Lavori elettrici Lavori elettrici

Lavori elettrici
Dott. Ing. Daniele Novelli
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Lavori elettrici - Definizioni
Definizioni di “lavori elettrici”
Lavori su, con od in prossimità di un impianto elettrico, quali prove e
misure, sostituzioni, modifiche, ampliamenti, montaggi, ispezioni e
riparazioni.
(CEI 11-48, punto 3.4.2)
Lavoro su impianti elettrici con accesso alle parti attive e
conseguente rischio di folgorazione o arco elettrico.
(CEI 11-27, punto 1.2.01)
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1
Considerazioni sulla definizione di
“lavoro elettrico”
•
Il lavoro elettrico deve riguardare “parti attive”; lavori riguardanti parti isolanti
o involucri di apparecchi o componenti elettrici non sono “lavori elettrici.
•
L’installazione di un impianto elettrico non costituisce “lavoro elettrico”
(almeno sino a quando non di dà tensione all’impianto).
•
Si configura “lavoro elettrico” quando si debba accedere a parti attive, siano
esse in tensione (in tal caso occorre isolare l’operatore dalle parti in
tensione) che fuori tensione (in tal caso occorre prendere le necessarie
precauzioni affinché le parti attive rimangano fuori tensione).
•
Si considera intervento su parti attive non solo il contatto con parti attive ma
anche l’avvicinamento eccessivo a parti attive.
3
La Norma CEI 11-27
NORMA
NAZIONALE
La Norma CEI 11-27 si applica alle operazioni ed attività di lavoro sugli impianti elettrici, ad essi
connesse e vicino ad essi ed eserciti a qualunque livello di tensione destinati alla produzione, alla
trasmissione, alla trasformazione, alla distribuzione e all'utilizzazione dell'energia elettrica, fissi, mobili,
permanenti o provvisori.
Fornisce le prescrizioni di sicurezza per attività sugli impianti elettrici, ad essi connesse e vicino ad essi,
da applicare alle procedure di esercizio, di lavoro e di manutenzione.
La Norma si applica a tutti i lavori elettrici ed anche ai lavori non elettrici quali ad esempio lavori edili
eseguiti in prossimità di linee elettriche aeree o in vicinanza di cavi sotterranei.
La Norma CEI 11-27 non si applica ai lavori sotto tensione su impianti a tensione superiore a 1000 V sia
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in corrente alternata, sia in corrente continua.
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La Norma CEI 11-15
NORMA
NAZIONALE
La Norma CEI 11-15 riguarda i lavori sotto tensione sugli impianti elettrici alimentati a
frequenza industriale appartenenti a sistemi di Categoria II e III eseguiti da operatori agenti
dal suolo, dai sostegni delle parti in tensione, dalle parti in tensione, da supporti isolanti e non,
da velivoli e da qualsiasi altra posizione atta a garantire il rispetto
delle condizioni generali per l’esecuzione dei lavori elettrici e quelle particolari.
La legislazione italiana non consente, in via ordinaria, l’esecuzione di lavori sotto tensione
sugli impianti di seconda e terza categoria. Alla data di pubblicazione della presente Norma,
la materia è regolata da due appositi Decreti del Ministro del Lavoro e della Previdenza
Sociale: il DM del 09-06-1980 per gli impianti di terza categoria e il DM n° 442 del 13-07-1990
per gli impianti di seconda categoria
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La Norma CEI 11-48
NORMA
INTERNAZIONALE
Il presente documento costituisce la seconda edizione della Norma CEI EN 50110-1. Essa è la
Norma quadro, e quindi di riferimento, avente valenza europea, per tutti gli aspetti di indirizzo
generale inerenti le modalità operative di attività di lavoro sugli impianti elettrici, ad essi connesse e
vicino ad essi ed eserciti a livelli di tensione compresi tra la bassissima tensione e l’alta tensione
estremi inclusi. Essa non si sostituisce alle Norme CEI attualmente in vigore con valenza legislativa
(es. CEI 11-15) ma ne rappresenta un valido riferimento per la loro eventuale modifica Gli impianti
soggetti alla presente Norma sono quelli per la produzione, per la
trasmissione, per la trasformazione,per la distribuzione e per l’utilizzazione dell’energia elettrica. La
Norma si applica ai lavori elettrici e non elettrici quali quelli edili in prossimità di linee elettriche o
cavi elettrici sotterranei.
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3
Distanza elettrica
Distanza elettrica
Distanza alla quale può avvenire
una scarica in aria (dipende dalla
Distanza elettrica tensione della parte attiva)
Parte attiva
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Distanza limite DL
U
= zona di guardia
DL = distanza elettrica +
maggiorazione ergonomica =
distanza limite
Parte attiva
Distanza elettrica
Maggiorazione ergonomica
Maggiorazione ergonomica
Distanza aggiuntiva per tenere
conto della possibilità di contatto
per movimenti accidentali
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4
Lavoro elettrico a contatto
•
Si parla di lavoro elettrico a
contatto tutte le volte che un
operatore entra nella zona
di guardia con una parte del
corpo o con un oggetto (sia
Zona di
guardia
isolato che conduttore)
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Zona di sicurezza
•
L’operatore è al sicuro se è ad
una distanza Dv dalla parte
attiva, tale da non poter entrare
nella zona di guardia (Dv = 65
cm, DL = 15 cm in b.t.,).
DL
•
Il volume contenuto entro una
distanza Dv dalla parte attiva
Dv
(esclusa la zona di guardia) si
chiama zona prossima
Zona di guardia
Zona prossima
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5
Lavoro elettrico in prossimità
DL = 15 cm in b.t.
Dv = 65 cm in b.t.
Dv
Zona di
guardia
•
Si parla di lavoro elettrico
in prossimità tutte le volte
che un operatore entra
Zona
prossima
nella zona prossima con
una parte del corpo o
con un oggetto (sia
isolato che conduttore).
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Lavoro elettrico a distanza
Dv
Zona di
guardia
Zona
prossima
•
Si parla di lavoro elettrico
a distanza quando
l’operatore interviene
sulle parti attive
mediante aste isolanti,
rimanendo al di fuori
della zona di guardia e
della zona prossima.
