1816 – 2016
Duecento anni di infrastrutture di trasporto
1° SEMINARIO 1815 -1915/1918
Il contributo delle Infrastrutture nell’unita’ d’Italia
L’opera del Genio Civile nella guerra 1915-1918
Prof. Ing. Luigi Da Deppo
Sala Assemblea - Roma 12 novembre 2015
Lo scoppio della prima
guerra mondiale
Il 28 giugno 1914, a
Sarajevo, capitale bosniaca, in un attentato, persero
la vita il granduca Francesco Ferdinando, erede al
trono d'Austria, e la
consorte Sofia. L'Austria
considerò la Serbia responsabile dell‘ attentato perché
essa dava rifugio agli
indipendentisti slavi.
Dopo appena un mese
dall’eccidio di Sarajevo, il
28 luglio l'Austria-Ungheria
dichiarò guerra alla Serbia.
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L’Italia e la prima guerra mondiale
Allo scoppio del
primo conflitto
mondiale l'Italia
era legata alla Germania e all’AustriaUngheria (Imperi
centrali) dalla
Triplice alleanza:
un patto militare
difensivo stretto
nel 1882 e via via
rinnovato, che si
contrapponeva
all’alleanza anglofranco-russa della
Triplice intesa.
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L’entrata in guerra dell’Italia e lo sviluppo delle operazioni
Il 26 aprile 1915 tra Italia, Regno Unito, Francia e Russia, fu stipulato,
per incarico del governo Salandra, senza che il Parlamento, in
maggioranza neutralista, ne fosse informato il trattato di Londra.
Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria; il 24 maggio 1915,
l’esercito italiano, alla guida del comandante Cadorna, prese posizione
ai confini con l’impero Austro-Ungarico, su un fronte di 400 km, dallo
Stelvio, al Carso e si diresse verso il Trentino e Gorizia. L'avanzamento
del fronte, costò enormi perdite soprattutto nel corso delle 4 battaglie
dell'Isonzo (giugno-dicembre 1915), altre 5 battaglie dell'Isonzo vi
furono nel 1916.
Tra maggio ed agosto del 1917 vi furono altre due battaglie
dell’Isonzo: le forze italiane si impossessarono di diverse posizioni,
senza però riuscire a sfondare il fronte austro-ungarico.
Il 24 ottobre 1917 iniziò la dodicesima battaglia dell’Isonzo, detta
battaglia di Caporetto: gli austro-ungarici, affiancati da alcune divisioni
tedesche, sfondarono il fronte italiano allo sbocco della valle
dell'Isonzo, fra Tolmino e Caporetto (ora Slovenia).
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Situazione del fronte Italiano prima e dopo Caporetto
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La rotta di Caporetto e l’attestamento del fronte sulla Piave
Le linee di difesa italiane furono aggirate, le retrovie sconvolte, le linee
di comunicazione telefoniche interrotte, facendo venir meno, fra
l'altro, il fuoco d'appoggio delle artiglierie. Il crollo del fronte italiano fu
generale. Carenze nell'azione di comando e cedimento del morale dei
soldati contribuirono allo sfaldamento del fronte.
Centinaia di migliaia di uomini, e di civili, iniziarono a ripiegare in
disordine verso ovest; dopo un primo tentativo di attestarsi sull’argine
destro del Tagliamento il Comando decise di ritirarsi fino alla Piave,
dove era stata allestita una linea di difesa lungo l’argine destro, dal
massiccio del Grappa fino al mare. Il 9 novembre i reparti di
retroguardia passarono sulla riva destra della Piave, avendo prima
fatto saltare tutti i ponti alle spalle; il giorno 12 il fronte era consolidato
anche sul Grappa.
La rotta di Caporetto costò nelle file italiane 10.000 morti, 30.000 feriti e 265.000 prigionieri, la perdita di circa 5.000 pezzi d'artiglieria,
300.000 fucili, 3.000 mitragliatrici oltre ad enormi quantitativi di
materiali abbandonati o distrutti.
