
recitante, coro misto, voci
registrate su nastro magnetico
e orchestra è in programma
il 21, 23 e 24 maggio
all’Auditorium Parco della
Musica per i concerti
dell’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia,
nell’interpretazione
dell’Orchestra e Coro
dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia diretti dall’Autore.
Omaggio concertante all’amico
e librettista Gianluigi Melega
per Rai NuovaMusica
Malika Kishino
Monochromer Garten III per
timpani sarà proposto da
Takeshi Kubota il 22 marzo
all’Opera City di Tokyo.
Vagues des passions per due
percussionisti è in cartellone il
16 maggio alla Fondation
Camargo di Cassis (Marsiglia),
per il Festival Les
Musiques/GMEM,
nell’interpretazione delle
Percussions de Strasbourg.
5
Escono un Cd cameristico
monografico e il Dvd esito
del progetto padovano tra
musica e chimica
Bruno Maderna
Honeyrêve per flauto e
pianoforte è in programma il 2
aprile al Théâtre de l’Acquarium
di Parigi, nell’interpretazione di
solisti dell’Ensemble Aleph.
Divertimento in due tempi per
flauto e pianoforte è in
cartellone per il Festival del
Ned Ensemble il 21 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
di Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini; la
medesima sede ospiterà una
settimana più tardi, il 28
maggio, l’esecuzione di Per
Caterina e Serenade für
Claudia per violino e pianoforte,
affidati a solisti del Ned
Ensemble.
Doppia prima all’insegna
delle ricerche più avanzate
della nuova liuteria
Aldo Clementi
L’Ives Ensemble ha eseguito il
Valzer su F.A.C. per nove
strumenti e il Valzer per otto
strumenti scritto per gli 80 anni
di Carlo Marinelli il 14 gennaio
al Muziekgebouw di
Amsterdam. L’Ensemble PlusMinus propone Madrigale per
pianoforte preparato a quattro
mani e nastro registrato il 2
febbraio alla Fundación BBVA
di Bilbao. Canone Circolare per
quattro strumenti ad libitum è in
programma il 25 febbraio
all’Istituto Italiano di Cultura di
Stoccolma, interprete Voxnova.
Infine il 7 marzo 2016 avrà
luogo al Conservatorio di
Bologna un concerto
monografico di musica da
camera di Aldo Clementi, con
proiezione del documentario di
Patrizio Esposito Collage.
Blues per Aldo.
6
Nicola Sani
Ritratto con figure
È uscito per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico
RAW (STR 37022), interpretato dal Contempoartensemble
diretto da Mauro Ceccanti, con la partecipazione
di Moni Ovadia in veste di voce recitante. Questa
antologia di opere cameristiche di Sani, composte
sull’arco di tre lustri dal 1997 al 2011, include una
serie di pagine connotate spesso da riferimenti
ideologici o letterari: AchaB nella
versione per clarinetto, ispirato al
capolavoro di Melville; Oltre il
deserto spazio per flauto, clarinetto,
violino, violoncello e pianoforte, il
cui titolo proviene dal prediletto
Lucrezio; Come una specie di
infinito per violoncello e pianoforte;
Verso un altro occidente per flauto,
clarinetto, viola, pianoforte e
percussioni, pendant di Oltre il
deserto spazio; RAW per violino, capovolgimento sin dal
titolo di quella guerra-War, che si vuole contestare; A Time
for the Evening per clarinetto, violino, violoncello e
pianoforte, che rimanda al secondo dei Four Quartets di
T.S. Eliot; Vidi in terra angelici costumi per ensemble,
pagina scritta per Mario Ceccanti e intitolata a un verso
petrarchesco di lisztiana memoria; infine, Sul denaro per
voce recitante e ensemble su testo di Luigi Pestalozza,
severa riflessione sul potere manipolatore della ricchezza.
Parallelamente è uscito per la medesima etichetta
discografica, in collaborazione col Sound and Music
Processing Lab dell’Università di Padova, il Dvd Chemical
Free (?), musica di Nicola Sani, video di David Ryan (STR
33973), che documenta la serata del 9 maggio 2014
all’Auditorium “Cesare Pollini” di Padova, ovvero il
concerto multimediale definito Un viaggio nel microcosmo
della materia. La componente musicale del Dvd include
C’è tanto spazio là in fondo per contrabbasso e live
Giovanni Verrando
I mezzi e l’idea
Il 25 Maggio verranno presentati in prima esecuzione
assoluta a Parigi, presso l’Istituto Italiano di Cultura,
Fourth Born Unicorn, rounded version per viola d’amore e
Fourth Born Unicorn, angular version per viola, eseguite
da Marco Fusi, solista dedicatario dei due
pezzi. Si tratta di un medesimo brano
concepito in due versioni: in esse si
modificano lo strumento, il modo e i mezzi
esecutivi. Nella “rounded version” per viola
d’amore il solista indossa dei guanti di
lattice, con i quali produce gesti e suoni
dall’inviluppo più arrotondato e dalla
brillantezza contenuta, appositamente
studiati in alcuni mesi di lavoro compiuto
direttamente sullo strumento. Nella seconda,
“angular version” per viola, l’esecutore
indossa un guanto con ditali da cucito,
generando suoni in questo caso più percussivi e brillanti,
con una gestualità anch’essa appositamente concepita e
differente dalla “rounded version”. Ne scrive l’Autore: «Gli
strumenti sono mezzi dei quali avvalersi per un proprio
scopo, per uno specifico immaginario sonoro. La scelta di
mezzi rimodulati, come la viola sollecitata da guanti di
lattice o ditali da cucito, prefigura una sorta di
azzeramento della tecnica esecutiva e dello strumento
così come esso si è sempre presentato. Ho scelto di
rimuovere numerosi elementi della tecnica ordinaria e
acquisita dal solista ad arco non per un capriccio, né per
una compulsiva ossessione per il nuovo, ma per due
ragioni proprie del mio progetto sulla nuova liuteria: la
necessità di concretizzare un mio immaginario sonoro che
nasceva dalla frequentazione di quegli stessi strumenti (se
sollecitati da una pratica manuale non scontata) e la
electronics, No Landscape per pianoforte e live
electronics, e More Is Different per flauto iperbasso,
supporto digitale a 8 canali, motion capture
e live electronics. Il progetto affonda le radici
nella ricerca attorno alle nuove tecnologie
digitali per la musica e al rapporto tra suono
e linguaggi delle arti elettroniche e
intermediali condotta dal Conservatorio “C.
Pollini” in collaborazione col Dipartimento
di Ingegneria dell’Informazione-DEI-CSC
dell’Università di Padova, collaborazione che
ha portato alla creazione del SaMPL, un
laboratorio di ricerca scientifica immerso nel contesto della
musica e delle arti contemporanee. Chemical Free (?) è
un’esperienza di “teatralizzazione sonora e intermediale
della scienza” legata al mondo della chimica, che si
prefigge di dimostrare come la stretta collaborazione tra
forme artistiche innovative e la divulgazione scientifica
possa generare nuove forme di spettacolo di forte impatto
sul pubblico. Nei prossimi mesi sarà possibile ascoltare
Studio per “Isola prima” per viola amplificata il 6 marzo
al Teatroinscatola di Roma, per il Festival Todays,
nell’interpretazione di Maurizio Barbetti; Il grande cielo
soggettivo, musica per il melologo su testo di Fernando
Pessoa per voce recitante e ensemble, e Astratto II per
violino e violoncello, in prima esecuzione italiana, il 29
marzo all’Auditorio di Santa Apollonia di Firenze per il
Contempoartefestival affidati rispettivamente al duo
Duccio e Vittorio Ceccanti, a Marcello Prayer, voce
recitante, e al Contempoartensemble diretto da Vittorio
Ceccanti; infine, Con fuoco per flauto iperbasso e nastro
magnetico a 8 canali è in cartellone il 6 maggio al Centro
Culturale Candiani di Venezia Mestre con Roberto
Fabbriciani, flauto iperbasso e Alvise Vidolin, elettronica,
con l’apporto straordinario della poesia di Pierluigi
Berdondini recitata dallo stesso Autore.
conseguente esigenza di appropriarmi del mezzo, di
conoscerlo da vicino, studiarlo, suonarlo allo scopo di
inverare e dettagliare quell’immaginario. Con l’obiettivo
di trovare le soluzioni esecutive più appropriate seppur
complesse, ho composto il brano eseguendone io
stesso ogni singola sezione, ogni dettaglio, in quel
circolo per cui dal pensiero si giunge ai mezzi e da
questi si ritorna all’idea musicale di partenza, a
quel punto inevitabilmente un po’ modificata dalle
scoperte sul suono prodotto e dalla manualità a
poco a poco più esperta». Di Fourth Born Unicorn,
rounded version è in fase di realizzazione un video,
in uscita nel mese di maggio, sempre con Marco
Fusi nella veste di solista. Il 4 dicembre scorso, in
occasione della New Made Week è stato eseguito
presso l’Accademia di Belle Arti “Tadini” di Lovere
First Born Unicorn, remind me what we’re fighting
for per flauto amplificato, interprete Laura Faoro. Il 12
gennaio Second Born Unicorn, remind me what we’re
fighting for per pianoforte è stato proposto da Luca
Ieracitano alla rassegna “Unerhörte Musik” di Berlino.
Il 17 marzo il Festival Archipel di Ginevra ospiterà
l’esecuzione di Krummholz per trio d’archi con e senza
corde, percussioni e elettronica, nell’interpretazione di
RepertorioZero, in occasione del concerto/spettacolo
“beforeZero”, coprodotto da Milano Musica e dalla Ernst
von Siemens MusikStiftung. Prosegue il periodo di
docenza di Giovanni Verrando come Visiting Professor
alla Sibelius Academy di Helsinki; in quel contesto il
compositore terrà il 3 marzo allo Helsinki Music Centre
una public lecture dal titolo Prepared and transformed
instruments, in cui verranno introdotti al pubblico alcuni
dei suoi ultimi lavori sulla nuova liuteria.
Javier Torres Maldonado
Gesti e traiettorie
Lo scorso 24 novembre l’Ensemble Sillages ha presentato
in prima esecuzione assoluta al Quartz di Brest il Cuarteto de
cuerdas n. 2 per quartetto d’archi, commissione del Ministero
francese della cultura. La composizione verrà ripresa dai
medesimi interpreti della prima il 15 aprile all’Église de SaintMerry di Parigi, nell’ambito della rassegna “Les Rendez-Vous
Contemporains de Saint-Merry”. In questi termini l’Autore
presenta il nuovo lavoro: «Il mio secondo quartetto assume
come oggetto d’ispirazione gestuale alcuni frammenti del
VI canto del libro Altazor di Vicente Huidobro: un pretesto
poetico per concepire le sonorità che caratterizzano i tre
movimenti. Queste frasi, estrapolate dal loro contesto,
compaiono come titoli di ciascun movimento: il primo, “Así
viajando, en postura de ondulación” (“viaggiando così, con
postura ondulatoria”) descrive l’elemento gestuale più
semplice dell’opera e dà impulso a tutta la composizione. Per
questo movimento ho concepito un colpo d’archetto speciale
che ho chiamato “ruotato”, e che consiste in un movimento
rotatorio che richiedere di percuotere la corda col 60% di
legno dell’archetto e il 40% di crine. Ciò produce un timbro
particolare ma anche una gestualità “ondulatoria” che
si costruisce come “immagine” d’esplorazione
multidimensionale dei diversi materiali puramente musicali di
questo movimento. Il secondo movimento porta come titolo
“En la seda cristal nube” (“Nella seta cristallo nube”).
