con il contributo di:
Pablo Picasso
La colomba della pace, 1952, litografia (Collezione Paolo VI
arte contemporanea, Concesio)
PER UN DIALOGO
INTERRELIGIOSO
ATTRAVERSO
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CICLO DI QUATTRO
CONFERENZE
Una delle sfide dell’oggi consiste nel proporre
una visione positiva della diversità culturale e
nell’individuare le condizioni grazie alle quali, lungi
dall’essere una minaccia, essa possa essere una
ricchezza e diventare vantaggiosa, promuovendo la
convivenza e i legami che ci uniscono nello scambio e
nel dialogo.
Tale è l’ambizione di questo ciclo di quattro
conferenze, che punta su un tema particolarmente
caro al Beato Paolo VI: il dialogo tra le culture e tra le
religioni attraverso l’arte.
Montini fu il “papa degli artisti”, li volle, li cercò,
invocò un dialogo tra loro e la Chiesa.
Questa iniziativa cerca di concretizzare il suo ideale
di apertura ed ecumenismo – una sorta di dialogo
interreligioso in prospettiva artistica – mostrando
come i concetti del sacro e del trascendente abbiano
trovato molteplici e differenti manifestazioni nelle
diverse culture religiose.
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Direzione scientifica e coordinamento: Paolo Bolpagni
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Giovedì 17 settembre 2015
ore 18:00
BREND, presso Palazzo Martinengo Colleoni
via Moretto, 78 - Brescia
Richard I. Cohen
Università Ebraica di Gerusalemme
Jacob Katz, uno dei più autorevoli storici
della cultura ebraica, utilizzò il concetto
di “tradizione” per descrivere ciò ch’egli
considerava come la norma imperativa del
comportamento ebraico dalla distruzione
del secondo Tempio fino al XVIII secolo.
Questo quadro di norme e valori di
riferimento sarebbe entrato in crisi nel
Settecento a causa di due fenomeni, il
chassidismo e la Haskalah, l’Illuminismo
ebraico, che presentarono due nuove
forme di autorità, ossia il carisma religioso
INTERPRETAZIONI VISIVE
DELLA STORIA EBRAICA
FRA TRADIZIONE E MODERNITÀ*
e il razionalismo. In realtà, la dialettica fra
tradizione e modernità fu più complessa e
sfumata, secondo il modello proposto da
Clifford Geertz, che ci consente di leggere
in maniera più sottile anche le espressioni
culturali dell’Ebraismo. La conferenza verte
su una serie di “testi visivi” che consentono
di esplorare l’interazione fra tradizione
e modernità e di offrire un panorama
organico dell’interpretazione artisticovisiva del passato ebraico e del presente,
dal XIX secolo a oggi.
* la conferenza si terrà in inglese, con traduzione simultanea in cuffia
Giovedì 8 ottobre 2015
ore 18:00
Auditorium “Vittorio Montini”
via Marconi, 15 - Concesio
François Bœspflug
Università di Strasburgo
Il Cristianesimo è una religione propensa
alle immagini, ma all’inizio fu aniconica, ed è
stata attraversata anche da crisi iconoclaste.
Benché le attitudini delle differenti
comunità cristiane non abbiano cessato di
diversificarsi, il rapporto con le immagini
vi è generalmente ritenuto proficuo,
ma non essenziale (salvo che nel mondo
ortodosso). La riconciliazione con la scultura
fu eclatante in Occidente, ma non ha avuto
luogo in Oriente. L’“iconofilia” cristiana si
estende ai nuovi media (fotografia, cinema,
internet), ma certo restano problemi, che
sono ben lungi dall’essere affrontati, anche
IL CRISTIANESIMO E LE IMMAGINI.
NORME, PRATICHE, PROBLEMI*
per scarsità di luoghi e occasioni in cui
poterne dibattere. Tali questioni vertono
sulle funzioni dell’immagine religiosa
(cultuale, devozionale, catechetica,
decorativa…?), sull’esistenza – affermata
dall’Oriente, negata in Occidente – di
un canone della Chiesa, sulla labilità
di un vero e proprio sistema di norme,
sul rapporto mal definito rispetto al
figurativismo e alla “decenza” (quale spazio
per l’astrattismo? e la provocazione?), sul
ruolo dell’artista e soprattutto sulle regole
della rappresentazione di Dio e della fede
cristiana.
* la conferenza si terrà in francese, con traduzione simultanea in cuffia
Giovedì 24 settembre 2015
ore 18:00
Auditorium “Vittorio Montini”
via Marconi, 15 - Concesio
Giovanni Curatola
Università degli Studi di Udine
Tema della conferenza è la cultura artistica
islamica. Il Libro sacro dei musulmani
non dà indicazioni esplicite riguardo
ai fenomeni artistici e, in ogni caso, è
errato il luogo comune secondo il quale
le immagini sarebbero in esso proibite. È
vero che il ferreo monoteismo islamico
ha, per così dire, “sconsigliato” lo sviluppo
di rappresentazioni a tutto tondo della
figura umana (scultura e statuaria), essendo
queste percepite come una produzione
che facilmente si sarebbe potuta prestare
ARTE RELIGIOSA
E ISLAM
a forme di idolatria. Però, Corano a parte,
una forma di arte religiosa (ma sarebbe
meglio, forse, chiamarla “rappresentazione
del Sacro”) nel mondo islamico esiste, ed è
legata allo sviluppo dei due filoni decorativi
(assieme alla calligrafia) onnipresenti
nell’arte musulmana: l’arte della geometria
e l’arabesco.
