Plectrum 3/2006 - Federazione Mandolinistica Italiana

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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE MANDOLINISTICA ITALIANA
PERIODICO TRIMESTRALE
ANNO XVII - N. 3 - 2006
“BIZZOSA”
di Aldo Vianello
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SOMMARIO
VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELLA FMI
Modena, 30 settembre 2006
Pagina 2 - 3
SPETT. NOTIZIARIO PLECTRUM
PAGINE D’ALBUM - di Antonio Carlini
Pagina 4 - 5
Momenti musicali per mandolino e chitarra nell’Italia d’inizio ‘900
Pagina 6 - 10
RICORDO...QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA
di Romano Meini
Pagina 11 - 12
FESTIVAL CHITARRISTICO INTERNAZIONALE
“ LUIGI LEGNANI ” - di Edoardo Farina,
foto Piero Alvisi
Pagina 13 - 16
BIZZOSA”
RECUPERO DI PARTITURE CADUTE NELL’OBLIO DELLA SUPERFICIALITÀ E DISATTENZIONE DALL’ASSOCIAZIONE
MUSICALE FRANCESCO ROSASPINA DI MONTESCUDO (RIMINI) - di Aldo Vianello
Pagina 17 - 18
LA STORIA DELLA LIUTERIA CENTOPIEVESE *
di Lorenzo Frignani e Giovanni Intelisano
PLECTRUM
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA FMI
Autorizzazione del Tribunale di Treviso
del 09.05.2005 - Reg. n. 13
ANNO XVII - n. 3 - Ottobre 2006
DIRETTORE RESPONSABILE
Michele de Luca
REDAZIONE
31029 VITTORIO VENETO (TV)
Via S. Mor 28 - Tel. 0438 560860
e-mail: [email protected]
Realizzazione grafica: Mariana Burnel
1 - OTTOBRE 2006
Pagina 19 - 21
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VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELLA FMI
Modena, 30 settembre 2006
Palazzo Europa - Via Emilia Ovest, 101 – Sala „D“
Dallo statuto si evince che la FMI
è un’associazione culturale, senza
scopo di lucro che aspira alla riunione, rappresentanza ed assistenza di tutte le associazioni
musicali e delle persone che operano negli ambiti della musica
strumentale in Italia, tutelando gli
interessi di tutti i musicisti suonatori di strumenti a pizzico e promovendo la loro musica.
Alla FMI spettano soprattutto
quei compiti che, secondo comune esperienza, assicurano successo solo se organizzati in forma
sovraregionale.
Il Consiglio Direttivo Federale
è composto da un massimo di
sette componenti eletti dall’Assemblea di cui uno in rappresentanza dei gruppi giovanili ed un
direttore artistico scelto tra una
rosa di candidati predisposta.
La vita di questa giovane Federazione, rifondata su base regionale, si rivelerà presto alquanto
travagliata per le note vicende legate al suo primo presidente.
Spetterà ad Ottavio Malavasi il
compito di farla risorgere, ridarle
credibilità e fiducia anche a livello europeo. Prima di dimettersi
Malavasi è riuscito a realizzare
Un punto chiave fondamentale è un evento di importanza storica,
la tutela della tradizione italiana e difficilmente riproducibile. Un
la sua divulgazione soprattutto evento che è poi la sintesi di tre
con riferimento ai giovani.
eventi contemporanei:
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elazione morale
Iniziamo questa riunione partendo da una data: il 09.06.1996
quando, in Ferrara, davanti al
notaio Antonio Baraldi si sono
presentati i signori: Malavasi
Ottavio, Maggiore Daniele, Zorzi
Roberto, e Simoni Roberto. Essi
hanno, con un atto ufficiale,
costituito un’associazione denominata Federazione Mandolinistica Italiana con sede in Como
via Auguardi n.22.
I soci della FMI sono le Federazioni Regionali regolarmente
costituitesi in associazioni con
apposito statuto.
una “convention” internazionale
che ha visto la partecipazione
delle più qualificate orchestre
europee
un concorso internazionale per
Gli organi della FMI sono “mandolino solo” dedicato a
l’Assemblea dei Delegati - Fede- Raffaele Calace
rali ed il Consiglio Direttivo Fe- l’organizzazione di Egmyo 2000.
derale.
L’Assemblea dei Delegati Fede- A parte i meriti di Malavasi che
rali è composta dai delegati delle sono indiscutibili, i problemi di
federazioni regionali che hanno fondo sono rimasti e persistono
ottenuto il riconoscimento di anche attualmente. Si rimane colsocio e partecipano con un nume- piti nel considerare la scarsa proro di voti corrispondente al nume- pensione dei gruppi ad associarsi,
ro delle quote sociali versate alla a mettersi in evidenza ed a conFMI.
fronto con gli altri. Radicati nel
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proprio territorio, legati ed affezionati al proprio repertorio non
cercano lo scambio che è la base
di ogni crescita culturale. Non
comprendono l’importanza di
appartenere ad un’entità nazionalonale che li rappresenti e che dia
loro visibilità eppure si la-mentano quando si accorgono di non
essere considerati e di non ricevere quelle attenzioni che, giustamente, per quello che rappresentano dovrebbero avere.
Nella riunione dell’ EGMA che si
è tenuta a Bamberg il 27 Maggio
u.s. la FMI ha tentato di far conoscere agli altri soci europei qual’è
veramente la realtà italiana, quella scaturita da un’indagine conoscitiva che abbiamo poi sintetizzato in una brochure illustrata e
consegnata a tutti i membri dell’
EGMA.
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Consiglio Direttivo sono stati
caratterizzati da due iniziative
particolarmente significative che
meritano di essere segnalate:
relazione alla presenza di articoli qualificati ma, come si evince anche dalla relazione finanziaria, la stampa e l’invio tramite
posta non è più sopportabile per il
l’edizione a stampa del notiziario lievitare dei costi. Quindi suggePLECTRUM,
riamo l’idea di continuare a fare
il nostro sito internet rinnovato
il giornale, non stamparlo più in
nella forma e nei contenuti, tenu tipografia, ma metterlo su interto ben aggiornato e molto visitato net, col vantaggio che potrebbe
anche da stranieri.
essere visitato e scaricato da un
maggior numero di persone.
Per quanto attiene a quest’ultimo, Artemisio Gavioli
dispiace dover constatare che le
nostre
orchestre,
s a l v o
eccezioni, non
approfittino
di
questo
straordin a r i o
mezzo di
comunicazione
per inform a r e
sulla loro
Calace
attività,
Liuteria del plettro
fondata nel 1825
sui loro
Vico
San
Domenico Maggiore 9
concerti
80134 Napoli
ecc.
Tel: 081 5515983 Fax: 081 5528906
Si rimane colpiti non solo per il
numero dei gruppi presenti ma
anche per la grande varietà di
organico, di stili, di repertorio
etc. Ognuno rappresenta un piccolo mondo con le proprie tradizioni e peculiarità, un grande
patrimonio in definitiva che
merita rispetto prima di tutto,
apprezzamento ed incoraggiamento.
Per quanto attiene all’edizione a Relazione finanziaria, discussiostampa di Plectrum, si può sen- ne e conclusioni finali nel prossiQuesti quattro anni che si chiudo- z’altro constatare un notevole mo numero.
no oggi con il rinnovo del miglioramento del notiziario in
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SPETT. NOTIZIARIO PLECTRUM
Via San Mor, 28
31029 - Vittorio Veneto (TV)
Spagna, dalla Francia e dalla
Svizzera, ha l’obiettivo di far realizzare l’esperienza del concerto a
tutti coloro che suonano uno strumento musicale andando a svilup-
LISIO Giovanni, DE LISIO
Nicoletta, MASCITELLI Carmient. mo Direttore,
ne e POTENTE Daniele?