L’allusione all’immagine sonora è evidente all’ascolto. L’intero
movimento si presenta come un’estensione dell’esplorazione
delle diverse tecniche di pizzicato già presentate nel Cuarteto
n. 1 e nei Tres Estudios per violino solo, in cui gli strumentisti
utilizzano le due mani. L’utilizzo predominante del pizzicato
costituisce un importante contrasto col movimento
precedente. Il controllo della densità degli avvenimenti sonori
è tanto più pertinente fino a riguardare gli accumuli e le
rarefazioni calcolati algoritmicamente. Essi trasformano le
luminosità spettrali del primo movimento per sostituzione:
sono filtrati dagli strumenti del quartetto con suoni che gli
strumentisti ottengono suonando dietro il ponte. Il titolo
dell’ultimo movimento, “Cristal si cristal era” (“Cristallo se
fosse cristallo”) allude all’idea della cristallizzazione
multidimensionale che parte dagli stessi materiali abbozzati
nei miei lavori precedenti (Estudio n. 2 per violino).
Il materiale di quest’ultimo movimento si presenta in
combinazione con altri elementi provenienti dai movimenti
precedenti, talora in maniera esplicita, ma sempre trasformati
da sovrapposizioni, condensazioni e rarefazioni». Tra aprile
e maggio verrà proposto all’Auditorium dell’Istituto Superiore
di Studi Musicali “Pietro Mascagni” di Livorno, nell’ambito
della stagione Suoni Inauditi, Enim adscititios
accidentalesque a stellis fulgores adimit, composizione
elettroacustica. Spiega Torres Maldonado: «La versione
definitiva del brano acusmatico Enim adscititios
accidentalesque a stellis fulgores adimit ha richiesto quasi
sette anni e quattro versioni parziali precedenti. La prima di
esse è stata creata tra il 2009 e il 2010 presso gli studi del
GRAME (Centre National de Création Musicale) di Lione, in
parallelo e come esperienza diretta dei principi applicati nel
mio lavoro Sidereus nuncius per 8 danzatori, 3 percussionisti,
sistema elettroacustico interattivo e video; le altre tre si sono
susseguite negli anni e finalmente posso considerare la
versione più recente come definitiva. Sia l’opera scenica che
questa si ispirano in parte alle osservazioni fatte da Galileo
Galilei nel suo trattato di astronomia Sidereus nuncius a
proposito della luna, delle stelle e delle lune di Giove,
osservazioni che appaiono nel progetto generale di entrambe
le mie opere come multipli riferimenti ai miti di libertà e
rischio, come quelli di Icaro e Prometeo, vincolati a loro volta
con quello di Altazor: miti associati in qualche maniera alla
velocità. In effetti è proprio quest’ultima uno dei fattori
fondamentali nella concezione delle trasformazioni dinamiche
del timbro in quanto esse dipendono dalla simulazione di
traiettorie di movimento del suono nello spazio: accelerazioni
soniche, decelerazioni in tempi brevissimi o molto lunghi,
granulazione, modulazione per spazializzazione, oscillazioni
e sovrapposizioni fra spazi virtuali e diverse gradazioni fra
queste categorie; il controllo di esse nel tempo mi ha
permesso di associare in maniera espressiva e dinamica il
gesto musicale e i processi compositivi alla dimensione
spazio-timbro. Alcuni degli oggetti sonori originali provengono
da registrazioni sonore di aeromobili commerciali e militari,
auto da corsa, uccelli in volo, macchine in movimento, fatte in
diversi momenti negli anni in cui è stata concepita l’opera,
altri provengono da alcune registrazioni storiche di battaglie
aeree della Seconda Guerra Mondiale. I presupposti sulla
spazializzazione imposti nell’immaginare quest’opera mi
hanno portato alla collaborazione negli anni con il team di
ricerca sulla sintesi sonora del GRAME; grazie ad essa è
stato possibile costruire un algoritmo capace di generare, a
livello del trattamento del suono, tali trasformazioni e
transizioni con estrema precisione». In questi mesi la musica
di Javier Torres Maldonado è stata riproposta di frequente:
Desde el instante per clarinetto solo il 4 ottobre a Madrid,
Teatros del Canal, Sala Verde (prima esecuzione in Spagna),
l’8 novembre alla Sala Luis Galvé dell’Auditorio de
Zaragoza, per il Festival de Ensembles, il 9 novembre,
sempre per il Festival de Ensembles, al Palacio de
Congresos, Riojaforum di Logroño, l’11 novembre
all’Espacio Turina di Siviglia per il Ciclo de Música
Contemporánea “Encuentros Sonoros 2015”, infine il 19
dicembre all’Instituto Valenciano de Arte Moderno, per il
Festival Musiques de Nova Creacio. Il pezzo è stato
interpretato dal solista Camilo Irizo. Il Primer Libro del canto
alado per ottavino, flauto, flauto in sol e flauto basso è stato
proposto il 4 ottobre alla Sala Verde, Teatros del Canal di
Madrid, con replica alla Sala Luis Galvé dell’Auditorio de
Zaragoza, per il Festival de Ensembles, nell’esecuzione di
Jesús Sanchez Valladares, membro dell’Ensemble Taller
Sonoro. Il 6 ottobre l’Ensemble Sillages si è fatto carico della
prima esecuzione in Spagna di Interstizi per violino e
violoncello, per il Ciclo de conciertos de musica
contemporanea della Fundación BBVA. Prossimamente, dal
10 al 15 marzo, il compositore terrà un seminario e delle
masterclasses al Real Conservatorio Superior de Castilla y
Leon a Salamanca, in occasione dei quali verrà proposta la
prima esecuzione in Spagna di Imagenes de la caída de
Altazor per due pianoforti e due percussioni, Masih per
quartetto di saxofoni e Rosa mutabile per due gruppi
strumentali, nell’interpretazione di Candida Felici, pianoforte,
Leonardo Bartali, viola, dell’Ensemble del Taller de Musica
Contemporanea del Real Conservatorio Superior de Castilla
y Leon - Spring Festival dell’Università di Salamanca. Il 1°
aprile Iridiscente per pianoforte, percussioni e sistema
elettroacustico interattivo è in cartellone al Festival
Electr()cution, Centre d’Art Culturel Contemporain
“Passerelle” di Brest, nell’interpretazione dell’Ensemble
Sillages. L’11 maggio avrà luogo la prima spagnola di
Hemisferios artificiales per sei esecutori e la ripresa di
Iridiscente: li eseguirà l’Ensemble Taller Sonoro al Teatro
Central di Siviglia. Torres Maldonado è stato nominato
Compositore “in residence” presso il Centro Nazionale delle
Arti di Città del Messico per il 2016; il progetto ha ricevuto il
sostegno dell’Organizzazione di Stati Iberoamericani. Oltre
alla composizione di un nuovo brano per controtenore e
quartetto d’archi, commissionato da Irvine Arditti con il
sostegno di Ibermúsicas per Jake Arditti e il Quartetto Arditti,
Torres Maldonado terrà dei seminari di composizione a
giovani allievi nonché conferenze presso le diverse strutture
di tale centro, uno dei più importanti in tutto il continente
americano. Saranno in programma diversi brani con gli
ensemble “in residence”. Nello scorso mese di novembre si
è conclusa l’esperienza della Cattedra “Manuel de Falla” al
Real Conservatorio Superior di Siviglia, dove Torres
Maldonado ha insegnato a dodici giovani compositori, i cui
lavori esito del corso sono stati registrati. Il Festival de Cadiz
ha incluso un concerto con opere di Torres Maldonado. Un
nuovo seminario di composizione è previsto presso Musikene
(Scuola Superiore di Musica dei Paesi Baschi), il 27 e 28
maggio. Il coreografo Jaime Urciuoli, alla testa della
Compagnia di Danza Complutum, impiegherà Huayra yana,
per flauto basso e elettronica per l’inaugurazione della fiera
“JustMad” di Madrid il 26 e 27 febbraio.
L’immaginario letterario
del poema Altazor del
cileno Vicente Huidobro
ispira due novità
Marco Momi
Almost Requiem per voce
di soprano e ensemble su
un testo di Filippo
Farinelli è in cartellone il
9 febbraio allo Studio 104
della Maison de la Radio
di Parigi per il Festival
Présences di Radio
France, interpreti
Raphaële Kennedy e
l’Ensemble Multilatérale.
Iconica IV per trio d’archi,
flauto, clarinetto,
pianoforte preparato e
live electronics è in
cartellone il 17 marzo al
Théâtre d’Orléans,
nell’interpretazione
dell’Ensemble Cairn.
Cinque nudi per saxofono
tenore e stomp boxes
sarà eseguito da Patrick
Stadler, solista
dell’Ensemble Nikel, il 9
aprile al Felcija Blumental
Music Festival di Tel Aviv
per i Nikel Concert
Series, l’11 aprile alla
Haute École de Musique
de Lausanne (HEMU) per
la Société de Musique
Contemporaine e il 12
aprile a Baden (Svizzera)
per NUMU Concert
Series in Stanzerei.
Eric Maestri
Ritratto Voce per voce
femminile sarà proposto
il 12 marzo al Teatro del
Lavoro di Pinerolo
(Torino) dal soprano Livia
Rado.
7
Commissione della Filarmonica
della Scala con Luisi, nuova
versione con S. Cecilia e
Pappano
Due novità riflettono sulla
concezione del tempo, tra
ostinati e attese
Giorgio Gaslini
Il Contempoartensemble e il
Quartetto Klimt offriranno un
concerto monografico dedicato
al compositore il 9 aprile nella
Sala delle Feste di Palazzo
Bastogi a Firenze. In
quell’occasione verranno
eseguiti la Sonata per violino e
pianoforte, quasi una fantasia,
interpreti Duccio Ceccanti e
Matteo Fossi, La ronde per
violoncello solo in prima
esecuzione assoluta, solista
Vittorio Ceccanti, e il Quartetto
per violino, viola, violoncello e
pianoforte, affidato al Quartetto
Klimt.
8
Riccardo Panfili
In bilico sul crinale
Novità scaligera per Riccardo Panfili. L’11 aprile la
Sala del Piermarini ospiterà la prima esecuzione
assoluta di Oltre la linea per orchestra, commissione
della Filarmonica della Scala che l’interpreterà sotto la
bacchetta di Fabio Luisi. In questi termini il compositore
riflette sul nuovo lavoro: «Mentre scarabocchiavo i primi
appunti per il pezzo, avevo una vaga intenzione di
rileggere il saggio di Jünger Oltre la linea – sorta di
tentativo teorico di superamento del nichilismo –
omettendo ovviamente la noiosa replica da cattedratico
paffuto di Heidegger. Intanto la mente girellava a vuoto
intorno al titolo: quello presente del saggio jüngeriano e
quello futuro che avrei dovuto appioppare al nuovo
pezzo. Si può superare la linea del nichilismo, del
pensiero debole, la mania della Verità, l’ossessione per
la Fede e la genuflessione ovina agli Idoli? Oltre la linea
l’unica cosa certa è il bordo, il margine, il fuori-gioco, la
periferia della Verità, gli slums delle fedi. Intanto la
composizione del pezzo procedeva: da un tema, da un
centro saldo come un dogma, un viaggio di 10 variazioni
attraverso i margini, le periferie, gli interstizi di quel
tema: sempre la solita fascinazione (ossessione?) per
la dialettica tra margine e adattamento, tra centro e
periferia rizomatica. Da una parte le monolitiche
Federico Gardella
Tempo e ricordo
Due le prime esecuzioni assolute per Federico
Gardella in questi mesi. Lo scorso 21 novembre
Tomoko Akasaka ha presentato alla Yodobashi Church
di Tokyo Passacaglia detta d’oltreterre per viola sola.
