MONTEFOSCA
NOTIZIE STORICHE
L’abitato di Montefosca è posto a quota 722 m. su un piccolo altipiano a forma di conca. Risulta di
non facile accesso dal lato nord che si affaccia sul corso del Natisone, viceversa dalla parte
confinante con la Slovenia e con le altre zone limitrofe il transito per l’altipiano è più facile.
Per la sua posizione geografica durante la seconda guerra mondiale, sia prima che dopo l’armistizio
dell’8 settembre 1943, il piccolo centro è interessato dalla presenza e dal transito di formazioni
partigiane slovene e italiane (queste ultime dopo l’armistizio) che provocano operazioni militari di
rastrellamento.
Non sono molte le fonti bibliografiche che specificatamente si sono interessate alle operazioni di
guerriglia e antiguerriglia svolte nelle Valli del Natisone e in particolare nel comune di Pulfero, di
cui Montefosca è una delle più importanti frazioni. Il testo di riferimento per tracciare questo breve
cenno storico è quello realizzato da Don Antonio Cuffolo “MOJ DNEVNIK – la seconda guerra
mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz”. Gli eventi descritti dal prelato, per
quanto possibile, sono stati approfonditi utilizzando altri testi o pubblicazioni che vengono
comunque elencati nella bibliografia elencata in fondo al presente scritto.
La presenza di formazioni partigiane nelle Valli del Natisone (i partigiani raggiungono gli abitati di
Tribil e Podresca) è documentata per la prima volta il 2 ottobre 1942 da Don Antonio Bretoni che
trascrive
1
la
notizia
nel
libro
storico
di
San
Pietro
al
Natisone
e dal Vicario di Laziz Don Antonio Cuffolo2 nel già citato testo. L’azione condotta dai partigiani
sloveni è da considerarsi effettuata solamente a scopo dimostrativo.
E’ con l’inizio del 1943 che l’attività partigiana si fa più intensa in tutta la Slovenia e quindi anche
nella vicina Alta Valle dell’Isonzo e nelle sue zone limitrofe, dove i reparti del Regio Esercito, ivi
impegnati nei diversi scontri con i ribelli (così allora venivano definiti), pur subendo gravi perdite
ne i inflissero altrettante agli sloveni.
All’inizio del 1943 per operare in funzione antiguerriglia nell’Alta Valle dell’Isonzo e nelle Valli
del Natisone il deposito dall’8° Reggimento Alpini costruisce tre battaglioni, ovvero il
TOLMEZZO BIS, il GEMONA BIS ed infine il CIVIDALE BIS,
i quali dall’aprile del 1943
entrano a far parte del Gruppo MARTINI (dal nome comandante Colonnello Pietro Martini).
In particolare il TOLMEZZO BIS opera nella zona dei Musi e nell’Alta Valle del Natisone; Il
GEMONA BIS agisce tra l’Alta Valle del Natisone e l’Alta Valle del Torre ed infine il CIVIDALE
1
Aldo Moretti , La Slavia Friulana fra Italia e Jugoslavia 1943-45, in Storia Contemporanea in Friuli,n.8, IFSML,
1978 p.14-15;
2
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p.32;
BIS che, dislocato a Bergogna, agisce nella zona del Monte Carnizza, Monte Jauer e Le Zuffine.
Per incrementare gli organici di questi battaglioni vengono create con il rientro in Italia dei reduci
dalla Russia alcune compagnie (Compagnie Reduci Russia) denominate TOLMEZZO, GEMONA e
CIVIDALE3.
Il 16 - 18 maggio 1943, a seguito della penetrazione partigiana slovena nelle Valli del Natisone
viene coinvolto nell’azione anche l’abitato di Montefosca. L’incursione dei partigiani si svolge
mediante un attacco diversivo effettuato il giorno 16 che ha lo scopo di tenere impegnato il
presidio di Stupizza per consentire ad un secondo gruppo proveniente da Mersino di passare il
Natisone e di salire a Motefosca. Il 17 maggio questo gruppo partigiano lascia quest’ultima località
e si dirige verso Canebola dove viene intercettato dalle truppe alpine del Regio Esercito4 e, nello
scontro che dura per l’intera giornata del 18, gli italiani subiscono 3 morti e 5 feriti 5. Non sono note
le perdite subite dai partigiani.
Il 1° giugno 1943 muore in combattimento a Tribil di Sopra (Stregna) un alpino di Montefosca6.
Egli probabilmente era appartenente alla CRR CIVIDALE che quel giorno si scontra con un
gruppo di partigiani sloveni che dopo due ore di lotta viene annientato dagli alpini7.
