istruzioni per la conservazione - Liceo Scientifico Statale "Arturo Tosi"

Attrezzatura per la raccolta in campo
Prima di partire, è necessario individuare bene l’area da esplorare, dal punto di vista geografico e da quello
botanico. Studiamo quindi con attenzione il percorso con l’aiuto di una carta topografica e leggiamo qualcosa
riguardo alla flora di quella zona. La carta e una scheda per le osservazioni delle specie dovranno poi
accompagnarci nella nostra escursione.
Quaderno e Pastelli, servono per effettuare sul campo schizzi della silhouette
dell’albero e di alcuni particolari. Con i pastelli a cera si può riprodurre su un
foglio di carta il disegno della corteccia o il percorso delle venature di una foglia
Scatoline rigide, sono adatte per contenere e proteggere bacche mature aperte o
bacche molli, semi.
Bustine trasparenti, in carta velina e in plastica, sono utili per contenere foglie,
frammenti di corteccia, semi e bacche dure. Vanno chiuse con le apposite
fettucce e identificate scrivendo sulle etichette predisposte data e luogo della
raccolta e nome della pianta di provenienza.
Bindella, consente di rilevare le dimensioni dell’albero, come la circonferenza
del tronco o la lunghezza di un ramo.
Macchina fotografica, maneggevole e di un formato ridotto, permette di
documentare visioni di insieme e particolari.
Forbici da giardiniere, per tranciare il pezzetto desiderato senza causare danni
alla pianta. Per l’espianto di piccoli esemplari è utile anche una vanghetta (meglio
se chiudibile).
La Raccolta dei Campioni
Quando si prelevano campioni la cosa migliore da fare è quella di prendere un rametto coni foglie e fiori (o
frutti), che dovrà essere reciso con delle forbici da giardiniere e non strappato.
I rametti così recuperati hanno però bisogno di essere contrassegnati. Un buon metodo consiste nel fissare
a ognuno di essi un cartellino, su cui si scriverà lo stesso simbolo e/o numero scelto per contrassegnare la
zona e il campione nella scheda albero. In questo modo saranno facilmente individuabili tutti i dati relativi
alla stessa pianta. A questo punto i campioni saranno riposti con cura nelle buste trasparenti, facendo
attenzione a non rovinare il materiale. Ricordatevi di usare fogli di carta da giornale per conservare i vari
rametti. Le bacche e i semi si depositano nelle scatoline di plastica (non dimenticate di numerare anche
queste); se avete campioni voluminosi potrete metterli anche in un semplice sacco di plastica bagnato
all’interno.
L’essicazione e la conservazione dei campioni
Pulire – Appena tornati in laboratorio è consigliabile procedere subito alle operazioni di pulizia e
ordinamento del materiale: si tolgono i campioni dai vari contenitori ( buste di plastica) e si puliscono,
eliminando gli insetti che sono rimasti sulle foglie, quindi si asciugano o si elimina la polvere con della carta
da cucina.
Sfoltire – Se i campioni che avete raccolto presentano troppi rametti laterali o un fogliame eccessivamente
denso, dovrete alleggerirli tagliando con un paio di forbici alcune foglie, rametti e infiorescenze molto
ingombranti. Lasciate però sempre la base dei rametti o i piccoli delle foglie, in modo che si possa intuire la
disposizione delle parti che sono state eliminate.
In ogni caso i rametti che, oltre alle foglie, hanno anche fiori o frutti, meritano un’attenzione particolare: quelli
infatti che portano infiorescenze piccole o frutti non carnosi potranno rimanere sul rametto e venir seccati
nella pressa; i fiori e i frutti carnosi o ingombranti dovranno essere trattati con procedimenti particolari. Per
ora ci dedicheremo solo ai campioni più semplici, composti di sole foglie o con fiori piccoli.
Se non è possibile preparare immediatamente il campione per la pressa, si può rimandare l’operazione al
giorno successivo, pulendo però il materiale e conservandolo in frigorifero dentro buste di plastica. Se le
piante si presentano appassite o ci sono dei bocci che stanno per aprirsi conviene tenerle a bagno fino al
giorno dopo, aggiungendo all’acqua un pezzo di carbone di legna, oppure un pezzo di ferro arrugginito o un
cucchiaino di soda, oppure sale di ammonio nella proporzione di cinque grammi per litro. Se, invece, le
piante sono troppo bagnate vanno asciugate con carta assorbente prima di pressarle.
Ridurre lo spessore –
Se i rametti raccolti sono troppo grossi conviene ridurre lo
spessore del fusto; per assottigliarlo è possibile tagliarlo a metà
per il lungo con l’aiuto di un coltello affilato, di un bisturi o di una
taglierina.
Ritagliare i “cuscini” Una volta preparato il campione con della carta di giornale fate dei
cuscini, ritagliando i fogli delle dimensioni della pressa (che in
genere corrispondono alla metà o un quarto di pagina di quotidiano)
e sovrapponetene una decina uno sull’altro. Tagliate gli angoli dei
cuscini per evitare che si blocchino sulle viti. La carta di giornale,
oltre ad avere un buon potere assorbente, non piace agli insetti che
non amano il piombo e che pertanto non si divoreranno le piante in
essa contenute.
