Ricerca Progettare per tutti Sebastiano Ercoli e Andrea Ratti, Dipartimento INDACO, Lecco Innovation Hub, Politecnico di Milano www.leccoinnovationhub.polimi.it [email protected] Dopo secoli di esclusività, la nautica ha intrapreso un percorso che ne ha esteso la base di utenza – e quindi -il mercato 84 febbraio 2012 T ramontato il mito del rude marinaio, da hobby only for gentlemen la conduzione delle barche è diventata un’attività più facile e più accessibile; gli ambienti di bordo si sono fatti più comodi e gli sforzi necessari alla conduzione e alle manovre sono notevolmente diminuiti. Sono nate così barche più larghe, performanti soprattutto alle andature portanti piuttosto che in quelle di bolina, da cui sono conseguite innovazioni nell’abitabilità, nelle attrezzature e negli accessori di bordo. L’easy sailing, cioè la semplificazione di tutte le funzioni legate alla conduzione, alle manovre e alla navigazione, ha consentito l’avvicinamento alla nautica a un’utenza meno esperta. Non è più necessario avere l’abilità e la forza per cambiare le vele, perché queste vengono issate, regolate e ridotte con winch elettrici e impianti servoassistiti. Semplificazione delle funzioni I sistemi di posizionamento globale, le telecomunicazioni, la previsione delle condizioni meteorologiche rendono la navigazione sempre più semplice e più sicura. Gli yacht di oggi ricordano più una casa che una barca. Il progressivo invecchiamento della popolazione europea, collegato al fatto che spesso la disponibilità economica necessaria all’acquisto e al mantenimento di una imbarcazione è legata all’età, fa sì che l’utenza nautica stia progressivamente imbiancando. Ne consegue che la semplificazione delle funzioni e la riduzione degli sforzi siano temi sempre più attuali. Una risposta progettuale può derivare dall’approccio del design for all (DfA), il cui obiettivo è la progettazione di prodotti e di ambienti utilizzabili dal maggior numero di persone in modo semplice ed efficace. Il principio che guida un processo di DfA è di considerare le esigenze delle persone disabili come fonte di spunti progettuali volti a implementare la qualità del prodotto rendendolo utilizzabile da tutti, senza conflitti con le aspettative estetiche o funzionali. Per approfondire il tema abbiamo incontrato un esperto della materia, Andrea Stella. Colpito da paraplegia agli arti inferiori a seguito di un’aggressione nell’agosto del 2000, Stella è riuscito a realizzare il sogno di tornare a navigare grazie alla costruzione dell’imbarcazione accessibile Lo Spirito di Stella, progettata insieme all’Ing. Contreas del cantiere Mattia Catamarani di Dervio. Attraverso la sua ONLUS, oggi Stella lavora intensamente per far sperimentare a tutti le emozioni della vela. L’imbarcazione di Stella, concepita come un laboratorio, ha permesso di sperimentare nuove soluzioni e tecnologie Layout del catamarano privo di barriere architettoniche “Lo Spirito di Stella” (per gentile concessione della Associazione ONLUS “Lo Spirito di Stella) anche successivamente alla costruzione; negli anni ne sono state infatti migliorate l’accessibilità e i sistemi di comando. Attenzione al progetto C’è tuttavia ancora molto spazio per ricerca e innovazione; tra gli ambiti più promettenti si contano la navigazione, del Politecnico di Milano ha sviluppato una competenza specifica sul design for all, affrontando il tema della progettazione allargata sia nella didattica che nella ricerca. Oltre a interessanti tesi sviluppate nell’ambito dei corsi di laurea della Scuola del Design tenuti presso la sede di Milano e presso il Polo di La Spezia. Nel 2010 il tema è stato affrontato anche dagli studenti del Master in Yacht Design del Politecnico stesso, sotto la guida del prof. Massimo Gregori. Easy sailing Le dimensioni ridotte, ancorché si tratti di yacht di grande taglia, costringono gli studenti all’impiego di tutte le loro abilità progettuali nell’individuare soluzioni, in particolare legate alla percorribilità dei passaggi, all’accessibilità alla banchina, alla discesa in acqua o nel Supernormal Il tema dell’inclusive design è stato al centro del progetto di tesi in Design Navale e Nautico sviluppato