P L E C T R U M NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE MANDOLINISTICA ITALIANA PERIODICO TRIMESTRALE ANNO XVII - N. 3 - 2006 “BIZZOSA” di Aldo Vianello P L E C T R U M SOMMARIO VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELLA FMI Modena, 30 settembre 2006 Pagina 2 - 3 SPETT. NOTIZIARIO PLECTRUM PAGINE D’ALBUM - di Antonio Carlini Pagina 4 - 5 Momenti musicali per mandolino e chitarra nell’Italia d’inizio ‘900 Pagina 6 - 10 RICORDO...QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA di Romano Meini Pagina 11 - 12 FESTIVAL CHITARRISTICO INTERNAZIONALE “ LUIGI LEGNANI ” - di Edoardo Farina, foto Piero Alvisi Pagina 13 - 16 BIZZOSA” RECUPERO DI PARTITURE CADUTE NELL’OBLIO DELLA SUPERFICIALITÀ E DISATTENZIONE DALL’ASSOCIAZIONE MUSICALE FRANCESCO ROSASPINA DI MONTESCUDO (RIMINI) - di Aldo Vianello Pagina 17 - 18 LA STORIA DELLA LIUTERIA CENTOPIEVESE * di Lorenzo Frignani e Giovanni Intelisano PLECTRUM NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA FMI Autorizzazione del Tribunale di Treviso del 09.05.2005 - Reg. n. 13 ANNO XVII - n. 3 - Ottobre 2006 DIRETTORE RESPONSABILE Michele de Luca REDAZIONE 31029 VITTORIO VENETO (TV) Via S. Mor 28 - Tel. 0438 560860 e-mail: [email protected] Realizzazione grafica: Mariana Burnel 1 - OTTOBRE 2006 Pagina 19 - 21 P L E C T R U M VERBALE DELL’ASSEMBLEA DELLA FMI Modena, 30 settembre 2006 Palazzo Europa - Via Emilia Ovest, 101 – Sala „D“ Dallo statuto si evince che la FMI è un’associazione culturale, senza scopo di lucro che aspira alla riunione, rappresentanza ed assistenza di tutte le associazioni musicali e delle persone che operano negli ambiti della musica strumentale in Italia, tutelando gli interessi di tutti i musicisti suonatori di strumenti a pizzico e promovendo la loro musica. Alla FMI spettano soprattutto quei compiti che, secondo comune esperienza, assicurano successo solo se organizzati in forma sovraregionale. Il Consiglio Direttivo Federale è composto da un massimo di sette componenti eletti dall’Assemblea di cui uno in rappresentanza dei gruppi giovanili ed un direttore artistico scelto tra una rosa di candidati predisposta. La vita di questa giovane Federazione, rifondata su base regionale, si rivelerà presto alquanto travagliata per le note vicende legate al suo primo presidente. Spetterà ad Ottavio Malavasi il compito di farla risorgere, ridarle credibilità e fiducia anche a livello europeo. Prima di dimettersi Malavasi è riuscito a realizzare Un punto chiave fondamentale è un evento di importanza storica, la tutela della tradizione italiana e difficilmente riproducibile. Un la sua divulgazione soprattutto evento che è poi la sintesi di tre con riferimento ai giovani. eventi contemporanei: R elazione morale Iniziamo questa riunione partendo da una data: il 09.06.1996 quando, in Ferrara, davanti al notaio Antonio Baraldi si sono presentati i signori: Malavasi Ottavio, Maggiore Daniele, Zorzi Roberto, e Simoni Roberto. Essi hanno, con un atto ufficiale, costituito un’associazione denominata Federazione Mandolinistica Italiana con sede in Como via Auguardi n.22. I soci della FMI sono le Federazioni Regionali regolarmente costituitesi in associazioni con apposito statuto. una “convention” internazionale che ha visto la partecipazione delle più qualificate orchestre europee un concorso internazionale per Gli organi della FMI sono “mandolino solo” dedicato a l’Assemblea dei Delegati - Fede- Raffaele Calace rali ed il Consiglio Direttivo Fe- l’organizzazione di Egmyo 2000. derale. L’Assemblea dei Delegati Fede- A parte i meriti di Malavasi che rali è composta dai delegati delle sono indiscutibili, i problemi di federazioni regionali che hanno fondo sono rimasti e persistono ottenuto il riconoscimento di anche attualmente. Si rimane colsocio e partecipano con un nume- piti nel considerare la scarsa proro di voti corrispondente al nume- pensione dei gruppi ad associarsi, ro delle quote sociali versate alla a mettersi in evidenza ed a conFMI. fronto con gli altri. Radicati nel P proprio territorio, legati ed affezionati al proprio repertorio non cercano lo scambio che è la base di ogni crescita culturale. Non comprendono l’importanza di appartenere ad un’entità nazionalonale che li rappresenti e che dia loro visibilità eppure si la-mentano quando si accorgono di non essere considerati e di non ricevere quelle attenzioni che, giustamente, per quello che rappresentano dovrebbero avere. Nella riunione dell’ EGMA che si è tenuta a Bamberg il 27 Maggio u.s. la FMI ha tentato di far conoscere agli altri soci europei qual’è veramente la realtà italiana, quella scaturita da un’indagine conoscitiva che abbiamo poi sintetizzato in una brochure illustrata e consegnata a tutti i membri dell’ EGMA. L E C T R U M Consiglio Direttivo sono stati caratterizzati da due iniziative particolarmente significative che meritano di essere segnalate: relazione alla presenza di articoli qualificati ma, come si evince anche dalla relazione finanziaria, la stampa e l’invio tramite posta non è più sopportabile per il l’edizione a stampa del notiziario lievitare dei costi. Quindi suggePLECTRUM, riamo l’idea di continuare a fare il nostro sito internet rinnovato il giornale, non stamparlo più in nella forma e nei contenuti, tenu tipografia, ma metterlo su interto ben aggiornato e molto visitato net, col vantaggio che potrebbe anche da stranieri. essere visitato e scaricato da un maggior numero di persone. Per quanto attiene a quest’ultimo, Artemisio Gavioli dispiace dover constatare che le nostre orchestre, s a l v o eccezioni, non approfittino di questo straordin a r i o mezzo di comunicazione per inform a r e sulla loro Calace attività, Liuteria del plettro fondata nel 1825 sui loro Vico San Domenico Maggiore 9 concerti 80134 Napoli ecc. Tel: 081 5515983 Fax: 081 5528906 Si rimane colpiti non solo per il numero dei gruppi presenti ma anche per la grande varietà di organico, di stili, di repertorio etc. Ognuno rappresenta un piccolo mondo con le proprie tradizioni e peculiarità, un grande patrimonio in definitiva che merita rispetto prima di tutto, apprezzamento ed incoraggiamento. Per quanto attiene all’edizione a Relazione finanziaria, discussiostampa di Plectrum, si può sen- ne e conclusioni finali nel prossiQuesti quattro anni che si chiudo- z’altro constatare un notevole mo numero. no oggi con il rinnovo del miglioramento del notiziario in 3 - OTTOBRE 2006 P L E C T R U M SPETT. NOTIZIARIO PLECTRUM Via San Mor, 28 31029 - Vittorio Veneto (TV) Spagna, dalla Francia e dalla Svizzera, ha l’obiettivo di far realizzare l’esperienza del concerto a tutti coloro che suonano uno strumento musicale andando a svilup- LISIO Giovanni, DE LISIO Nicoletta, MASCITELLI Carmient. mo Direttore, ne e POTENTE Daniele? Un quotidiano locale ha scritto: «Non me ne voglio andare. Sono sicuro che l’ultimo un armonioso salugiorno mi metterò a to a Lei, a tutta le piangere!!». Con Redazione ed al queste poche parole nostro Presidente il nostro giovane Nazionale. mandolinista DaniIn primis voglio ele, 11 anni, ha racringraziarLa, anche contato la sua emoa nome di tutti i zione al giornalista Molisani, dello che lo ha intervistaspazio che conceto. E quella stessa dete sul trimestrale emozione appartiene a tutti, perché al Magistralmente