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6
Barriere di protezione e distanze di
sicurezza
Dv
Zona di
guardia
Zona
prossima
Barriera isolante o
metallica messa a terra
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Per ricapitolare …
La distanza limite (DL)
Rappresenta il limite da non valicare né direttamente (con parti del corpo), né indirettamente (con
oggetti maneggiati) quando non si opera secondo le procedure previste per i lavori sotto tensione.
È la distanza al di sotto della quale non è garantita la tenuta elettrica in qualsiasi condizione. Vale
a dire che essa considera le condizioni ambientali estreme come umidità, pressione, ecc. e la
presenza delle sovratensioni possibili.
Per le tensioni fino a 1000 V, la distanza limite di 15 cm è di gran lunga superiore a quella
necessaria a garantire la tenuta elettrica: è stata scelta per motivi storici, considerando la diffusa
consuetudine degli operatori di ritenere tale valore un limite entro cui adottare misure di
protezione.
La distanza di prossimità (DV)
Delimita la zona circostante a quella individuata dalla DL ed in cui si assume necessario adottare
particolari misure di prevenzione del rischio elettrico e, quindi, le procedure dei lavori in prossimità
descritte nella Norma tecnica.
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7
Distanze limite DL e DV
CEI 11-27
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Classificazione dei lavori secondo
la posizione dell’operatore
Lavori
L’operatore entra nella zona
prossima con il corpo o con oggetti
L’operatore entra nella zona
prossima con un’asta isolante, ma
non con parti del corpo
L’operatore
entra con una
parte del corpo
o con un
oggetto nella
zona di guardia
L’operatore non
entra con una
parte del corpo o
con un oggetto
nella zona di
guardia
L’operatore non
entra con una
asta isolante
nella zona di
guardia
L’operatore entra
con una asta
isolante nella
zona di guardia
Lavoro
elettrico a
contatto
Lavoro
elettrico in
prossimità
Lavoro
elettrico in
prossimità
Lavoro
elettrico a
distanza
L’operatore non entra
nella zona prossima, né
con il corpo né con
oggetti
Lavoro non
elettrico
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Lavori elettrici
•
Si parla di lavori elettrici se la persona svolge attività durante
le quali compie movimenti, manovra oggetti, aziona
dispositivi ecc. in presenza di parti attive
•
Se la persona fosse immobile vicino alle parti attive, la distanza di
sicurezza sarebbe quella di isolamento in aria (distanza elettrica)
•
L’attività giustifica la maggiorazione di distanza (distanza
ergonomica)
•
Sono esclusi lavori edili e similari (lavori di trasporto, con mezzi di
sollevamento, verniciature, ecc.). In questi casi, occorrono ulteriori
maggiorazioni della distanza, per tener conto del fatto che tali
operatori non sono addestrati (cfr. D.Lgs. 81/2008 art. 83 e art.
117)
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Classificazione dei lavori elettrici
secondo lo stato delle parti attive
•
Si ha un lavoro elettrico sotto tensione quando l’operatore entra con
una parte del corpo o con un oggetto nella zona di guardia delle parti
in tensione
•
I lavori elettrici in tensione si dividono in:
– Lavoro sotto tensione a contatto
– Lavoro sotto tensione a distanza
– Lavoro in prossimità
•
Non è considerato lavoro elettrico sotto tensione il lavoro in
prossimità
•
Si ha un lavoro elettrico fuori tensione quando l’operatore entra con
una parte del corpo o con un oggetto nella zona di guardia o nella
zona prossima delle parti attive non in tensione
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9
Classificazione dei lavori elettrici
secondo lo stato delle parti attive
Lavori elettrici
Stato delle parti attive
Parti attive fuori
tensione
Tipo di lavoro
Lavoro
elettrico fuori
tensione
Parti attive in tensione
Lavoro elettrico sotto tensione
A contatto
A distanza
Lavoro
elettrico in
prossimità
(previsti nella CEI 11-48 e
non dalla CEI 11-27)
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Principali misure di sicurezza
Parti attive fuori
tensione
Parti attive in tensione
Lavoro elettrico sotto tensione
Lavoro elettrico
fuori tensione
Sezionamento e
messa in
sicurezza
Lavoro elettrico in
prossimità
A contatto
A distanza
Attrezzi isolati e/o
DPI
Aste isolanti e DPI
Barriere o distanza
con sorveglianza
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10
Principali misure di sicurezza:
Lavori elettrici fuori tensione
• Sezionamento delle parti attive
• Adozione di misure contro la richiusura
intempestiva del dispositivo di sezionamento
• Verifica dell’assenza di tensione
• Collegamento a terra e in cortocircuito delle parti
attive sezionate (da considerare tassativamente
in MT e in AT)
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Principali misure di sicurezza:
Lavori elettrici sotto tensione a
contatto
• Isolamento dell’operatore dalle parti attive
– delle mani (attrezzi e guanti isolanti)
– dell’operatore verso terra (tappetino isolante e guanti isolanti)
• Protezione dell’operatore contro gli effetti di un arco
elettrico
– Protezione del volto (visiera)
– Indumenti idonei
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11
Principali misure di sicurezza:
Lavori elettrici sotto tensione a
distanza
• Isolamento dell’operatore dalle parti attive
– delle mani (attrezzi e guanti isolanti)
– uso di aste isolanti
• Protezione dell’operatore contro gli effetti di un arco
elettrico
– Protezione del volto (visiera od occhiali)
– Indumenti idonei
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Principali misure di sicurezza:
Lavori elettrici in prossimità
• Controllo che l’operatore non entri con parti del
corpo o con attrezzi nella zona di guardia
(distanziamento con sorveglianza)
• Protezione dell’operatore con barriere
• Combinazione delle misure suddette
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12
Misure di sicurezza:
Coesistenza di lavori elettrici di tipo
diverso
• In caso di presenza contemporanea di più tipi di
lavori elettrici, si applicano contemporaneamente
le misure di protezione pertinenti.
