Rassegna Congresso Agenzie e siti web

05/07/2016
Indice
Scoperta un tipo di allergia "nascosta" nei bambini
4
Ansa.it ­ ­ 07/06/2016
Scoperta un tipo di allergia "nascosta" in Pediatria
5
Ansa.it ­ ­ 06/06/2016
Pediatria, scoperta allergia "nascosta". Sembra rinite comune, Nuovi test su mucosa nasale riescono a
"scovarla"
6
askanews.it ­ ­ 06/06/2016
Pediatria, scoperta allergia "nascosta". Sembra rinite comune
7
TMnews.it ­ ­ 06/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
8
paginemediche.it ­ ­ 03/06/2016
I 10 consigli per non farsi pungere da vespe, api e calabroni
10
Kataweb.it ­ ­ 18/06/2016
Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
12
Wordpress.com (IT) ­ ­ 03/06/2016
In Italia ogni anno oltre mezzo milione di bambini e adolescenti sono punti dagli imenotteri
13
Wordpress.com (IT) ­ ­ 05/06/2016
Il Calabrone Killer arriva in Italia: ecco come riconoscerlo e difendersi
14
Wordpress.com (IT) ­ ­ 03/06/2016
Punture di vespe, api e calabroni: il decalogo dei pediatri
16
Wordpress.com (IT) ­ ­ 04/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
17
padovanews.it ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
19
Affaritaliani.Libero.it ­ ­ 03/06/2016
Allarme per i "calabroni killer" dalla Cina. Come evitare la reazione allergica
21
Notiziarioitaliano.it ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
24
Cataniaoggi.com ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
26
ilmeteo.it ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
27
Sassarinotizie.com ­ ­ 03/06/2016
Allarme calabroni killer: ecco chi sono i soggetti più a rischio
29
Metropolisweb.it ­ ­ 05/06/2016
Allarme calabroni killer provenienti dalla Cina: i consigli degli esperti
31
milanofree.it ­ ­ 05/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
33
olbianotizie.it ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
35
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lasaluteinpillole.it ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
37
allnews24.eu ­ ­ 03/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
39
tiscali.it ­ ­ 03/06/2016
Punture api, vespe e calabroni. 500mila bambini ogni anno
41
aduc.it ­ ­ 03/06/2016
Pediatria, scoperta allergia “nascosta”. Sembra rinite comune
42
ilfogliettone.it ­ ­ 06/06/2016
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%
43
allnews24.eu ­ ­ 03/06/2016
Scoperta allergia “nascosta” in Pediatria
45
Wordpress.com (IT) ­ ­ 07/06/2016
Punture d'insetti, l'immunoterapia può salvare la vita
47
healthdesk.it ­ ­ 06/06/2016
Esperti a Palermo, scoperta allergia "nascosta": sembra rinite comune
48
Palermotoday.it ­ ­ 06/06/2016
Pediatria: scoperta un tipo di allergia “nascosta”
49
medicalive.it ­ ­ 07/06/2016
Il decalogo contro le punture di vespe e calabroni
50
lasentinella.gelocal.it ­ ­ 07/06/2016
Un nuovo test per la rinite allergica nascosta
51
healthdesk.it ­ ­ 07/06/2016
Scoperta Allergia Nascosta Nei Bambini La #LAR Risulta Negativa A Prove Allergiche
52
Zazoom.it ­ ­ 07/06/2016
Allergie | scoperta la Lar nei bambini
53
Zazoom.it ­ ­ 07/06/2016
Allergia nei bambini, grande scoperta per migliorare la qualità della vita
54
siciliafan.it ­ ­ 07/06/2016
Salute bambini: scoperta la rinite allergica nascosta
55
farmacia.it ­ ­ 08/06/2016
Congresso Siaip: riflettori puntati sulla rinite allergica locale e sulle punture da imenotteri
56
doctor33.it ­ ­ 10/06/2016
Test allergie bambini negativo? potrebbe essere la LAR
57
universonline.it ­ ­ 10/06/2016
Allergia nascosat nei bambini: un nuovo test per riconoscerla
59
Wordpress.com (IT) ­ ­ 20/06/2016
Api e calabroni, 10 mosse contro le punture
61
Quimamme.leiweb.it ­ ­ 27/06/2016
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7 June 2016 - 08:29
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Scoperta un tipo di allergia "nascosta" nei
bambini
Ora è possibile identificare, e trattare, come allergici i bambini che in precedenza sarebbero stati
diagnosticati come non allergici, migliorando la loro qualità di vita, grazie alla scoperta
dell'allergia "nascosta" in Pediatria. E' una forma di rinite (la LAR, Local Allergic Rhinitis) che
risulta negativa alle prove allergiche, ma che ora può essere intercettata grazie alle recenti
procedure diagnostiche. I risultati dello studio, tutto italiano, condotto dal Servizio di
Immunologia e Allergologia Pediatrica dell'Università "Sapienza" di Roma diretto da Marzia
Duse, accettato per la pubblicazione sulla rivista internazionale American Journal
Rhinology&Allergy, e' stato presentato al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia
Pediatria (SIAIP) che si è chiuso a Palermo. Lo studio conferma per la prima volta sui bambini la
validità dei test eseguiti sulla mucosa nasaleper intercettare la LAR, rinite allergica locale (Local
AllergicRhinitis),che si manifesta con gli stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione
nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. I bambini
affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. "La rinite, a torto considerata
"la Cenerentola" delle allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei
bambini, - piega Anna Maria Zicari, autore dello studio,- con sintomi fastidiosi quali ostruzione
del naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a
stanchezza, scarso rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica".
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6 June 2016 - 00:49
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Scoperta un tipo di allergia "nascosta" in
Pediatria
Ora è possibile identificare, e trattare, come allergici i bambini che in precedenza sarebbero stati
diagnosticati come non allergici, migliorando la loro qualità di vita, grazie alla scoperta
dell'allergia "nascosta" in Pediatria. E' una forma di rinite (la LAR, Local Allergic Rhinitis) che
risulta negativa alle prove allergiche, ma che ora può essere intercettata grazie alle recenti
procedure diagnostiche. I risultati dello studio, tutto italiano, condotto dal Servizio di
Immunologia e Allergologia Pediatrica dell'Università "Sapienza" di Roma diretto da Marzia
Duse, accettato per la pubblicazione sulla rivista internazionale American Journal
Rhinology&Allergy, e' stato presentato al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia
Pediatria (SIAIP) che si è chiuso a Palermo. Lo studio conferma per la prima volta sui bambini la
validità dei test eseguiti sulla mucosa nasaleper intercettare la LAR, rinite allergica locale (Local
AllergicRhinitis),che si manifesta con gli stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione
nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. I bambini
affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. "La rinite, a torto considerata
"la Cenerentola" delle allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei
bambini, - piega Anna Maria Zicari, autore dello studio,- con sintomi fastidiosi quali ostruzione
del naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a
stanchezza, scarso rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica".
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6 June 2016 - 00:05
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Pediatria, scoperta allergia "nascosta".
Sembra rinite comune, Nuovi test su mucosa
nasale riescono a "scovarla"
Roma, 6 giu. (askanews) - Si chiama LAR, rinite allergica locale (Local Allergic Rhinitis), si
manifesta con gli stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso
chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. E' un'allergia "nascosta". I bambini
affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. Ma ora è possibile
diagnosticarla, e quindi trattarla con terapia adeguata, perché nuovi studi scientifici confermano la
validità dei test eseguiti a livello della mucosa nasale, gli unici in grado di "scovare" la LAR.Al
Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatria, che si è chiuso ieri a
Palermo, è stato presentato uno studio tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e
Allergologia Pediatrica dell'Università "La Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, accettato
per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale American Journal Rhinology &
Allergy, che conferma come nella mucosa nasale sia possibile rilevare l'infiammazione allergica
anche quando i test allergici cutanei ed ematici risultano negativi.
"Per diagnosticare la LAR", spiega Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria
presso La Sapienza e primo autore dello studio, "occorre eseguire il test di 'provocazione nasale',
che consiste, come prima cosa, nell'eseguire una 'spirometria del naso' per calcolare il grado di
ostruzione delle due narici separatamente e successivamente nel far respirare con il naso
l'allergene da testare (graminacee, polvere ecc.). Se l'ostruzione aumenta dopo la respirazione
dell'allergene vuol dire che a livello locale c'è una risposta locale con infiammazione allergica.
Questa procedura consente di identificare e trattare come allergici non pochi bambini che in
precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici".Ancora non si conosce la reale
prevalenza di questa variante di rinite perché mancano studi epidemiologici in età pediatrica. In
uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la LAR è stata diagnosticata nel 25,7%
dei soggetti studiati. "Cercarla è importante perché molte delle riniti 'non allergiche' trascurate e
mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove conoscenze e l'impatto sulla salute e
sul benessere dei bambini è estremamente importante", afferma Marzia Duse Presidente della
SIAIP. "La rinite, a torto considerata "la Cenerentola" delle allergie, ha invece un notevole
impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del
naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza,
scarso rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica".
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6 June 2016 - 00:26
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Pediatria, scoperta allergia "nascosta".
Sembra rinite comune
Roma, 6 giu. (askanews) - Si chiama LAR, rinite allergica locale (Local Allergic Rhinitis), si
manifesta con gli stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso
chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. E' un'allergia "nascosta". I bambini
affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. Ma ora è possibile
diagnosticarla, e quindi trattarla con terapia adeguata, perché nuovi studi scientifici confermano la
validità dei test eseguiti a livello della mucosa nasale, gli unici in grado di "scovare" la LAR.Al
Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatria, che si è chiuso ieri a
Palermo, è stato presentato uno studio tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e
Allergologia Pediatrica dell'Università "La Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, accettato
per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale American Journal Rhinology &
Allergy, che conferma come nella mucosa nasale sia possibile rilevare l'infiammazione allergica
anche quando i test allergici cutanei ed ematici risultano negativi.
"Per diagnosticare la LAR", spiega Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria
presso La Sapienza e primo autore dello studio, "occorre eseguire il test di 'provocazione nasale',
che consiste, come prima cosa, nell'eseguire una 'spirometria del naso' per calcolare il grado di
ostruzione delle due narici separatamente e successivamente nel far respirare con il naso
l'allergene da testare (graminacee, polvere ecc.). Se l'ostruzione aumenta dopo la respirazione
dell'allergene vuol dire che a livello locale c'è una risposta locale con infiammazione allergica.