da Campus non c’è Voi diretto e per Orchestra Giovanile Europea “Ondeserene” niente che non sia l’articolo apparso sul numero di Aprile 2006 che pare in tal modo la coscienza del condiviso con gli altri: l’amore per riguardava la nostra realtà mando- lavoro di musicista e a stimolare la musica, prima di tutto, la gioia linistica. una maggiore consapevolezza di convivere per dieci giorni in una scuola, a stretto contatto anche con Con la presente, invece, voglio dello studio d’insieme. E così, grai maestri, il brivido del confronto comunicarLe che a completamen- zie alle continue esercitazioni, un con il pubblico durante i concerti. to del percorso didattico, e con lo brano che prima era un tabù, viene scopo di sviluppare le capacità di elaborato insieme e diventa una Gli studenti di musica, a vari livelesecuzione strumentale in pubbli- piccola opera d’arte interpretata li, si sono riuniti per vivere la professione di musicista; i ragazzi che co, anche quest’anno cinque gio- con talento. hanno studiato durante l’anno da vani mandolinisti del Circolo Musicale “P. Mascagni” ONLUS Alla riuscita di questa esperienza soli, qui hanno superato anche la prova con il pubblico. di Ripalimosani (CB) hanno “tre- hanno contribuito i docenti del molato” nell’Orchestra Giovanile Campus che sono stati: Giuseppe Io personalmente preferisco defiEuropea “Ondeserene”, nell’ambi- NESE, Direttore dell’Orchestra, nire questa esperienza una ‘specie to del 8° Campus Musicale Estivo Fernando NESE, Direttore dei di miracolo’, non solo perché i Europeo Termoli 2006. Corsi, Antonio DI LAURO (man- mandolini vanno a formare un tutL’idea di organizzare un Campus dolino), Raffaele DE SANIO (vio- t’uno con un’orchestra polifonica, senza precludere alcuno strumento lino), Gianluca DE LENA (piano- ma perché si crea una sinergia musicale, nasce da un’idea geniale forte), Loris FIORE (clarinetto) e magica tra i ragazzi, che crescono anche umanamente, imparando a dei Maestri Giuseppe e Fernando Jorge Garcia CARO (flauto). stare con gli altri attraverso l’acNESE, rispettivamente flautista e cettazione reciproca. Il Campus violoncellista. Questo progetto, a Ma come hanno vissuto questa full con i ragazzi è davvero un’iniziaticui fino ad oggi hanno partecipato immersion musicale i nostri giova- va incredibile; un’esperienza che oltre 400 ragazzi provenienti da ni mandolinisti che mi preme cita- non esiste in nessuna realtà manvarie regioni italiane, dalla re: BOTTICELLA Marco, DE G 4 - OTTOBRE 2006 P L E C T R U M più... Mandolini ad Amalfi IL DIRETTORE ARTISTICO l giorno 11 agosto corrente anno nella bella -Piazza Duomo di Tonino Di Lauro Amalfi, la lìperla per eccellenza Ripalimosani, 22 luglio 2006 dell'omonima costa, anno XXVII L'”Accademia Mandolinistica Napoletana”, diretta dal Mº Mauro Squillante – una vera e propria orchestra a plettro – ha tenuto un concerto dal titolo “Serenata luntana” presentando ad un pubblico cosmopolita un florilegio delle più belle melodie napoletane. I 8° Campus Musicale Estivo Europeo Termoli 2006 dolinistica. musica in quanto spinti dai propri genitori. E parlando proprio con alcuni genitori che hanno seguito i propri figli, e loro stessi, nell’assistere ai concerti, mi hanno confidato di essere meravigliati dei risultati raggiunti. Invece, parlando con i colleghi docenti, tutti mi hanno riferito l’emozione di vivere a contatto con i ragazzi, di accompagnarli per mano, di guardarli negli occhi ad ogni inizio di concerto, quando vibrano per l’emozione, di vederli mentre affrontano per la prima volta l’impatto con il pubblico, che socializza8° Campus Musicale Estivo Europeo Termoli 2006 no e scherDopo i primi quattro giorni frene- zano tra loro. Tutta una serie di tici in cui ogni sezione strumenta- immagini e di ricordi che rimarle doveva imparare le parti, per i ranno per sempre. restanti giorni, ogni sera, la neonata Orchestra ha iniziato la sua tour- Gentilissimo Direttore Le confido nee tenendo concerti nei siti più che alla fine siamo tornati nel suggestivi del Molise. Questo è nostro paesello con una marcia in stato nel contempo un momento più... altamente didattico dove i ragazzi IL DIRETTORE ARTISTICO tutti, per davvero, hanno preso Tonino Di Lauro - Ripalimosani, lì confidenza con il lavoro del musicista perchè spesso si studia 22 luglio 2006 - anno XXVII 5 - OTTOBRE 2006 Nei tre sabati 12, 19, 26 agosto, nel corso delle manifestazioni di “Amalfi by night” nelle piazzette e negli angoli più suggestivi della cittadina, si e esibito dalle 21 alle 24 l'ensemble “Na voce antica”: mandolino, mandoloncello, due chitarre con la splendida voce di Nuccia Paolillo, direzione artistica di Angelo Piumelli, socio FMI. E' stato un incanto ed un divertimento per i turisti che partecipavano ai vari tours nell'ascoltare i brani eseguiti magistralmente sia del repertorio popolare che napoletano classico. Il Turista, preso dalle bellezze naturali (mare, cielo e limoneti), da perenne testimonianze di antica civiltà (Duomo) ha vissuto notti di sogno e di fantasia. Certamente c'è stato chi ha gustato suoni e canti consumando fumanti spaghetti agli scampi e odoranti fritture di pesce di scoglio. Sorbendo “a tazza e caffè” ha pensato a donna Brigida. Come non poteva!! Antonio Frallicciardi Salerno 16.09.06 P L E C T R U M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE PAGINE D’ALBUM Momenti musicali per mandolino e chitarra nell’Italia d’inizio ‘900 di Antonio Carlini S econdo una statistica, curata dalla Confederazione generale fascista dell’industria, nel 1928 in Italia si costruivano 1.950 mandolini al giorno. 1200 strumenti venivano prodotti nella sola città di Catania. vera e propria capitale del mandolino, 350 a Napoli, 400 nel resto del Paese dove, complessivamente, operavano circa 170 ditte dando lavoro a 1750 operai. Una lavorazione condotta quasi esclusivamente a mano, consumata in gran parte sul territorio nazionale e che riservava all’esportazione (indirizzata soprattutto verso la Germania, l’In-ghilterra, e la Cecoslovacchia) solo 100.000 pezzi circa all’anno. Nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale ogni anno, quindi, in Italia entravano in circolazione più di 500.000 mandolini costruiti dalla casa “Fratelli De Falco” fondata nel 1870 a Napoli, dalla ditta “G. Pugliesi Reale & Figli” aperta a Catania nel 1880, la “ Fabbrica italiana di strumenti musicali a corda” di Luigi Fenga attiva sempre a Catania dal 1896, dalla 6 - OTTOBRE 2006 “Fabbrica Istrumenti Musicali! di Stanislao Rossetti a Brescia, “ la Monzino” di Milano e ancora dai rinomati atelier di Calace e Vinaccia oppure da quello romano di Embergher. Questi pochi numeri rendono ragione di un fenomeno di consumo musicale davvero impressionante, circoscritto nel tempo agli anni 1890 – 1940, ma capace, allora, di insinuarsi in ogni piega della società civile. Certo nell’ambito delle pratiche musicali d’intrattenimento affidate al mondo del dilettantismo, il movimento man- dolinistico risulta documentaristicamente “minore” rispetto a quello sostenuto dai “cugini” impegnati nelle bande, fanfare o cori. Infatti, gli atti ufficiali, vale a dire statuti e regolamenti, sono effettivamente a favore di questi ultimi: migliaia sono i documenti riferibili alle bande, poche decine quelli sottoscritti dai