5. Un unico esercito. Un’unica politica estera. Abbiamo bisogno di più Europa, non meno. Serve un’accelerazione del progetto di integrazione europea, rimasto ad oggi incompiuto. Perché è solo da un’Europa più forte e unita che possono arrivare le soluzioni ai problemi dei cittadini. Il progetto comune che ci ha portato 60 anni di pace e di prosperità deve essere rilanciato, non distrutto come vorrebbero le forze antieuropeiste. Alle elezioni del 25 maggio decidiamo insieme per un’Europa federale e solidale, per una unione politica e non solo monetaria. Solo così riusciremo a mettere prima e al centro le persone. Non le banche o i mercati. È necessaria una chiara affermazione del PSE, di cui ora il PD fa pienamente parte, affinché al processo di integrazione si affianchi anche un cambio di rotta nella guida politica dell’Unione. L’Europa deve lottare contro la povertà e la disoccupazione, deve avviare una più equa distribuzione della ricchezza, deve proporre un modello di sviluppo economico e industriale nuovo, che tenga conto dei limiti delle risorse e della sostenibilità, deve promuovere con forza la tutela dei diritti e della legalità. E’ questa l’Europa che serve. E’ questa l’Europa in cui credo e per cui intendo impegnarmi. Basta con i costi e le inefficienze di 28 eserciti diversi. Basta con l’incertezza e l’immobilismo di 28 ministri degli Esteri. L’Unione Europea deve avere un unico esercito e un’unica politica estera. 6. Autonomia energetica e lotta al cambiamento climatico. Passiamo dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili. Obiettivo, l’autonomia energetica. Carbon tax per chi inquina. Il gettito andrà impiegato per investimenti e il rilancio dell’occupazione. 7. Uso efficiente delle risorse. Economia circolare. Promuovere il riciclo, la manutenzione e il riuso per dare vita a un’economia circolare di produzione e consumo. Consumo di suolo netto pari a zero. 8. Integrazione delle reti. Abbiamo unificato i mercati, ma non le reti. Ci sono disservizi e costi ingiustificati che gravano sui cittadini e sulle imprese. Riducono la competitività dell’Europa. Occorre un piano europeo di investimenti. 1. Stati Uniti d’Europa. 9. Agricoltura e sicurezza alimentare. 2 Un New Deal per lo sviluppo e l’occupazione. Sostenibile. 10. Studio e lavoro per i giovani cittadini europei. 3. Unione economica, fiscale e patto di stabilità. 11. Ricerca: un solo ente di coordinamento, meno sprechi. 4. Dall’economia di carta all’economia reale. 12. Diritti e legalità. Occorre completare la costruzione della comune casa europea. Più poteri al Parlamento. La Commissione Europea diventi un vero governo federale. In tre parole: Stati Uniti d’Europa. Dopo il rigore, l’impoverimento e la disoccupazione c’è bisogno di un piano straordinario che faccia ripartire lo sviluppo e il lavoro. Serve un New Deal europeo. Sostenibile. L’unione monetaria c’è. Dobbiamo fare l’unione economica e fiscale. Per dire addio allo spread e alla crisi. Fuori dal patto di stabilità le spese per investimenti in infrastrutture, scuole, educazione. La mancata regolazione dei mercati finanziari è stata l’origine della bolla speculativa e della crisi. Serve una tassa sulle transazioni finanziarie. Il gettito verrà utilizzato per investimenti e occupazione. La Politica Agricola Comune ha garantito per decenni l’autosufficienza alimentare. Oggi deve sostenere il reddito delle aziende agricole. Senza OGM. Lotta ai falsi a garanzia di produttori e consumatori. Rilanciare i programmi Erasmus e Leonardo. Potenziare i servizi Eures (rete europea per l’impiego). Favorire la mobilità di studenti e giovani lavoratori e formare i nuovi cittadini europei. Ricerca e Sviluppo possono creare 3,7 milioni di posti di lavoro e 800 miliardi di PIL. Per evitare gli sprechi bisogna creare un ente di coordinamento sovranazionale. Bisogna garantire e allargare i diritti dei cittadini europei. Combattiamo le mafie. Introduciamo in Europa il reato di associazione mafiosa e il sequestro dei beni frutto di attività illecite.