Questa procedura consente di identificare e trattare come allergici non pochi bambini che in
precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici".Ancora non si conosce la reale
prevalenza di questa variante di rinite perché mancano studi epidemiologici in età pediatrica. In
uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la LAR è stata diagnosticata nel 25,7%
dei soggetti studiati. "Cercarla è importante perché molte delle riniti 'non allergiche' trascurate e
mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove conoscenze e l'impatto sulla salute e
sul benessere dei bambini è estremamente importante", afferma Marzia Duse Presidente della
SIAIP. "La rinite, a torto considerata "la Cenerentola" delle allergie, ha invece un notevole
impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del
naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza,
scarso rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica".
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3 June 2016 - 11:50
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
03/06/2016 Allergologia e immunologia clinica Pediatria Estate
Adnkronos Salute
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Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono
punti da api, vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o
grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono
persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere
oltre al distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società
italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.
L'immunoterapia è un salvavita nei casi più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate la stagione più a rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi:
1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare
di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei
prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e
bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina
nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché
le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i
finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10)
Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
"E' molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali
manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non
tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che
per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini".
"Se però c'è stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda
Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso
e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici,
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario,
occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e
adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo".
Nei casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed
è considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito
da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di
modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine
dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per
circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una
reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso
per caso, tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua
famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il
vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori".
La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi insetti che
sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei
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giardini. Inoltre, nella stagione calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare
abiti che lasciano scoperte zone del corpo più ampie.
Servizio di aggiornamento in collaborazione con:
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18 June 2016 - 14:06
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I 10 consigli per non farsi pungere da vespe,
api e calabroni
Approfondimenti
Meduse e ricci: consigli di primo soccorso
L’estate è ormai è alle porte e tra una gita in campagna e una giornata al mare il rischio di essere
punti dagli imenotteri (api, vespe e calabroni) è dietro l’angolo. Secondo gli ultimi dati della
Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip), in Italia oltre cinque milioni di
persone vengono attaccati da questi insetti ogni anno. Non sono immuni i bambini e gli
adolescenti che trascorrono più tempo all’aperto rispetto agli adulti: sono più di 500.000 quelli
punti ogni anno e circa 25.000 (pari al 5 per cento) hanno una reazione allergica che può essere
lieve o grave. Nell’un per cento dei casi si arriva allo shock anafilattico.
Prurito e allergia: due cose diverse. Durante il congresso della Siaip, che si è tenuto i primi di
giugno a Palermo, gli esperti hanno dato dei consigli pratici per prevenire le punture degli
imenotteri e evitare inutili rischi. Innanzitutto bisogna distinguere le reazioni allergiche vere e
proprie dal normale bruciore e arrossamento della pelle. Gli insetti con pungiglione iniettano
sostanze nocive che possono provocare dolore e prurito. Si parla, invece, di allergia quando l’area
interessata dalla puntura è estesa, il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e
può durare fino a 7-10 giorni. A volte si possono avere sintomi come febbre, crisi d'asma e calo
della pressione. “Il nostro corpo può rispondere in vari modi: si va dalle lesioni locali estese,
caratterizzate da manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per diversi giorni, a
quelle sistemiche che possono coinvolgere anche l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio”,
spiega Francesco Paravati, direttore dell’unità operativa di Pediatria di Crotone.
Primo soccorso. Quando ci troviamo in presenza di api, vespe e calabroni, sbracciarsi o urlare non
è il comportamento ideale. “In questo modo si attirano ancora di più gli insetti. Meglio
allontanarsi lentamente. Una volta punti, nei casi più lievi, basta applicare una pomata al
cortisone. Se abbiamo macchie rosse in tutto il corpo, bisogna prendere un antistaminico”. Inoltre,
dobbiamo rimuovere immediatamente il pungiglione, entro 20 secondi, usando le unghie o delle
pinzette. È utile anche applicare del ghiaccio.
“Se però la reazione non coinvolge solo la pelle, ma cominciano i dolori addominali e abbiamo
problemi a respirare, allora è meglio recarsi in ospedale. Una volta risolto il problema, però, è
importante rivolgersi ad uno specialista. Questi pazienti dovrebbero essere visitati da un
allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e sierologici e devono
seguire un’appropriata terapia. Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di
emergenza composto da un antistaminico, cortisonico e dall’adrenalina auto-iniettabile e
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18 June 2016 - 14:06
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informare i genitori o l’adolescente sulle modalità d’utilizzo”.
Esiste un vaccino. Nei casi più gravi è consigliabile il vaccino. Ha una efficacia anche del 100 per
cento ed è considerata una vera e propria terapia salvavita. “È indicato per chi è sottoposto
frequentemente al rischio di punture come ad esempio gli apicoltori. Ma deve essere
somministrato da specialisti. Non può essere eseguito a domicilio ma va fatto in un centro
ospedaliero attrezzato perché bisogna essere pronti ad affrontare eventuali reazioni dei pazienti.
La durata media del vaccino va dai 3 ai 5 anni”, aggiunge Paravati. Attualmente in Italia 13.000
persone tra adulti e bambini sono sottoposti ad immunoterapie.
La stagione più a rischio resta quella estiva: “In questi mesi siamo più esposti agli insetti che
sciamano per procurarsi cibo. Inoltre, indossiamo abiti che lasciano scoperte zone del corpo più
ampie e possiamo attirarli con profumi e creme”.
Gli allergologi riuniti al convegno della Siaip hanno stilato le dieci regole da seguire, valide per
tutti, per ridurre il rischio di essere punti dagli imenotteri:
• Non indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco;
• evitare di usare profumi, preferire shampoo e creme solari inodori;
• non camminare scalzi nei prati;
• evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura;
• non lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all’aperto; non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina, nella quale gli insetti potrebbero entrare;
• fare particolare attenzione se si spostano ceppi in quanto le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze;
• evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8 applicare le zanzariere alle finestre;
• tenere ben chiuse le pattumiere;
• rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri ma allontanarsi lentamente.
(18 Giugno 2016) Tag: allergie, consigli utili, estate, insetti
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3 June 2016 - 00:36
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Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5%Roma, 3 giu.
(AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono punti da api,
vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o grave. Si va dalle
lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per diversi
giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto cutaneo
quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità. Fino ad arrivare a uno
shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente riguarda solo
l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società italiana di allergologia e
immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo. L'immunoterapia è un salvavita nei casi
più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a rischio - propongono
un decalogo per ridurre i rischi: 1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto
vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3)
Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta
matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite
zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare
attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7)
Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9)
Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di
imenotteri, ma allontanarsi piano piano. "E' molto importante distinguere le reazioni allergiche
vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la presidente della
Siaip, Marzia Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura
risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini". "Se però c'è
stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda Francesco
Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso e
risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici,
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario,
occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e
adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo". Nei
casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed è
considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito da
personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di
modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine
dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per
circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini. Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i
bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione allergica di tipo sistemico - consiglia
Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso per caso, tenendo anche presente che la qualità
di vita del bambino, dell'adolescente e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa
dell'ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli
apicoltori e degli agricoltori". La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente
l'esposizione a questi insetti che sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto
con i bambini nei parchi e nei giardini. Inoltre, nella stagione calda è più frequente praticare
attività fisica all'aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone del corpo più ampie. The post
Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5% appeared first on
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In Italia ogni anno oltre mezzo milione di
bambini e adolescenti sono punti dagli
imenotteri
In Italia ogni anno oltre mezzo milione di bambini e adolescenti sono punti dagli
imenotteriPalermo In Italia oltre cinque milioni di persone vengono punte ogni anno dagli
imenotteri (api, vespe, calabroni) e circa il 5% sviluppa una reazione allergica sistemica. Le
punture di questi insetti riguardano più di 500 mila bambini e adolescenti; circa 25 mila (pari al
5%) sviluppano una reazione allergica che può essere lieve o grave: si va dalle lesioni locali
estese, caratterizzate da manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per diversi
giorni, a quelle sistemiche, ad esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto
cutaneo, quello gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio, con vari gradi di gravità, sino a
realizzare lo shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente
riguarda solo l’1% dei casi. “E’ molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie
dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea”, spiega la Presidente della SIAIP
Marzia Duse. “Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura
risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini”. “Se però c’è
stata una reazione grave occorre seguire l’iter diagnostico e terapeutico” spiega Francesco
Paravati, direttore UO Pediatria di Crotone. “Non basta infatti andare al Pronto Soccorso e
risolvere l’episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un’appropriata terapia. Quando necessario,
occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da un antistaminico, cortisonico e
dall’adrenalina auto-iniettabile e informare i genitori o l’adolescente sulle modalità d’utilizzo”.
Nei casi più gravi si deve far ricorso all’immunoterapia che presenta un’efficacia particolarmente
elevata (90-100%) ed è considerata una terapia salvavita. Il vaccino, che deve essere eseguito da
personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni, ed è in grado di
modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine
dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per
circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini. Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? “Tutti i
bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione allergica di tipo sistemico; negli altri casi
la scelta va valutata caso per caso tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino,
dell’adolescente e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell’ansia di essere
punto. Devono fare il vaccino inoltre le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli
agricoltori”, aggiunge Paravati. La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente
l’esposizione a questi insetti, che sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a
contatto con i bambini nei parchi, giardini, etc. Inoltre nella stagione calda è più frequente
praticare attività fisica all’aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone del corpo più ampie.
E proprio in occasione della stagione estiva la SIAIP ricorda le 10 regole da seguire, valide per
tutti, per ridurre il rischio di essere punti dagli imenotteri: Evitare di indossare abiti larghi e di
colore nero o molto vivace, preferire il bianco; Evitare di usare profumi, preferire shampoo e
creme solari inodori; Evitare di camminare scalzi nei prati; Evitare di avvicinarsi a fiori molto
profumati o frutta matura; Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all’aperto; non
bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina, nella quale gli insetti potrebbero entrare; Fare
particolare attenzione se si spostano ceppi in quanto le vespe nidificano spesso nelle immediate
vicinanze; Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; Applicare le zanzariere alle finestre;
Tenere ben chiuse le pattumiere; Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri
ma allontanarsi piano piano.
