Interazione tra radiazioni e materia Interazione tra radiazioni e materia (I) • FASE FISICA: – emissione di energia da parte della sorgente ® trasferimento di energia nello spazio ® interazione con un elettrone di un atomo ® cessione di energia ® ionizzazione dell’atomo. • La coppia di ioni ha energia superiore a quella dell’atomo di partenza perchè ha ricevuto energia dalla radiazione ed ha acquisito una certa instabilità. Interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia (I) Effetto fotoelettrico: tutta l’energia del fotone incidente viene trasferita ad un elettrone delle orbite interne che viene espulso ed acquista una energia cinetica pari alla differenza energetica tra il fotone incidente e l’energia di legame. Interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia (II) Effetto Compton: il fotone incidente urta elasticamente contro un elettrone delle orbite esterne, cedendogli una parte dell’energia e deviando la propria traiettoria; l’energia acquisita dall’elettrone provoca l’espulsione dello stesso dall’atomo. Interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia (III) Produzione di coppie: è il meccanismo attraverso il quale un fotone incidente di energia almeno di 1.022 MeV è trasformato in una coppia di particelle (elettrone e positrone). Interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia (IV) Produzione di elettroni di Auger: si puo verificare qualora si crei un "vuoto" elettronico in un orbitale interno. Un e- esterno per riempire il “vuoto" scende ad un livello energetico inferiore, cedendo energia sotto forma di radiazione X "caratteristica" che, attraversando gli orbitali piu esterni, può interagire con un elettrone espellendolo dalla sua orbita (elettrone di Auger). Interazione tra radiazioni elettromagnetiche e materia (V) Interazione tra radiazioni corpuscolari e materia Ad esempio un elettrone può interagire con un atomo: a) colpendo il nucleo (con possibile formazione di coppie); b) colpendo un elettrone dell’atomo (ionizzazione dell’atomo con emissione di radiazione caratteristica); c) risentendo dell’effetto repulsivo degli altri elettroni con emissione di radiazione di frenamento. Interazione tra radiazioni e materia (II) • L’atomo cerca, pertanto, di ripristinare una situazione di stabilità: – catturando un elettrone libero nell’ambiente circostante dissipa quel po’ di energia in più e, quindi, può tornare neutro; – modificando i suoi rapporti con gli atomi vicini, formando o scindendo dei legami. • In quest’ultimo caso si assiste alla modificazione della molecola di cui l’atomo fa parte e si parla di FASE CHIMICA. Interazione tra radiazioni e materia (III) • Inoltre, se la molecola svolge attività biologica (es. un enzima od un costituente cellulare) l’effetto è biologico e si parla di FASE BIOCHIMICA. • Le molecole in natura non sono quasi mai isolate ma appartengono a sistemi complessi e coordinati (es. virus, batteri, cellule). • Si arriva, così, all’interessamento cellulare da parte delle radiazioni ionizzanti. Interazione radiazione-cellula (I) • Il volume cellulare è di circa 1000μm3 e contiene 5x1013 molecole. • Circa i 4/5 (80%) in peso e volume sono H2O ed 1/5 (20%) sono molecole biologiche. • Poichè il peso molecolare dell’H2O è 18 e di una molecola biologica in media 1000, avrò 1 molecola biologica ogni circa 220 di H2O. • Dunque le molecole biologiche sono disposte in una fase liquida “acquosa” preponderante. Interazione radiazione-cellula (II) • Ma cosa accade quando la cellula investita da un fascio di radiazioni? è • L’interazione è un evento “casuale”, probabilistico, determinato solo dal volume occupato dalle molecole. • Dunque l’interazione nei 4/5 dei casi avverrà con molecole d’acqua e nel restante 1/5 con molecole biologiche. Il danno cellulare (I) • Le alterazioni a livello della cellula si manifestano quando le molecole danneggiate sono numerose e/o molto importanti (es. alterazioni dei geni o dei cromosomi). • Dalla assenza di modificazioni si passa ad una compromissione via via più grave fino ad alterazioni genetiche o alla morte. • L’effetto letale può essere determinato da: – gravi alterazioni del DNA, delle catene sintetiche, della membrana, dei lisosomi, ecc... Il danno cellulare (II) • L’effetto letale può essere raggiunto anche per sommazione di effetti sub-letali. • Questi, che singolarmente non sono in grado di uccidere la cellula, possono farlo se: – sono abbastanza numerosi; – interagiscono con gli effetti successivi prima che si ripari l’effetto della “noxa” sub-letale precedente. • Quindi, per arrivare alla morte celluare, si deve verificare una elevata frequenza di effetti in un breve intervallo di tempo. Il danno all’organismo • Ovviamente l’organismo si accorge del “problema” solo quando: – il numero di cellule compromesse è elevato; – vi è un danneggiamento globale di un sistema (tessuto od organo). • Qualora le funzioni compromesse siano “vitali” si può arrivare alla morte dell’organismo. Il danno alla popolazione • Con la morte o il danno riproduttivo di uno o più organismi viene compromessa anche la popolazione poichè: – si riduce il fattore di accrescimento della stessa; – subentrano eventi di tipo genetico. • Quindi la popolazione si riduce per effetto diretto precoce o tardivo (morte di individui) e per gli effetti genetici sui discendenti.