INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT SOMMARIO ART. T1 - GENERALITA’ .................................................................................................................... 3 ART. T2 - GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE ATTIVITA’ OGGETTO DELL’APPALTO ............................. 4 ART. T3 - PIANO DI MANUTENZIONE ................................................................................................. 4 ART. T4 - PERSONALE CHE PIANIFICA, COORDINA ED EFFETUA LE ATTIVITA’ DI MANUTENZIONE ELETTRICA........................................................................................................................ 5 ART. T5 - PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI ......................................................................................... 7 ART. T6 - SERVIZIO DI REPERIBILITÀ................................................................................................ 7 ART. T7 - SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO ................................................................................... 8 ART. T8 - RICOGNIZIONE QUADRI ELETTRICI .................................................................................... 8 ART. T9 - SCHEDE MANUTENZIONE QUADRI ELETTRICI ..................................................................... 9 ART. T10 - PREMESSA TERMINOLOGICA .............................................................................................. 9 ART. T11 - REGOLE SULLA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI PER LA MANUTENZIONE ................. 20 ART. T12 - ACCETTAZIONE DEI MATERIALI ....................................................................................... 20 ART. T13 - GARANZIA SUI MATERIALI INSTALLATI ............................................................................. 20 ART. T14 - PRESCRIZIONI TECNICHE SUI MATERIALI E MODALITA’ DI POSA ...................................... 21 ART. T15 - LAVORI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE .............................................. 49 ART. T16 - CERTIFICAZIONI E DICHIARAZIONI .................................................................................. 56 ART. T17 - DEFINIZIONI ................................................................................................................... 57 ART. T18 - VERIFICA DELL’IDONEITA’ TECNICO-PROFESSIONALE, QUALIFICAZIONE ............................ 58 ART. T19 - OBBLIGHI DELL’APPALTATORE ......................................................................................... 58 ART. T20 - CRITERI DI APPLICAZIONE DEL D.LGS. 81/2008 ................................................................ 58 ART. T21 - APPARECCHIATURE ED ATTREZZATURE ............................................................................ 58 ART. T22 - EMERGENZA.................................................................................................................... 59 ART. T23 - INFORTUNI ..................................................................................................................... 59 ART. T24 - NORME GENERALI DI RIFERIMENTO ................................................................................. 59 ART. T25 - INQUADRAMENTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO IMPIANTI ELETTRICI .............................. 60 ART. T26 - ELENCO NORME, LEGGI, DECRETI IMPIANTI ELETTRICI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE ................................................................................................................... 85 AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 2 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT PARTE PRIMA –NORME TECNICHE ART. T1 - GENERALITA’ Scopo della presente “Specifica Tecnica” è di garantire la regolare esecuzione della fornitura di servizi/lavori finalizzati agli interventi di: 1. Manutenzione ordinaria su condizione, programmata o guasto 2. Manutenzione straordinaria 3. Messa a norma impianti elettrici 4. Reperibilità (Interventi fuori orario di lavoro) 5. Pronto intervento (interventi in orario di lavoro) 6. Ricognizione dati tecnici dei quadri elettrici, (art.T8 Ricognizione quadri Elettrici) 7. Esecuzione, rifacimento o modifica degli schemi elettrici, Planimetrie, elaborati grafici, documentazione di legge riguardanti certificazioni, conformità impiantistica, rispondenza impiantistica su quadri ed impianti elettrici vedi ART. T8. (Gli elaborati dovranno essere forniti in supporto cartaceo, ed informatico in file dwg per schemi e planimetrie, formato doc/xls per relazioni o tabelle) 8. Gestione informatizzata della manutenzione programmata, manutenzione ordinaria e straordinaria (se richiesta dalla stazione Appaltante). I lavori saranno da effettuarsi presso i quadri e gli impianti elettrici ubicati presso le Centrali: acquedotto, sollevamenti fognari e impianti di depurazione gestiti da Acque Veronesi. In particolare formano oggetto dell’appalto le attività sulle seguenti parti elettriche: 1. Quadri Elettrici di Potenza 2. Quadri di controllo MCC (Motor Control Center) 3. Quadri Elettrici di Distribuzione 4. Impianti d’illuminazione esterna / interna 5. Canalizzazioni, opere di contenimento cavi elettrici; 6. Impianti di forza motrice; 7. Impianti di rifasamento; 8. Impianti di distribuzione 9. Apparecchiature elettriche di qualsiasi tipo, ad esempio: misuratori di portata pressione livello, sonde capacitive/induttive, motori, ecc. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 3 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T2 - GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE ATTIVITA’ OGGETTO DELL’APPALTO È prevista (se richiesta dalla stazione Appaltante) la gestione informatizzata della manutenzione mediante registrazione e compilazione di un database “Access” che verrà consegnato alla Ditta all’atto della consegna dei lavori. Nel database lì Appaltatore dovrà inserire gli elenchi degli impianti con e le relative schede dei quadri elettrici affidati al servizio di manutenzione. Attraverso le registrazioni e le consultazioni sul database la ditta potrà gestire le seguenti attività: 1. Manutenzione ordinaria programmata Quadri elettrici tramite la scheda manutenzione Quadri Elettrici 2. Manutenzione ordinaria su condizione o guasto quadri e impianti elettrici 3. Servizio di reperibilità tramite la scheda registrazione guasti e chiamata in reperibilità 4. Servizio di pronto intervento tramite la scheda registrazione guasti e chiamata in pronto intervento 5. Ricognizione dati tecnici dei quadri elettrici oggetto dell’appalto tramite la scheda Ricognizione quadri elettrici Sul database dovranno essere compilati tutti i campi predisposti e si dovranno annotare tutte le attività di manutenzione, i materiali utilizzati e tutte le informazioni utili alla manutenzione successiva. ART. T3 - PIANO DI MANUTENZIONE Il piano di manutenzione programmata sarà trasmesso da Acque Veronesi e dovrà essere inserito nel database “Gestione Informatizzata della Manutenzione, a cura dell’Appaltatore che avrà l’obbligo di verificare la congruità delle schede di uso e manutenzione proposte e le schede tecniche nonché aggiornare il piano di manutenzione degli impianti tenendo conto di tutte le prescrizioni contenute nel presente capitolato, norme e leggi di riferimento in materia di manutenzioni impianti elettrici. Per l’espletamento del servizio di manutenzione ordinaria, di cui trattasi, sono a totale carico della Ditta tute le attrezzature e gli accessori necessari, che a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo si elencano di seguito: Attrezzature scale e ponteggi rispondenti alle norme antinfortunistiche attrezzature, utensili, e strumentazioni idonee necessarie per eseguire le operazioni verifica periodica e di manutenzione a perfetta regola d’arte. Smaltimento rifiuti di risulta L’appaltatore ha l’obbligo di asportare, a fine lavoro, ogni rifiuto derivato dall’attività da lui prodotto presso gli impianti di Acque Veronesi, si farà carico