28-09-2015 Data SLOWFOOD.IT (WEB) Pagina Foglio 1 / 2 Italiano ASSOCIATI SOSTIENICI Home I temi News I nostri progetti English Video Contatti Focus on Il TTIP e il nostro cibo quotidiano 23 SETTEMBRE 2015 Mentre il sole splendeva su Cheese, una folla si è riunita in una delle piazze principali di Bra per una conferenza sull’accordo commerciale tra l’UE e gli USA. Conosciuto come Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), se approvato, l’accordo creerebbe la più grande zona di libero scambio del mondo. Fino a poco tempo fa, pochissime persone avevano sentito parlare del TTIP o delle trattative che lo circondano. Finora è stato un accordo commerciale riservato a politici, economisti e addetti ai lavori. Oggi, però, il dibattito si sta allargando e le preoccupazioni stanno rapidamente crescendo. L’allarme per la società civile è scattato per l’iniziale mancanza di trasparenza intorno all’accordo, di conseguenza sono state lanciate numerose campagne nazionali e su scala europea. Ora, con una crescente attenzione dei media e una maggiore consapevolezza del pubblico, i produttori e i consumatori stanno cominciando a comprendere le implicazioni per i vari aspetti della vita quotidiana, dai diritti sul lavoro, ai servizi pubblici, alla tutela ambientale e alimentare. Negli ultimi mesi, manifestazioni contro il TTIP (e altri accordi commerciali) hanno avuto luogo in tutta Europa. Quasi tre milioni di persone hanno inoltre firmato Agricoltura Api Benessere animale Biodiversità Consumo responsabile Etichette Cooperazione Food sustainability Food Waste OGM landgrabbing Pesca Semi TTIP un’iniziativa dei cittadini europei auto-gestita, una petizione che chiede la rottamazione del TTIP. Ultimi articoli Dando il via al dibattito, Crolla ha detto al pubblico che il TTIP sarebbe un bene per i cittadini europei e americani, e per l’economia, garantendo un aumento del PIL. Ha continuato affermando che accettare l’accordo porterebbe vantaggi per entrambe le parti e creerebbe posti di lavoro e un miglioramento generale delle condizioni. Ha affermato che c’è stata particolare attenzione nell’affrontare tutte le preoccupazione relative alla salute. E ha inoltre sottolineato che il crescente movimento a favore di alimenti biologici e contro gli OGM negli Stati Uniti dovrebbe essere visto come un segnale incoraggiante, per quelli che temono conseguenze negative per gli standard agricoli e alimentari europei. Infine ha allargato il quadro analizzato, evidenziando come l’Europa sia un vecchio continente con un commercio stagnante, di conseguenza unire le forze e trovare nuovi sbocchi per l’economia è diventato necessario. Gli altri relatori considerano l’Europa in una luce completamente diversa. Per loro, una delle più grandi minacce che un tale accordo potrebbe rappresentare per l’agricoltura europea, è la perdita del suo Camera di Commercio Americana In 270 mila spengono le 10 candeline di Cheese Slow Food e Confédération Paysanne: insieme per il futuro dell’agricoltura Il Parlamento europeo chiede che il divieto di clonazione venga esteso Api: EFSA richiede ulteriori informazioni sulla nocività dei pesticidi neonicotinoidi Archivio mensile Archivio mensile Seleziona mese 004690 Il panel di esperti che hanno partecipato a Cheese, hanno approfondito l’impatto di un tale accordo per il nostro cibo, in particolare per i prodotti lattiero-caseari. Con relatori come Laurent Pinatel da Confédération Paysanne; Tiziana Beghin, membro del Parlamento, rappresentante del Movimento Cinque Stelle; Gilles Luneau, giornalista e Monica Di Sisto, Fairwatch, la maggior parte delle argomentazioni presentate erano contro il TTIP. A presentare una posizione a favore è stato Simone Crolla, Amministratore Delegato della American Chamber of Commerce in Italy. Il TTIP e il nostro cibo quotidiano Codice abbonamento: Il TTIP si applicherà al commercio di qualsiasi prodotto, da automobili e petrolio a latte e formaggio. L’agricoltura rappresenta solo il 5% degli interessi commerciali affrontati nel TTIP, si teme quindi che potrebbe facilmente essere trascurata. La preoccupazione principale è che gli standard europei vengano compromessi, portando alla standardizzazione delle culture, delle norme alimentari e a un enorme perdita di diversità. SLOWFOOD.IT (WEB) Data 28-09-2015 Pagina Foglio 2 / 2 patrimonio. Hanno esortato i responsabili dell’accordo a prendere in considerazione le differenti tipologie di agricoltura dell’Unione europea e degli Stati Uniti, così come le diverse dimensioni. Mentre l’Europa è costituita principalmente da piccoli agricoltori, e molte delle tecniche che utilizzano sono tramandate di generazione in generazione, gli Stati Uniti hanno un’agricoltura basata sulla produzione di larga scala e sulla monocoltura. Inoltre, l’86% dell’agricoltura negli Stati Uniti si basa sugli OGM. E’ davvero possibile integrare queste realtà così diverse? Mentre i dazi doganali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sono già bassi (in media solo il 4%), gran parte di questo accordo si concentrerà sulle normative, le barriere non tariffarie e gli adempimenti burocratici. Per quanto riguarda il cibo, l’accordo si propone di favorire il commercio transatlantico, armonizzando le normative europee e statunitensi, al momento molto diverse. I relatori hanno evidenziato differenze fondamentali in termini di uso di ormoni, condizioni di allevamento e OGM. Come Monica Di Sisto ha sottolineato, “Qui in Europa il nostro cibo è vivo. Abbiamo ancora un sacco di batteri nel nostro cibo. Negli Stati Uniti il cibo è morto! “Le questioni che circondano le DOP per i formaggi europei sono state anche prese in considerazione. E’ stata attualmente garantita protezione solo a 11 formaggi D.O.P., ma per tutti gli altri? Infine, dato che le etichette europee sono considerate complicate, c’è la concreta possibilità di perdere la tracciabilità. I relatori hanno inoltre sostenuto che un tale accordo potrebbe cambiare il mercato a favore dei grandi esportatori. I produttori più piccoli, come quelli che si trovano in Piemonte, ne guadagnerebbero molto poco. L’accordo potrebbe portare a più importazioni nell’UE, ma a meno all’interno dell’UE, tra la Germania e l’Italia, per esempio. Nel settore formaggi, il 75% delle esportazioni italiane sono attualmente all’interno dell’Unione europea; potremmo perdere questo mercato. Nonostante il panel dei relatori fosse un po’ unilaterale, si percepiva chiaramente come per la maggior parte del pubblico le implicazioni del TTIP siano preoccupanti. Come un partecipante alla conferenza ha sottolineato, perché dovremmo voler esportare il nostro latte negli Stati Uniti, quando ha già un mercato qui? Per ora, rimane molta incertezza. Il mese prossimo, dal 10 al 17 ottobre, saranno organizzate numerose azioni internazionali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Gli eventi includeranno grandi manifestazioni in alcuni Stati membri dell’UE come la Germania e i Paesi Bassi, così come il “No TTIP Camp” a Bruxelles. Clicca qui per avere più informazioni sugli eventi. Clicca qui per saperne di più. Clicca qui per fimare l’iniziativa dei cittadini europei Slow Food ringrazia l’Unione europea per il suo supporto finanziario. 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