ESZnews 69 febbraio2016 Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale La natura del suono Il 9 febbraio viene proposto in prima esecuzione Ivan Fedele assoluta, alla Philharmonie di Parigi, Words and Music, musica per l’omonima pièce di Samuel Beckett, commissione dell’Ensemble Intercontemporain che l’esegue sotto la direzione di Ilan Volkov e con Johan Leysen nella parte di Words e Han Römer in quella di Croak, con replica il 12 febbraio presso la Kölner Philharmonie. In questi termini l’Autore racconta le premesse del lavoro, che mette in musica la pièce radiofonica scritta da Beckett nel 1962 e fondata sulle tre figure allegoriche di Words, Music e Croak: «Quando si lavora sui testi di Beckett occorre restare fedeli a ciò che è scritto dall’autore perché nel testo sono presenti didascalie e indicazioni che si rivelano molto vincolanti. E tuttavia, vi sono margini d'interpretazione, margini di libertà. Nel caso di Words and Music, infatti, esistono diverse versioni musicali della pièce, composte da John Beckett, cugino del drammaturgo, Humphrey Searle e Morton Feldman, le quali mostrano interpretazioni molto diverse del personaggio di Music, per esempio, ma anche dell’atmosfera generale di una storia “impossibile”. Per la prima volta, eccezionalmente, Beckett rinuncia in realtà a realizzare un personaggio (Music) affidandone il ruolo ad un ensemble strumentale. Le sue indicazioni contribuiscono piuttosto a stabilire l’arco formale della pièce, che include molti elementi musicali, sia a livello di testo recitato che a livello d'indicazioni agogiche: riprese, variazioni, ridondanze... Nel comporre mi considero, pertanto, io stesso il personaggio di Music: non posso che essere io Music! Music, cioè al tempo stesso la scrittura musicale e il modo in cui io percepisco il testo. Words and Music è una storia tipica di Beckett: al centro vi sono la relazione servo-padrone (i servi sono due in questo caso) e la difficoltà di mettere in rapporto i diversi elementi dello spirito creatore: Music e Words non stanno molto bene “insieme”… Nel pezzo esiste uno spazio comune, ma ciascuno ha difficoltà a esprimersi coi fonemi e il linguaggio dell'altro. Ad esempio, Words non canta, ma “cerca” di cantare, il che è molto diverso. Music cerca di indicargli il cammino, di dargli il sostegno adeguato per farlo cantare. Ma non ci riesce malgrado i numerosi tentativi. Questo è ciò che mi colpisce nel testo: i tre personaggi fanno un grande sforzo per capirsi, Music e Words da un lato, Croak e Words dall’altro, ma senza esito perché non condividono un progetto comune. Il campionatore è uno strumento importante nell’economia della composizione, perché, oltre a fornire una ricca “palette” di suoni di sintesi che “arrotondano” e “modulano” il timbro dell'ensemble strumentale, interagisce con la recitazione degli attori in scena. Nel testo di Beckett non vi sono soltanto parole, ma anche gemiti e ringhi, urla e singhiozzi che sottopongo a elaborazione e ripropongo in tempo differito “suonandoli” come uno strumento. L'intento è quello di ottenere, grazie a questo espediente, un'estensione e un incremento del potenziale musicale di queste sonorità che appartengono all’universo della lingua parlata. Le pause indicate da Beckett sono tradotte talora in interventi strumentali, talaltra in silenzi veri e propri, altre volte ancora in un silenzio “semantico”, un accordo tenuto, una risonanza, cioè una situazione in cui il discorso non evolve. Il silenzio è la punteggiatura della pièce. Occorre ricordare che la pièce è stata concepita originariamente per la radio. Un silenzio alla radio esprime un’enorme potenza. In scena, invece, quando vi Distillazione e omissione Due le prime esecuzioni assolute nella primavera di Stefano Gervasoni Stefano Gervasoni. Il 18 maggio Florentin Ginot propone ai Rencontres Contemporaines di Lione, con replica il 21 maggio nella sede dell’Ensemble MusikFabrik a Colonia per la serie “Solostücke”, Strepito e garbuglio per contrabbasso solo. Dedicato all’interprete e commissionato da Radio France per il ciclo “Alla Breve”, il pezzo è stato registrato lo scorso dicembre e viene trasmesso in prima radiofonica durante il Festival Présences “Oggi l’Italia”, dall’8 al 14 febbraio. Spiega l’Autore: «Strepito e garbuglio è un lungo pezzo per contrabbasso nel quale l’esplorazione della ricca materia sonora offerta dallo strumento (di cui la parola “strepito” esprime le qualità allo stato bruto) si accompagna alla sua progressiva distillazione operata dalla scrittura (testimoniata dalla parola “garbuglio”). Garbuglio che si dipana: da sismogramma di una materia in continuo divenire (instabile perché radicata in frequenze gravi scosse da svariati modi di attacco e incalzate da figure ritmiche che mettono in risalto le componenti interne del suono, acute, fino ai più lontani armonici addomesticabili dalle tecniche strumentali, e percorsa da fenomeni inerziali di vibrazione che creano altre voci ancora all’interno della massa sonora) a scrittura musicale che continua a pag. 2 opera la trasformazione di un oggetto sonoro complesso in una struttura contrappuntistica di voci che si delineano poco a poco autonomamente. Strepito che diventa suono. Il contrabbasso è visto come un grande alambicco grazie al quale operare un processo di distillazione: ne vengono presentate varie tappe, in un percorso che consente allo “strepito” di diventare suono organizzato e addirittura canto, e obbliga il “garbuglio” dei segni a farsi scrittura che dipana questa matassa, dà luce alle singole componenti, ne ricostituisce l’ordine interno e le mette tra loro in un equilibrio formale. L’andamento generale è perennemente discendente, malgrado l’accumularsi dei gesti esplorativi della materia tenda a farla lievitare e a spingerla verso l’alto, a immagine del processo di distillazione che comporta una trasformazione della materia di tipo ascensionale, per raggiungere lo stato gassoso, ma che può solo concludersi in un movimento di tipo contrario, cioè discendente, fino al liquido essenziale delle gocce che cadono. La sezione finale del pezzo rappresenta bene questa compresenza di fasi: un movimento di note ripetute ma progressivamente discendenti per quarti di tono e/o semitono, articolato da pizzicati all’unisono che si staccano via via dalla nota di appartenenza continua a pag. 3 L’intonazione di un radiodramma di Beckett e una novità per orchestra sinfonica per l’Ensemble Intercontemporain e Radio France Due novità, per strumento solo e per orchestra, e uno studio musicologico dedicato al compositore segue da pag. 1 (Fedele: La natura del suono) Christophe Bertrand Il 13 febbraio Luigi Gaggero dirige l’Ukho Ensemble in Yet per ensemble al Dovzhenko Art Center di Kiev. Madrigal per soprano e ensemble viene eseguito da Agata Zubel e dall’Eighth Blackbird Ensemble il 29 febbraio al Reva and David Logan Center for the Arts della University of Chicago per la rassegna “Contempo”. Il Trio Catch porterà in un’articolata tournée Sanh per clarinetto basso, violoncello e pianoforte, il 10 marzo al Palazzo delle Arti di Budapest, il 13 marzo al Konserthuset di Stoccolma, nell’ambito dell’ECHO Rising Stars Tour, l’11 maggio al Barbican Centre di Londra, il 13 maggio alla Casa da Musica di Porto, il 15 maggio al Museum Insel Hombroich a Neuss (Nord-Reno Westfalia), infine il 29 maggio al Festspielhaus di Baden-Baden. Jean-Luc Hervé Germination per ensemble e elettronica in tempo reale è in cartellone il 21 maggio al Red Hall del National Forum of Music a Breslavia (Wroclaw) per il 6th Musica Electronica Nova Festival, nell’interpretazione dell’Ensemble Intercontemporain diretto da Guillaume Bourgogne. È uscito per l’etichetta Telos Music (TLS 181) il Cd Architecture of Time del Berlin PianoPercussion con l’incisione di 4 per due pianoforti preparati e due percussionisti. è del silenzio, vediamo sempre un personaggio (musicista, cantante o attore che sia) “realizzare” questo silenzio: la vista riempie quel vuoto. Un silenzio alla radio non è colmato da nulla». Il Festival Présences di Radio France, dal titolo “Oggi l’Italia”, dedica a Ivan Fedele un “Portrait” articolato su più esecuzioni che includeranno numerose prime francesi e una prima esecuzione assoluta. Sono in cartellone l’11 febbraio all’Auditorium de Radio France Times Like That per voce di soprano e orchestra su testi di Barack Obama, Lech Walesa, Aung San Suu Kyi, nell’interpretazione di Valentina Coladonato e dell’Orchestre National d’Île de France diretta da Enrique Mazzola; il 12 febbraio nella medesima sede Ruah per flauto e orchestra, nell’esecuzione di Mario Caroli e dell’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Pascal Rophé, che proporrà nello stesso concerto la prima esecuzione assoluta di Lexikon II per orchestra, commissione Radio France e Seoul Philharmonic Orchestra; il 13 febbraio, alla Maison de la Radio, Palimpsest, quarto quartetto d’archi, e Morolòja kè erotikà per voce femminile e quartetto d’archi su testi tratti da Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento a cura di Brizio Montinaro, entrambi in prima esecuzione in Francia, interpreti il Quartetto Prometeo e il soprano Valentina Coladonato; infine, lo stesso 13 febbraio, all’Auditorium de Radio France, Syntax per orchestra, affidato all’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Tito Ceccherini. Lexikon II, che avrà la prima in Asia il 5 aprile all’LG Arts Center di Seoul per la rassegna “Ars Nova”, nell’interpretazione di Kwamé Ryan alla testa della Seoul Philharmonic Orchestra, viene presentato con queste parole dal compositore: «“Armonico”, “Inarmonico” e “Saturo” sono i titoli dei tre movimenti di cui si compone Lexikon II, grande affresco per orchestra sinfonica che, al pari di Lexikon I, affronta alcune tematiche legate alla poetica della trasformazione della materia musicale, del suono. In Lexikon I erano gli archetipi dell’arte contrappuntistica fiamminga del XVI secolo a generare nuove forme attraverso altre manipolazioni in cui l’elemento della spazializzazione delle sorgenti sonore gioca un ruolo fondamentale. In Lexikon II la riflessione si concentra sulla natura del suono semplice e complesso, così come ce la propone l’analisi del suo spettro armonico, e sulla trasformazione attraverso processi di contaminazione frequenziale che portano dall’atmosfera di “Armonico” a quella di “Inarmonico”, per terminare con “Saturo”, in cui la texture orchestrale s’impregna di colori mutevoli che vanno gradualmente ad abitare ogni area, direi quasi ogni interstizio rimasto vacante, in un movimento di poliritmie multiple fibrillanti. Ancora una volta ho creduto che quelle che spesso vengono proposte come estetiche siano, in realtà, eminentemente delle tecniche che possono benissimo coesistere e interagire, laddove l’immaginazione del compositore ritenga di doverne far uso a fini espressivi, senza dogmatismi o separazioni che Aureliano Cattaneo Dar vita al suono Prima esecuzione assoluta per Aureliano Cattaneo il 24 2 aprile al Theatersaal di Witten, nel contesto dei Wittener Tage für Neue Kammermusik: Emilio Pomarico interpreterà, alla testa del WDR Sinfonieorchester Köln, Resto per orchestra da camera. In questi termini il compositore descrive il nuovo pezzo, commissione WDR: «“Resto” è un termine italiano, ma anche spagnolo, che presenta significati diversi: può significare “rimanere”, “star fermo”, ma anche “rovina”, “ciò che rimane”, “ciò che avanza”. Da un lato il pezzo è basato su due elementi semplici, neutri e contrastanti: un glissando (un movimento lento, direzionale e omogeneo) e una ripetizione (un movimento veloce che rimane statico). Lo sviluppo e la contaminazione di questi due elementi crea la forma del “resto” che rimane sempre tra questi due elementi. D’altro canto, c’è l’idea di “rovina”. Cerco le escludano reciprocamente per partito preso». Un’ulteriore prima esecuzione assoluta, Metal EastJourney per un percussionista, è in cartellone il 3 maggio al Concert Hall di Shizuoka, Giappone, nell’interpretazione del solista Thierry Miroglio. Il 17 gennaio Federica Lotti ha eseguito al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza Apostrofe per flauto. Il 23 gennaio la rassegna Bayerisches Staatsorchester Vermessen Themenkonzerte ha ospitato presso l’Aerodynamik-Windkanal der BMW Group di Monaco la ripresa di Corrente per violoncello solo, affidata a Emmanuel Graf. Il 5 febbraio Syntax per orchestra è in cartellone a Torino per la serie di Rai NuovaMusica, nell’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Marco Angius. Le Fünfzehn Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte sono in programma il 6 febbraio al Teatro Massimo Bellini di Catania, nell’interpretazione del trio costituito da Francesco D’Orazio, Nicola Fiorino e Giampaolo Nuti. Lo stesso D’Orazio eseguirà il 10 febbraio all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la Suite francese II per violino, Elettra nella versione per violino elettrico a cinque corde, e la Suite francese VI b per violino elettrico a cinque corde. All’arco di Federica Severini è invece affidato Thrilling Wings per violino solo, il 26 febbraio all’Accademia Filarmonica Romana. Deystviya per bayan e quartetto d’archi è in cartellone il 7 marzo alla Haute École de Musique de Lausanne (HEMU) per la rassegna della Société de Musique Contemporaine Lausanne, nell’interpretazione di Sergej Tchirkov e del Quartetto Alter Ego. Il giardino di giada II per flauto e trio d’archi sarà eseguito il 18 marzo al Festival “Contemporanea… mente” di Avellino dall’Ensemble Zenit 2000 diretto da Massimo Testa, con replica il giorno successivo, 19 marzo, al Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica di Milano. I Solisti del Ned Ensemble propongono il 7 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nel quadro del festival del gruppo, Dedica per flauto solo. Gli Études Australes I, II, III per pianoforte saranno eseguiti dai pianisti selezionati dal progetto “Call for young performers”, masterclass di Maria Grazia Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza e in seguito al Conservatorio di Novara. È uscito nel Dvd Stradivarius Finito illimitato. Viaggio temporale cosmologico dello sviluppo dell’universo (STR 33854), accanto a pagine di Luciano Berio e Giovanni Albini, Pulse and Light per due pianoforti e elettronica: la registrazione propone la prima esecuzione assoluta del pezzo, interpretata il 23 maggio 2014 all’Auditorium “Cesare Pollini” di Padova da Maria Grazia Bellocchio e Aldo Orvieto, nell’ambito di un progetto promosso dal Sound and Music Processing Lab del Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova con la collaborazione dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova. Commissione WDR in prima a Witten elementi intermedi tra il suono e il rumore (ad esempio, il suono d’un pianoforte alterato da un pezzetto di metallo collocato su una corda: suono più ronzio) e cerco d’integrarli. Cerco di trasformare il “resto” in suono (il “resto” del suono), in un elemento vivo». Aureliano Cattaneo partecipa a Parigi al Festival Présences 2016 “Oggi l’Italia” con due lavori: Insieme per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte, commissione Radio France e Milano Musica, in cartellone in prima esecuzione francese l’8 febbraio allo Studio 105 della Maison de la Radio, nell’interpretazione dell’Mdi Ensemble; e Trazos per soprano e ensemble su testi di poeti spagnoli del Siglo de Oro, in programma il 10 febbraio all’Auditorium de Radio France, interprete l’Ensemble 2e2m diretto da Pierre Roullier. Martino Traversa Paesaggio eloquente È uscito per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico Landscape (STR 37035), interpretato dalla violinista Hae-Sun Kang, dal pianista Ciro Longobardi e dall’Ensemble Prometeo sotto la direzione congeniale di Marco Angius: bella vetrina, scrive Stefano Lombardi Vallauri nelle note di