Il precedente avvenimento, è l’ultimo evento che si è riusciti a documentare per quanto concerne le
operazioni di guerriglia e di controguerriglia che hanno coinvolto Montefosca ed i suoi abitanti nel
periodo che precede l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Dopo la dissoluzione del regio esercito conseguente all’armistizio, l’alta Valle dell’Isonzo divenne
un centro d’intensa attività delle formazioni di partigiani jugoslavi, gia come abbiamo visto molto
attivi nella zona, che incontrastati prendono il controllo della Valle dell’Isonzo nel tratto Plezzo
(Bovec) Tolmino (Tolmin) (escluse queste due località che erano in mano dell’esercito tedesco)
delle montagne circostanti stabilendo il loro centro a Caporetto (Kobarid). Da questa località nelle
settimane successive questi gruppi partigiani iniziano ad infiltrarsi anche nella zona delle Valli del
Natisone verso Cividale e Faedis8 ma essi hanno modo di verificare che in queste località si erano
già costituite alcune formazioni di partigiani italiani.
In particolare a Montefosca opera il Battaglione “Garibaldi” (Ia Brigata “Garibaldi Friuli”)
costituito il 12 settembre 1943 a Nebola (Collio), comandato da Mario Modotti (Tribuno)
3
Marco Mattioli, i Reggimenti Alpini di Marcia in Venezia Giulia, 1942/1943, in Storia e Battaglie nr.38 Editoriale
Lupo, luglio/agosto 2004, p.34;
4
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p. 43-44;
5
Aldo Moretti , La Slavia Friulana fra Italia e Jugoslavia 1943-45, in Storia Contemporanea in Friuli,n.8, IFSML,
1978 p.15;
6
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p. 46;
7
Marco Mattioli, i Reggimenti Alpini di Marcia in Venezia Giulia, 1942/1943, in Storia e Battaglie nr.38 Editoriale
Lupo, luglio/agosto 2004, p.35;
8
Stefano di Giusto, Operationszone Adriatisches Kusterland, Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante
l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML Udine 2005, p.105;
commissario politico Mario Karis (Maks), forza complessiva 120 uomini armati con armi
automatiche ed individuali sottratte al regio esercito9.
L’occupazione da parte partigiana di queste località aveva compromesso la percorribilità della S.S
n.54 considerata una delle vie di comunicazione più importanti per i tedeschi.
I germanici, con i pochi reparti allora presenti nella zona di Cividale, provano nel mese di settembre
1943 a ripristinare la viabilità di questa importante arteria stradale ma gli attacchi alle forze
partigiane presenti nelle Valli del Natisone che, per impedire un facile accesso al nemico avevano
fatto saltare i ponti di San Quirino sul Natisone e sull’Alberone e quello di Vernasso, vengono
respinti10
La prima vera azione antipartigiana (Operazione Felix – UNTERNEHMEN FELIX) condotta dai
tedeschi con forze adeguate nella Valle del Natisone venne compiuta dal 314° Reggimento della
162a (turk.) Divisione di Fanteria che dalla sera del 5 ottobre 1943 e per tutto il giorno successivo
attacca le formazioni partigiane da Cividale fino a Tiglio; il bilancio complessivo dell’azione è di
88 partigiani uccisi e 78 prigionieri, subendo la perdita di 6 militari caduti e 12 feriti11.
La zona rimane però ancora saldamente in mano alle forze ribelli e pertanto i tedeschi decidono di
sferrare un poderoso attacco concentrico contro l’intera zona libera.
L’offensiva tedesca inizia il 26 ottobre 1943 con combattimenti a Saga nella Valle dell’Isonzo. Il 31
ottobre i reparti germanici conquistano Caporetto, il giorno successivo i paesi di Dresenza e Cossis
e le località di Sella di Caporetto e Robic. Il 3 novembre vengono conquistate Bergogna e Luico. Il
7 novembre viene preso San Pietro al Natisone ristabilendo infine il contatto con il presidio di
Cividale12. Il 9 novembre è occupato anche Pulfero e i tedeschi compiono un rastrellamento
precauzionale anche sui monti della zona13 .
A seguito dei rastrellamenti portati nei giorni successivi dalle truppe tedesche, i reparti partigiani
sloveni si ritirano per riorganizzarsi nei loro santuari mentre le formazioni partigiane italiane,
compreso il battaglione “Garibaldi”, che come abbiamo detto aveva la sua base a Montefosca, si
sciolgono (il suo comandante del Btg Garibaldi Mario Modotti rimane alla macchia e si rifugia sul
monte Ciaurlec)14.