mandolinisti. Ma tale discrepanza spiega il carattere specifico del mandolinismo italiano, solo in parte (e in particolare nell’Italia centrale e settentrionale come ebbe a sottolineare Roberto Leydi) incline al gesto magniloquente delle orchestre, più ad uso alla dimensione raccolta dei piccoli complessi, allo spazio privato della propria casa, al gesto individuale al massimo sostenuto da una semplice chitarra. Tuttavia questa prevalente dimensione privata della pratica mandolinistica viene recuperata ad una condivisione più ampia e generale proprio dalla musica, dal repertorio, che unisce in un unico grande movimento migliaia e migliaia di P L E C T R Francesco Amoroso di singoli mandolinisti sparsi su tutto il territorio nazionale. Strumenti di diffusione sono la posta e la rivista, che negli stessi anni conoscono uno sviluppo prima impensabile, complici di un mercato segnato dall’affermazione dei Grandi Magazzini. In edifici immensi costruiti nelle grandi città veniva depositata ogni sorta di merce (strumenti musicali inclusi) pronta alla vendita, favorendo il ricorso al “catalogo pubblicitario”, pubblicazione dal basso costo che veniva spedita a migliaia di persone. Gusti, mode, costumi, oggetti, vestiti, libri, strumenti raggiungono così i posti e le famiglie più lontane, avviando un processo di globalizzazione dei consumi. Su questa strada si inserisce anche il mondo della musica, facendo circolare depliant pubblicitari relativi alle fabbriche di strumenti bandistici, fisarmoniche, armoni, strumenti meccanici, chitarre e mandolini. Analoga funzione svolgevano gazzette, giornali, riviste settimanali, quindicinali o mensili, promosse 7 - OTTOBRE 2006 U M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE in Italia, quasi sempre da un’agen- Veneta”. Diario Musicale di zia di cantanti teatrali, da una casa Componimenti Vocali e editrice (per esempio Ricordi a Strumentali lavorati da chiari comMilano o Teodoro Cottrau a positori compilato dal Maestsro Napoli), una fabbrica di strumenti Sig. Antonio Buzzolla” a Venezia musicali (per esempio la Tito nel 1839 e pure il mensile “ La Belati di Perugia) o un teatro al Banda” (Padova 1871 . 1872) penfine di pubblicizzare gruppi speci- sando specificatamente ai maestri fici di artisti o prodotti musicali. dei complessi di fiati. Basti pensare, ad L’ampio e per certi esempio, a “Il versi inaspettato sucBarbiere di Siviglia” cesso del mandolino, (Milano 1832 – impostosi in tutta 1834), “Il Bazar” Italia a partire dal (Milano – 1841 – 1870 -80, trovava 1848), “Boccherini” quindi strumenti di (Firenze 1862 – sostegno e propa1882), il “Censore ganda maturi, immeuniversale dei teatri” diatamente sfruttati (Milano 1829 – dall’industria. 1837). “Diario del Ai tradizionali Teatro Ducale” Giuseppe Silvestri Carli “prezziari” delle (Parma 1829 – 1846), la “Gazzetta ditte di strumenti a fiato si affianmusicale di Milano” (Milano 1842 cano quindi quelli delle fabbriche – 1902), “Polinnia europea” di strumenti a corda e plettro men(Bologna 1823), “Il Trovatore” tre quelli editi dai più semplici (Torino poi Milano 1854 – 1913) rivenditori cominciano a riservare, ecc. Alcune di queste riviste otto- a fianco di flauti e tube, intere centesche erano solite allegare alla sezioni di mandolini offerti a prezpubblicazione partiture o ritratti, zi davvero modesti. Il depliant come ad esempio, faceva il raro e stampato era per altro appannagpoco conosciuto “ Giornale armo- gio solo delle grandi industrie, nico” di Palermo nel 1835 regalan- mentre gran parte del mercato do ai propri lettori danze e contra- strumentale continuava ad essere danze per pianoforte o brevi episo- alimentato da piccoli artigiani, di operistici di Vincenzo Bellini. conosciuti direttamente dai musiCosì si comportava la ben più cisti locali e che non abbisognavaconosciuta “Palestra musicale di no di pubblicità. Milano (1866 – 1872), L’ Euterpe Diverso invece il discorso del- P L E C T R U Il Il l’editoria musicale: pensando proalla capillarità, alla diffusione geografica del fenomeno mandolinistico – non soddisfatto dal rarefatto sistema del negozio – gli editori puntano con decisa preferenza verso la pubblicazione periodica stampata con carta poco costosa, accessibile quindi alle classi anche meno abbienti, e soprattutto diffondibile attraverso il sistema postale. In breve tempo nascono quindi decine e decine di testate in tutta Italia: semplici fogli riservati interamente alla musica notata o giornali che alle partiture affiancavano preziose notizie di attualità, ritratti di virtuosi e riflessioni artistiche. Alcune ebbero brevissima durata, altre operarono per decenni. In assenza di una ricerca specifica, resa complessa dalla difficile reperibilità dei materiali, a titolo esemplificativo possiamo citare: L’Armonia, Giornale di musica per mandolino (o violino) e pianoforte. Bologna, Luigi Pongetti 1898 -99. Il Concerto, Giornale di musica per mandolino (violino) e chitarra. Bologna, Comellini, 1899 -1936. Estudiantina, Periodico quindicinale per mandolino, mandola e chitarra, Torino 1922 Il Mandolino, Monticone, Torino, 1892 – 1931 e 1937. Mandolinismo, Periodico di scelta 8 - OTTOBRE 2006 Il Il M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE musica per mandolino e chitarra, Luchsingen, C. Notari, 1921 – 1958. Mandolinista, Quindicinale per mandolino, chitarra o canto. Torino, Gori 1900 Mandolinista italiano, Giornale musicale di scelta musica per mandolino e chitarra. Milano, A. Monzino e figli 1912 Mandolino romano, Album per mandolino e chitarra. Roma 1898. plettro, Bollettino dei mandolinisti e delle società mandolinistiche, Milano, G. Casati, 1906 – 1943. La serenata, Giornale di musica per mandolino e chitarra. Genova, 1897 Il primario scopo commerciale di tale pubblicistica finiva comunque col produrre non secondari riflessi culturali: con la forza dei numeri riusciva ad imporre una forte omogeneizzazione dello stile, del gusto, delle forme consacrando una robusta e consistente elite di compositori rappresentativi di tutto il paese: Giacomo Sartori (1860 – 1946), Giuseppe Silvestri (1841 – 1921), Giuseppe Anelli (1873 – 1926), Primo Silvestri (1871 – 1960), Giuseppe Manente (1868 – 1941), Enrico Marucelli (1873 – 1901), Simone Salvetti (1870 – 1932), Giovanni Gioviale (1885 – 1949), Carlo Munier (1856 – 1911) ecc. Questa elite di compositori finì comunque, almeno in parte con l’ingessare la creatività di tanti dilettanti. In coincidenza con l’affermazione delle riviste, dopo il 1910, infatti gran parte dei mandolinisti si limitavano a copiare le musiche dalle riviste piuttosto che a comporle direttamente. La struttura di tanti archivi di suonatori di mandolino “periferici” ê in questo senso rivelatrice: i manoscritti rintracciati sono quasi sempre copie di opere già pubblicate. L’antologia di brani per mandolino e chitarra riportati nella presente registrazione riesce esemplificativa del repertorio musicale diffuso attraverso queste riviste e affidato alla collaborazione tra i due strumenti nell’arco di tempo compreso tra l’ultimo ventennio del XIX secolo e il primo cinquantennio del XX, l’età d’oro di quel dilettantismo musicale domestico cui si accennava in apertura. Un repertorio certamente prevedibile per forme e struttura, facilmente ascrivibile al