accompagnamento, della scrittura di Traversa, in cui «il ritmo è irregolare, la scansione ametrica, l’armonia elusiva, il melos nervoso, la forma aschematica, la strumentazione asciutta, il fraseggio incalzante, il tempo rapidissimo». L’album si apre con Triple Trio per nove strumenti, esercizio d’una vertigine della velocità in cui s’avvicendano condizioni diverse della materia, o dell’energia, che passa da pulviscolare a massiva, da armonica a entropica. Longobardi esegue poi l’integrale delle 6 Annotazioni per pianoforte solo, non meno unitarie del pezzo precedente, fondate su un materiale astratto, che testimonia l’adesione di Traversa a un gergo condiviso della postserialità, nelle segue da pag. 1 (Gervasoni: Distillazione e omissione) “galleggiando” come una terza voce sopra questa discesa inesorabile, punteggiata ritmicamente dal 5°, dal 6° e dal 7° armonico che sbalzano improvvisamente le altezze liberate dalla forza d’attrazione del registro più grave verso quello più acuto, nel quale costituirsi come melodia di una seconda voce in filigrana». Agli antipodi per organico, l’altra novità, Di respiri mancanti per orchestra, commissione dell’Orchestra Haydn, verrà presentata il 22 marzo all’Auditorium di Bolzano con replica immediata, il 23 marzo, in quello di Trento. La compagine committente sarà diretta da Dietrich Paredes. Racconta Gervasoni: «Di respiri mancanti è un pezzo che s’ispira alle figure retoriche dell’ellissi e della litote: cioè dell’omissione di uno o più elementi all’interno di un costrutto in modo che questi possano essere sottintesi, o attenuati in maniera tale da dire meno per significare di più, tutto ciò al fine di arricchire la significazione generale di un enunciato. È esattamente il caso di questo pezzo per piccola orchestra, in cui la sintesi, la trasparenza e la leggerezza dominano, e la mancanza, salvo qualche istante, di momenti di alta densità strumentale o di spessore sonoro, creano un’impressione generale di vuoto, di astrattezza e di afasia narrativa che il titolo intende esprimere in maniera tangibile. A tutti noi è capitato di dover trattenere il fiato a seguito di uno shock emotivo o di una necessità materiale. Paradossalmente, evitare di respirare di tanto in tanto, ridurre il ciclo normale di inspirazioni-espirazioni in un contesto di aria inquinata potrebbe essere più salutare che respirare secondo un ritmo naturale dell’aria dalla natura fortemente compromessa. Immaginarsi ed esplorare tutto ciò che succede in questi frangenti è l’oggetto dei momenti che compongono questo pezzo, e si accompagnano ad altri che costituiscono invece il contorno di momenti in cui nulla sembra succedere, come in un respiro trattenuto e ancor di più prolungato, di cui nulla sembra poter essere detto, perché l’energia non è liberata ma imprigionata. Eppure, attraverso il poco che lo delimita, si può far intuire la grandezza di un’estensione orizzontalmente (e apparentemente) silenziosa e invece profondamente riempita di significato». In questi mesi è possibile ascoltare, di Stefano Gervasoni, Anadromous coda per un percussionista, il 7 febbraio allo Studio Ernest Ansermet di Ginevra, per la stagione di Contrechamps, da Thierry Debons; nello stesso concerto Kai Wessel e Olivier Darbellay eseguono Romper del día, sei poesie di José Ángel Valente per controtenore e corno. L’11 febbraio l’Orchestre National d’Île de France diretta da Enrique Mazzola interpreta all’Auditorium de Radio France, sempre per il Festival Présences, Un leggero ritorno di cielo per ventidue archi. Il 1° marzo Aldo Orvieto, pianoforte, Luca Richelli (SaMPL, Padova), live electronics, e Alvise Vidolin (SaMPL, Padova), regia del suono, proporranno all’Auditorium Pollini di Padova Luce ignota della sera da Robert Schumann, Zwölf vierhändige Klavierstücke für kleine und große Kinder op. 85 n. 12 per frequentissime frasi brevi discendenti che chiudono seccamente nel grave o negli agglomerati puntuali, somma di azioni plurime in polifonia. Segue un’altra, felice pagina solistica: Red per violino, proposto dalla violinista dedicataria del pezzo, da lei tenuto a battesimo nel 2012. Si tratta di un omaggio a Pierre Boulez, peraltro non immemore della lezione di Luciano Berio, presente in quella nota ossessiva, il La sulla terza corda, che ritorna insistente nel contesto d’una scrittura caratterizzata da sezioni spesso monofigurali, intercalate da più brevi transizioni ispirate a un melos più calmo. Chiude questa selezione Landscape, “tre immagini di un paesaggio sgretolato” per tredici strumenti, una sorta di monumento alla rovina in cui ciascuno strumento (rilevantissimo il contributo dei legni) contribuisce all’elegante, misurata, poetica definizione sonora di un avvicendarsi fluido di immagini, dalla vaghezza discreta e eloquente. pianoforte e live electronics. Il 29 marzo il soprano Angèle Chemin e l’Mdi Ensemble eseguiranno allo Spazio Sirin di Milano, per la rassegna Musica d’Insieme, gli Aster Lieder per voce, violino, viola e violoncello, e una selezione dalle Quindici invenzioni a due voci (BWV 772-786), trascrizione per flauto, violino e viola di Stefano Gervasoni da Johann Sebastian Bach. Il 20 aprile al Mozart-Saal del Wiener Konzerthaus il Quatuor Tana interpreterà Six Lettres à l’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archi. Il 21 maggio Dir - In Dir per sestetto vocale e sestetto d’archi su testi di Angelus Silesius sarà portato dall’Ekmeles Ensemble e dal Mivos Quartet al DiMenna Center di New York. Infine, Prés per pianoforte sarà eseguito dai pianisti selezionati dal progetto “Call for young performers”, masterclass di Maria Grazia Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza e successivamente al Conservatorio di Novara. In occasione del concerto citato sopra del 29 marzo allo Spazio Sirin di Milano verrà presentato il libro di Philippe Albèra, Le parti pris des sons. Sur la musique de Stefano Gervasoni, Éditions Contrechamps. Nelle parole di Albèra, professore di storia della musica, analisi ed estetica alle Hautes Écoles de Musique di Ginevra e Losanna, fondatore di Contrechamps e delle Éditions Contrechamps, e collaboratore di diverse istituzioni concertistiche, «la musica di Stefano Gervasoni traccia il proprio cammino con coscienza acuta. Pur evolvendo in termini significativi, conserva una considerevole unità. Nella sua stessa fragilità, rappresenta le dinamiche della nostra epoca, che riflette in modo acuto: sul piano musicale, attraverso un’esplorazione del timbro che capovolge le concezioni tradizionali, attraverso l’integrazione all’interno di un pensiero più ampio, che mette in gioco tutti i parametri della composizione, e attraverso delle forme che combinano la tecnica del montaggio e il senso della traiettoria. Su un piano più generale, attraverso l’attenzione a legare la propria musica a questioni etiche, spirituali, politiche e poetiche che le conferiscono un contenuto estremamente ricco, e che hanno portato il compositore a confrontarsi con idiomi remoti, come il fado, o con materiali storici, come gli accordi perfetti, senza in ogni caso effettuare un pur minimo ritorno al passato. Al contrario, tutto il cammino di Gervasoni dimostra un’invenzione che apre costantemente nuovi territori, mescolando a un’immaginazione fertile la profondità del mestiere e un senso critico acuto. La musica di Gervasoni è altamente espressiva ed è capace di conservare le forme dell’incantamento accanto a momenti più bui e duri. Nella situazione attuale, in cui i movimenti di regressione guadagnano terreno, questa ricerca tenace e senza concessioni rappresenta una ragione di speranza». Cd monografico per ensemble e per soli propone un ritratto coerente del compositore Luis de Pablo La versione per quintetto d’archi di Luis de Pablo dei Valses nobles et sentimentales (nn° 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8) di Maurice Ravel saranno presentati in prima esecuzione assoluta l’11 aprile all’Auditorio 400 del Centro de Arte Reína Sofia di Madrid. Il Sonor Ensemble sarà diretto da Luis Aguirre. Pensieri, rapsodia per flauto e orchestra avrà la prima italiana il 19 maggio all’Opera di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, nell’interpretazione di Roberto Fabbriciani e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da José Ramón Encinar. Francisco Guerrero Rhea per dodici saxofoni è in cartellone il 6 aprile alla Gläserner Saal/Magna Auditorium del Musikverein di Vienna. L’Ensemble Konsax Wien sarà diretto da Lars Mlekusch. El polo, Almeria e Malaga, trascrizioni per orchestra di Francisco Guerrero dalla Suite Iberia per pianoforte di Luis Albeniz è in cartellone il 19 maggio all’Opera di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, interpreti l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da José Ramón Encinar. 3 Novità cameristica ispirata a Picasso e due riscritture da musica propria e altrui Luigi Dallapiccola Three Questions With Two Answers per orchestra è stato proposto il 31 gennaio alla Filharmonia Narodowa di Varsavia dalla Narodowa Orkiestra Symfoniczna Polskiego Radia w Katowicach diretta da Alexander Liebreich. Tartiniana seconda per violino e pianoforte è in cartellone il 26 febbraio al Music Hall del Guildhall School of Music & Drama di Londra, interpreti Rebecca Raimondi e Alessandro Viale. Il Prigioniero, un prologo e un atto da La torture par l’espérance di Villiers de l’Isle Adam e La légende d’Ulenspiegel et Lamme Goedzak di Charles de Coster è in cartellone, in forma di concerto, il 22 e 24 aprile alla Großer Saal della Laeiszhalle Hamburg per l’Internationales Musikfest Hamburg. Ne saranno interpreti Ángeles Blancas (La Madre), Michael Nagy (Il Prigioniero), Stephan Rügamer (Il Carceriere/Il Grande Inquisitore), l’NDR Chor, il Dänischer Rundfunkchor e l’NDR Sinfonieorchester diretti da Thomas Hengelbrock. Le Quattro liriche di Antonio Machado per voce e pianoforte sono in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 7 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione dei solisti del Ned Ensemble. Vittorio Montalti Abandoned Places per flauto basso, clarinetto basso, violino, violoncello, pianoforte e elettronica è in programma il 1° marzo all’Auditorium Pollini di Padova, interpreti l’Ex Novo Ensemble, Luca Richelli (SaMPL) al live electronics e Alvise Vidolin (SaMPL) alla regia del suono. Valerio Sannicandro Anteterrae per trentadue voci sarà eseguito il 28 marzo a Tongyeong (Corea del Sud), per l’ISCM World Music Days dell’International Society for Contemporary Music. 4 Alessandro Solbiati Coppie di figure Tre le prime esecuzioni assolute per Alessandro Solbiati nei primi mesi del 2016. Il 17 gennaio Alberto Bologni e Olga Arzilli hanno proposto alla Cascina Boffalora di Piacenza la prima esecuzione integrale dei Dodici Lieder per violino e viola dalla Winterreise di Franz Schubert. Così il compositore racconta questa nuova esperienza creativa: «Nel 2011 il violista francese Pierre Henri Xuereb, caro amico da lungo tempo, mi chiese se potevo trascrivere per il suo duo con il violinista Dejan Bogdanovic un Lied di Schubert a mia scelta. Io non sono mai molto attratto dalle operazioni compositive piccole e occasionali: dissi subito che avrei scelto un Lied dal ciclo Die Winterreise, che amo come poche altre musiche al mondo, e che avrei sperimentato la trascrizione di due Lieder, e non di uno soltanto. “Sperimentato” perché ero piuttosto scettico sull’effettiva efficacia di una simile trascrizione. Capii subito che bisognava evitare il rischio di ridurre il tutto a una melodia di violino accompagnata dalla viola, capii che ero orfano del registro grave, ma capii anche che l’operazione aveva un grande fascino: così come Schubert sa ogni volta comprimere come nessuno un intero universo espressivo nel tempo di pochi minuti, allo stesso modo la riduzione strumentale costringeva a un’assoluta economia di mezzi, a una logica timbrica da “bassorilievo”, dovendo elaborare strategie di registro e polifonia sempre diverse. Violino e viola vengono pensati come un unico strumento, come un micro-quartetto d’archi. E così, via via sono arrivato a trascrivere dodici Lieder : è il mio assoluto atto d’amore per Schubert e la sua opera più straordinaria». Il 20 marzo sarà invece la Palazzina Liberty di Milano a ospitare, nell’ambito del Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica, la prima di Promenade per pianoforte e archi, nell’interpretazione di Rossella Spinosa e dell’Orchestra Milano Classica diretta da Alessandro Calcagnile. Spiega Solbiati: «Da un paio d’anni Rossella Spinosa mi chiedeva un brano per il suo New Made Ensemble e per il Festival Cinque Giornate, qui a Milano. Ora finalmente il momento è giunto e Promenade è a lei dedicato. La richiesta (e anche la scommessa per me) era quella di fare in modo che la parte degli archi potesse essere eseguita da un quintetto di strumenti soli o da un’orchestra d’archi, un po’ come si faceva in antico, dunque. E allora ho avuto un’idea: ho scelto cinque dei miei Interludi per pianoforte (rispettivamente i numeri II, VIII, XII, XIII e I, utilizzandoli in quest’ordine) e ho costruito un percorso tra di loro in cui la parte pianistica è rimasta pressoché inalterata (ho solo costruito alcuni collegamenti, allargato talune pause interne etc.) e dialoga con gli archi. Essi a volte lo riverberano, a volte lo amplificano o gli si sostituiscono, in parte o del tutto, a volte vanno a leggere linee implicite nella parte pianistica, costruendo sequenze melodiche o polifonie, aggiungendo timbri e così via. È stato come camminare nella mia stessa musica, costruendo una macroforma molto direzionata a partire da brevi brani non composti per questo: un po’ quello che feci circa dieci anni fa, quando partendo dagli otto brevi brani di Quaderno d’immagini per cimbalom solo, costruii Nora, per cimbalom e sette strumenti o orchestra». Infine Guernica per flauto, violino, viola e violoncello sarà tenuto a battesimo il 22 maggio ai Rencontres Musicales en Seine-et-Marne, con replica il 7 giugno a Versailles, per il Festival Le Mois Molière, affidato a Christel Rayneau e all’Hélios Ensemble. Così l’Autore: «Christel Rayneau, flautista dell’Hélios Ensemble di Parigi, un quartetto costituito da flauto, violino, viola e violoncello, mi ha commissionato un brano destinato in partenza a essere eseguito la prima volta al Musée Picasso di Parigi. In realtà la prima esecuzione avverrà altrove, ma l’emozionante situazione di sentire il mio brano eseguito tra i capolavori picassiani è soltanto rinviata al 2017. Christel mi aveva proposto di fare un riferimento a “Guernica”, nel mio brano, io ho accettato; anzi tale riferimento è divenuto la struttura stessa del pezzo. Con queste parole introduco infatti la partitura: Il riferimento alla famosa opera di Picasso, suggerito da Christel Rayneau, è tutt’altro che formale. Nel dipinto vi sono sei figure divise in tre coppie: due donne, due uomini e due animali. In ogni coppia vi è una figura tragica (la donna con il bimbo morto in braccio, il soldato morente, il cavallo ferito) e una “drammatica” (la donna che fugge, l’uomo con le braccia levate, il toro impassibile). Vi sono dunque nel mio brano sei situazioni collegate a ogni figura, situazioni che ritornano in modo sempre più vorticoso, come se il quadro ruotasse sempre più velocemente davanti ai nostri occhi. Ma nel quadro vi sono anche due elementi di speranza; una lampadina accesa e un braccio proteso con una fiaccola. Nel turbine delle sei situazioni, un dobaci risonante annuncia il farsi strada progressivo di un elemento luminoso in doppio aspetto, la melodia e il corale, elemento che alla fine dilaga». Nell’ambito della stagione Rondò 2016 il Divertimento Ensemble ha in programma un concerto monografico dedicato al 60° compleanno di Alessandro Solbiati il 6 aprile presso il Teatro Litta di Milano. In quell’occasione verranno eseguiti Manet per violoncello e