MOZIONE FINALE XXIV CONGRESSO FEDERAZIONE

MOZIONE FINALE
XXIV CONGRESSO FEDERAZIONE REGIONALE PRI EMILIA-ROMAGNA
«IL PRI RIPARTE DALL’EMILIA-ROMAGNA»
Il Congresso Regionale PRI dell’Emilia-Romagna, udita ed approvata la relazione del
Segretario Politico uscente, amico Paolo Bellestrazzi, e l’ampio dibattito che ne è
seguito, approva la seguente mozione.
La temperie storica e sociale nella quale si dibatte il Paese richiede un impegno
rinnovato del Partito Repubblicano Italiano.
Mai, come ora, la Repubblica ha avuto così bisogno dei Repubblicani.
Viviamo giorni condizionati dall’assenza di lavoro e da una crisi economica che
attanaglia l’esistenza di decine di migliaia di famiglie. Per la prima volta, dal secondo
dopoguerra ad oggi, i padri non intravvedono un miglioramento delle condizioni di
vita dei figli.
L’adesione all’Ideale mazziniano di un’Europa di popoli, forte e coesa, si dimostra
quotidianamente, in concreto, una delusione, inducendo a credere che l’Ideale sia
sbagliato, quando, invece, sono le regole della convivenza ad essere obsolete e da
riscrivere.
C’è bisogno dei Repubblicani per veicolare questa verità: un’Europa che sia solo
l’Europa delle banche e dei mercati non potrà mai essere l’Europa che l’Esule
sognava. L’alternativa inaccettabile è quella di consegnare nelle mani di forze
politiche nazionaliste, illiberali e xenofobe, il progetto di Ugo La Malfa, di De
Gasperi, di Shumann e tanti altri grandi europeisti. Non possiamo permetterlo.
I Repubblicani, in sostanza, non vogliono meno Europa, ma più Europa: e solo la
creazione degli Stati Uniti d’Europa, con il reale coinvolgimento decisionale dei
popoli, può raggiungere l’obiettivo che fu di Giuseppe Mazzini.
Le Istituzioni repubblicane subiscono giornalieri insulti: dalla gestione fallimentare
del plutocrate Berlusconi, il Paese è caduto nelle braccia dell’ipercinetico Matteo
Renzi.
Non è facendo scempio delle regole democratiche e del bilanciamento dei poteri dello
Stato che si introducono riforme efficaci.
E’ invece attraverso il rispetto delle norme basilari della Costituzione e una
condivisione degli obiettivi che si approvano davvero soluzioni ad annosi problemi.
Il dialogo, il confronto e lo scontro tra forze politiche non potrà mai ridursi ad un
indigesto fastidio per l’ «uomo solo al comando», chiunque egli sia e da qualunque
parte politica provenga.
In democrazia, in una vera res publica, non conta soltanto la volontà della
maggioranza; contano, e molto, anche i convincimenti delle minoranze e dei singoli.
E, soprattutto, la volontà della maggioranza, anche quando si debba affermare, non
potrà mai violare i diritti del singolo e delle formazioni sociali nelle quali la sua
personalità si esplica.
Il potere politico, anche allorché segua regole democratiche, se cessa di essere
servizio alla cittadinanza e si tramuta in arroganza, è un potere demagogico contro
cui, nella legalità, occorre contrapporsi.
I Repubblicani sono da sempre i custodi delle libertà fondamentali e dei principi
ispiratori della Carta Fondamentale del 1948: occorre che si rimettano alla testa di un
movimento di «Resistenza nazionale» alla prepotenza di coloro che, millantando
perseguimento del bene comune, in realtà, del bene comune fanno strame.
Perciò, di Repubblicani, in questa inquinata e immemore Repubblica, c’è tanto
bisogno.
Il PRI deve ricercare la strada di una rinascita completa, riscoprendo le sue antiche
radici e maturando nuove prospettive ed idee.
Per farlo, occorre imprimere una svolta rispetto al passato che la Dirigenza nazionale,
anche quella uscita dal recente XLVII Congresso, non è in grado di affrontare.
Il partito deve tornare a fare politica e darsi un rotta precisa: serve un rinnovamento
totale alla guida dei Repubblicani che, oltre una rinnovata leadership, consegni un
nuovo modello di partito. I Repubblicani dell’Emilia-Romagna intendono porsi alla
testa di tale iniziativa, che non potrà prescindere da un inevitabile ricambio
generazionale e politico.