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il 24 ottobre 1918, riorganiz- L’offensiva di Vittorio Veneto e la fine
zato l’esercito sotto il
della prima guerra mondiale
comando del Gen. Diaz,
iniziò l'offensiva finale
italiana. Gli attacchi furono
concentrati sul Montello e
sul Grappa, per dividere le
forze austriache posizionate
in Trentino da quelle schierate sulla Piave, dove gli
austriaci furono costretti a
ritirarsi verso Vittorio Veneto
(Treviso) ove vi furono gli
ultimi scontri.
Le trattative per un armistizio fra il Regno d’Italia e l’Impero AustroUngarico, per porre fine alla guerra iniziata il 24 maggio 1915,
iniziarono, a Villa Giusti - Padova, il 1 novembre 1918 e si protrassero
fino al 3 novembre quando fu firmato l’armistizio; il 4 novembre 1918
le ostilità su tutto il fronte italiano ebbero finalmente termine.
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La fine della Guerra e
la Vittoria
Il totale delle perdite umane
causate dal conflitto è stimato
in più di 37 milioni, contando,
oltre i 16 milioni di morti, 20
milioni di feriti e mutilati, sia
militari che civili, cifra che fa
della Grande Guerra uno dei
più sanguinosi conflitti della
storia.
L’Italia ebbe 651.000 morti tra
i militari e 598.00 tra i civili. I
danni
materiali
furono
incalcolabili.
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Disposizioni antecedenti alla guerra
Con il R.D. 1/12/1912 fu previsto l’impiego del Genio civile a tergo
dell’Esercito mobilitato, con la costituzione di un Ispettorato del Genio
civile presso l’Intendenza generale, alla quale spettava la direzione
dei rifornimenti e dei servizi per l’esercito mobilitato, e di una Direzione
del Genio civile presso ciascuna delle Intendenze d’armata.
Il Genio Civile, avrebbe dovuto provvedere ad eseguire:
- lavori di manutenzione stradale, ordinaria e straordinaria;
- allargamenti continui e saltuari di tratti di strade strette;
- costruzione di nuovi tronchi stradali;
- rinforzo di ponti per dare passaggio al traffico pesante;
- riattamento e costruzione di ponti.
Agli inizi del 1915, nella eventualità di una prossima mobilitazione,
l’Ispettore superiore del Genio civile designato, per incarico dei
Ministeri della Guerra e dei Lavori pubblici, iniziò ispezioni alle strade
nazionali di confine, tra la zona dello Stelvio ed il mare, disponendo, in
previsione di un più intenso e pesante traffico, un rifornimento
straordinario di pietrisco, lavori di rinforzo ai ponti ed opere di
miglioramento in genere, avvalendosi degli uffici locali del Genio civile.
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L’inizio delle attività del Genio Civile
L’attività iniziò nell’aprile 1915, su un fronte di oltre 400 km, con un
primo stanziamento di 450.000 lire. L’intenso traffico per i
preparativi militari, mostrava la necessità di aumentare ed
intensificare i provvedimenti previsti ed estenderli anche a strade
provinciali e consortili.
La guerra fu dichiarata prima che fossero ultimate le ordinarie
provviste e compiuti tutti i lavori previsti.
Rivalutazione monetaria
al 2015 di una lira degli
anni della Grande guerra
Si riporta, per meglio
intendere l’entità di certe
spese, riportate anche in
seguito, il valore della
rivalutazione ad oggi (in
lire ed in euro) di una lira,
dal 1914 al 1919.
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Organizzazione ed estensione del servizio – Personale adibito
Iniziata la guerra, le Direzioni del
Genio civile si trovarono a dover
provvedere, senza preparazione,
al mantenimento delle strade
sottoposte
a
pesantissimo
transito. Inoltre lo stato maggiore
dell’ esercito aveva ritenuto che
il Genio civile avrebbe avuto a
disposizione
mezzi
propri,
mentre il Ministero dei Lavori
pubblici riteneva di dover fornire
solo il personale tecnico.