della gestione rifiuti durante l’attività identificandosi nella figura di “produttore” in ogni caso la ditta dovrà attenersi alle disposizioni di legge e più precisamente: Il D.M. 17/12/2009 e s.m.i. - D.Lgs. 152/2006-parte IV - Legge 296/2006 - Manuale Operativo Sistri - Guida Utente Produttori – Trasportatori recuperatori – Smaltitori AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 4 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T4 - PERSONALE CHE PIANIFICA, COORDINA ED EFFETUA LE ATTIVITA’ DI MANUTENZIONE ELETTRICA Le Norme CEI EN 50110-1 e CEI EN 50110-2 (rif. CEI 11-48 e 11-49), norme quadro per l’”Esercizio degli impianti elettrici”, definiscono le regole che devono essere seguite nell’esecuzione di lavori nei quali l’operatore può essere esposto a rischi elettrici. La nuova Norma CEI 11-27 fasc. 7522. “Lavori su impianti elettrici” ha l’obbiettivo di individuare i soggetti coinvolti, la loro formazione e addestramento, per affrontare in sicurezza i lavori elettrici. Pertanto, tutte le prestazioni espletate dall’Appaltatore dovranno essere eseguite da personale tecnico qualificato, nel pieno rispetto delle normative tecniche CEI, EN, UNI vigenti in materia, unitamente a quanto previsto dalle disposizioni generali di legge sulla manutenzione ordinaria e straordinaria impianti elettrici a bassa tensione. Si definiscono tre figure professionali : Persona Esperta (PES) La definizione europea è stata integrata (p. 5.2.1, Cap.5: “formazione e profili professionali”) con l’indicazione delle caratteristiche attitudinali necessarie per ricoprire il ruolo di preposto, che costituiscono i veri elementi distintivi rispetto alla Persona Avvertita (PAV), ossia: la capacità di sovrintendere , coordinare e istruire altri lavoratori a lui affidati. Questa figura assomma in sé la più elevata professionalità e capacità,per cui è ad essa che devono essere affidati i lavori più complessi e a maggior rischio. Per logica, si pone pertanto in posizione gerarchicamente superiore alla figura della persona avvertita (PAV). Importante sottolineare che possono essere classificati come PES solamente lavoratori adibiti professionalmente a lavori elettrici. compiti assegnati a tale figura (p. 6.1, Cap.6: “Ruoli operativi del RI e del PL” ) e con le deleghe che RI può conferire per l’espletamento del proprio ruolo (p. 11.3, Cap.11: “Il processo”) Persona preposta alla conduzione dell’impianto (Responsabile dell’impianto RI) Ogni soggetto, a qualsiasi titolo detentore di un impianto elettrico che espone dei lavoratori, in regime di lavoro dipendente, ai rischi derivanti dall’ esercizio dello stesso, assume il ruolo di Datore di Lavoro. Conseguentemente, deve nominare,all’ interno dei documento di valutazione dei rischi aziendali (Piano della sicurezza), un Responsabile della conduzione dell’ impianto (RI). In presenza di impianti di grandi dimensioni e potenza, la conduzione dell’ impianto è affidata ad una vera e propria organizzazione di uomini, mezzi e tecnologie (reparto interno dell’ azienda). In altri casi, (outsourcing specializzata ovvero della AV 05/2010 le risorse possono essere esterne all’ azienda – affidamento in appalto di servizi a ditta delle attività di conduzione e manutenzione sola manutenzione). Il capo di queste unità Ingegneria di Manutenzione Pagina 5 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT operative è il RI. Poiché il RI non può normalmente svolgere in prima persona tutti i compiti che la Norma gli assegna (conduzione/esercizio, lavori e manutenzione), è prevista la possibilità di delegare, di volta in volta, una parte degli stessi. Nel primo caso e pure nel secondo, se è stata esternalizzata anche la conduzione, sulla scorta delle disposizioni contenute nel Piano della sicurezza, il RI conferisce deleghe a persone a lui subordinate, ad esempio: trasferimento della conduzione della parte d’ impianto oggetto dei lavori: ossia autorizzazione a porlo fuori servizio per un determinato tempo (durante i lavori, il nome della persona indicato nel Piano di lavoro – PdL, vedi p. 3.28 – come RI diventa Responsabile dell’ impianto limitatamente alla parte oggetto dei lavori) individuazione delle persone autorizzate ad elaborare i PdL (esecuzione delle individuazione delle persone abilitate ad attuare i PdL (esecuzione delle manovre, consegna dell’ impianto, individuazione e delimitazione della zona di lavoro). Punti della norma: 6.2 del Cap. 6 (I ruoli operativi/attribuzione dei compiti) 12.4.1 del Cap. 12 (Lavori sotto tensione) 4.3 Organizzazione – Norma CEI EN 50110. Persona preposta alla conduzione dell’attività lavorativa (preposto ai lavori, PL) [p.3.24] Non è esplicito che il PL non effettua alcuna valutazione del rischio e che non spetta a lui pianificare l’ esecuzione dei lavori. Il PL deve attuare a far in mantenere in opera sul posto di lavoro le misure di sicurezza stabilite da altri e riportate nei documenti, quali il PdL, il Piano della sicurezza aziendale e i relativi metodi di lavoro di cui è destinato, verificandone l’ effettiva applicabilità, ossia la conformità delle condizioni impiantistiche ed ambientali con quelle previste nei riferiti documenti. Al più è chiamato a risolvere le insorgenze di rischio non previste in sede di pianificazione. Può, invece, delegare una parte dei compiti quando riscontra, durante l’ esecuzione dei lavori, l’ impossibilità di sovrintendere ad una parte delle operazioni pianificate di cui è responsabile dell’ effettuazione in sicurezza. Da qui l’ eventuale esigenza di designare un secondo preposto, a lui comunque subordinato (art. 4.3 Norma CEI EN 50110). Per le attività oggetto del presente appalto, Acque Veronesi effettua all’interno della propria struttura organizzativa, sulla scorta di specifici corsi di formazione effettuati e sulla base degli altri elementi già in suo possesso (grado di esperienza nei lavori su impianti elettrici fuori tensione o in prossimità, e/o su impianti elettrici in bassa tensione sotto tensione, affidabilità della persona, senso di responsabilità, capacità di coordinamento di altre persone, ecc.), il riconoscimento di Persona esperta (PES) o di Persona avvertita (PAV), nonché l’attestazione della “Idoneità” a svolgere lavori “sotto tensione su impianti a bassa tensione” ai sensi della Norma CEI EN 50110-1 e della Norma CEI 11-27. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 6 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T5 - PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI La Ditta dovrà nominare le figure professionali previste dalla normativa vigente e un Responsabile per l’appalto come referente unico nei confronti di Acque Veronesi. Acque Veronesi, nella persona del Responsabile dei lavori, concorderà con il Responsabile della Ditta il programma degli interventi da eseguirsi. Acque Veronesi si riserva, di variare il programma concordato previa comunicazione scritta mediante fax e/o e-mail senza che per questo la Ditta possa fare richiesta di indennizzo o maggiorazioni unitarie. I tecnici e le maestranze dell’impresa dovranno rispettare l’orario di lavoro del personale di Acque Veronesi: dal Lunedì al Giovedì 7:30-12:00, 13:00-16:30; il Venerdì dalle 7:30 alle 13:30. Al di fuori di tale orario, come pure nei giorni festivi, la Ditta non potrà a suo arbitrio far eseguire i lavori che richiedano la sorveglianza da parte del personale di Acque Veronesi. Il lavoro al di fuori dell’orario normale dovrà essere autorizzato e non è escluso che in alcune particolari situazioni si debbano anticipare o posticipare gli orari indicati e richiedere la prestazione in giorni festivi senza dare motivo di richieste di indennizzo o maggiorazioni unitarie. Tutte le attività di manutenzione che richiedono la messa in fuori servizio degli impianti devono essere concordate con la Direzione Lavori. Lo svolgimento delle attività del programma mensile degli interventi approvato dal Responsabile dei lavori sarà concordato con i responsabili di sede operativa. ART. T6 - SERVIZIO DI REPERIBILITÀ’ E’ richiesto all’appaltatore servizio di reperibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per interventi urgenti da eseguirsi al di fuori del normale orario di lavoro. L’attivazione della Reperibilità, sarà comunicata in tempo utile all’appaltatore in modo che esso si possa organizzare. Solo dopo aver attivato la reperibilità é riconosciuto all'Appaltatore un compenso mensile comprensivo e compensativo di tutti gli oneri che dovrà sostenere, come specificato nell’elenco prezzi Unitari (EPU). Gli interventi effettuati direttamente suoi luoghi degli impianti saranno liquidati in base alle parti di ricambio utilizzate oltre al costo orario della mano d'opera impiegata, con il prezziario di riferimento della Camera di Commercio di Verona. Per tale servizio di reperibilità l’Appaltatore dovrà garantire una squadra formata da due persone abilitate (art.T4), dotata degli opportuni mezzi ed attrezzature, per lo svolgimento del servizio di reperibilità. Tale squadra dovrà trovarsi entro 2 (due) ore dalla chiamata presso le sedi dell'Appaltante, o presso gli impianti indicati. L'Appaltatore dovrà pertanto comunicare per iscritto all’Appaltante un recapito telefonico al quale far pervenire le chiamate effettuate in servizio di reperibilità. Le chiamate in reperibilità potranno essere eseguite dalla NOC Nucleo Operativa di Controllo di Acque Veronesi, dagli Assistenti in turno di reperibilità. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 7 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T7 - SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO L'Appaltatore è tenuto a garantire, nell'ambito del normale orario di lavoro, un servizio di pronto intervento per lavori urgenti, da eseguirsi direttamente sul luogo degli impianti. L’appaltatore è tenuto a garantire la disponibilità di un tecnico abilitato (art.T4) in grado di operare su tutti gli impianti della stazione Appaltante. La squadra dell'Appaltatore dotata degli opportuni mezzi ed attrezzature, dovrà essere a disposizione dell'Appaltante entro 1 (uno) ora dalla chiamata, presso le sedi dell'Appaltante, o presso gli impianti indicati. All'Appaltatore sarà riconosciuto un compenso per il pronto intervento come indicato nell'elenco prezzi Unitario (EPU), comprensivo e compensativo degli oneri che l'Appaltatore stesso deve sostenere per la mancata programmazione del lavoro. Gli interventi effettuati direttamente suoi luoghi degli impianti saranno liquidati in base alle parti di ricambio utilizzate oltre al costo orario della mano d'opera impiegata, con il prezziario di riferimento della Camera di Commercio di Verona. Sarà compito dell'Appaltatore provvedere ad organizzare la squadra e lo svolgimento del lavoro secondo le richieste del Rappresentante dell'Appaltante. ART. T8 - RICOGNIZIONE QUADRI ELETTRICI È prevista (se richiesta dalla stazione Appaltante) la gestione informatizzata della ricognizione degli Impianti mediante registrazione e compilazione di un database “Access” che verrà consegnato alla Ditta all’atto della consegna dei lavori. Nel database l’Appaltatore dovrà compilare tutti i campi richiesti, con i dati rilevati durante la ricognizione dei quadri elettrici. Durante la ricognizione degli impianti l’Appaltatore dovrà accertarsi che ogni impianto visitato abbia a corredo tutta la documentazione prevista dalla Norma CEI 64-8 art. 514.5.1 La documentazione minima indispensabile è correlata al tipo di impianto ed alla sua complessità, in generale risulta sufficiente possedere: 1. schemi elettrici di potenza, di distribuzione di tutti i quadri 2. schemi elettrici ausiliari di tutti i quadri 3. planimetrie dello stabile con indicazione dei quadri elettrici, delle linee elettriche, e tutte le apparecchiature elettriche dislocate in campo 4. planimetria impianto di terra, 5. dichiarazione di conformità / dichiarazione di corrispondenza quadri ed impianti elettrici 6. elenco delle apparecchiature 7. manuali di istruzione ed uso delle apparecchiature 8. registro delle operazioni/verifiche di manutenzione eseguite sull'impianto previste dalle leggi o Norme vigenti Qualora gli impianti visitati risultassero carenti o sprovvisti di tali documenti l’Appaltatore dovrà predisporre tutta la documentazione necessaria prevista dalla normativa vigente, implementando o rifacendo quanto descritto nei punti precedenti. Tale documentazione dovrà essere predisposta sia in formato cartaceo che su supporto informatico, (file in dwg per le planimetrie e schemi elettrici, file doc. per i documenti, file xls. per tabelle, file pdf per manuali ed istruzioni d’uso delle apparecchiature) mediante rilievo presso gli impianti oggetto dell’appalto. Per quanto riguarda i nuovi impianti che a richiesta dovessero essere affidati da Acque Veronesi all’Appaltatore si farà riferimento anche alla documentazione prevista dalla Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici". L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai disegni "AS BUILT" (che riportano AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 8 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT l'impianto come è realizzato). ART. T9 - SCHEDE MANUTENZIONE QUADRI ELETTRICI Le schede di manutenzione che l’Appaltatore dovrà compilare nello svolgimento delle attività sono riportate nel Programma di Gestione Informatizzato con denominazione “Schede Manutenzione Quadri Elettrici” messe a disposizione dalla stazione Appaltante. Le schede di manutenzione potranno essere modificate dalla stazione Appaltante in qualsiasi momento senza che l’Appaltatore possa avanzare richieste di maggiori oneri. ART. T10 - PREMESSA TERMINOLOGICA Sono di seguito riportati i principali termini, con le relative definizioni, usati per definire la manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Quasi tutti i termini sono tratti dalle norme UNI EN ISO 9000, EN 13306, UNI 9910, UNI 10147 e UN1 10388 che costituiscono il riferimento ufficiale. Il lettore è invitato a controllare sulla versione aggiornata di tali norme la validità delle definizioni e le eventuali note esplicative a corredo delle stesse. Termine Definizione Affidabilità L'attitudine di una entità a svolgere una funzione richiesta in condizioni date per un dato intervallo di tempo vedere EN 13306 e UNI 9910 Disponibilità Attitudine di un'entità a essere in grado di svolgere una funzione richiesta in determinate condizioni a un dato istante, o durante un dato intervallo di tempo, supponendo che siano assicurati i mezzi esterni eventualmente necessari vedere EN 13306 e UNI 9910 Efficienza Rapporto tra i risultati ottenuti e le risorse utilizzate per ottenerli definizione della ISO 9000 Elemento, Entità, Bene Ogni parte, componente, dispositivo, sottosistema, unità funzionate, apparecchiatura o sistema che può essere considerata individualmente vedere EN 13306 e UNI 9910 Manutenibilità L'attitudine di un'entità in assegnate condizioni di utilizzazione a essere mantenuta o riportata in uno stato nel quale essa può svolgere la funzione richiesta, quando la manutenzione è eseguita nelle condizioni date con procedure e mezzi prescritti vedere EN 13306 e UNI 9910 Manutenzione (Combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, atte a mantenere o riportare un'entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta vedere EN 13306, UNI 9910 e UNI 10147 Manutenzione a guasto o correttiva AV 05/2010 La manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un'avaria e volta a riportare un'entità nello stato in cui essa Ingegneria di Manutenzione Note vedere EN 13306 e UNI 9910 Pagina 9 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT possa eseguire una funzione richiesta Manutenzione ciclica Manutenzione preventiva periodica in base a cicli di utilizzo predeterminati vedere UNI 10147 Manutenzione predittiva Manutenzione preventiva effettuata a seguito dell'individuazione e della misurazione di uno o più parametri, eventualmente estrapolando, secondo i modelli appropriati del tempo residuo prima del guasto vedere EN 13306 Manutenzione preventiva La manutenzione eseguita a intervalli predeterminati o in accordo a criteri prescritti