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Il Calabrone Killer arriva in Italia: ecco come
riconoscerlo e difendersi
03 giugno 2016 - 19:08
• Una nuova specie, soprannominata calabrone killer, sta per
invadere l’Italia. Le sue punture possono essere mortali. Ecco
come riconoscerlo
Il Calabrone Killer arriva in Italia: ecco come riconoscerlo e difendersi
Il Calabrone Killer arriva in Italia: ecco come riconoscerlo e difendersi – Una nuova specie di
calabrone killer sta per invadere l’Italia. Si tratta della vespa velutina originaria della Cina che da
un po’ di mesi è partita all’attacco del Vecchio Continente e presto sbarcherà anche in Italia. Ad
una prima occhiata questo killer dei cieli, potrebbe sembrare il classico calabrone presente su
tutto il nostro territorio. In realtà, però, le due specie sono molto diverse. E’ lungo circa tre
centimetri e a differenza del nostro calabrone questa vespa ha delle zampe di una tipica
colorazione gialle e nera. Le antenne, invece, sono completamente nere. Il calabrone killer
secondo gli esperti è una creature estremamente aggressiva e può infliggere punture che possono
condurre addirittura alla morte. […]
• Più precisamente il calabrone killer che sta per arrivare in Italia può provocare delle lesioni
locali particolarmente estese e dolorose che posso bruciare anche per giorni. Può cagionare,
inoltre, lesioni dell’apparato gastrico, cardiocircolatorio e respiratorio. In un soggetto
particolarmente allergico, infine può scatenare anche un forte shock anafilattico che se non
curato in tempo e adeguatamente può condurre anche alla morte.”Soprattutto per quanto
riguarda i bambini, è di estrema importanza saper distinguere le reazioni allergiche dalle meno
serie manifestazioni di ipersensibilità cutanea. Non tutte le reazioni cutanee comportano il
rischio di una possibile risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento estremamente
raro”, ha spiegato la professoressa Marzia Duse, presidente della Società Italiana di
Allergologia e Immunologia Pediatrica. Nel caso in cui, in seguito alla puntura del calabrone
killer, si scateni una grave reazione, dopo essere andati in ospedale, ci si dovrà
immediatamente rivolgere ad uno specialista. […]
• “Non sarà sufficiente recarsi al Pronto Soccorso e risolvere l’episodio acuto. Bisogna cercare
la radice del problema. Questi pazienti devono assolutamente essere valutati da un allergologo.
Quando è necessario, bisogna munire questi pazienti di un kit di emergenza composto da un
antistaminico, cortisonico e dall’adrenalina auto-iniettabile ha commentato Francesco Paravati,
direttore del reparto di Pediatria di Crotone.
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Punture di vespe, api e calabroni: il decalogo
dei pediatri
Tra i pericoli principali che i bambini corrono in estate e non solo sono le punture pi, vespe e
calabroni. Purtroppo in Italia ogni anno si contano 550 mila piccole vittime e circa il 5% ha una
reazione allergica che può essere lieve o grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni
orticaroidi diffuse allo choc anafilattico. Per questo motivo i pediatri italiani hanno elaborato un
decalogo per ridurre i rischi.
1. Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco;
2. Evitare di usare profumi, preferire shampo0 e creme solari inodori;
3. Evitare di camminare scalzi nei prati;
4. Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura;
5. Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all’aperto, e non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare;
6. Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze;
7. Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti;
8. Applicare le zanzariere alle finestre;
9. Tenere ben chiuse le pattumiere;
10. Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
La presidente della Siaip, Marzia Duse, ha inoltre raccomandato
“E’ molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali
manifestazioni di ipersensibilità cutanea. Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di
una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra
bambini”.
Nei casi più gravi si deve far ricorso all’immunoterapia, che presenta un’efficacia del 90-100% ed
è considerata una terapia salvavita. Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in
centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta
immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a
successive punture. Consultate il pediatra e fatevi consigliare.
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3 June 2016 - 12:03
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per diversi giorni, a quelle
sistemiche a esordio piu' rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto cutaneo quelli gastrico,
respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravita'. Fino ad arrivare a uno shock
anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente riguarda solo l'1% dei
casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Societa' italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.
L'immunoterapia e' un salvavita nei casi piu' gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate la stagione piu' a rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi:
1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare
di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei
prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e
bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina
nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi
perche' le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i
finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10)
Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
"E' molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle piu' banali
manifestazioni di ipersensibilita' cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non
tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che
per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini".
"Se pero' c'e' stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda
Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso
e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici,
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario,
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occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e
adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalita' d'utilizzo".
Nei casi piu' gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed
e' considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito
da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed e' in grado
di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine
dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per
circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una
reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso
per caso, tenendo anche presente che la qualita' di vita del bambino, dell'adolescente e della sua
famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il
vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori".
La stagione piu' a rischio e' quella estiva, in cui e' piu' frequente l'esposizione a questi insetti che
sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei
giardini. Inoltre, nella stagione calda e' piu' frequente praticare attivita' fisica all'aperto e indossare
abiti che lasciano scoperte zone del corpo piu' ampie.
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
torna alla lista 3 giugno 2016- 13:21 Dalla reazione lieve allo shock, il decalogo degli allergologi
Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono
punti da api, vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o
grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono
persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere
oltre al distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società
italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.L'immunoterapia è
un salvavita nei casi più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a
rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi:1) Evitare di indossare abiti larghi e di
colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e
creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori
molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia
all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero
entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le
zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di
agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano."E' molto importante distinguere le
reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il
rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto
tra bambini"."Se però c'è stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico raccomanda Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al
pronto soccorso e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un
allergologo o da un pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test
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cutanei e/o sierologici, e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata
terapia. Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da
antistaminico, cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle
modalità d'utilizzo".Nei casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta
un'efficacia del 90-100% ed è considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il
vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in
Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.Ma chi, in
particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione
allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso per caso,
tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua famiglia
potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre,
le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori".La stagione più a rischio è
quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi insetti che sciamano negli ambienti per
procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei giardini. Inoltre, nella stagione
calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone
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Allarme per i "calabroni killer" dalla Cina.
Come evitare la reazione allergica
Le punture di questi insetti, ma anche di api e vespe, riguardano più di 500 mila bambini e
adolescenti. I consigli degli esperti per difendersi dagli imenotteri
Allarme per i "calabroni killer" dalla Cina. Come evitare la
reazione allergica
CON L'ARRIVO dell'estate il rischio di essere "vittima" di api, vespe e calabroni aumenta perché
questi insetti sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei
parchi. Inoltre, è più frequente praticare attività fisica all’aperto e indossare abiti che lasciano
scoperte zone del corpo più ampie. Fra l'altro quest'anno la preoccupazione cresce visto che gli
esperti annunciano un aumento dei "calabroni killer". In Italia 9 persone su 10 vengono punte da
un imenottero almeno una volta nella vita e circa il 5% sviluppa una reazione allergica sistemica.
Le punture di questi insetti riguardano più di 500 mila bambini e adolescenti, circa 25 mila (pari
al 5%) sviluppano una reazione allergica. Gli esperti avvisano: attenzione al calabrone killer
perché quest’estate è prevista una maggiore diffusione nella nostra penisola. "Calabrone killer":
come riconoscerlo. Dagli esperti arriva la conferma, che quest’estate, con tutta probabilità,
aumenterà nella nostra penisola la diffusione della Vespa Velutina. Conosciuta con il minaccioso
nome di "Calabrone Killer", la vespa ha iniziato a procurare allarme dalla scorsa estate per il suo
passaggio dalla Francia alle regioni del Nord Ovest, come Piemonte e Liguria. Arrivata in Italia
dalla Cina, via Francia nel 2012, è classificata come specie “aliena” e in pratica non ha nemici
naturali, quindi l’unico in grado di fermarne l’avanzata sembrerebbe proprio essere l’uomo. Il
calabrone killer può essere confuso con il nostro calabrone comune ma ha delle sostanziali
differenze. È più piccolo, è lungo circa 3 cm contro i 4 cm del calabrone e ha colori diversi visto
che presenta le zampe di due colori nero e giallo e le antenne nere. L’allarme per l’arrivo di
questo calabrone alieno è arrivato per primo dal mondo degli apicoltori poiché gran parte della
dieta delle sue larve è a base di api. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori,
il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, predando le api,
rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale sia alla produzione delle colture agricole la
cui impollinazione si basa sull’azione delle api. Infine, non è da sottovalutare il pericolo per la
salute pubblica. Si tratta infatti, secondo gli esperti, di una specie aggressiva che può infliggere
punture pericolose e potenzialmente letali per l’uomo. Api, vespe e "calabroni killer", come
evitare una reazione allergica I soggetti più a rischio. Le persone che registrano il maggior
numero di reazioni allergiche da veleno di imenotteri sono gli apicultori, che hanno un rischio
classificabile come professionale, che li porta a registrare fino al 32%2 delle reazioni sistemiche.
Mentre un discorso diverso va fatto per gli anziani che diventano allergici agli imenotteri, il cui
problema consiste nel rischio di sviluppare reazioni più gravi nella fragilità, dovuto nella
maggioranza dei casi alla presenza di patologie concomitanti, con particolare riferimento alle
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malattie cardiovascolari. I sintomi dell'allergia. Tutti gli insetti, comunque, possono scatenare una
vera e propria reazione allergica che può essere lieve o grave: si va dalle lesioni locali estese,
caratterizzate da manifestazioni simili all’orticaria che possono persistere per diversi giorni, a
quelle sistemiche, ad esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre alla pelle, l’apparato
gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio, con vari gradi di gravità, sino a realizzare lo shock
anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente riguarda solo l’1% dei
casi. "Soprattutto nei bambini è molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie
dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega Marzia Duse, presidente della
Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip) in occasione del Congresso che
si svolge dal 3 al 5 giugno a Palermo - .Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di
una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra
bambini". Cosa fare in caso di reazione allergica. Se c’è stata una reazione grave bisogna seguire
l’iter diagnostico e terapeutico. "Non basta andare al Pronto Soccorso e risolvere l’episodio acuto
- chiarisce Francesco Paravati, direttore UO Pediatria di Crotone - .Questi pazienti dovrebbero
essere valutati da un allergologo o da un pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi
che si avvale di test cutanei e/o sierologici e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e
un’appropriata terapia. Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza
composto da un antistaminico, cortisonico e dall’adrenalina auto-iniettabile e informare i genitori
o l’adolescente sulle modalità d’utilizzo". L’immunoterapia. Nei casi più gravi si deve far ricorso
all’immunoterapia che ha un’efficacia particolarmente elevata (90-100%) ed è considerata una
terapia salvavita. Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici
qualificati, viene praticato per 3-5 anni, ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei
soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive
punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e
bambini. Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno
avuto una reazione allergica di tipo sistemico; negli altri casi la scelta va valutata caso per caso
tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell’adolescente e della sua famiglia
potrebbe essere insoddisfacente a causa dell’ansia di essere punto. Devono fare il vaccino inoltre
le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori", aggiunge Paravati. Il
problema del rimborso. Purtroppo l’immunoterapia non è rimborsata in tutte le regioni.
