Paolo e Francesca sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare
sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicato buona parte del
V canto della Divina Commedia di Dante Alighieri.
In vita furono amanti e adulteri (Francesca era infatti sposata a Gianciotto, fratello di Paolo) e
questo amore li condusse alla morte per mano appunto del marito di Francesca. Nei versi immortali
di Dante, Francesca spiega al poeta come tutto accadde: leggendo il libro che spiegava il galeotto
amore tra Lancillotto e Ginevra, i due trovarono calore e passione, l'uno nelle braccia dell'altra.
La tragica vicenda amorosa di Paolo e Francesca è stata rievocata altre volte, sempre in letteratura
ma anche nell'opera lirica. Particolarmente conosciuta, apprezzata ed amata è la versione che ne ha
dato nel 1914 il compositore italiano Riccardo Zandonai nella sua Francesca da Rimini.
I personaggi
Il ritratto che ha fatto della coppia Giovanni Boccaccio nel suo commento pubblico alla Commedia,
dettato tra il 1373 e il 1375, ha molto influenzato l’immagine che abbiamo di loro oggi: dal
matrimonio per procura per raggirare l’ignara Francesca (che credette di sposare il bel Paolo), alla
figura del brutto e crudele Gianciotto, fino al maligno servo che spia i due amanti e poi il tragico e
noto finale.
Da qui l’immagine di un Paolo poco incline alle questioni di potere, rivolto piuttosto alla cultura ed
ai piaceri della vita. Recenti indagini svelano invece un giovane molto attento alla politica e
immerso nei giochi di potere del tempo.
Paolo il Bello era il figlio terzogenito di Malatesta da Verucchio (il dantesco "Mastin Vecchio"). Si
può collocare la sua nascita tra il 1246 e il 1248. La famiglia di Paolo fu capostipite dei Malatesta
signori di Rimini. Paolo sposò nel 1269 Orabile Beatrice, l’ultima contessa legittima di Ghiaggiolo,
un feudo situato tra Romagna e Toscana, rimasto senza eredi maschi. Dalla loro unione nacque un
figlio maschio, Uberto, che portò il titolo di conte.
Paolo seguì il padre nelle sue vicende belliche contro i ghibellini: nel 1265 insieme al padre
combatté contro Guido da Montefeltro e, nello stesso anno, si scontrò con i Traversari insieme a
Guido da Polenta.
Le sue doti diplomatiche lo portarono ad essere scelto dal Papa Martino IV come Capitano del
Popolo a Firenze nel marzo 1282. La sua promettente carriera, appena iniziata, venne interrotta
dalla tragica morte. Paolo divenne l’amante della moglie di suo fratello Gianciotto, che si vendicò
uccidendo entrambi.
Francesca da Rimini era figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, il quale, nel 1275, quando
aveva 15-16 anni, la diede in sposa a Gianciotto dei Malatesta di Rimini; matrimonio probabilmente
concordato non per amore, ma per sancire un’alleanza tra le due signorie romagnole. Di lei si sa
solo che diede al marito una figlia.
La morte Paolo e Francesca, secondo gli studi più recenti, è avvenuta tra il 1283 e il 1285, quando
Gianciotto aveva poco più di quarant'anni, Paolo tra i trentasette e i trentanove, Francesca tra i
ventitré e i venticinque, e Dante vent'anni o poco meno.
Giovanni, detto anche “Gianne lo sciancato” o Gianciotto, nato con una malformazione fisica, fu
uomo politico e d’arme. Nacque in un anno compreso tra il 1240 e il 1244.
Nel 1265 insieme al padre combatté contro i ghibellini di Guido da Montefeltro e, nello stesso anno,
si scontrò con i Traversari insieme a Guido da Polenta. Affiancò il padre nel governo di Rimini per
conto dello Stato pontificio.
Dopo che i Malatesta furono cacciati da Rimini, nel 1288, gli venne affidato l'incarico di podestà a
Pesaro.
Morì nel 1304, dopo aver ricoperto quella carica per cinque volte. Il carattere energico, l’abilità
militare e la deformità fisica hanno contribuito a creargli la fama di uomo sanguinario e
vendicativo.