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Considerazioni
• In generale sono da preferire i lavori fuori tensione.
• I lavori sotto tensione vanno effettuati solo dopo aver
verificato che non è ragionevole mettere fuori tensione le
parti attive coinvolte, ad esempio quando:
- La messa fuori tensione può creare pericoli (ospedali,
…)
- La natura dell’intervento richiede la presenza di
tensione (regolazioni, ricerca del guasto, ecc.)
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Considerazioni
• la sicurezza dei lavori elettrici dipende prevalentemente
dalla preparazione professionale dell’operatore e dalla
sua sensibilità alla sicurezza, prudenza, ecc., nonché al
rispetto delle procedure, tanto che i lavori sotto tensione
possono risultare addirittura più sicuri di quelli fuori
tensione, se chi svolge i lavori sotto tensione è
adeguatamente preparato.
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Parti attive
SELV
FELV
Bassissima
tensione
PELV
Bassa, media, alta
tensione
Tensione
Parti attive
<= 25V c.a. (<= 60 V c.c.)
Non pericolose
> 25V c.a. (> 60 V c.c.)
Pericolose
Qualsiasi valore
Pericolose
<= 6V c.a (<= 15 Vc.c.)
All’interno di edifici con EQP
Non pericolose
<= 25V c.a (<= 60 Vc.c.)
Luoghi asciutti All’interno di edifici
con EQP
Non pericolose
Negli altri casi
Pericolose
Qualsiasi valore
Pericolose
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14
Circuiti SELV
29
Circuiti FELV
30
15
Circuiti PELV
31
Sistema TT
32
16
Sistema TT
33
Sistema TN
34
17
Sistema TN
35
Sistema IT
36
18
Sistema IT
37
Separazione elettrica
38
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Classificazione delle persone
(CEI 11-27)
Persona
esperta
PES
Persona con istruzione,
conoscenza ed esperienza
rilevanti tali da consentirle di
analizzare i rischi e di evitare
i pericoli che l’elettricità può
creare
Capace di valutare i rischi connessi ai
lavori elettrici, di attuare le misure di
protezione necessarie e di affrontare
gli imprevisti che si possono verificare
Persona
avvertita
PAV
Persona adeguatamente
avvisata da persone esperte
per metterla in grado di
evitare i pericoli che
l’elettricità può creare
Può eseguire in autonomia solo lavori
semplici, seguendo procedure di
lavoro prestabilite; può eseguire lavori
più complessi solo sotto la
supervisione di una persona esperta
Persona
comune
PEC
Persona che non è esperta e
non è avvertita
Non è in grado di svolgere lavori
elettrici
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Classificazione delle persone
(CEI 11-27)
• L’idoneità a svolgere lavori sotto tensione deve essere
formalizzata per iscritto dal datore di lavoro, tenuto conto
di:
– Formazione sulle misure di sicurezza da adottare
– Esperienza maturata
– Comportamento tenuto sul lavoro
– Idoneità psico-fisica
40
20
Formazione del PES
Livello 1A – Conoscenze teoriche
Oltre alle conoscenze di elettrotecnica generale e a quelle specifiche per la tipologia di
lavoro, la formazione teorica deve riguardare almeno i seguenti aspetti:
− conoscenza delle principali disposizioni legislative in materia di sicurezza elettrica con
particolare riguardo ai principi ispiratori del Decreto Legislativo 626/94 come chiave
d’interpretazione della cultura della sicurezza.
− conoscenza della normativa tecnica che evidenzi:
− la Norma CEI EN 50110-1 e la presente Norma per gli aspetti comportamentali;
− almeno le Norme CEI 11-1 e 64-8 per gli aspetti costruttivi dell’impianto;
− eventuali altre norme pertinenti alla tipologia impiantistica su cui si dovrà operare;
− nozioni circa gli effetti dell’elettricità (compreso l’arco elettrico) sul corpo umano e cenni di primo
intervento di soccorso;
− attrezzatura e DPI: impiego, verifica e conservazione;
− le procedure di lavoro generali ed aziendali; le responsabilità ed i compiti del Responsabile degli
impianti e del Preposto ai lavori; la preparazione del lavoro; la documentazione; le sequenze
operative di sicurezza; le comunicazioni; il cantiere.
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Formazione del PES
Livello 1B – Conoscenze e capacità per l’operatività
Oltre alle metodologie di lavoro specifiche richieste per l’attività, la formazione pratica deve
riguardare almeno i seguenti aspetti:
− predisposizione e corretta comprensione di un Piano di lavoro e di un Piano d’intervento;
− definizione, individuazione, delimitazione della zona di lavoro e della zona d’intervento;
− apposizione di barriere e protezioni;
− apposizione di blocchi ad apparecchiature o macchinari;
− messa a terra ed in cortocircuito;
− verifica dell’assenza di tensione;
− verifica della sicurezza delle masse;
− valutazione delle distanze;
− uso e verifica dei DPI;
− valutazione delle condizioni ambientali;
− modalità di scambio delle informazioni;
− verifica del corretto intervento di primo soccorso agli infortunati.
42
21
Formazione del PES
•
La durata e l’ampiezza dell’attività formativa dipendono da vari
fattori tra cui si evidenziano la preparazione scolastica e
l’esperienza pregressa.
•
Si raccomanda, comunque una durata minima per la preparazione
teorica (livello 1A) non inferiore alle 10 ore.
•
La formazione, o parte di essa, può essere svolta sia all’interno sia
al di fuori dell’azienda di appartenenza, purché il soggetto formatore
sia in possesso delle necessarie caratteristiche professionali.
•
Per l’esecuzione di lavori sotto tensione BT è richiesta una
formazione specifica trattata nella parte dedicata a tali lavori.
43
D. Lgs. 81/2008 . Art. 74
Definizioni
Si intende per Dispositivo di Protezione Individuale:
“qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e
tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro
uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o
la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o
accessorio destinato a tale scopo”.
