A. Coradini Il Sistema Solare e' un insieme di corpi celesti in rotazione attorno al Sole. Ne fanno parte, oltre al Sole stesso, 8 pianeti, 2 pianeti nani, 61 grandi satelliti, alcune migliaia di asteroidi, ed un numero imprecisato di comete. Partendo dal Sole, troviamo per primi i pianeti interni, Mercurio e Venere, poi la Terra e infine i pianeti esterni: Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno. Tra l'orbita di Marte e quella di Giove c'e' la fascia degli asteroidi. Dal punto di vista dinamico, il Sistema Solare e' un insieme ordinato e stabile. Tutti i pianeti ruotano nello stesso verso, cioe' in senso antiorario rispetto ad un ipotetico osservatore posto sul polo nord del Sole L'estensione totale del Sistema Solare e' di circa 6 miliardi di Km, pari a 39,3 U.A. (Distanza Terra Sole). I corpi del Sistema Solare occupano in realta' un volume molto piccolo rispetto alle dimensioni complessive. Il Sistema Solare e' quindi quasi "vuoto“. Se il Sole avesse il diametro di 1 m, la Terra sarebbe di un pisello a 108 metri dal Sole, Giove sarebbe un'arancia, posta a 550 metri, e Plutone disterebbe 4 km e sarebbe meno di 1 mm di diametro La densità dei corpi planetari decresce sensibilmente ma mano che ci si allontana dal Sole, mentre le dimensioni e le masse aumentano. Questo andamento regolare suggerisce di suddividere i pianeti in due famiglie. i pianeti terrestri (o interni) i pianeti giganti (o esterni) Le differenze tra i pianeti terrestri e giganti gassosi possono trovare una spiegazione nel fatto che nella nebulosa protoplanetaria (la nube di materia che circondava il Sole e da cui si formarono i pianeti) la temperatura era maggiore vicino al Sole e dunque era possibile la condensazione degli elementi poco volatili(in genere i più pesanti), mentre gli altri erano spinti verso l'esterno dalla radiazione solare. Anche la distribuzione delle distanze mostra una certa regolarità: ciascun pianeta si trova grosso modo ad una distanza doppia di quello che lo precede. L’ipotesi della nebulosa si rafforza i dischi di gas e polvere che circondano le stelle giovani hanno temperature decrescenti verso l’esterno L’angolo dell’Universo che chiamiamo casa, il nostro sistema solare, si formò circa 4.6 miliardi di anni fa da materia che ruotava lentamente attorno al Sole La materia è distribuita nell'universo in molti modi, nelle stelle, e come materia diffusa, il mezzo interstellare. Il gas interstellare è composto principalmente da idrogeno ed elio, ma sono presenti anche piccole quantità di carbonio, azoto ed ossigeno. Forgiati nel nucleo di stelle antiche, questi elementi pesanti si combinano, se le condizioni lo permettono, in un'ampia gamma di molecole. Quelle molecole sono forse ancora presenti nel Sistema Solare, almeno nelle zone più fredde Gli elementi pesanti, un tempo sotto forma di grani, sono ancora nascosti nei pianeti terrestri e ..forse nei nuclei ei pianeti gioviani 1 Le stelle si formano in grandi nubi molecolari Gas 106 atomi x metro cubo 1 atomo x centimetro cubo Polvere 1% in massa de gas Globulo di Bok in IC 2948 Diversi tipi di atomi possono combinarsi nelle rgioni dello spazio più fredde ( 10 K) creando nuove molecole visibili nel radio. La maggior parte di tali molecolecontiene idrogeno, (H2) e carbonio (CO). Altre molecole interessanti sono H2O (acqua), OH (ossidrile), NH3 (ammoniaca), SiO (ossido di silicio), CO2 (anidride carbonica) . Le comete contenenti carbonio sono dette “molecole Organiche”. Tutto ciò si trova anche nelle comete! Orion Nebula PE = − GMm r Nuclei Stellari Stable for ~ 1 Ma La nebulosa di Orione __> regione di formazione stellare e planetaria? Inizialmente la nube era molto estesa vari anni luvc! Piccoli semi di crescita appaiono sono nubi che si contrarranno ulteriormente sotto l’azione della gravità Inzia il processo di collasso! Force of gravity m Gas Pressure M La nebulosa dalla quale la stella ha avuto origine ruota lentamente. Al procedere del collasso tale velocità aumenta, a causa della conservazione del momento angolare. The