Un quotidiano locale ha scritto:
«Non me ne voglio andare. Sono
sicuro che l’ultimo
un armonioso salugiorno mi metterò a
to a Lei, a tutta le
piangere!!». Con
Redazione ed al
queste poche parole
nostro Presidente
il nostro giovane
Nazionale.
mandolinista DaniIn primis voglio
ele, 11 anni, ha racringraziarLa, anche
contato la sua emoa nome di tutti i
zione al giornalista
Molisani,
dello
che lo ha intervistaspazio che conceto. E quella stessa
dete sul trimestrale
emozione appartiene a tutti, perché al
Magistralmente da
Campus non c’è
Voi diretto e per
Orchestra Giovanile Europea “Ondeserene”
niente che non sia
l’articolo apparso
sul numero di Aprile 2006 che pare in tal modo la coscienza del condiviso con gli altri: l’amore per
riguardava la nostra realtà mando- lavoro di musicista e a stimolare la musica, prima di tutto, la gioia
linistica.
una maggiore consapevolezza di convivere per dieci giorni in una
scuola, a stretto contatto anche con
Con la presente, invece, voglio dello studio d’insieme. E così, grai maestri, il brivido del confronto
comunicarLe che a completamen- zie alle continue esercitazioni, un con il pubblico durante i concerti.
to del percorso didattico, e con lo brano che prima era un tabù, viene
scopo di sviluppare le capacità di elaborato insieme e diventa una Gli studenti di musica, a vari livelesecuzione strumentale in pubbli- piccola opera d’arte interpretata li, si sono riuniti per vivere la professione di musicista; i ragazzi che
co, anche quest’anno cinque gio- con talento.
hanno studiato durante l’anno da
vani mandolinisti del Circolo
Musicale “P. Mascagni” ONLUS Alla riuscita di questa esperienza soli, qui hanno superato anche la
prova con il pubblico.
di Ripalimosani (CB) hanno “tre- hanno contribuito i docenti del
molato” nell’Orchestra Giovanile Campus che sono stati: Giuseppe Io personalmente preferisco defiEuropea “Ondeserene”, nell’ambi- NESE, Direttore dell’Orchestra, nire questa esperienza una ‘specie
to del 8° Campus Musicale Estivo Fernando NESE, Direttore dei di miracolo’, non solo perché i
Europeo Termoli 2006.
Corsi, Antonio DI LAURO (man- mandolini vanno a formare un tutL’idea di organizzare un Campus dolino), Raffaele DE SANIO (vio- t’uno con un’orchestra polifonica,
senza precludere alcuno strumento lino), Gianluca DE LENA (piano- ma perché si crea una sinergia
musicale, nasce da un’idea geniale forte), Loris FIORE (clarinetto) e magica tra i ragazzi, che crescono
anche umanamente, imparando a
dei Maestri Giuseppe e Fernando Jorge Garcia CARO (flauto).
stare con gli altri attraverso l’acNESE, rispettivamente flautista e
cettazione reciproca. Il Campus
violoncellista. Questo progetto, a Ma come hanno vissuto questa full con i ragazzi è davvero un’iniziaticui fino ad oggi hanno partecipato immersion musicale i nostri giova- va incredibile; un’esperienza che
oltre 400 ragazzi provenienti da ni mandolinisti che mi preme cita- non esiste in nessuna realtà manvarie regioni italiane, dalla re: BOTTICELLA Marco, DE
G
4 - OTTOBRE 2006
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più...
Mandolini
ad Amalfi
IL DIRETTORE
ARTISTICO
l giorno 11 agosto
corrente anno
nella
bella -Piazza Duomo di
Tonino
Di Lauro
Amalfi, la lìperla
per eccellenza
Ripalimosani,
22 luglio
2006 dell'omonima
costa,
anno
XXVII
L'”Accademia Mandolinistica
Napoletana”, diretta dal Mº
Mauro Squillante – una vera e
propria orchestra a plettro – ha
tenuto un concerto dal titolo
“Serenata luntana” presentando ad
un pubblico cosmopolita un florilegio delle più belle melodie
napoletane.
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8° Campus Musicale Estivo Europeo Termoli 2006
dolinistica.
musica in quanto spinti dai propri
genitori. E parlando proprio con
alcuni genitori che hanno seguito i
propri figli, e loro stessi, nell’assistere ai concerti, mi hanno confidato di essere meravigliati dei
risultati raggiunti. Invece, parlando con i colleghi docenti, tutti mi
hanno riferito l’emozione di vivere a contatto con i ragazzi, di
accompagnarli per mano, di guardarli negli occhi ad ogni inizio di
concerto,
quando
vibrano per
l’emozione,
di
vederli
mentre
affrontano
per
la
prima volta
l’impatto
con il pubblico, che
socializza8° Campus Musicale Estivo Europeo Termoli 2006
no e scherDopo i primi quattro giorni frene- zano tra loro. Tutta una serie di
tici in cui ogni sezione strumenta- immagini e di ricordi che rimarle doveva imparare le parti, per i ranno per sempre.
restanti giorni, ogni sera, la neonata Orchestra ha iniziato la sua tour- Gentilissimo Direttore Le confido
nee tenendo concerti nei siti più che alla fine siamo tornati nel
suggestivi del Molise. Questo è nostro paesello con una marcia in
stato nel contempo un momento più...
altamente didattico dove i ragazzi IL DIRETTORE ARTISTICO
tutti, per davvero, hanno preso
Tonino Di Lauro - Ripalimosani, lì
confidenza con il lavoro del musicista perchè spesso si studia 22 luglio 2006 - anno XXVII
5 - OTTOBRE 2006
Nei tre sabati 12, 19, 26 agosto,
nel corso delle manifestazioni di
“Amalfi by night” nelle piazzette
e negli angoli più suggestivi della
cittadina, si e esibito dalle 21 alle
24 l'ensemble “Na voce antica”:
mandolino, mandoloncello, due
chitarre con la splendida voce di
Nuccia Paolillo, direzione artistica di Angelo Piumelli, socio FMI.
E' stato un incanto ed un divertimento per i turisti che partecipavano ai vari tours nell'ascoltare i
brani eseguiti magistralmente sia
del repertorio popolare che napoletano classico.
Il Turista, preso dalle bellezze
naturali (mare, cielo e limoneti),
da perenne testimonianze di antica
civiltà (Duomo) ha vissuto notti di
sogno e di fantasia.
Certamente c'è stato chi ha gustato suoni e canti consumando
fumanti spaghetti agli scampi e
odoranti fritture di pesce di scoglio. Sorbendo “a tazza e caffè” ha
pensato a donna Brigida.
Come non poteva!!
Antonio Frallicciardi
Salerno 16.09.06
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PAGINE D’ALBUM
Momenti musicali per mandolino e chitarra nell’Italia d’inizio ‘900
di Antonio Carlini
S
econdo una statistica, curata
dalla Confederazione generale
fascista dell’industria, nel 1928 in
Italia si costruivano 1.950 mandolini al giorno. 1200
strumenti venivano
prodotti nella sola
città di Catania.
vera e propria capitale del mandolino,
350 a Napoli, 400
nel resto del Paese
dove, complessivamente, operavano
circa 170 ditte dando lavoro a 1750 operai. Una lavorazione condotta quasi esclusivamente a
mano, consumata in
gran parte sul territorio nazionale e
che riservava all’esportazione (indirizzata soprattutto verso la Germania,
l’In-ghilterra, e la
Cecoslovacchia) solo 100.000 pezzi
circa all’anno. Nel periodo compreso tra la prima e la seconda
guerra mondiale ogni anno, quindi,
in Italia entravano in circolazione
più di 500.000 mandolini costruiti
dalla casa “Fratelli De Falco” fondata nel 1870 a Napoli, dalla ditta
“G. Pugliesi Reale & Figli” aperta
a Catania nel 1880, la “ Fabbrica
italiana di strumenti musicali a
corda” di Luigi Fenga attiva sempre a Catania dal 1896, dalla
6 - OTTOBRE 2006
“Fabbrica Istrumenti Musicali! di
Stanislao Rossetti a Brescia, “ la
Monzino” di Milano e ancora dai
rinomati atelier di Calace e
Vinaccia oppure da quello romano
di Embergher.
