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DAPHNE MEZEREUM
NOME SCIENTIFICO DAPHNE MEZEREUM
NOME COMUNE FIOR DI STECCO - CAMALEA - PEPE DI MONTE
FAMIGLIA THYMELAEACEAE
GENERE DAPHNE
HABITAT Questa pianta, di tipo cespuglioso, cresce in preferenza su suoli calcarei e terreni
umidi dominati dalla vegetazione del rododendro, dell'ontano, del nocciolo, del
faggio, dei castagneti, boschi montani in genere e brughiere subalpine, dai 500 m ai
1800 m.
Predilige i terreni un po’ umidi, ben drenati, ricchi di humus e di sostanze nutritive, su
substrati tendenzialmente basici. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con
pH neutro-basico e medi valori nutrizionali.
DESCRIZIONE •
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Aspetto: arbusto deciduo, legnoso, alto 30-70 cm, con fusti eretti, molto
ramificati.
Fiori: color rosa-porpora, in fascetti laterali al fusto formantisi prima delle foglie,
intensamente profumati, sbocciano sui rami nudi. Perianzio rosso-purpureo con
tubo di 7 mm e lacinie lanceolate.
Frutti: drupa sferica rosso corallo su peduncolo pubescente brevissimo,
contenente un solo seme globoso giallastro, maturo in estate, assai ricco d’olio.
Sono molto velenosi.
Foglie: caduche, oblanceolate, più o meno erette, glabre e glauche di sotto, si
sviluppano dopo la fioritura in densi verticilli alla sommità dei rami.
Rami: inermi, flessibili, poco ramificati, a frusta. Da giovani finemente pelosi, poi
glabri.
Corteccia: rugosa, da grigio giallastra a bruna, recante in rilievo numerose
piccole cicatrici a cuscinetto lasciate dalle foglie cadute. La corteccia e il legno
sprigionano al taglio un odore forte e penetrante.
CURIOSITA’ Tutte le parti di questa pianta, con l'eccezione della polpa dei frutti, contengono
diterpeni irritanti. E’ sicuramente la più irritante della nostra flora. Il semplice contatto
col tegumento dei semi e dei frutti provoca, in poche ore, la formazione di bolle e
vescicole, con imponente arrossamento. Ciò aveva reso popolare questa pianta fra i
mendicanti che, per impietosire la gente, si provocavano vivaci lesioni cutanee per
simulare malattie sistemiche.
Gli effetti sulla pelle, almeno per il contatto occasionale, non sono permanenti e
scompaiono dopo alcune settimane. Inizialmente l' avvelenamento è caratterizzato
da sintomi gastrointestinali così forti da simulare un'appendicite acuta, seguito da
diarrea incontrollabile, salivazione massiva e sintomi neurologici.
La fioritura, sui rami spogli, è il motivo per il quale questa pianta viene chiamata “fior
di stecco”. Linneo racconta che una sua fantesca morì per aver mangiato 12 drupe di
questa pianta e la cosa è possibile perché si ritiene che la dose mortale sia di 10-12
frutti.
ETIMOLOGIA Il nome generico viene dal greco Daphne (alloro) per la somiglianza delle foglie,
mentre il nome specifico, dall' arabo, significa "mortale" con riferimento alla elevata
tossicità della pianta
LIMITI ALTITUDINALI ANTESI 500 m
GEN
1000 m
FEB
MAR
1500 m
APR
2000 m
MAG
1
GIU
2500 m
LUG
3000 m
AGO
SET
3500 m
OTT
4000 m
NOV
DIC
DAPHNE MEZEREUM
DAPHNE MEZEREUM ‐ Fiore
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DAPHNE MEZEREUM – Le foglie
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Prealpi Bellunesi ‐ Monte Cimone ‐ 10‐04‐2011
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DAPHNE MEZEREUM
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