death of a massive star: Supernova remanent Planets exist because of angular momentum. When a star forms from the interstellar medium, the collapsing cloud of gas and dust has unavoidable vorticity, far too great to be accommodated in the hydrostatic star that gravity tries to make from the available mass. The excess angular momentum can be accommodated by fragmenting the cloud, a process that leads to a binary or multiple-star system. But, in general, even those fragments will have too much angular momentum and must each form a disk and a central stellar concentration of mass. From those Keplerian disks, planets form. As the cloud contracted, its gravitational potential energy was converted into kinetic energy of the individual gas particles. Collisions between particles converted this energy into heat (random motions). The solar nebula became hottest near the center where much of the mass was collected to form the protosun (the cloud of gas that became Sun). At some point the central temperature rose to 10 million K. The collisions among the atoms were so violent that nuclear reactions began, at which point the Sun was born as a star, containing 99.8% of the total mass. What prevented further collapse? As the temperature and density increased toward the center, so did the pressure causing a net force pointing outward. The Sun reached a a balance between the gravitational force and the internal pressure, as hydrostatic equilibrium, after 50 million years. Simeis 147 towards the constellation of Taurus ( Stevenson 2004) 3 degrees (6 full moons) Recombined hydrogen atoms L=150 ly, ly, D=3000 ly, ly, 100 000 yr old 2 Conservation of angular momentum (accretion) disk Molecole sono state osservate in tutti gli ambienti astrofisici, dalle galassie più antiche alle comete, ai satelliti dei pianeti giganti. Le molecole sono una specie di sonda che ci permette di investigare quali siano le condizioni termodinamiche delle regioni di formazione. Spettri Lo spazio interstellare è un vero e proprio laboratorio in cui agiscono anche processi che sono stati presenti forse sulla terra primordiale. I “semi” per il processo di condensazione sono i grani sopravvissuti alla alte temperature del disco. Su di essi, al decrescere della temperatura, si condensarono ( forse) molecole che formarono sui grani gocce di materiale, che successivamente solidificò. Nelle zone interne solo i composti di temperatura più alta riuscirono a solidificare La polvere ebbe un ruolo importante nel processo di formazione planetaria Una proprietà generale dei dischi do piccola massa (~ 0.02 Msole) è quella di essere scaldati dall’accrescimento di massa ad una velocità di ~ 10-6 to 10-5 Msole yr -1 e di essere relativamente caldi sul piano centrale. (Tm > 1200 K) nelle zone interne, mentre nelle zone esterne le temperature sono assai inferiori (Tm ~ 100 K) outer disk ( Boss 1999). Una maggiore intensità nell’accrescimento fornisce maggiore energia al disco temperatura più alta >2000 K In questa fase il disco si omogeinizza dal punto di vista isotopico, e, forse, raggiunge l’equilibrio termodinamico. Si possono quindi generare sequenze di condensazione Gli ingredienti del sistema solare cadono nelle seguenti categorie: Metalli: ferro, nichel, alluminio. Essi condensano a T~1,600 K ed ammontano a ~ 0.2% del disco Rocce: minerali ricchi in silice che condensano a T=500-1,300 K (0.4% del disco). Ghiacci: composti idrogenati, come il metano (CH4), l’ammoniaca (NH3),l’acqua (H2O) che condensa a T<~150 K ed ammontano a ~ 1.4% del disco. Gas: idrogeno ed elio che non condensano mai nel disco ed ammontano a ~ 98% in massa. Condrule • Si sono formate 4.55 Milioni di anni fa in un intervallo di 107 anni • Sono state scaldate 1500-2000 K e raffreddate in pooche •Non si trovano sulla Luna •Che cosa le ha generate: fusione da impatto?alte temperature nella nebulosa solare primordiale? 