catalogo dei generi dell’intrattenimento borghese mutuabili dal teatro -come luogo di incontro e di divertimento – dalla piazza – dove imperversavano le bande – dal salotto – luogo topico del pianoforte – dal retrobottega del barbiere – sede, questa, storica del nostro mandolino. In tutti i casi strutture semplici composte di melodia ed accompagnamento – la prima sempre assolutamente cantabile, il secondo P L E C T R U M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE basato su un formulario accordale e ritmicamente ripetitivo (zum-pà, zum-pà, zum-pà,) - prevedibili nel percorso armonico quasi sempre pronto a sfruttare la nuance coloristica maggiore-minore, organizzate sul modello ternario della canzone (ABA). Caratteristiche provenienti - ad onta della molteplicità di titoli – sostanzialmente da due ceppi: il melodramma e la danza, “responsabile” l’uno del gusto melodico, l’altra del substrato ritmico-armonico e del principio ripetitivo eter- finestre delle belle, con il beneplacito di Mozart e della cameriera di Donna Elvira. Ma strumento serotino anche per il particolare timbro, reso penetrante dall’uso, accresciuto nell’OttoNovecento, del plettro e del caratteristico tremolo, una sorta di pianto continuo, di fissità straniante: sarà forse per questo che la maggior parte dei brani invece del consueto “giro” maggiore-minoremaggiore preferiscono il contrario, lasciando la conclusione alla tri- 1905?) ingaggia un 6/8 da barcarola per poi ammettere in zona centrale quel ritmo di valzer comunque sempre in agguato per la morbidezze sentimentali del genere. Né mancano serenate esotiche, certamente più spagnola quella di Francesco Amoroso (1877-1916) della siciliana di Giovanni Gioviale (1855-1949). Una mazurka vera e propria è invece la Petite Serenade di G.M., triste nel ripiegare della melodia sempre in senso discendente. Lo spirito della danza nato nell’inflessibile presenza del ritornello e del da capo. Tuttavia nonostante l’omologabilità dei prodotti – testimonianza della diffusione di una cultura di massa – ci sono alcuni interessanti elementi di diversità legati alla natura dello strumento, allo stato sociale degli interpreti, ai luoghi d’esecuzione cui erano destinate le partiture nonché all’immaginario collettivo capace di declinare “universi” emozionali, anche contrastanti, subordinati all’”anima” dello strumento. Così forse non è un caso se nel catalogo della musica mandolinistica risulta dominante un genere come la “serenata”, con i suoi seguaci mattutini o notturni, suggerendo una personalità serotina e malinconica. Del resto non è difficile immaginare l’uso del mandolino, imbracciato in ore serali dopo il lavoro, e certo legato con la chitarra alla prassi popolare antica di far serenate o “maitinade” sotto le stezza del minore, spesso spegnendo la musica con la lunghissima tonica “tremolante” (per esempio la Serenade di Giuseppe Silvestri: 1841-1921), mentre svaniscono anche gli accordi della chitarra: una pausa e poi la strappata dominante-tonica per non deludere la tradizione. La psicologia del mandolino viene accuratamente sottolineata da indicazioni come “dolcissimo”, “dolcemente morendo” o “ben legato con espressione” nel Notturno di Simone Salvetti (1870 – 1932)dove le nuvole diventano grigie forse in virtù di qualche piccolo cromatismo nella melodia, mentre l’incanto della sera di Giulio Monni, dopo l’insistenza sui sentimentali ritardi (9-8, 7-6) chiude passando trionfalmente da mi minore a Mi maggiore. Si emoziona con il crescendo e animando centrale il “patetico” di Amedeo Amadei (1866-1935), mentre Adolfo Bracco (1860- diventa poi lettera anche dietro titoli più o meno stravaganti: una brillante scozzese – dove il mandolino stavolta esegue note staccate e ritmi puntati – serve le piroette di Lulù: una danza ritornellata è lo scherzettino Cicaleccio di rondini di Aldo De Biasi (1880 – 1956), un valzer è in realtà la Burlesca di Primo Silvestri (1871-1960) come Ai bagni di Giacomo Sartori (1860-1946), classicismo valzer nella forma con trio e pure il Minuetto di Francesco Amoroso. E qui c’è forse da pensare ad un uso concretamente danzante di questi brani: uso casalingo naturalmente, considerando la sonorità relativamente piccola dei due strumenti. Invece un pezzo da concerto, o comunque per esecutori tecnicamente piuttosto agguerriti, doveva essere il Capriccio per mandolino e chitarra concertante del già citato Primo Silvestri, dove, mentre la chitarra viene chiamata a piccoli episodi in limitazioni e a realizzare 9 - OTTOBRE 2006 P L E C T R U M CD DEL DUO S. ZIGIOTTI F. MERLANTE il controcanto, il mandolino presenta una scrittura con numerose diminuzioni ritmiche e una chiusa decisamente virtuosistica. Lo stesso può dirsi del Valzer Fantastico di Enrico Marucelli (1873-1901), ancor’ oggi stabilmente inserito nel repertorio del mandolinista moderno; una pagina che si stacca decisamente dal carattere quasi aforistico delle composizioni fino qui citate anche per gli artifici tecnico-strumentali messi in campo. E chissà poi se il titolo La marquise et le berger voluto da Vittorio Monti (1868-1923) non costituiva lo spunto per immaginare un vero e proprio “duetto”, narrando la maliziosetta storia dell’incontro tra la signora aristocratica (la delicata parte iniziale del brano) ed un baldanzoso pastore (il più mosso in Mi maggiore), in un pezzo di carattere, al tempo – lo stesso delle fortune di tanti pezzi pianistici “ a programma” sicuramente gradito. Amadeo Amadei (1866 – 1935) Mattinata op. 224 Simone Salvetti (1870 -1932) Le piroette di Lulù Simone Salvetti Nuvole grige Aldo De Biasi (1880 – 1956) Cicaleccio di rondini G.M. (18?-?) Petite Sérénade Vittorio Monti (1868 – 1923) La marquise et le beger Giuseppe Silvestri (1841 – 1960) Serenade d’autrefois Enrico Marucelli (1873 – 1901) 10 - OTTOBRE 2006 Valtzer fantastico Primo Silvestri (1871 – 1960) Burlesca Primo Silvestri Capriccio Giovanni Gioviale (1885 – 1949) Serenata siciliana Giacomo Sartori (1860 – 1946) Ai bagni Francesco Amoroso (1877? 1916?) Minuetto Francesco Amoroso Serenata spagnola Giulio Monni (18?-?) L’incanto di una sera P L E C T R U M ....QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA RICORDO .......... QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA di Romano Meini E ra un bellissimo settembre quello di 10 anni fa quando, in compagnia di mia moglie, mi trovavo in giro per le strade e le Città della Germania settentrionale. È noto a tutti l’amore del Popolo tedesco per la musica, ma non tutti sanno quanto il Mandolino e la Musica mandolinistica siano in quel Paese apprezzati ed amati ..... Musica che non si sa bene per quale motivo è in gran parte scomparsa dai nostri negozi specialistici e dalle nostre biblioteche; ma dove sarà finita? Me lo chiedevo da tempo e me lo chiedevo anche in quel viaggio vedendo quanti negozi di articoli musicali mi era dato di incontrare. Fu così che ad Amburgo, in un negozio del centro, con l’aiuto di mia moglie, insegnante di lingua tedesca, chiesi dove potevo trovare i negozio di musica ben fornito per acquistare alcuni spartiti per quartetto a plettro, che da tempo cercavo in Italia; mia moglie telefonò al negozio indicatoci per avere l’indirizzo preciso e poi mi disse: “Andiamo, dobbiamo prendere la metropolitana!” La