"Vogliamo segnalare, una volta ancora, ai cittadini e alle istituzioni la necessità di correggere un
problema che vede l’Italia muoversi a due velocità nell’accesso a importanti terapie salvavita»
dichiara Massimo Alfieri, Presidente di FederAsma e Allergie Onlus. "Ci riferiamo
all’Immunoterapia specifica che a oggi non è rimborsata in tutte le regioni italiane, pur
rappresentando secondo gli esperti, l’unica terapia in grado di regolare la risposta immunitaria nei
soggetti allergici, proteggendoli da successive reazioni nel lungo termine. Alcune importanti
regioni come la Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna non presentano nessun tipo di
rimborso, mentre altre come Piemonte e Puglia prevedono alcune facilitazioni per il paziente.
Questa disparità di trattamento, a fronte di linee guida scientifiche chiare, non dovrebbe essere
possibile. Per questo motivo ci batteremo affinché i diritti dei pazienti all’accesso
dell’immunoterapia, siano gli stessi in tutta Italia" L’autoiniettore di adrenalina. E' uno strumento
medico che consente di iniettare l’adrenalina in circa 10 secondi, in modo da "limitare" i sintomi
delle reazioni allergiche più gravi, come lo shock anafilattico. Quando necessario, l’allergologo
prescrive al paziente allergico l’autoiniettore di adrenalina, spiegandogli come utilizzarlo. Il
paziente deve sempre portarlo con sé e sapere come e quando usarlo. Le più recenti linee guida
suggeriscono la prescrizione di due autoiniettori in alcune categorie di pazienti, per la possibile
necessità di una seconda dose di adrenalina durante uno shock anafilattico. Alcuni esempi sono
rappresentati da pazienti allergici al veleno di imenotteri affetti da particolari malattie
(mastocitosi), da quelli che hanno sviluppato in passato una reazione molto grave, oppure hanno
già avuto bisogno di un dosaggio doppio di adrenalina durante una precedente reazione
anafilattica, o anche in pazienti che abitano molto lontano da un presidio di Pronto Soccorso.
L’adrenalina autoiniettabile è classificata in fascia H ed è rimborsata integralmente su tutto il
territorio nazionale su prescrizione dello specialista. I pazienti con reazione anafilattica accertata,
ricevono gratuitamente dal Sistema Sanitario una confezione di adrenalina, che può essere
sostituita all’utilizzo o alla scadenza. "Punto nel vivo". E' la campagna d’informazione patrocinata
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da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti e realizzata con il contributo
incondizionato di ALK-Abellò. L’iniziativa sarà attiva fino ad ottobre inoltrato e si pone
l’obiettivo di far conoscere agli italiani l’esistenza, le caratteristiche e le terapie delle reazioni
allergiche da punture di imenotteri. Una famiglia quella degli imenotteri, che comprende oltre
100.000 specie d’insetti, tra i quali, i più noti e comuni sono, senza dubbio le api, le vespe e i
calabroni. Per maggiori informazioni sulle iniziative della campagna e sui centri allergologici di
riferimento è possibile consultare: www.facebook.com/puntonelvivo e
www.federasmaeallergie.org
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Salute: 500 mila bambini l’anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono
punti da api, vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o
grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono
persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere
oltre al distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società
italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.L'immunoterapia è
un salvavita nei casi più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a
rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi:1) Evitare di indossare abiti larghi e di
colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e
creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori
molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia
all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero
entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le
zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di
agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano."E' molto importante distinguere le
reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il
rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto
tra bambini"."Se però c'è stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico raccomanda Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al
pronto soccorso e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un
allergologo o da un pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test
cutanei e/o sierologici, e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata
terapia. Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da
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antistaminico, cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle
modalità d'utilizzo".Nei casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta
un'efficacia del 90-100% ed è considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il
vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in
Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.Ma chi, in
particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione
allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso per caso,
tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua famiglia
potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre,
le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori".La stagione più a rischio è
quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi insetti che sciamano negli ambienti per
procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei giardini. Inoltre, nella stagione
calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone
del corpo più ampie.
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api, vespe e calabroni, rischia il 5% 13:41 3 Giugno
2016 Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti
sono punti da api, vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o
grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono
persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere
oltre al distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società
italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo. Fonte: adnkronos
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Dalla reazione lieve allo shock, il decalogo degli allergologi
03/06/2016 13:21
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Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550
mila bambini e adolescenti sono punti da api, vespe e calabroni, e
circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o grave.
Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi
diffuse che possono persistere per diversi giorni, a quelle
sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al
distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio
con vari gradi di gravità. Fino ad arrivare a uno shock anafilattico
che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente
riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal
Congresso della Società italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.L'immunoterapia è un salvavita nei casi più gravi,
sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a rischio - propongono un decalogo
per ridurre i rischi:1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il
bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di
camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5)
Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione
se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di
viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben
chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma
allontanarsi piano piano."E' molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie
dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia
Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta
anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini"."Se però c'è stata una
reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda Francesco Paravati,
direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso e risolvere
l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un pediatra
allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici, e per
mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario, occorre
dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e adrenalina
auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo".Nei casi più gravi
si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed è considerata una
terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito da personale
esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la
risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni
dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila
pazienti tra adulti e bambini.Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli
adolescenti che hanno avuto una reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli
altri casi la scelta va valutata caso per caso, tenendo anche presente che la qualità di vita del
bambino, dell'adolescente e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia
di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori
e degli agricoltori".La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a
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questi insetti che sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini
nei parchi e nei giardini. Inoltre, nella stagione calda è più frequente praticare attività fisica
all'aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone del corpo più ampie.
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Allarme calabroni killer: ecco chi sono i
soggetti più a rischio
Con l'arrivo dell'estate il rischio di essere "vittima" di api, vespe e calabroni aumenta perché
questi insetti sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei
parchi. Inoltre, è più frequente praticare attività fisica all’aperto e indossare abiti che lasciano
scoperte zone del corpo più ampie. Fra l'altro quest'anno la preoccupazione cresce visto che gli
esperti annunciano un aumento dei "calabroni killer". In Italia 9 persone su 10 vengono punte da
un imenottero almeno una volta nella vita e circa il 5% sviluppa una reazione allergica sistemica.
Le punture di questi insetti riguardano più di 500 mila bambini e adolescenti, circa 25 mila (pari
al 5%) sviluppano una reazione allergica.
Gli esperti avvisano: attenzione al calabrone killer perché quest’estate è prevista una maggiore
diffusione nella nostra penisola. Dagli esperti arriva la conferma, che quest’estate, con tutta
probabilità, aumenterà nella nostra penisola la diffusione della Vespa Velutina. Conosciuta con il
minaccioso nome di "Calabrone Killer", la vespa ha iniziato a procurare allarme dalla scorsa
estate per il suo passaggio dalla Francia alle regioni del Nord Ovest, come Piemonte e Liguria.
Arrivata in Italia dalla Cina, via Francia nel 2012, è classificata come specie “aliena” e in pratica
non ha nemici naturali, quindi l’unico in grado di fermarne l’avanzata sembrerebbe proprio essere
l’uomo. Il calabrone killer può essere confuso con il nostro calabrone comune ma ha delle
sostanziali differenze. È più piccolo, è lungo circa 3 cm contro i 4 cm del calabrone e ha colori
diversi visto che presenta le zampe di due colori nero e giallo e le antenne nere. L’allarme per
l’arrivo di questo calabrone alieno è arrivato per primo dal mondo degli apicoltori poiché gran
parte della dieta delle sue larve è a base di api. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti
impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale,
predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale sia alla produzione delle
colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api. Infine, non è da sottovalutare il
pericolo per la salute pubblica. Si tratta infatti, secondo gli esperti, di una specie aggressiva che
può infliggere punture pericolose e potenzialmente letali per l’uomo.
Le persone che registrano il maggior numero di reazioni allergiche da veleno di imenotteri sono
gli apicultori, che hanno un rischio classificabile come professionale, che li porta a registrare fino
al 32%2 delle reazioni sistemiche. Mentre un discorso diverso va fatto per gli anziani che
diventano allergici agli imenotteri, il cui problema consiste nel rischio di sviluppare reazioni più
gravi nella fragilità, dovuto nella maggioranza dei casi alla presenza di patologie concomitanti,
con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari.
Tutti gli insetti, comunque, possono scatenare una vera e propria reazione allergica che può essere
lieve o grave: si va dalle lesioni locali estese, caratterizzate da manifestazioni simili all’orticaria
che possono persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche, ad esordio più rapido, che possono
coinvolgere oltre alla pelle, l’apparato gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio, con vari gradi di
gravità, sino a realizzare lo shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l’1% dei casi. "Soprattutto nei bambini è molto importante
distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità
cutanea - spiega Marzia Duse, presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia
Pediatrica (Siaip) in occasione del Congresso che si svolge dal 3 al 5 giugno a Palermo - .Non
tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che
per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini".
Se c’è stata una reazione grave bisogna seguire l’iter diagnostico e terapeutico. "Non basta andare
al Pronto Soccorso e risolvere l’episodio acuto - chiarisce Francesco Paravati, direttore UO
Pediatria di Crotone - .Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un’appropriata terapia. Quando necessario,
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occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da un antistaminico, cortisonico e
dall’adrenalina auto-iniettabile e informare i genitori o l’adolescente sulle modalità d’utilizzo".
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Allarme calabroni killer provenienti dalla
Cina: i consigli degli esperti
L’arrivo dell’estate e il maggior tempo libero trascorso all’aria aperta aumenta come ogni anno il
rischio di punture di api vespe e calabroni.
Ma per quest’anno gli esperti prevedono una maggiore diffusione della cosiddetta Vespa
Velutina, più comunemente conosciuta come “calabrone killer” per la pericolosità degli effetti
derivanti dalla sua puntura.
L’allarme era scattato già la scorsa estate, quando le vespe velutine avevano letteralmente invaso
la Francia ed erano state avvistate anche in Piemonte ed in Liguria.
Arrivata dalla Cina, questa razza può essere facilmente confusa con il calabrone comune, ma in
realtà è più piccola, è lunga circa 3 cm e presenta le zampe di colore nero e giallo.
L’allarme è scattato direttamente dal settore degli apicoltori, a causa del fatto che buona parte
della dieta delle larve è proprio a base di api.
La sua presenza infatti può essere un rischio consistente non soltanto per la salvaguardia della
biodiversità vegetale ma anche per la produzione delle colture agricole la cui impollinazione
deriva proprio dal lavoro delle api.
Secondo gli esperti si tratta di una razza particolarmente aggressiva, capace di infliggere punture
pericolose e addirittura potenzialmente letali per l’uomo.
Al momento si tratta di una specie che non sembrerebbe avere “nemici naturali”, quindi la sua
diffusione potrebbe essere bloccata solo dall’intervento dell’uomo.