9
G.G. Corbanese – A. Mansutti, Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, Udine – Gorizia – Trieste – Fiume – Pola Lubiana, settembre 1943 – maggio 1945, Aviani & Aviani editori Udine 2009, p.361;
10
Aldo Moretti , La Slavia Friulana fra Italia e Jugoslavia 1943-45, in Storia Contemporanea in Friuli,n.8, IFSML,
1978 p.15;
11
Stefano di Giusto, Operationszone Adriatisches Kusterland, Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante
l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML Udine 2005, p.105;
12
Stefano di Giusto, Operationszone Adriatisches Kusterland, Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante
l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML Udine 2005, p.125;
13
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p. 73;
14
G.G. Corbanese – A. Mansutti, Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, Udine – Gorizia – Trieste – Fiume – Pola Lubiana, settembre 1943 – maggio 1945, Aviani & Aviani editori Udine 2009, p.362;
Nonostante il ripristino della viabilità e la costituzione di presidi lungo la SS.54 con personale
militare sia tedesco che italiano dell R.S.I., le montagne tornano ben presto in mano alle formazioni
partigiane, soprattutto slovene. L’ 8 febbraio 1944 è segnalato il passaggio sulla destra del Natisone
di miglia di partigiani, tra i quali un gruppo diretto a Montefosca, che gli aeroplani tedeschi
sorvolano esplorando specialmente la zona di Mersino e Montefosca15.
Il 10 febbraio alle ore 11,00 Montefosca è bombardata16. L’attacco è compiuto da 5 aerei facenti
parte del gruppo aereo utilizzato per l’appoggio alle operazioni antipartigiane, denominato
FLUGBEREISCHAFT AESKULAP (gruppo aereo di pronto intervento Esculapio) dotato di
almeno 5 cacciabobardieri HEINKEL HE 111 con base probabilmente nell’aeroporto di Gorizia Merna.
Il 17 marzo 1944 i tedeschi bruciano i casoni delle malghe di Montefosca e di Canebola
supponendoli rifugio per i partigiani17
Il 24 marzo 1944 Don Cuffolo nella sua cronaca riferisce che gli abitanti di Montefosca, Calla e
Zapatocco, passano ore di terrore a causa dei tedeschi18. Forse l’episodio può essersi verificato
durante l’operazione di rastrellamento denominata Operazione Genziana -HUNTERNEHMEN
ENZIAN svolta dal 24 al 25 marzo 1944 nella zona di Caporetto, Bergogna, Robedischis e nella
Valle del Natisone19.
Il 26 maggio 1944 soldati tedeschi e italiani della RSI che rastrellano a Montefosca, Mersino,
Rodda, Log, Cicigolis, Podvarsc, Specognis tutti gli uomini fino a 40 anni per mandarli a lavorare
in Germania20. Riguardo a quest’ultima azione, non si sono riscontrati notizie su eventuali episodi
di attività partigina nella zona tali da poter giustificare la rappresaglia delle forze italo-tedesche.
Con l’ultimo evento descritto ha termine questo breve cenno storico poichè fino al 1° maggio 1945,
quando l’ultima colonna tedesca lascia le Valli del Natisone, non è stato possibile documentare altri
fatti nei quali sia stato coinvolto l’abitato di Montefosca ed i suoi abitanti in operazioni di
rastrellamento durante il tragico periodo della Seconda Guerra Mondiale.
15
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p. 87-88;
16
ibid. pag. 88;
17
ibid. pag.93;
18
ibid. pag.94;
19
Stefano di Giusto, Operationszone Adriatisches Kusterland, Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante
l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML Udine 2005, p.125 anche in Roland Kaltenegger, Zona d’Operazioni Litorale
Adriatico, Libreria Editrice Goriziana, 1994 ;
20
Antonio Cuffolo, MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della canonica di Laziz,
DOM,1985, p. 101;
BIOGRAFIA:
Per approfondire l’argomento, si segnalano i seguenti testi:
-
ANTONIO CUFFOLO, , MOJ DNEVNIK – la seconda guerra mondiale vista e vissuta nel focolaio della
-
ALDO MORETTI , La Slavia Friulana fra Italia e Jugoslavia 1943-45, in Storia
Contemporanea in Friuli,n.8, IFSML, 1978;
MARCO MATTIOLI, i Reggimenti Alpini di Marcia in Venezia Giulia, 1942/1943, in
Storia e Battaglie nr.38 Editoriale Lupo, luglio/agosto 2004;
STEFANO DI GIUSTO, Operationszone Adriatisches Kusterland, Udine Gorizia Trieste
Pola Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML Udine 2005,;
G.G. CORBANESE – A. MANSUTTI, Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, Udine –
Gorizia – Trieste – Fiume – Pola - Lubiana, settembre 1943 – maggio 1945, Aviani &
Aviani editori Udine 2009,;
canonica di Laziz, DOM,1985;
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