Questi pochi numeri rendono
ragione di un fenomeno di consumo musicale davvero impressionante, circoscritto nel tempo agli
anni 1890 – 1940, ma capace, allora, di insinuarsi in ogni piega della
società civile. Certo nell’ambito
delle pratiche musicali d’intrattenimento affidate al mondo del
dilettantismo, il movimento man-
dolinistico risulta documentaristicamente “minore” rispetto a quello
sostenuto dai “cugini” impegnati
nelle bande, fanfare o cori. Infatti,
gli atti ufficiali,
vale a dire statuti
e regolamenti, sono effettivamente
a favore di questi
ultimi: migliaia
sono i documenti
riferibili alle bande, poche decine
quelli sottoscritti
dai mandolinisti.
Ma tale discrepanza spiega il
carattere specifico del mandolinismo italiano, solo
in parte (e in particolare nell’Italia
centrale e settentrionale come ebbe a sottolineare
Roberto Leydi)
incline al gesto
magniloquente
delle orchestre,
più ad uso alla dimensione raccolta dei piccoli complessi, allo spazio privato della propria casa, al
gesto individuale al massimo
sostenuto da una semplice chitarra.
Tuttavia questa prevalente dimensione privata della pratica mandolinistica viene recuperata ad una
condivisione più ampia e generale
proprio dalla musica, dal repertorio, che unisce in un unico grande
movimento migliaia e migliaia di
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Francesco Amoroso
di singoli mandolinisti sparsi su
tutto il territorio nazionale.
Strumenti di diffusione sono la
posta e la rivista, che negli stessi
anni conoscono uno sviluppo
prima impensabile, complici di un
mercato segnato dall’affermazione
dei Grandi Magazzini. In edifici
immensi costruiti nelle grandi città
veniva depositata ogni sorta di
merce (strumenti musicali inclusi)
pronta alla vendita, favorendo il
ricorso al “catalogo pubblicitario”,
pubblicazione dal basso costo che
veniva spedita a migliaia di persone. Gusti, mode, costumi, oggetti,
vestiti, libri, strumenti raggiungono così i posti e le famiglie più
lontane, avviando un processo di
globalizzazione dei consumi.
Su questa strada si inserisce anche
il mondo della musica, facendo
circolare depliant pubblicitari relativi alle fabbriche di strumenti
bandistici, fisarmoniche, armoni,
strumenti meccanici, chitarre e
mandolini.
Analoga funzione svolgevano gazzette, giornali, riviste settimanali,
quindicinali o mensili, promosse
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in Italia, quasi sempre da un’agen- Veneta”. Diario Musicale di
zia di cantanti teatrali, da una casa Componimenti
Vocali
e
editrice (per esempio Ricordi a Strumentali lavorati da chiari comMilano o Teodoro Cottrau a positori compilato dal Maestsro
Napoli), una fabbrica di strumenti Sig. Antonio Buzzolla” a Venezia
musicali (per esempio la Tito nel 1839 e pure il mensile “ La
Belati di Perugia) o un teatro al Banda” (Padova 1871 . 1872) penfine di pubblicizzare gruppi speci- sando specificatamente ai maestri
fici di artisti o prodotti musicali. dei complessi di fiati.
Basti pensare, ad
L’ampio e per certi
esempio,
a
“Il
versi inaspettato sucBarbiere di Siviglia”
cesso del mandolino,
(Milano 1832 –
impostosi in tutta
1834), “Il Bazar”
Italia a partire dal
(Milano – 1841 –
1870 -80, trovava
1848), “Boccherini”
quindi strumenti di
(Firenze 1862 –
sostegno e propa1882), il “Censore
ganda maturi, immeuniversale dei teatri”
diatamente sfruttati
(Milano 1829 –
dall’industria.
1837). “Diario del
Ai
tradizionali
Teatro
Ducale” Giuseppe Silvestri Carli “prezziari”
delle
(Parma 1829 – 1846), la “Gazzetta ditte di strumenti a fiato si affianmusicale di Milano” (Milano 1842 cano quindi quelli delle fabbriche
– 1902), “Polinnia europea” di strumenti a corda e plettro men(Bologna 1823), “Il Trovatore” tre quelli editi dai più semplici
(Torino poi Milano 1854 – 1913) rivenditori cominciano a riservare,
ecc. Alcune di queste riviste otto- a fianco di flauti e tube, intere
centesche erano solite allegare alla sezioni di mandolini offerti a prezpubblicazione partiture o ritratti, zi davvero modesti. Il depliant
come ad esempio, faceva il raro e stampato era per altro appannagpoco conosciuto “ Giornale armo- gio solo delle grandi industrie,
nico” di Palermo nel 1835 regalan- mentre gran parte del mercato
do ai propri lettori danze e contra- strumentale continuava ad essere
danze per pianoforte o brevi episo- alimentato da piccoli artigiani,
di operistici di Vincenzo Bellini. conosciuti direttamente dai musiCosì si comportava la ben più cisti locali e che non abbisognavaconosciuta “Palestra musicale di no di pubblicità.
Milano (1866 – 1872), L’ Euterpe Diverso invece il discorso del-
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l’editoria musicale: pensando proalla capillarità, alla diffusione geografica del fenomeno mandolinistico – non soddisfatto dal rarefatto sistema del negozio – gli editori
puntano con decisa preferenza
verso la pubblicazione periodica
stampata con carta poco costosa,
accessibile quindi alle classi anche
meno abbienti, e soprattutto diffondibile attraverso il sistema
postale. In breve tempo nascono
quindi decine e decine di testate in
tutta Italia: semplici fogli riservati
interamente alla musica notata o
giornali che alle partiture affiancavano preziose notizie di attualità,
ritratti di virtuosi e riflessioni artistiche.
Alcune ebbero brevissima durata,
altre operarono per decenni. In
assenza di una ricerca specifica,
resa complessa dalla difficile reperibilità dei materiali, a titolo esemplificativo possiamo citare:
L’Armonia, Giornale di musica per
mandolino (o violino) e pianoforte. Bologna, Luigi Pongetti
1898 -99.
Il Concerto, Giornale di musica
per mandolino (violino) e chitarra. Bologna, Comellini, 1899
-1936.
Estudiantina, Periodico quindicinale per mandolino, mandola e
chitarra, Torino 1922
Il Mandolino, Monticone, Torino,
1892 – 1931 e 1937.
Mandolinismo, Periodico di scelta
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M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE
musica per mandolino e chitarra, Luchsingen, C. Notari, 1921
– 1958.
Mandolinista, Quindicinale per
mandolino, chitarra o canto.
Torino, Gori 1900 Mandolinista italiano, Giornale
musicale di scelta musica per
mandolino e chitarra. Milano,
A. Monzino e figli 1912 Mandolino romano, Album per
mandolino e chitarra. Roma
1898.
plettro, Bollettino dei mandolinisti e delle società mandolinistiche, Milano, G. Casati, 1906
– 1943.
La serenata, Giornale di musica
per mandolino e chitarra.
Genova, 1897
Il primario scopo commerciale di
tale pubblicistica finiva comunque
col produrre non secondari riflessi
culturali: con la forza dei numeri
riusciva ad imporre una forte omogeneizzazione dello stile, del
gusto, delle forme consacrando
una robusta e consistente elite di
compositori rappresentativi di
tutto il paese: Giacomo Sartori
(1860 – 1946), Giuseppe Silvestri
(1841 – 1921), Giuseppe Anelli
(1873 – 1926), Primo Silvestri
(1871 – 1960), Giuseppe Manente
(1868 – 1941), Enrico Marucelli
(1873 – 1901), Simone Salvetti
(1870 – 1932), Giovanni Gioviale
(1885 – 1949), Carlo Munier
(1856 – 1911) ecc.