Spiega l’Autore: «Esistono forme della musica in cui la
ripetizione svolge una funzione strutturale. Si tratta di
regioni periferiche della forma, in cui la percezione del
suono si confronta con la necessità del ricordo, in una
dimensione atemporale. In Passacaglia detta d’oltreterre
la struttura è articolata a partire da un materiale ostinato
al margine del quale si sviluppa l’intera composizione:
se nei miei lavori più recenti avevo cercato di
immaginare una musica “verticale” (caratterizzata da
una visione sincronica della forma) qui (forse proprio per
la sincronicità intrinseca alla natura della passacaglia) la
struttura si dispiega quasi in diagonale, nella ricerca di
un equilibrio tra ciò che permane e ciò che si trasforma
nel tempo. Passacaglia detta d’oltreterre è dedicata a
Toshio Hosokawa per il suo sessantesimo
compleanno». Commissione del Divertimento
Ensemble, Improvvisi silenzi di conchiglia per ensemble
è in cartellone al Teatro Litta di Milano, per la stagione
Rondò il 20 aprile: l’eseguirà l’ensemble committente,
Francesco Hoch
Giochi simbolici
A rCADiA 15 per orchestra costituisce la commissione
per il 15° anniversario della fondazione dell’Orchestra
Arcadia, che l’eseguirà sotto la direzione di
Matthias Müller, dedicatario con l’orchestra,
il 28 maggio al Collegio Papio di Ascona, il
4 giugno alla Chiesa San Nicolao di
Lugano e il 5 giugno a Presenza Sud di
Mendrisio. Spiega l’Autore: «Questo brano
orchestrale porta nel titolo il nome
dell’orchestra in quanto contiene le lettere
dell’alfabeto A, C, D, corrispondenti alle
note La, Do, Re. Queste tre note identificano
musicalmente il complesso dell’orchestra stessa, in
contrasto con il mondo esterno, specificato nelle
rimanenti sette note, escluse le due note Fa e Si che
narrazioni della Storia – muri senza crepe, levigati come
idoli posticci; dall’altra i disadorni deserti abitati dai
proscritti, quelli che la Storia ha estromesso.
In bilico sul crinale scosceso del “margine”, dove anche
la mobilitazione totale del lavoro risuona come una
ridicola litania. Sottratti alle catene del senso e alla vita
compressa nelle condotte forzate degli “obiettivi di
produzione” e nel martellio monotono scandito dal
tempo fer(i)ale. Ci sarebbe da chiedersi, come nel
Lorenzaccio beniano: “Neghi forse la storia del mondo
intero?” “No, non nego la storia, ma io non c’ero”». Il 2, 3
e 4 aprile sarà stata intanto presentata all’Auditorium
Parco della Musica di Roma, nella stagione
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la versione
definitiva di L’aurora, probabilmente per orchestra,
affidata alla stessa Orchestra dell’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. Il maestro
s’era già fatto carico, alla testa della Filarmonica della
Scala, della prima assoluta dell’opera, originariamente
commissione del Teatro alla Scala. Il 21 febbraio è
infine possibile ascoltare Out… per corno, percussioni e
orchestra d’archi presso la Società Aquilana dei Concerti
B. Barattelli nell’interpretazione dei Solisti Aquilani, con
Alessio Allegrini nella duplice veste di direttore e solista.
diretto da Michele Gamba. Così Gardella: «Un’altra
musica abita le pieghe di questi Improvvisi silenzi di
conchiglia come una presenza silenziosa che ci osserva
da lontano. Come una conchiglia (un’ostrica) che
racchiude internamente la possibilità della perla, così ho
immaginato una musica in attesa, quasi un’arsi del
suono. Ma quando questa presenza si manifesta la
riconosciamo, come in anamorfosi, in un frammento dei
Davidsbündlertänze di Robert Schumann: è questa
apparizione che ricostruisce un’idea del tempo, che
mette in prospettiva ciò che precede e ciò che segue
(come un evento atteso, ma imprevisto). Quando
quest’ombra svanisce rimane il silenzio della conchiglia,
ormai solo un ricordo del mare: resta, allora,
l’impressione di un tempo non cronologico, segnato da
una musica lontana che ci parla da vicino». Nelle prime
settimane dell’anno è stato possibile ascoltare
Estroso/Innerlich per violino solo il 17 gennaio al
Museum of Old and New Art di Hobart (Australia),
interprete Marco Fusi; Tre studi sulla notte - Tre studi
per riscoprire l’alba per pianoforte il 24 gennaio agli
Amici della Musica e il 3 febbraio alla Galleria d’Arte
Moderna di Milano, eseguiti da Alfonso Alberti.
Omaggio a una compagine
orchestrale sulla base delle
lettere di note e nomi
corrispondono alle iniziali del nome del compositore,
F.H. Altri giochi simbolici si insinuano nel decorso
musicale come i canti da parte degli
orchestrali sulla lettera M (l’iniziale dei nomi
del direttore d’orchestra), o della parola
Arcadia sulla nota La, oppure lo speciale
primo intervento della percussione sulla
battuta 15. Questi mondi armonici
dialogano, si contrappongono, si separano
o si fondono, giocando con leggerezza,
scherzosamente o in modo esuberante,
fino al canto spiegato, alternandosi con incursioni in
aree rumoristiche, sia in mezzo a un tempo
rigorosamente battuto sia a spazi temporali più o meno
aperti».
Maurilio Cacciatore
A due “voci”
Tre le novità di Maurilio Cacciatore nei primi mesi
dell’anno. Il 4 e 6 febbraio il Teatro Dal Verme di Milano
propone, nell’esecuzione dell’Orchestra I Pomeriggi
Musicali diretta da Alessandro Cadario, Meccanica dei
riflessi ovvero dell’amore (Valdrada) per orchestra di fiati,
che l’Autore così presenta: «La Fondazione I Pomeriggi
Musicali ha deciso di commissionare dei lavori a più
compositori ispirati alle Città invisibili di Italo Calvino. A me
è stata assegnata la città di Valdrada. Essa è descritta
come una città in cui tutto, dalle case alle persone, si
rispecchia nel fiume che attraversa il borgo, creando un
doppio e rendendo tutto visibile a tutti, sebbene tra le due
realtà, la vera e la riflessa, non vi siano mai punti di
congiunzione. Più strategie si potevano adottare per
trasferire il senso della città di Calvino in un brano di
musica, io ho scelto di cercare di ricrearla in primo luogo
nell’orchestrazione: figure velocissime orchestrate
dapprima con un’eterofonia classica, poi sempre più
sgranata nelle tecniche strumentali sino a giungere a delle
versioni simili dal punto di vista dell’articolazione ma
eseguite con mezzi che rendono il risultato sonoro
assolutamente differente. La sonorità asciutta dei fiati (il
mio brano ha la strumentazione di un’orchestra “a due”
senza gli archi) è doppiata quasi di continuo dal pianoforte,
una sorta di Doppelgänger che accresce il carattere
caleidoscopico dell’orchestrazione, irrobustisce la struttura
generale e dà brillantezza ai legni acuti. Seppure non voglia
parlare di “elettronica” in questo lavoro, compaiono alcuni
dispositivi Lo-Fi quali i metronomi con accordatore; per
caso mi sono reso conto di quanto lo spettro di questi suoni
poveri assomigli ad alcune combinazioni di strumenti, ed
ecco che l’idea di doppio trova qui un’altra forma di
realizzazione». Il 18 marzo verrà presentato al
Nebbiensches Gartenhaus di Francoforte, nell’ambito del
Festival Luminale, I Don’t Need to …k for Music per due
chitarre elettriche e live electronics, nell’interpretazione di
Flavio Virzì e Steffen Ahrens. Spiega Cacciatore: «Ho
utilizzato la chitarra elettrica per la prima volta in Tralci e
dopo quell’esperienza (Flavio Virzì suonava con l’Ensemble
Phoenix Basel) mi è stato chiesto di cimentarmi con questo
lavoro, che si muove attorno alle sonorità del noise metal, a
tratti a quelle del grind. La chitarra elettrica, a differenza
della sua “parente” acustica, si vota più alle linee orizzontali
che a una complessità armonica elevata, e in questo caso
l’elettronica cerca di arricchire gli spettri armonici e dare
una complessità polifonica a degli strumenti che, per il mio
modo di vedere, danno il meglio di sé quando trattati come
strumenti monofonici. L’uso dei pedali in effetti è classico
per i chitarristi elettrici e questo, dal lato del realizzatore
informatico, pone un problema cruciale: usare gli effetti
standard (i pedali, appunto) o bypassarli per usare i propri,
in nome dell’originalità? Ho deciso di adottare una strategia
alla metà, nel rispetto della fisiologia dell’esecuzione pur
assicurandomi il passaggio nel computer per il processing
personale». Infine, il 29 marzo risuonerà all’Auditorio di
Santa Apollonia di Firenze Meccanica degli avatar da un
madrigale di Paolo Tenorista per otto strumenti e
elettronica, interpretato dal Contempoartensemble diretto
da Vittorio Ceccanti. Al live electronics opererà lo stesso
compositore, che così descrive il contesto del nuovo lavoro:
«In Frammenti senza cornice mi ero già cimentato con
l’idea di coesistenza in sostituzione di quella d’interazione;
in questo pezzo ho deciso di fare un’operazione di portata
più profonda rispetto a quel lavoro. Due trii “stereo” e un
duo di risonanza, suonano di continuo una versione
Daniela Terranova
semplificata, accelerata, senza figure e salienza, parti del
madrigale di Paolo Tenorista (chiamato anche Paolo da
Firenze) S’Amor in cor gentil. Sono rimasto colpito dalla
maestria di questo compositore, poco conosciuto oggi
come tutti i compositori dell’Ars Subtilior, la corrente
“avanguardista” dell’Ars Nova. Ho avuto la fortuna di
trovare un libro molto raro (vi sono pochissime copie al
mondo) nella biblioteca dell’Accademica di Basilea in cui
sono contenuti frammenti di questo compositore che non
sono spesso citati quando se ne indicano le opere e sono
contento di dare al mio pezzo anche una piccola valenza
musicologica, di ricerca sul passato. Si tratta di una ricerca
senza occhi nostalgici ma solo per amore della ricerca in sé
e per sé. In genere sono sempre stato diffidente rispetto
alle operazioni invasive su musiche del passato; in questo
caso, però, l’idea alla base del pezzo necessita di una
musica non mia, il più possibile distante, per cui mi sono
convinto a cimentarmi, con la promessa di essere sempre
lontano dalle pratiche della citazione e della
contaminazione. Su questo calco, che funge quasi da tropo,
ho scritto una strumentazione vivace e indipendente dal
brano del compositore medioevale, il cui timbro è
abbastanza neutro perché fatto di suoni prodotti con
tecniche convenzionali e nei registri migliori dello
strumento. Una seconda strumentazione copre la
precedente, ma questa volta non nel senso
dell’arricchimento armonico ma dell’arricchimento timbrico:
così il lessico strumentale si amplia e la musica prende una
variante “acida” che, seppur indipendente, si lega in modo
palese al brano del compositore fiorentino. L’elettronica,
diffusa all’interno del timpano, è un remix di altri frammenti
di Paolo Tenorista presi da YouTube, filtrati e trattati in
modo da potere intuire solo dopo molte decine di secondi
l’origine del materiale musicale. Anche qui ritorna l’idea di
edulcorare ciò che è preso direttamente dalla realtà e in
questo caso con un processo ancora più stratificato (il
filtraggio digitale a priori, quello meccanico dello strumento
risuonatore, poi il trattamento live). L’elettronica a un certo
punto diventa indipendente dalla parte strumentale, un po’
come quelle persone che s’identificano talmente nelle loro
proiezioni oniriche da dimenticarsi chi sono veramente.