Donne che trasportano foraggio
con le gerle in Cadore
I problemi maggiori si ebbero per procurare i carriaggi, quadrupedi e
camion, per il loro mantenimento (foraggio per gli animali) e per la
circolazione in zone di guerra. Fu infine indispensabile che quadrupedi
e camion fossero forniti dall’autorità militare.
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Trasporto ghiaia con gerle
Per il trasporto della ghiaia e
del pietrisco fu necessario
provvedere, all’inizio, per
insufficienza di autocarri, con
grande impiego di personale,
munito di carriole e carrette a
mano.
Furono anche organizzate
squadre di donne che
effettuavano il trasporto con
gerle, per un peso di circa 35
kg, equivalente a 0,02 m3 di
ghiaia per viaggio: erano
quindi necessari circa 45
viaggi per un m3; le gerle, per
evitare perdita di sabbia
erano rivestite internamente
con un telo di juta.
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Lavori stradali
Le strade affidate in manutenzione al Genio civile d’armata, 10.000 km,
non erano state realizzate per il transito che si verificò con le
operazioni militari e divennero subito in cattive condizioni; l’opera del
Genio civile in breve le portò ad essere ottime.
Uno dei compiti principali, in l’inverno
fu lo sgombero dalla neve, la rottura
dei ghiaccioli che si formavano per
effetto del gelo per lo stillicidio di
acqua dalle pareti a lato delle strade a
mezza costa, e la preparazione delle
strade per il transito delle slitte. Lo
sgombero della neve doveva
rapidamente interessare l’intera
larghezza della strada per consentire
il doppio senso di marcia per non
ritardare i rifornimenti alle truppe, ad
esso doveva seguire lo spargimento
di sabbione per evitare che slittassero
quadrupedi ed automezzi.
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Lavori stradali
Sgombero di una strada dalla
neve di una valanga
Galleria armata per
l’attraversamento
di una valanga e apertura al
transito di una strada slittabile
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Mezzi di lavoro a disposizione del Genio civile d’armata
Nel periodo di maggiore attività, per sei Direzioni funzionanti contemporaneamente, si ebbero 220 funzionari, equiparati ad ufficiali,
contro i 54 previsti e, di fronte ad una previsione nulla di mezzi di
lavoro, i mezzi furono quelli riportati in Tabella, i principali tra questi
adoperati dal Genio civile d’armata.
Buona parte del materiale fu perduto durante la ritirata di Caporetto;
fu poi ripristinato con difficoltà non inferiori a quelle incontrate per
procurarlo all’inizio delle attività.
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Lavori stradali
Per dare l’idea dello sforzo fatto si segnala che per le sole strade
date in manutenzione alle quattro direzioni del Genio che operavano
tra Grappa e foce Piave, con lo sviluppo di 4150 km, si ottennero
dalle cave, tutte lontane, 120.000 m3/mese di ghiaia ~350
m3/km,anno), trasportata per via d’acqua, ferrovia o tramvia.
Durante il primo periodo
della guerra il consumo
di ghiaia per le strade tra
Tagliamento ed Isonzo
raggiunse il massimo di
2 m3/km,d, contro un
consumo medio, in
tempo di pace di 0,12
m3/km,d.
Riempimento di carri
botte con una ruota
idraulica a S. Pietro in
Gù (Padova)
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Lavori stradali
Data la scarsità di mano d’opera maschile, per i lavori sulle strade
si ricorse sempre più a mano d’opera femminile. Le mercedi
giornaliere furono all’inizio da 1,5 a 2 lire per i ragazzi, da 2 a 2,50
lire per le donne e da 3,50 a 4 lire per gli uomini; al crescere del
costo della vita giunsero a 4,50 lire per le donne e 6 per gli uomini.