Giovedì 15 ottobre 2015
ore 18:00
Auditorium “Vittorio Montini”
via Marconi, 15 - Concesio
Johannes Beltz
Museo Rietberg, Zurigo
L’India è un Paese nel quale numerose
religioni e tradizioni sono emerse e si
sono sviluppate nel corso dei secoli. Sia
nell’Induismo, sia nel Buddismo, sia nel
Giainismo, nelle loro rispettive declinazioni,
le immagini hanno giocato – e tuttora
svolgono – un ruolo significativo. La
conferenza si concentra su ciò che abbiamo
concettualizzato come “religione indù”: nei
luoghi pubblici, nelle processioni, nelle case
o nei templi, adorare immagini consacrate
è parte integrante della quotidiana pratica
rituale. Saranno perciò esplorati i concetti
di presenza divina nelle immagini; per
ESPLORANDO
L’ARTE SACRA INDÙ*
esempio la nozione di darsána, che può
essere intesa sia nell’ottica del vedere,
sia in quella dell’essere visti, e designare
contemporaneamente la manifestazione
e le visioni del divino. La conferenza si
sofferma anche su pratiche non ortodosse,
che non fanno parte della corrente
principale dell’Induismo, come quelle
apotropaiche, esaminando la complessa
intersezione di teologia, estetica, rituali
e abitudini sociali. Alla fine, l’utilizzo
molteplice delle immagini emergerà quale
peculiarità specifica dell’Induismo rispetto
alle altre tradizioni religiose.
* la conferenza si terrà in inglese, con traduzione simultanea in cuffia
PER UN DIALOGO INTERRELIGIOSO ATTRAVERSO L’ARTE
PER UN DIALOGO INTERRELIGIOSO ATTRAVERSO L’ARTE
RICHARD I. COHEN
Ha completato il suo corso di laurea presso la McGill University di Montréal nel 1967. Ha poi
conseguito il dottorato di ricerca all’Università Ebraica di Gerusalemme, dove attualmente
è professore all’interno del Dipartimento di Storia ebraica. Si è specializzato sulla storia
degli Ebrei in Europa occidentale e centrale in epoca moderna (in particolare sugli Ebrei
di Francia) e sulla storia dell’arte e la storiografia ebraica. Tra i libri più famosi di Richard
Cohen si segnala Icone ebraiche. Arte e società nell’Europa moderna (1998). Ha curato ed
è stato coinvolto in numerose mostre storico-artistiche sugli “Ebrei di corte” in Europa,
sull’iconografia dell’Ebreo errante e sull’emergere di artisti ebrei nell’Europa del XIX secolo.
GIOVANNI CURATOLA
Dopo la laurea in Lingue e letterature orientali a Venezia, perfeziona i suoi studi a Londra
presso la School of Oriental and African Studies (SOAS) e a Oxford. Ha viaggiato e vissuto in
diversi paesi del Vicino, Medio ed Estremo Oriente; in particolare, ha trascorso lunghi periodi
in Iran e in Asia centrale. Nel 1982 è diventato curatore della sezione islamica del Museo
del Bargello di Firenze. Nel 1993 ha ideato e organizzato la mostra “Eredità dell’Islam - Arte
islamica in Italia”, la prima di questo genere nel nostro Paese. Nel 2003-2004 ha partecipato
a una missione del Ministero degli Affari Esteri a Baghdad, finalizzata a recuperare reperti
archeologici e opere d’arte. Negli ultimi anni ha collaborato con la “al-Sabah Collection” in
Kuwait. È professore ordinario di Archeologia e storia dell’arte islamica all’Università degli
Studi di Udine. Nel corso della sua carriera accademica ha insegnato anche all’Università
di Venezia e all’Università Cattolica di Milano. È autore di oltre centoventi pubblicazioni
scientifiche. Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti in inglese, spagnolo, francese e tedesco.
FRANÇOIS BŒSPFLUG
François Bœspflug è professore emerito di Storia delle religioni alla Facoltà di teologia
cattolica dell’Università di Strasburgo. Specialista di iconografia cristiana fin dalla sua tesi,
dedicata ai diversi problemi della rappresentazione di Dio nell’arte, insegna anche al Centro
Sèvres di Parigi e coordina un seminario all’Istituto di Ricerca e di storia dei testi (CNRS,
Parigi). Ha ottenuto la Chaire du Louvre, in cui ha svolto un programma in cinque tappe sul
tema “Il Dio dei pittori e degli scultori”. Tra i suoi libri più importanti: Dio nell’arte. Sollicitudini
Nostrae di Benedetto XIV (1745) e il caso Crescentia di Kaufbeuren (Editrice Marietti, 1986) e
Le immagini di Dio. Una storia dell’eterno nell’arte (Einaudi, 2012).
JOHANNES BELTZ
Dopo gli studi di teologia protestante compiuti a Halle, a Strasburgo e a Parigi, si specializza
in cultura indiana presso le Università di Losanna e di Parigi. Compie lunghi soggiorni in
Maharashtra, dove studia le caste intoccabili e la loro conversione al Buddhismo. Nel 2001
arriva al Museo Rietberg di Zurigo per uno stage. Nel 2003 diventa assistente curatore e
nel 2006 curatore effettivo del Dipartimento di arte indiana. Insegna inoltre Buddhismo e
Induismo all’Università di Zurigo.Tra i suoi studi più significativi si ricordano Mahar, buddisti
e dalit. Conversione religiosa ed emancipazione socio-politico nel Maharashtra contemporaneo
(2005) e Religione popolare e pratiche ascetiche. Nuovi studi sul Mahima Dharma (2008).
COLLEZIONE PAOLO VI - ARTE CONTEMPORANEA
Via Marconi, 15
Concesio (Brescia)
INFO E PRENOTAZIONI
Tel. +39 030 21.80.817
[email protected]
[email protected]
www.collezionepaolovi.it