Se non spiegassi l’origine della musica, probabilmente si
sentirebbero solo una e poi due versioni di una stessa
musica più ricche in un senso o nell’altro, senza ricondurre
il lavoro descritto allo spartito di riferimento: è la stessa
cosa che succede con gli avatar dietro cui alcune persone
si nascondono: arricchiscono con la fantasia figure
semplici, a volte in maniera invasiva, perdendo nella
narrazione della realtà edulcorata l’immagine vera di se
stessi». In questi mesi sarà possibile ascoltare musica di
Maurilio Cacciatore il 3 febbraio, alla Comédie, Centre
Dramatique National di Reims, Radio Jail per saxofono
contralto, percussioni, pianoforte e elettronica,
nell’interpretazione dell’ARTéfacts Ensemble; il 9 marzo, al
Ridotto del Teatro Grande di Brescia, Vit_vite_evit per sei
strumenti, eseguito dall’Ensemble Sentieri Selvaggi diretto
da Carlo Boccadoro; il 26 febbraio all’Alter Stadthaussaal
di Winterthur (Svizzera), per il Festival Musica Aperta,
Refrain in extenso per violino, viola, violoncello e
pianoforte, affidato allo Yosef Suk Piano Quartet; infine
il 22 aprile, all’Espace K di Strasburgo, Concertino per
clarinetto e live electronics in otto micromovimenti, eseguito
da Thomas Monod, solista dell’Ensemble Hanatsu Miroir, e
dall’Autore al live electronics.
Geografia dell’infanzia
Novità di Daniela Terranova in programma il 3 marzo al
Cinema Porto Astra di Padova, dove il soprano Marina
Bartoli Compostella e l’Orchestra di Padova e del Veneto
diretta da Caterina Centofante eseguiranno, a conclusione
del ciclo “OPV Families&Kids” dedicato ai bambini e alle
famiglie, Night Songs per voce femminile, arpa e archi.
Spiega l’Autrice: «Night Songs è un ciclo di miniature
notturne per voce femminile, arpa e orchestra d’archi,
concepito per reinventare, con nuove orchestrazioni, un
repertorio tradizionale di ninne nanne appartenenti a
differenti culture. Attraverso il canto si disegna una
geografia eterogenea e vivace dell’universo musicale
infantile e i suoni diventano strumenti propiziatori, capaci di
compiere l’incantesimo del sonno».
Tre novità esplorano
una duplicità concettuale
o esecutiva
Sándor Veress
Passacaglia concertante per
oboe e archi è in cartellone il
6 febbraio al Red Hall del
National Forum Of Music di
Breslavia (Wroclaw), con
l’NFM Leopoldinum Chamber
Orchestra e Heinz Holliger
nella duplice veste di solista
e direttore. Hommage à Paul
Klee, fantasia per due
pianoforti e archi è in
programma allo Zeughaus di
Neuss il 17 aprile con il Duo
Darius Milhaud e la Deutsche
Kammerakademie Neuss am
Rhein diretta da Nicolas
Chalvin. La Sonatina per
pianoforte e la Sonata per
violino sono in cartellone per
il Festival del Ned Ensemble
il 28 maggio all’Auditorium
Celesti di Desenzano,
nell’interpretazione dei solisti
del Ned Ensemble.
Goffredo Petrassi
Il Kyrie per coro e archi
sarà proposto il 18 marzo
alla Chiesa degli Eremitani
di Padova dal Coro del
Friuli Venezia Giulia e
dall’Orchestra di Padova e
del Veneto diretti da Bruno
Aprea. Musica di ottoni per
ottoni e timpani è in
cartellone il 3 aprile al
Teatro Secci di Terni,
nell’esecuzione
dell’Ensemble di Ottoni
dell’ISSM “Briccialdi”.
Romanzetta per flauto e
pianoforte è in cartellone per
il Festival del Ned Ensemble
il 14 maggio all’Auditorium
Celesti di Desenzano,
nell’interpretazione di
Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini
Ciclo di miniature mira a
rigenerare il genere tradizionale
della “berceuse”
9
Due novità dedicate ad
altrettanti legni di raro utilizzo
Marco Quagliarini
Ricercare II per violino e
pianoforte è in cartellone il
26 febbraio al Music Hall del
Guildhall School of Music &
Drama di Londra, interpreti
Rebecca Raimondi e
Alessandro Viale. Riflesso
per clarinetto e trio d’archi è
previsto il 17 marzo al Museo
Marino Marini di Firenze per il
Contempoartefestival,
nell’interpretazione del
Contempoartensemble diretto
da Mauro Ceccanti. Movimento
per pianoforte sarà proposto da
Alessandro Viale il 1° aprile
all’Accadema Filarmonica
Romana.
Riccardo Malipiero
La Sonata per violino e
pianoforte è in cartellone il 26
febbraio al Music Hall del
Guildhall School of Music &
Drama di Londra, interpreti
Rebecca Raimondi e
Alessandro Viale. Il Trio per
violino, violoncello e pianoforte
sarà invece proposto il 5 aprile
all’Auditorium Roffredo Caetani
del Conservatorio “Ottorino
Respighi” di Latina dal Rest
Ensemble: Rebecca Raimondi,
violino, Michele Marco Rossi,
violoncello, e Alessandro Viale,
pianoforte.
Gian Francesco Malipiero
Volker Messerknecht e
l’Orchestergesellschaft
Winterthur diretta da Paul
Wegman Taylor eseguiranno
il Concerto per violoncello e
orchestra il 25 giugno a
Winterthur e il successivo
26 giugno a Embrach.
Novità pianistica in prima
alla Carnegie Hall
10
Giorgio Colombo Taccani
Il fascino del timbro
Il 1° aprile, nell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata,
Marco Colonna presenterà in prima esecuzione assoluta
Folia per clarinetto contralto in Mi bemolle. Spiega
Colombo Taccani: «Elemento guida in ogni decisione
compositiva presa in Folia è stato il timbro affascinante di
questo strumento raramente utilizzato in
contesti classici e dotato di un calore e di
un’espressività assolutamente singolare. Su
invito di Marco Colonna, musicista capace di
attraversare molteplici mondi musicali, ho
unito il desiderio di esplorare questo strumento
con la richiesta di partecipare a un progetto
sviluppato attorno al celebre tema della Folia.
Tale tema, come mia consuetudine, viene
utilizzato come regola per ogni aspetto del
brano, dalle proporzioni generali a ogni
dettaglio armonico o fraseologico; non
eccessive sono le preoccupazioni per una sua
possibile riconoscibilità all’ascolto, anche se a tratti
potrebbe essere intuito, soprattutto laddove il suo
svolgimento abbia una scansione temporale vicina
all’originale, rimanendo invece ad altri livelli, ad esempio,
dilatato in un’unica presentazione per l’intera durata del
brano oppure avvolto e sopraffatto da una proliferazione
apparentemente incontrollabile di ornamentazioni. È
comunque netto il desiderio di procedere attraverso
situazioni sempre mobili ma aliene da eccessi di
aggressività, di immediata identificazione gestuale,
articolando la forma attraverso ritorni mantenuti sempre
estremamente intellegibili e chiari». L’8 aprile,
all’Auditorium “Ottava Nota” di Milano, sarà invece Brace
per flauto contrabbasso a trovare la sua prima esecuzione
per mano di Antonella Bini. Colombo Taccani presenta
così il nuovo brano: «Come ben dimostra il mio catalogo,
ho sempre avuto una predilezione particolare per gli
strumenti gravi e gravissimi. È stato quindi inevitabile
accogliere con entusiasmo la proposta di Antonella Bini
per un nuovo lavoro dedicato al flauto contrabbasso,
ancora mancante all’appello. Caratteristica generale
dell’impostazione compositiva è soprattutto la rinuncia
pressoché totale al puro e semplice abbandono
contemplativo del timbro e della filigrana cromatica del
suono, tentazione tanto forte (ed estremamente fruttuosa,
nei suoi primi risultati) quanto ormai tendenzialmente
ripetitiva come esiti compositivi. Vi è invece il desiderio di
spingere il flauto contrabbasso verso panorami sempre
mobili e nervosi, forzando quindi le inclinazioni più
sfruttate dello strumento. Ne deriva un percorso costellato
da ostinate pulsazioni regolari, vero elemento guida
dell’intera narrazione attraverso ritorni e trasformazioni
continue, oppure tagliato da impennate improvvise verso il
registro acuto, quasi sempre riportate rapidamente verso
situazioni di energia compressa, nascosta. Pochi episodi
tentano di disegnare, in maniera più o meno chiara, brevi
linee di canto tentando di sciogliere sia pure per poco la
tensione del cammino; si tratta tuttavia di tentativi
immediatamente cancellati dalle figure aggressive
predominanti, fino all’epilogo dove i rintocchi del suono
Rossella Spinosa
Bosco denso
Woods per pianoforte a quattro mani sarà
proposto in prima esecuzione assoluta il 2
marzo alla Carnegie Hall di New York dal
Duo PIANOx2 formato da Alessandro
Calcagnile e Rossella Spinosa. Un’ulteriore
esecuzione è prevista al Teatro Ocampo di
Cuernavaca (Morales, Mexico) il 5 marzo.
Scrive l’Autrice: «È sempre in uno stato
d’animo non destinato a durare che si
prendono risoluzioni definitive, secondo
Marcel Proust. In questa dimensione nasce
Woods, una iperbole di stati d’animo
più grave, svuotandosi timbricamente ma non perdendo
la filigrana ribattuta, lasciano che qualcosa continui a
nascondersi sotto la cenere apparentemente spenta».
Il 23 aprile per il Festival Intersonanzen a Potsdam il
Trio Nyky, formato da Andrea Biagini, Michele Bianchini
e Irene Boschi, eseguirà per la prima volta
Il racconto dell’assalto per flauto, saxofono
contralto e pianoforte. Così il compositore
introduce il lavoro: «Scritto su invito dell’ottimo
Trio Nyky, Il racconto dell’assalto si ricollega
all’ormai lontano In agguato per fagotto e
violoncello del 2006. Dando vita a un tentativo di
approfondimento e di disvelamento delle
potenzialità inespresse contenute nei materiali
utilizzati in un lavoro preesistente, ho voluto
mantenere in questo caso le atmosfere emotive
complessive nonché la maggior parte dei percorsi
strutturali e figurali. Questo nuovo brano quindi si
propone come ampliamento e completamento del
percorso avviato dal lavoro precedente, sottolineando
però come ciò avvenga sul piano del contenuto e non
della pura durata, essendo il nuovo pezzo
significativamente più breve grazie alla compressione e
alla ridefinizione di numerose sezioni. Questo legame
forte fra i due pezzi comporta una netta differenza rispetto
ad altre operazioni simili da me svolte in passato, che
avevano condotto a due o più lavori con il medesimo DNA
di partenza ma completamente indipendenti e diversissimi
fra loro come carattere e trama narrativa. La destinazione
strumentale radicalmente diversa per registro e per
caratteristiche ha imposto un ripensamento profondo di
ogni componente di superficie, all’insegna di un
incremento notevole del tasso di virtuosismo richiesto agli
esecutori. Anche l’instabilità ritmica è stata pesantemente
accentuata e innervosita. Ciò risulta evidente in
particolare nell’ultima sezione del brano, che dopo una
breve zona centrale di energia compressa e latente si
ripropone come ripresa variata delle gestualità iniziali,
trasformandone tuttavia la precedente regolarità delle
pulsazioni in un continuo e incessante mutamento
metrico». Ricordiamo che Andrea Monarda ha presentato
Erma per chitarra lo scorso 7 novembre al Centro Asteria
di Milano per il Festival Corde d’Autunno e il 6 dicembre,
sempre a Milano, al Museo del Novecento. Il 2 dicembre
Akiko Kozato e il New Made Ensemble diretto da
Alessandro Calcagnile hanno eseguito Avvoltoi per voce
e quattro strumenti all’Accademia Tadini di Lovere,
nell’ambito della New Made Week. Il 3 dicembre
Sottotraccia per chitarra elettrica è stato nuovamente
presentato da Carlo Siega al Telecom Future Center di
Venezia. Il prossimo 27 marzo sarà invece Adele
D’Aronzo alla Nanko Sunset Hall di Osaka a riprendere
I muri bianchi di Endenich per pianoforte, mentre il 1°
aprile R’lyeh per chitarra elettrica verrà eseguito da
Giacomo Baldelli al Conservatorio di Mantova e Einsam
per flauto verrà riproposto all’Auditorium “A. Celesti” di
Desenzano il 7 maggio in un concerto dei Solisti del Ned
Ensemble.
cangianti, ma simili a se stessi, che si allontanano e
ritornano, così come alberi lontani dalla folla che,
alla maniera di Shakespeare, trovano libri nei
ruscelli e prediche nelle pietre, in un bosco denso di
pensieri e sentieri. L’incrocio dei due pianisti,
l’incastro dei campi armonici, la grammatica
compositiva, la ricerca della risonanza, s’ispessisce
e si dirada senza soluzione di continuità. La scrittura
cerca di ritrovare uno spiraglio di spazio non denso,
ma anche la densità del vuoto è pesantemente
pervasiva. La chiarezza richiede conferma nella
direzione della ricerca».
