BiodiverSo al Clorofilla Film Festival 2016

MANIFESTAZIONI
PUGLIA
BiodiverSo al Clorofilla Film Festival 2016
I l video “Episodi di biodiversità orticola
pugliese”, sei brevi docufilm realizzati nel
corso del progetto “Biodiversità delle
specie orticole della Puglia (BiodiverSo)”,
selezionato per l’edizione 2016 del
Clorofilla Film festival, hanno riscosso un
forte gradimento di pubblico e giuria.
«Il Clorofilla Film festival – spiega il
coordinatore del progetto BiodiverSo,
Pietro Santamaria, docente presso il
Dipartimento di scienze agro-ambientali
e territoriali dell’Università di Bari – nasce
nell’ambito delle iniziative organizzate da
Legambiente con la volontà di volgere
lo sguardo, attraverso l’obiettivo di una
telecamera, alla bellezza dell’ambiente e
alla tutela a esso legata».
Alla sua giuria non sono passati
inosservati, tra i video candidati, i
docufilm prodotti da Eco-logica, casa
editrice e società di architettura del
paesaggio, per il progetto BiodiverSo
che, nell’ambito del Psr della Regione
Puglia, mira al recupero delle varietà
orticole a rischio erosione genetica. Ai
due appuntamenti previsti dal festival,
a Porto Cesareo (Le) e Rispescia (Gr),
questi docufilm hanno riscosso il plauso
del pubblico e della giuria.
Di recente il patrimonio orticolo pugliese,
proprio grazie a BiodiverSo, ha inserito
altri quattro ortaggi nell’elenco nazionale
dei Prodotti agroalimentari tradizionali
(Pat): i carciofi di Putignano, i cardoncelli,
i cardoni e il fagiolino dall’occhio,
che quindi ora fanno parte della lista
dell’agricoltura italiana di qualità.
Giuseppe Francesco Sportelli
TRENTINO
Verso una melicoltura con meno chimica e più meccanica
Una melicoltura con meno chimica e più meccanica è possibile.
Questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dalle tre
giornate “Porte aperte”, organizzate dalla Fondazione Edmund
Mach tramite il Centro di Trasferimento Tecnologico e svoltesi
nella prima metà di agosto in Valle dell’Adige, a Maso Parti e
in val di Non. Obiettivo di queste giornate che hanno visto la
partecipazione di oltre 500 produttori, in larga parte giovani, ma
anche di tecnici, è quello di fare il punto sullo stato della ricerca
nei vari settori. Numerose le visite tecniche e le prove in campo
che hanno fornito indicazioni e spunti su vari aspetti.
«È stato dimostrato come una melicoltura con meno chimica
e più meccanica sia a portata di mano – ha affermato Pierluigi
Magnago responsabile dell’unità di ricerca di nuove cultivar
resistenti – ma anche una frutticoltura che punta sempre più
sulle varietà resistenti che ormai sono collaudate sia dal punto
di vista della produzione che della resistenza, in particolare alla
ticchiolatura».
«Ma è emerso anche il limite della resistenza di queste nuove
varietà alla ticchiolatura – ha affermato il genetista Isaac Chini
– dopo alcuni anni la nuova cultivar perde parte della resistenza,
per questo vengono consigliati circa la meta dei trattamenti fatti
per l’integrato per rallentare la perdita della resistenza».
36 terra vita
n. 37-2016 16 settembre
©2016
Questi alcuni dei nuovi cloni: Galant, Opal e Story Inored. Ma
le nuove frontiere puntano all’individuazione di nuovi geni per
ottenere una resistenza poligenica, ma anche selezioni che
hanno contemporaneamente geni di resistenza a ticchiolatura,
oidio e colpo di fuoco batterico. «Non dimentichiamo che per
transitare il carattere Vf da una specie selvatica a una prima
varietà commercialmente proponibile sono state necessarie
circa cinque generazioni e non meno di 40 anni» ha ricordato
Magnago.
La melicoltura è uno dei comparti portanti dell’agricoltura
trentina, un’agricoltura che si è posta l’obiettivo di ottenere una
produzione sempre più di qualità in un quadro di sostenibilità
ambientale, secondo le indicazioni della Provincia autonoma
e dell’articolato sistema cooperativo. La produzione si attesta
ormai regolarmente oltre le 500 mila tonnellate, più di un quarto
di tutte le mele raccolte in Italia.
Un ruolo centrale per il raggiungimento di questi obiettivi è
svolto dalla Fem tramite il Centro di Trasferimento Tecnologico,
che da anni persegue un modello di frutticoltura sostenibile e
innovativo sia sul fronte della ricerca che della sperimentazione
applicata, facendo grande attenzione a ciò che chiede il
mercato.
Carlo Bridi
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