Qui, dalle terre emiliano-romagnole, come già agli albori della nostra meravigliosa
Storia e, via via, in altri drammatici momenti per il Partito, il PRI può e deve
rinascere.
La medicina, anche se amara, è l’unica che sia disponibile per la cura del malato.
Riscrivere le regole della convivenza interna al Partito, disegnando uno Statuto –
norma fondamentale di convivenza democratica – che preveda l’autonomia politica
ed organizzativa delle federazioni regionali è il primo obiettivo. Il PRI potrà rinascere
solo dalla base, riconfermando e riconquistando presenze nelle Istituzioni locali per
ricreare quel tessuto connettivo che lo riporti nella coscienza degli Italiani. E la base
deve sentirsi libera di gestire, nel rispetto del coordinamento nazionale, l’adesione al
Partito, la politica locale e le alleanze elettorali.
Prevedere un coordinamento nazionale del partito federato che indichi e porti avanti
una proposta politica chiara, comprensibile e coerente con la propria storia a tutti gli
iscritti e i simpatizzanti e che si ponga, in questa fase, come opposizione radicale al
sistema è, di conseguenza, il secondo obiettivo. Un PRI che non si scioglie ma che si
ridefinisce in un assetto federale che unisca e riunisca i Repubblicani attorno ai valori
condivisi del Mazzinianesimo e del Repubblicanesimo: la laicità dello Stato; la scuola
pubblica; l’atlantismo; il sostegno ad Israele ed al suo popolo; un’Europa politica
che dia finalmente uno “Stato” alla moneta; la lontananza da qualsiasi forma di
liberismo, e la conseguente riproposizione di una terza via di collaborazione tra
proprietà e lavoro; il rigore nei conti pubblici, temperato da una necessaria politica di
investimenti; il ripudio della semplificazione populista come dell’elefantiasi
burocratica. Un partito federale che, auspicando un metodo di condivisione ampia
nella riscrittura delle regole di convivenza democratica, persegua la revisione della
struttura amministrativa dello Stato, partendo dal riconoscimento dell’errore
commesso con la Riforma del Titolo V; chieda l’abolizione dei Comuni sotto i 15.000
abitanti e quella delle Province, nonché la creazione di macro-regioni per ridurne
costi e numeri… Potremmo aggiungere altro, ma il DNA repubblicano è già scritto da
più di un secolo. Compito nei nuovi vertici sarà di aggiornarlo alle sfide dell’oggi.
Il coordinamento nazionale nel quale si riconoscono le libere federazioni regionali
avrà sede nella Capitale, perché essa è il cuore della politica nazionale.
Cionondimeno, sarà possibile ricorrere ad una suddivisione sul territorio federale di
uffici e sedi amministrative, volte a ridurre i costi ed a valorizzare esistenti strutture
periferiche.
Lo Statuto federale sarà improntato al principio di «una tessera, un voto» e attraverso
tale meccanismo si assumeranno le decisioni fondamentali del Partito.
La nuova dirigenza avrà il compito di rendere conoscibile e trasparente l’operato
amministrativo ed i costi delle strutture del Partito, partendo con il chiedere conto
delle gestioni precedenti.
Sul piano politico nazionale, il venir meno di alcune eredità ideologiche e
l’appartenenza ideale e politica all’area della sinistra laica e democratica, fa sorgere
nei Repubblicani un atteggiamento di ascolto a quanto accade all’interno del
Centrosinistra. Del resto, guardando alla rimanente parte dello schieramento politico,
non è più possibile immaginare un accostamento alle macerie del berlusconismo, né
tantomeno avvicinarsi al populismo della Lega Nord o al becero qualunquismo del
Movimento 5 Stelle.
Per queste ragioni, i Repubblicani dell’Emilia-Romagna, riuniti a Congresso,
chiedono con forza il superamento dell’attuale fase e degli assetti determinati dagli
esiti del 47° Congresso, e la conseguente convocazione entro il 31/12/2015 di un
Congresso «costituente», per permettere, con nuove regole statutarie, a tutti i
Repubblicani, la partecipazione attiva al nuovo, necessario, ineludibile, corso del
Partito Repubblicano Italiano.
In caso contrario, i Repubblicani dell’Emilia-Romagna, si costituiranno in
Federazione Autonoma e promuoveranno ogni iniziativa tesa a ricostruire nel Paese la
presenza di una forza politica Repubblicana.
Federazione PRI Ravenna
Consociazione PRI Cesena
Paolo Ballestrazzi, Segretario Regionale uscente
e molti altri Amici Repubblicani.
Approvata con il 77,60% dei voti.