pianoforte, interpreti Martina Rudic e Maria Grazia Bellocchio, Pour Ph.B. per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, nell’esecuzione del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli, così come A tEma per flauto e trio d’archi, Alfi, tre movimenti per sette strumenti, e Sestetto a Gérard per sei strumenti. Nei mesi scorsi è stato possibile ascoltare il primo dei Quattro studi per chitarra il 7 novembre al Castello Sforzesco di Milano, nell’interpretazione di Andrea Monarda; To Whom? per voce femminile il 27 novembre al Teatro del Lavoro di Pinerolo, interprete Laura Catrani; lo stesso pezzo il 30 novembre all’Hôpital Saint Jean de Dieu di Lione, con la voce di Sophie Poulain; il I e il IV dei Quattro studi per chitarra il 6 dicembre al Museo del Novecento di Milano, sempre nell’interpretazione di Andrea Monarda; Chanson d’aube, nella versione per violino e chitarra il 9 dicembre al Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse di Parigi, Espace Maurice Fleuret, nell’esecuzione di Malika Yessetova e Natalia Makovskaya; la produzione video dell’opera Il suono giallo è stata infine proiettata il 9 gennaio agli Amici del Loggione di Milano. Nei prossimi mesi sono in programma i Sette pezzi per orchestra d’archi il 7 febbraio alla Sala Maffeiana di Verona, interpretati dai Virtuosi Italiani diretti da Olivier Ochanine; la produzione video dell’opera Il suono giallo verrà riproposta nel mese di marzo all’Accademia di Belle Arti di Brera; gli Hölderlin Lieder per soprano e pianoforte risuoneranno il 15 marzo al BKA Theater, per la rassegna Unerhörte Musik, affidati al Duo Alterno; Fête e Interludi per pianoforte saranno eseguiti dai pianisti selezionati dal progetto “Call for young performers”, masterclass di Maria Grazia Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza, e successivamente al Conservatorio di Novara; Path per clarinetto solo è in programma il 28 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, per il Festival del Ned Ensemble, interpreti i solisti dello stesso gruppo. È uscito infine il Cd “Crescendo” (Ema Records 40024) che propone, nell’interpretazione de I Piccoli Pomeriggi Musicali e dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretti da Daniele Parziani, Crescendo, otto brevi brani in forma di studio per orchestra da camera, Raggio per orchestra da camera e Ianus, due movimenti per orchestra da camera. Pasquale Corrado La società e il volto Tre novità di Pasquale Corrado nei primi mesi del 2016. Il Quartetto Prometeo presenta il 13 febbraio alla Maison de la Radio, a Parigi, per il Festival Présences, Autoritratto con quartetto per quartetto d’archi, commissione Radio France. Così ne scrive l’Autore: «Folli, passionali, compiaciuti, disagiati, fieri, psichedelici, seriali. Da sempre l’autoritratto ha affascinato e sedotto la creatività di innumerevoli pittori e artisti dell’immagine. Molti si sono cimentati con il genere, elaborando, in una serie infinita di modi, la propria idea di rappresentazione del sé. Tra gli autoritratti d’autore che più stimolano la mia fantasia quelli di Vincent Van Gogh. Alle oltre trenta tele del genere realizzate e spesso utilizzate come metodo di introspezione e strumento per sperimentare nuovi stili, l’artista olandese rappresenta se stesso in molti altri quadri, identificandosi con soggetti altri rispetto al sé, come se in ognuno di questi Van Gogh rivedesse qualche propria caratteristica, a volte impercettibile all’osservatore a volte più esplicita. In un unico autoritratto Van Gogh si rappresenta pittore. Insieme a lui sulla tela anche il cavalletto, i pennelli e la tavolozza dei colori. In questo quadro l’artista si ritrae con gli strumenti del proprio mestiere, cercando in essi la legittimazione del proprio essere artista e pittore, convinto che la pittura fosse, come scriveva al fratello Theo, “un modo per entrare nel cuore della gente”. Mi sono domandato come fosse possibile rappresentarsi attraverso un “suono”. Cercare di dar forma a me stesso con la complessità musicale di un quartetto è stato un lavoro molto stimolante. Quali le caratteristiche da esaltare come segni caratterizzanti l’Io? Cercare di descrivere i contorni del mio volto o dare voce alla coscienza? Sono partito dalla pulsazione che scandisce, con regolarità, la vita di ogni essere umano e che diventa vettore di un’energia trasmissibile all’ascoltatore. Ho poi usato ogni individualità del quartetto come il pittore usa la tavolozza dei colori, usando le loro mani per disegnare me stesso nel momento in cui scrivo. A differenza di un pittore però la mia tavolozza non si basa su colori, ma su una serie di filtri e processi di sintesi attraverso cui trasformare ed elaborare un segnale sonoro proveniente dal quartetto e modularne le frequenze. Non ho cercato di accostare colori a timbri, ma il lavoro si basa su corrispondenze, Luca Mosca similitudini, riflessi, echi, riverberi, trasparenze. All’ascoltatore dunque la possibilità di stabilire un proprio codice cromatico per immaginare un volto o scoprire, identificarsi e isolare emozioni suggerite dal brano». Babbelish ovvero I fratelli gabbati è il titolo della nuova commissione e produzione del Teatro Massimo di Palermo, in scena dal 24 al 26 febbraio nella Sala Grande, con la regia e la drammaturgia di OperAlchemica, l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo, maestro del coro Piero Monti. Lo spettacolo viene realizzato in collaborazione col Teatro Franco Parenti di Milano e il Centro Culturale Le Toboggan di Lione. Spiega Corrado: «Babbelish parla di una società addormentata, il cui unico interesse è ottenere dosi di tranquillità giornaliera. Mr. Babbel scopre qualcosa cui attribuisce subito un grande potere: masticando un copertone di un’automobile si rende conto che questo gesto meccanico lo pone in uno stato di sazietà non solo fisica ma soprattutto mentale. Il salto dalla propria personale esperienza al pensiero che tutti nel mondo potrebbero non voler altro che provare la stessa sensazione è breve. Ecco allora fabbricata la gomma Happy Babbel, “super plasticosa”, “super morbidosa” e “super fucsia”, che toglie l’appetito, ci fa sentire calmi, tranquilli e senza pretese. Tutti masticanti compulsivi di una gomma che crediamo ci dia la felicità ma che in realtà ci ammansisce. Questa soddisfazione fittizia ci viene offerta attraverso la schiavitù di un popolo denaturalizzato per mano dell’uomo e sottomesso, i Babbelish appunto. Il sacrificio del debole per soddisfare finte necessità di chi si crede più forte ma non per questo è meno schiavo. È così che una società masticante sazia non solo lo stomaco ma mette a tacere anche i suoi impulsi intellettuali: la voglia di scoprire cose nuove, di porsi domande, di contestare, di crescere, di creare, di essere visionari. Ci piace che a risvegliare la società dal torpore e dalla dipendenza sia un gruppo di ominidi di una foresta, apparentemente semplici, apparentemente non evoluti, interpretati da ragazzi affetti da sindrome di Down». Infine, una novità per violino elettrico è in cartellone, in prima esecuzione assoluta, il 14 aprile alla Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana, nell’interpretazione di Francesco D’Orazio. Concerto in memoriam L a rassegna Rai NuovaMusica presenta il 4 febbraio a Torino la prima esecuzione assoluta del Settimo Concerto per pianoforte e orchestra, solista Anna D’Errico, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Marco Angius. Così Mosca descrive il lavoro: «Il Settimo Concerto per pianoforte e orchestra, in un unico movimento, comincia con un Adagetto di 23 battute denominato in partitura Tema. Questo Tema tornerà a metà della composizione in forma frenetica e allucinata contrappuntando una melodia degli archi espressiva e carica di pathos, diametralmente antagonistica al Tema. Quello che viene prima e dopo questa onirica riproposizione variata è una serie molto ricca di episodi che nulla hanno a che vedere col Tema e che si presentano in intensa successione sempre con grande tensione articolativa. Prima della virtuosistica e complessa perorazione finale, un breve passaggio lento ma carico di tensione prepara l’esplosione definitiva. Ho scritto il Settimo Concerto tra giugno e dicembre del 2014 sull’onda emotiva della scomparsa improvvisa del mio caro amico Gigi Melega alla cui memoria questa composizione è dedicata». Il Quintetto per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte è stato eseguito il 26 gennaio alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano, nell’ambito della stagione della Società del Quartetto, dall’Mdi Ensemble. Nei prossimi mesi sarà possibile ascoltare i Cinque piccoli scherzi per flauto, clarinetto, violino e violoncello il 17 marzo al Museo Marino Marini di Firenze per il Contempoartefestival, nell’esecuzione del Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti; una selezione dai 24 Preludi e Rime arabe per pianoforte saranno eseguiti dai pianisti selezionati dal progetto “Call for young performers”, masterclass di Maria Grazia Bellocchio, il 22 maggio al Teatro Litta di Milano, per la rassegna “Rondò”, il 27 maggio al Museo Revoltella di Trieste, il 28 maggio al Conservatorio di Piacenza e successivamente al Conservatorio di Novara; le Tre canzoni veneziane per chitarra sono infine in programma il 28 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano per il Festival del Ned Ensemble, ai cui solisti l’esecuzione è affidata. Novità cameristica proposta dal Quartetto Prometeo e metafora della società in una coproduzione fra teatri italiani Ennio Morricone Frammenti di giochi per violoncello e arpa è in cartellone il 15 febbraio al Teatroinscatola di Roma per il Festival Todays Music, interpreti Anna Maria Mastromatteo e Nazarena Recchia. Se questo è un uomo per soprano, voce recitante, violino solista e archi su testo di Primo Levi sarà ripreso il 4 aprile alla University of Notre Dame in Indiana (USA), dagli studenti dell’università stessa. Voci dal silenzio per voce recitante, coro misto, voci registrate su nastro magnetico e orchestra è in programma il 21, 23 e 24 maggio all’Auditorium Parco della Musica per i concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nell’interpretazione dell’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti dall’Autore. Omaggio concertante all’amico e librettista Gianluigi Melega per Rai NuovaMusica Malika Kishino Monochromer Garten III per timpani sarà proposto da Takeshi Kubota il 22 marzo all’Opera City di Tokyo. Vagues des passions per due percussionisti è in cartellone il 16 maggio alla Fondation Camargo di Cassis (Marsiglia), per il Festival Les Musiques/GMEM, nell’interpretazione delle Percussions de Strasbourg. 5 Escono un Cd cameristico monografico e il Dvd esito del progetto padovano tra musica e chimica Bruno Maderna Honeyrêve per flauto e pianoforte è in programma il 2 aprile al Théâtre de l’Acquarium di Parigi, nell’interpretazione di solisti dell’Ensemble Aleph. Divertimento in due tempi per flauto e pianoforte è in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 21 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione di Tommaso Benciolini e Adriano Ambrosini; la medesima sede ospiterà una settimana più tardi, il 28 maggio, l’esecuzione di Per Caterina e Serenade für Claudia per violino e pianoforte, affidati a solisti del Ned Ensemble. Doppia prima all’insegna delle ricerche più avanzate della nuova liuteria Aldo Clementi L’Ives Ensemble ha eseguito il Valzer su F.A.C. per nove strumenti e il Valzer per otto strumenti scritto per gli 80 anni di Carlo Marinelli il 14 gennaio al Muziekgebouw di Amsterdam. L’Ensemble PlusMinus propone Madrigale per pianoforte preparato a quattro mani e nastro registrato il 2 febbraio alla Fundación BBVA di Bilbao. Canone Circolare per quattro strumenti ad libitum è in programma il 25 febbraio all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, interprete Voxnova. Infine il 7 marzo 2016 avrà luogo al Conservatorio di Bologna un concerto monografico di musica da camera di Aldo Clementi, con proiezione del documentario di Patrizio Esposito Collage. Blues per Aldo. 6 Nicola Sani Ritratto con figure È uscito per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico RAW (STR 37022), interpretato dal Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti, con la partecipazione di Moni Ovadia in veste di voce recitante. Questa antologia di opere cameristiche di Sani, composte sull’arco di tre lustri dal 1997 al 2011, include una serie di pagine connotate spesso da riferimenti ideologici o letterari: AchaB nella versione per clarinetto, ispirato al capolavoro di Melville; Oltre il deserto spazio per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, il cui titolo proviene dal prediletto Lucrezio; Come una specie di infinito per violoncello e pianoforte; Verso un altro occidente per flauto, clarinetto, viola, pianoforte e percussioni, pendant di Oltre il deserto spazio; RAW per violino, capovolgimento sin dal titolo di quella guerra-War, che si vuole contestare; A Time for the Evening per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, che rimanda al secondo dei Four Quartets di T.S. Eliot; Vidi in terra angelici costumi per ensemble, pagina scritta per Mario Ceccanti e intitolata a un verso petrarchesco di lisztiana memoria; infine, Sul denaro per voce recitante e ensemble su testo di Luigi Pestalozza, severa riflessione sul potere manipolatore della ricchezza. Parallelamente è uscito per la medesima etichetta discografica, in collaborazione col Sound and Music Processing Lab dell’Università di Padova, il Dvd Chemical Free (?), musica di Nicola Sani, video di David Ryan (STR 33973), che documenta la serata del 9 maggio 2014 all’Auditorium “Cesare Pollini” di Padova, ovvero il concerto multimediale definito Un viaggio nel microcosmo della materia. La componente musicale del Dvd include C’è tanto spazio là in fondo per contrabbasso e live Giovanni Verrando I mezzi e l’idea Il 25 Maggio verranno presentati in prima esecuzione assoluta a Parigi, presso l’Istituto Italiano di Cultura, Fourth Born Unicorn, rounded version per viola d’amore e Fourth Born Unicorn, angular version per viola, eseguite da Marco Fusi, solista dedicatario dei due pezzi. Si tratta di un medesimo brano concepito in due versioni: in esse si modificano lo strumento, il modo e i mezzi esecutivi. Nella “rounded version” per viola d’amore il solista indossa dei guanti di lattice, con i quali produce gesti e suoni dall’inviluppo più arrotondato e dalla brillantezza contenuta, appositamente studiati in alcuni mesi di lavoro compiuto direttamente sullo strumento. Nella seconda, “angular version” per viola, l’esecutore indossa un guanto con ditali da cucito, generando suoni in questo caso più percussivi e brillanti, con una gestualità anch’essa appositamente concepita e differente dalla “rounded version”. Ne scrive l’Autore: «Gli strumenti sono mezzi dei quali avvalersi per un proprio scopo, per uno specifico immaginario sonoro. La scelta di mezzi rimodulati, come la viola sollecitata da guanti di lattice o ditali da cucito, prefigura una sorta di azzeramento della tecnica esecutiva e dello strumento così come esso si è sempre presentato. Ho scelto di rimuovere numerosi elementi della tecnica ordinaria e acquisita dal solista ad arco non per un capriccio, né per una compulsiva ossessione per il nuovo, ma per due ragioni proprie del mio progetto sulla nuova liuteria: la necessità di concretizzare un mio immaginario sonoro che nasceva dalla frequentazione di quegli stessi strumenti (se sollecitati da una pratica manuale non scontata) e la electronics, No Landscape per pianoforte e live electronics, e More Is Different per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali, motion capture e live electronics. Il progetto affonda le radici nella ricerca attorno alle nuove tecnologie digitali per la musica e al rapporto tra