Distendere i campioni –
Ora bisogna distendere il campione su un foglio di carta: si deve
evitare che le foglie si pieghino, facendo in modo che conservino
la loro posizione naturale e che i petali siano disposti in modo da
mostrare tutte le parti del fiore. Si distende allora il campione con
le dita ed eventualmente si ferma man mano con piccoli pesi per
mantenerlo in posizione fino al momento in cui verrà coperto da
un altro foglio. Nel caso che il vostro campione sia più grande
del foglio, basterà piegarlo ad un angolo acuto e poi distenderlo.
Ricoprire –
Una volta disteso il campione, vi si pone sopra un foglio di
carta di giornale, facendo attenzione che il rametto rimanga
in posizione anche quando togliete le dita.
Alternare –
Dopo il foglio si mette un secondo cuscino di giornali e si ripete la procedura con un nuovo campione. Se
alcuni campioni sono particolarmente spessi, bisogna badare ad alternarli a quelli più sottili e a disporli (non
solo al centro, ma anche lungo i bordi) in modo che la pila di giornali e piante che si ottiene alla fine del
lavoro sia omogenea nello spessore. Ogni 10 piante , si pongono due cartoni ondulati incastrati per facilitare
la circolazione dell’aria e per assicurare una pressione uniforme.
Il processo di essiccazione.
Il processo di essicazione avviene nella pressa costituita da due assi di legno con due fori attraverso cui
passano delle viti che si stringono via via. Prima di mettere il coperchio, ricordatevi di chiudere la pila con
alcuni fogli di carta.
Chiusi nella pressa, i campioni cominciano a perdere acqua e ad assottigliarsi progressivamente. Dopo 24
ore al massimo, la carta deve essere sostituita con un’altra asciutta; per evitare che gli esemplari più fragili si
rovinino nel corso di questa operazione, è bene togliere lo strato di carta superiore, sostituirlo con un nuovo
foglio e rovesciarvi sopra delicatamente il campione. Ricomposto il pacco, lo si mette nuovamente nella
pressa, stavolta stringendo un po’ di più le viti. Si procede così per qualche giorno finché le piante non si
sono essiccate e sono pronte per essere messe nell’erbario (in genere passa circa una settimana). Il
campione è pronto quando tutte le parti appaiono rigide e al tatto non danno più una sensazione di umido. È
bene collocare la pressa in una stanza calda e asciutta, anche perché tanto più veloce è l’essiccazione,
tanto meglio si conservano i colori dei fiori e del fogliame. Se i campioni si disidratano lentamente e
all’interno della pressa ristagna dell’umidità, le piante assumono un colore brunastro e potrebbero addirittura
sviluppare delle muffe; per eliminarle bisogna spennellare i campioni con dell’alcol.
Le piante provviste di foglie aghiformi come le conifere e le eriche danno dei problemi: in seguito
all’essiccazione dentro la pressa, infatti, tendono a perdere le foglie. Per rimediare a quest’inconveniente si
può ricorrere a vari procedimenti: durante il primo o il secondo cambio di carta si può spennellare il rametto
con vernice di coppale, oppure si può spruzzare con un fissatore spray, del tipo che si trova in cartoleria
(ricordate di aspettare che il rametto si asciughi, prima di rimetterlo nella pressa). Se alcuni aghi si sono
staccati, conservateli in una bustina trasparente, che eventualmente fisserete nell’erbario insieme al
campione.
La conservazione dei campioni: realizzazione di un erbario
Le piante perfettamente essiccate si tolgono dalla pressa e si pongono tra i fogli di un giornale per due o tre
giorni, infine per il montaggio si utilizzano fogli bianchi da disegno ai quali gli esemplari vengono fissati con
spilli e con striscioline di carta bianca, sottili al foglio che costituisce il
foglio dell’erbario. È opportuno non utilizzare colle poiché potrebbero
attirare funghi o insetti.
In basso a destra del foglio sarà posta un’etichetta con i dati necessari al riconoscimento della pianta e
all’identificazione del luogo di raccolta.
FACSIMILE DI ETICHETTA DA APPLICARE AL FOGLIO DELL’ERBARIO
Il cartellino può essere compilato manualmente con inchiostro nero o stampato. Le voci da riportare sono le
seguenti:
LICEO SCIENTIFICO STATALE “A. TOSI” BUSTO A.
LABORATORIO DI SCIENZE
(1) FAMIGLIA
[scritta in stampatello]
(2) GENERE
[scritto in corsivo con l’iniziale maiuscola]
(3) SPECIE
[scritta in corsivo con l’iniziale minuscola]
(4) LOCALITA’ DI RINVENIMENTO__________________________
________
m s.l.m.
(5) COMUNE E PROVINCIA
(6) GIORNO, MESE E ANNO DELLA RACCOLTA
(7) NOME E COGNOME DI CHI HA RACCOLTO L’ESEMPLARE [preceduto da: Legit]
(8) NOME E COGNOME DI CHI HA DETERMINATO L’ESEMPLARE (preceduto da:
Determinavit)
POSIZIONE ERBARIO _____________
_____________
POSIZIONE SCHEDA
Conservazione di frutti.