3 Disco Condrule First condensates CAIs (calcium aluminum inclusions) ⇒ HED (Howardite -EucriteDiogenite) HED global differentiation ⇒ Mars core formation ⇒ Earth core formation ⇒ 4.566 - Ga Reference Time 10 Ma after CAls 30 Ma after CAIs 50 Ma after CaIs Instabilità o accrescimento Planetesimi ed Embrioni In the beginning there were planetesimals… then “embryos”…then planets < meters Le fasi successive del processo di formazione debbono spiegare come da un insieme di planetesimi, la cui composizione presumibilmente rispecchiava quella delle condriti carboniose, si passa a corpi di grandi dimensioni fortemente differenziati, come i pianeti terrestri. kilometers crescita gerarchica dei planetesimi; crescita finale attraverso mpatti non completamente distruttivi. Lunar (1 AU)-to-Mars (2 AU) sized Il pianeta contiene elementi radioattivi che si scaldano rilasciando calore Si forma un oceano di magma Il materiale più denso forma il nucleo ancora calore! Il materiale riscaldato, più leggero sale Formazione di”Plumes” Nasce la geologia Giove ha un nucleo interno roccioso di 10- 15 masse terrestri Saturno ha un nucleo anche maggiore (15-20 ?) Urano e Nettuno mondi di ghiaccio 4 Tre riserve Cintura Asteroidale ▪ Materia “solida” ricca in silicati, parzialmente riprocessata nell’evoluzione della nebulosa solare primordiale Fascia di Kuiper Comete di Corto Periodo: oggetti ricchi in ghiacci,volatili e materiale organico, rapprentativi dei planetesimi formatisi nelle regioni esterne del Sistema Planetario Nube di Oort Comete di Lungo Periodo: oggetti ricchi in ghiacci e materiale organico rappresentativi delle zone di formazione di Giove ( solo parzialmente),Saturno, Urano e Nettuno •Rossi Asteroidi con perielio inferiore a 1.3 AU •Verdi astroidi della fascia principale •Blu scuro Troiani •Blu chiaro Comete Una immagine della stele di Rosetta sulla quale era presente la stessa iscrizione in greco, demiotico e geroglifico. Il materiale cometario dovrebbe permettere di interpretare le relazioni tra la materia primordiale del Sistema Solare ed il mezzo interstellare Le comete sono diverse tra loro in forma e dimensione cosi’ come nel comportamento, a volte caratterizzato da intensa attività, altre volte da un andamento sporadico. Usualmente esse sviluppano una “nube” di materiale diffuso- la coma- che cresce in dimensione e luminosità al loro avvicinarsi al Sole. Più tardi, esse sviluppano una enorme coda che si estende in direzione antisolare. Il nucleo cometario e’ piccolo, normalmente di meno di 10 Km di diametro. Lontano dal sole il nucleo cometario non e’ facilmente osservabile, essendo scuro e freddo Lontano dal Sole il nucleo e’ osservabile in luce riflessa. Allo svilupparsi della coma, la polvere in essa contenuta riflette la radiazione solare, mentre i gas assorbono radiazione ultravioletta e cominciano ad essere fluorescenti. A 5 AU la fluorescenza comincia ad essere più intensa della radiazione riflessa. •Un denso strato di polvere di 90 metri su di un asteroide di 33 x 13 x 13 Km! •Un interno completamente fratturato Le comete sono oggetti “fragili”, di forma irregolare composte di una mistura di ghiacci diversi e polvere. Esse hanno orbite ellittiche che le portano da zone fredde, oltre l’orbita di Plutone, a zone calde, ove i ghiacci che le costituiscono sublimano dando luogo ad una spettacolare attività Il loro interesse risiede nella materia che le costituisce, che si suppone sia stata elaborata termicamente solo in modo limitato. Le comete conserverebbero memoria del materiale da cui Sole e pianeti si sono originati Halley: il nucleo 5 Polvere La elevata presenza di volatili nelle comete e’ la prova essenziale della loro limitata differenziazione . I soli processi di alterazione sono stati: Bombardamento da raggi cosmici riscaldamento da parte del Sole. Le comete provengono da due “riserve” : Kuiper belt e la nube Oort •This is a composite of images acquired by NASA's Deep Space 1 spacecraft, showing some of the features in comet Borrelly's coma, dust jets, and nucleus. The range to the comet in this view is about 4800 kilometers (3000 miles). •Borrelly's nucleus is about 8 kilometers (5 miles) end-to-end so the field