Il TTIP e il nostro cibo quotidiano

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Il TTIP e il nostro cibo quotidiano
23 SETTEMBRE 2015
Mentre il sole splendeva su Cheese, una folla si è riunita in una delle piazze principali di Bra per una
conferenza sull’accordo commerciale tra l’UE e gli USA. Conosciuto come Transatlantic Trade and Investment
Partnership (TTIP), se approvato, l’accordo creerebbe la più grande zona di libero scambio del mondo. Fino a
poco tempo fa, pochissime persone avevano sentito parlare del TTIP o delle trattative che lo circondano.
Finora è stato un accordo commerciale riservato a politici, economisti e addetti ai lavori. Oggi, però, il
dibattito si sta allargando e le preoccupazioni stanno rapidamente crescendo.
L’allarme per la società civile è scattato per l’iniziale mancanza di trasparenza intorno all’accordo, di
conseguenza sono state lanciate numerose campagne nazionali e su scala europea. Ora, con una crescente
attenzione dei media e una maggiore consapevolezza del pubblico, i produttori e i consumatori stanno
cominciando a comprendere le implicazioni per i vari aspetti della vita quotidiana, dai diritti sul lavoro, ai
servizi pubblici, alla tutela ambientale e alimentare. Negli ultimi mesi, manifestazioni contro il TTIP (e altri
accordi commerciali) hanno avuto luogo in tutta Europa. Quasi tre milioni di persone hanno inoltre firmato
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un’iniziativa dei cittadini europei auto-gestita, una petizione che chiede la rottamazione del TTIP.
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Dando il via al dibattito, Crolla ha detto al pubblico che il TTIP sarebbe un bene per i cittadini europei e
americani, e per l’economia, garantendo un aumento del PIL. Ha continuato affermando che accettare
l’accordo porterebbe vantaggi per entrambe le parti e creerebbe posti di lavoro e un miglioramento
generale delle condizioni. Ha affermato che c’è stata particolare attenzione nell’affrontare tutte le
preoccupazione relative alla salute. E ha inoltre sottolineato che il crescente movimento a favore di alimenti
biologici e contro gli OGM negli Stati Uniti dovrebbe essere visto come un segnale incoraggiante, per quelli
che temono conseguenze negative per gli standard agricoli e alimentari europei. Infine ha allargato il quadro
analizzato, evidenziando come l’Europa sia un vecchio continente con un commercio stagnante, di
conseguenza unire le forze e trovare nuovi sbocchi per l’economia è diventato necessario.
Gli altri relatori considerano l’Europa in una luce completamente diversa. Per loro, una delle più grandi
minacce che un tale accordo potrebbe rappresentare per l’agricoltura europea, è la perdita del suo
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In 270 mila spengono le 10
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Paysanne: insieme per il futuro
dell’agricoltura
Il Parlamento europeo chiede che
il divieto di clonazione venga
esteso
Api: EFSA richiede ulteriori
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Il panel di esperti che hanno partecipato a Cheese, hanno approfondito l’impatto di un tale accordo per il
nostro cibo, in particolare per i prodotti lattiero-caseari. Con relatori come Laurent Pinatel da Confédération
Paysanne; Tiziana Beghin, membro del Parlamento, rappresentante del Movimento Cinque Stelle; Gilles
Luneau, giornalista e Monica Di Sisto, Fairwatch, la maggior parte delle argomentazioni presentate erano
contro il TTIP. A presentare una posizione a favore è stato Simone Crolla, Amministratore Delegato
della American Chamber of Commerce in Italy.
Il TTIP e il nostro cibo quotidiano
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Il TTIP si applicherà al commercio di qualsiasi prodotto, da automobili e petrolio a latte e formaggio.
L’agricoltura rappresenta solo il 5% degli interessi commerciali affrontati nel TTIP, si teme quindi che
potrebbe facilmente essere trascurata. La preoccupazione principale è che gli standard europei vengano
compromessi, portando alla standardizzazione delle culture, delle norme alimentari e a un enorme perdita di
diversità.
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patrimonio. Hanno esortato i responsabili dell’accordo a prendere in considerazione le differenti tipologie di
agricoltura dell’Unione europea e degli Stati Uniti, così come le diverse dimensioni. Mentre l’Europa è
costituita principalmente da piccoli agricoltori, e molte delle tecniche che utilizzano sono tramandate di
generazione in generazione, gli Stati Uniti hanno un’agricoltura basata sulla produzione di larga scala e sulla
monocoltura. Inoltre, l’86% dell’agricoltura negli Stati Uniti si basa sugli OGM. E’ davvero possibile integrare
queste realtà così diverse?
Mentre i dazi doganali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sono già bassi (in media solo il 4%), gran parte di
questo accordo si concentrerà sulle normative, le barriere non tariffarie e gli adempimenti burocratici. Per
quanto riguarda il cibo, l’accordo si propone di favorire il commercio transatlantico, armonizzando le
normative europee e statunitensi, al momento molto diverse. I relatori hanno evidenziato differenze
fondamentali in termini di uso di ormoni, condizioni di allevamento e OGM. Come Monica Di Sisto ha
sottolineato, “Qui in Europa il nostro cibo è vivo. Abbiamo ancora un sacco di batteri nel nostro cibo.
Negli Stati Uniti il cibo è morto! “Le questioni che circondano le DOP per i formaggi europei sono state anche
prese in considerazione. E’ stata attualmente garantita protezione solo a 11 formaggi D.O.P., ma per tutti gli
altri? Infine, dato che le etichette europee sono considerate complicate, c’è la concreta possibilità di perdere
la tracciabilità.
I relatori hanno inoltre sostenuto che un tale accordo potrebbe cambiare il mercato a favore dei grandi
esportatori. I produttori più piccoli, come quelli che si trovano in Piemonte, ne guadagnerebbero molto
poco. L’accordo potrebbe portare a più importazioni nell’UE, ma a meno all’interno dell’UE, tra la Germania e
l’Italia, per esempio. Nel settore formaggi, il 75% delle esportazioni italiane sono attualmente all’interno
dell’Unione europea; potremmo perdere questo mercato.
Nonostante il panel dei relatori fosse un po’ unilaterale, si percepiva chiaramente come per la maggior parte
del pubblico le implicazioni del TTIP siano preoccupanti. Come un partecipante alla conferenza ha
sottolineato, perché dovremmo voler esportare il nostro latte negli Stati Uniti, quando ha già un mercato qui?
Per ora, rimane molta incertezza.
Il mese prossimo, dal 10 al 17 ottobre, saranno organizzate numerose azioni internazionali su entrambe le
sponde dell’Atlantico. Gli eventi includeranno grandi manifestazioni in alcuni Stati membri dell’UE come la
Germania e i Paesi Bassi, così come il “No TTIP Camp” a Bruxelles. Clicca qui per avere più informazioni sugli
eventi.
Clicca qui per saperne di più.
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