Passerella sulla Brenta al
servizio della cava di ghiaia a
Fontaniva (Padova)
Frantoi per ghiaia ottenuta da
cave da demolizione
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Lavori stradali
Il prezzo della ghiaia subì variazioni significative in dipendenza dal
periodo e dalla provenienza. All’inizio tra Tagliamento ed Isonzo il
costo in cava, per la ghiaia vagliata, variò da 2,5 a 4 lire/ m3; il costo
di quella di fiume, vagliata sul greto, costò da 1,6 a 2 lire/ m3. In
destra Piave, dopo Caporetto, il costo della sabbia, vagliata nelle
cave del veronese, costò da 5 a 6 lire/ m3 (la sabbia in cava aveva
un costo al m3 pari alla mercede giornaliera di un operaio). La spesa
di manutenzione complessiva raggiunse 700 lire/km,mese prima del
novembre 1918, per salire, dopo, a 2000.
Cavatore di ghiaia a vapore nella
Brenta a Fontaniva (PD)
Carico di ghiaia alla cava di
Fontaniva sulla Brenta
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Interventi
stradali
complessiva
mente svolti
durante la
guerra e
distintamente
prima e dopo
Caporetto
Interventi stradali complessivamente svolti durante la guerra e
distintamente, quelli svolti prima e dopo Caporetto, con lunghezza
del fronte rispettivamente di 400 e 250 km. E’ da tener conto che i
lavori iniziati nel primo periodo sono continuati anche nel secondo
per le zone non passate al nemico e che, dopo Caporetto, a fronte
delle strade abbandonate al nemico, altre sono state aggiunte.
Per quanto riguarda gli interventi sui ponti, furono complessivamente
rinnovati o rinforzati 380 ponti per uno sviluppo complessivo di 3800
m, i ponti nuovi furono 130 per uno sviluppo complessivo di 4000 m.
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Lavori stradali
Movimentazione merci alla stazione di Calalzo durante la guerra
Situazione attuale
Ponte sulla Molinà e chiesa
della Beata Vergine a Vallesella
di Cadore, nei pressi della
stazione ferroviaria di Calalzo
(Belluno); allargamento del
ponte durante il conflitto
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Lavori stradali
Ponte ad archi ciechi costruito
sulla strada che collega, con
molte opere d’arte, Cima Gogna
a S. Stefano di Cadore (Belluno),
in prossimità del confine
Austriaco.
Uscita di un automezzo da una
galleria prima degli interventi
del Genio civile (archivio A. Da
Rin Perette)
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Lavori stradali
Ponte in ferro ad arco, a via
di corsa inferiore, sul
torrente Cismon a
Transacqua (Trento); in
basso il ponte attuale nella
stessa località (foto A. De
Marco).
Ovviamente, per gli aspetti
idraulici, il vecchio ponte
era migliore di quello
attuale
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Lavori non contemplati nel piano di mobilitazione
Ospedale di isolamento
a Villa Vicentina (Udine)
Baracche per
convalescenti al
lazzaretto di Visco
(Udine)
Baraccamenti per il
Comando d’Armata a
Cervignano (Udine)
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Lavori non contemplati
nel piano di
mobilitazione
Briglia a monte del ponte
sul Rio Figars sulla
strada nazionale Carnica,
Udine (in primo piano la
spalletta del ponte)
Imbocco di un tombino
con briglia sulla strada
Tolmezzo-Ileggio
(Udine)
Guardia2015
2015
Guardia
Lavori non contemplati nel piano di mobilitazione
Tra gli acquedotti si ricorda quello della Vallarsa (TN), impiegato
anche per pompare acqua alla rete, realizzata dal Genio militare, per
le trincee sul Pasubio. La dotazione per ogni soldato in era di 1 l/d.
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Lavori compiuti dal R. Magistrato alle Acque
al servizio delle operazioni militari
I lavori illustrati sulle vie di comunicazione, ma
non solo, furono compiuti dal Genio civile
d’armata, militarizzato per un’organizzazione
prevista antecedentemente alla guerra.