of view is about 40 kilometers (25 miles) on each side. Molecole organiche •La cometa verrà bombardata con un proiettile di rame •Si creerà un nuovo cratere Wild 2 ripresa dalla camera di navigazione della missione Stardust durante il periodo di massimo avvicinamento ( 2 Gennaio 2004) Immagine presa dalla distanza 500 km (esposizione di 10-millisecondi) I A Missione Rosetta I S LAUNCH DATE: 02-Mar-2004 07:17 UT MISSION END: End of mission (nominal) - Perihelion passage - 2015. LAUNCH VEHICLE: Ariane 5 G+ from Kourou, French Guiana. LAUNCH MASS: 3000 kg MISSION PHASE: Spacecraft and Payload Commissioning Il gran numero di osservazioni in situ dallo spazio di comete (Missioni Giotto, Vega) ed asteroidi (missione Galileo, NEAR) e le osservazioni remote da terra (NTT, VLT)e da satellite (ISO ST) hanno mostrato che popolazioni di comete ed asteroidi sono strettamente legate. Le comete possono spegnersi assumendo un aspetto asteroidale. Inoltre le osservazioni di oggetti lontani, inizialmente classificati come grandi asteroidi, come Chirone ed i Centauri, hanno mostrato che nelle zone esterne del sistema planetario spesso gli oggetti ghiacciati mostrano una certa emissione di gas, di tipo cometario. Nonostante tutto la nature del materiale primordiale presente in questi oggetti e’ ignota. Solo misure “in situ” potranno svelarla. D P I S Dimensioni: struttura principale larghezza dei Pannelli Solari Massa al Lancio : - totale - propellente - strumenti scientifici - modulo di atterraggio 2.8x2.1x2.0 metri 32 metri Fotocamere di Navigazione Antenna a basso guadagno Serbatoi di propellente 3000 kg (approx.) 1670 kg (approx.) 165 kg 100 kg Potenza all’uscita dei Pannelli Solari 850 W a 3.4 AU, 395 W a 5.25 AU Computers di bordo Antenna a medio guadagno Radiatori a tendina Razzetti Sistema di Propulsione 24 razzetti a bibi-propellente da 10N Antenna ad alto guadagno Missione operativa Unita’ di alimentazione dietro il pannello 10.5 anni Serbatoio ad alta pressione 6 Gli Strumenti Scientifici dell’ O I M A OSIRIS: Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System (H.U. Keller, Germania) APXS: Alpha X-Ray Spectrometer ALICE: Ultraviolet Imaging Spectrometer (S.A. Stern, USA) CIVA: Six identical micro cameras VIRTIS: Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer (A. Coradini, Italia) ROLIS: Rosetta Lander Imaging System CONSERT: Comet Nucleus Sounding MIRO: Microwave Instrument for the Rosetta Orbiter (S. Gulkis, USA) COSAC: Cometary Sampling and Composition experiment ROSINA: Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis (H. Balsiger, Svizzera) MODULUS PTOLEMY: Evolved Gas Analyser COSIMA: Cometary Secondary Ion Mass Analyser (J. Kissel, Germania) MUPUS: Multi-Purpose Sensor for Surface and Subsurface Science MIDAS: Micro-Imaging Dust Analysis System W. Riedler, Austria) ROMAP: Rosetta Lander Magnetometer and Plasma Monitor CONSERT: Comet Nucleus Sounding (W. Kofman, Francia) SD2: Sample and Distribution Device Una volta raggiunta la cometa, la navicella Rosetta si inserira’ in un’ orbita polare attorno alla cometa. Eseguirà dapprima una dettagliata mappa della superficie e, successivamente, rilascerà un lander, che si ancorerà alla cometa eseguendo misure in situ. GIADA: Grain Impact Analyser and Dust Accumulator (L. Colangeli, Italia) RPC: Rosetta Plasma Consortium SESAME: Surface Electrical and Acoustic Monitoring Experiment, Dust Impact Monitor RSI: Radio Science Investigation (M. Pätzold, Germania) La “trivella” Italiana, sviluppata da Tecnospazio sotto contratto ASI, ha il compito di: –raccogliere (Sampling) campioni di materiale del nucleo della cometa –perforare (Drill) il nucleo della cometa –distribuire (Distribution) i campioni raccolti agli strumenti scientifici per permetterne l’analisi. Dalla terminologia inglese dei compiti della trivella deriva la sigla SD2 con cui il sistema viene generalmente identificato. Gli strumenti che utilizzano i campioni raccolti da SD2 sono due analizzatori di gas (MODULUS e COSAC) ed un sistema di “visione” (ÇIVA/ROLIS) 7