suono e linguaggi delle arti elettroniche e intermediali condotta dal Conservatorio “C. Pollini” in collaborazione col Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione-DEI-CSC dell’Università di Padova, collaborazione che ha portato alla creazione del SaMPL, un laboratorio di ricerca scientifica immerso nel contesto della musica e delle arti contemporanee. Chemical Free (?) è un’esperienza di “teatralizzazione sonora e intermediale della scienza” legata al mondo della chimica, che si prefigge di dimostrare come la stretta collaborazione tra forme artistiche innovative e la divulgazione scientifica possa generare nuove forme di spettacolo di forte impatto sul pubblico. Nei prossimi mesi sarà possibile ascoltare Studio per “Isola prima” per viola amplificata il 6 marzo al Teatroinscatola di Roma, per il Festival Todays, nell’interpretazione di Maurizio Barbetti; Il grande cielo soggettivo, musica per il melologo su testo di Fernando Pessoa per voce recitante e ensemble, e Astratto II per violino e violoncello, in prima esecuzione italiana, il 29 marzo all’Auditorio di Santa Apollonia di Firenze per il Contempoartefestival affidati rispettivamente al duo Duccio e Vittorio Ceccanti, a Marcello Prayer, voce recitante, e al Contempoartensemble diretto da Vittorio Ceccanti; infine, Con fuoco per flauto iperbasso e nastro magnetico a 8 canali è in cartellone il 6 maggio al Centro Culturale Candiani di Venezia Mestre con Roberto Fabbriciani, flauto iperbasso e Alvise Vidolin, elettronica, con l’apporto straordinario della poesia di Pierluigi Berdondini recitata dallo stesso Autore. conseguente esigenza di appropriarmi del mezzo, di conoscerlo da vicino, studiarlo, suonarlo allo scopo di inverare e dettagliare quell’immaginario. Con l’obiettivo di trovare le soluzioni esecutive più appropriate seppur complesse, ho composto il brano eseguendone io stesso ogni singola sezione, ogni dettaglio, in quel circolo per cui dal pensiero si giunge ai mezzi e da questi si ritorna all’idea musicale di partenza, a quel punto inevitabilmente un po’ modificata dalle scoperte sul suono prodotto e dalla manualità a poco a poco più esperta». Di Fourth Born Unicorn, rounded version è in fase di realizzazione un video, in uscita nel mese di maggio, sempre con Marco Fusi nella veste di solista. Il 4 dicembre scorso, in occasione della New Made Week è stato eseguito presso l’Accademia di Belle Arti “Tadini” di Lovere First Born Unicorn, remind me what we’re fighting for per flauto amplificato, interprete Laura Faoro. Il 12 gennaio Second Born Unicorn, remind me what we’re fighting for per pianoforte è stato proposto da Luca Ieracitano alla rassegna “Unerhörte Musik” di Berlino. Il 17 marzo il Festival Archipel di Ginevra ospiterà l’esecuzione di Krummholz per trio d’archi con e senza corde, percussioni e elettronica, nell’interpretazione di RepertorioZero, in occasione del concerto/spettacolo “beforeZero”, coprodotto da Milano Musica e dalla Ernst von Siemens MusikStiftung. Prosegue il periodo di docenza di Giovanni Verrando come Visiting Professor alla Sibelius Academy di Helsinki; in quel contesto il compositore terrà il 3 marzo allo Helsinki Music Centre una public lecture dal titolo Prepared and transformed instruments, in cui verranno introdotti al pubblico alcuni dei suoi ultimi lavori sulla nuova liuteria. Javier Torres Maldonado Gesti e traiettorie Lo scorso 24 novembre l’Ensemble Sillages ha presentato in prima esecuzione assoluta al Quartz di Brest il Cuarteto de cuerdas n. 2 per quartetto d’archi, commissione del Ministero francese della cultura. La composizione verrà ripresa dai medesimi interpreti della prima il 15 aprile all’Église de SaintMerry di Parigi, nell’ambito della rassegna “Les Rendez-Vous Contemporains de Saint-Merry”. In questi termini l’Autore presenta il nuovo lavoro: «Il mio secondo quartetto assume come oggetto d’ispirazione gestuale alcuni frammenti del VI canto del libro Altazor di Vicente Huidobro: un pretesto poetico per concepire le sonorità che caratterizzano i tre movimenti. Queste frasi, estrapolate dal loro contesto, compaiono come titoli di ciascun movimento: il primo, “Así viajando, en postura de ondulación” (“viaggiando così, con postura ondulatoria”) descrive l’elemento gestuale più semplice dell’opera e dà impulso a tutta la composizione. Per questo movimento ho concepito un colpo d’archetto speciale che ho chiamato “ruotato”, e che consiste in un movimento rotatorio che richiedere di percuotere la corda col 60% di legno dell’archetto e il 40% di crine. Ciò produce un timbro particolare ma anche una gestualità “ondulatoria” che si costruisce come “immagine” d’esplorazione multidimensionale dei diversi materiali puramente musicali di questo movimento. Il secondo movimento porta come titolo “En la seda cristal nube” (“Nella seta cristallo nube”). L’allusione all’immagine sonora è evidente all’ascolto. L’intero movimento si presenta come un’estensione dell’esplorazione delle diverse tecniche di pizzicato già presentate nel Cuarteto n. 1 e nei Tres Estudios per violino solo, in cui gli strumentisti utilizzano le due mani. L’utilizzo predominante del pizzicato costituisce un importante contrasto col movimento precedente. Il controllo della densità degli avvenimenti sonori è tanto più pertinente fino a riguardare gli accumuli e le rarefazioni calcolati algoritmicamente. Essi trasformano le luminosità spettrali del primo movimento per sostituzione: sono filtrati dagli strumenti del quartetto con suoni che gli strumentisti ottengono suonando dietro il ponte. Il titolo dell’ultimo movimento, “Cristal si cristal era” (“Cristallo se fosse cristallo”) allude all’idea della cristallizzazione multidimensionale che parte dagli stessi materiali abbozzati nei miei lavori precedenti (Estudio n. 2 per violino). Il materiale di quest’ultimo movimento si presenta in combinazione con altri elementi provenienti dai movimenti precedenti, talora in maniera esplicita, ma sempre trasformati da sovrapposizioni, condensazioni e rarefazioni». Tra aprile e maggio verrà proposto all’Auditorium dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Pietro Mascagni” di Livorno, nell’ambito della stagione Suoni Inauditi, Enim adscititios accidentalesque a stellis fulgores adimit, composizione elettroacustica. Spiega Torres Maldonado: «La versione definitiva del brano acusmatico Enim adscititios accidentalesque a stellis fulgores adimit ha richiesto quasi sette anni e quattro versioni parziali precedenti. La prima di esse è stata creata tra il 2009 e il 2010 presso gli studi del GRAME (Centre National de Création Musicale) di Lione, in parallelo e come esperienza diretta dei principi applicati nel mio lavoro Sidereus nuncius per 8 danzatori, 3 percussionisti, sistema elettroacustico interattivo e video; le altre tre si sono susseguite negli anni e finalmente posso considerare la versione più recente come definitiva. Sia l’opera scenica che questa si ispirano in parte alle osservazioni fatte da Galileo Galilei nel suo trattato di astronomia Sidereus nuncius a proposito della luna, delle stelle e delle lune di Giove, osservazioni che appaiono nel progetto generale di entrambe le mie opere come multipli riferimenti ai miti di libertà e rischio, come quelli di Icaro e Prometeo, vincolati a loro volta con quello di Altazor: miti associati in qualche maniera alla velocità. In effetti è proprio quest’ultima uno dei fattori fondamentali nella concezione delle trasformazioni dinamiche del timbro in quanto esse dipendono dalla simulazione di traiettorie di movimento del suono nello spazio: accelerazioni soniche, decelerazioni in tempi brevissimi o molto lunghi, granulazione, modulazione per spazializzazione, oscillazioni e sovrapposizioni fra spazi virtuali e diverse gradazioni fra queste categorie; il controllo di esse nel tempo mi ha permesso di associare in maniera espressiva e dinamica il gesto musicale e i processi compositivi alla dimensione spazio-timbro. Alcuni degli oggetti sonori originali provengono da registrazioni sonore di aeromobili commerciali e militari, auto da corsa, uccelli in volo, macchine in movimento, fatte in diversi momenti negli anni in cui è stata concepita l’opera, altri provengono da alcune registrazioni storiche di battaglie aeree della Seconda Guerra Mondiale. I presupposti sulla spazializzazione imposti nell’immaginare quest’opera mi hanno portato alla collaborazione negli anni con il team di ricerca sulla sintesi sonora del GRAME; grazie ad essa è stato possibile costruire un algoritmo capace di generare, a livello del trattamento del suono, tali trasformazioni e transizioni con estrema precisione». In questi mesi la musica di Javier Torres Maldonado è stata riproposta di frequente: Desde el instante per clarinetto solo il 4 ottobre a Madrid, Teatros del Canal, Sala Verde (prima esecuzione in Spagna), l’8 novembre alla Sala Luis Galvé dell’Auditorio de Zaragoza, per il Festival de Ensembles, il 9 novembre, sempre per il Festival de Ensembles, al Palacio de Congresos, Riojaforum di Logroño, l’11 novembre all’Espacio Turina di Siviglia per il Ciclo de Música Contemporánea “Encuentros Sonoros 2015”, infine il 19 dicembre all’Instituto Valenciano de Arte Moderno, per il Festival Musiques de Nova Creacio. Il pezzo è stato interpretato dal solista Camilo Irizo. Il Primer Libro del canto alado per ottavino, flauto, flauto in sol e flauto basso è stato proposto il 4 ottobre alla Sala Verde, Teatros del Canal di Madrid, con replica alla Sala Luis Galvé dell’Auditorio de Zaragoza, per il Festival de Ensembles, nell’esecuzione di Jesús Sanchez Valladares, membro dell’Ensemble Taller Sonoro. Il 6 ottobre l’Ensemble Sillages si è fatto carico della prima esecuzione in Spagna di Interstizi per violino e violoncello, per il Ciclo de conciertos de musica contemporanea della Fundación BBVA. Prossimamente, dal 10 al 15 marzo, il compositore terrà un seminario e delle masterclasses al Real Conservatorio Superior de Castilla y Leon a Salamanca, in occasione dei quali verrà proposta la prima esecuzione in Spagna di Imagenes de la caída de Altazor per due pianoforti e due percussioni, Masih per quartetto di saxofoni e Rosa mutabile per due gruppi strumentali, nell’interpretazione di Candida Felici, pianoforte, Leonardo Bartali, viola, dell’Ensemble del Taller de Musica Contemporanea del Real Conservatorio Superior de Castilla y Leon - Spring Festival dell’Università di Salamanca. Il 1° aprile Iridiscente per pianoforte, percussioni e sistema elettroacustico interattivo è in cartellone al Festival Electr()cution, Centre d’Art Culturel Contemporain “Passerelle” di Brest, nell’interpretazione dell’Ensemble Sillages. L’11 maggio avrà luogo la prima spagnola di Hemisferios artificiales per sei esecutori e la ripresa di Iridiscente: li eseguirà l’Ensemble Taller Sonoro al Teatro Central di Siviglia. Torres Maldonado è stato nominato Compositore “in residence” presso il Centro Nazionale delle Arti di Città del Messico per il 2016; il progetto ha ricevuto il sostegno dell’Organizzazione di Stati Iberoamericani. Oltre alla composizione di un nuovo brano per controtenore e quartetto d’archi, commissionato da Irvine Arditti con il sostegno di Ibermúsicas per Jake Arditti e il Quartetto Arditti, Torres Maldonado terrà dei seminari di composizione a giovani allievi nonché conferenze presso le diverse strutture di tale centro, uno dei più importanti in tutto il continente americano. Saranno in programma diversi brani con gli ensemble “in residence”. Nello scorso mese di novembre si è conclusa l’esperienza della Cattedra “Manuel de Falla” al Real Conservatorio Superior di Siviglia, dove Torres Maldonado ha insegnato a dodici giovani compositori, i cui lavori esito del corso sono stati registrati. Il Festival de Cadiz ha incluso un concerto con opere di Torres Maldonado. Un nuovo seminario di composizione è previsto presso Musikene (Scuola Superiore di Musica dei Paesi Baschi), il 27 e 28 maggio. Il coreografo Jaime Urciuoli, alla testa della Compagnia di Danza Complutum, impiegherà Huayra yana, per flauto basso e elettronica per l’inaugurazione della fiera “JustMad” di Madrid il 26 e 27 febbraio. L’immaginario letterario del poema Altazor del cileno Vicente Huidobro ispira due novità Marco Momi Almost Requiem per voce di soprano e ensemble su un testo di Filippo Farinelli è in cartellone il 9 febbraio allo Studio 104 della Maison de la Radio di Parigi per il Festival Présences di Radio France, interpreti Raphaële Kennedy e l’Ensemble Multilatérale. Iconica IV per trio d’archi, flauto, clarinetto, pianoforte preparato e live electronics è in cartellone il 17 marzo al Théâtre d’Orléans, nell’interpretazione dell’Ensemble Cairn. Cinque nudi per saxofono tenore e stomp boxes sarà eseguito da Patrick Stadler, solista dell’Ensemble Nikel, il 9 aprile al Felcija Blumental Music Festival di Tel Aviv per i Nikel Concert Series, l’11 aprile alla Haute École de Musique de Lausanne (HEMU) per la Société de Musique Contemporaine e il 12 aprile a Baden (Svizzera) per NUMU Concert Series in Stanzerei. Eric Maestri Ritratto Voce per voce femminile sarà proposto il 12 marzo al Teatro del Lavoro di Pinerolo (Torino) dal soprano Livia Rado. 7 Commissione della Filarmonica della Scala con Luisi, nuova versione con S. Cecilia e Pappano Due novità riflettono sulla concezione del tempo, tra ostinati e attese Giorgio Gaslini Il Contempoartensemble e il Quartetto Klimt offriranno un concerto monografico dedicato al compositore il 9 aprile nella Sala delle Feste di Palazzo Bastogi a Firenze. In quell’occasione verranno eseguiti la Sonata per violino e pianoforte, quasi una fantasia, interpreti Duccio Ceccanti e Matteo Fossi, La ronde per violoncello solo in prima esecuzione assoluta, solista Vittorio Ceccanti, e il Quartetto per violino, viola, violoncello e pianoforte, affidato al Quartetto Klimt. 