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22
D. Lgs. 81/2008 Art. 75
Obbligo di uso
1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione
collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
Criteri per l’individuazione e l’uso
Per l'individuazione dei DPI necessari, le modalità d'uso e le circostanze nelle quali è
possibile l'impiego, si può fare riferimento al D.Lgs. n. 81/2008, allegato VIII:
indicazioni generiche e non esaustive e non va dimenticata l'esigenza di priorità da
accordare alla protezione collettiva;
i DPI rappresentano l’ultima difesa prima dell’infortunio
45
D. Lgs. 81/2008 Art. 76
Requisiti dei DPI
1. I DPI devono essere conformi alle norme di cui al D.Lgs.
4/12/1992, n. 475
2. I DPI devono inoltre:
a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per
sé un rischio maggiore;
b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del
lavoratore;
d) poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità.
46
23
D. Lgs. 81/2008 . Art. 77
Obblighi del Datore di Lavoro
Il Datore di Lavoro:
a) mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le
riparazioni e le sostituzioni necessarie;
b) provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed
eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;
c) fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori;
d) destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso
DPI da parte di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema
sanitario e igienico ai vari utilizzatori;
e) informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge;
f) rende disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni DPI;
g) assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifico addestramento
circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI.
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D. Lgs. 81/2008 . Art. 78
Obblighi dei Lavoratori
I Lavoratori hanno l'obbligo di utilizzare correttamente
i DPI, di averne cura e di non apportare modifiche,
segnalando difetti o inconvenienti specifici.
I Lavoratori devono sottoporsi al programma di
formazione e di addestramento quando necessario.
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24
D.P.I. per lavori elettrici
• Calzature elettricamente isolanti
• Guanti isolanti
• Guanti da lavoro
• Elmetto isolante
• Visiera di protezione
• Vestiario di protezione
• Cintura di sicurezza (per lavori in quota)
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Caratteristiche generali dei D.P.I.
•
I D.P.I. devono essere conformi al D.Lgs. 475/92 e provvisti di marcatura
CE (D.Lgs. 81/2008, art. 76)
•
Il fabbricante dei D.P.I. deve rilasciare una nota informativa contenente le
indicazioni necessarie per il corretto deposito, impiego e manutenzione dei
D.P.I., la natura e la frequenza delle verifiche e delle eventuali prove
dielettriche da eseguire sul D.P.I. e la sua eventuale data di scadenza
•
I D.P.I. utilizzati nei lavori elettrici sotto tensione devono portare
l’indicazione della classe di protezione e/o della tensione di impiego, del
numero di serie e della data di fabbricazione. In apposito spazio all’esterno
dell’involucro di protezione deve essere segnata la data di messa in servizio
50
25
D.P.I. . Casco
•
USO : Protezione della testa dagli urti ed anche per contatti diretti per
tensioni fino a 440 V.
•
NORME: EN 397.
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Nome del fabbricante.
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità di uso e di conservazione.
51
D.P.I. . Visiera
•
USO : Per la protezione del viso dai raggi UV (archi elettrici) nei lavori sotto tensione a contatto ed
a distanza in bassa tensione.
•
NORME:
- EN 166.
- EN 168.
- EN 170.
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Nome del fabbricante.
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità di uso e di conservazione.
52
26
D.P.I. . Occhiali
•
USO : Per la protezione del viso dai raggi UV (archi elettrici).
•
NORME:
- EN 166.
- EN 168.
- EN 170.
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Nome del fabbricante.
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità di uso e di conservazione.
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D.P.I. . Abiti isolanti
•
USO : Per la protezione del corpo dalle azioni dirette ed indirette della corrente nei lavori sotto
tensione a contatto ed a distanza in bassa tensione.
•
NORME:
- EN 340.
- EN 531.
- CEI EN 50286 (CEI 11-57).
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Nome del fabbricante.
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità di uso e di conservazione.
54
27
D.P.I. . Calzature isolanti
•
USO : Per isolare dal terreno l’addetto nei lavori sotto tensione a contatto ed a distanza.
•
NORME:
- EN 344.
- EN 347.
- CEI EN 50321 (CEI 11-59).
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Nome del fabbricante.
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità di uso e di conservazione.
55
D.P.I. Calzature isolanti
•
Marcatura
•
Le scarpe di classe 00 possono
essere utilizzate fino a 500V c.a. –
750 V c.c. e sono marcate con un
doppio triangolo di colore beige
•
Le scarpe di classe 0 possono
essere utilizzate fino a 1000V c.a. –
1500 V c.c. e sono marcate con un
doppio triangolo di colore rosso
•
Le scarpe di classe 00, immerse in
acqua, devono tenere una tensione
alternata di 5 kV, mentre le scarpe
di classe 0 devono tenere una
tensione di 10 kV.
56
28
D.P.I. . Guanti isolanti
•
USO : Per la protezione delle mani dai contatti diretti per lavori in tensione.
•
NORME:
- CEI EN 60903 (CEI 11-31).
- CEI EN 50237 (CEI 11-44).
•
CARATTERISTICHE:
- Marcatura CE.
- Doppio triangolo.
- Nome del fabbricante.
- Taglia e Classe.
- Proprietà speciali (Categoria).
- Sigla del DPI.
- Data di fabbricazione.
- Note sulle modalità d’uso e di conservazione
57
D.P.I. . Guanti isolanti
Proprietà speciali
Marcatura
58
29
D.P.I.
Guanti
isolanti
59
D.P.I. . Guanti isolanti
•
IMMAGAZZINAGGIO: Conservazione all’interno del proprio contenitore o imballo, ben distesi e
non soggetti a compressione, al riparo dalla luce solare diretta e con temperatura ambiente
compresa fra 10 e 20 °C.
•
ESAME PRIMA DELL’USO: Esame visivo di integrità e verifica dell’assenza di fughe d’aria
tramite gonfiaggio. Per i guanti di Classe 2, 3 e 4 è raccomandato anche un esame interno.
•
PRECAUZIONI D’USO: Evitare l’esposizione senza necessità al calore ed alla luce, ed il contatto
con olio, grasso, essenza di trementina, ragia minerale o acidi forti. Se sporchi debbono essere
lavati con acqua e sapone e poi asciugati ad una temperatura non superiore a 65 °C.