Considerando che in Italia 9 persone su 10 vengono punte dagli insetti almeno una volta nella
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vita, gli esperti della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica hanno stilato un
decalogo per limitare i rischi e scongiurare il più possibile le punture, spesso causa di reazioni
allergiche anche gravi:
1. Non indossare abiti larghi e dai colori vivaci o neri, prediligere indumenti bianchi
2. Evitare di utilizzare cosmetici e creme solari profumate
3. Non camminare a piedi nudi nei prati e nei giardini
4. Tenersi lontani dai fiori particolarmente profumati
5. Non lasciare cibi e bevande zuccherate all’aperto
6. Fare attenzione ai ceppi di legno, dove spesso le vespe trovano il loro habitat naturale
7. Applicare le zanzariere
8. Non viaggiare in auto con i finestrini aperti
9. Chiudere bene le pattumiere
10. Cercare di non agitarsi in presenza di insetti ma allontanarsi con cautela
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Dalla reazione lieve allo shock, il decalogo degli allergologi
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Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550
mila bambini e adolescenti sono punti da api, vespe e calabroni, e
circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o grave.
Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi
diffuse che possono persistere per diversi giorni, a quelle
sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al
distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio
con vari gradi di gravità. Fino ad arrivare a uno shock anafilattico
che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente
riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal
Congresso della Società italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.L'immunoterapia è un salvavita nei casi più gravi,
sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a rischio - propongono un decalogo
per ridurre i rischi:1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il
bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di
camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5)
Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione
se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di
viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben
chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma
allontanarsi piano piano."E' molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie
dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia
Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta
anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini"."Se però c'è stata una
reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda Francesco Paravati,
direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso e risolvere
l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un pediatra
allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici, e per
mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario, occorre
dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e adrenalina
auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo".Nei casi più gravi
si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed è considerata una
terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito da personale
esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la
risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni
dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila
pazienti tra adulti e bambini.Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli
adolescenti che hanno avuto una reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli
altri casi la scelta va valutata caso per caso, tenendo anche presente che la qualità di vita del
bambino, dell'adolescente e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia
di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori
e degli agricoltori".La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
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In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono punti da api, vespe e calabroni, e
circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o grave.
Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per
diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto
cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi.
Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società italiana di allergologia e immunologia
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sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a rischio - propongono un decalogo
per ridurre i rischi:1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il
bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di
camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5)
Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione
se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di
viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben
chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma
allontanarsi piano piano."E' molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie
dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia
Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta
anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini"."Se però c'è stata una
reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda Francesco Paravati,
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tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia.
Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico,
cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità
d'utilizzo".Nei casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del
90-100% ed è considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi.
Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture.
Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e
bambini.Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno
avuto una reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va
valutata caso per caso, tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente
e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto.
Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli
agricoltori".La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi
insetti che sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei
parchi e nei giardini.
Inoltre, nella stagione calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare abiti che
lasciano scoperte zone del corpo più ampie.
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono punti da api, vespe e calabroni, e
circa il 5% ha una reazione allergica che pu essere lieve o grave.
Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per
diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio pi rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto
cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravit.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l’1% dei casi.
Sono i dati che arrivano dal Congresso della Societ italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.
L’immunoterapia un salvavita nei casi pi gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell’estate – la
stagione pi a rischio – propongono un decalogo per ridurre i rischi:
1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare
di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei
prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e
bevande esposti se si mangia all’aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina
nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perch
le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i
finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10)
Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
“E’ molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle pi banali
manifestazioni di ipersensibilit cutanea – spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse – Non
tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che
per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini”.
“Se per c’ stata una reazione grave occorre seguire l’iter diagnostico e terapeutico – raccomanda
Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone – Non basta infatti andare al pronto
soccorso e risolvere l’episodio acuto.
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Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un pediatra allergologo per
eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici, e per mettere in atto
tutte le misure di prevenzione e un’appropriata terapia.
Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico,
cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l’adolescente sulle modalit
d’utilizzo”.
Nei casi pi gravi si deve far ricorso all’immunoterapia, che presenta un’efficacia del 90-100% ed
considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi.
Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
praticato per 3-5 anni ed in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture.
Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? “Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto
una reazione allergica di tipo sistemico – consiglia Paravati – Negli altri casi la scelta va valutata
caso per caso, tenendo anche presente che la qualit di vita del bambino, dell’adolescente e della
sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell’ansia di essere punto.
Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli
agricoltori”.
La stagione pi a rischio quella estiva, in cui pi frequente l’esposizione a questi insetti che
sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei
giardini.
Inoltre, nella stagione calda pi frequente praticare attivit fisica all’aperto e indossare abiti che
lasciano scoperte zone del corpo pi ampie.
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
Roma, 3 giu. (AdnKronos Salute) - In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono
punti da api, vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o
grave. Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono
persistere per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere
oltre al distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società
italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo. L'immunoterapia
è un salvavita nei casi più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate - la stagione più a
rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi: 1) Evitare di indossare abiti larghi e di
colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e
creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori
molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia
all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero
entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le
zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di
agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano. "E' molto importante distinguere le
reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non tutte le reazioni irritative sottintendono il
rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto
tra bambini". "Se però c'è stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico
- raccomanda Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al
pronto soccorso e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un
allergologo o da un pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test
cutanei e/o sierologici, e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata
terapia. Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da
antistaminico, cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle
modalità d'utilizzo". Nei casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta
un'efficacia del 90-100% ed è considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il
vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
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praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in
Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini. Ma chi, in
particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione
allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso per caso,
tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua famiglia
potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre,
le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori". La stagione più a rischio è
quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi insetti che sciamano negli ambienti per
procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei giardini. Inoltre, nella stagione
calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone
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Punture api, vespe e calabroni. 500mila
bambini ogni anno
3 giugno 2016 14:04 In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono punti da api,
vespe e calabroni, e circa il 5% ha una reazione allergica che può essere lieve o grave. Si va dalle
lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per diversi
giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto cutaneo
quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità. Fino ad arrivare a uno
shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente riguarda solo
l'1% dei casi. Sono i dati che arrivano dal Congresso della Società italiana di allergologia e
immunologia pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.
L'immunoterapia è un salvavita nei casi più gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell'estate la stagione più a rischio - propongono un decalogo per ridurre i rischi: 1) Evitare di indossare
abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi,
preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di
avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se
si mangia all'aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti
potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano
spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8)
Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed
evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano. "E' molto importante
distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità
cutanea - spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse - Non tutte le reazioni irritative
sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento
raro soprattutto tra bambini".
"Se però c'è stata una reazione grave occorre seguire l'iter diagnostico e terapeutico - raccomanda
Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone - Non basta infatti andare al pronto soccorso
e risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici,
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario,
occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e
adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo". Nei
casi più gravi si deve far ricorso all'immunoterapia, che presenta un'efficacia del 90-100% ed è
considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi. Il vaccino, che deve essere eseguito da
personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di
modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine
dalle reazioni dovute a successive punture. Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per
circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? "Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una
reazione allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso
per caso, tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua
famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il
vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori". La stagione
più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l'esposizione a questi insetti che sciamano negli
ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei giardini. Inoltre,
nella stagione calda è più frequente praticare attività fisica all'aperto e indossare abiti che lasciano
scoperte zone del corpo più ampie.
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Pediatria, scoperta allergia “nascosta”.
Sembra rinite comune
Si chiama LAR, rinite allergica locale (Local Allergic Rhinitis), si manifesta con gli stessi
sintomi della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta
negativa ai test allergici cutanei ed ematici. E’ un’allergia “nascosta”. I bambini affetti da questa
forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni specialistiche, spesso senza
riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi sintomi che impattano
negativamente sulla qualità della loro vita. Ma ora è possibile diagnosticarla, e quindi trattarla con
terapia adeguata, perché nuovi studi scientifici confermano la validità dei test eseguiti a livello
della mucosa nasale, gli unici in grado di “scovare” la LAR. Al Congresso della Società Italiana
di Allergologia e Immunologia Pediatria, che si è chiuso ieri a Palermo, è stato presentato uno
studio tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica
dell’Università “La Sapienza” di Roma diretto da Marzia Duse, accettato per la pubblicazione
sulla prestigiosa rivista internazionale American Journal Rhinology & Allergy, che conferma
come nella mucosa nasale sia possibile rilevare l’infiammazione allergica anche quando i test
allergici cutanei ed ematici risultano negativi.
“Per diagnosticare la LAR”, spiega Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria
presso La Sapienza e primo autore dello studio, “occorre eseguire il test di ‘provocazione nasale’,
che consiste, come prima cosa, nell’eseguire una ‘spirometria del naso’ per calcolare il grado di
ostruzione delle due narici separatamente e successivamente nel far respirare con il naso
l’allergene da testare (graminacee, polvere ecc.). Se l’ostruzione aumenta dopo la respirazione
dell’allergene vuol dire che a livello locale c’è una risposta locale con infiammazione allergica.
Questa procedura consente di identificare e trattare come allergici non pochi bambini che in
precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici”. Ancora non si conosce la reale
prevalenza di questa variante di rinite perché mancano studi epidemiologici in età pediatrica. In
uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la LAR è stata diagnosticata nel 25,7%
dei soggetti studiati. “Cercarla è importante perché molte delle riniti ‘non allergiche’ trascurate e
mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove conoscenze e l’impatto sulla salute e
sul benessere dei bambini è estremamente importante”, afferma Marzia Duse Presidente della
SIAIP. “La rinite, a torto considerata “la Cenerentola” delle allergie, ha invece un notevole
impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del
naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza,
scarso rendimento scolastico, predisposizione all’ obesità e alla sindrome metabolica”.
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Salute: 500 mila bambini l'anno punti da api,
vespe e calabroni, rischia il 5%
In Italia ogni anno oltre 550 mila bambini e adolescenti sono punti da api, vespe e calabroni, e
circa il 5% ha una reazione allergica che pu essere lieve o grave.
Si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni orticaroidi diffuse che possono persistere per
diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio pi rapido, che possono coinvolgere oltre al distretto
cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravit.
Fino ad arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che
statisticamente riguarda solo l’1% dei casi.
Sono i dati che arrivano dal Congresso della Societ italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), al via oggi a Palermo.
L’immunoterapia un salvavita nei casi pi gravi, sottolineano gli esperti che in vista dell’estate – la
stagione pi a rischio – propongono un decalogo per ridurre i rischi:
1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare
di usare profumi, preferire shampo e creme solari inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei
prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e
bevande esposti se si mangia all’aperto, e non bere bibite zuccherate direttamente dalla lattina
nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare particolare attenzione se si spostano ceppi perch
le vespe nidificano spesso nelle immediate vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i
finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10)
Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
“E’ molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle pi banali
manifestazioni di ipersensibilit cutanea – spiega la presidente della Siaip, Marzia Duse – Non
tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che
per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini”.