8 Riccardo Panfili In bilico sul crinale Novità scaligera per Riccardo Panfili. L’11 aprile la Sala del Piermarini ospiterà la prima esecuzione assoluta di Oltre la linea per orchestra, commissione della Filarmonica della Scala che l’interpreterà sotto la bacchetta di Fabio Luisi. In questi termini il compositore riflette sul nuovo lavoro: «Mentre scarabocchiavo i primi appunti per il pezzo, avevo una vaga intenzione di rileggere il saggio di Jünger Oltre la linea – sorta di tentativo teorico di superamento del nichilismo – omettendo ovviamente la noiosa replica da cattedratico paffuto di Heidegger. Intanto la mente girellava a vuoto intorno al titolo: quello presente del saggio jüngeriano e quello futuro che avrei dovuto appioppare al nuovo pezzo. Si può superare la linea del nichilismo, del pensiero debole, la mania della Verità, l’ossessione per la Fede e la genuflessione ovina agli Idoli? Oltre la linea l’unica cosa certa è il bordo, il margine, il fuori-gioco, la periferia della Verità, gli slums delle fedi. Intanto la composizione del pezzo procedeva: da un tema, da un centro saldo come un dogma, un viaggio di 10 variazioni attraverso i margini, le periferie, gli interstizi di quel tema: sempre la solita fascinazione (ossessione?) per la dialettica tra margine e adattamento, tra centro e periferia rizomatica. Da una parte le monolitiche Federico Gardella Tempo e ricordo Due le prime esecuzioni assolute per Federico Gardella in questi mesi. Lo scorso 21 novembre Tomoko Akasaka ha presentato alla Yodobashi Church di Tokyo Passacaglia detta d’oltreterre per viola sola. Spiega l’Autore: «Esistono forme della musica in cui la ripetizione svolge una funzione strutturale. Si tratta di regioni periferiche della forma, in cui la percezione del suono si confronta con la necessità del ricordo, in una dimensione atemporale. In Passacaglia detta d’oltreterre la struttura è articolata a partire da un materiale ostinato al margine del quale si sviluppa l’intera composizione: se nei miei lavori più recenti avevo cercato di immaginare una musica “verticale” (caratterizzata da una visione sincronica della forma) qui (forse proprio per la sincronicità intrinseca alla natura della passacaglia) la struttura si dispiega quasi in diagonale, nella ricerca di un equilibrio tra ciò che permane e ciò che si trasforma nel tempo. Passacaglia detta d’oltreterre è dedicata a Toshio Hosokawa per il suo sessantesimo compleanno». Commissione del Divertimento Ensemble, Improvvisi silenzi di conchiglia per ensemble è in cartellone al Teatro Litta di Milano, per la stagione Rondò il 20 aprile: l’eseguirà l’ensemble committente, Francesco Hoch Giochi simbolici A rCADiA 15 per orchestra costituisce la commissione per il 15° anniversario della fondazione dell’Orchestra Arcadia, che l’eseguirà sotto la direzione di Matthias Müller, dedicatario con l’orchestra, il 28 maggio al Collegio Papio di Ascona, il 4 giugno alla Chiesa San Nicolao di Lugano e il 5 giugno a Presenza Sud di Mendrisio. Spiega l’Autore: «Questo brano orchestrale porta nel titolo il nome dell’orchestra in quanto contiene le lettere dell’alfabeto A, C, D, corrispondenti alle note La, Do, Re. Queste tre note identificano musicalmente il complesso dell’orchestra stessa, in contrasto con il mondo esterno, specificato nelle rimanenti sette note, escluse le due note Fa e Si che narrazioni della Storia – muri senza crepe, levigati come idoli posticci; dall’altra i disadorni deserti abitati dai proscritti, quelli che la Storia ha estromesso. In bilico sul crinale scosceso del “margine”, dove anche la mobilitazione totale del lavoro risuona come una ridicola litania. Sottratti alle catene del senso e alla vita compressa nelle condotte forzate degli “obiettivi di produzione” e nel martellio monotono scandito dal tempo fer(i)ale. Ci sarebbe da chiedersi, come nel Lorenzaccio beniano: “Neghi forse la storia del mondo intero?” “No, non nego la storia, ma io non c’ero”». Il 2, 3 e 4 aprile sarà stata intanto presentata all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nella stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la versione definitiva di L’aurora, probabilmente per orchestra, affidata alla stessa Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. Il maestro s’era già fatto carico, alla testa della Filarmonica della Scala, della prima assoluta dell’opera, originariamente commissione del Teatro alla Scala. Il 21 febbraio è infine possibile ascoltare Out… per corno, percussioni e orchestra d’archi presso la Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli nell’interpretazione dei Solisti Aquilani, con Alessio Allegrini nella duplice veste di direttore e solista. diretto da Michele Gamba. Così Gardella: «Un’altra musica abita le pieghe di questi Improvvisi silenzi di conchiglia come una presenza silenziosa che ci osserva da lontano. Come una conchiglia (un’ostrica) che racchiude internamente la possibilità della perla, così ho immaginato una musica in attesa, quasi un’arsi del suono. Ma quando questa presenza si manifesta la riconosciamo, come in anamorfosi, in un frammento dei Davidsbündlertänze di Robert Schumann: è questa apparizione che ricostruisce un’idea del tempo, che mette in prospettiva ciò che precede e ciò che segue (come un evento atteso, ma imprevisto). Quando quest’ombra svanisce rimane il silenzio della conchiglia, ormai solo un ricordo del mare: resta, allora, l’impressione di un tempo non cronologico, segnato da una musica lontana che ci parla da vicino». Nelle prime settimane dell’anno è stato possibile ascoltare Estroso/Innerlich per violino solo il 17 gennaio al Museum of Old and New Art di Hobart (Australia), interprete Marco Fusi; Tre studi sulla notte - Tre studi per riscoprire l’alba per pianoforte il 24 gennaio agli Amici della Musica e il 3 febbraio alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, eseguiti da Alfonso Alberti. Omaggio a una compagine orchestrale sulla base delle lettere di note e nomi corrispondono alle iniziali del nome del compositore, F.H. Altri giochi simbolici si insinuano nel decorso musicale come i canti da parte degli orchestrali sulla lettera M (l’iniziale dei nomi del direttore d’orchestra), o della parola Arcadia sulla nota La, oppure lo speciale primo intervento della percussione sulla battuta 15. Questi mondi armonici dialogano, si contrappongono, si separano o si fondono, giocando con leggerezza, scherzosamente o in modo esuberante, fino al canto spiegato, alternandosi con incursioni in aree rumoristiche, sia in mezzo a un tempo rigorosamente battuto sia a spazi temporali più o meno aperti». Maurilio Cacciatore A due “voci” Tre le novità di Maurilio Cacciatore nei primi mesi dell’anno. Il 4 e 6 febbraio il Teatro Dal Verme di Milano propone, nell’esecuzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Alessandro Cadario, Meccanica dei riflessi ovvero dell’amore (Valdrada) per orchestra di fiati, che l’Autore così presenta: «La Fondazione I Pomeriggi Musicali ha deciso di commissionare dei lavori a più compositori ispirati alle Città invisibili di Italo Calvino. A me è stata assegnata la città di Valdrada. Essa è descritta come una città in cui tutto, dalle case alle persone, si rispecchia nel fiume che attraversa il borgo, creando un doppio e rendendo tutto visibile a tutti, sebbene tra le due realtà, la vera e la riflessa, non vi siano mai punti di congiunzione. Più strategie si potevano adottare per trasferire il senso della città di Calvino in un brano di musica, io ho scelto di cercare di ricrearla in primo luogo nell’orchestrazione: figure velocissime orchestrate dapprima con un’eterofonia classica, poi sempre più sgranata nelle tecniche strumentali sino a giungere a delle versioni simili dal punto di vista dell’articolazione ma eseguite con mezzi che rendono il risultato sonoro assolutamente differente. La sonorità asciutta dei fiati (il mio brano ha la strumentazione di un’orchestra “a due” senza gli archi) è doppiata quasi di continuo dal pianoforte, una sorta di Doppelgänger che accresce il carattere caleidoscopico dell’orchestrazione, irrobustisce la struttura generale e dà brillantezza ai legni acuti. Seppure non voglia parlare di “elettronica” in questo lavoro, compaiono alcuni dispositivi Lo-Fi quali i metronomi con accordatore; per caso mi sono reso conto di quanto lo spettro di questi suoni poveri assomigli ad alcune combinazioni di strumenti, ed ecco che l’idea di doppio trova qui un’altra forma di realizzazione». Il 18 marzo verrà presentato al Nebbiensches Gartenhaus di Francoforte, nell’ambito del Festival Luminale, I Don’t Need to …k for Music per due chitarre elettriche e live electronics, nell’interpretazione di Flavio Virzì e Steffen Ahrens. Spiega Cacciatore: «Ho utilizzato la chitarra elettrica per la prima volta in Tralci e dopo quell’esperienza (Flavio Virzì suonava con l’Ensemble Phoenix Basel) mi è stato chiesto di cimentarmi con questo lavoro, che si muove attorno alle sonorità del noise metal, a tratti a quelle del grind. La chitarra elettrica, a differenza della sua “parente” acustica, si vota più alle linee orizzontali che a una complessità armonica elevata, e in questo caso l’elettronica cerca di arricchire gli spettri armonici e dare una complessità polifonica a degli strumenti che, per il mio modo di vedere, danno il meglio di sé quando trattati come strumenti monofonici. L’uso dei pedali in effetti è classico per i chitarristi elettrici e questo, dal lato del realizzatore informatico, pone un problema cruciale: usare gli effetti standard (i pedali, appunto) o bypassarli per usare i propri, in nome dell’originalità? Ho deciso di adottare una strategia alla metà, nel rispetto della fisiologia dell’esecuzione pur assicurandomi il passaggio nel computer per il processing personale». Infine, il 29 marzo risuonerà all’Auditorio di Santa Apollonia di Firenze Meccanica degli avatar da un madrigale di Paolo Tenorista per otto strumenti e elettronica, interpretato dal Contempoartensemble diretto da Vittorio Ceccanti. Al live electronics opererà lo stesso compositore, che così descrive il contesto del nuovo lavoro: «In Frammenti senza cornice mi ero già cimentato con l’idea di coesistenza in sostituzione di quella d’interazione; in questo pezzo ho deciso di fare un’operazione di portata più profonda rispetto a quel lavoro. Due trii “stereo” e un duo di risonanza, suonano di continuo una versione Daniela Terranova semplificata, accelerata, senza figure e salienza, parti del madrigale di Paolo Tenorista (chiamato anche Paolo da Firenze) S’Amor in cor gentil. Sono rimasto colpito dalla maestria di questo compositore, poco conosciuto oggi come tutti i compositori dell’Ars Subtilior, la corrente “avanguardista” dell’Ars Nova. Ho avuto la fortuna di trovare un libro molto raro (vi sono pochissime copie al mondo) nella biblioteca dell’Accademica di Basilea in cui sono contenuti frammenti di questo compositore che non sono spesso citati quando se ne indicano le opere e sono contento di dare al mio pezzo anche una piccola valenza musicologica, di ricerca sul passato. Si tratta di una ricerca senza occhi nostalgici ma solo per amore della ricerca in sé e per sé. In genere sono sempre stato diffidente rispetto alle operazioni invasive su musiche del passato; in questo caso, però, l’idea alla base del pezzo necessita di una musica non mia, il più possibile distante, per cui mi sono convinto a cimentarmi, con la promessa di essere sempre lontano dalle pratiche della citazione e della contaminazione. Su questo calco, che funge quasi da tropo, ho scritto una strumentazione vivace e indipendente dal brano del compositore medioevale, il cui timbro è abbastanza neutro perché fatto di suoni prodotti con tecniche convenzionali e nei registri migliori dello strumento. Una seconda strumentazione copre la precedente, ma questa volta non nel senso dell’arricchimento armonico ma dell’arricchimento timbrico: così il lessico strumentale si amplia e la musica prende una variante “acida” che, seppur indipendente, si lega in modo palese al brano del compositore fiorentino. L’elettronica, diffusa all’interno del timpano, è un remix di altri frammenti di Paolo Tenorista presi da YouTube, filtrati e trattati in modo da potere intuire solo dopo molte decine di secondi l’origine del materiale musicale. Anche qui ritorna l’idea di edulcorare ciò che è preso direttamente dalla realtà e in questo caso con un processo ancora più stratificato (il filtraggio digitale a priori, quello meccanico dello strumento risuonatore, poi il trattamento live). L’elettronica a un certo punto diventa indipendente dalla parte strumentale, un po’ come quelle persone che s’identificano talmente nelle loro proiezioni oniriche da dimenticarsi chi sono veramente. Se non spiegassi l’origine della musica, probabilmente si sentirebbero solo una e poi due versioni di una stessa musica più ricche in un senso o nell’altro, senza ricondurre il lavoro descritto allo spartito di riferimento: è la stessa cosa che succede con gli avatar dietro cui alcune persone si nascondono: arricchiscono con la fantasia figure semplici, a volte in maniera invasiva, perdendo nella narrazione della realtà edulcorata l’immagine vera di se stessi». In questi mesi sarà possibile ascoltare musica di Maurilio Cacciatore il 3 febbraio, alla Comédie, Centre Dramatique National di Reims, Radio Jail per saxofono contralto, percussioni, pianoforte e elettronica, nell’interpretazione dell’ARTéfacts Ensemble; il 9 marzo, al Ridotto del Teatro Grande di Brescia, Vit_vite_evit per sei strumenti, eseguito dall’Ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro; il 26 febbraio all’Alter Stadthaussaal di Winterthur (Svizzera), per il Festival Musica Aperta, Refrain in extenso per violino, viola, violoncello e pianoforte, affidato allo Yosef Suk Piano Quartet; infine il 22 aprile, all’Espace K di Strasburgo, Concertino per clarinetto e live electronics in otto micromovimenti, eseguito da Thomas Monod, solista dell’Ensemble Hanatsu Miroir, e dall’Autore al live electronics. Geografia dell’infanzia Novità di Daniela Terranova in programma il 3 marzo al Cinema Porto Astra di Padova, dove il soprano Marina Bartoli Compostella e l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Caterina Centofante eseguiranno, a conclusione del ciclo “OPV Families&Kids” dedicato ai bambini e alle famiglie, Night Songs per voce femminile, arpa e archi. Spiega l’Autrice: «Night Songs è un ciclo di miniature notturne per voce femminile, arpa e orchestra d’archi, concepito per reinventare, con nuove orchestrazioni, un repertorio tradizionale di ninne nanne appartenenti a differenti culture. Attraverso il canto si disegna una geografia eterogenea e vivace dell’universo musicale infantile e i suoni diventano strumenti propiziatori, capaci di compiere l’incantesimo del sonno». Tre novità esplorano una duplicità concettuale o esecutiva Sándor Veress Passacaglia concertante per oboe e archi è in cartellone il 6 febbraio al Red Hall del National Forum Of Music di Breslavia (Wroclaw), con l’NFM Leopoldinum Chamber Orchestra e Heinz Holliger nella duplice veste di solista e direttore. Hommage à Paul Klee, fantasia per due pianoforti e archi è in programma allo Zeughaus di Neuss il 17 aprile con il Duo Darius Milhaud e la Deutsche Kammerakademie Neuss am Rhein diretta da Nicolas Chalvin. La Sonatina per pianoforte e la Sonata per violino sono in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 28 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione dei solisti del Ned Ensemble. Goffredo Petrassi Il Kyrie per coro e archi sarà proposto il 18 marzo alla Chiesa degli Eremitani di Padova dal Coro del Friuli Venezia Giulia e dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretti da Bruno Aprea. Musica di ottoni per ottoni e timpani è in cartellone il 3 aprile al Teatro Secci di Terni, nell’esecuzione dell’Ensemble di Ottoni dell’ISSM “Briccialdi”. Romanzetta per flauto e pianoforte è in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 14 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione di Tommaso Benciolini e Adriano Ambrosini Ciclo di miniature mira a rigenerare il genere tradizionale della “berceuse” 9 Due novità dedicate ad altrettanti legni di raro utilizzo Marco Quagliarini Ricercare II per violino e pianoforte è in cartellone il 26 febbraio al Music Hall del Guildhall School of Music & Drama di Londra, interpreti Rebecca Raimondi e Alessandro Viale. Riflesso per clarinetto e trio d’archi è previsto il 17 marzo al Museo Marino Marini di Firenze per il Contempoartefestival, nell’interpretazione del Contempoartensemble diretto da Mauro Ceccanti. Movimento per pianoforte sarà proposto da Alessandro Viale il 1° aprile all’Accadema Filarmonica Romana. Riccardo Malipiero La Sonata per violino e pianoforte è in cartellone il 26 febbraio al Music Hall del Guildhall School of Music & Drama di Londra, interpreti Rebecca Raimondi e Alessandro Viale. Il Trio per violino, violoncello e pianoforte sarà invece proposto il 5 aprile all’Auditorium Roffredo Caetani del Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina dal Rest Ensemble: Rebecca Raimondi, violino, Michele Marco Rossi, violoncello, e Alessandro Viale, pianoforte. Gian Francesco Malipiero Volker Messerknecht e l’Orchestergesellschaft Winterthur diretta da Paul Wegman Taylor eseguiranno il Concerto per violoncello e orchestra il 25 giugno a Winterthur e il successivo 26 giugno a Embrach. Novità pianistica in prima alla Carnegie Hall 10 Giorgio Colombo Taccani Il fascino del timbro Il 1° aprile, nell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, Marco Colonna presenterà in prima esecuzione assoluta Folia per clarinetto contralto in Mi bemolle. Spiega Colombo Taccani: «Elemento guida in ogni decisione compositiva presa in Folia è stato il timbro affascinante di questo strumento raramente utilizzato in contesti classici e dotato di un calore e di un’espressività assolutamente singolare. Su invito di Marco