•
ISPEZIONE PERIODICA E VERIFICA ELETTRICA: Sono da effettuare ogni 6 mesi le seguenti
prove:
- prova di tenuta alle fughe d’aria;
- prova dielettrica (per i guanti di classe 1, 2, 3 e 4).
Se uno dei guanti è rovinato, devono essere buttati entrambi.
60
30
Utensili isolati
61
62
31
63
Gestione dei D.P.I.: Verifiche
periodiche
•
Le attrezzature in consegna collettiva ed i dispositivi di protezione
individuali isolanti devono essere sottoposti a prove periodiche.
•
Qualora durante le prove si riscontri il deterioramento di un attrezzo,
si deve provvedere ad escluderlo dall’uso od a ripristinarne
l’efficienza prima della riutilizzazione.
•
L’effettuazione delle prove periodiche deve essere registrata
mediante un sistema che deve permettere di determinarne la data di
esecuzione e l’esecutore. Il tipo di prove e la relativa periodicità per i
sistemi di II e III categoria sono riportate nella tabella 4.1 della
Norma CEI 11-15
64
32
Gestione dei D.P.I.: Verifiche
periodiche (sistemi di II e III categoria)
65
Lavori elettrici fuori tensione
(b.t.)
66
33
Procedura
1.
Definire la zona di lavoro (spazio dove è prevedibile che il lavoratore entri con parti
del corpo o con attrezzi)
2.
Togliere tensione all’impianto, attraverso l’apertura dei dispositivi di sezionamento
a monte delle parti attive poste all’interno della zona di lavoro e a distanza
3.
Adottare provvedimenti per evitare richiusure intempestive dei dispositivi di
sezionamento
4.
Verificare strumentalmente l’assenza di tensione su tutte le parti attive (es.
voltmetri, rivelatori di tensione, ecc.)
5.
Eventualmente, mettere a terra ed in cortocircuito le parti sezionate
inferiore alla distanza Dv
Ove ne sia prevista la presenza, il preposto dei lavori, accertato che tutti i suddetti
passaggi sono stati fatti, autorizza ad iniziare il lavoro. In casi di impianti
complessi, il preposto ai lavori deve ricevere l’autorizzazione dal responsabile
dell’impianto.
67
Individuazione della parte
d’impianto
•
É un’attività che deve essere effettuata facendo uso di tutte le
informazioni disponibili sulla configurazione dell’impianto (piante,
schemi, ecc.) e delle notizie utili per l’identificazione dell’impianto in
tutto il suo percorso.
•
Nel caso in cui occorra eseguire un lavoro che preveda il taglio di un
cavo in MT, è necessario sezionare, verificare l’assenza di tensione
e mettere a terra e in cortocircuito entrambi gli estremi del cavo,
essendo impossibile collegare a terra e in cortocircuito il cavo sul
posto di lavoro prima del taglio.
68
34
Individuazione della zona di lavoro
•
Zona di lavoro
Zona all’interno della quale devono essere compresi tutti i lavori elettrici di tipo
operativo.
All’interno della zona di lavoro devono essere garantite le misure di prevenzione.
Nessun estraneo deve entrarvi senza permesso e nessun operatore deve compiere
attività lavorative fuori da essa.
•
Zona d’intervento
Zona, compresa all’interno della zona di lavoro, possibilmente posta frontalmente
rispetto all’operatore, nella quale devono essere contenute le parti attive sulle quali
l’operatore interviene per eseguire un lavoro sotto tensione a contatto. Essa individua
lo spazio d’azione dell’operatore ed è uno spazio virtuale che serve a verificare la
possibilità di tenere sotto controllo le fonti di pericolo. La sua eventuale delimitazione
ricade sotto la responsabilità del Preposto ai lavori.
CEI 11-27
69
Sezionamento delle parti attive
•
Tutte le parti attive distanti meno di 65 cm dal perimetro della zona di lavoro
vanno sezionate e messe in sicurezza.
•
Il sezionamento delle parti attive è l’attività che comporta lo scollegamento
fisico delle parti attive dell’impianto interessato al lavoro, da tutte le possibili
fonti di alimentazione elettrica. È solitamente realizzata con la manovra di
apparecchiature appositamente progettate, ma può anche effettuarsi
aprendo connessioni normalmente chiuse. Il sezionamento deve assicurare
un livello d’isolamento sufficiente a garantire la tenuta in qualsiasi
condizione di funzionamento considerando anche le sovratensioni possibili.
70
35
Dispositivi di sezionamento
In b.t., sono idonei come dispositivi di sezionamento i seguenti:
-
Interruttori automatici ad uso domestico e similare
-
Interruttori differenziali, con o senza sganciatori di sovracorrente
-
Interruttori ad uso industriale, la cui idoneità al sezionamento sia
esplicitamente dichiarata dal fabbricante
-
Interruttori di manovra – sezionatori (con o senza fusibili)
-
Contattori – sezionatori
-
Prese a spina
-
Cartucce per fusibili
-
Sezionatori con o senza fusibili
-
barrette
71
Sezionamento delle parti attive
• Per evitare manovre di richiusura
accidentali o non autorizzate, i sezionatori
vanno installati fuori della portata di mano,
devono essere chiaramente identificati
nella loro funzione e nel circuito da essi
sezionato
72
36
Sezionamento delle parti attive
•
Per gli impianti a tensione uguale o inferiore a 1000 V, riguardo al
sezionamento del conduttore di neutro, va tenuto presente che:
− nei sistemi TN-C il conduttore PEN non deve essere mai
sezionato;
− nei sistemi TN-S non è richiesto il sezionamento del neutro, salvo
nei circuiti a due conduttori fase-neutro, quando tali circuiti abbiano
a monte un dispositivo di interruzione unipolare sul neutro, per
esempio un fusibile;
− nei sistemi utilizzatori TT e IT il conduttore di neutro deve essere
sempre sezionato.