“Se per c’ stata una reazione grave occorre seguire l’iter diagnostico e terapeutico – raccomanda
Francesco Paravati, direttore Uo Pediatria di Crotone – Non basta infatti andare al pronto
soccorso e risolvere l’episodio acuto.
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Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un pediatra allergologo per
eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici, e per mettere in atto
tutte le misure di prevenzione e un’appropriata terapia.
Quando necessario, occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico,
cortisonico e adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l’adolescente sulle modalit
d’utilizzo”.
Nei casi pi gravi si deve far ricorso all’immunoterapia, che presenta un’efficacia del 90-100% ed
considerata una terapia salvavita, precisano gli allergologi.
Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene
praticato per 3-5 anni ed in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici,
proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture.
Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
Ma chi, in particolare, deve fare il vaccino? “Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto
una reazione allergica di tipo sistemico – consiglia Paravati – Negli altri casi la scelta va valutata
caso per caso, tenendo anche presente che la qualit di vita del bambino, dell’adolescente e della
sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa dell’ansia di essere punto.
Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli
agricoltori”.
La stagione pi a rischio quella estiva, in cui pi frequente l’esposizione a questi insetti che
sciamano negli ambienti per procurarsi cibo e vengono a contatto con i bambini nei parchi e nei
giardini.
Inoltre, nella stagione calda pi frequente praticare attivit fisica all’aperto e indossare abiti che
lasciano scoperte zone del corpo pi ampie.
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7 June 2016 - 00:20
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Scoperta allergia “nascosta” in Pediatria
Si chiama LAR, rinite allergica locale (Local Allergic Rhinitis), si manifesta con gli stessi sintomi
della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta negativa ai test
allergici cutanei ed ematici. E’ un’allergia “nascosta”. I bambini affetti da questa forma di rinite
sono costretti a fare un gran numero di consultazioni specialistiche, spesso senza riuscire a
risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi sintomi che impattano negativamente
sulla qualità della loro vita. Ma ora è possibile diagnosticarla, e quindi trattarla con terapia
adeguata, perché nuovi studi scientifici confermano la validità dei test eseguiti a livello della
mucosa nasale, gli unici in grado di “scovare” la LAR.
Al Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatria, che si è chiuso ieri a
Palermo, è stato presentato uno studio tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e
Allergologia Pediatrica dell’Università “Sapienza” di Roma diretto dalla Prof.ssa Marzia Duse,
accettato per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale American Journal Rhinology
& Allergy, che conferma come nella mucosa nasale sia possibile rilevare l’infiammazione
allergica anche quando i test allergici cutanei ed ematici risultano negativi.
“Per diagnosticare la LAR”, spiega Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria
presso l’Università “Sapienza” di Roma e primo autore dello studio, “occorre eseguire il test di
‘provocazione nasale’, che consiste, come prima cosa, nell’eseguire una ‘spirometria del naso’
per calcolare il grado di ostruzione delle due narici separatamente e successivamente nel far
respirare con il naso l’allergene da testare (graminacee, polvere ecc.). Se l’ostruzione aumenta
dopo la respirazione dell’allergene vuol dire che a livello locale c’è una risposta locale con
infiammazione allergica. Questa procedura consente di identificare e trattare come allergici non
pochi bambini che in precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici.”
Ancora non si conosce la reale prevalenza di questa variante di rinite perché mancano studi
epidemiologici in età pediatrica. In uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la
LAR è stata diagnosticata nel 25,7% dei soggetti studiati. “Cercarla è importante perché molte
delle riniti ‘non allergiche’ trascurate e mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle
nuove conoscenze e l’impatto sulla salute e sul benessere dei bambini è estremamente
importante”, afferma Marzia Duse Presidente della SIAIP. “La rinite, a torto considerata “la
Cenerentola” delle allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei
bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del naso, russamento, apnee notturne e scarsa
qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza, scarso rendimento scolastico,
predisposizione all’ obesità e alla sindrome metabolica”.
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6 June 2016 - 03:12
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Punture d'insetti, l'immunoterapia può
salvare la vita
Ogni anno, in Italia circa 25 mila tra bambini e adolescenti sviluppano una reazione allergica
dopo essere stati punti da api, vespe o calabroni. La reazione può essere lieve o grave: si va dalle
lesioni locali estese, caratterizzate da manifestazioni orticaroidi diffuse che possono durare diversi
giorni, a quelle sistemiche, a esordio più rapido, che possono coinvolgere, oltre al distretto
cutaneo, quello gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio, con vari gradi di gravità, fino allo shock
anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che per fortuna statisticamente riguarda
solo l’1% dei casi.
«È molto importante distinguere le reazioni allergiche vere e proprie dalle più banali
manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega Marzia Duse, presidente della Società italiana di
allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), dal Congresso che si è svolto dal 3 al 5 giugno a
Palermo. Nei casi più gravi, spiegano gli specialisti, si deve far ricorso all’immunoterapia che
presenta un’efficacia particolarmente elevata (90-100%) ed è considerata una terapia salvavita. Il
vaccino viene praticato per 3-5 anni ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti
allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture.
Attualmente in Italia sono praticate immunoterapie per circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.
A fare il vaccino dovrebbero essere «tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una
reazione allergica di tipo sistemico; negli altri casi la scelta va valutata caso per caso – precisa
Francesco Paravati, direttore della Pediatria di Crotone - tenendo anche presente che la qualità di
vita del bambino, dell’adolescente e della sua famiglia potrebbe essere insoddisfacente a causa
dell’ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre, le categorie a rischio come i figli degli
apicoltori e degli agricoltori».
La stagione più a rischio è quella estiva, in cui è più frequente l’esposizione a questi insetti, che
sciamano negli ambienti per procurarsi cibo. Inoltre nella stagione calda è più frequente praticare
attività fisica all’aperto e indossare abiti che lasciano scoperte zone del corpo più ampie.
In occasione della stagione estiva, la Siaip ricorda le dieci regole da seguire, valide per tutti, per
ridurre il rischio di essere punti dagli imenotteri:
1 Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco;
2 Evitare di usare profumi, preferire shampoo e creme solari inodori;
3 Evitare di camminare scalzi nei prati;
4 Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura;
5 Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all’aperto; non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina, nella quale gli insetti potrebbero entrare;
6 Fare particolare attenzione se si spostano ceppi in quanto le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze;
7 Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti;
8 Applicare le zanzariere alle finestre;
9 Tenere ben chiuse le pattumiere;
10 Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di imenotteri, ma allontanarsi piano piano.
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Esperti a Palermo, scoperta allergia
"nascosta": sembra rinite comune
Si chiama Lar, rinite allergica locale (Local Allergic Rhinitis), si manifesta con gli stessi sintomi
della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta negativa ai test
allergici cutanei ed ematici. E' un'allergia "nascosta". I bambini affetti da questa forma di rinite
sono costretti a fare un gran numero di consultazioni specialistiche, spesso senza riuscire a
risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi sintomi che impattano negativamente
sulla qualità della loro vita. Ma ora è possibile diagnosticarla, e quindi trattarla con terapia
adeguata, perché nuovi studi scientifici confermano la validità dei test eseguiti a livello della
mucosa nasale, gli unici in grado di "scovare" la Lar.
Al Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatria, che si è chiuso ieri a
Palermo, è stato presentato uno studio tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e
Allergologia Pediatrica dell'Università "La Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, accettato
per la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale American Journal Rhinology &
Allergy, che conferma come nella mucosa nasale sia possibile rilevare l'infiammazione allergica
anche quando i test allergici cutanei ed ematici risultano negativi.
"Per diagnosticare la Lar", spiega Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria presso
La Sapienza e primo autore dello studio, "occorre eseguire il test di 'provocazione nasale', che
consiste, come prima cosa, nell'eseguire una 'spirometria del naso' per calcolare il grado di
ostruzione delle due narici separatamente e successivamente nel far respirare con il naso
l'allergene da testare (graminacee, polvere ecc.). Se l'ostruzione aumenta dopo la respirazione
dell'allergene vuol dire che a livello locale c'è una risposta locale con infiammazione allergica.
Questa procedura consente di identificare e trattare come allergici non pochi bambini che in
precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici".
Ancora non si conosce la reale prevalenza di questa variante di rinite perché mancano studi
epidemiologici in età pediatrica. In uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la
Lar è stata diagnosticata nel 25,7% dei soggetti studiati. "Cercarla è importante perché molte delle
riniti 'non allergiche' trascurate e mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove
conoscenze e l'impatto sulla salute e sul benessere dei bambini è estremamente importante",
afferma Marzia Duse Presidente della Siaip. "La rinite, a torto considerata "la Cenerentola" delle
allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini, con sintomi
fastidiosi quali ostruzione del naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che
possono dar luogo a stanchezza, scarso rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla
sindrome metabolica".