Gabriele Cosmi
Lo sguardo sul dettaglio
Ha inaugurato la serie di tre novità di Gabriele Cosmi Terrae per
ensemble, eseguito lo scorso 3 dicembre dall’Ensemble Grupo de
Musica Contemporanea de Lisboa diretto da Vasco Azevedo al Museu
da Eletricidade di Lisbona. Racconta l’Autore: «Durante la scrittura di
Terrae ho ripercorso le osservazioni di Calvino, calato nei panni del
signor Palomar, che scandagliando aspetti elementari della quotidianità
(un banco di formaggi al centro commerciale o l’accoppiamento delle
tartarughe) raggiunge complesse questioni antropologiche ed
esistenziali. Partendo da questo principio (l’analisi di un elemento
minimo che apre scenari su questioni profonde e complesse) ho riempito
diverse pagine di appunti cercando di “descrivere” musicalmente una
cellula assai ridotta: un materiale statico e privo di oggettivo interesse mi
mostrava un incredibile dinamismo evolutivo, non per la sua stessa
natura, ma grazie a un approccio, un’attitudine analitica. In quel
momento mi sono sentito come un osservatore curioso,
un guardone della musica, che sbircia, dal piccolo buco
della serratura, una grande sala in cui sono depositati
caoticamente oggetti d’arredo, percependo il rischio di
ridurre il fine ultimo della composizione a una ricerca priva
di obbiettivi coordinanti e veicolanti. In uno degli ultimi
racconti, L’aiuola di sabbia, Palomar giunge sino al
giardino di rocce e sabbia del tempio Ryoanji di Kyoto.
Qui l’ansioso osservatore s’impegna meticolosamente a
osservare il giardino, nello stesso modo in cui questo
veniva osservato in tempi passati; ben presto Palomar fa i
conti con l’utopica natura di questa operazione, resa tale
dalla massa informe di turisti che lo spingono, che lo
distraggono con i numerosi flash delle macchine
fotografiche, con il fastidioso rumore di pagine sfogliate
delle guide turistiche, che gli spettatori consultano al fine
di verificare se quanto è descritto nella guida sia
realmente presente davanti ai loro occhi. La sua missione viene resa
utopica dalla prepotenza del presente. Palomar comprende dunque che
la necessità della sua operazione consiste nel perdere la percezione
filologica al fine di guadagnare un senso nuovo, una nuova ricchezza
data dall’analisi di un’entità passata. Meditare sull’eredità del passato
diviene per Palomar la chiave per comprendere e interpretare il suo
presente. Della presa di consapevolezza del signor Palomar, Terrae è
debitore; lungo la composizione la cellula originaria si comporta come un
telescopio puntato sugli archetipi della cultura musicale dell’Europa
occidentale, cogliendo in questo modo una necessità, un desiderio di
trovare una forma». Il 5 aprile Michele Marco Rossi interpreterà al
Conservatorio di Latina Fünf Türme I-III per violoncello solo, di cui
proporrà la prima esecuzione assoluta del III movimento. Spiega Cosmi:
«Fünf Türme è una suite per violoncello solo in cinque movimenti
dedicata a Michele Marco Rossi. Nei miei appunti ho composto una
brevissima figura di pochi secondi che possedeva, nonostante la durata
ridotta, delle relazioni di tipo funzionale tra materiali differenti. L’assoluta
brevità comportava il repentino accostamento di elementi eterogenei,
una sorta di grado zero tra lessico, grammatica e sintassi. Lungo il primo
movimento viene dato spazio all’evento sonoro che può quindi
dispiegarsi nel tempo. Osservando da punti di vista differenti la materia
ho generato, per derivazione, altre quattro strutture madri che governano
le logiche formali dei restanti quattro movimenti. Ogni movimento
possiede dunque una sua identità precisa e simultaneamente uno strato
sotterraneo di vasi comunicanti che permette a ciascun movimento di
dialogare con gli altri. I primi quattro movimenti della suite, nel rispetto
della forma barocca, possiedono due opposte caratterizzazioni agogiche
che si alternano. Il terzo movimento, inquieto, innesca un’ulteriore
relazione: il movimento che succede a quello con il medesimo carattere
sancisce un rapporto di amplificazione. Il terzo movimento esalta la
caratteristica fondamentale del primo, ad esso imparentato
(inversamente accadrà lo stesso per il quarto con il secondo). Al centro
del nuovo movimento vi è dunque l’idea di studiare scritture
squisitamente virtuosistiche. Il brano è il più breve dell’intera suite; pur
essendo il primo a carattere virtuosistico, sono in esso presenti dei
respiri e delle isole di quiete che sospendono brevemente l’andamento
agitato della composizione. Il terzo movimento risulta essere più asciutto,
monodirezionale, icastico. Sviluppa un solo carattere portandolo alla sua
massima possibilità espressiva. In questi ultimi anni ho speso diverse
energie nell’analisi di pagine, prevalentemente appartenenti al Barocco
italiano, che mi hanno da sempre affascinato per la lucida e precisa
scrittura strumentale; per la capacità di interpretare il virtuosismo
strumentale come brillante visione dello strumento, dei suoi meccanici
mezzi di esecuzione che informano la grammatica dell’evento senza
Nuovi lavori accomunati dalla
ricerca su strutture minime e
una pagina ispirata a Schnitzler
innescare frizioni, ottenendo una fluida identità fra lessico e grammatica.
Il lavoro analitico, e l’affetto provato per questo repertorio, non è mai
riuscito sinora a penetrare nella mia musica. In Fünf Türme e nel nuovo
brano pianistico, appartenente al ciclo Guadix, che verrà eseguito in
prima esecuzione in settembre, ho gettato le basi per una nuova
possibilità espressiva che influenzerà, negli aspetti costitutivi, soprattutto
i due prossimi concerti per solista ed ensemble e solista e orchestra».
Infine, il Teatro Stabile di Napoli proporrà dal 10 al 15 maggio la prima
esecuzione assoluta di Else Suite per elettronica, con la regia di Alberto
Oliva e l’interpretazione dell’attrice Federica Sandrini nella parte di Else,
protagonista del racconto di Arthur Schnitzler. In questi termini il
compositore chiarisce il senso del nuovo lavoro: «Scritto nel 1924,
molti anni prima di Giorni felici di Samuel Beckett e di Hamletmachine
di Heiner Müller, La signorina Else condivide con questi testi
la coscienza di una civiltà giunta al collasso per saturazione,
la società europea, che affonda le sue radici nel mito di
Prometeo, il titano che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli
uomini costretto alla pena eterna della crocifissione solitaria
su una rupe abbandonata, con il tormento di un’aquila che gli
divora il fegato senza tregua. Dramma della solitudine e
dell’indecisione, il testo di Schnitzler, con la sua grande forza
è di straordinaria attualità. La giovane protagonista incarna
tutte le incertezze di una società in crisi, quella mitteleuropea
tra le due guerre mondiali, non distante dalla nostra,
anch’essa viziata da un recente, fantasmagorico boom
economico che ha consentito a tutti di rivedere al rialzo le
proprie aspettative e che adesso chiede un conto salato
mentre sprofonda ogni anno di più, divorato dall’aquila della
speculazione finanziaria e della crisi dei valori. Else Suite è
una raccolta di composizioni per elettronica: esternazione
sonora del vissuto psicologico di Else, protagonista della
pièce. Nel testo, i pensieri della giovane sembrano sovrapporsi,
distorcersi, corrompersi senza soluzione di continuità; ogni pensiero
sembra essere analizzato da punti di vista differenti che tendono a
rivelare nature diverse, spesso contrastanti, sulle persone a lei vicine,
sulla condizione della donna, sulla società nella quale la protagonista
vive. Questo aspetto viene tradotto nella composizione attraverso
l’elaborazione sonora che mira a far emergere, in modo graduale e
fluido, degli aspetti multiformi da tessuti sonori omogenei. Vi è dunque un
approccio formale che poggia sul principio della variazione, sfruttando
l’elettronica come potente mezzo di trasfigurazione di un evento sonoro.
Ciascun movimento della suite viene attraversato da uno stesso evento
sonoro dal quale vengono dedotte declinazioni sonore, figure e fonti
sonore differenti creando contrappunti virtuali e, in alcuni movimenti,
reali. Pur essendo un lavoro che sfrutta il mezzo tecnologico,
contrappunto e variazione divengono due centri di interesse portanti che
rappresentano il principale fattore generatore di forma della
composizione». Il 6 marzo toccherà invece ad I Begin to Hear Voices per
soprano l’onore della prima esecuzione assoluta al Festival dell’Oriente
di Bologna, nell’interpretazione di Lisa La Pietra. Nei mesi passati è stato
possibile ascoltare di Gabriele Cosmi Fünf Türme II per violoncello solo il
15 settembre al Museo del Bargello di Firenze e Fünf Türme I-II il 22
ottobre all’Auditorium del Conservatorio di Salerno, sempre affidati a
Michele Marco Rossi. Gli altri non muoiono mai per voce femminile è
stato invece proposto dal soprano Lisa la Pietra il 15 ottobre alla ExpoCasa Abruzzo di Milano, il 12 novembre alla Ca’ Zanardi di Venezia, il 5
e il 12 dicembre al Festival dell’Oriente di Padova, il 30 dicembre al
Teatro Fenaroli di Lanciano (Chieti), il 4 gennaio al Teatro Finamore di
Gessopalena (Chieti), l’8 gennaio al Teatro Rossetti di Vasto (Chieti), il
23 gennaio alla Sala Pedrocchi di Padova, il 2 febbraio al Refettorio di
S. Salvador durante il Carnevale di Venezia e infine il 3 febbraio a
Bassano del Grappa (Vicenza). Guadix I-II per pianoforte è stato
eseguito l’11 novembre a Barletta da Giulia Vazzoler, Guadix III per
pianoforte il 3 dicembre per la manifestazione New Made Week di
Lovere (Bergamo) da Alfonso Alberti. Lisa la Pietra ha infine interpretato
Argia per soprano e clarinetto con Alessia Gloder il 12 dicembre al
Festival dell’Oriente di Padova e il 30 dicembre Argia II per chitarra e
soprano, al Teatro Fenaroli di Lanciano con Caterina Serpilli. Lo scorso
ottobre Gabriele Cosmi è stato insignito del I premio al Concorso
Internazionale “Luigi Nono”; nel mese di novembre è stato incluso nella
lista dei finalisti del “Mario Merz Prize”, la cui fase finale avrà luogo
nell’ottobre 2016. Infine, sempre lo scorso novembre, si è aggiudicato a
Lisbona il II premio della “Jorge Peixinho International Composition
Competition”.