I frutti carnosi hanno bisogno di cure speciali, principalmente perché presentano il problema di avere forme e
volumi molto variabili. Il metodo migliore per conservarli senza alterarne eccessivamente il volume è il
medesimo procedimento usato con i fiori, cioè l’essiccazione con il gel di silice o la sabbia silicea, che ha
pure il pregio di mantenere abbastanza il colore originario. Se ci interessa vedere anche l’interno del frutto,
converrà tagliarlo a metà prima di procedere all’essiccazione. Il gel di silice è piuttosto costoso; si può, però
riutilizzarlo più volte, facendo asciugare i cristalli nel forno. Naturalmente è possibile adottare il sistema
tradizionale della pressa anche con i frutti, perfino quelli piuttosto grossi, come gli agrumi, le mele o le pere.
In certi casi può essere conveniente conservarne solo una parte; per esempio, se i campioni che
desideriamo pressare sono in cattivo stato ma hanno una buccia consistente, converrà toglierla ed essiccare
solo questa. Una volta asciugati nella pressa, questi campioni avranno lo stesso trattamento delle altre parti
dell’albero che sono state raccolte: saranno conservati nell’erbario, debitamente contrassegnati.
Il modo in cui tagliare un frutto carnoso per pressarlo ed essiccarlo dipende naturalmente dalla forma del
campione. Se si tratta di un frutto oblungo (una pera, per esempio), converrà tagliarlo in senso longitudinale,
altrimenti è meglio farlo in senso trasversale.
La preparazione è la seguente: si prende il campione, si lava, si asciuga, poi si appoggia su un piano di
lavoro e si tiene fermo con una mano, tra pollice e indice. Facendo attenzione si prende un coltellino affilato
e si taglia praticando un’incisione decisa. La porzione tagliata va quindi tamponata con carta assorbente per
eliminare il liquido e successivamente inserita nella pressa.
Se si desidera conservare interi i frutti carnosi si può usare anche un altro procedimento (comune a tutte le
conservazioni di materiale organico) che mantiene intatto l’aspetto. Dopo averli lavati e asciugati, si pongono
i frutti in vasetti contenenti alcol al 25% (ottenuto mescolando 25 parti di alcol puro e 75 parti di acqua)
oppure, in alternativa, 10 grammi di zucchero e 5 grammi di formalina a 40 volumi diluiti in 100 grammi
d’acqua. I vasetti verranno chiusi ermeticamente, possibilmente applicando del silicone tra il tappo e il vetro
per evitare che il liquido evapori.
Samare, legumi ed altro
Conservare frutti secchi come le noci, le nocciole, le samare, le ghiande e via dicendo è decisamente più
semplice. Basta infatti evitare la formazione di muffe collocandoli per qualche giorno su una superficie piana,
in un luogo caldo, asciutto e aerato; una volta pronti, e possono essere conservati in scatolette di plastica
trasparente su cui va applicata la solita etichetta con il nome della specie e il numero di riferimento
dell’erbario. Una collezione molto particolare è quella costituita dai frutti delle conifere, le pigne; ne esistono
di molte specie, e ognuna ha uno strobilo caratteristico, che è facile raccogliere sia quando è già caduto a
terra sia quando è ancora attaccato all’albero. Al momento della raccolta bisogna stare attenti a prelevare
frutti completi: infatti mentre nei pini gli strobili cadono a terra ancora interi (anche se i semi sono già usciti),
in altre specie, come nei cedri, si sfaldano quando sono ancora attaccati ai rami. In questo caso è bene
cogliere i coni direttamente dall’albero, prendendo quelli non ancora perfettamente maturi: con l’essiccazione
le pigne si apriranno. Un buon accorgimento è quello di prelevare sempre più di un campione di una
determinata specie in modo che, una volta a casa, sia possibile scegliere quelli in buono stato da porre nel
contenitore; si può conservare sia un campione intero sia uno selezionato longitudinalmente, in modo che
rilevi la disposizione interna di semi e squame. La preparazione delle pigne è uguale a quella degli altri frutti
secchi; soprattutto se la raccolta è stata effettuata nei boschi, si raccomanda di lasciarle qualche giorno
all’aria per far loro perdere ogni traccia di umidità.
Pigne
A differenza degli altri frutti secchi, le pigne, per le loro dimensioni, di prestano difficilmente a essere
conservate in scatolette di plastica. Si può perciò destinare loro una scatola di legno o di cartone,
apportando però alcune modifiche in modo da ricavare piccoli scomparti adatti a contenerle. Mettete quindi i
campioni all’interno dei settori così ottenuti, ognuno dei quali contrassegnato con l’apposita etichetta e il
numero di riferimento. Per evitare che col passare del tempo la polvere e gli insetti infestino la vostra
collezione, è bene inserire tra gli scomparti qualche pallina di canfora e coprire tutto con un vetro tagliato a
misura.