Colonna, musicista capace di attraversare molteplici mondi musicali, ho unito il desiderio di esplorare questo strumento con la richiesta di partecipare a un progetto sviluppato attorno al celebre tema della Folia. Tale tema, come mia consuetudine, viene utilizzato come regola per ogni aspetto del brano, dalle proporzioni generali a ogni dettaglio armonico o fraseologico; non eccessive sono le preoccupazioni per una sua possibile riconoscibilità all’ascolto, anche se a tratti potrebbe essere intuito, soprattutto laddove il suo svolgimento abbia una scansione temporale vicina all’originale, rimanendo invece ad altri livelli, ad esempio, dilatato in un’unica presentazione per l’intera durata del brano oppure avvolto e sopraffatto da una proliferazione apparentemente incontrollabile di ornamentazioni. È comunque netto il desiderio di procedere attraverso situazioni sempre mobili ma aliene da eccessi di aggressività, di immediata identificazione gestuale, articolando la forma attraverso ritorni mantenuti sempre estremamente intellegibili e chiari». L’8 aprile, all’Auditorium “Ottava Nota” di Milano, sarà invece Brace per flauto contrabbasso a trovare la sua prima esecuzione per mano di Antonella Bini. Colombo Taccani presenta così il nuovo brano: «Come ben dimostra il mio catalogo, ho sempre avuto una predilezione particolare per gli strumenti gravi e gravissimi. È stato quindi inevitabile accogliere con entusiasmo la proposta di Antonella Bini per un nuovo lavoro dedicato al flauto contrabbasso, ancora mancante all’appello. Caratteristica generale dell’impostazione compositiva è soprattutto la rinuncia pressoché totale al puro e semplice abbandono contemplativo del timbro e della filigrana cromatica del suono, tentazione tanto forte (ed estremamente fruttuosa, nei suoi primi risultati) quanto ormai tendenzialmente ripetitiva come esiti compositivi. Vi è invece il desiderio di spingere il flauto contrabbasso verso panorami sempre mobili e nervosi, forzando quindi le inclinazioni più sfruttate dello strumento. Ne deriva un percorso costellato da ostinate pulsazioni regolari, vero elemento guida dell’intera narrazione attraverso ritorni e trasformazioni continue, oppure tagliato da impennate improvvise verso il registro acuto, quasi sempre riportate rapidamente verso situazioni di energia compressa, nascosta. Pochi episodi tentano di disegnare, in maniera più o meno chiara, brevi linee di canto tentando di sciogliere sia pure per poco la tensione del cammino; si tratta tuttavia di tentativi immediatamente cancellati dalle figure aggressive predominanti, fino all’epilogo dove i rintocchi del suono Rossella Spinosa Bosco denso Woods per pianoforte a quattro mani sarà proposto in prima esecuzione assoluta il 2 marzo alla Carnegie Hall di New York dal Duo PIANOx2 formato da Alessandro Calcagnile e Rossella Spinosa. Un’ulteriore esecuzione è prevista al Teatro Ocampo di Cuernavaca (Morales, Mexico) il 5 marzo. Scrive l’Autrice: «È sempre in uno stato d’animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive, secondo Marcel Proust. In questa dimensione nasce Woods, una iperbole di stati d’animo più grave, svuotandosi timbricamente ma non perdendo la filigrana ribattuta, lasciano che qualcosa continui a nascondersi sotto la cenere apparentemente spenta». Il 23 aprile per il Festival Intersonanzen a Potsdam il Trio Nyky, formato da Andrea Biagini, Michele Bianchini e Irene Boschi, eseguirà per la prima volta Il racconto dell’assalto per flauto, saxofono contralto e pianoforte. Così il compositore introduce il lavoro: «Scritto su invito dell’ottimo Trio Nyky, Il racconto dell’assalto si ricollega all’ormai lontano In agguato per fagotto e violoncello del 2006. Dando vita a un tentativo di approfondimento e di disvelamento delle potenzialità inespresse contenute nei materiali utilizzati in un lavoro preesistente, ho voluto mantenere in questo caso le atmosfere emotive complessive nonché la maggior parte dei percorsi strutturali e figurali. Questo nuovo brano quindi si propone come ampliamento e completamento del percorso avviato dal lavoro precedente, sottolineando però come ciò avvenga sul piano del contenuto e non della pura durata, essendo il nuovo pezzo significativamente più breve grazie alla compressione e alla ridefinizione di numerose sezioni. Questo legame forte fra i due pezzi comporta una netta differenza rispetto ad altre operazioni simili da me svolte in passato, che avevano condotto a due o più lavori con il medesimo DNA di partenza ma completamente indipendenti e diversissimi fra loro come carattere e trama narrativa. La destinazione strumentale radicalmente diversa per registro e per caratteristiche ha imposto un ripensamento profondo di ogni componente di superficie, all’insegna di un incremento notevole del tasso di virtuosismo richiesto agli esecutori. Anche l’instabilità ritmica è stata pesantemente accentuata e innervosita. Ciò risulta evidente in particolare nell’ultima sezione del brano, che dopo una breve zona centrale di energia compressa e latente si ripropone come ripresa variata delle gestualità iniziali, trasformandone tuttavia la precedente regolarità delle pulsazioni in un continuo e incessante mutamento metrico». Ricordiamo che Andrea Monarda ha presentato Erma per chitarra lo scorso 7 novembre al Centro Asteria di Milano per il Festival Corde d’Autunno e il 6 dicembre, sempre a Milano, al Museo del Novecento. Il 2 dicembre Akiko Kozato e il New Made Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile hanno eseguito Avvoltoi per voce e quattro strumenti all’Accademia Tadini di Lovere, nell’ambito della New Made Week. Il 3 dicembre Sottotraccia per chitarra elettrica è stato nuovamente presentato da Carlo Siega al Telecom Future Center di Venezia. Il prossimo 27 marzo sarà invece Adele D’Aronzo alla Nanko Sunset Hall di Osaka a riprendere I muri bianchi di Endenich per pianoforte, mentre il 1° aprile R’lyeh per chitarra elettrica verrà eseguito da Giacomo Baldelli al Conservatorio di Mantova e Einsam per flauto verrà riproposto all’Auditorium “A. Celesti” di Desenzano il 7 maggio in un concerto dei Solisti del Ned Ensemble. cangianti, ma simili a se stessi, che si allontanano e ritornano, così come alberi lontani dalla folla che, alla maniera di Shakespeare, trovano libri nei ruscelli e prediche nelle pietre, in un bosco denso di pensieri e sentieri. L’incrocio dei due pianisti, l’incastro dei campi armonici, la grammatica compositiva, la ricerca della risonanza, s’ispessisce e si dirada senza soluzione di continuità. La scrittura cerca di ritrovare uno spiraglio di spazio non denso, ma anche la densità del vuoto è pesantemente pervasiva. La chiarezza richiede conferma nella direzione della ricerca». Gabriele Cosmi Lo sguardo sul dettaglio Ha inaugurato la serie di tre novità di Gabriele Cosmi Terrae per ensemble, eseguito lo scorso 3 dicembre dall’Ensemble Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa diretto da Vasco Azevedo al Museu da Eletricidade di Lisbona. Racconta l’Autore: «Durante la scrittura di Terrae ho ripercorso le osservazioni di Calvino, calato nei panni del signor Palomar, che scandagliando aspetti elementari della quotidianità (un banco di formaggi al centro commerciale o l’accoppiamento delle tartarughe) raggiunge complesse questioni antropologiche ed esistenziali. Partendo da questo principio (l’analisi di un elemento minimo che apre scenari su questioni profonde e complesse) ho riempito diverse pagine di appunti cercando di “descrivere” musicalmente una cellula assai ridotta: un materiale statico e privo di oggettivo interesse mi mostrava un incredibile dinamismo evolutivo, non per la sua stessa natura, ma grazie a un approccio, un’attitudine analitica. In quel momento mi sono sentito come un osservatore curioso, un guardone della musica, che sbircia, dal piccolo buco della serratura, una grande sala in cui sono depositati caoticamente oggetti d’arredo, percependo il rischio di ridurre il fine ultimo della composizione a una ricerca priva di obbiettivi coordinanti e veicolanti. In uno degli ultimi racconti, L’aiuola di sabbia, Palomar giunge sino al giardino di rocce e sabbia del tempio Ryoanji di Kyoto. Qui l’ansioso osservatore s’impegna meticolosamente a osservare il giardino, nello stesso modo in cui questo veniva osservato in tempi passati; ben presto Palomar fa i conti con l’utopica natura di questa operazione, resa tale dalla massa informe di turisti che lo spingono, che lo distraggono con i numerosi flash delle macchine fotografiche, con il fastidioso rumore di pagine sfogliate delle guide turistiche, che gli spettatori consultano al fine di verificare se quanto è descritto nella guida sia realmente presente davanti ai loro occhi. La sua missione viene resa utopica dalla prepotenza del presente. Palomar comprende dunque che la necessità della sua operazione consiste nel perdere la percezione filologica al fine di guadagnare un senso nuovo, una nuova ricchezza data dall’analisi di un’entità passata. Meditare sull’eredità del passato diviene per Palomar la chiave per comprendere e interpretare il suo presente. Della presa di consapevolezza del signor Palomar, Terrae è debitore; lungo la composizione la cellula originaria si comporta come un telescopio puntato sugli archetipi della cultura musicale dell’Europa occidentale, cogliendo in questo modo una necessità, un desiderio di trovare una forma». Il 5 aprile Michele Marco Rossi interpreterà al Conservatorio di Latina Fünf Türme I-III per violoncello solo, di cui proporrà la prima esecuzione assoluta del III movimento. Spiega Cosmi: «Fünf Türme è una suite per violoncello solo in cinque movimenti dedicata a Michele Marco Rossi. Nei miei appunti ho composto una brevissima figura di pochi secondi che possedeva, nonostante la durata ridotta, delle relazioni di tipo funzionale tra materiali differenti. L’assoluta brevità comportava il repentino accostamento di elementi eterogenei, una sorta di grado zero tra lessico, grammatica e sintassi. Lungo il primo movimento viene dato spazio all’evento sonoro che può quindi dispiegarsi nel tempo. Osservando da punti di vista differenti la materia ho generato, per derivazione, altre quattro strutture madri che governano le logiche formali dei restanti quattro movimenti. Ogni movimento possiede dunque una sua identità precisa e simultaneamente uno strato sotterraneo di vasi comunicanti che permette a ciascun movimento di dialogare con gli altri. I primi quattro movimenti della suite, nel rispetto della forma barocca, possiedono due opposte caratterizzazioni agogiche che si alternano. Il terzo movimento, inquieto, innesca un’ulteriore relazione: il movimento che succede a quello con il medesimo carattere sancisce un rapporto di amplificazione. Il terzo movimento esalta la caratteristica fondamentale del primo, ad esso imparentato (inversamente accadrà lo stesso per il quarto con il secondo). Al centro del nuovo movimento vi è dunque l’idea di studiare scritture squisitamente virtuosistiche. Il brano è il più breve dell’intera suite; pur essendo il primo a carattere virtuosistico, sono in esso presenti dei respiri e delle isole di quiete che sospendono brevemente l’andamento agitato della composizione. Il terzo movimento risulta essere più asciutto, monodirezionale, icastico. Sviluppa un solo carattere portandolo alla sua massima possibilità espressiva. In questi ultimi anni ho speso diverse energie nell’analisi di pagine, prevalentemente appartenenti al Barocco italiano, che mi hanno da sempre affascinato per la lucida e precisa scrittura strumentale; per la capacità di interpretare il virtuosismo strumentale come brillante visione dello strumento, dei suoi meccanici mezzi di esecuzione che informano la grammatica dell’evento senza Nuovi lavori accomunati dalla ricerca su strutture minime e una pagina ispirata a Schnitzler innescare frizioni, ottenendo una fluida identità fra lessico e grammatica. Il lavoro analitico, e l’affetto provato per questo repertorio, non è mai riuscito sinora a penetrare nella mia musica. In Fünf Türme e nel nuovo brano pianistico, appartenente al ciclo Guadix, che verrà eseguito in prima esecuzione in settembre, ho gettato le basi per una nuova possibilità espressiva che influenzerà, negli aspetti costitutivi, soprattutto i due prossimi concerti per solista ed ensemble e solista e orchestra». Infine, il Teatro Stabile di Napoli proporrà dal 10 al 15 maggio la prima esecuzione assoluta di Else Suite per elettronica, con la regia di Alberto Oliva e l’interpretazione dell’attrice Federica Sandrini nella parte di Else, protagonista del racconto di Arthur Schnitzler. In questi termini il compositore chiarisce il senso del nuovo lavoro: «Scritto nel 1924, molti anni prima di Giorni felici di Samuel Beckett e di Hamletmachine di Heiner Müller, La signorina Else condivide con questi testi la coscienza di una civiltà giunta al collasso per saturazione, la società europea, che affonda le sue radici nel mito di Prometeo, il titano che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini costretto alla pena eterna della crocifissione solitaria su una rupe abbandonata, con il tormento di un’aquila che gli divora il fegato senza tregua. Dramma della solitudine e dell’indecisione, il testo di Schnitzler, con la sua grande forza è di straordinaria attualità. La giovane protagonista incarna tutte le incertezze di una società in crisi, quella mitteleuropea tra le due guerre mondiali, non distante dalla nostra, anch’essa viziata da un recente, fantasmagorico boom economico che ha consentito a tutti di rivedere al rialzo le proprie aspettative e che adesso chiede un conto salato mentre sprofonda ogni anno di più, divorato dall’aquila della speculazione finanziaria e della crisi dei valori. Else Suite è una raccolta di composizioni per elettronica: esternazione sonora del vissuto psicologico di Else, protagonista della pièce. Nel testo, i pensieri della giovane sembrano sovrapporsi, distorcersi, corrompersi senza soluzione di continuità; ogni pensiero sembra essere analizzato da punti di vista differenti che tendono a rivelare nature diverse, spesso contrastanti, sulle persone a lei vicine, sulla condizione della donna, sulla società nella quale la protagonista vive. Questo aspetto viene tradotto nella composizione attraverso l’elaborazione sonora che mira a far emergere, in modo graduale e fluido, degli aspetti multiformi da tessuti sonori omogenei. Vi è dunque un approccio formale che poggia sul principio della variazione, sfruttando l’elettronica come potente mezzo di trasfigurazione di un evento sonoro. Ciascun movimento della suite viene attraversato da uno stesso evento sonoro dal quale vengono dedotte declinazioni sonore, figure e fonti sonore differenti creando contrappunti virtuali e, in alcuni movimenti, reali. Pur essendo un lavoro che sfrutta il mezzo tecnologico, contrappunto e variazione divengono due centri di interesse portanti che rappresentano il principale fattore generatore di forma della composizione». Il 6 marzo toccherà invece ad I Begin to Hear Voices per soprano l’onore della prima esecuzione assoluta al Festival dell’Oriente di Bologna, nell’interpretazione di Lisa La Pietra. Nei mesi passati è stato possibile ascoltare di Gabriele Cosmi Fünf Türme II per violoncello solo il 15 settembre al Museo del Bargello di Firenze e Fünf Türme I-II il 22 ottobre all’Auditorium del Conservatorio di Salerno, sempre affidati a Michele Marco Rossi. Gli altri non muoiono mai per voce femminile è stato invece proposto dal soprano Lisa la Pietra il 15 ottobre alla ExpoCasa Abruzzo di Milano, il 12 novembre alla Ca’ Zanardi di Venezia, il 5 e il 12 dicembre al Festival dell’Oriente di Padova, il 30 dicembre al Teatro Fenaroli di Lanciano (Chieti), il 4 gennaio al Teatro Finamore di Gessopalena (Chieti), l’8 gennaio al Teatro Rossetti di Vasto (Chieti), il 23 gennaio alla Sala Pedrocchi di Padova, il 2 febbraio al Refettorio di S. Salvador durante il Carnevale di Venezia e infine il 3 febbraio a Bassano del Grappa (Vicenza). Guadix I-II per pianoforte è stato eseguito l’11 novembre a Barletta da Giulia Vazzoler, Guadix III per pianoforte il 3 dicembre per la manifestazione New Made Week di Lovere (Bergamo) da Alfonso Alberti. Lisa la Pietra ha infine interpretato Argia per soprano e clarinetto con Alessia Gloder il 12 dicembre al Festival dell’Oriente di Padova e il 30 dicembre Argia II per chitarra e soprano, al Teatro Fenaroli di Lanciano con Caterina Serpilli. Lo scorso ottobre Gabriele Cosmi è stato insignito del I premio al Concorso Internazionale “Luigi Nono”; nel mese di novembre è stato incluso nella lista dei finalisti del “Mario Merz Prize”, la cui fase finale avrà luogo nell’ottobre 2016. Infine, sempre lo scorso novembre, si è aggiudicato a Lisbona il II premio della “Jorge Peixinho International Composition Competition”. 