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7 June 2016 - 09:13
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Pediatria: scoperta un tipo di allergia
“nascosta”
Ora è possibile identificare, e trattare, come allergici i bambini che in precedenza sarebbero stati
diagnosticati come non allergici, migliorando la loro qualità di vita, grazie alla scoperta
dell’allergia “nascosta” in Pediatria. E’ una forma di rinite (la LAR, Local Allergic Rhinitis ) che
risulta negativa alle prove allergiche, ma che ora può essere intercettata grazie alle recenti
procedure diagnostiche. I risultati dello studio, tutto italiano, condotto dal Servizio di
Immunologia e Allergologia Pediatrica dell’Università “Sapienza” di Roma diretto da Marzia
Duse, accettato per la pubblicazione sulla rivista internazionale American Journal
Rhinology&Allergy, e’ stato presentato al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia
Pediatria (SIAIP) che si è chiuso a Palermo. Lo studio conferma per la prima volta sui bambini la
validità dei test eseguiti sulla mucosa nasaleper intercettare la LAR, rinite allergica locale (Local
AllergicRhinitis),che si manifesta con gli stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione
nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. I bambini
affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. “La rinite, a torto considerata
“la Cenerentola” delle allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei
bambini, – piega Anna Maria Zicari, autore dello studio,- con sintomi fastidiosi quali ostruzione
del naso, russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a
stanchezza, scarso rendimento scolastico, predisposizione all’ obesità e alla sindrome
metabolica”. Potrebbe anche interessarti Non ci sono articoli correlati share
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7 June 2016 - 01:49
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Il decalogo contro le punture di vespe e
calabroni
Chi prenderebbe sul serio i calabroni e le loro punture? Forse chi ama e frequenta la campagna
teme di più le vespe e le api. Ebbene, anche se non sempre, le punture di questi piccoli animali
vanno prese sul serio, visto che almeno mezzo milione di bambini e adolescenti viene punto e, in
pochi casi – circa il 5 per cento – sviluppa una reazione allergica. Per questo medici allergologi e
immunologi pediatrici, a congresso, hanno stilato un vero e proprio decalogo per difendersi. Una
puntura nella stragrande maggioranza dei casi non provoca nessun problema ma non è sempre
così: si va dalle lesioni locali estese con manifestazioni di orticaria diffuse che possono persistere
per diversi giorni, a quelle sistemiche a esordio più rapido, che possono coinvolgere oltre al
distretto cutaneo quelli gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio con vari gradi di gravità. Fino ad
arrivare a uno shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che statisticamente
riguarda solo l'1% dei casi. Dunque un decalogo degli esperti può essere molto utile, in vista
dell’estate che è la stagione più a rischio. 1) Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o
molto vivace, preferire il bianco; 2) Evitare di usare profumi, preferire shampo e creme solari
inodori; 3) Evitare di camminare scalzi nei prati; 4) Evitare di avvicinarsi a fiori molto profumati
o frutta matura; 5) Evitare di lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all'aperto, e non bere
bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare; 6) Fare
particolare attenzione se si spostano ceppi perché le vespe nidificano spesso nelle immediate
vicinanze; 7) Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti; 8) Applicare le zanzariere alle
finestre; 9) Tenere ben chiuse le pattumiere; 10) Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza
di imenotteri, ma allontanarsi piano piano. «È molto importante distinguere le reazioni
allergiche vere e proprie dalle più banali manifestazioni di ipersensibilità cutanea - spiega la
presidente della Società Italiana di Immunologia e Allergologia Pediatrica (SIAIP), Marzia Duse
-. Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta
anafilattica, che per fortuna resta un evento raro soprattutto tra bambini». «Se però c'è stata una
reazione grave occorre seguire l’iter diagnostico e terapeutico - raccomanda Francesco Paravati ,
direttore dell’unità operativa pediatria di Crotone -. Non basta infatti andare al pronto soccorso e
risolvere l'episodio acuto. Questi pazienti dovrebbero essere valutati da un allergologo o da un
pediatra allergologo per eseguire una corretta diagnosi che si avvale di test cutanei e/o sierologici,
e per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un'appropriata terapia. Quando necessario,
occorre dotare il paziente di un kit di emergenza composto da antistaminico, cortisonico e
adrenalina auto-iniettabile, e informare i genitori o l'adolescente sulle modalità d'utilizzo». E il
vaccino? Chi se lo deve fare? «Tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione
allergica di tipo sistemico - consiglia Paravati - Negli altri casi la scelta va valutata caso per caso,
tenendo anche presente che la qualità di vita del bambino, dell'adolescente e della sua famiglia
potrebbe essere insoddisfacente a causa dell'ansia di essere punto. Devono fare il vaccino, inoltre,
le categorie a rischio come i figli degli apicoltori e degli agricoltori».
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7 June 2016 - 16:28
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Un nuovo test per la rinite allergica nascosta
Starnuti, naso chiuso, prurito e secrezione nasale. I sintomi sono quelli di un’allergia, ma i test
non la distinguono da comune raffreddore. Succede ai bambini che soffrono di rinite allergica
locale (Lar), una forma nascosta di allergia che sfugge alle prove diagnostiche. D’ora in poi però
non accadrà più. Uno studio italiano condotto dal Servizio di Immunologia e allergologia
pediatrica dell’Università “Sapienza” di Roma ha infatti confermato la validità dei test eseguiti a
livello della mucosa nasale, gli unici in grado di “scovare” la Lar. I risultati sono stati presentati al
congresso di Allergologia e immunologia pediatria (Siaip).
«Questa procedura - spiega Anna Maria Zicari, professoressa di Pediatria presso l’Università
“Sapienza” di Roma e primo autore dello studio - consente di identificare e trattare come allergici
non pochi bambini che in precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici».
Visto che finora l’allergia non veniva diagnosticata, non è possibile sapere quanto sia diffusa.
Tuttavia, in uno studio condotto in Spagna sulla popolazione generale la Lar è stata diagnosticata
nel 25,7 per cento dei soggetti studiati.
«Cercarla è importante - afferma Marzia Duse, presidente della Siaip - perché molte delle riniti
"non allergiche" trascurate e mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove
conoscenze e l’impatto sulla salute e sul benessere dei bambini è estremamente importante».
Le conseguenze della Lar non sono tanto lievi: ostruzione del naso, russamento, apnee notturne e
scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza, scarso rendimento scolastico,
predisposizione all’ obesità e alla sindrome metabolica.
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7 June 2016 - 00:16
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Scoperta Allergia Nascosta Nei Bambini La
#LAR Risulta Negativa A Prove Allergiche
Padoan: Italia fuori trappola infernale Ternano:7 arresti fra dipendenti comune Canone Rai:
esenzione scatta mese dopo Volo Egyptair - paura per allarme bomba Genova - ordigno
rudimentale alle Poste Alluvione Parma - indagato Pizzarotti Borse Europa deboli - Milano apre
a-0 - 39% Usa - Sanders: avanti fino a convention Fidanzati morti - forse omicidio-suicidio
Arma - mostra di opere d'arte recuperate
L'AQUILA - Ora è possibile identificare, e trattare, come allergici i
Bambini che in precedenza sarebbero stati diagnosticati come non
allergici, ...
Segnalato da : abruzzo24ore.tv Commenta Scoperta Allergia
"Nascosta" Nei Bambini. La #LAR Risulta Negativa A Prove
Allergiche (Di martedì 7 giugno 2016) L'AQUILA - Ora è possibile
identificare, e trattare, come allergici i Bambini che in precedenza
sarebbero stati diagnosticati come non allergici, migliorando la loro
qualità di vita, grazie alla Scoperta dell' Allergia " Nascosta" in
Pediatria. E' una forma di rinite (la LAR, Local Allergic Rhinitis) che Risulta Negativa alle Prove
Allergiche, ma che ora può essere intercettata grazie alle recenti procedure diagnostiche. I
Risultati dello studio, tutto italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e Allergologia
Pediatrica dell'Università "Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, accettato per la
pubblicazione sulla rivista internazionale American Journal Rhinology&Allergy, e' stato
presentato al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia Pediatria (SIAIP) che si è chiuso
a Palermo. Lo studio conferma per la ...
Scoperta Allergia Nascosta Nei Bambini La #LAR Risulta Negativa A Prove Allergiche
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Allergie | scoperta la Lar nei bambini
Padoan: Italia fuori trappola infernale Ternano:7 arresti fra dipendenti comune Canone Rai:
esenzione scatta mese dopo Volo Egyptair - paura per allarme bomba Genova - ordigno
rudimentale alle Poste Alluvione Parma - indagato Pizzarotti Borse Europa deboli - Milano apre
a-0 - 39% Usa - Sanders: avanti fino a convention Fidanzati morti - forse omicidio-suicidio
Arma - mostra di opere d'arte recuperate
LAR (Local Allergic Rhinitis) è il nome di un'allergia nascosta che ad
oggi è sempre risultata negativa alle prove allergiche sui bambini. La
...
Segnalato da : quotidianodiragusa Commenta Allergie, scoperta
la Lar nei bambini (Di martedì 7 giugno 2016) LAR (Local Allergic
Rhinitis) è il nome di un'allergia nascosta che ad oggi è sempre
risultata negativa alle prove allergiche sui bambini. La nuova allergia
è stata intercettata grazie a nuove procedure diagnostiche. I risultati
dello studio italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e
Allergologia Pediatrica dell'Università "Sapienza" di Roma e diretto da Marzia Duse, è stato
accettato per la pubblicazione sulla rivista internazionale American Journal ... continua
Allergie | scoperta la Lar nei bambini
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Allergia nei bambini, grande scoperta per
migliorare la qualità della vita
Ora è possibile identificare e trattare come allergici i bambini che in precedenza sarebbero stati
diagnosticati come non allergici, migliorando la loro qualità di vita, grazie alla scoperta
dell'allergia "nascosta" in Pediatria.
Si tratta di una forma di rinite (la LAR, Local Allergic Rhinitis) che risulta negativa alle prove
allergiche, ma che ora può essere intercettata grazie alle recenti procedure diagnostiche. I risultati
dello studio tutto italiano condotto dal Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica
dell'Università "Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, accettato per la pubblicazione sulla
rivista internazionale "American Journal Rhinology&Allergy", è stato presentato al Congresso
Italiano di Allergologia e Immunologia Pediatria (SIAIP) che si è chiuso a Palermo.
Lo studio conferma per la prima volta sui bambini la validità dei test eseguiti sulla mucosa nasale
per intercettare la LAR, rinite allergica locale (Local AllergicRhinitis), che si manifesta con gli
stessi sintomi della rinite allergica comune (secrezione nasale, starnuti, naso chiuso) ma risulta
negativa ai test allergici cutanei ed ematici.
I bambini affetti da questa forma di rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni
specialistiche, spesso senza riuscire a risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi
sintomi che impattano negativamente sulla qualità della loro vita. "La rinite, a torto considerata
"la Cenerentola" delle allergie, ha invece un notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei
bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del naso, russamento, apnee notturne e scarsa
qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza, scarso rendimento scolastico,
predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica", spiega Anna Maria Zicari, autrice dello
studio.
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8 June 2016 - 10:36
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Salute bambini: scoperta la rinite allergica
nascosta
. Gli esperti rivelano che si tratta di una forma di allergia che sfugge alle prove diagnostiche. Lo
studio condotto dal Servizio di Immunologia e allergologia pediatrica dell’Università Sapienza di
Roma, pubblicato sulla rivista internazionale American Journal Rhinology&Allergy, ha scoperto
una forma di rinite (che cosa fare?) (la LAR, Local Allergic Rhinitis) che risulta negativa alle
prove allergiche, (ecco i farmaci di nuova generazione) ma che ora può essere intercettata grazie
alle recenti procedure diagnostiche. Gli esperti, hanno confermato la validità dei test eseguiti a
livello della mucosa nasale, gli unici in grado di scovare la Lar. I risultati dello studio, tutto
italiano, condotto dal Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica dell'Università
"Sapienza" di Roma diretto da Marzia Duse, è stato presentato al Congresso Italiano di
Allergologia e Immunologia Pediatria (SIAIP) che si è chiuso a Palermo.