73
Provvedimenti per evitare
richiusure intempestive
•
blocchi meccanici con dispositivo a chiave che impediscano la
manovra dell’apparecchiatura; in alternativa blocchi meccanici che
per essere sbloccati o raggiunti richiedono attrezzi o dispositivi
specifici;
•
impedimenti all’accesso a personale non autorizzato alle aree, ai
locali o quadri contenenti il sezionamento;
•
sorveglianza atta ad impedire manovre indebite.
La sorveglianza può essere utilizzata come misura efficace solo
quando è impossibile realizzare una delle prime due.
74
37
Provvedimenti per evitare
richiusure intempestive
•
In ogni caso devono essere esposti cartelli che vietino l’esecuzione
di manovre.
•
Per gli impianti a tensione fino a 1000 V, qualora nessuna delle
misure suddette sia realizzabile con efficacia, deve essere
realizzata obbligatoriamente la messa a terra ed in cortocircuito
dell’impianto sul posto di lavoro.
•
La sorveglianza è automaticamente realizzata se il sezionamento
rimane sotto il controllo di chi esegue il lavoro. In tal caso non è
necessario predisporre prioritariamente blocchi o impedimenti.
75
Verifica dell’assenza di tensione
•
La rilevazione dell’assenza di tensione deve essere effettuata verso terra su tutte le
parti attive dell’impianto sezionate, in corrispondenza del posto dove deve essere
eseguito il lavoro.
•
Nel caso di linee o connessioni in cavo o assimilabili, se non è possibile effettuare la
verifica dell’assenza di tensione nella zona di lavoro, la verifica stessa può essere
effettuata in corrispondenza di un punto in cui il conduttore risulti accessibile e
sicuramente individuabile a partire dal posto di lavoro.
•
Nel caso di impianti in BT la rilevazione deve interessare anche l’eventuale neutro e
le eventuali masse presenti sul posto di lavoro non protette contro i contatti indiretti.
•
Il funzionamento dello strumento rilevatore deve essere verificato prima e, ove
possibile, dopo l’uso.
76
38
Messa a terra e in cortocircuito
Negli impianti b.t., la messa a terra e in cortocircuito è
richiesta quando:
• Vi è il pericolo di tensioni indotte (scariche atmosferiche,
linee elettriche parallele)
• Non si ha certezza sul sezionamento di tutti i possibili
punti di alimentazione (p.es. presenza di UPS) o
sull’efficacia delle misure per evitare richiusure
intempestive dei dispositivi di sezionamento
77
D.P.I.
• Nei lavori elettrici fuori tensione non è necessario
indossare guanti isolanti e visiera, né utilizzare attrezzi
isolanti.
• Ove sia prevista l’effettuazione di lavori elettrici sia fuori
tensione che in tensione, è opportuno che siano resi
disponibili solo attrezzi isolanti.
78
39
Lavori elettrici sotto tensione
(b.t.)
79
Lavori elettrici sotto tensione in b.t.
•
Si ha lavoro elettrico sotto tensione quando l’operatore si avvicina
con una parte del corpo o con un oggetto (conduttore o isolante)
entro la zona di guardia ovvero a distanza inferiore a DL (15 cm in
b.t.) dalle parti attive.
•
Generalmente, quando si eseguono lavori sotto tensione, l’operatore
si trova anche in prossimità di altri parti attive in tensione, ovvero si
ha contemporaneamente anche un lavoro in prossimità. In questi
casi si adottano i provvedimenti necessari sia per lavori sotto
tensione che lavori in prossimità.
80
40
Lavori elettrici sotto tensione in b.t.
•
In definitiva, si ha un lavoro elettrico sotto tensione ogni volta che un
operatore si avvicina con una parte del corpo o con un attrezzo a
meno di 15 cm da una parte attiva in tensione.
•
Se l’attrezzo che entra nella zona di guardia (< 15 cm) è isolato,
mentre l’operatore rimane al di fuori della zona prossima, si
configura un lavoro sotto tensione a distanza (poco usato in b.t.).
Negli altri casi si ha un lavoro sotto tensione a contatto.
81
Presenza di una seconda persona
•
Non vi sono disposizioni legislative cogenti che prevedano l’obbligo
di una seconda persona per lavori elettrici sotto tensione in b.t.
•
Tuttavia è opportuna la presenza di una seconda persona che
assista l’operatore quando:
– Si eseguono lavori in prossimità mediante distanza con
sorveglianza e le parti in tensione non sono davanti all’operatore
(la seconda persona vigila che l’operatore non entri nella zona di
guardia)
– Gli interventi richiedono l’impiego di protezioni isolanti
temporanee che devono essere sorrette dalla seconda persona
82
41
Caratteristiche dell’operatore
L’operatore che lavora sotto tensione deve:
• Essere una persona idonea
• Poter assumere una posizione stabile, che gli permetta
di avere entrambe le mani libere
• Indossare un idoneo equipaggiamento individuale
• Evitare di indossare oggetti metallici
83
Lavori sotto tensione
in b.t. nel D.Lgs. 81/2008
•
Art. 82. - Lavori sotto tensione
1. E' vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi
in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo
stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti
condizioni:
a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti
nelle norme tecniche;
b) per sistemi di categoria 0 e I purché l'esecuzione di lavori su parti in tensione
sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale
attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica;
…
84
42
Zona di intervento e zona di lavoro
•
Nei lavori sotto tensione a contatto le parti in
tensione e le relative zone di guardia, sulle quali
interviene l’operatore, devono essere ristrette ad
una zona denominata “zona di intervento”.
•
La “zona di lavoro” è più ampia della “zona di
intervento” ed è la zona nella quale vengono
depositate le attrezzature di lavoro ed è
accessibile soltanto agli addetti al lavoro.
•
N.B.: mentre nei lavori fuori tensione, la zona di
lavoro è sicura, nei lavori sotto tensione a
DL
contatto ci sono le parti in tensione (pericolose)
sulle quali si interviene con i dispositivi di
protezione individuale.
