Racconta una storia di solidarietà perché “….la Giustizia intreccia vincoli di solidarietà fra gli esseri umani che sono tenuti assieme a rispettare gli obblighi e reciprocamente sono tenuti a garantire l'un l'altro i loro diritti. Con questa solidarietà la Giustizia tesse tra gli esseri umani la trama delle loro interdipendenze e delle connessioni reciproche che li tiene assieme a tutti gli esseri che costituiscono l'Universo...” (R.Scarpa, L'etica del cittadino). Puoi scrivere un racconto. Svolgimento I mondi del Sol Sebbene il Largo fiume li separasse, le loro vite erano simili, perché vuote di qualcosa entrambe. Vivevano due uomini: Bruto, si chiamava il baciato dal sol e Muto che oltre ad ascoltare altro non voleva fare. Così ha inizio la nostra storia. La luce della stella più bella scaldava il povero Bruto che un giorno si mise a pensare. Non che prima non lo facesse, ma questa volta era diverso. Solitamente pensava a coltivare i suoi dorati campi, a trovare le esche per i pesci che gli avrebbero assicurato un ricco pranzo... Questa volta, invece, Bruto aveva iniziato a farsi domande a cui non riusciva proprio a trovare una risposta. Era immobile - fatto strano per lui solitamente dinamico - fisso a guardare il fiume. Piegò la testa, si mosse, sgranò gli occhi, li strizzò cercando invano una fine. “Dov'è?!”, era quasi disperato. Si interrogò anche sul fatto che potevano essere lui e la sua riva la fine tanto desiderata da qualcun altro. Al di là del fiume stava Muto. La sua pianura era buia e sebbene la presenza della graziosa musica, prodotta da una successione di sol, permettesse comunque la vita, Muto, un po' pigro e impacciato nella coltivazione, non voleva sfruttare ciò che aveva. Nella sua testa non rimbombava solo la melodia, ma anche l'autoconvinzione che non sarebbe mai riuscito a far nascere una piantina da una semenza ottima in un fecondo terreno. I pensieri di Muto, infatti, erano ben diversi da quelli quotidiani di Bruto. La verità è che Muto non voleva anche se poteva. Era però successo qualcosa, il fatto di sentirsi soli, diversi, ma FORSE uguali, aveva creato un che di speciale, un legame sottile tra di loro, ma rimasto lì in attesa di chissà quale evento. Un giorno, un forte vento soffiò e fece sì che le loro vite si incontrassero. Il sol venne udito nel mondo di Bruto, che in cambio “inviò” una spiga di grano. I loro cuori a questo punto si mossero, in sintonia con il vento che aveva soffiato nella GIUSTA direzione. In Bruto si era concretizzata la certezza che la fine c'era e che poteva diventare addirittura un inizio. Aveva prestato attenzione più a ciò che sentiva che a quello che vedeva e si rese conto che oltre alle gialle spighe doveva esserci anche altro che lo facesse sentire uomo e non solo. Decise, quindi, di costruire un ponte : “Ci voglio provare!” - disse. Si mise subito all'opera, era un uomo molto pratico. Muto, toccato dallo stesso pensiero, decise anch'egli, accompagnato dalla musica, di progettare un ponte. Muto vide però Bruto che un po' “a caso” aveva già costruito la metà del traballante ponte. Fu impaurito, esterrefatto, gioioso, triste, incredulo... Muto urlò! Bruto lo sentì. Il ponte fu ultimato, la musica e il sol si mescolarono, formando una perfetta armonia. E sebbene ora entrambi godessero pienamente del sol, rimasero comunque due uomini estremamente diversi. Cosa era giusto per la convivenza? Ma nella storia tutto volge al meglio. Bruto e Muto capirono insieme cosa fosse meglio per entrambi. Pensare, tipico di Muto, per poi agire, come faceva solitamente Bruto. Al giorno d'oggi, spesso, si cerca di imporre il proprio concetto di giustizia derivato da eventi storici che hanno portato UN uomo a vivere in un determinato modo. Ognuno di noi è diverso e speciale a modo suo e cercare di creare una giustizia universale basata sull'uguaglianza è sbagliato. Una società fondata su ciò è un'utopia, perché in noi è radicato oltre al concetto di autonomia individuale, anche quello di diversità. Bruto vive con il sole e questo lo porta a vivere in modo diverso da Muto. L'affermare a tutti i costi la diversità come contrasto e non come complementarità spesso fa sì che non ci sia una convivenza, bensì un aperto conflitto. Il più “forte” cerca di imporsi sul più “debole”. Ed è per questo, a mio parere, che siamo sulla rotta sbagliata. Il vento qui non soffia nella giusta direzione. Ciò che deve essere universale è la considerazione dell'essere umano, con una dignità. Una società giusta in cui le diversità vengano rispettate è difficile da creare, ma da oggi si deve incominciare dicendo : “Lo voglio”.