e volta a ridurre la probabilità di guasto o la degradazione del funzionamento di un'entità vedere EN 13300 e UNI 9910 Manutenzione secondo condizione Manutenzione preventiva subordinata al raggiungimento di un valore limite predeterminato vedere EN 13306 Periodo di ammortamento tecnico dei beni: Tempo previsto, espresso in anni, di ripartizione della spesa sostenuta per l'acquisto di beni strumentali ammortizzabili Valore di rimpiazzo Costo necessario per sostituire gli impianti attuali con impianti nuovi di caratteristiche tecnologiche e potenzialità analoghe a quelli attuali Vita utile In certe condizioni, intervallo di tempo che inizia in un dato istante e che termina quando il tasso di guasto è inaccettabile, oppure quando si ritiene che l'entità non sia riparabile a seguito di un'avaria o di altri fattori pertinenti vedere UNI EN 15341 che sostituisce UNI10388 Ai fini della presente norma, la vita utile è la durata tecnica del bene, che spesso coincide col periodo di ammortamento tecnico del bene. vedere EN 13306 UNI 9910 Terminologia sulla fidatezza e sulla qualità del servizio UNI10147 Manutenzione - Terminologia UNI 10388 (sostituita dalla UNI EN 15341) Manutenzione - Indici di manutenzione UNI 10992 AV 05/2010 NOTA: sarà ripubblicata come "terminologia aggiuntiva alla EN 13306 Previsione tecnico-economica delle attività di manutenzione (budget di manutenzione) d'aziende produttrici di beni/servizi. Criteri per la definizione, approvazione, Ingegneria di Manutenzione Pagina 10 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT gestione, controllo. EN 13306 Manutenzione – Terminologia Le definizioni che seguono derivano dalle normative vigenti alle quali si fa costantemente riferimento. La manutenzione elettrica è in generale suddivisa in: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. ordinaria preventiva ordinaria ciliclica ordinaria su condizione ordinaria migliorativa ordinaria incidentale ordinaria correttiva o di necessità straordinaria. Definizione Descrizione La manutenzione ordinaria è definita dal DM 337/08 art. 2 comma 1 "Manutenzione degli impianti". Per interventi di ordinaria manutenzione degli impianti si intendono tutti quelli finalizzati a contenere il degrado normale d'uso, nonché a far fronte ad eventi accidentali che comportano la necessità di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell'impianto su cui si interviene o la sua destinazione d'uso secondo le prescrizioni previste dalla normativa tecnica vigente e dal libretto di uso e manutenzione del costruttore. La Guida CEI 03 “Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati" riporta le seguenti note: MANUTENZIONE ORDINARIA 1) Si tratta di interventi che non richiedono obbligatoriamente il ricorso ad imprese installatrici abilitate, ma che comunque devono essere effettuate da personale tecnicamente qualificato. Ad evitare responsabilità nello scegliere la persona idonea è pertanto consigliabile ricorrere ad imprese abilitate anche per la manutenzione ordinaria. 2) Un esempio tipico di manutenzione ordinaria è rappresentato dalla sostituzione di piccole apparecchiature dell'impianto, le cui avarie, usure, obsolescenze siano facilmente riconoscibili, con altre di caratteristiche equivalenti MANUTENZIONE PREVENTIVA: Quando i preposti intervengono in anticipo sul componente e/o sull'impianto per mantenerlo in buon stato la manutenzione è "preventiva". Per analogia si riporta quanto previsto dalla citata norma UNI 8364 che la definisce "manutenzione rivolta a prevenire guasti, disservizi e riduzioni di efficienza e/o di funzionalità". MANUTENZIONE CICLICA (periodica): Intervento di revisioni/riparazioni periodiche (a cadenza prestabilita) con sostituzione di parti MANUTENZIONE SU CONDIZIONE: Intervento di sostituzione effettuato sulla (predittiva/proattiva) base della stima della vita residua di un componente, basata sul controllo di una variabile fisica misurabile e tale da individuare con sufficiente anticipo il degradarsi del sistema prima del presentarsi nell'avaria; se il componente supera la prova funzionale, rimane installato MANUTENZIONE MIGLIORATIVA: La manutenzione migliorativa si può esprimere nel AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 11 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT comportamento dei preposti ad intervenire con piccole modifiche, che non incrementano sensibilmente il valore patrimoniale dei componenti e/o dell'impianto, solo al fine di migliorare le prestazioni e/o la sicurezza. MANUTENZIONE INCIDENTALE: Conseguenza di un guasto; iparazione dopo avaria a ripristinare la funzionalità MANUTENZIONE CORRETTIVA O DI NECESSITÀ :La manutenzione correttiva o di necessità si può esprimere nel comportamento dei preposti, di lasciare funzionare il componente e/o l'impianto finché non si guasta. Poi lo si ripara o lo si sostituisce. Questa forma di manutenzione può essere inserita nei contratti di manutenzione con la denominazione: "Interventi su chiamata”. PRONTO INTERVENTO Intervento che ha come obiettivo primario il ripristino del funzionamento della linea e deve essere effettuato subito. Questa forma di manutenzione può essere inserita nei contratti di manutenzione con la denominazione: "Interventi in regime di Reperibilità”. Secondo la Guida CEI 0-3 (Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati) per manutenzione straordinaria di un impianto "si intendono gli interventi, con rinnovo e/o sostituzione di sue parti, che non modificano in modo sostanziale le sue prestazioni, siano destinati a riportare l'impianto stesso in condizioni ordinarie di esercizio, richiedano in genere l'impiego di strumenti o attrezzi particolari, di uso non corrente, e che comunque non rientrino negli interventi relativi alle definizioni di nuovo impianto, di trasformazione e di ampliamento di un impianto e che non ricadano negli interventi di manutenzione ordinaria. Si tratta di interventi che, pur senza obbligo di redazione del progetto da parte di un professionista abilitato, richiedano una specifica competenza tecnicoprofessionale e la redazione dell'installatore della dichiarazione di conformità". Per meglio chiarire il concetto di manutenzione straordinaria la Guida CEI 0-3 riporta alcuni esempi: sostituzione di un componente dell'impianto con un altro avente caratteristiche diverse; sostituzione di un componente o di componenti guasti dell'impianto per la cui ricerca siano: 1. richieste prove ed un accurato esame dei circuiti; 2. aggiunta o spostamento di prese a spina su circuiti esistenti; 3. aggiunta o spostamento di punti di utenza (centri luce, ecc.) su circuiti esistenti. MANUTENZIONE STRAORDINARIA Tipologia d'interventi non ricorrenti e d'elevato costo, in confronto al valore di rimpiazzo del bene e ai costi annuali di manutenzione ordinaria dello stesso, Gli interventi inoltre: • possono prolungare la vita utile e/o in via subordinata, migliorarne l’efficienza, l'affidabilità, la produttività, la manutenibilità e l’ispezionabilità. • non ne modificano le caratteristiche originarie (dati di targa, dimensionamento, valori costruttivi, ecc.) e la struttura essenziale; • non comportano variazioni di destinazioni d'uso del bene. • Generalmente ì costi relativi devono essere previsti nel budget di manutenzione (vedere UNI 10992). • L'intervento deve essere evidenziato contabilmente; il costo sostenuto per la sua realizzazione può essere: • attribuito all'esercizio finanziario in cui gli interventi sono stati realizzati • capitalizzato nel rispetto delle leggi e regolamenti amministrativi e fiscali vigenti, purché determini l'incremento del valore patrimoniale del bene (sostituzioni di componenti importanti, rifacimento parti del bene, interventi su beni che ne comportino un aumento significativo della vita utile AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 12 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT NOTA::Questa tipologia comprende tutti quegli interventi che possono essere: • programmati preventivamente ed inseriti nel budget di manutenzione dell'anno corrente • accidentali