11
Un nuovo autore in residence
presso il Divertimento Ensemble
inizia a collaborare con le ESZ
Carmine Emanuele Cella
In occasione dell’inizio della
residenza del compositore
presso l’American Academy in
Rome il 28 e 29 gennaio è stato
eseguito nella sede
dell’istituzione, a Villa Aurelia,
When the Light Thickens per
quattro musicisti e live
electronics, interpreti lo
Scharoun Ensemble e l’Autore
al live electronics.
Novità cameristiche impiegano
gli strumenti in percorsi di
esplorazione
Luca Antignani
Il canto della pietra per
violoncello solo è in cartellone
per il Festival del Ned
Ensemble il 7 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
di un solista del Ned Ensemble.
Gilberto Bosco
…c’est la clarté vibrante…
per flauto e pianoforte è in
cartellone per il Festival del
Ned Ensemble il 14 maggio
all’Auditorium Celesti di
Desenzano, nell’interpretazione
del duo Tommaso Benciolini e
Adriano Ambrosini.
12
Giovanni Bertelli
Labirinti sonori
L e ESZ iniziamo a collaborare con Giovanni Bertelli.
Veronese, classe 1980, Bertelli si è diplomato in
pianoforte e composizione, laureandosi nel contempo in
filosofia nella sua città natale. Fondamentale il suo
incontro con Stefano Gervasoni, sotto la cui guida
ottiene un master al Conservatorio Nazionale Superiore
di Parigi (CNSMDP) nel 2010. Prosegue poi la sua
formazione all’Ircam, dove viene selezionato per i
Cursus 1 e 2. Dall’ottobre 2014 è borsista del
programma dottorale PSL-SACRe a Parigi con un
progetto sul rapporto tra suono, gesti fisici e notazione.
Durante il suo soggiorno in Francia entra in contatto
con Francesco Filidei, Heinz Holliger e Mauro Lanza.
Ha scritto per il Divertimento Ensemble Libro d’estate
(2009), Poscritto (2010) e Capronata (2012); ha
ricevuto commissioni dall’ensemble Ascolta per
Autoritratto in tre passaggi (2011) e da Radio France
per Lorem ipsum (2012). Nel 2012 i Neue Vocalsolisten
realizzano a Venezia e Stoccarda la sua opera AMGD,
commissione congiunta della Biennale di Venezia e di
Musik der Jahrhunderte, con il sostegno del progetto
ENPARTS dell’Unione Europea. Ha collaborato inoltre
con formazioni quali il quartetto Arditti, gli ensemble
Alea III, Bit20, Court-Circuit, Linea, l’Orchestre du
Conservatoire de Paris e Promenades Sauvages. Sarà
composer in residence del Divertimento Ensemble nella
stagione Rondò 2016, durante la quale avrà luogo una
serie di esecuzioni. Sarà infatti possibile ascoltare,
sempre al Teatro Litta di Milano, Libro d’estate per viola
e dodici strumenti il 20 aprile, sotto la direzione di
Michele Gamba, Amare, madre per mezzosoprano e
ensemble e Lorem ipsum per mezzosoprano, ensemble
e elettronica il 9 maggio, nell’interpretazione del
mezzosoprano Johanna Brault e con la direzione di
Sandro Gorli, Forse son proprio vermi per soprano e
ensemble, commissione Divertimento Ensemble in
prima esecuzione assoluta il 6 giugno con Alda Caiello
e sempre sotto la direzione di Sandro Gorli. In questi
termini Bertelli contestualizza Libro d’estate: «Molti dei
Maurizio Azzan
temi che mi hanno accompagnato nel corso di questi
anni trovano in questo pezzo la loro prima declinazione:
l’utilizzo in chiave ironica di cliché musicali, l’attenzione
per le costruzioni armoniche, i riferimenti a elementi
letterari ed extra-musicali, il gusto per i labirinti, gli
enigmi e i codici. Il percorso del brano si snoda
attraverso i rapporti che la viola solista intrattiene con il
resto dell’ensemble: da un reciproco disinteresse al
tentativo di emancipazione del solista, per giungere
infine a una fragile convivenza. A guidare questo
cammino un’idea sull’estate tratta dai due primi romanzi
di Goffredo Parise: l’estate è quella stagione che si può
solo attendere perché, quando arriva, lascia sempre
insoddisfatti». Così il compositore si esprime invece
attorno ad Amare, madre e a Lorem ipsum: «Se a un
primo ascolto questi due pezzi possono apparire
decisamente diversi, se non diametralmente opposti,
essi sono in realtà uniti da un punto comune: la mia
visione del rapporto tra testo e musica, oltre che quello
più delicato tra musica e linguaggio. In Amare, madre la
forma complessiva coincide con la ricostruzione della
poesia Alla mia nazione di Pier Paolo Pasolini: a partire
da un naufragio in cui gesti, suoni e parole vagano alla
deriva, l’italiano di Pasolini viene progressivamente
recuperato e ricostituito, per ritornare comprensibile
solo con l’invettiva che chiude il testo: “Sprofonda in
questo tuo bel mare, libera il mondo”. Lorem ipsum è
una suite di cinque pezzi, un percorso attraverso
altrettante sezioni di un labirinto costruito attorno a
un’antologia di testi “impossibili”: la versione standard
del Lorem ipsum (il testo segnaposto usato per le prove
grafiche di stampa), il Codex Seraphinianus di Luigi
Serafini e Ma fin est mon commencement di Guillaume
de Machaut. Proprio la debolezza fondamentale di
questi testi, che non significano nulla, diventa il cardine
da cui partire per edificare un’improbabile biblioteca di
Babele, una torre assurda dalla quale cercare di
comprendere il territorio circostante e, con esso, tentare
di cogliere alcuni riflessi del nostro mondo».
Territori da esplorare
Due novità cameristiche per Maurizio Azzan.
Lo scorso 4 dicembre il Festival “La chitarra
contemporanea” di Napoli ha ospitato la prima
esecuzione assoluta di Corda-Legno. Metallo,
tre studi per chitarra da Geometrie nelle mani,
all’Ex Asilo Filangieri, nell’interpretazione di
Ruben Mattia Santorsa, che riprenderà il
pezzo il 6 maggio alla Sala del Rosso di
Firenze. Spiega l’Autore: «Questo breve studio
per chitarra sola è il primo di una serie di tre
iniziata ormai tre anni fa e intitolata Geometrie nelle
mani in omaggio a uno splendido ciclo di fotografie e
sculture di Giuseppe Penone. In questi lavori, in
particolare nel primo, lo strumento si fa oggetto,
riducendosi ai suoi materiali e divenendo allo stesso
tempo territorio da esplorare. Il gesto dell’esecutore
diventa allora una sorta di perlustrazione degli angoli
più reconditi della sua superficie (tattile, sonora) e, se
visivamente resta profondamente classico, da un punto
di vista acustico si lascia alle spalle le sue consuetudini
più rassicuranti per andare alla ricerca di quegli
interstizi fra categorie già date in cui non riusciamo più
a dare un nome alle cose». Le pareti sottili per quartetto
d’archi avranno invece la prima esecuzione assoluta il
31 marzo alla Salle d’orgue del Conservatoire National
Supérieur de Musique et de Danse de Paris, interprete
lo Zerkalo Quartet. In questi termini il compositore si
confronta con il nuovo lavoro: «Il genere del quartetto
d’archi è la storia di una meravigliosa utopia. Quattro
identità distinte cercano di trovare un equilibrio che dia
loro l’illusione di avere lo stesso peso, la stessa natura.
Eppure, a ben vedere, andando oltre la superficiale
comunanza di forma in diversa proporzione, ci si
accorge subito delle incolmabili distanze che
separano questi microuniversi di movimento e
suono. Ecco che allora la musica si fa metafora
stessa di questa utopia, di come quattro luoghi
musicali possano entrare l’uno nell’altro, esplorarsi a
vicenda e trovare reciproche contiguità.
L’architettura fragilissima di questi quattro punti poco
a poco si sfalda mentre i contorni si fanno meno
netti, assottigliando le separazioni fino ad annullarle.
Compresenza di tempi, luoghi, suoni. Il titolo fa
riferimento a una recente prosa poetica di Franca
Mancinelli che ha fornito non pochi spunti per questo
lavoro: “Qui ciò che cade indurisce nello spazio
assegnato dal caso o dal destino. Cadendo si
abbandona, perde ogni appartenenza. Inizia a crescere
radici, sottili come capelli. I tuoi, sul pavimento, nella
polvere. Ma oggi il tempo è entrato, risuonando sui
vetri. Le pareti si sono fatte sottili. La casa di
membrana. Ogni stanza entrava nell’altra, sovrapposta
come in un gioco di dimensioni perfette. Ne restava una
sola alla fine, più profonda di tutte le altre. Vi entrava
anche il giardino, con gli alberi, la strada di auto lente,
il canale. Ti stava facendo questo, pazientemente, la
pioggia. Aprendo una sillaba all’infinito fino all’inizio
dell’articolazione di un suono. Portandoti appena dopo
il silenzio. In quella durata dove potevano fare ritorno,
trovare luogo le cose”». Il 17 aprile il Sargas Duo
riprende alla Fondazione Maurits Ernest Houck di Riva
San Vitale (Canton Ticino), nel contesto della Rassegna
“Giovaninarte”, Sommerso (Innerspace I) per saxofono
soprano e pianoforte.
Caterina Di Cecca
Labirinto sensoriale
Dedalo y sensación per trio (violino, violoncello e
pianoforte) è in programma in prima esecuzione
assoluta il 19 marzo al Lviv Philharmonic Concert Hall
di Leopoli (Ucraina), nell’interpretazione dell’Ensemble
Nostri Temporis, con replica il 21 marzo al GoetheInstitut Hall di Kiev. Il 15 maggio il pezzo verrà
riproposto allo Spazio Risonanze del Parco della
Musica di Roma, per la rassegna “Matinée invito”,
in un concerto che sarà ripreso per Euroclassical.