Questa elite di compositori finì
comunque, almeno in parte con
l’ingessare la creatività di tanti
dilettanti. In coincidenza con l’affermazione delle riviste, dopo il
1910, infatti gran parte dei mandolinisti si limitavano a copiare le
musiche dalle riviste piuttosto che
a comporle direttamente. La struttura di tanti archivi di suonatori di
mandolino “periferici” ê in questo
senso rivelatrice: i manoscritti rintracciati sono quasi sempre copie
di opere già pubblicate. L’antologia di brani per mandolino e chitarra riportati nella presente registrazione riesce esemplificativa
del repertorio musicale diffuso
attraverso queste riviste e affidato
alla collaborazione tra i due strumenti nell’arco di tempo compreso tra l’ultimo ventennio del XIX
secolo e il primo cinquantennio
del XX, l’età d’oro di quel dilettantismo musicale domestico cui
si accennava in apertura. Un repertorio certamente prevedibile per
forme e struttura, facilmente ascrivibile al catalogo dei generi dell’intrattenimento borghese mutuabili dal teatro -come luogo di
incontro e di divertimento – dalla
piazza – dove imperversavano le
bande – dal salotto – luogo topico
del pianoforte – dal retrobottega
del barbiere – sede, questa, storica
del nostro mandolino.
In tutti i casi strutture semplici
composte di melodia ed accompagnamento – la prima sempre assolutamente cantabile, il secondo
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basato su un formulario accordale e
ritmicamente ripetitivo (zum-pà,
zum-pà, zum-pà,) - prevedibili nel
percorso armonico quasi sempre
pronto a sfruttare la nuance coloristica maggiore-minore, organizzate
sul modello ternario della canzone
(ABA). Caratteristiche provenienti
- ad onta della molteplicità di titoli
– sostanzialmente da due ceppi: il
melodramma e la danza, “responsabile” l’uno del gusto melodico,
l’altra del substrato ritmico-armonico e del principio ripetitivo eter-
finestre delle belle, con il beneplacito di Mozart e della cameriera di
Donna Elvira.
Ma strumento serotino anche per il
particolare timbro, reso penetrante
dall’uso, accresciuto nell’OttoNovecento, del plettro e del caratteristico tremolo, una sorta di pianto continuo, di fissità straniante:
sarà forse per questo che la maggior parte dei brani invece del consueto “giro” maggiore-minoremaggiore preferiscono il contrario,
lasciando la conclusione alla tri-
1905?) ingaggia un 6/8 da barcarola per poi ammettere in zona centrale quel ritmo di valzer comunque sempre in agguato per la morbidezze sentimentali del genere.
Né mancano serenate esotiche, certamente più spagnola quella di
Francesco Amoroso (1877-1916)
della siciliana di Giovanni
Gioviale (1855-1949). Una mazurka vera e propria è invece la Petite
Serenade di G.M., triste nel ripiegare della melodia sempre in senso
discendente. Lo spirito della danza
nato nell’inflessibile presenza del
ritornello e del da capo.
Tuttavia nonostante l’omologabilità dei prodotti – testimonianza
della diffusione di una cultura di
massa – ci sono alcuni interessanti
elementi di diversità legati alla
natura dello strumento, allo stato
sociale degli interpreti, ai luoghi
d’esecuzione cui erano destinate le
partiture nonché all’immaginario
collettivo capace di declinare “universi” emozionali, anche contrastanti, subordinati all’”anima”
dello strumento.
Così forse non è un caso se nel
catalogo della musica mandolinistica risulta dominante un genere
come la “serenata”, con i suoi
seguaci mattutini o notturni, suggerendo una personalità serotina e
malinconica. Del resto non è difficile immaginare l’uso del mandolino, imbracciato in ore serali dopo il
lavoro, e certo legato con la chitarra alla prassi popolare antica di far
serenate o “maitinade” sotto le
stezza del minore, spesso spegnendo la musica con la lunghissima
tonica “tremolante” (per esempio
la Serenade di Giuseppe Silvestri:
1841-1921), mentre svaniscono
anche gli accordi della chitarra:
una pausa e poi la strappata dominante-tonica per non deludere la
tradizione.
La psicologia del mandolino viene
accuratamente sottolineata da indicazioni come “dolcissimo”, “dolcemente morendo” o “ben legato
con espressione” nel Notturno di
Simone
Salvetti
(1870
–
1932)dove le nuvole diventano grigie forse in virtù di qualche piccolo cromatismo nella melodia, mentre l’incanto della sera di Giulio
Monni, dopo l’insistenza sui sentimentali ritardi (9-8, 7-6) chiude
passando trionfalmente da mi
minore a Mi maggiore.
Si emoziona con il crescendo e animando centrale il “patetico” di
Amedeo Amadei (1866-1935),
mentre Adolfo Bracco (1860-
diventa poi lettera anche dietro
titoli più o meno stravaganti: una
brillante scozzese – dove il mandolino stavolta esegue note staccate e
ritmi puntati – serve le piroette di
Lulù: una danza ritornellata è lo
scherzettino Cicaleccio di rondini
di Aldo De Biasi (1880 – 1956), un
valzer è in realtà la Burlesca di
Primo Silvestri (1871-1960) come
Ai bagni di Giacomo Sartori
(1860-1946), classicismo valzer
nella forma con trio e pure il
Minuetto di Francesco Amoroso. E
qui c’è forse da pensare ad un uso
concretamente danzante di questi
brani: uso casalingo naturalmente,
considerando la sonorità relativamente piccola dei due strumenti.
Invece un pezzo da concerto, o
comunque per esecutori tecnicamente piuttosto agguerriti, doveva
essere il Capriccio per mandolino e
chitarra concertante del già citato
Primo Silvestri, dove, mentre la
chitarra viene chiamata a piccoli
episodi in limitazioni e a realizzare
9 - OTTOBRE 2006
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M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE
il controcanto, il mandolino presenta una scrittura con numerose
diminuzioni ritmiche e una chiusa
decisamente virtuosistica. Lo stesso può dirsi del Valzer Fantastico
di Enrico Marucelli (1873-1901),
ancor’ oggi stabilmente inserito
nel repertorio del mandolinista
moderno; una pagina che si stacca
decisamente dal carattere quasi
aforistico delle composizioni fino
qui citate anche per gli artifici tecnico-strumentali messi in campo.
E chissà poi se il titolo La marquise et le berger voluto da Vittorio
Monti (1868-1923) non costituiva
lo spunto per immaginare un vero
e proprio “duetto”, narrando la
maliziosetta storia dell’incontro
tra la signora aristocratica (la delicata parte iniziale del brano) ed un
baldanzoso pastore (il più mosso
in Mi maggiore), in un pezzo di
carattere, al tempo – lo stesso delle
fortune di tanti pezzi pianistici “ a
programma” sicuramente gradito.
Amadeo Amadei (1866 –
1935)
Mattinata op. 224
Simone Salvetti (1870 -1932)
Le piroette di Lulù
Simone Salvetti
Nuvole grige
Aldo De Biasi (1880 – 1956)
Cicaleccio di rondini
G.M. (18?-?)
Petite Sérénade
Vittorio Monti (1868 – 1923)
La marquise et le beger
Giuseppe Silvestri (1841 –
1960)
Serenade d’autrefois
Enrico Marucelli (1873 –
1901)
10 - OTTOBRE 2006
Valtzer fantastico
Primo Silvestri (1871 – 1960)
Burlesca
Primo Silvestri
Capriccio
Giovanni Gioviale (1885 –
1949)
Serenata siciliana
Giacomo Sartori (1860 –
1946)
Ai bagni
Francesco Amoroso (1877?
1916?)
Minuetto
Francesco Amoroso
Serenata spagnola
Giulio Monni (18?-?)
L’incanto di una sera
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M ....QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA
RICORDO .......... QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO
MANDOLINISTA
di Romano Meini
E
ra un bellissimo settembre
quello di 10 anni fa quando,
in compagnia di mia moglie, mi
trovavo in giro per le strade e le
Città della Germania settentrionale. È noto a tutti l’amore del
Popolo tedesco per la musica, ma
non tutti sanno quanto il
Mandolino e la Musica mandolinistica siano in quel Paese apprezzati ed amati ..... Musica che non
si sa bene per quale motivo è in
gran parte scomparsa dai nostri
negozi specialistici e dalle nostre
biblioteche; ma dove sarà finita?
Me lo chiedevo da tempo e me lo
chiedevo anche in quel viaggio
vedendo quanti negozi di articoli
musicali mi era dato di incontrare.