I lavori di navigazione interna e gli interventi sui fiumi, furono
invece assegnati direttamente al Magistrato alle Acque di Venezia,
che aveva specifica conoscenza dei problemi e dei luoghi.
I lavori hanno riguardato un complesso di opere di navigazione, già
previste dal Magistrato, e in gran parte portato a compimento
durante la guerra per richiesta delle Autorità militari, ma anche
interventi sui corsi d’acqua per difesa e per predisposizione di
allagamenti.
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Le opere di navigazione interna e gli allacciamenti fra le lagune
Dopo l’inizio della guerra Esercito e la Marina ritennero di far aprire
canali in destra e sinistra Tagliamento per poter avviare da
Venezia, attraverso i canali già esistenti fino in prossimità del
Tagliamento, pontoni armati e naviglio leggero per i rifornimenti alla
zona di operazioni, essendo l’inoltro per strada e ferrovia non
sufficiente e quello via mare esposto agli attacchi delle navi
nemiche.
I lavori per il completamento della cosiddetta Litoranea Veneta
iniziarono nell’Agosto 1915; due conche furono realizzate ai lati del
Tagliamento. La linea fu completata nel dicembre successivo.
Nell’agosto 1915, su richiesta, della Marina, fu disposto l’escavo di
un canale, per il collegamento, nella laguna di Venezia, del bacino
di Malamocco con quello di Chioggia. Il percorso era di 17 km,
segnato con briccole. Un ulteriore intervento riguardò l’escavo di
canali dalla laguna di Grado a foce Isonzo. Dal 1916 a fine guerra
la linea fu impegnata da motosiluranti tra Venezia e Chioggia.
Fu anche collegata la Laguna di Venezia con il Po (4 conche).
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Le opere di navigazione interna e gli allacciamenti fra le lagune
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Canale di Rosolina (Adige-Po di Levante)
In costruzione
In esercizio
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pere sui corsi d’acqua per la difesa in caso di cedimento sul Piave
Per l’allagamento in sinistra
Adige furono previsti 4
manufatti di presa, a Castel
Baldo, Piacenza d’Adige,
Lusia e Boara Pisani con
dimensioni che permettessero, con l’Adige in magra,
l’allagamento della zona tra
Adige e Gorzone, con almeno
1 m d’acqua sul terreno, nel
tempo massimo di 20 giorni.
Per l’allagamento in sinistra Gorzone fino al mare furono previsti
cavedoni (argini costruiti trasversalmente al corso d’acqua per
creare un rigurgito) sul Canale dei Cuori a monte della Botte di
Trezze e l’esecuzione di numerosi tagli arginali per consentire
l’esondazione delle acque rigurgitate. Fu anche previsto
l’incavedonamento del Gorzone a valle del ponte di Taglio
Anguillara e l’apertura di un varco in sinistra.
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Conclusioni
I servizi espletati dal Genio civile per la realizzazione di opere a
supporto dell’esercito, dal 1914 al termine della Grande guerra, furono
notevoli, con significative ricadute sulle operazioni militari.
I lavori sulle vie di comunicazione, ma anche la costruzione di
acquedotti, fognature, edifici con varia destinazione ecc., furono
compiuti dal Genio civile d’armata, militarizzato per un’organizzazione
prevista antecedentemente allo scoppio della guerra.
Altri lavori furono invece assegnati direttamente agli Uffici del
Magistrato alle Acque di Venezia, per la sua specifica conoscenza dei
problemi e dei luoghi. Lavori, questi ultimi, principalmente per la
navigazione interna, ma anche di difesa fluviale.
Quelli fluviali riguardarono il ripristino e la sistemazione di arginature
danneggiate dalla guerra o sulle quali erano stati realizzati
camminamenti, trincee, rifugi, ed anche la predisposizione di manufatti
sugli argini dei corsi d’acqua per poter allagare vaste aree di pianura
al fine di impedire o ritardare gli spostamenti del nemico ecc..
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Ringrazio il sig. Gianluigi Bugno
per i disegni e la grafica