metropolitana correva veloce ed il pregustavo la gioia di poter curiosare tra gli spartiti di Musica per mandolino e magari trovare anche quelli che cercavo. A stazione seguiva stazione. ed ora la metropolitana, risalita in superficie, navigava a cielo aperto, in H AMBURG H AMBURG H AMBURG 11 - OTTOBRE 2006 piena campagna! Ecco l’aeroporto, e poi campi e campi coltivati che ci correvano incontro a destra e a sinistra .... un sospetto cominciò allora a farsi strada nella mia mente, mi chiedevo “ma mia moglie avrà capito bene l’indirizzo datole”? Spiavo il suo volto per carpire una qualche reazione alla vista di quel persistente paesaggio campestre in cui eravamo entrati, ormai da un pezzo: era seria, con gli occhi in movimento da un finestrino all’altro; non parlava; aveva l’espressione di umile inquietudine, Sapevo che si difendeva bene dalla lingua tedesca, ma parlare al telefono e capire il dialetto locale, non faceva parte delle sue conoscenze linguistiche. Così calandomi nel suo stato d’animo pensavo si stesse chiedendo “avrò capito bene? Che figura sto facendo con mio marito” Intanto la campagna diventava sempre più ampia e sempre meno abitata. Ad un tratto si è delineata una stazioncina e mia moglie, tra il dubbio e l’incredulità, sussurrò: “Dobbiamo scendere qui”!. I campi si erano fermati, ma erano ancora lì, tutt’intorno a noi; eravamo soli, gli unici viaggiatori scesi a quella fermata; i miei sospetti si tramutarono in sincero sconforto. Certamente quel negozio non poteva essere lì e noi avevamo P L E C T R U fatto semplicemente una bella, quanto imprevista, gita in campagna, nella campagna tedesca! Secondo le indicazioni ricevute, che mia moglie aveva annottato su un foglietto di carta, appena usciti dalla stazioncina avremmo dovuto voltare a destra. E così abbiamo fatto. Davanti a noi, attraverso un filare di alberi, spuntava una costruzione, forse una casa di contadini, pensavo; lì avremmo potuto chiedere dove fosse finito quel benedetto negozio e lì ci saremmo infine fermati, rassegnati ormai all’idea di aver concluso una strana gita ......senza meta! Ad un tratto la costruzione nascosta dagli alberi ci apparve come in un miraggio: di fronte a noi, proprio lì in mezzo ai campi, sorgeva una palazzina rosa ad un piano, oltre al pianterreno, con una grande scritta”Haus Der Musik” (Casa della musica). Così alla periferia di Amburgo, a circa 20 km dalla città. ebbe termine il nostro incubo! Guardai subito mia moglie, ora aveva un’ espressione alquanto rilassata, anzi di giubilo. Povera donna – pensai – chissà come è stata in piena per una sconfitta che si preannunciava nel progredire del viaggio. Nella mia mente allo stupore si accompagnò una considerazione; questi Tedeschi, cosa non farebbe 12 - OTTOBRE 2006 M ....QUASI NOVELLA DI UN APPASSIONATO MANDOLINISTA ciascuno di noi, per motivazioni diverse, sentiva dentro di sé. Appena fuori, prima di tornare sul sentiero ro per la musica! Ci avvicinammo accelerando i nostri passi ed entrammo: un negozio in piena regola, con personale dietro al banco di vendita, pareti rivestite da scaffali pieni di spartiti musicali, una scala in legno che portava al piano superiore ed un’altra che portava al piano interrato, forse una cantina. Altro che cantina, sembrava di essere nella biblioteca in miniatura del romanzo “Il nome della rosa”: qua e là leggii con tanto di sedili incorporati, illuminati da piccole lampade. Anche qui le pareti, da terra al soffitto, piene di spartiti: mi sembrava di vivere in un sogno in compagnia di tante note musicali, che mi danzavano intorno! Dopo i primi momenti di piacevole stupore mi sono messo a rovistare tra le carte. Che gioia immensa quando mi è capitato tra le mani brani di musica per mandolino composti da autori italiani dei quali, fino a quel momento, avevo perfino ignorato l’esistenza! Uscimmo, io con i miei spartiti sotto il braccio, ed eravamo felici con un senso di leggerezza che CARLO A. CECCONI LIUTAIO MANDOLINI A PONTICELLO FISSO E MOBILE DEL XVII E XVIII SECOLO VIA DELLE CROCI 83/E – 01016 TARQUINIA (VT) TEL. 0766 855903 che conduceva alla stazioncina della metropolitana, ricordo che mia moglie ed il ci voltammo indietro a riguardare la “casetta” che ci aveva dato quelle emozioni e la sensazione di essere stati protagonisti di una novella ............ dei fratelli Grimm! P L E C T R U M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI” FESTIVAL CHITARRISTICO INTERNAZIONALE “ LUIGI LEGNANI ” di Edoardo Farina, foto Piero Alvisi Luigi Rinaldo LEGNANI (Ferrara, 7 novembre 1790 - Ravenna, 5 agosto 1877) A ncor giovane si stabilì con la famiglia a Ravenna nel pubblicare 1799 mettendo in evidenza spiccain questo te doti musicali: studiò tutti gli periodo le struenti ad opere per arco, la chitar- chitarra presso l’editore Ricordi. ra e il canto. Grande virtuoso dello strumento, Esordì come intraprese tenore al teauna carriera tro vecchio ricca di sucdiRavenna nel cessi, alter1870, ma si nando l’attirivelò un inevità di conguaguagliabile certista e chitarrista fa- compositore di chitarra a quella cendo il suo d’insegnandebutto conte di canto, certistico al straordinaridotto del teario esecutotro alla Scala re, per la sua di Milano il bravura fu venti giugno del 1819, iniziando a conteso da 13 - OTTOBRE 2006 società concertistiche di tutto il continente: tenne accademie, concerti e recitals nei più importanti teatri europei dell’epoca (Ravenna, Milano, Firenze, Torino, Ve r o n a , Trieste, Monaco, Ratisbona, Dresda, Berlino, Parigi, Vienna, Pest, Ginevra, Madrid, ecc.), qualvolta affiancato ad artisti che determineranno passi rilevanti per la storia della musica: da ricordare a Vienna nel 1822/23 i concerti con l’adolescente pianista P L E C T prodigio Franz Liszt. R U M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI” città romagnola, organizzata dal M° Giovanni Demartini in collaSuperato da un anno l’ambito tra- borazione con il Comune guardo del decimo dalla fondazio- Assessorato alla Cultura e al ne, il “Festival Internazionale di Turismo, ha ospitato nei mesi di Chitarra Classica Luigi Legnani” di Cervia (Ravenna) continua inflessibile verso una assoluta e indiscussa notorietà attinente la massima divulgazione del migliore panorama chitarristico presente oggi a livello nazionale e non solo; fama oramai dovuta soprattutto alle scelte qualitative del direttore artistico che sin dalla prima edizione hanno contraddistinto lo spirito e l’intenzione della manifestazione stessa; unica formula necessaria e sufficiente, promuovere la letteratura della sei corde e il suo splendido repertorio attraverso l’interpretazione da parte di bravissimi esecutori emergenti già attivi sui palcoscenici di tutto il mondo. Come ben sappiamo, negli ultimi aprile e maggio cinque concerti, decenni l’interesse per la chitarra alternando solisti e gruppi camericlassica si e’ affermato con inso- stici appartenenti soprattutto alle spettata rapidità dopo l’eclissi nuove generazioni, il tutto per una subita nella seconda metà kermesse seguita da un pubblico dell’Ottocento e la rinascita deter- eterogeneo non più formato quasi minata dagli strumentisti della esclusivamente da musicisti ma da scuola spagnola, primo fra tutti appassionati provenienti da tutta la Andrès Segovia. Collocatasi in un regione