L’eseguiranno in quell’occasione gli allievi
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Scrive
l’Autrice: «Liberamente ispirato dalla lettura di Elogio de
la madrastra di Mario Vargas Llosa, incentrato sul
triangolo morboso tra matrigna, padre e figlio
adolescente, il trio Dedalo y sensación percorre nella
sua arcata formale le tappe fondamentali di questo
rapporto a tre, in cui l’esaltazione delle sensazioni e di
ciò che è materiale diventa ossessività, sfociando in un
labirinto sensoriale di eccessi che è prodromo della
caduta finale. Il paradiso si tramuta in inferno,
l’armoniosa utopia si volge nel suo contrario, attraverso
una corrente di desiderio e seduzione che passa da un
personaggio all’altro. Eventi e protagonisti rivelano una
duplice natura, spesso contraria, che ben si presta a
una trasposizione immaginativa in musica, con l’utilizzo
di una materia sonora riconoscibile, funzionale a varie
Carlo Ciceri
riletture che permettono di percepirne gli aspetti più
tortuosi, dalla purezza originale fino alla più estrema
corruzione». La sposa del vento per viola sola è
invece il titolo della novità in cartellone il 27 aprile
all’Auditorium del Carmine di Parma, interprete Yuval
Gotlibovich. Spiega Caterina Di Cecca: «Al materiale
di partenza del lavoro vengono applicate delle
sollecitazioni esterne da un evento eterogeneo che
comporta la sua deformazione. Quest’ultimo, che
inizialmente si presenta come semplice eco e
accompagnamento, prende man mano sempre più
spazio e peso comportando una variazione della forma
e del carattere della prima idea musicale che è andato
ad intaccare. Alla fine però, invece di prendere il
sopravvento, scompare lasciando in uno stato di
tensione non risolta l’elemento che ha mutato
irrimediabilmente». Lo scorso mese di dicembre è stato
ripreso a Bonn, presso il Deutsche Telekom
Headquarters, Large Hall, in occasione
dell’International Telekom Beethoven Competition 2015,
Filigrane scarlatte per pianoforte, nell’interpretazione di
Ben Cruchley. Un’ulteriore esecuzione di Filigrane
scarlatte è in programma il 20 febbraio a Brooklyn, New
York, The Drawing Room, nella rassegna Concrete
Timbre “Salon 3”, solista Melinda Faylor. Oscuro
pintado per otto strumenti è in cartellone al Teatro Litta
Attrazione del canto
Verrà presentato il 13 marzo al Festival Archipel di
Ginevra Šìr per soprano e contrabbasso,
commissione del festival stesso e parte
d’un progetto di Hélène Fauchère e Uli
Fussenegger, che terranno a battesimo il
pezzo, portandolo in seguito a Lubiana,
per Imago Sloveniae, il 29 giugno, a La
Charité-sur-Loire per Format Raisins, il 9
luglio, e infine alla Pharos Arts Foundation
di Cipro il 9 ottobre. Spiega l’Autore: «Šìr
è un brano per soprano e contrabbasso sul
tema dell’incomunicabilità, qui affrontato
attraverso il testo omerico dell’episodio
dell’incontro di Ulisse con le Sirene,
interpretato secondo la lettura di Foucault: “Le sirene
sono la forma inafferrabile e proibita della voce che
attrae. Non sono altro che canto. [...] La loro musica è il
contrario di un inno: nessuna presenza scintilla nelle
loro parole immortali; solo la promessa di un canto
futuro ne percorre la melodia. [...]. Offerto come in
cavo, il canto non è che l’attrazione del canto, ma non
Andrea Mannucci
promette all’eroe nient’altro se non la copia di quel che
ha già vissuto, conosciuto, sofferto, nient’altro
se non lui stesso” (Michel Foucault, La pensée
du dehors, 1966). Ma le sirene, ovvero il
soprano, nella loro onniscienza, sanno fin dal
primo istante del loro fallimento e della loro
conseguente morte: per questo motivo il canto
è fin dal principio incerto, si forma quasi contro
la sua volontà e infine si ritorce con paura.
Šìr è dunque una scena tra due personaggi
che dialogano attraverso la fisicità dei loro
corpi: il soprano infatti è chiamato a suonare dei
bicchieri intonati e lo stesso contrabbasso, e il
contrabbassista utilizza la sua voce come
mezzo sia di comunicazione musicale sia di
amplificazione del suono strumentale. Essi si rivolgono
direttamente l’uno all’altro suonando quasi a contatto e
con il profilo rivolto al pubblico. Infine, il titolo rimanda al
sumerico šìr, eco antica della voce greca seirén, che
significa cantare e che risuona consapevolmente in
šìr-šìr, catena».
Suggestioni letterarie
Andrea Mannucci propone il 14 maggio in prima
esecuzione assoluta all’Auditorium
Celesti di Desenzano per il Festival del
Ned Ensemble 4 Aforismi per flauto e
pianoforte, nell’interpretazione di
Tommaso Benciolini e Adriano Ambrosini.
Spiega l’Autore: «4 Aforismi è un brano
scritto per il IX Festival del Ned
Ensemble, consistente in quattro concerti
di nuove musiche, molte delle quali in
prima esecuzione assoluta. I quattro
aforismi nella successione flauto e
pianoforte, flauto solo, pianoforte solo e
l’ultimo ancora per flauto e pianoforte, si basano su
quattro diversi componimenti poetici brevissimi,
appunto aforismi letterari di varia natura, tratti da autori
come Ginsberg, Estin, Ungaretti e Burroughs.
Attraverso una tecnica compositiva per cui ogni singola
sillaba genera una nota, si ottiene una selezione
di scale elaborate secondo criteri di circolarità e
simultaneità. Su questo materiale si lascia che la
suggestione letteraria eserciti la sua influenza
sulla musica». Il 28 febbraio viene ripreso al
Teatro Adelaide Ristori di Cividale del Friuli, per la
Stagione danza, prosa e musica 2015/16 e
all’interno della serata intitolata “Dittico
Contemporaneo”, Il Computer, atto informatico su
testo di Marco Ongaro. Ne saranno interpreti
Carlotta Bellotto (Olga, l’impiegata), soprano,
Luisa Allegrini (Nina, l’impiegata), mezzosoprano,
e Dario Giorgelè (Barry, il tecnico), baritono; la regia è
di Filippo Tonon, mentre il Ned Ensemble è diretto dallo
stesso Mannucci.
Tre prime cameristiche
tra l’Ucraina, Parma e
Barcellona
Antal Doráti
La Sinfonia per orchestra è
stata eseguita il 23 gennaio al
Benaroya Hall di Seattle dalla
Seattle Philharmonic Orchestra
diretta da Adam Stern. L’Ottetto
per archi è in cartellone il 7
febbraio al Konsert & Kongress
di Uppsala (Svezia) con gli
Uppsala Kammarsolister.
Pagina cameristica ispirate
alle sirene rilette da Foucault
in prima a Ginevra
Niccolò Castiglioni
Vittorio Parisi alla testa del
Dèdalo Ensemble esegue il 13
febbraio al Teatro San Carlino
di Brescia per la rassegna Sulle
Ali del Novecento Tropi per
complesso da camera. Il 9
aprile il Museo del Novecento
di Milano ospita alla Sala Arte
Povera per la stagione Rondò
2016 il duo Filippo Gorini e
Daniele Fasani in Cangianti
e Inizio di movimento per
pianoforte.
Prima cameristica al
Festival del Ned Ensemble
Franco Donatoni
For Grilly, improvvisazione per
sette, è in cartellone il 3
febbraio al DePaul University
Concert Hall, presso la Depaul
University School of Music di
Chicago, nell’interpretazione
dell’Ensemble 20+ diretto da
Michael Lewanski e il 5
febbraio allo Shibuya Cultural
Center Owada di Tokyo,
affidato al Tokyo Ensemble
Factory diretto da Kanako Abe.
13
Novità ispirata al flamenco e a
Machado si aggiudica il concorso
Kazimierz Serocki di Varsavia
Ernest Bloch
Macbeth - Deux interludes
symphoniques per orchestra è
in programma il 23 aprile
all’Audrey Hall della Northern
Arizona University a Flagstaff,
nell’ambito della rassegna
dell’Arizona Band and
Orchestra Directors Association
(ABODA) e nell’interpretazione
dell’Arizona All-State Orchestra
diretta da David Hattner.
Novità per la Giornata della
Memoria in prima a Helsinki
Maurizio Ferrari
Ho portato il velo da lontano
per voce e pianoforte è stato
proposto il 9 gennaio a Palazzo
Antonini dell’Università di Udine
in occasione, in un concerto
promosso dall’Accademia di
Studi Pianistici “Antonio Ricci”
e interpretato dal Duo Luoghi
Immaginari: Elena Bakanova,
soprano e Raffaele Mascolo,
pianoforte.
Primo di due volumi delle opere
di un maestro della tastiera
14
Adriano Gaglianello
Speculazioni solitarie
Cante hondo per soprano e orchestra su testo di
Antonio Machado è stato presentato in prima
esecuzione assoluta lo scorso 15 novembre al
Lutoslawski Polish Radio Concert Hall di Varsavia nel
contesto della Kazimierz Serocki 14th International
Composers’ Competition. Ne sono stati interpreti Lucja
Szablewska e l’Orchestra Sinfonica della Radio polacca
diretta da Szymon Bywalec. La composizione si è
aggiudicata il primo premio del concorso in cui è stata
eseguita. Scrive Gaglianello: «Il cante hondo, canzone
profonda, è uno stile vocale del flamenco andaluso.
Garcia Lorca lo descrive così: “Il cante hondo si
accosta al ritmo degli uccelli, alla musica istintiva del
nero pioppo e delle onde; è semplice nella sua forma e
desuetudine. È anche un raro esempio di canzone
primitiva, la più vecchia di tutta l’Europa, laddove i
ruderi della storia, i suoi lirici frammenti sono divorati
dalla sabbia, esso appare vivo come al primo mattino di
sua vita. L’illustre Falla, che ha studiato la questione
attentamente, afferma che la siguiriya gitana è una
canzone appartenente al gruppo del cante hondo,
dichiarando che essa è la sola canzone del continente
europeo che si è conservata nella sua forma pura,
perché nelle sue diverse composizioni, stili e qualità,
essa ha in sé la musicalità primitiva della gente venuta
dall’Oriente”. Il testo è composto da alcuni frammenti
Luigi Manfrin
A ritroso
L
uigi Manfrin ha proposto il 27 gennaio alla
Temppeliaukio Kirkko di Helsinki, con il patrocinio
dell’Istituto Italiano di Cultura in Finlandia, B(l)acklight...
Down Inside the Memory per pianoforte a quattro mani:
ne hanno interpretato la prima esecuzione assoluta
Maria Ala-Hannula e Leonardo Zunica. Ne dice l’Autore:
«B(l)ackLight... Down Inside the Memory mi è stato
commissionato direttamente dall’Ebony Piano Duo
Maria Ala-Hannula & Leonardo Zunica per
l’International Holocaust Remembrance Day.
Il riferimento alla tragedia della Shoah mi ha portato a
impostare strutturalmente il brano ricorsivamente, ossia
a ritroso, ritornando continuamente sugli stessi motivi,
alludendo così simbolicamente alla nota correlazione
psicoanalitica tra l’accadere di un’esperienza
traumatica e la sua memoria rivissuta come
riattivazione coatta allo stesso accaduto. Da qui la
scelta di fondare la composizione su un refrain di base
strutturato in modo scalare discendente. Tale refrain
funge da idea germinale per l’intera forma della
composizione, concepita appunto come un montaggio
organizzato attraverso processi di ripetizioni correlati
tra loro. La reiterazione ossessiva e insistita del moto
discendente è alternata solo provvisoriamente a fasi
Ercole Pasquini
tratti dalle poesie d’esordio Soledades di Antonio
Machado, uno fra i maggiori poeti spagnoli,
appartenente alla generazione del ’98 e poi esponente
di un modernismo ideologico innovatore che potesse
ridare un volto credibile e rassicurante alla Spagna del
XX secolo dopo la perdita di Cuba. Il linguaggio
semplice d’intensa introversione del testo poetico
racconta le speculazioni solitarie di un soggetto con i
fantasmi del suo passato. Lungo la narrazione poetica,
velate di malinconia e nostalgica sospensione si
evocano immagini tipiche del decadentismo come le
fiamme, l’oro, la morte, il sangue, gli scheletri. Il ritmo
serrato degli elementi percussivi nella drammaturgia
musicale si interrompe spesso per lunghe riflessioni e
la vocalità sensualmente aggressiva del soprano muta
in accenti più dolci e puri definendo chiaramente un
carattere drammatico generale che accompagna tutto
il brano. Diverse soluzioni di continuità agitano
l’intercedere musicale, arricchito spesso d’improvvisi
sbalzi espressivi in cui la voce dialoga con un’orchestra
ricca di colori che assume ruoli e significati diversi a
partire da un lineare commento corale o da un
complementare supporto alla voce, per finire con un
impegno più sostanziale a ruolo di protagonista,
interrotto saltuariamente dai brevi e frammentari
interventi solistici del soprano».
che procedono in direzione opposta; in taluni casi, essa
diviene letterale mentre in altri è invece sottoposta a
processi di stravolgimento e deformazione. Ma la
memoria non è solo riviviscenza passiva, essa offre
soprattutto l’opportunità di un’elaborazione e di un
riconoscimento attivo, indirizzato al cambiamento e alla
differenza anziché alla semplice ripetizione. L’insistenza
sulla relazione tra ripetizione e caducità mi ha
permesso di scavare a fondo sul senso ritmico
primordiale di tale connessione; in questo mi sono in
parte ritrovato in sintonia con alcune notissime
riflessioni espresse da Freud nel suo celebre Al di là del
principio di piacere sulla ripetizione come essenza dello
psichismo, in quanto contraddistinta da una pulsione
segreta che la corrode internamente facendola
regredire a uno stato inorganico anteriore. Tuttavia, nel
mio caso, l’esito non vuole essere affatto pessimistico;
al contrario, la ripetizione e la discesa appaiono
piuttosto attraversati da una corrente intensiva
differenziale tutt’altro che votata all’inorganico. Da
questo punto di vista, mi richiamo al tentativo di una
possibile lettura positiva della pulsione di morte
proposta da alcuni filosofi francesi del secondo
Novecento».