“Questa procedura - spiega Anna Maria Zicari, professoressa di Pediatria presso l’Università
Sapienza di Roma e primo autore dello studio - consente di identificare e trattare come allergici
non pochi bambini che in precedenza sarebbero stati diagnosticati come non allergici. La rinite, a
torto considerata la Cenerentola delle allergie, - prosegue - ha invece un notevole impatto
negativo sulla qualità della vita dei bambini, con sintomi fastidiosi quali ostruzione del naso,
russamento, apnee notturne e scarsa qualità del sonno che possono dar luogo a stanchezza, scarso
rendimento scolastico, predisposizione all' obesità e alla sindrome metabolica".
“Cercarla è importante - afferma Marzia Duse, presidente della Siaip - perché molte delle riniti
non allergiche trascurate e mal curate, possono essere riesaminate alla luce delle nuove
conoscenze e l’impatto sulla salute e sul benessere dei bambini è estremamente importante”. Lo
studio conferma per la prima volta sui bambini la validità dei test eseguiti sulla mucosa nasaleper
intercettare la LAR, rinite allergica locale (Local AllergicRhinitis), che si manifesta con gli stessi
sintomi della rinite allergica (ecco come difendersi) comune (secrezione nasale, starnuti, naso
chiuso) ma risulta negativa ai test allergici cutanei ed ematici. I bambini affetti da questa forma di
rinite sono costretti a fare un gran numero di consultazioni specialistiche, spesso senza riuscire a
risolvere il problema, obbligati a convivere con fastidiosi sintomi che impattano negativamente
sulla qualità della loro vita.
Rinite allergica: E’ una malattia infiammatoria del naso. L’ostruzione, lo sgocciolamento, il
prurito intranasale e gli starnuti sono i sintomi più comuni; in alcune persone tali sintomi sono
accompagnati da mal di testa, riduzione del senso dell’odore e sintomi oculari (come l’eccessiva
lacrimazione, il prurito e l’arrossamento degli occhi). In molti pazienti i sintomi sono aggravati
dagli irritanti come l’aria fredda, il fumo di tabacco o gli odori forti come i profumi.
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10 June 2016 - 00:41
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Congresso Siaip: riflettori puntati sulla rinite
allergica locale e sulle punture da imenotteri
Congresso Siaip: riflettori puntati sulla rinite allergica locale e sulle punture da
imenotteriCongresso Siaip: riflettori puntati sulla rinite allergica locale e sulle punture da
imenotteri Al Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip)
svoltosi a Palermo dal 3 al 5 giugno scorso si è parlato, tra l'altro, di una forma allergica poco
nota in pediatria. È la LAR, acronimo per Local Allergic...
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Test allergie bambini negativo? potrebbe
essere la LAR
1. Salute Bambino
2. Allergie
Se il bambino presenta i classici sintomi della rinite allergica ma i test allergici sono negativi
potrebbe trattarsi di LAR, una particolare forma di allergia battezzata Local Allergic Rhinitis
(rinite allergica locale). Un team di esperti del Servizio Speciale di Allergologia e Immunologia
Pediatrica (Università degli Studi "La Sapienza" - Roma), coordinati da Marzia Duse, ha condotto
un'indagine che ha permesso di identificare una nuova forma di rinite, nota con la sigla LAR, che
risultava negativa ai test allergologici e di conseguenza non veniva trattata adeguatamente. I
risultati dello studio saranno di prossima pubblicazione sull'American Journal Rhinology &
Allergy.
Un trattamento adeguato delle allergie in età pediatrica è molto importante, non solo per la qualità
della vita del bambino ma anche per la salute in età adulta. Quando un'allergia non è curata bene
si può trasformare in un'infiammazione cronica che con il tempo potrebbe portare all'insorgenza
di broncopneumopatie. Sopratutto in concomitanza ad altre patologie come l'asma, la rinite
allergica è molto insidiosa in quanto ne peggiora la condizione fisica. Marzia Duse, che oltre ad
aver coordinato lo studio è anche Direttrice del Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica
del Policlinico Umberto I, spiega che fino ad ora la LAR, che si manifesta con i medesimi sintomi
della rinite allergica comune (starnuti, secrezione nasale e naso chiuso), non veniva identificata e
il paziente veniva rimandato a casa senza alcuna terapia e nei casi migliori trattata come "rinite
non-allergica" (NAR). Questa situazione non permetteva quindi di curare adeguatamente una
condizione che con il tempo poteva portare dei peggioramenti nella salute in età adulta.
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10 June 2016 - 06:15
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Gli esperti spiegano che questa, fino ad ora, era un'allergia "nascosta", molti bambini erano
costretti a fare numerosi consulti specialistici senza però riuscire a risolvere il problema. Alla fine
i piccoli si rassegnavano a convivere con questi sintomi fastidiosi che influiscono
considerevolmente sulla loro vita. Sebbene i piccoli presentassero i sintomi della rinite, dopo una
prima vista dall'allergologo venivano prescritti alcuni test specifici, come il Prick test (il classico
test dove si applicano piccole quantità di allergeni per valutare la sensibilità a determinate
sostanze) e il Rast Test (un test sierologico per la ricerca di immugammaglobuline IgE
responsabili della reazione allergica), e i risultati erano negativi, la diagnosi finale era quindi che
il bambino non era allergico. L'indagine coordinata da Marzia Duse ha portato alla realizzazione
di un test eseguito a livello della mucosa nasale che permette di identificare la LAR, un traguardo
molto importante per la salute dei bambini in quanto ora possono ricevere una terapia adeguata.
Anna Maria Zicari, coautrice dello studio, spiega che l'otorinolaringoiatria dispone di uno
strumento conosciuto come rinomanometro (chiamato a volte impropriamente spirometro del
naso) che permette di dosare micro-quantità di IgE presenti nelle secrezioni nasali e di valutare
con precisione l'ostruzione nasale. Attualmente il dosaggio nasale degli anticorpi IgE specifici
rappresenta l'unico strumento in grado di rilevare questa specifica condizione allergica.
Per il momento non si hanno a disposizione informazioni riguardanti l'incidenza della LAR,
questo perché non sono state ancora avviate delle ricerche epidemiologiche in età pediatrica.
L'introduzione di questa nuova metodica diagnostica potrebbe rivalutare molti casi di NAR e in
futuro si potrà avere un quadro più chiaro dell'incidenza del fenomeno. I risultati dello studio sono
però molto importanti perché già da subito si potrà iniziare a trattare adeguatamente i bambini
affetti da LAR che in precedenza potevano ricevere solo dei rimedi, non risolutivi, per la rinite
non allergica.
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Notizie mediche e di salute correlate
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Allergia nascosat nei bambini: un nuovo test
per riconoscerla
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La casistica sulle allergie infantili si è recentemente arricchita di una nuova tipologia, la Rinite
Allergica Locale (RAL) che, fino ad ora, pur presentandosi con tutti i tradizionali sintomi delle
riniti allergiche infantili, non veniva rilevata nel corso dei tradizionali esami e, quindi, non trattata
come fenomeno allergico, bensì associata ad altri fenomeni infiammatori.
Il nuovo successo in campo medico affonda le sue origini in Italia: infatti, la diagnosi è stata resa
possibile dallo studio realizzato dal Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica
dell’Università “Sapienza” di Roma diretto da Marzia Duse e accettato per la pubblicazione
dall’autorevole rivista scientifica internazionale American Journal Rhinology & Allergy. I risultati
del lavoro sono stati presentati al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia Pediatria
(SIAIP) che si è tenuto a Palermo nei giorni scorsi.
Precedentemente, molti bambini affetti da questa patologia risultavano negativi ai tradizionali test
cutanei e ai prelievi ematici, pur presentando tutti i sintomi delle riniti: naso ostruito,
lacrimazione, apnea del sonno, difficoltà nel dormire, starnuti. Scartata, pertanto, l’ipotesi di
allergie, i bambini erano costretti a una serie di accertamenti supplementari inutili, senza che si
trovasse una soluzione al problema.
La diagnosi di rinite allergica locale parte da un diverso presupposto: dal sospetto, cioè, che la
reazione allergica avvenga in maniera localizzata nel naso e nell’apparato respiratorio in generale.
Se, quindi, test cutanei ed ematici non rilevano nulla, un esame direttamente sulle mucose
nasali, per verificare in che misura reagiscono i vari tipi di allergene, può offrire la prova di una
situazione infiammatoria localizzata.
Diventa a questo punto possibile avviare una terapia mirata che, nella maggior parte dei casi,
conduce a un netto miglioramento delle condizioni del bambino. Per quanto possa essere ritenuta
poco grave, rispetto ad altre forme allergiche più invasive, la rinite ha infatti un impatto assai
negativo nella vita quotidiana, soprattutto in età pediatrica. Infatti, soprattutto il peggioramento
della qualità del sonno, dovuta all’ostruzione delle vie respiratorie, ha conseguenze sulle loro
capacità di concentrazione, sull’umore e addirittura sulle prestazioni scolastiche.
Ad oggi, ancora non è possibile misurare l’effettiva incidenza della RAL sul totale delle riniti
allergiche in quanto non esistono ancora sufficienti rilevazioni epidemiologiche in tal senso.
Tuttavia, è importante che la diagnosi attraverso i test delle mucose diventi di pratica comune in
quanto, in tal modo, possono emergere quei casi di allergie “nascoste” che, proprio in quanto non
rilevate, sono trascurate, non adeguatamente trattate.
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Api e calabroni, 10 mosse contro le punture
Cinque milioni ogni anno: sono le persone che vengono punte in Italia da api, vespe e calabroni.
Fra queste, oltre 500 mila sono bimbi e adolescenti, che nel 5% dei casi sviluppano una reazione
allergica: lieve, come un’orticaria, o grave, come lo shock anafilattico. Che mette a rischio la vita
del paziente, ma che per fortuna si verifica solo nell’1% dei casi.
I dati sono emersi nel corso del congresso della Società italiana di allergologia e immunologia
pediatrica (Siaip), svoltosi a Palermo nei giorni scorsi, nel corso del quale sono state illustrate
anche le 10 regole da seguire – valide per tutti – per ridurre il rischio di essere punti da questi
insetti. Eccole, di seguito.
1. Evitare di indossare abiti larghi e di colore nero o molto vivace, preferire il bianco.
2. Non usare profumi, meglio orientarsi su shampoo e creme solari inodori.
3. Evitare di camminare scalzi nei prati.
4. Non avvicinarsi a fiori molto profumati o frutta matura.
5. Non lasciare cibi e bevande esposti se si mangia all’aperto. E non bere bibite zuccherate
direttamente dalla lattina, nella quale gli insetti potrebbero entrare.
6. Fare particolare attenzione se si spostano ceppi, in quanto le vespe nidificano spesso nelle
immediate vicinanze.
7. Evitare di viaggiare in auto con i finestrini aperti.
8. Applicare le zanzariere alle finestre.
9. Tenere ben chiuse le pattumiere.
10. Rimanere calmi ed evitare di agitarsi in presenza di questi insetti, allontanandosi da loro con
grande cautela.
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