Fu così che ad Amburgo, in un
negozio del centro, con l’aiuto di
mia moglie, insegnante di lingua
tedesca, chiesi dove potevo trovare i negozio di musica ben fornito per acquistare alcuni spartiti
per quartetto a plettro, che da
tempo cercavo in Italia; mia
moglie telefonò al negozio indicatoci per avere l’indirizzo preciso e poi mi disse: “Andiamo, dobbiamo prendere la metropolitana!”
La metropolitana correva veloce
ed il pregustavo la gioia di poter
curiosare tra gli spartiti di Musica
per mandolino e magari trovare
anche quelli che cercavo. A stazione seguiva stazione. ed ora la
metropolitana, risalita in superficie, navigava a cielo aperto, in
H
AMBURG
H
AMBURG
H
AMBURG
11 - OTTOBRE 2006
piena campagna!
Ecco l’aeroporto, e poi campi e
campi coltivati che ci correvano
incontro a destra e a sinistra ....
un sospetto cominciò allora a
farsi strada nella mia mente, mi
chiedevo “ma mia moglie avrà
capito bene l’indirizzo datole”?
Spiavo il suo volto per carpire
una qualche reazione alla vista di
quel persistente paesaggio campestre in cui eravamo entrati,
ormai da un pezzo: era seria, con
gli occhi in movimento da un finestrino all’altro; non parlava;
aveva l’espressione di umile inquietudine,
Sapevo che si difendeva bene
dalla lingua tedesca, ma parlare al
telefono e capire il dialetto locale,
non faceva parte delle sue conoscenze linguistiche. Così calandomi nel suo stato d’animo pensavo
si stesse chiedendo “avrò capito
bene? Che figura sto facendo con
mio marito”
Intanto la campagna diventava
sempre più ampia e sempre meno
abitata.
Ad un tratto si è delineata una stazioncina e mia moglie, tra il dubbio e l’incredulità, sussurrò:
“Dobbiamo scendere qui”!.
I campi si erano fermati, ma
erano ancora lì, tutt’intorno a
noi; eravamo soli, gli unici viaggiatori scesi a quella fermata; i
miei sospetti si tramutarono in
sincero sconforto.
Certamente quel negozio non
poteva essere lì e noi avevamo
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fatto semplicemente una
bella, quanto imprevista,
gita in campagna, nella campagna tedesca!
Secondo le indicazioni ricevute,
che mia moglie aveva annottato
su un foglietto di carta, appena
usciti dalla stazioncina avremmo
dovuto voltare a destra.
E così abbiamo fatto.
Davanti a noi, attraverso un filare
di alberi, spuntava una costruzione, forse una casa di contadini,
pensavo; lì avremmo potuto chiedere dove fosse finito quel benedetto negozio e lì ci saremmo infine fermati, rassegnati ormai
all’idea di aver concluso una strana gita ......senza meta!
Ad un tratto la costruzione nascosta dagli alberi ci apparve come in
un miraggio: di fronte a noi, proprio lì in mezzo ai campi, sorgeva
una palazzina rosa ad un piano,
oltre al pianterreno, con una grande scritta”Haus Der Musik” (Casa
della musica). Così alla periferia
di Amburgo, a circa 20 km dalla
città. ebbe termine il nostro incubo!
Guardai subito mia moglie, ora
aveva un’ espressione alquanto
rilassata, anzi di giubilo. Povera
donna – pensai – chissà come è
stata in piena per una sconfitta che
si preannunciava nel progredire
del viaggio.
Nella mia mente allo stupore si
accompagnò una considerazione;
questi Tedeschi, cosa non farebbe
12 - OTTOBRE 2006
M ....QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA
ciascuno di noi, per motivazioni diverse, sentiva
dentro di sé. Appena fuori,
prima di tornare sul sentiero
ro per la musica!
Ci avvicinammo accelerando i
nostri passi ed entrammo: un
negozio in piena regola, con personale dietro al banco di vendita,
pareti rivestite da scaffali pieni di
spartiti musicali, una scala in
legno che portava al piano superiore ed un’altra che portava al
piano interrato, forse una cantina.
Altro che cantina, sembrava di
essere nella biblioteca in miniatura del romanzo “Il nome della
rosa”: qua e là leggii con tanto di
sedili incorporati, illuminati da
piccole lampade. Anche qui le
pareti, da terra al soffitto, piene di
spartiti: mi sembrava di vivere in
un sogno in compagnia di tante
note musicali, che mi danzavano
intorno!
Dopo i primi momenti di piacevole stupore mi sono messo a rovistare tra le carte. Che gioia
immensa quando mi è capitato tra
le mani brani di musica per mandolino composti da autori italiani
dei quali, fino a quel momento,
avevo perfino ignorato l’esistenza!
Uscimmo, io con i miei spartiti
sotto il braccio, ed eravamo felici
con un senso di leggerezza che
CARLO A. CECCONI
LIUTAIO
MANDOLINI A PONTICELLO FISSO E
MOBILE DEL XVII E XVIII SECOLO
VIA DELLE CROCI 83/E – 01016
TARQUINIA (VT)
TEL. 0766 855903
che conduceva alla stazioncina
della metropolitana, ricordo che
mia moglie ed il ci voltammo
indietro a riguardare la “casetta”
che ci aveva dato quelle emozioni
e la sensazione di essere stati protagonisti di una novella ............
dei fratelli Grimm!
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M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI”
FESTIVAL CHITARRISTICO INTERNAZIONALE
“ LUIGI LEGNANI ”
di Edoardo Farina, foto Piero Alvisi
Luigi Rinaldo LEGNANI
(Ferrara, 7 novembre 1790 - Ravenna, 5 agosto 1877)
A
ncor giovane si
stabilì con la
famiglia a Ravenna nel
pubblicare
1799 mettendo in evidenza spiccain
questo
te doti musicali: studiò tutti gli
periodo le
struenti
ad
opere per
arco, la chitar- chitarra presso l’editore Ricordi.
ra e il canto.
Grande virtuoso dello strumento,
Esordì come
intraprese
tenore al teauna carriera
tro
vecchio
ricca di sucdiRavenna nel
cessi, alter1870, ma si
nando l’attirivelò un inevità di conguaguagliabile
certista e
chitarrista fa- compositore di chitarra a quella
cendo il suo
d’insegnandebutto conte di canto,
certistico al
straordinaridotto del teario esecutotro alla Scala
re, per la sua
di Milano il
bravura fu
venti giugno del 1819, iniziando a
conteso da
13 - OTTOBRE 2006
società concertistiche
di tutto il
continente:
tenne accademie, concerti e recitals nei più
importanti
teatri europei
dell’epoca (Ravenna,
Milano,
Firenze,
Torino,
Ve r o n a ,
Trieste,
Monaco,
Ratisbona,
Dresda,
Berlino,
Parigi,
Vienna, Pest, Ginevra, Madrid,
ecc.), qualvolta affiancato ad artisti
che
determineranno passi
rilevanti per
la storia
della musica: da ricordare a
Vienna nel
1822/23 i
concerti con
l’adolescente pianista
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prodigio Franz Liszt.
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M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI”
città romagnola, organizzata dal
M° Giovanni Demartini in collaSuperato da un anno l’ambito tra- borazione con il Comune guardo del decimo dalla fondazio- Assessorato alla Cultura e al
ne, il “Festival Internazionale di Turismo, ha ospitato nei mesi di
Chitarra Classica Luigi Legnani” di Cervia (Ravenna)
continua inflessibile verso una
assoluta e indiscussa notorietà
attinente la massima divulgazione del migliore panorama
chitarristico presente oggi a
livello nazionale e non solo;
fama oramai dovuta soprattutto
alle scelte qualitative del direttore artistico che sin dalla
prima edizione hanno contraddistinto lo spirito e l’intenzione
della manifestazione stessa;
unica formula necessaria e sufficiente, promuovere la letteratura della sei corde e il suo
splendido repertorio attraverso
l’interpretazione da parte di
bravissimi esecutori emergenti
già attivi sui palcoscenici di
tutto il mondo.