Non di solo Frescobaldi
Esce per le ESZ, 30° volume della collana “Monumenti
Musicali Italiani”, il primo volume delle opere complete di
Ercole Pasquini, Toccate, Canzoni, Ricercari, a cura di
Paul Kenyon. Attivo per molti anni in Ferrara, poi
predecessore di Frescobaldi come organista della
Cappella Giulia, autore anche di musica vocale oggi
perlopiù perduta, Ercole Pasquini (1550 ca. - ante 1620)
ha lasciato un consistente corpus di musica per tastiera
che si pone come raccordo tra Frescobaldi e l’ambiente
napoletano, rappresentato da autori come Ascanio
Mayone e Giovanni Maria Trabaci (Pasquini era, ad
esempio, in rapporti documentati con Gesualdo). Ancora
dopo la sua morte, il musicista era tanto celebre da
suggerire a Pietro della Valle nel 1640 il paragone
proprio col sommo Frescobaldi: «Non ci è stato di gran
fama, un Ercole in S. Pietro? Un Frescobaldi che oggi
vive?». A mezzo secolo dalla pubblicazione della prima
edizione critica della musica per tastiera di Ercole
Pasquini, il volume in uscita (il primo di due) si avvale
degli studi più recenti e offre nuove soluzioni ad alcuni
passaggi problematici. Include inoltre una serie di pezzi
assenti nelle precedenti edizioni benché ascritti a
Pasquini, così come altri pezzi non attribuiti ma
probabilmente composti da lui. Nell’edizione si tiene
conto anche di una fonte (ms. Napoli 48, 1600 ca.),
venuta alla luce in anni recenti, particolarmente
autorevole nella trasmissione di una Canzona.
La prefazione contiene la presentazione dettagliata
della biografia del compositore, la descrizione delle fonti
e le questioni notazionali in rapporto all’esecuzione.
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
FEBBRAIO
Maurilio Cacciatore
MECCANICA DEI RIFLESSI OVVERO
DELL’AMORE (VALDRADA)
per orchestra
Milano, Teatro Dal Verme, 4 febbraio
Orchestra I Pomeriggi Musicali
dir.: Alessandro Cadario
Luca Mosca
SETTIMO CONCERTO
per pianoforte e orchestra
Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai,
4 febbraio
Anna D’Errico, pianoforte
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
dir.: Marco Angius
Ivan Fedele
WORDS AND MUSIC
Musica per l’omonima pièce teatrale di
Samuel Beckett
(Commissione Ensemble Intercontemporain)
Paris, Philharmonie, 9 febbraio
Johan Leysen, Words
Han Römer, Croak
Ensemble intercontemporain
dir.: Ilan Volkov
Ivan Fedele
LEXIKON II
per orchestra
(Commissione Radio France, Seoul
Philharmonic Orchestra)
Paris, Radio France, Festival Présences,
Auditorium de Radio France, 12 febbraio
Orchestre Philharmonique de Radio France
dir.: Pascal Rophé
Pasquale Corrado
AUTORITRATTO CON QUARTETTO
per quartetto d’archi
(Commissione Radio France)
Paris, Radio France, Festival Présences,
Maison de la Radio, 13 febbraio
Quartetto Prometeo
Pasquale Corrado
BABBELISH ovvero i fratelli gabbati
Opera in un atto su libretto di Ugo
Giacomazzi, Julio García Clavijo, Luigi Di
Gangi
Palermo, Teatro Massimo, Sala Grande,
24 febbraio
Regia e drammaturgia: OperAlchemica
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
dir.: Piero Monti
ESZ
MARZO
Rossella Spinosa
WOODS
per pianoforte a 4 mani
New York, Carnegie Hall, 2 marzo
PIANOx2: Alessandro Calcagnile e
Rossella Spinosa, pianoforte
Daniela Terranova
NIGHT SONGS
per voce femminile, arpa e archi
Padova, Cinema Porto Astra, 3 marzo
Marina Bartoli Compostella, soprano
Orchestra di Padova e del Veneto
dir.: Caterina Centofante
Tarquinio Merula/Daniela Terranova
CANZONETTA SPIRITUALE SOPRA
LA NANNA
Orchestrazione per soprano, arpa e
orchestra d’archi di Daniela Terranova
Padova, Cinema Porto Astra, 3 marzo
Marina Bartoli Compostella, soprano
Orchestra di Padova e del Veneto
dir.: Caterina Centofante
Gabriele Cosmi
I BEGIN TO HEAR VOICES
per voce femminile
Bologna, Festival dell’Oriente, 6 marzo
Lisa La Pietra, soprano
Mehdi Khayami
LA CITTÀ INFELICE, RAISSA
per orchestra
Milano, Teatro Dal Verme, 10 marzo
Orchestra I Pomeriggi Musicali
dir.: Stefano Montanari
Carlo Ciceri
ŠÌR
per soprano e contrabbasso
Genève, Festival Archipel, 13 marzo
Hélène Fauchère, soprano
Uli Fussenegger, contrabbasso
Maurilio Cacciatore
I DON’T NEED TO …K FOR MUSIC
per due chitarre elettriche e live
electronics
Frankfurt, Festival Luminale, Nebbiensches
Gartenhaus, 18 marzo
Flavio Virzì e Steffen Ahrens, chitarre
elettriche
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Caterina Di Cecca
DEDALO Y SENSACIÓN
per violino, violoncello e pianoforte
Lviv (Leopoli, Ucraina), Lviv Philharmonic
Concert Hall, 19 marzo
Ensemble Nostri Temporis
Alessandro Solbiati
PROMENADE
per pianoforte e archi
Milano, Palazzina Liberty, Festival Cinque
Giornate per la Nuova Musica, 20 marzo
Rossella Spinosa, pianoforte
Orchestra Milano Classica
dir.: Alessandro Calcagnile
Stefano Gervasoni
DI RESPIRI MANCANTI
per orchestra
(Commissione Fondazione Orchestra Haydn)
Bolzano, Auditorium, 22 marzo
Orchestra Haydn
dir.: Dietrich Paredes
Maurilio Cacciatore
MECCANICA DEGLI AVATAR
per otto strumenti e elettronica
da un madrigale di Paolo Tenorista
Firenze, Contempoartefestival, Auditorio
di Santa Apollonia, 29 marzo
Contempoartensemble
dir.: Vittorio Ceccanti
Maurilio Cacciatore, live electronics
Maurizio Azzan
LE PARETI SOTTILI
per quartetto d’archi
Paris, Salle d’orgue del Conservatoire
National Supérieur de Musique et de Danse
de Paris, 31 marzo
Zerkalo Quartet
Il calendario completo delle
esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato
all’indirizzo internet:
www.esz.it
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
APRILE
Giorgio Colombo Taccani
FOLIA
per clarinetto contralto in Mi bemolle
Grottaferrata, Abbazia di San Nilo, 1 aprile
Marco Colonna, clarinetto
Riccardo Panfili
L’AURORA, PROBABILMENTE
per orchestra
(Prima esecuzione della nuova versione)
Roma, Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, Auditorium Parco della Musica,
2 aprile
Orchestra dell’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia
dir.: Antonio Pappano
Giorgio Colombo Taccani
BRACE
per flauto contrabbasso
Milano, Auditorium “Ottava Nota”, 8 aprile
Antonella Bini, flauto contrabbasso
Giorgio Gaslini
LA RONDE
per violoncello solo
Firenze, Palazzo Bastogi, Sala delle Feste,
9 aprile
Vittorio Ceccanti, violoncello
Riccardo Panfili
OLTRE LA LINEA
per orchestra
(Commissione Filarmonica della Scala)
Milano, Teatro alla Scala, 11 aprile
Filarmonica della Scala
dir.: Fabio Luisi
Pasquale Corrado
Novità
per violino elettrico
Roma, Accademia Filarmonica Romana,
Sala Casella, 14 aprile
Francesco D’Orazio, violino elettrico
Federico Gardella
IMPROVVISI SILENZI DI CONCHIGLIA
per ensemble
(Commissione Divertimento Ensemble)
Milano, Rondò, Teatro Litta, 20 aprile
Divertimento Ensemble
dir.: Michele Gamba
ESZ
Giorgio Colombo Taccani
IL RACCONTO DELL’ASSALTO
per flauto, saxofono contralto e pianoforte
Potsdam, Festival Intersonanzen, 23 aprile
Trio Nyky
Caterina Di Cecca
Novità
per violino e violoncello
Barcellona, Festival Mixtur, 23 aprile
Solisti degli Ensemble in residenza
Aureliano Cattaneo
RESTO
per orchestra da camera
(Commissione WDR)
Witten, Wittener Tage für Neue
Kammermusik, Theatersaal, 24 aprile
WDR Sinfonieorchester Köln
dir.: Emilio Pomarico
Caterina Di Cecca
LA SPOSA DEL VENTO
per viola sola
Parma, Auditorium del Carmine, 27 aprile
Yuval Gotlibovich, viola
MAGGIO
Ivan Fedele
METAL EAST-JOURNEY
per un percussionista
Shizuoka, Concert Hall, 3 maggio
Thierry Miroglio, percussioni
Gabriele Cosmi
ELSE SUITE
Composizione elettroacustica di scena da
“La signorina Else” di Arthur Schnitzler
Napoli, Teatro Stabile di Napoli, Ridotto del
Mercadante, 10 maggio
Federica Sandrini, attrice
Regia: Alberto Oliva
Andrea Mannucci
4 AFORISMI
per flauto e pianoforte
Desenzano, Festival del Ned Ensemble,
Auditorium Celesti, 14 maggio
Tommaso Benciolini, flauto
Adriano Ambrosini, pianoforte
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Stefano Gervasoni
STREPITO E GARBUGLIO
per contrabbasso
Lyon, Les Rencontres Contemporaines,
18 maggio
Florentin Ginot, contrabbasso
Alessandro Solbiati
GUERNICA
per flauto, violino, viola e violoncello
Rencontres Musicales en Seine-et-Marne,
22 maggio
Christel Rayneau, flauto
Hélios Ensemble
Giovanni Verrando
FOURTH BORN UNICORN
(Rounded version)
per viola d’amore
Paris, Istituto Italiano di Cultura, 25 maggio
Marco Fusi, viola d’amore
Giovanni Verrando
FOURTH BORN UNICORN
(Angular version)
per viola
Paris, Istituto Italiano di Cultura, 25 maggio
Marco Fusi, viola d’amore
Francesco Hoch
ArCADiA 15
per orchestra
(Commissione Orchestra Arcadia)
Ascona (Canton Ticino), Collegio Papio,
28 maggio
Orchestra Arcadia
dir.: Matthias Müller
Javier Torres Maldonado
ENIM ADSCITITIOS ACCIDENTALESQUE
A STELLIS FULGORES ADIMIT
Composizione elettroacustica
Livorno, Suoni Inauditi, Auditorium
dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “P.
Mascagni”, data da definire
Il calendario completo delle
esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato
all’indirizzo internet:
www.esz.it
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it
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Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991