da Giulia Monacci, con relatrice la prof.ssa Silvia Piardi, svolto a conclusione di un tirocinio presso il cantiere Sanlorenzo. Finalità della ricerca è stata la ridefinizione, secondo la logica del Design for All, del layout, della mobilità e dei percorsi di una linea già in produzione, presa come caso studio. Partendo da un approfondimento teorico, da un’analisi dei competitor del cantiere e da un confronto con le barche già in produzione, si è arrivati alla definizione di un progetto che cerca di superare la contrapposizione tra progetto “special” e “normale”; da qui il titolo della tesi, “Supernormal”. Insieme alla normativa, le esigenze delle persone abili o con disabilità sono state il punto di partenza dell’attività progettuale, non un vincolo. Identificate le aree critiche – accesso allo yacht, all’acqua e fruibilità di tutti i ponti – sono state individuate delle soluzioni. Una pedana mobile che collega i ponti trasforma lo spazio da statico in dinamico; organizzata come luogo privato, fruibile dall’armatore, determina un ambiente trasformabile; da attrezzo di mobilità diventa una chiave per aprire combinazioni spaziali diverse. La suite armatoriale è stata progettata integrando gli ausili di mobilità nei mobili e nei pannelli verticali. Il sistema di accesso a bordo e di accesso all’acqua è simile al concetto delle murate abbattibili e permette in un’unica soluzione entrambi gli accessi. La scala viene integrata nell’impavesata, che è rinforzata per ospitare anche la parte tecnica, mentre il piano di accesso è indipendente dalla scala stessa e creato da una porzione abbattibile. tender, costituendo un tema insieme avvincente e utile. All’interno del Dipartimento INDACO, l’unità TeDH (Technologies and Design for Healthcare) ha sviluppato una ricerca progettuale nell’ambito del design di prodotti e servizi per la cura e il benessere delle persone. Attraverso un approfondito lavoro di analisi sulle esigenze di persone con disabilità o utenti “fragili” (anziani, bambini ecc.) vengono realizzati mock-up e prototipi che sottoposti a test con utenti originano indicazioni progettuali utili per sviluppare prodotti adattabili alle esigenze di utenti con caratteristiche fisiche e cognitive molto differenziate. La tendenza all’easy sailing cementerà l’unione del mondo del DfA e della nautica. I dispositivi per un’utenza “speciale” che si stanno sperimentando o applicando oggi faranno parte della normale dotazione delle barche di domani. F © RIPRODUZIONE RISERVATA febbraio 2012 il comando, la sicurezza e il layout degli interni. Quest’ultimo è un tema particolarmente rilevante e sentito. È importante che i ponti siano piani, eliminando quanto più le barriere architettoniche; l’arrotondamento degli spigoli rende gli ambienti più sicuri; gli oblò a filo o le coperte più semplici e lineari sono aspetti molto importanti per un disabile. Alcuni dei problemi di accessibilità derivano da retaggi e abitudini consolidate: una maggiore attenzione progettuale su questi aspetti può fare una grande differenza. Ne sono un esempio le ridotte dimensioni della passerella di accesso alla barca o la collocazione a terra del winch elettrico. Passerelle più larghe e winch installati all’altezza delle mani rendono la barca accessibile alle persone con disabilità e più comoda per tutti. Né si deve credere che tali attenzioni trovino applicabilità solo sugli yacht di grandi dimensioni: con i dovuti accorgimenti progettuali, possono essere applicate anche su imbarcazioni più piccole. Il Dipartimento INDACO Studio della pedana mobile per il progetto di tesi “Supernormal” sviluppato da Giulia Monacci (2011) durante un tirocinio presso il cantiere Sanlorenzo 85 Nel catamarano “Lo Spirito di Stella” l’accessibilità ai ponti è garantita da un ascensore (per gentile concessione della Associazione ONLUS “Lo Spirito di Stella) Passerella di accesso dello yacht “Octopus”. Il progetto è nato nell’ambito del Master in Yacht Design del Politecnico di Milano, sotto la guida del prof. Massimo Gregori Grgi e sviluppato da Jacopo Bevilacqua, Alessandro Lo Iacono, Rafael Matsumura, Elena Pozzi, Roberta Ragni, Aurora Restucci, Fabrizio Uzzi e Michele Vandone (2010)