e non solo. posto ormai di rilievo, ingiusta- Indubbiamente la crisi economica mente non considerata alla stessa del settore in modo particolare di stregua degli altri strumenti, la chi- quest’anno, i tagli di spesa per la tarra ha finalmente raggiunto una cultura attraverso una finanziaria sua dimensione di tutto rispetto che mai come adesso ha caratterizdando luogo anche a numerosi flo- zato la povertà dei cartelloni conrilegi e festival di prestigio, fra gli certistici di tutta Italia, non ha ultimi ma non per ultimo quello di risparmiato neppure Cervia dove Cervia. Annoverata tra gli appun- sino all’ultimo istante si e’ temuta tamenti musicali più importanti, la soppressione per lo meno temquesta rassegna svolta nella prima- poranea della manifestazione. vera di ogni anno nella piccola Sicuramente e’ stato fatto tutto il 14 - OTTOBRE 2006 possibile da parte di Demartini, che a titolo assolutamente gratuito ed in stretta collaborazione con il sindaco Roberto Zoffoli e l’assessore alla cultura Alberto Donati ha consentito ancora una volta ad una buona rosa di chitarristi tra più importanti del mondo la possibilità di calcare il meraviglioso palco della “bomboniera”, come e’ definito affettuosamente lo storico Teatro Comunale, trovando anche disponibilità e comprensione da parte degli stessi artisti non avendo richiesto nessuno necessariamente cachet assai elevati. Marlon Titre Il concerto inaugurale dell’undicesima rassegna è stato concesso il 15 aprile al giovanissimo chitarrista olandese Marlon TITRE, vincitore del XXXVIII° Concorso Internazionale di Alessandria “Michele Pittaluga” 2005, proponendo un programma di tipo tradizionale, dall’Asturias di Albeniz eseguita in modo ineccepibile, poi una Sonata del fiorentino Mario Castelnuovo Tedesco, uno dei più importanti compositori sperimentalisti degli anni ’60, agli immancabili Capricci proprio di Luigi Legnani, per portarsi nella seconda parte con Due canzoni Lidie scritte dal chitarrista vivente Nuccio D’Angelo. La conclusione e’ stata affidata all’esecuzione di Elegie di J.Kaspar Mertz, quindi un passo indietro nel barocco di G.P.Telemann, il felice rivale di Bach e ancora dell’autore contemporaneo, Arthur Kampela, il divertente Percussion Study n.1. Il real duo: Damiani Libraro L’appuntamento successivo, il 21 P L E C T R U aprile, ha visto sulla scena il Real Duo, formato dal mandolinista Luciano Damiani, e dal chitarrista Michele Libraro. Formazione strumentale che, per la prima volta presente a Cervia, ha inteso proporre un repertorio che, per quanto popolare, normalmente viene poco eseguito per via della diffidenza a cui purtroppo è associata la musica per questa combinazione in forma di duetto. L’effetto dinamico è passato invece egregiamente attraverso le contrapposizioni sonore dei suoni cristallini del mandolino al suono caldo della chitarra. Damiani e Libraro tramite un ricco e complesso programma tratto da pagine di Niccolò Paganini, Bartolomeo Bortolazzi, Raffaele Calace, senza parlare di tutte le opere partenopee immortali e senza tramonto a noi tutti note lasciate sul finire dell’800, hanno eseguito al meglio sia le numerose trascrizioni tratte da motivi celebri che classici, avvalendosi di un suono pulito e nitido da parte del mandolino, supportato da una dinamica presente e robusta sostenuta dalla chitarra. Irina Kulikova Irina Kulikova, nata nel 1982 a Chelyabinsk (ex Urss) e vincitrice di un numero considerevole di concorsi nazionali e soprattutto internazionali, attualmente allieva di Marco Tamayo presso l’Università Mozartiana di Salisburgo, ha entusiasmato la sera del 28 aprile per via dell’esecuzione di un repertorio assolutamente tradiziona15 - OTTOBRE 2006 M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI” le, interpretando i classici della chitarra quali M.M.Ponce Sonatina Meridional, A.Barrios La Catedral, poi ancora L.Legnani - Fantasia op.19, per concludere con una Sonata di A.Jose’, Autumn Song tratto dalla trascrizione per chitarra dal pianoforte di P.I. TChaikovsky, quindi la Fantasie Hongroise di J.K.Mertz. Eccellente performance nonostante l’improvvisa indisposizione dell’artista, accettando comunque di suonare in condizioni fisiche assai mediocri. Le ultime due serate del Festival, sicuramente sono state le più straordinarie per via della presenza di esecutori dalle capacità davvero eccelse. Pavel Steidl Il 5 maggio abbiamo ascoltato Pavel Steidl proveniente dalla Repubblica Ceca; da quando ha vinto il primo premio al Radio France International Competition di Parigi e’ diventato uno dei più riconosciuti ed acclamati solisti della sua generazione nel mondo. Le sue esposizioni altamente espressive di brani rari della letteratura ottocentesca per chitarra, eseguiti su strumenti d’epoca gli conferiscono uno splendido valore aggiunto alle sue già eccezionali performance. Teatro tutto esaurito e splendido concerto, quindi, attraverso una interpretazione ancora una volta tratta da opere di Mertz, Paganini, Legnani, Bach, poi ancora Giuliani, ma forse mai stati eseguiti in epoca contemporanea in maniera così pirotecnica come a Cervia lasciando tutti davvero, e’ il caso di dirlo, con il fiato sospeso sino alla fine, per via di un tocco assolutamente straordinario, virtuoso e nello stesso tempo romantico e raffinato, veloce come efficace, là dove nella musica dell’Ottocento occorre e non solo. Anabel Montesinos e Marco Tamayo. A chiusura di manifestazione, il 12 maggio, non potevano mancare pagine dedicate anche alla musica per due chitarre. “Niente e’ più bello di una chitarra, eccetto due…” pare abbia detto Chopin dopo aver assistito ad un concerto eseguito dal duo chitarristico più importante dell’epoca, quello formato nientemeno che da Sor e Aguado… Oggi potremmo confermare la stessa cosa dopo aver ascoltato Anabel Montesinos e Marco Tamayo attraverso il loro splendido repertorio dal barocco di Bach, a Castenuovo Tedesco, poi il secolo romantico di Legnani, Regondi, Paganini, quindi i più moderni Rodrigo, De Falla… Qui i commenti, le critiche, le opi- P L E C T R U M FESTIVAL CHITARRISTICO “LUIGI LEGNANI” nioni credo non si possano descri- sono parsi a mio avviso un po’ credo sarebbe opportuno alternarvere…la grandezza artistica appar- troppo “inflazionati” in quanto li alle note tradizionali, che tenente soprattutto a Tamayo, an- appartenenti oggi ad una sorta di comunque sia non devono mai assolutamente mancare, rischiando di creare altrimenti una involontaria forma di confronti paralleli, non trattandosi certamente di una manifestazione a carattere competitivo. Arrivederci alla dodicesima ediz i o n e ! noverato alla stessa stregua degli…irraggiungibili David Russel o Manuel Barrueco, quindi parliamo di chitarristi d’importanza internazionale, senza nulla togliere ovviamente a tanti altri talenti), ha avu-to la me-glio, supportato da una Montesinos in splendida forma e anche solista, concludendo mirabilmente uno dei più bei concerti cameristici che il Festival di Cervia ricordi negli ultimi anni, creando soddisfazione e grande contentezza da parte del pubblico presente davvero numeroso in sala in ogni ordine di posti. Ottimo lavoro di Demartini e da parte di tutti coloro che ancora una volta l’hanno supportato in questa annuale attesa e riconoscente fatica organizzativa ma