11 Un nuovo autore in residence presso il Divertimento Ensemble inizia a collaborare con le ESZ Carmine Emanuele Cella In occasione dell’inizio della residenza del compositore presso l’American Academy in Rome il 28 e 29 gennaio è stato eseguito nella sede dell’istituzione, a Villa Aurelia, When the Light Thickens per quattro musicisti e live electronics, interpreti lo Scharoun Ensemble e l’Autore al live electronics. Novità cameristiche impiegano gli strumenti in percorsi di esplorazione Luca Antignani Il canto della pietra per violoncello solo è in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 7 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione di un solista del Ned Ensemble. Gilberto Bosco …c’est la clarté vibrante… per flauto e pianoforte è in cartellone per il Festival del Ned Ensemble il 14 maggio all’Auditorium Celesti di Desenzano, nell’interpretazione del duo Tommaso Benciolini e Adriano Ambrosini. 12 Giovanni Bertelli Labirinti sonori L e ESZ iniziamo a collaborare con Giovanni Bertelli. Veronese, classe 1980, Bertelli si è diplomato in pianoforte e composizione, laureandosi nel contempo in filosofia nella sua città natale. Fondamentale il suo incontro con Stefano Gervasoni, sotto la cui guida ottiene un master al Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi (CNSMDP) nel 2010. Prosegue poi la sua formazione all’Ircam, dove viene selezionato per i Cursus 1 e 2. Dall’ottobre 2014 è borsista del programma dottorale PSL-SACRe a Parigi con un progetto sul rapporto tra suono, gesti fisici e notazione. Durante il suo soggiorno in Francia entra in contatto con Francesco Filidei, Heinz Holliger e Mauro Lanza. Ha scritto per il Divertimento Ensemble Libro d’estate (2009), Poscritto (2010) e Capronata (2012); ha ricevuto commissioni dall’ensemble Ascolta per Autoritratto in tre passaggi (2011) e da Radio France per Lorem ipsum (2012). Nel 2012 i Neue Vocalsolisten realizzano a Venezia e Stoccarda la sua opera AMGD, commissione congiunta della Biennale di Venezia e di Musik der Jahrhunderte, con il sostegno del progetto ENPARTS dell’Unione Europea. Ha collaborato inoltre con formazioni quali il quartetto Arditti, gli ensemble Alea III, Bit20, Court-Circuit, Linea, l’Orchestre du Conservatoire de Paris e Promenades Sauvages. Sarà composer in residence del Divertimento Ensemble nella stagione Rondò 2016, durante la quale avrà luogo una serie di esecuzioni. Sarà infatti possibile ascoltare, sempre al Teatro Litta di Milano, Libro d’estate per viola e dodici strumenti il 20 aprile, sotto la direzione di Michele Gamba, Amare, madre per mezzosoprano e ensemble e Lorem ipsum per mezzosoprano, ensemble e elettronica il 9 maggio, nell’interpretazione del mezzosoprano Johanna Brault e con la direzione di Sandro Gorli, Forse son proprio vermi per soprano e ensemble, commissione Divertimento Ensemble in prima esecuzione assoluta il 6 giugno con Alda Caiello e sempre sotto la direzione di Sandro Gorli. In questi termini Bertelli contestualizza Libro d’estate: «Molti dei Maurizio Azzan temi che mi hanno accompagnato nel corso di questi anni trovano in questo pezzo la loro prima declinazione: l’utilizzo in chiave ironica di cliché musicali, l’attenzione per le costruzioni armoniche, i riferimenti a elementi letterari ed extra-musicali, il gusto per i labirinti, gli enigmi e i codici. Il percorso del brano si snoda attraverso i rapporti che la viola solista intrattiene con il resto dell’ensemble: da un reciproco disinteresse al tentativo di emancipazione del solista, per giungere infine a una fragile convivenza. A guidare questo cammino un’idea sull’estate tratta dai due primi romanzi di Goffredo Parise: l’estate è quella stagione che si può solo attendere perché, quando arriva, lascia sempre insoddisfatti». Così il compositore si esprime invece attorno ad Amare, madre e a Lorem ipsum: «Se a un primo ascolto questi due pezzi possono apparire decisamente diversi, se non diametralmente opposti, essi sono in realtà uniti da un punto comune: la mia visione del rapporto tra testo e musica, oltre che quello più delicato tra musica e linguaggio. In Amare, madre la forma complessiva coincide con la ricostruzione della poesia Alla mia nazione di Pier Paolo Pasolini: a partire da un naufragio in cui gesti, suoni e parole vagano alla deriva, l’italiano di Pasolini viene progressivamente recuperato e ricostituito, per ritornare comprensibile solo con l’invettiva che chiude il testo: “Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo”. Lorem ipsum è una suite di cinque pezzi, un percorso attraverso altrettante sezioni di un labirinto costruito attorno a un’antologia di testi “impossibili”: la versione standard del Lorem ipsum (il testo segnaposto usato per le prove grafiche di stampa), il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini e Ma fin est mon commencement di Guillaume de Machaut. Proprio la debolezza fondamentale di questi testi, che non significano nulla, diventa il cardine da cui partire per edificare un’improbabile biblioteca di Babele, una torre assurda dalla quale cercare di comprendere il territorio circostante e, con esso, tentare di cogliere alcuni riflessi del nostro mondo». Territori da esplorare Due novità cameristiche per Maurizio Azzan. Lo scorso 4 dicembre il Festival “La chitarra contemporanea” di Napoli ha ospitato la prima esecuzione assoluta di Corda-Legno. Metallo, tre studi per chitarra da Geometrie nelle mani, all’Ex Asilo Filangieri, nell’interpretazione di Ruben Mattia Santorsa, che riprenderà il pezzo il 6 maggio alla Sala del Rosso di Firenze. Spiega l’Autore: «Questo breve studio per chitarra sola è il primo di una serie di tre iniziata ormai tre anni fa e intitolata Geometrie nelle mani in omaggio a uno splendido ciclo di fotografie e sculture di Giuseppe Penone. In questi lavori, in particolare nel primo, lo strumento si fa oggetto, riducendosi ai suoi materiali e divenendo allo stesso tempo territorio da esplorare. Il gesto dell’esecutore diventa allora una sorta di perlustrazione degli angoli più reconditi della sua superficie (tattile, sonora) e, se visivamente resta profondamente classico, da un punto di vista acustico si lascia alle spalle le sue consuetudini più rassicuranti per andare alla ricerca di quegli interstizi fra categorie già date in cui non riusciamo più a dare un nome alle cose». Le pareti sottili per quartetto d’archi avranno invece la prima esecuzione assoluta il 31 marzo alla Salle d’orgue del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris, interprete lo Zerkalo Quartet. In questi termini il compositore si confronta con il nuovo lavoro: «Il genere del quartetto d’archi è la storia di una meravigliosa utopia. Quattro identità distinte cercano di trovare un equilibrio che dia loro l’illusione di avere lo stesso peso, la stessa natura. Eppure, a ben vedere, andando oltre la superficiale comunanza di forma in diversa proporzione, ci si accorge subito delle incolmabili distanze che separano questi microuniversi di movimento e suono. Ecco che allora la musica si fa metafora stessa di questa utopia, di come quattro luoghi musicali possano entrare l’uno nell’altro, esplorarsi a vicenda e trovare reciproche contiguità. L’architettura fragilissima di questi quattro punti poco a poco si sfalda mentre i contorni si fanno meno netti, assottigliando le separazioni fino ad annullarle. Compresenza di tempi, luoghi, suoni. Il titolo fa riferimento a una recente prosa poetica di Franca Mancinelli che ha fornito non pochi spunti per questo lavoro: “Qui ciò che cade indurisce nello spazio assegnato dal caso o dal destino. Cadendo si abbandona, perde ogni appartenenza. Inizia a crescere radici, sottili come capelli. I tuoi, sul pavimento, nella polvere. Ma oggi il tempo è entrato, risuonando sui vetri. Le pareti si sono fatte sottili. La casa di membrana. Ogni stanza entrava nell’altra, sovrapposta come in un gioco di dimensioni perfette. Ne restava una sola alla fine, più profonda di tutte le altre. Vi entrava anche il giardino, con gli alberi, la strada di auto lente, il canale. Ti stava facendo questo, pazientemente, la pioggia. Aprendo una sillaba all’infinito fino all’inizio dell’articolazione di un suono. Portandoti appena dopo il silenzio. In quella durata dove potevano fare ritorno, trovare luogo le cose”». Il 17 aprile il Sargas Duo riprende alla Fondazione Maurits Ernest Houck di Riva San Vitale (Canton Ticino), nel contesto della Rassegna “Giovaninarte”, Sommerso (Innerspace I) per saxofono soprano e pianoforte. Caterina Di Cecca Labirinto sensoriale Dedalo y sensación per trio (violino, violoncello e pianoforte) è in programma in prima esecuzione assoluta il 19 marzo al Lviv Philharmonic Concert Hall di Leopoli (Ucraina), nell’interpretazione dell’Ensemble Nostri Temporis, con replica il 21 marzo al GoetheInstitut Hall di Kiev. Il 15 maggio il pezzo verrà riproposto allo Spazio Risonanze del Parco della Musica di Roma, per la rassegna “Matinée invito”, in un concerto che sarà ripreso per Euroclassical. L’eseguiranno in quell’occasione gli allievi dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Scrive l’Autrice: «Liberamente ispirato dalla lettura di Elogio de la madrastra di Mario Vargas Llosa, incentrato sul triangolo morboso tra matrigna, padre e figlio adolescente, il trio Dedalo y sensación percorre nella sua arcata formale le tappe fondamentali di questo rapporto a tre, in cui l’esaltazione delle sensazioni e di ciò che è materiale diventa ossessività, sfociando in un labirinto sensoriale di eccessi che è prodromo della caduta finale. Il paradiso si tramuta in inferno, l’armoniosa utopia si volge nel suo contrario, attraverso una corrente di desiderio e seduzione che passa da un personaggio all’altro. Eventi e protagonisti rivelano una duplice natura, spesso contraria, che ben si presta a una trasposizione immaginativa in musica, con l’utilizzo di una materia sonora riconoscibile, funzionale a varie Carlo Ciceri riletture che permettono di percepirne gli aspetti più tortuosi, dalla purezza originale fino alla più estrema corruzione». La sposa del vento per viola sola è invece il titolo della novità in cartellone il 27 aprile all’Auditorium del Carmine di Parma, interprete Yuval Gotlibovich. Spiega Caterina Di Cecca: «Al materiale di partenza del lavoro vengono applicate delle sollecitazioni esterne da un evento eterogeneo che comporta la sua deformazione. Quest’ultimo, che inizialmente si presenta come semplice eco e accompagnamento, prende man mano sempre più spazio e peso comportando una variazione della forma e del carattere della prima idea musicale che è andato ad intaccare. Alla fine però, invece di prendere il sopravvento, scompare lasciando in uno stato di tensione non risolta l’elemento che ha mutato irrimediabilmente». Lo scorso mese di dicembre è stato ripreso a Bonn, presso il Deutsche Telekom Headquarters, Large Hall, in occasione dell’International Telekom Beethoven Competition 2015, Filigrane scarlatte per pianoforte, nell’interpretazione di Ben Cruchley. Un’ulteriore esecuzione di Filigrane scarlatte è in programma il 20 febbraio a Brooklyn, New York, The Drawing Room, nella rassegna Concrete Timbre “Salon 3”, solista Melinda Faylor. Oscuro pintado per otto strumenti è in cartellone al Teatro Litta Attrazione del canto Verrà presentato il 13 marzo al Festival Archipel di Ginevra Šìr per soprano e contrabbasso, commissione del festival stesso e parte d’un progetto di Hélène Fauchère e Uli Fussenegger, che terranno a battesimo il pezzo, portandolo in seguito a Lubiana, per Imago Sloveniae, il 29 giugno, a La Charité-sur-Loire per Format Raisins, il 9 luglio, e infine alla Pharos Arts Foundation di Cipro il 9 ottobre. Spiega l’Autore: «Šìr è un brano per soprano e contrabbasso sul tema dell’incomunicabilità, qui affrontato attraverso il testo omerico dell’episodio dell’incontro di Ulisse con le Sirene, interpretato secondo la lettura di Foucault: “Le sirene sono la forma inafferrabile e proibita della voce che attrae. Non sono altro che canto. [...] La loro musica è il contrario di un inno: nessuna presenza scintilla nelle loro parole immortali; solo la promessa di un canto futuro ne percorre la melodia. [...]. Offerto come in cavo, il canto non è che l’attrazione del canto, ma non Andrea Mannucci promette all’eroe nient’altro se non la copia di quel che ha già vissuto, conosciuto, sofferto, nient’altro se non lui stesso” (Michel Foucault, La pensée du dehors, 1966). Ma le sirene, ovvero il soprano, nella loro onniscienza, sanno fin dal primo istante del loro fallimento e della loro conseguente morte: per questo motivo il canto è fin dal principio incerto, si forma quasi contro la sua volontà e infine si ritorce con paura. Šìr è dunque una scena tra due personaggi che dialogano attraverso la fisicità dei loro corpi: il soprano infatti è chiamato a suonare dei bicchieri intonati e lo stesso contrabbasso, e il contrabbassista utilizza la sua voce come mezzo sia di comunicazione musicale sia di amplificazione del suono strumentale. Essi si rivolgono direttamente l’uno all’altro suonando quasi a contatto e con il profilo rivolto al pubblico. Infine, il titolo rimanda al sumerico šìr, eco antica della voce greca seirén, che significa cantare e che risuona consapevolmente in šìr-šìr, catena». Suggestioni letterarie Andrea Mannucci propone il 14 maggio in prima esecuzione assoluta all’Auditorium Celesti di Desenzano per il Festival del Ned Ensemble 4 Aforismi per flauto e pianoforte, nell’interpretazione di Tommaso Benciolini e Adriano Ambrosini. Spiega l’Autore: «4 Aforismi è un brano scritto per il IX Festival del Ned Ensemble, consistente in quattro concerti di nuove musiche, molte delle quali in prima esecuzione assoluta. I quattro aforismi nella successione flauto e pianoforte, flauto solo, pianoforte solo e l’ultimo ancora per flauto e pianoforte, si basano su quattro diversi componimenti poetici brevissimi, appunto aforismi letterari di varia natura, tratti da autori come Ginsberg, Estin, Ungaretti e Burroughs. Attraverso una tecnica compositiva per cui ogni singola sillaba genera una nota, si ottiene una selezione di scale elaborate secondo criteri di circolarità e simultaneità. Su questo materiale si lascia che la suggestione letteraria eserciti la sua influenza sulla musica». Il 28 febbraio viene ripreso al Teatro Adelaide Ristori di Cividale del Friuli, per la Stagione danza, prosa e musica 2015/16 e all’interno della serata intitolata “Dittico Contemporaneo”, Il Computer, atto informatico su testo di Marco Ongaro. Ne saranno interpreti Carlotta Bellotto (Olga, l’impiegata), soprano, Luisa Allegrini (Nina, l’impiegata), mezzosoprano, e Dario Giorgelè (Barry, il tecnico), baritono; la regia è di Filippo Tonon, mentre il Ned Ensemble è diretto dallo stesso Mannucci. Tre prime cameristiche tra l’Ucraina, Parma e Barcellona Antal Doráti La Sinfonia per orchestra è stata eseguita il 23 gennaio al Benaroya Hall di Seattle dalla Seattle Philharmonic Orchestra