Come ben sappiamo, negli ultimi aprile e maggio cinque concerti,
decenni l’interesse per la chitarra alternando solisti e gruppi camericlassica si e’ affermato con inso- stici appartenenti soprattutto alle
spettata rapidità dopo l’eclissi nuove generazioni, il tutto per una
subita nella seconda metà kermesse seguita da un pubblico
dell’Ottocento e la rinascita deter- eterogeneo non più formato quasi
minata dagli strumentisti della esclusivamente da musicisti ma da
scuola spagnola, primo fra tutti appassionati provenienti da tutta la
Andrès Segovia. Collocatasi in un regione e non solo.
posto ormai di rilievo, ingiusta- Indubbiamente la crisi economica
mente non considerata alla stessa del settore in modo particolare di
stregua degli altri strumenti, la chi- quest’anno, i tagli di spesa per la
tarra ha finalmente raggiunto una cultura attraverso una finanziaria
sua dimensione di tutto rispetto che mai come adesso ha caratterizdando luogo anche a numerosi flo- zato la povertà dei cartelloni conrilegi e festival di prestigio, fra gli certistici di tutta Italia, non ha
ultimi ma non per ultimo quello di risparmiato neppure Cervia dove
Cervia. Annoverata tra gli appun- sino all’ultimo istante si e’ temuta
tamenti musicali più importanti, la soppressione per lo meno temquesta rassegna svolta nella prima- poranea della manifestazione.
vera di ogni anno nella piccola Sicuramente e’ stato fatto tutto il
14 - OTTOBRE 2006
possibile da parte di Demartini,
che a titolo assolutamente gratuito ed in stretta collaborazione con
il sindaco Roberto Zoffoli e l’assessore alla
cultura Alberto
Donati ha consentito ancora
una volta ad una buona rosa di
chitarristi tra più importanti del
mondo la possibilità di calcare
il meraviglioso palco della
“bomboniera”, come e’ definito
affettuosamente lo storico
Teatro Comunale, trovando
anche disponibilità e comprensione da parte degli stessi artisti non avendo richiesto nessuno necessariamente cachet
assai elevati.
Marlon Titre
Il concerto inaugurale dell’undicesima rassegna è stato concesso il 15 aprile al giovanissimo chitarrista olandese Marlon
TITRE,
vincitore
del
XXXVIII° Concorso Internazionale di Alessandria “Michele
Pittaluga” 2005, proponendo
un programma di tipo tradizionale,
dall’Asturias di Albeniz eseguita
in modo ineccepibile, poi una Sonata del fiorentino Mario Castelnuovo Tedesco, uno dei più importanti compositori sperimentalisti
degli anni ’60, agli immancabili
Capricci proprio di Luigi Legnani,
per portarsi nella seconda parte
con Due canzoni Lidie scritte dal
chitarrista vivente Nuccio D’Angelo. La conclusione e’ stata affidata all’esecuzione di Elegie di
J.Kaspar Mertz, quindi un passo
indietro nel barocco di G.P.Telemann, il felice rivale di Bach e ancora dell’autore contemporaneo,
Arthur Kampela, il divertente
Percussion Study n.1.
Il real duo: Damiani Libraro
L’appuntamento successivo, il 21
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aprile, ha visto sulla scena il Real
Duo, formato dal mandolinista
Luciano Damiani, e dal chitarrista
Michele Libraro. Formazione strumentale che, per la prima volta
presente a Cervia, ha
inteso proporre un
repertorio che, per
quanto popolare, normalmente viene poco
eseguito per via della
diffidenza a cui purtroppo è associata la
musica per questa combinazione in forma di
duetto. L’effetto dinamico è passato invece
egregiamente attraverso le contrapposizioni
sonore dei suoni cristallini del mandolino al
suono caldo della chitarra. Damiani e Libraro tramite un ricco e
complesso programma tratto da
pagine di Niccolò Paganini, Bartolomeo Bortolazzi, Raffaele Calace, senza parlare di tutte le opere
partenopee immortali e senza tramonto a noi tutti note lasciate sul
finire dell’800, hanno eseguito al
meglio sia le numerose trascrizioni tratte da motivi celebri che classici, avvalendosi di un suono pulito e nitido da parte del mandolino,
supportato da una dinamica presente e robusta sostenuta dalla chitarra.
Irina Kulikova
Irina Kulikova, nata nel 1982 a
Chelyabinsk (ex Urss) e vincitrice
di un numero considerevole di
concorsi nazionali e soprattutto
internazionali, attualmente allieva
di Marco Tamayo presso l’Università Mozartiana di Salisburgo, ha
entusiasmato la sera del 28 aprile
per via dell’esecuzione di un repertorio assolutamente tradiziona15 - OTTOBRE 2006
M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI”
le, interpretando i classici della
chitarra quali M.M.Ponce Sonatina Meridional, A.Barrios La Catedral, poi ancora L.Legnani
- Fantasia op.19, per concludere
con una Sonata di A.Jose’, Autumn
Song tratto dalla trascrizione per
chitarra dal pianoforte di P.I.
TChaikovsky, quindi la Fantasie
Hongroise di J.K.Mertz. Eccellente performance nonostante
l’improvvisa indisposizione dell’artista, accettando comunque di
suonare in condizioni fisiche assai
mediocri.
Le ultime due serate del Festival,
sicuramente sono state le più straordinarie per via della presenza di
esecutori dalle capacità davvero
eccelse.
Pavel Steidl
Il 5 maggio abbiamo ascoltato
Pavel Steidl proveniente dalla
Repubblica Ceca; da quando ha
vinto il primo premio al Radio
France International Competition
di Parigi e’ diventato uno dei più
riconosciuti ed acclamati solisti
della sua generazione nel mondo.
Le sue esposizioni altamente
espressive di brani rari della letteratura ottocentesca per chitarra,
eseguiti su strumenti d’epoca gli
conferiscono uno splendido valore
aggiunto alle sue già eccezionali
performance. Teatro tutto esaurito
e splendido concerto, quindi,
attraverso una interpretazione ancora una
volta tratta da opere di
Mertz, Paganini, Legnani, Bach, poi ancora Giuliani, ma forse
mai stati eseguiti in
epoca contemporanea
in maniera così pirotecnica come a Cervia
lasciando tutti davvero, e’ il caso di dirlo,
con il fiato sospeso
sino alla fine, per via
di un tocco assolutamente straordinario,
virtuoso e nello stesso tempo romantico e raffinato, veloce come
efficace, là dove nella musica
dell’Ottocento occorre e non solo.
Anabel Montesinos e Marco Tamayo.
A chiusura di manifestazione, il 12
maggio, non potevano mancare
pagine dedicate anche alla musica
per due chitarre. “Niente e’ più
bello di una chitarra, eccetto
due…” pare abbia detto Chopin
dopo aver assistito ad un concerto
eseguito dal duo chitarristico più
importante dell’epoca, quello formato nientemeno che da Sor e
Aguado…
Oggi potremmo confermare la
stessa cosa dopo aver ascoltato
Anabel Montesinos e Marco Tamayo attraverso il loro splendido
repertorio dal barocco di Bach, a
Castenuovo Tedesco, poi il secolo
romantico di Legnani, Regondi,
Paganini, quindi i più moderni
Rodrigo, De Falla…
Qui i commenti, le critiche, le opi-
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M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI”
nioni credo non si possano descri- sono parsi a mio avviso un po’ credo sarebbe opportuno alternarvere…la grandezza artistica appar- troppo “inflazionati” in quanto li alle note tradizionali, che
tenente soprattutto a Tamayo, an- appartenenti oggi ad una sorta di comunque sia non devono mai
assolutamente mancare, rischiando di creare altrimenti una involontaria forma di confronti paralleli, non trattandosi certamente di
una manifestazione a carattere
competitivo.
Arrivederci alla dodicesima ediz i o n e !
noverato alla stessa stregua
degli…irraggiungibili David Russel o Manuel Barrueco, quindi parliamo di chitarristi d’importanza
internazionale, senza nulla togliere
ovviamente a tanti altri talenti), ha
avu-to la me-glio, supportato da
una Montesinos in splendida
forma e anche solista, concludendo mirabilmente uno dei più bei
concerti cameristici che il Festival
di Cervia ricordi negli ultimi anni,
creando soddisfazione e grande
contentezza da parte del pubblico
presente davvero numeroso in sala
in ogni ordine di posti.