certamente dalle grandi soddisfazioni. Nulla da dire riguardo la funzionalità dei recitals inerenti gli artisti dell’undicesima edizione, esecuzioni ineccepibili soprattutto da parte degli ultimi presenti, la Kulikova, Steidl, il duo Montesinos Tamayo, anche se i programmi proposti per quanto complessi 16 - OTTOBRE 2006 ripetizione monotematica fin troppo nota e sfruttata nelle comuni stagioni dedicate al nostro strumento… Dal momento in cui esistono compositori in grado di produrre e proporre nuovi stilemi, assai interessanti e degni di essere vissuti (a condizioni sempre si tratti di lavori a carattere tonale…!), IL T EATRO CO MUNAL E FU COST RUITO NE L 1860 D M IG NI ED È SI AL PERUL’ANTICO TUATO NE CENTRO L BALUAR STORICO D O SUD DE DIMENSIO DI CERV LNI È CA IA. NON RATTERIZZ O ST A NTE LE R RAFFINATE ATO DAL IDOTTE LA TIMBRIC ZZA DEI D ETTAGLI A PERFET ANNI DI TA ( ST U E C C DALLA HI, AFFRE STORIA HA SCHI, PAL VISTO RAP CHI). NE DALLA PR P R E SE N I 140 TA OSA ALLA TE TUTTE MUSICA, 2007…e che E FORME contiil LFestival DAL CINE BALLO. T E ATRALI: MATOGRA FO ALLE nui…!! FESTE DA TUTTE LE FORME TE ATRALI: D ALLA PRO CINEMATO SA ALLA M GRAFO AL USICA, DA LE FESTE L DA BALLO . GINO TOMMASO STA P L E C T R U M UN CD DELL’ENSEMBLE A PIZZICO “I FURIOSI” “BIZZOSA” RECUPERO DI PARTITURE CADUTE NELL’OBLIO DELLA SUPERFICIALITÀ E DISATTENZIONE DALL’ASSOCIAZIONE MUSICALE FRANCESCO ROSASPINA DI MONTESCUDO (RIMINI) di Aldo Vianello T ra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo in Italia e particolarmente in Romagna esplode una frenetica attività di produzione di musica da ballo. I musicisti che si dedicano a questa attività sono alcune volte dilettanti ma spesso professionisti di indiscutibile abilità artigianale. Per merito di questi autori possediamo oggi un repertorio scritto di ballabili a tre o quattro parti testimoni della loro fantasia creativa, dell’immaginario di un periodo e di una prassi tutta da verificare. Nel sociale le discrepanze tra intellettuale e lavoratore erano molto meno acute, musicisti italiani che oggi stupidamente sdegnerebbero una appartenenza alla musica non “Accademica” si divertivano e realizzavano in Mazurke, Polke, Valzer, Serenate, Canzonette, danze di Tango svolgendo un ruolo simile a quello delle famiglie Strauss e Lanner a Vienna all’inizio dell’Ottocento. La musica italiana per ensemble a pizzico venne ammirata e imitata all’estero. Nacquero complessi che riunirono mandolini, mandole, chitarre e un motore pulsante, affidato al violoncello (mandoloncello) contrabbasso, chitarra basso o più rara17 - OTTOBRE 2006 mente alle percussioni. Possiamo così dire che dal 1880 al 1930 si concretizzò uno stile di orchestrazione e concertazione chiamato nei paesi di lingua tedesca ZupfMusik. Molti musicisti italiani suonavano sui transatlantici, emigravano con i loro strumenti scambiando e rinnovando un repertorio (Tango, Marce, One step ...) che accomunava i saperi profondi di culture apparentemente lontane integrandole. I Bitelli di Fusignano e Luigi Mozzani di Faenza sono personaggi di esperienze universale pur appartenendo ad ambienti, quello della musica leggera e quello della musica classica, oggi considerati separati. Le assonanze con la contemporanea poesia italiana permangono comunque illuminanti, ecco perché troverete le poesie del Pascoli in dialogo con le musiche dei contemporanei musicisti romagnoli Luigi Mozzani, Ignazio Bitelli, Angelo Bitelli. Come rinunciare alla tentazione di incontro tra Aù Crepuscule dello stesso Mozzani e Il Gelsomino Notturno del Poeta di San Mauro? La Melodia del Sannio della musicista riminese Maria Rita Brondi (1889 – 1941), foglio d’album di delicate assonanze d’annunziane, completa le proposte inedite del nostro cd con la “world premiere recording” della affascinante concertista e compositrice. Le attente ricerche della Associa-zione Musicale Francesco Rosa-spina di Montescudo hanno permesso il recupero di partiture cadute nell’oblio della superficialità e disattenzione. Il percorso delle sequenze delle tracce del cd è anche il riassunto di uno spettacolo di teatro musicale messo in scena da I Furiosi nell’anno 2005 di ricorrenza pascolia- P L E C T R U M UN CD DELL’ENSEMBLE A PIZZICO na come augurio permanente del Ignazio Bitelli travaso tra musica e poesia. Serenata d’Amore (intermezzo) Monsieur Rosaspina. Luigi Mozzani Aù Crépuscule (Reverie) 1346 “I Furiosi” Giambattista Franchi I “Furiosi” sono un ensemble Polka 134 cameristico di organico variabile. Heinrich Albert L’Ensemble muta formazione in ragione e necessità del repertorio e del progetto nazionale – scenico – spaziale da mettere in opera. Affidati alle cure ed alle furiosità concertanti del loro capocomicale, il musicista Aldo Vianello, i Furiosi hanno come luogo di prova e di produzione in prima il Teatro Francesco Rosaspina di Montescu-do in provincia di Rimini. Lontani da qualsiasi pregiudizio di sorta e accomunati da un serio spirito di audacia nella riproposta del repertorio più collaudato si propongono adottando pagine di musica barocca e contemporanea con piccanti assaggi di pietanze leggere, jazz, etnomusicale e alternative. Attivi dal 2003 hanno risposto all’invito furioseggiante di Aldo Vianello numerosi musicisti. Brani contenuti nel CD Amedeo Amadei Le farfalle bianche (Tempo di Valzer) Ignazio Bitelli Le Bagnanti (One – Step) Niccolò Paganini Canzonetta Ernesto Becucci Bizzosa (Polka) Ernesti Becuccu Che ridere!!! (Polka brillante) Giacomo Sartori Ada (Mazurka) 12 Giovanni Pascoli Marcia L’Ora di Barga 4 Riccardo Matini 18 - OTTOBRE 2006 “I FURIOSI” Agrifoglio (Valzer) Angelo Bitelli Donna Fatale! (Tango) Ignazio Bitelli La Dama Bianca (Mazurka) Luigi Mozzani Mazurka Live 8-03-05 Il musicista Aldo Vianello Maria Rita Brondi Melodia del Sannio P L E C T R U M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE LA STORIA DELLA LIUTERIA CENTOPIEVESE * ....tra gli anni ‘20 e ‘30 l’attività liutaria del Centopievese era molto attiva sia a Pieve con la famiglia Carletti ed i vari collaboratori che a Cento con il laboratorio di liuteria di Luigi Mozzani di Lorenzo Frignani e Giovanni Intelisano Carlo Carletti e Orsolo Gotti C ento e Pieve di Cento: città d’arte, di cultura e turismo. Cento, sorta in posizione equidistante tra le province di Ferrara, Bologna e Modena, porta i connotati della tipica città emiliana con i suoi accoglienti portici, gli edifici dai caldi e luminosi colori del mattone e del cotto e la vasta campagna circostante, disegnata da macchie di pioppeti, distese di grano e regolari filari di frutteti. Centro moderno e produttivo, a forte vocazione imprenditoriale, spicca anche per la presenza di un patrimonio artistico d’eccellenza. Depositaria di numerose opere del Guercino, il suo cittadino più illu19 - OTTOBRE 2006 stre, Cento ha dato i natali allo scultore Stefano Galletti, al pittore ed illustratore Aroldo Bonzagni cui e dedicata la Galleria D’arte moderna cittadina, all’intagliatore di legno Dino Bonzagni. Al centese Alberto Accarisio si deve la redazione di uno dei primi vocabolari della lingua italiana stampato nel 1543 mentre nel 18.mo secolo spicca la figura di Girolamo Baruffaldi, autore di una copiosa ed interessante produzione letteraria. In campo musicale il virtuoso violinista, Bartolomeo