diretta da Adam Stern. L’Ottetto per archi è in cartellone il 7 febbraio al Konsert & Kongress di Uppsala (Svezia) con gli Uppsala Kammarsolister. Pagina cameristica ispirate alle sirene rilette da Foucault in prima a Ginevra Niccolò Castiglioni Vittorio Parisi alla testa del Dèdalo Ensemble esegue il 13 febbraio al Teatro San Carlino di Brescia per la rassegna Sulle Ali del Novecento Tropi per complesso da camera. Il 9 aprile il Museo del Novecento di Milano ospita alla Sala Arte Povera per la stagione Rondò 2016 il duo Filippo Gorini e Daniele Fasani in Cangianti e Inizio di movimento per pianoforte. Prima cameristica al Festival del Ned Ensemble Franco Donatoni For Grilly, improvvisazione per sette, è in cartellone il 3 febbraio al DePaul University Concert Hall, presso la Depaul University School of Music di Chicago, nell’interpretazione dell’Ensemble 20+ diretto da Michael Lewanski e il 5 febbraio allo Shibuya Cultural Center Owada di Tokyo, affidato al Tokyo Ensemble Factory diretto da Kanako Abe. 13 Novità ispirata al flamenco e a Machado si aggiudica il concorso Kazimierz Serocki di Varsavia Ernest Bloch Macbeth - Deux interludes symphoniques per orchestra è in programma il 23 aprile all’Audrey Hall della Northern Arizona University a Flagstaff, nell’ambito della rassegna dell’Arizona Band and Orchestra Directors Association (ABODA) e nell’interpretazione dell’Arizona All-State Orchestra diretta da David Hattner. Novità per la Giornata della Memoria in prima a Helsinki Maurizio Ferrari Ho portato il velo da lontano per voce e pianoforte è stato proposto il 9 gennaio a Palazzo Antonini dell’Università di Udine in occasione, in un concerto promosso dall’Accademia di Studi Pianistici “Antonio Ricci” e interpretato dal Duo Luoghi Immaginari: Elena Bakanova, soprano e Raffaele Mascolo, pianoforte. Primo di due volumi delle opere di un maestro della tastiera 14 Adriano Gaglianello Speculazioni solitarie Cante hondo per soprano e orchestra su testo di Antonio Machado è stato presentato in prima esecuzione assoluta lo scorso 15 novembre al Lutoslawski Polish Radio Concert Hall di Varsavia nel contesto della Kazimierz Serocki 14th International Composers’ Competition. Ne sono stati interpreti Lucja Szablewska e l’Orchestra Sinfonica della Radio polacca diretta da Szymon Bywalec. La composizione si è aggiudicata il primo premio del concorso in cui è stata eseguita. Scrive Gaglianello: «Il cante hondo, canzone profonda, è uno stile vocale del flamenco andaluso. Garcia Lorca lo descrive così: “Il cante hondo si accosta al ritmo degli uccelli, alla musica istintiva del nero pioppo e delle onde; è semplice nella sua forma e desuetudine. È anche un raro esempio di canzone primitiva, la più vecchia di tutta l’Europa, laddove i ruderi della storia, i suoi lirici frammenti sono divorati dalla sabbia, esso appare vivo come al primo mattino di sua vita. L’illustre Falla, che ha studiato la questione attentamente, afferma che la siguiriya gitana è una canzone appartenente al gruppo del cante hondo, dichiarando che essa è la sola canzone del continente europeo che si è conservata nella sua forma pura, perché nelle sue diverse composizioni, stili e qualità, essa ha in sé la musicalità primitiva della gente venuta dall’Oriente”. Il testo è composto da alcuni frammenti Luigi Manfrin A ritroso L uigi Manfrin ha proposto il 27 gennaio alla Temppeliaukio Kirkko di Helsinki, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura in Finlandia, B(l)acklight... Down Inside the Memory per pianoforte a quattro mani: ne hanno interpretato la prima esecuzione assoluta Maria Ala-Hannula e Leonardo Zunica. Ne dice l’Autore: «B(l)ackLight... Down Inside the Memory mi è stato commissionato direttamente dall’Ebony Piano Duo Maria Ala-Hannula & Leonardo Zunica per l’International Holocaust Remembrance Day. Il riferimento alla tragedia della Shoah mi ha portato a impostare strutturalmente il brano ricorsivamente, ossia a ritroso, ritornando continuamente sugli stessi motivi, alludendo così simbolicamente alla nota correlazione psicoanalitica tra l’accadere di un’esperienza traumatica e la sua memoria rivissuta come riattivazione coatta allo stesso accaduto. Da qui la scelta di fondare la composizione su un refrain di base strutturato in modo scalare discendente. Tale refrain funge da idea germinale per l’intera forma della composizione, concepita appunto come un montaggio organizzato attraverso processi di ripetizioni correlati tra loro. La reiterazione ossessiva e insistita del moto discendente è alternata solo provvisoriamente a fasi Ercole Pasquini tratti dalle poesie d’esordio Soledades di Antonio Machado, uno fra i maggiori poeti spagnoli, appartenente alla generazione del ’98 e poi esponente di un modernismo ideologico innovatore che potesse ridare un volto credibile e rassicurante alla Spagna del XX secolo dopo la perdita di Cuba. Il linguaggio semplice d’intensa introversione del testo poetico racconta le speculazioni solitarie di un soggetto con i fantasmi del suo passato. Lungo la narrazione poetica, velate di malinconia e nostalgica sospensione si evocano immagini tipiche del decadentismo come le fiamme, l’oro, la morte, il sangue, gli scheletri. Il ritmo serrato degli elementi percussivi nella drammaturgia musicale si interrompe spesso per lunghe riflessioni e la vocalità sensualmente aggressiva del soprano muta in accenti più dolci e puri definendo chiaramente un carattere drammatico generale che accompagna tutto il brano. Diverse soluzioni di continuità agitano l’intercedere musicale, arricchito spesso d’improvvisi sbalzi espressivi in cui la voce dialoga con un’orchestra ricca di colori che assume ruoli e significati diversi a partire da un lineare commento corale o da un complementare supporto alla voce, per finire con un impegno più sostanziale a ruolo di protagonista, interrotto saltuariamente dai brevi e frammentari interventi solistici del soprano». che procedono in direzione opposta; in taluni casi, essa diviene letterale mentre in altri è invece sottoposta a processi di stravolgimento e deformazione. Ma la memoria non è solo riviviscenza passiva, essa offre soprattutto l’opportunità di un’elaborazione e di un riconoscimento attivo, indirizzato al cambiamento e alla differenza anziché alla semplice ripetizione. L’insistenza sulla relazione tra ripetizione e caducità mi ha permesso di scavare a fondo sul senso ritmico primordiale di tale connessione; in questo mi sono in parte ritrovato in sintonia con alcune notissime riflessioni espresse da Freud nel suo celebre Al di là del principio di piacere sulla ripetizione come essenza dello psichismo, in quanto contraddistinta da una pulsione segreta che la corrode internamente facendola regredire a uno stato inorganico anteriore. Tuttavia, nel mio caso, l’esito non vuole essere affatto pessimistico; al contrario, la ripetizione e la discesa appaiono piuttosto attraversati da una corrente intensiva differenziale tutt’altro che votata all’inorganico. Da questo punto di vista, mi richiamo al tentativo di una possibile lettura positiva della pulsione di morte proposta da alcuni filosofi francesi del secondo Novecento». Non di solo Frescobaldi Esce per le ESZ, 30° volume della collana “Monumenti Musicali Italiani”, il primo volume delle opere complete di Ercole Pasquini, Toccate, Canzoni, Ricercari, a cura di Paul Kenyon. Attivo per molti anni in Ferrara, poi predecessore di Frescobaldi come organista della Cappella Giulia, autore anche di musica vocale oggi perlopiù perduta, Ercole Pasquini (1550 ca. - ante 1620) ha lasciato un consistente corpus di musica per tastiera che si pone come raccordo tra Frescobaldi e l’ambiente napoletano, rappresentato da autori come Ascanio Mayone e Giovanni Maria Trabaci (Pasquini era, ad esempio, in rapporti documentati con Gesualdo). Ancora dopo la sua morte, il musicista era tanto celebre da suggerire a Pietro della Valle nel 1640 il paragone proprio col sommo Frescobaldi: «Non ci è stato di gran fama, un Ercole in S. Pietro? Un Frescobaldi che oggi vive?». A mezzo secolo dalla pubblicazione della prima edizione critica della musica per tastiera di Ercole Pasquini, il volume in uscita (il primo di due) si avvale degli studi più recenti e offre nuove soluzioni ad alcuni passaggi problematici. Include inoltre una serie di pezzi assenti nelle precedenti edizioni benché ascritti a Pasquini, così come altri pezzi non attribuiti ma probabilmente composti da lui. Nell’edizione si tiene conto anche di una fonte (ms. Napoli 48, 1600 ca.), venuta alla luce in anni recenti, particolarmente autorevole nella trasmissione di una Canzona. La prefazione contiene la presentazione dettagliata della biografia del compositore, la descrizione delle fonti e le questioni notazionali in rapporto all’esecuzione. Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute FEBBRAIO Maurilio Cacciatore MECCANICA DEI RIFLESSI OVVERO DELL’AMORE (VALDRADA) per orchestra Milano, Teatro Dal Verme, 4 febbraio Orchestra I Pomeriggi Musicali dir.: Alessandro Cadario Luca Mosca SETTIMO CONCERTO per pianoforte e orchestra Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai, 4 febbraio Anna D’Errico, pianoforte Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dir.: Marco Angius Ivan Fedele WORDS AND MUSIC Musica per l’omonima pièce teatrale di Samuel Beckett (Commissione Ensemble Intercontemporain) Paris, Philharmonie, 9 febbraio Johan Leysen, Words Han Römer, Croak Ensemble intercontemporain dir.: Ilan Volkov Ivan Fedele LEXIKON II per orchestra (Commissione Radio France, Seoul Philharmonic Orchestra) Paris, Radio France, Festival Présences, Auditorium de Radio France, 12 febbraio Orchestre Philharmonique de Radio France dir.: Pascal Rophé Pasquale Corrado AUTORITRATTO CON QUARTETTO per quartetto d’archi (Commissione Radio France) Paris, Radio France, Festival Présences, Maison de la Radio, 13 febbraio Quartetto Prometeo Pasquale Corrado BABBELISH ovvero i fratelli gabbati Opera in un atto su libretto di Ugo Giacomazzi, Julio García Clavijo, Luigi Di Gangi Palermo, Teatro Massimo, Sala Grande, 24 febbraio Regia e drammaturgia: OperAlchemica Orchestra e Coro del Teatro Massimo dir.: Piero Monti ESZ MARZO Rossella Spinosa WOODS per pianoforte a 4 mani New York, Carnegie Hall, 2 marzo PIANOx2: Alessandro Calcagnile e Rossella Spinosa, pianoforte Daniela Terranova NIGHT SONGS per voce femminile, arpa e archi Padova, Cinema Porto Astra, 3 marzo Marina Bartoli Compostella, soprano Orchestra di Padova e del Veneto dir.: Caterina Centofante Tarquinio Merula/Daniela Terranova CANZONETTA SPIRITUALE SOPRA LA NANNA Orchestrazione per soprano, arpa e orchestra d’archi di Daniela Terranova Padova, Cinema Porto Astra, 3 marzo Marina Bartoli Compostella, soprano Orchestra di Padova e del Veneto dir.: Caterina Centofante Gabriele Cosmi I BEGIN TO HEAR VOICES per voce femminile Bologna, Festival dell’Oriente, 6 marzo Lisa La Pietra, soprano Mehdi Khayami LA CITTÀ INFELICE, RAISSA per orchestra Milano, Teatro Dal Verme, 10 marzo Orchestra I Pomeriggi Musicali dir.: Stefano Montanari Carlo Ciceri ŠÌR per soprano e contrabbasso Genève, Festival Archipel, 13 marzo Hélène Fauchère, soprano Uli Fussenegger, contrabbasso Maurilio Cacciatore I DON’T NEED TO …K FOR MUSIC per due chitarre elettriche e live electronics Frankfurt, Festival Luminale, Nebbiensches Gartenhaus, 18 marzo Flavio Virzì e Steffen Ahrens, chitarre elettriche news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Caterina Di Cecca DEDALO Y SENSACIÓN per violino, violoncello e pianoforte Lviv (Leopoli, Ucraina), Lviv Philharmonic Concert Hall, 19 marzo Ensemble Nostri Temporis Alessandro Solbiati PROMENADE per pianoforte e archi Milano, Palazzina Liberty, Festival Cinque Giornate per la Nuova Musica, 20 marzo Rossella Spinosa, pianoforte Orchestra Milano Classica dir.: Alessandro Calcagnile Stefano Gervasoni DI RESPIRI MANCANTI per orchestra (Commissione Fondazione Orchestra Haydn) Bolzano, Auditorium, 22 marzo Orchestra Haydn dir.: Dietrich Paredes Maurilio Cacciatore MECCANICA DEGLI AVATAR per otto strumenti e elettronica da un madrigale di Paolo Tenorista Firenze, Contempoartefestival, Auditorio di Santa Apollonia, 29 marzo Contempoartensemble dir.: Vittorio Ceccanti Maurilio Cacciatore, live electronics Maurizio Azzan LE PARETI SOTTILI per quartetto d’archi Paris, Salle d’orgue del Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris, 31 marzo Zerkalo Quartet Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet: www.esz.it Prime esecuzioni Prime esecuzioni as Prime esecuzioni assoluteassolute APRILE Giorgio Colombo Taccani FOLIA per clarinetto contralto in Mi bemolle Grottaferrata, Abbazia di San Nilo, 1 aprile Marco Colonna, clarinetto Riccardo Panfili L’AURORA, PROBABILMENTE per orchestra (Prima esecuzione della nuova versione) Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, 2 aprile Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dir.: Antonio Pappano Giorgio Colombo Taccani BRACE per flauto contrabbasso Milano, Auditorium “Ottava Nota”, 8 aprile Antonella Bini, flauto contrabbasso Giorgio Gaslini LA RONDE per violoncello solo Firenze, Palazzo Bastogi, Sala delle Feste, 9 aprile Vittorio Ceccanti, violoncello Riccardo Panfili OLTRE LA LINEA per orchestra (Commissione Filarmonica della Scala) Milano, Teatro alla Scala, 11 aprile Filarmonica della Scala dir.: Fabio Luisi Pasquale Corrado Novità per violino elettrico Roma, Accademia Filarmonica Romana, Sala Casella, 14 aprile Francesco D’Orazio, violino elettrico Federico Gardella IMPROVVISI SILENZI DI CONCHIGLIA per ensemble (Commissione Divertimento Ensemble) Milano, Rondò, Teatro Litta, 20 aprile Divertimento Ensemble dir.: Michele Gamba ESZ Giorgio Colombo Taccani IL RACCONTO DELL’ASSALTO per flauto, saxofono contralto e pianoforte Potsdam, Festival Intersonanzen, 23 aprile Trio Nyky Caterina Di Cecca Novità per violino e violoncello Barcellona, Festival Mixtur, 23 aprile Solisti degli Ensemble in residenza Aureliano Cattaneo RESTO per orchestra da camera (Commissione WDR) Witten, Wittener Tage für Neue Kammermusik, Theatersaal, 24 aprile WDR Sinfonieorchester Köln dir.: Emilio Pomarico Caterina Di Cecca LA SPOSA DEL VENTO per viola sola Parma, Auditorium del Carmine, 27 aprile Yuval Gotlibovich, viola MAGGIO Ivan Fedele METAL EAST-JOURNEY per un percussionista Shizuoka, Concert Hall, 3 maggio Thierry Miroglio, percussioni Gabriele Cosmi ELSE SUITE Composizione elettroacustica di scena da “La signorina Else” di Arthur Schnitzler Napoli, Teatro Stabile di Napoli, Ridotto del Mercadante, 10 maggio Federica Sandrini, attrice Regia: Alberto Oliva Andrea Mannucci 4 AFORISMI per flauto e pianoforte Desenzano, Festival del Ned Ensemble, Auditorium Celesti, 14 maggio Tommaso Benciolini, flauto Adriano Ambrosini, pianoforte news EDIZIONI SUVINI ZERBONI Stefano Gervasoni STREPITO E GARBUGLIO per contrabbasso Lyon, Les Rencontres Contemporaines, 18 maggio Florentin Ginot, contrabbasso Alessandro Solbiati GUERNICA per flauto, violino, viola e violoncello Rencontres Musicales en Seine-et-Marne, 22 maggio Christel Rayneau, flauto Hélios Ensemble Giovanni Verrando FOURTH BORN UNICORN (Rounded version) per viola d’amore Paris, Istituto Italiano di Cultura, 25 maggio Marco Fusi, viola d’amore Giovanni Verrando FOURTH BORN UNICORN (Angular version) per viola Paris, Istituto Italiano di Cultura, 25 maggio Marco Fusi, viola d’amore Francesco Hoch ArCADiA 15 per orchestra (Commissione Orchestra Arcadia) Ascona (Canton Ticino), Collegio Papio, 28 maggio Orchestra Arcadia dir.: Matthias Müller Javier Torres Maldonado ENIM ADSCITITIOS ACCIDENTALESQUE A STELLIS FULGORES ADIMIT Composizione elettroacustica Livorno, Suoni Inauditi, Auditorium dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “P. Mascagni”, data da definire Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet: www.esz.it Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991