e quindi non previsti nel suddetto budget (extra budget). Gli interventi relativi a questa tipologia hanno tutti i requisiti di non ripetitività e di costo elevato. Alcuni possono essere capitalizzati in quanto oltre ai suddetti requisiti presentano caratteristiche tecniche, finanziarie o di legge tali da consentire l’incremento del valore patrimoniale del bene. Ogni intervento di manutenzione straordinaria deve essere contabilizzato separatamente (per esempio con gli strumenti tipici della contabilità analitica o industriale) ai fini della destinazione finale del loro costo Si considerano lavori di manutenzione straordinaria ampliamenti di impianti esistenti, la loro realizzazione ex novo, la sostituzione di quadri elettrici principali, la realizzazione o il rifacimento di linee principali d'alimentazione, ecc. che comportano comunque una nuova certificazione. Va tenuto presente che la finalità della manutenzione straordinaria è anche quella di mantenere nel tempo il livello tecnologico dell'impianto al fine di garantire gli standar di sicurezza previsti dalla normativa. Commento DOCUMENTAZIONE NECESSARIA Ogni impianto deve essere opportunamente documentato come previsto dalla Norma CEI 648 art. 514.5.1 "Schemi elettrici". In genere devono essere forniti schemi, diagrammi o tabelle, in accordo con la Norma CEI 3-32 "Raccomandazioni generali per la preparazione degli schemi elettrici", che indichino in particolare: il tipo e la composizione dei circuiti (punti di utilizzazione, numero e sezione dei conduttori, tipo di condutture elettriche); le caratteristiche necessarie all'identificazione dei dispositivi che svolgono la funzione di protezione, di sezionamento e di comando e la loro dislocazione. Per gli impianti non soggetti ad obblighi di progettazione le informazioni sopra citate possono essere date sotto forma di elenco dei relativi componenti elettrici. Al fine di garantire che il personale addetto alla manutenzione e alla gestione dell'impianto operi con un sufficiente grado di sicurezza deve essere messo in condizione di conoscere come è realizzato l'impianto elettrico o la macchina e pertanto deve disporre dei disegni e della documentazione tecnica necessaria ad operare in sicurezza, inoltre la documentazione può ridurre notevolmente i tempi di intervento del manutentore e di conseguenza limitare i relativi costi. La documentazione minima indispensabile è correlata al tipo di impianto ed alla sua complessità, in generale risulta sufficiente possedere:- schemi elettrici di tutti quadri sia di bassa tensione sia di media tensione;- planimetrie con indicata l'ubicazione dei quadri elettrici di comando e protezione con il percorso delle linee principali e secondarie; - planimetrie con riportate le varie utilizzazioni elettriche e relative potenze, sono molto utile le indicazioni dei percorsi e le sezioni delle condutture che alimentano le singole utilizzazioni; - registro dei principali guasti rilevati durante l'esercizio dell'impianto; registro delle operazioni di manutenzione eseguite sull'impianto; - registro delle verifiche eseguite e previste dalle leggi o Norme vigenti; - registro dei dati delle fatture dell'ente distributore riguardanti: energia attiva consumata, energia reattiva consumata, fattore di potenza indicato, potenza massima prelevata. Per quanto riguarda i nuovi impianti si farà riferimento anche alla documentazione prevista dalla Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici". L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai disegni "AS BUILT" (che riportano l'impianto come è realizzato) MANUTENZIONE A GUASTO O DI EMERGENZA Manutenzione la cui esecuzione risponde alla rilevazione di uno stato di avaria ed ha come scopo il ripristino dell’entità guasta. TITOLARE DELLA MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO ELETTRICO Persona fisica o giuridica che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalle normative vigenti e di idonea capacità tecnica, economica, organizzativa, è delegata dalla Stazione Appaltante ad assumere la responsabilità di esercizio degli impianti, della manutenzione ordinaria e straordinaria degli stessi, dell’adozione di tutte le misure miranti al rispetto del contenimento dei consumi energetici e di tutte le procedure in materia di igiene ambientale e sicurezza sul lavoro. Nel caso degli impianti elettrici oggetto di gara il possesso dei requisiti richiesti è dimostrato mediante: 1. iscrizione alla CCIAA o all’albo degli Artigiani, ai sensi della legge 5 marzo 1990, n. 46 e smi, ed abilitazione con riferimento alle lettere a), b) e g) dell’art. 1 della stessa legge; 2. possesso della certificazione di operare in regime di garanzia della qualità, ai sensi delle norme UNI EN ISO 9000, per l'attività di gestione e manutenzione degli impianti elettrici. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 13 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Bassa Tensione (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.3) Per il rispetto dovuto alle disposizioni di legge [5], viene assunto come BT il livello di 1.000 V, sia in corrente continua, sia in corrente alternata, essendo questa la soglia oltre la quale non è più consentita l’ attività sotto tensione senza l’abilitazione di legge prevista dai riferiti Decreti ministeriali(3). Lavoro Elettrico (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.8) Si è in presenza di lavoro elettrico quando si accede alle parti attive di un impianto e, in conseguenza di ciò, se ne adattano le misure di sicurezza, si è esposti ad un rischio elettrico. DL e DV rappresentano (figura1), rispettivamente, il limite esterno della zona di lavoro sotto tensione e della zona prossima; zone la cui invasione comporta un rischio che la Norma impone di controllare. DL assume, in pratica, il significato a suo tempo attribuito alla distanza di guardia. Nella tabella 3 sono messi a confronto alcuni valori di DL e DV previsti dalla Norma CEI EN 50110 e dalla Norma in argomento. Distanza Limite DL Distanza di Prossimità DV L’aspetto più significativo è senz’altro costituito dalla marcata differenza concettuale, per gli impianti di bassa tensione, fra l’approccio utilizzato in sede comunitaria (DL = 0 e DV = 30 cm) e quello nazionale, dove si continua ad assumere: DL = 15 cm e DV = 65 cm, non potendo non tener conto dei vincoli presenti nella legislazione nazionale(5). L’impostazione europea è solo apparentemente meno restrittiva, sussistendo l’obbligo di attuare delle misure di sicurezza, per non andare a contatto con la parte attiva, non appena viene invaso la spazio di prossimità, fissato dalla Norma CEI EN 50110 in 30 cm. Tutto ciò deriva dal fatto che DL e DV sono distanze con un significato convenzionale e non prettamente fisico. Per le tensioni maggiori, si può notare il criterio maggiormente conservativo adottato dal CEI, in particolare per la determinazione della distanza di prossimità, ripresa da una regola non più esplicitata in sede europea: (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.8 e 3.11) DV = DL + K dove K vale: - 50 cm per U <= 1 kV - 100 cm per 1 < U £ 110 kV - 200 cm per U > 110 kV, con U: tensione nominale del sistema elettrico interessato. Decadono, pertanto, anche i valori riportati dalla Variante V1, già richiamata, in funzione della tensione di tenuta ad impulso dei componenti dell’ impianto. Va detto, però, che l’ adozione di distanze limite più elevate porta a ridurre, come vedremo a proposito del lavoro in prossimità, i margini utili per non penetrare nella zona di lavoro sotto tensione. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 14 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Figura 1 Distanza limite (DL) e distanza di prossimità (DV) Maggiorazione Ergonomica e Distanza Sicura (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.12 e 3.13) Commento La prima va sommata a DL per ottenere la seconda, definita coma la misura cautelativa per non invadere involontariamente il volume della zona di lavoro sotto tensione. La distanza sicura, che viene utilizzata nei lavori in prossimità di parti attive non in sicurezza, può essere adottata solamente in casi particolari, dopo aver verificato l’ effettiva efficacia. Commento Zona di Intervento (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.12 e 3.17) Terra di sezionamento (da CEI 11 – 27 / AV 05/2010 E’ riferita all’ attività sotto tensione in BT. Viene specificato che deve essere di dimensioni contenute (nella pratica si è consolidato accettabile un volume non superiore a 50 x 50 x 30 cm), affinché l’ operatore possa avere sotto controllo tutte le parti attive su cui interviene. Nel quale caso, è accettato anche che le installazioni non siano tutte perfettamente frontali alla visuale dell’ operatore. La non tassatività della delimitazione si riferisce alle situazioni presenti in molti quadri di bassa tensione, dove le parti attive diverse da quelle su cui si opera sono diverse. Commento La definizione richiama l’opportunità di valutare casso per caso l’ inserimento della messa a terra nei punti in dove vengono effettuati i sezionamenti. Per fare un esempio la chiusura del sezionatore di terra ST in un impianto, quando non sostitutiva della messa a terra di lavoro Ingegneria di Manutenzione Pagina 15 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 2005 p.3.25) perché non visibile e non sotto il controllo del PL e degli addetti, è sovente effettuata allo scopo di impedire la richiusura intempestiva del sezionatore di linea SL’ assolvendolo così alla seconda delle cinque regole essenziali per operare fuori tensione. Ciò, però, comporta il trasferimento sul posto di lavoro, quando questo si trovi in posizione indipendente, dalla tensione totale di terra UE nel caso si verifichi un guasto a terra all’ interno dell’ impianto dove è stata effettuata la messa a terra di sezionamento. Sulla questione si ritornerà per commentare i provvedimenti da prender per l’equipotenzializzazione del posto di lavoro, qualora in sito non sia presente una rete di terra. Commento Terra di lavoro (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.26 e 11.2.6 – 1-2-3) AV 05/2010 La messa a terra ed il cortocircuito costituisce la fondamentale misura di sicurezza per lavorare fuori tensione. Tuttavia, la sua messa in opera non è sempre obbligatoria ; lo diventa, ad esempio, per lavori sugli impianti di bassa tensione, se non è stato possibile il sezionamento di tutte le fonti di possibile alimentazione, e sulle linee elettriche aeree BT, se sussistono rischi di contatti diretti i influenze con altre linee intersecate o parallele. In questi casi, se non è possibile l’ installazione della messa a terra ed in cortocircuito sul posto di lavoro, ad esempio per inaccessibilità delle parti attive dell’ impianto, occorre operare secondo le procedure previste per l’ esecuzione dei lavori sotto tensione. Le caratteristiche ed i requisiti della messa a terra ed in cortocircuito, sono: • deve risultare visibile dal posto di lavoro a tutti gli addetti • deve essere apposta da entrambi i lati in caso d’ interruzione del circuito • per i cavi AT deve essere effettuata ed entrambi gli estremi sezionati o nei punti nudi più vicini ad essi; in questo caso le terre di sezionamento assumono la valenza di terre di lavoro • la sua installazione è completa del PL. L’ accesso ai conduttori o anche semplicemente allo schema del cavo, se questo non è identificabile a vista da terminale a terminale, è subordinato alla sua univoca individuazione sul posto di lavoro, anche mediante tranciatura o perforazione. Nel diagramma di figura 4 è,invece, riportato il caso tipico delle condizioni, tutte da verificare, per operatori fuori tensione su una linea elettrica di AT, mettendo a terra solamente il conduttore su cui si lavora, senza,quindi, dover installare anche il cortocircuito fra tutti i conduttori (art. 6.2.4.3, Norma CEI EN 50110). La condizione più difficile da realizzare è l’ ultima, perché comporta un posizionamento degli addetti,dimensione dell’ attrezzatura e dei mezzi di accesso tali da rendere impossibile l’ invasione della distanza DL degli altri conduttori. Ingegneria di Manutenzione Pagina 16 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Fig.4 Caso particolare di lavoro su un solo conduttore di una linea AT Impianto di lavoro complesso (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.27) AV 05/2010 Commento La definizione è molto articolata. L’ emissione dei Piani di lavoro e d’ intervento è obbligatoria se il lavoro deve essere eseguito su un impianto complesso. Forse era sufficiente demandare al Piano della sicurezza aziendale l’ individuazione degli impianti e dei lavori complessi. Ad esempio, considerando a maggior rischio i lavori sulle installazioni a tensione superiore a 1 kV e anche sugli impianti BT qualora sussista la possibilità di invadere la zona prossima di impianti AT, avendo però cura di attuare una drastica coincidenza del RI con il PL. Una individuazione univoca dell’ impianto complesso, aderente al dettato della Norma, si può ricavare seguendo il diagramma della figura 5, dove per altro resta ancora l’ indeterminatezza dovuta alla locuzione: “ presenza di circuiti AT” che, in senso restrittivo, può essere estesa alle situazioni di lavoro in prossimità. Lascia qualche perplessità la delega rilasciata al PL, al quale, come già detto, non spetta la valutazione del rischio, nel caso di specie, di stabilire se particolari condizioni, possono elevare un lavoro a livello complesso con le relative considerazioni procedurali. La valutazione della complessità del lavoro deve precedere la fase operativa, proprio perché può risultare pregiudizievole della sicurezza doverlo decidere sul campo. Ingegneria di Manutenzione Pagina 17 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Figura 5 Definizione d’ impianto elettrico complesso Commento Piano di Lavoro (PdL) AV 05/2010 Avendo la Norma CEI EN 50110 (art. 4.3) sancito l’ obbligo della preparazione scritta dei lavori complessi, la nuova Norma prevede di darvi attuazione mediante la predisposizione di due documenti, che devono contenere l’ individuazione e la valutazione dei rischi dello specifico lavoro. In essi s’ intrecciano, senza una distinta collocazione, prescrizioni d’ esercizio (manovre per cambio dell’ assetto dell’ impianto, taratura delle protezioni, ecc..) con disposizioni e comunicazioni che attengono l’ applicazione delle regole fondamentali per operare in sicurezza, nonché le altre misure eventualmente necessarie. Il PdL (mod. PL1) è di competenza del RI, con la collaborazione del PL (vedasi anche art. 11.3) . Quest’ ultimo deve poi redigere il Piano d’ intervento (mod. PI 1), che costituisce una vera e propria pianificazione delle fase operative. Il Piano d’ intervento è una sorta di documento autoreferenziale del PL, in quanto non è previsto che sia sottoposto ad alcuna approvazione da parte delle figure che entrano nel processo lavorativo. Nella pratica c’ è da attendersi che sarà applicata sistematicamente la deroga, di cui all’ art. 8.4, che contempla la possibilità di elaborare un unico documento. La Norma, in questo caso, non fornisce un facsimile di modulistica, la cui compilazione verosimilmente compete al RI, ancorché non sia esplicitato. Ingegneria di Manutenzione Pagina 18 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Commento Consegna dell’impianto (da CEI 11 – 27 / 2005 p.3.30 e 7.5.4.3) Per l’ espletamento di questa azione è previsto un documento (mod. CR1), con il quale l’ impianto oggetto dei lavori viene consegnato dal RI al PL e da questi restituito al termine dagli stessi. La disposizione trae la sua origine, per gli impianti AT,, dall’ art. 346 del DPR 547/55. ora, riprendendo quanto già contemplato dalla cessata normativa (11) , l’ obbligo viene esteso anche agli impianti BT tutte le volte che RI non coincide con il PL. Per altro, nei lavori fuori tensione non appare possibile effettuare la consegna mediante una comunicazione orale documentata, dovendo RI trovarsi sul posto di lavoro per poter identificare e delimitare, al PL, l’ impianto o la parte di esso sede dei lavori. E’ possibile, pur in presenza di lavoro complesso, omettere la compilazione del Piano d’ intervento se il lavoro è di tipo ipetitivo/standardizzato, per il quale l’ azienda abbia predisposto delle apposite schede metodo di lavoro (mod. PI 2) ,che descrivono: _ in quali condizioni devono trovarsi gli impianti presi in consegna _ le misure di sicurezza da adottare _ l’ attrezzatura di sicurezza e DPI da impiegare _ la sequenza e la descrizione delle fasi operative. In questo caso il PL, in pratica, sottoscrive solamente il mod. PI 2, che contiene le disposizioni di cui sopra, impegnandosi al loro rispetto. La consegna dell’ impianto è prevista anche nel caso di lavori sotto tensione [art. 12.5.1 – i]. Poiché il soggetto responsabile di garantire la continuità del funzionamento dell’ impianto è il RI, questi deve comunque mantenersi in ogni istante in contatto con il PL, sia per poter ripristinare il servizio in modo tempestivo, qualora durante i lavori sia stato provocato un guasto temporaneo, sia, soprattutto, per la salvaguardia della sicurezza degli operatori durante il rilancio di tensione per la riattivazione del servizio momentaneamente interrotto, sostitutiva della consegna, per gli impianti non complessi, è la delega temporanea alla conduzione dell’ impianto per la durata dei lavori e limitata alla sola parte sede dei lavori. In questo modo, il PL è autorizzato ad operare sugli organi di sezionamento e protezione per la disalimentazione dell’ impianto in tutti i casi ne ravvisi la necessità ai fini della sicurezza. La Norma non esemplifica né il modulo per la consegna di impianti in tensione, né quello per l’ eventuale delega. AFFIDABILITÀ Attitudine di un apparecchio, o di un impianto, a conservare funzionalità ed efficienza per tutta la durata della sua vita utile, ossia per il periodo di tempo che intercorre tra la messa in funzione ed il momento in cui si verifica un deterioramento, od un guasto irreparabile o per il quale la riparazione sia sconveniente. VITA PRESUNTA Vita che, in base all’esperienza, si può ragionevolmente attribuire ad un apparecchio/impianto. DETERIORAMENTO DISSERVIZIO GUASTO Diminuzione di funzionalità e/o efficienza di un apparecchio od un impianto; Condizione che si verifica quando un apparecchio o un impianto va fuori servizio. Condizione che si verifica quando un apparecchio od un impianto non é più in grado di adempiere alle sue funzioni. RIPARAZIONE Ripristino della funzionalità e/o dell’efficienza di un apparecchio o di un impianto. CONTROLLO Procedimento di verifica della funzionalità e/o dell’efficienza di un apparecchio o di un impianto. Capitolato d'Oneri REVISIONE Effettuazione di un controllo generale di un apparecchio o di un impianto (operazione che può implicare smontaggi, sostituzione di parti, rettifiche, aggiustaggi, lavaggi ecc.). AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 19 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T11 - REGOLE SULLA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI PER LA MANUTENZIONE I lavori di manutenzione presso gli impianti di Acque Veronesi dovranno garantire la massima sicurezza agli operatori, e pertanto, è fatto divieto di eseguire lavori in tensione. Qual’ora si riscontrasse la necessità di operare in tensione si dovranno adottare tutte le precauzioni del caso, applicando le procedure più restrittive e la normativa vigente in materia di lavori in tensione. Si ricorda che le manutenzioni debbono essere eseguite da personale qualificato secondo le norme CEI in vigore" (es. la CEI 11-15 o la CEI 11-34, fasc. 2763 sui lavori sotto tensione ). Le manovre per la messa fuori servizio di una parte o tutto l'impianto dovranno essere concordate con la Direzione Lavori o con l’Assistente designato da Acque Veronesi. Il "manutentore" dell’Appaltatore, che opererà sulla parte di impianto, con circuito aperto, sezionato a monte e messo a terra, deve essere certo che tale posizione degli organi di manovra (es. interruttori) permanga durante tutto il lavoro. Pertanto, è fatto obbligo chiudere a chiave i quadri elettrici in modo da poter agire, in sicurezza, anche lontano da questi. Dopo aver delimitato le zone su cui operare, apporrà l’apposita segnaletica con i cartelli monitori "lavori in corso. non effettuare manovre". ART. T12 - ACCETTAZIONE DEI MATERIALI L’accettazione dei materiali verrà effettuata in conformità art. 11 del Capitolato Generale d’Appalto sez. amministrativa. Il Responsabile Lavori può rifiutare il qualunque tempo i materiali e i componenti mal conservati dopo l’introduzione in cantiere o che per qualsiasi causa non fosse conforme alle caratteristiche tecniche, In quest’ultimo caso l’appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con i materiali prescritti dal R.L. a sue spese. Il responsabile lavori o l'organo di collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi ancorché non prescritte dal capitolato speciale d'appalto ma ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali o dei componenti, le relative spese sono poste a carico dell'appaltatore. ART. T13 - GARANZIA SUI MATERIALI INSTALLATI La Ditta dovrà garantire i componenti installati per un minimo di 24 (ventiquattro) mesi dopo l'avvenuta installazione e ne sarà comunque garante per tutta la durata della vita media del componente o dell’apparecchiatura installata. In caso di malfunzionamenti, anomalie o difetti dei pezzi utilizzati come ricambi, dipendenti da vizi di fabbricazione o da non idonea installazione e/o manutenzione, la Ditta dovrà provvedere tempestivamente alla sostituzione totale o parziale degli stessi al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza e di buon funzionamento dell'intero impianto. Tali interventi non comporteranno costi aggiuntivi, né di mano d'opera né di materiale, per la Stazione Appaltante. La garanzia non viene estesa a quei componenti che normalmente presentano un naturale decadimento nelle prestazioni e che richiedono più sostituzioni nell'arco dei 24 (ventiquattro) mesi, laddove l’anomalia e/o il difetto sia chiaramente attribuibile a tale decadimento. Qualora la Stazione Appaltante rifiuti dei materiali o apparecchiature, perché ritenuti a suo insindacabile giudizio non adatti e quindi non accettabili, la Ditta non potrà utilizzarli e dovrà, ove già posti in opera, rimuoverli a sua cura e spese e sostituirli con altri che soddisfino alle condizioni prescritte. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 20 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T14 - PRESCRIZIONI TECNICHE SUI MATERIALI E MODALITA’ DI POSA Le prescrizioni tecniche che apparecchiature e materiali. seguono rappresentano quelle minime richieste per Nel caso vengano richieste caratteristiche diverse da quelle indicate in questa parte, esse saranno chiaramente precisate dal Responsabile Lavori. La progettazione e l’installazione dell’impianto elettrico devono essere conformi alle norme CEI applicabili. 