Zona di lavoro sotto tensione
Zona di intervento
85
Procedura
•
Individuare e recintare la zona di lavoro (es. nastri o
catenelle) e indicare il divieto di accesso con
apposito cartello (“Divieto di accesso alle persone
non autorizzate”). La recinzione non è necessaria se
si può escludere ragionevolmente l’accesso di altre
persone nella zona di lavoro.
•
La zona di intervento deve essere in posizione
frontale rispetto all’operatore. Essa deve essere
limitata possibilmente alla zona che l’operatore può
tenere sotto il controllo visivo diretto.
•
Separare parti a potenziale diverso ubicate nella
zona di intervento con schermi isolanti, per evitare i
rischi di cortocircuito accidentale. Questa
separazione non è necessaria se gli elementi
maneggiati dall’operatore (es. conduttori o attrezzi)
sono completamente isolati o se il cortocircuito può
essere escluso
86
43
Procedura
Rischio corto circuiti accidentali
D
D<L
c’è rischio di cortocircuito
accidentale
L
D
D>L
non c’è rischio di
cortocircuito
accidentale
87
Procedura
Rischio corto circuiti accidentali
a) Le parti attive sono
adeguatamente separate da
setti isolanti
non c’è rischio di cortocircuito
accidentale
D
L
b) Parti attive non sono
separate adeguatamente dai
setti isolanti con D < L
C’è rischio di cortocircuito
accidentale
88
44
D.P.I.
L’operatore deve indossare:
•
Elmetto in materiale isolante con visiera di protezione (l’uso di
occhiali protettivi non è ritenuto idoneo)
•
Vestiario adeguato, che non lasci scoperte parti del tronco o degli
arti
•
Guanti isolanti e attrezzi isolati, oppure guanti isolanti e tappetino
isolante.
L’obiettivo è realizzare una doppia protezione isolante nei confronti
delle parti in tensione su cui si interviene.
89
D.P.I.
Nei lavori elettrici a contatto è sempre
richiesta la doppia protezione, ottenuta
mediante:
a) guanti isolanti + attrezzi isolati
b) guanti isolanti + tappeto isolante
c) guanti isolanti + tronchetti isolanti
Guanti isolati
Attrezzo isolato
a)
Guanti isolati
Guanti isolati
Tappeto isolante
Tronchetti isolanti
b)
c)
90
45
D.P.I.
Parti attive
15 cm
Guanti isolanti
Parte del corpo protetta
da vestiario da lavoro
senza protezioni isolanti
Nei lavori elettrici sotto
tensione a contatto, le
parti
del
corpo
non
protette da dispositivi di
protezione isolanti non
devono essere a distanza
inferiore a DL (15 cm per la
bassa tensione) rispetto
alle parti attive
91
Lavori elettrici fuori tensione
(a.t.)
92
46
Lavori sotto tensione
in A.T. nel D.Lgs. 81/2008
•
Art. 82. - Lavori sotto tensione
1. E' vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le
tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o
quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle
norme tecniche;
…
c) per sistemi di II e III categoria purchè:
1) i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende autorizzate, con specifico
provvedimento del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ad operare
sotto tensione;
2) l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori abilitati dal datore di
lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività.
93
Tipi di lavori elettrici
Tipo di lavoro
Note
Riferimenti
Fuori tensione
Ammessi
D.Lgs. 81/2008 art. 82
Sotto tensione (a
contatto o a
distanza)
Sono ammessi:
- A tensione > 30 kV solo
per l’ENEL
- A tensione compresa tra 1
kV e 30 kV per le aziende
che hanno determinati
requisiti
In prossimità
Sono ammessi, mediante
distanza con sorveglianza o
con schermi metallici
collegati a terra
D.M. 11/2/2011
D.Lgs. 81/2008 art. 82
94
47
Procedura
1.
Definire la zona di lavoro (spazio dove è prevedibile che il lavoratore entri con parti del
corpo o con attrezzi)
2.
Togliere tensione all’impianto, attraverso l’apertura dei dispositivi di sezionamento a
monte delle parti attive poste all’interno della zona di lavoro e a distanza inferiore alla
distanza Dv
3.
Adottare provvedimenti per evitare richiusure intempestive dei dispositivi di
sezionamento
4.
Verificare strumentalmente l’assenza di tensione su tutte le parti attive (es. voltmetri,
rivelatori di tensione, ecc.) (questa fase non è espressamente prevista dal DPR 547/55)
5.
Mettere a terra ed in cortocircuito le parti sezionate (sempre obbligatorio)
Il preposto dei lavori, accertato che tutti i suddetti passaggi sono stati fatti, autorizza ad
iniziare il lavoro. In casi di impianti complessi, il preposto ai lavori deve ricevere
l’autorizzazione dal responsabile dell’impianto ed è necessaria la preparazione del
lavoro attraverso la redazione di piani di lavoro.
95
Piano di lavoro
•
Documento che individua le modalità organizzative del lavoro sotto
tensione nei confronti delle strutture e delle persone che da questo
sono interessate.
•
Esso è predisposto dal responsabile dell’impianto e da lui firmato
come assunzione di responsabilità.
•
Il piano di lavoro sotto tensione deve riguardare tutti gli aspetti
dell’organizzazione del lavoro che sono rilevanti ai fini della
riduzione del rischio elettrico nei confronti del sistema elettrico di cui
l’impianto interessato dai lavori fa parte.
96
48
Piano di lavoro
•
Il piano di lavoro deve riportare come minimo i seguenti dati:
– identificazione univoca dell’impianto;
– nome e firma del responsabile dell’impianto;
– nome del preposto ai lavori;
– individuazione univoca dell’impianto o parte di esso sul quale il lavoro sotto
tensione deve essere effettuato;
– necessità o meno di attuare il regime speciale di esercizio e motivazione della
sua eventuale assenza;
– dettaglio delle modalità di realizzazione dell’eventuale regime speciale di
esercizio;
– individuazione del posto o dei posti di presidio da dove è possibile compiere
manovre su ogni interruttore a tutte le estremità dell’impianto su cui si deve
lavorare. In fase di sopralluogo il Preposto ai Lavori verificherà l’efficacia delle
comunicazioni con detti posti di presidio.