Ottimo lavoro di Demartini e da
parte di tutti coloro che ancora una
volta l’hanno supportato in questa
annuale attesa e riconoscente fatica organizzativa ma certamente
dalle grandi soddisfazioni.
Nulla da dire riguardo la funzionalità dei recitals inerenti gli artisti
dell’undicesima edizione, esecuzioni ineccepibili soprattutto da
parte degli ultimi presenti, la Kulikova, Steidl, il duo Montesinos Tamayo, anche se i programmi
proposti per quanto complessi
16 - OTTOBRE 2006
ripetizione monotematica fin troppo nota e sfruttata nelle comuni
stagioni dedicate al nostro strumento…
Dal momento in cui esistono compositori in grado di produrre e
proporre nuovi stilemi, assai
interessanti e degni di
essere vissuti (a condizioni sempre si tratti di
lavori a carattere tonale…!),
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M UN CD
DELL’ENSEMBLE A PIZZICO
“I FURIOSI”
“BIZZOSA”
RECUPERO DI PARTITURE CADUTE NELL’OBLIO DELLA SUPERFICIALITÀ E DISATTENZIONE
DALL’ASSOCIAZIONE MUSICALE FRANCESCO ROSASPINA DI MONTESCUDO (RIMINI)
di Aldo Vianello
T
ra la fine del XIX e l’inizio del
XX secolo in Italia e particolarmente in Romagna esplode una
frenetica attività di produzione di
musica da ballo. I musicisti che si
dedicano a questa attività sono
alcune volte dilettanti ma
spesso professionisti di
indiscutibile abilità artigianale. Per merito di
questi autori possediamo
oggi un repertorio scritto
di ballabili a tre o quattro
parti testimoni della loro
fantasia creativa, dell’immaginario di un periodo e
di una prassi tutta da verificare. Nel sociale le
discrepanze tra intellettuale e lavoratore erano
molto meno acute, musicisti italiani che oggi stupidamente sdegnerebbero
una appartenenza alla
musica non “Accademica” si divertivano e
realizzavano in Mazurke,
Polke, Valzer, Serenate,
Canzonette, danze di
Tango svolgendo un ruolo simile a
quello delle famiglie Strauss e
Lanner a Vienna all’inizio
dell’Ottocento. La musica italiana
per ensemble a pizzico venne
ammirata e imitata all’estero.
Nacquero complessi che riunirono
mandolini, mandole, chitarre e un
motore pulsante, affidato al violoncello (mandoloncello) contrabbasso, chitarra basso o più rara17 - OTTOBRE 2006
mente alle percussioni.
Possiamo così dire che dal 1880 al
1930 si concretizzò uno stile di
orchestrazione e concertazione
chiamato nei paesi di lingua tedesca ZupfMusik.
Molti musicisti italiani suonavano
sui transatlantici, emigravano con
i loro strumenti scambiando e rinnovando un repertorio (Tango,
Marce, One step ...) che accomunava i saperi profondi di culture
apparentemente lontane integrandole. I Bitelli di Fusignano e Luigi
Mozzani di Faenza sono personaggi di esperienze universale pur
appartenendo ad ambienti, quello
della musica leggera e quello della
musica classica, oggi considerati
separati. Le assonanze con la contemporanea poesia italiana permangono comunque illuminanti,
ecco perché troverete le poesie del
Pascoli in dialogo con le
musiche dei contemporanei musicisti romagnoli
Luigi Mozzani, Ignazio
Bitelli, Angelo Bitelli.
Come rinunciare alla tentazione di incontro tra Aù
Crepuscule dello stesso
Mozzani e Il Gelsomino
Notturno del Poeta di San
Mauro?
La Melodia del Sannio
della musicista riminese
Maria Rita Brondi (1889
– 1941), foglio d’album
di delicate assonanze
d’annunziane, completa
le proposte inedite del
nostro cd con la “world
premiere recording” della
affascinante concertista e
compositrice.
Le attente ricerche della
Associa-zione Musicale Francesco
Rosa-spina di Montescudo hanno
permesso il recupero di partiture
cadute nell’oblio della superficialità e disattenzione.
Il percorso delle sequenze delle
tracce del cd è anche il riassunto di
uno spettacolo di teatro musicale
messo in scena da I Furiosi nell’anno 2005 di ricorrenza pascolia-
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M UN CD
DELL’ENSEMBLE A PIZZICO
na come augurio permanente del Ignazio Bitelli
travaso tra musica e poesia. Serenata d’Amore (intermezzo)
Monsieur Rosaspina.
Luigi Mozzani
Aù Crépuscule (Reverie) 1346
“I Furiosi”
Giambattista Franchi
I “Furiosi” sono un ensemble Polka 134
cameristico di organico variabile. Heinrich Albert
L’Ensemble muta formazione in
ragione e necessità del repertorio e
del progetto nazionale – scenico –
spaziale da mettere in opera.
Affidati alle cure ed alle furiosità
concertanti del loro capocomicale,
il musicista Aldo Vianello, i Furiosi hanno come luogo di prova e di
produzione in prima il Teatro
Francesco
Rosaspina
di
Montescu-do in provincia di
Rimini.
Lontani da qualsiasi pregiudizio di
sorta e accomunati da un serio spirito di audacia nella riproposta del
repertorio più collaudato si propongono adottando pagine di
musica barocca e contemporanea
con piccanti assaggi di pietanze
leggere, jazz, etnomusicale e alternative.
Attivi dal 2003 hanno risposto
all’invito furioseggiante di Aldo
Vianello numerosi musicisti.
Brani contenuti nel CD
Amedeo Amadei
Le farfalle bianche (Tempo di
Valzer)
Ignazio Bitelli
Le Bagnanti (One – Step)
Niccolò Paganini
Canzonetta
Ernesto Becucci
Bizzosa (Polka)
Ernesti Becuccu
Che ridere!!! (Polka brillante)
Giacomo Sartori
Ada (Mazurka) 12
Giovanni Pascoli
Marcia
L’Ora di Barga 4
Riccardo Matini
18 - OTTOBRE 2006
“I FURIOSI”
Agrifoglio (Valzer)
Angelo Bitelli
Donna Fatale! (Tango)
Ignazio Bitelli
La Dama Bianca (Mazurka)
Luigi Mozzani
Mazurka Live 8-03-05
Il musicista Aldo Vianello
Maria Rita Brondi
Melodia del Sannio
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M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE
LA STORIA DELLA LIUTERIA CENTOPIEVESE *
....tra gli anni ‘20 e ‘30 l’attività liutaria del Centopievese era molto attiva sia a Pieve con la famiglia
Carletti ed i vari collaboratori che a Cento con il laboratorio di liuteria di Luigi Mozzani
di Lorenzo Frignani e Giovanni Intelisano
Carlo Carletti e Orsolo Gotti
C
ento e Pieve di Cento: città
d’arte, di cultura e turismo.
Cento, sorta in posizione equidistante tra le province di Ferrara,
Bologna e Modena, porta i connotati della tipica città emiliana con i
suoi accoglienti portici, gli edifici
dai caldi e luminosi colori del mattone e del cotto e la vasta campagna circostante, disegnata da macchie di pioppeti, distese di grano e
regolari filari di frutteti.
Centro moderno e produttivo, a
forte vocazione imprenditoriale,
spicca anche per la presenza di un
patrimonio artistico d’eccellenza.
Depositaria di numerose opere del
Guercino, il suo cittadino più illu19 - OTTOBRE 2006
stre, Cento ha dato i natali allo
scultore Stefano Galletti, al pittore
ed illustratore Aroldo Bonzagni
cui e dedicata la Galleria D’arte
moderna cittadina, all’intagliatore
di legno Dino Bonzagni.
Al centese Alberto Accarisio si
deve la redazione di uno dei primi
vocabolari della lingua italiana
stampato nel 1543 mentre nel
18.mo secolo spicca la figura di
Girolamo Baruffaldi, autore di una
copiosa ed interessante produzione
letteraria.