Campagnoli, primo ideatore, in Italia, di un metodo per violino ed il tenore Giuseppe Borgatti interprete wagneriano acclamato in tutta Europa. Infine Mario Maccaferri, eccellente allievo di Mozzani, interprete di arte liutaria, molto noto in Francia e negli Stati Uniti. Pieve di Cento ha circa 7000 abitanti. Ha un centro storico con emergenze architettoniche dei secc. XIII-XIV che richiamano ancora l’aspetto della città fortificata, vie porticate, Chiese, Oratori e Musei che raccolgono testimonianze della vita artistica e culturale del paese. A Pieve sono nati Giovanni Rizzoli, inventore della tecnica di strappo degli affreschi, Agostino P L E C T R U Melloni, inventore di una delle prime macchine tessili, Mons. Angelo Gessi, letterato e scrittore, riformatore della Musica Sacra, i liutai Carlo Carletti con i figli Natale, Nullo ed Orfeo, il nipote Genuzio, Orsolo Gotti ed il figlio Anselmo, gli intagliatori Ulisse Gotti, Zama Lanzoni e Celso Cevolani, gli scultori Giuseppe Carlo Carletti Zacchini ed Antonio Alberghini. La tradizione liutaria A Pieve di Cento la tradizione liutaria comincia con Michel Angelo Garani nato intorno al 1667. Michel Angelo lavorò come liutaio a Bologna tutta la vita e vi morì attorno alla metà del ‘700. Alla fine dell’800 il caposcuola della liuteria centopievese fu Carlo Carletti (1873 – 1941). Egli visse in un periodo molto intenso e stimolante dal punto di vista artistico e culturale: erano presenti a Pieve di Cento alcuni ottimi artisti impe20 - OTTOBRE 2006 M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE gnati nei vari settori delle arti maggiori (scultura, pittura, musica etc.). Egli coinvolse nella sua attività i propri figli Natale, Orfeo, Nullo, il nipote Genuzio Carletti, Orsolo Gotti con i figli Ulisse ed Anselmo. Anche le mogli dei liutai erano brave quanto i mariti a preparare le vernici ed a lucidare gli strumenti. I primi violini furono eseguiti da Carletti su un modello ed una forma di Luigi Soffritti di Ferrara. Un suo quintetto fu destinato al conservatorio di Rio de Janeiro in Brasile. La sua prima vernice fu composta con una ricetta gentilmente fornitagli dall’illustre liutaio Bisiach di Milano. In seguito con l’aiuto di valenti chimici, compose e vendette vernici di diverse qualità superando nel commercio quello degli strumenti a corda. Dal 1908 al 1915 Carletti insieme ad Orsolo Gotti collaborò con Luigi Mozzani (1869-1943) a Cento nel laboratorio di via Gennari per la produzione di strumenti ad arco ma quando Mozzani decise di ampliare il laboratorio e trasferirsi nel convento di via Provenzali, Carletti e Gotti ritornarono a Pieve per continuare in proprio l’attività. Quindi tra gli anni ‘20 e ‘30 l’attività liutaria del Centopievese era molto attiva sia a Pieve con la Carta geografica del Centopievese famiglia Carletti ed i vari collaboratori che a Cento con il laboratorio di liuteria di Luigi Mozzani (vedi Plectrum n. 4 - 2005). Dopo la seconda guerra mondiale i liutai della famiglia Carletti rimasero in tre: Natale, Nullo, Genuzio. Negli anni ‘60 e ‘70 la figura predominante della liuteria a Pieve di Cento fu quella di Natale Carletti (1904 – 1979) riconosciuto a livello internazionale soprattutto per i violoncelli ed i contrabbassi. Partecipò a concorsi e mostre di liuteria vincendo molti premi. A Cento invece Genuzio Carletti divenne il punto di riferimento per la produzione di strumenti ad arco. Lavorò molto per l’estero, soprattutto per il liutaio Settin di New York, continuando la sua attività fino alla morte avvenuta nel 1996. La scuola di artigianato artistico del Centopievese Alla fine degli anni settanta le Amministrazioni Comunali di Pieve di Cento e di Cento, per non perdere un patrimonio culturale e sociale di un’attività artistica diventata tradizione e che rischiava di perdersi, decisero di istituire nel 1978 la Scuola di Artigianato Artistico del Centopievese di cui fu ideatore e animatore il primo presidente, Ing. Angelo Zarri. La scuola, presente tuttora nel territorio, era ed è suddivisa in molte discipline artistiche; disegno, ceramica, pittura, restauro del mobile, P L E C T R U e ecc, ma agli inizi fu soprattutto rivolta al recupero dell’intaglio ligneo, con i maestri Dino Bonzagni e Ulisse Gotti. Per volontà delle Amministrazioni Comunali e del presidente della scuola, iniziò nel 1982 il corso di liuteria e l’insegnamento fu affidato al M° Gabriele Carletti; gli otto allievi iniziali con il passare degli anni si fecero più numerosi. Dopo qualche anno Gabriele Carletti lasciò il corso di liuteria, si trasferì a Minerbio (Bologna), continuando la professione di liutaio. L’insegnamento fu affidato a Benito Tosello (1939). Lo scopo del corso è stato quello di dare la possibilità di imparare a costruire uno strumento e di far conoscere l’arte liutaria agli appassionati, oltre che proporsi come punto di riferimento per la cultura liutaria. L’Ing. Angelo Zarri promosse, infatti, attività culturali, pubblicazioni, mostre ed esposizioni dimostrative coinvolgendo sia i maestri che gli allievi. Finalità e iniziative raccolte e proseguite dall’attuale presidente Andrea Balboni. Centro di formazione professiona 21 - OTTOBRE 2006 M UN’ATTIVITÀ ARTISTICA DIVENTATA PROFESSIONE le. Nel 1993 nacque la volontà di far emergere la scuola come Il laboratorio di Luigi Mozzani Centro di Formazione Professionale, abbinando alla consueta attività di formazione amatoriale, attività culturali, corsi di formazione professionale e di specializzazione. La scuola di liuteria fu sistemata all’interno dell’edificio di porta Ferrara a Pieve di Cento con l’intenzione di mettere a disposizione degli allievi, dei visitatori, e delle scolaresche, il materiale acquisito e far conoscere l’importanza e la volontà di mantenere viva questa tradizione. La quantità dei lasciti, dei materiali donati e concessi in comodato d’uso furono tali da richiedere il collocamento in spazi più ampi. Nel 2003, in coincidenza della sua riapertura, in apposite sale del teatro comunale fu istituito il museo della liuteria nel quale sono esposti documenti e attrezzi delle botteghe dei Carletti, dei laboratori dei Gotti Orsolo ed Anselmo, dei laboratori Mozzani e dell’attuale scuola. Sono esposti anche diversi strumenti: chitarra, mandolini, violini, viole ecc. Oggi la Scuola di Liutera di Porto Ferrara a Pieve di Cento è disposta su tre piani: al piano terra si trova- Sede della Scuola di Liuteria del Centopievese no il magazzino ed il reparto falegnameria, al primo piano si realizza la costruzione di chitarra e mandolini, il secondo ed ultimo piano è dedicato alla costruzione degli strumenti ad arco con l’inse- Florenzo Frignani con gnamento del M° Benito Tosello per la sezione archi e del M° Stefano Frassinetti per la sezione chitarre nell’ambito dei corsi amatoriali. I corsi professionali sono tenuti dai maestri Lorenzo Frignani e Marcello Bellei. Il laboratorio è frequentato da musicisti, appassionati ma anche da turisti e scolaresche per i quali si effettuano visite guidate. Oramai riconosciuta come Scuola di Liuteria Centopievese, annovera molti allievi provenienti da molte parti d’Italia e dall’estero. * Da: Lorenzo Frignani e Giovanni Intelisano: La storia della liuteria Centopievese, Collana Mestierarte Ed. Scuola di artigianato artistico