97
Piano di lavoro
• Il piano di lavoro può essere utilizzato anche quando la
messa fuori tensione e in sicurezza non è direttamente
controllabile dal preposto o se le manovre sono eseguite
lontano dal posto di lavoro da un’altra persona.
• In A.T., se le manovre non vengono direttamente
eseguite dal preposto dei lavori, è necessario che questi
riceva una comunicazione scritta che indichi le manovre
eseguite e le misure di sicurezza adottate. Questa
comunicazione autorizza il preposto ad iniziare il lavoro.
98
49
Sezionamento
• L’apertura di un sezionatore mediante il
fioretto non è considerato lavoro sotto
tensione, anche se con il fioretto si
possono toccare parti in tensione.
• E’ comunque opportuno che l’operatore
indossi i D.P.I. (guanti isolanti e visiera)
99
Sezionamento
• Devono essere presi provvedimenti per garantire il
mantenimento in posizione di apertura dei sezionatori
(es. chiudendo a chiave il locale, asportando la chiave di
blocco del sezionatore)
• Devono essere apposti cartelli sul comando del
sezionatore con l’avvertenza “Lavori in corso, non
effettuare manovre”
• La messa fuori tensione e in sicurezza prima dei lavori e
la rimessa in servizio dopo che questi sono terminati
devono essere eseguite da persone addestrate.
100
50
Dispositivi per la messa a terra
e in cortocircuito
Possono essere di tipo:
• Fisso, costituito da un sezionatore di terra, generalmente
interbloccato con il sezionatore di linea, in modo che sia
impossibile chiudere i sezionatori di terra senza aver
prima aperto il sezionatore di linea e viceversa.
• Mobile, costituito da tre morsetti da collegare alle fasi del
circuito e da tre conduttori che sono collegati ad un unico
morsetto da collegare a terra.
101
Messa a terra e in cortocircuito
• La messa a terra e in cortocircuito con dispositivi fissi azionati
con fioretto o con dispositivi mobili, dopo aver verificato
l’assenza di tensione, non è considerato lavoro sotto
tensione.
• I dispositivi di messa a terra e in cortocircuito devono essere
visibili dal posto di lavoro o, se ciò non è possibile, la messa a
terra e in cortocircuito può essere effettuata in un punto vicino
alla zona di lavoro, purchè sia garantita la continuità metallica
tra il punto in cui si è effettuata la messa a terra e in
cortocircuito e il punto in cui si svolgono i lavori.
102
51
Lavori su trasformatori AT/BT
• Aprire l’interruttore sul secondario
• Aprire l’interruttore o il sezionatore sul primario.
L’apertura del secondario serve a evitare ritorni di
tensione sul primario dovuto a sorgenti di tensione
collegate sul secondario (UPS, trasformatori in parallelo,
ecc.).
In questi casi è opportuno collegare a terra e in
cortocircuito sia il primario che il secondario del
trasformatore.
103
Lavori elettrici in prossimità
(a.t e b.t.)
104
52
Lavoro elettrico in prossimità
•
Tutte le attività lavorative in cui un lavoratore entra nella zona
prossima (ovvero entro la distanza Dv da parti attive) con parti del
proprio corpo, con un attrezzo o con qualsiasi altro oggetto
(conduttori o isolanti) senza invadere la zona di lavoro sotto
tensione.
•
I lavori elettrici in prossimità sono spesso abbinati a lavori elettrici
fuori tensione, quando la zona di lavoro (fuori tensione) interferisce
con la zona prossima di altre parti attive rimaste in tensione. Nei
confronti di quest’ultime parti si configura il lavoro elettrico in
prossimità.
105
Distanze
Tensione
nominale (kV)
<= 1
3
6
10
15
20
30
Distanza DL (zona Distanza DV (zona
di guardia)
prossima)
(cm)
(cm)
15
65
15
115
15
115
15
20
28
40
115
120
128
140
Il valore DV si ottiene aggiungendo alla distanza DL un franco di 50 cm per la
bassa tensione e di 100 cm per l’alta tensione fino a 110 kV (CEI 11-48 art.
106
6.4.1.1)
53
Criteri generali di sicurezza
In alternativa:
• Protezione per mezzo di barriere
• Protezione mediante distanziamento con
sorveglianza
107
Protezione mediante barriere
•
Le barriere devono assicurare un grado di protezione almeno IPXXB
nella direzione di accesso
•
Il posizionamento di barriere all’interno di zone di guardia si può
configura come lavoro elettrico:
– sotto tensione, se le parti attive sono mantenute in tensione
– fuori tensione, se viene tolta tensione alle parti attive
•
Il posizionamento di barriere all’esterno di zone di guardia si può
configura come lavoro elettrico in prossimità, per cui occorre seguire
la procedura del lavoro elettrico in prossimità mediante
distanziamento con sorveglianza
108
54
Protezione mediante
distanziamento con sorveglianza
Quando si usa la protezione con distanza sicura e supervisione, questo
metodo di lavoro deve almeno comprendere:
•
il mantenimento della distanza sicura non inferiore a DL tenendo
conto della natura del lavoro e della tensione nominale dell’impianto
elettrico;
•
i criteri per la designazione del personale che può essere incaricato
dell’esecuzione del lavoro;
•
le procedure da adottare durante il lavoro per prevenire il
superamento del limite della zona sotto tensione.
109
Protezione mediante
distanziamento con sorveglianza
•
CEI 11-48
6.4.1.2 Se dette misure non possono essere messe in atto, si deve
provvedere alla protezione mantenendo una distanza sicura non
inferiore a DL dalle parti nude attive e quando necessario, provvedendo
ad un’adeguata supervisione.
•
Nei lavori elettrici in prossimità, è opportuno prevedere un secondo
operatore:
– In alta tensione
– In bassa tensione, quando le parti in tensione sono dietro o a fianco
di chi lavora (non è necessaria, invece, se le parti in tensione sono
disposte di fronte all’operatore)
110
55