In campo musicale il virtuoso violinista, Bartolomeo Campagnoli,
primo ideatore, in Italia, di un
metodo per violino ed il tenore
Giuseppe Borgatti interprete
wagneriano acclamato in tutta
Europa. Infine Mario Maccaferri,
eccellente allievo di Mozzani,
interprete di arte liutaria, molto
noto in Francia e negli Stati Uniti.
Pieve di Cento ha circa 7000 abitanti. Ha un centro storico con
emergenze architettoniche dei
secc. XIII-XIV che richiamano
ancora l’aspetto della città fortificata, vie porticate, Chiese, Oratori
e Musei che raccolgono testimonianze della vita artistica e culturale del paese.
A Pieve sono nati Giovanni
Rizzoli, inventore della tecnica di
strappo degli affreschi, Agostino
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Melloni, inventore di una delle
prime macchine tessili, Mons.
Angelo Gessi, letterato e scrittore,
riformatore della Musica Sacra, i
liutai Carlo Carletti con i figli
Natale, Nullo ed Orfeo, il nipote
Genuzio, Orsolo Gotti ed il figlio
Anselmo, gli intagliatori Ulisse
Gotti, Zama Lanzoni e Celso
Cevolani, gli scultori Giuseppe
Carlo Carletti
Zacchini ed Antonio Alberghini.
La tradizione liutaria
A Pieve di Cento la tradizione liutaria comincia con Michel Angelo
Garani nato intorno al 1667. Michel Angelo lavorò come liutaio a
Bologna tutta la vita e vi morì
attorno alla metà del ‘700.
Alla fine dell’800 il caposcuola
della liuteria centopievese fu Carlo
Carletti (1873 – 1941). Egli visse
in un periodo molto intenso e stimolante dal punto di vista artistico
e culturale: erano presenti a Pieve
di Cento alcuni ottimi artisti impe20 - OTTOBRE 2006
M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE
gnati nei vari
settori delle
arti maggiori
(scultura, pittura, musica
etc.).
Egli coinvolse
nella sua attività i propri figli Natale, Orfeo,
Nullo, il nipote Genuzio Carletti,
Orsolo Gotti con i figli
Ulisse ed Anselmo.
Anche le mogli dei liutai
erano brave quanto i
mariti a preparare le vernici ed a lucidare gli strumenti.
I primi violini furono eseguiti da Carletti su un
modello ed una forma di
Luigi Soffritti di Ferrara.
Un suo quintetto fu destinato al conservatorio di
Rio de Janeiro in Brasile.
La sua prima vernice fu
composta con una ricetta
gentilmente fornitagli
dall’illustre
liutaio
Bisiach di Milano. In
seguito con l’aiuto di
valenti chimici, compose
e vendette vernici di
diverse qualità superando
nel commercio quello degli strumenti a corda.
Dal 1908 al 1915 Carletti insieme
ad Orsolo Gotti collaborò con
Luigi Mozzani (1869-1943) a
Cento nel laboratorio di via
Gennari per la produzione di strumenti ad arco ma quando Mozzani
decise di ampliare il laboratorio e
trasferirsi nel convento di via
Provenzali, Carletti e Gotti ritornarono a Pieve per continuare in
proprio l’attività.
Quindi tra gli anni ‘20 e ‘30 l’attività liutaria del Centopievese era
molto attiva sia a Pieve con la
Carta geografica del Centopievese
famiglia Carletti ed i vari collaboratori che a Cento con il laboratorio di liuteria di Luigi Mozzani
(vedi Plectrum n. 4 - 2005).
Dopo la seconda guerra mondiale i
liutai della famiglia Carletti rimasero in tre: Natale, Nullo, Genuzio.
Negli anni ‘60 e ‘70 la figura predominante della liuteria a Pieve di
Cento fu quella di Natale Carletti
(1904 – 1979) riconosciuto a livello internazionale soprattutto per i
violoncelli ed i contrabbassi.
Partecipò a concorsi e mostre di
liuteria vincendo molti premi.
A Cento invece Genuzio Carletti
divenne il punto di riferimento per
la produzione di strumenti ad arco.
Lavorò molto per l’estero, soprattutto per il liutaio Settin di New
York, continuando la sua attività
fino alla morte avvenuta nel 1996.
La scuola di artigianato artistico
del Centopievese
Alla fine degli anni settanta le
Amministrazioni Comunali di
Pieve di Cento e di Cento, per non
perdere un patrimonio culturale e
sociale di un’attività artistica
diventata tradizione e che rischiava di perdersi, decisero di istituire
nel 1978 la Scuola di Artigianato
Artistico del Centopievese di cui
fu ideatore e animatore il primo
presidente, Ing. Angelo Zarri.
La scuola, presente tuttora nel territorio, era ed è suddivisa in molte
discipline artistiche; disegno, ceramica, pittura, restauro del mobile,
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e
ecc, ma agli inizi fu soprattutto
rivolta al recupero dell’intaglio
ligneo, con i maestri Dino
Bonzagni e Ulisse Gotti.
Per volontà delle Amministrazioni
Comunali e del presidente della
scuola, iniziò nel 1982 il corso di
liuteria e l’insegnamento fu affidato al M° Gabriele Carletti; gli otto
allievi iniziali con il passare degli
anni si fecero più numerosi. Dopo
qualche anno Gabriele Carletti
lasciò il corso di liuteria, si trasferì a Minerbio (Bologna), continuando la professione di liutaio.
L’insegnamento fu affidato a
Benito Tosello (1939). Lo scopo
del corso è stato quello di dare la
possibilità di imparare a costruire
uno strumento e di far conoscere
l’arte liutaria agli appassionati,
oltre che proporsi come punto di
riferimento per la cultura liutaria.
L’Ing. Angelo Zarri promosse,
infatti, attività culturali, pubblicazioni, mostre ed esposizioni dimostrative coinvolgendo sia i maestri
che gli allievi.
Finalità e iniziative raccolte e proseguite dall’attuale presidente
Andrea Balboni.
Centro di formazione professiona
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M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE
le.
Nel
1993
nacque
la
volontà
di far
emergere la
scuola
come
Il laboratorio di Luigi Mozzani
Centro
di
Formazione Professionale, abbinando alla consueta attività di
formazione amatoriale, attività
culturali, corsi di formazione professionale e di specializzazione.
La scuola di liuteria fu sistemata
all’interno dell’edificio di porta
Ferrara a Pieve di Cento con l’intenzione di mettere a disposizione
degli allievi, dei visitatori, e delle
scolaresche, il materiale acquisito
e far conoscere l’importanza e la
volontà di mantenere viva questa
tradizione. La quantità dei lasciti,
dei materiali donati e concessi in
comodato d’uso furono tali da
richiedere il collocamento in spazi
più ampi.
Nel 2003, in coincidenza della sua
riapertura, in apposite sale del teatro comunale fu istituito il museo
della liuteria nel quale sono esposti documenti e attrezzi delle botteghe dei Carletti, dei laboratori
dei Gotti Orsolo ed Anselmo, dei
laboratori Mozzani e dell’attuale
scuola. Sono esposti anche diversi
strumenti: chitarra, mandolini,
violini, viole ecc.
Oggi la Scuola di Liutera di Porto
Ferrara a Pieve di Cento è disposta
su tre piani: al piano terra si trova-
Sede della Scuola di Liuteria del Centopievese
no il magazzino ed il reparto falegnameria, al primo piano si realizza la costruzione di chitarra e
mandolini, il secondo ed ultimo
piano è dedicato alla costruzione
degli strumenti ad arco con l’inse-
Florenzo Frignani con
gnamento del M° Benito Tosello
per la sezione archi e del M°
Stefano Frassinetti per la sezione
chitarre nell’ambito dei corsi amatoriali.
I corsi professionali sono tenuti
dai maestri Lorenzo Frignani e
Marcello Bellei. Il laboratorio è
frequentato da musicisti, appassionati ma anche da turisti e scolaresche per i quali si effettuano visite
guidate.
Oramai riconosciuta come Scuola
di Liuteria Centopievese, annovera molti allievi provenienti da
molte parti d’Italia e dall’estero.
* Da:
Lorenzo Frignani e
Giovanni Intelisano: La storia
della liuteria Centopievese,
Collana Mestierarte
Ed. Scuola di artigianato artistico