1. Conduttori di terra e di protezione I conduttori di terra e di protezione devono avere sezione adeguata per sopportare le eventuali sollecitazioni meccaniche alle quali potrebbero essere sottoposti in caso di guasti, calcolata e/o dimensionata secondo quanto stabilito dalle norme CEI. La sezione dei conduttori deve essere tale che la massima corrente di guasto non provochi sovratemperature inammissibili per essi. Modalità di posa Le giunzioni fra elementi del dispersore devono essere protette contro le corrosioni. Il conduttore di protezione in dorsale ed in montante, se isolato, non deve essere interrotto ad ogni scatola di derivazione, ma semplicemente liberato dall'isolamento per il tratto corrispondente al morsetto di derivazione, si deve quindi fare uso di morsetti passanti. La sezione del conduttore di protezione principale deve rimanere invariata per tutta la sua lunghezza. Ai fini della equalizzazione del potenziale, tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore devono essere collegate all'impianto di terra. Tali collegamenti devono essere realizzati con conduttori isolati giallo/verde da 6 mm². I morsetti di collegamento alle tubazioni, che devono essere preventivamente approvati dalla Direzione Lavori, devono assicurare un contatto sicuro nel tempo. Nei casi in cui sia interessato l'impianto per la protezione contro le scariche atmosferiche, il collegamento deve essere effettuato con corda di rame nuda da 35 mm². Vanno quindi eseguiti in particolare i seguenti collegamenti equipotenziali mediante connessione all'impianto di terra: tubazioni in ingresso ed uscita dai vani tecnici canalizzazioni in lamiera in ingresso ed uscita dai locali tecnici ed in corrispondenza delle uscite dai cavedi tubazioni nei cunicoli masse metalliche, guadi, parapetti, scale, ecc. se costituenti masse estranee AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 21 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 2. Quadri di bassa tensione I quadri devono contenere le apparecchiature di manovra e protezione, a norme CEI 23-3 o CEI 17-5. Inoltre i quadri elettrici di Bassa Tensione, di cui sopra basati su involucri a norma CEI1713/1, dovranno essere Certificati dal costruttore dello stesso secondo quanto richiesto dalla norma CEI 17-13/1. I quadri elettrici avranno: Targa d’identificazione nome o marchio di fabbrica del costruttore tipo numero o altro mezzo d’identificazione marcatura visibile, leggibile e indelebile Dichiarazione di conformità CE e fascicolo tecnico Dichiarazione di conformità secondo CEI1713/1 numero marchio di fabbrica del costruttore tipo numero o altro mezzo d’identificazione elenco caratteristiche meccaniche, elettriche e condizioni d’impiego rapporto prove effettuate da strumento di misura elenco materiali utilizzati schemi elettrici con siglatura dei circuiti e dei componenti disposizioni di sicurezza, avvertenze Quadri di distribuzione Serviranno essenzialmente per la distribuzione a bassa tensione. I quadri, se non diversamente richiesto, dovranno essere normalizzati per le seguenti caratteristiche: tensione nominale 500V a 50 Hz; tensione di tenuta a frequenza industriale per 1 minuto 2.500 V; correnti di corto circuito per 1 secondo 25 kA o 50 kA. I quadri saranno costituiti da colonne modulari bullonate tra di loro in lamiera di acciaio stampata da 20/10, suddivise in cassetti estraibili se prescritto. Ogni colonna sarà suddivisa nelle seguenti parti: celle modulari per il contenimento di interruttori e accessori celle modulari per il contenimento della strumentazione celle modulari per il contenimento delle apparecchiature di avviamento dei motori struttura per il contenimento delle barre collettrici e delle barre di derivazione agli interruttori struttura per l'alloggiamento dei cavi AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 22 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT zoccolo posto nella parte inferiore del comparto telaio di base costituito in acciaio a "C" opportunamente rinforzato da ferri trasversali. Ogni scomparto avrà un'altezza e dimensioni di base tali da consentire la corretta installazione delle apparecchiature. Tutte le parti dello scomparto precedentemente indicate devono essere segregate fra di loro con appositi divisori in lamiera e devono essere facilmente accessibili a mezzo di porte o pannelli. In tutti i quadri di bassa tensione in cui siano previste connessioni in sbarra, queste devono essere realizzate in piatto di rame elettrolitico ed essere dimensionate per le correnti nominali e di corto circuito prescritte. Le sbarre devono essere ancorate e sostenute da morsettoni, setti e/o supporti reggisbarre in materiale isolante tali da assicurare le tenuta agli sforzi elettrodinamici conseguenti alle correnti di guasto dell'impianto. Particolare cura deve essere posta nella realizzazione delle giunzioni, per ridurre la resistenza di contatto e contenere le conseguenti sovratemperature. La sbarre saranno così dimensionate: per le principali, in base alla corrente nominale del quadro per le derivazioni agli interruttori posizionati su singoli pannelli (sbarre verticali) per la sommatoria delle correnti nominali degli interruttori alimentati moltiplicando per un coefficiente di riduzione pari a 0,8 per le derivazioni alle apparecchiature in base alla corrente massima del calibro delle stesse. Le connessioni in cavo devono essere limitate al minimo indispensabile; in tutti i casi in cui sia possibile devono essere utilizzate sbarre. I cavi utilizzati all'interno dei quadri per le connessioni di potenza devono essere unipolari in rame, con isolamento in gomma non propagante l'incendio e a ridotta emissione di fumi e gas tossici, tipo N07G9-K. Le sbarre e le connessioni principali e di derivazione devono sempre costituire un sistema trifase con neutro e conduttore di protezione separati (sistema TN-S). Nel caso sia previsto un sistema di distribuzione TN-C, deve essere possibile collegare rigidamente tra loro le sbarre di neutro e di messa a terra. La sequenza delle fasi deve essere, guardando il fronte del quadro, RSTN da sinistra a destra, dal fronte verso il retro e dall'alto verso il basso. Con l’installazione delle nuove apparecchiature andranno verificate le portate degli interruttori sulle sbarre a monte dei quadri e il grado di rifasamento complessivo dell’impianto. 3. Quadri esterni I quadri da installare all'esterno, ovvero nei casi in cui ciò sia espressamente indicato, devono essere stagni alle intemperie, con grado di protezione IP 66, in vetroresina, Peraluman o altri materiali plastici o metallici adatti allo scopo. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 23 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 4. Messa a terra dei quadri ed impianto di terra I quadri devono essere percorsi longitudinalmente da una sbarra di terra in rame, solidamente imbullonata alla struttura metallica, avente sezione minima pari a 250 mm². La struttura e gli elementi di carpenteria devono essere elettricamente collegati fra loro per garantire una efficace messa a terra. Le estremità della sbarra di terra devono essere dotate di attacchi per il collegamento in cavo alla maglia di terra generale. I quadri secondari a parete possono essere dotati, in sostituzione della sbarra di terra, di adatti morsetti aventi superficie di contatto adeguata alle correnti di guasto previste. Esiste un unico impianto di messa a terra in conformità alle vigenti normative. L’ampliamento del dispersore sarà costituito da una rete elettrosaldata che costituisce l’armatura della quinta vasca e con picchetti in rame o acciaio zincato ove necessario. Tutte le masse degli apparecchi utilizzatori saranno collegate a terra ed inoltre saranno eseguiti tutti i collegamenti equipotenziali secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8. Il collegamento a terra delle masse sarà eseguito secondo il sistema TN-S, attestando i conduttori di protezione alle sbarre colletrici dei quadri. L'Appaltatore dovrà collegare tutti i macchinari dell'impianto alla rete di terra esistente integrandosi con essa. Alla fase realizzativa fa seguito la verifica, a cura dell'Appaltatore, dell'impianto di terra. Sono comprese le seguenti misure: resistività del terreno (misura da effettuare prima del progetto) resistenza totale di terra tensione di passo contatto all'interno e all'esterno dell'area equipotenzialità tensioni trasferite prova di continuità delle condutture di protezione ed equipotenziali. Il tutto è corredato da relazione descrittiva di calcolo e di misura, completa di schemi e disegni, e dai moduli per denuncia ASL o ISPESL. Tutte le intelaiature, mensole, apparecchiature, carcasse di macchinario, casse metalliche ecc. che potrebbero accidentalmente venire a contatto elettrico con parti in tensione, ovvero essere colpite da scariche atmosferiche, devono essere messe elettricamente e rigidamente (cioè senza l'interposizione di interruttori o fusibili) a terra, con un conduttore di sezione adeguata, secondo le norme CEI, con sezioni crescenti con la tensione e l'estensione della rete connessa. In particolare dovranno essere realizzati gli impianti di messa a terra, completi di tutti i collegamenti necessari, non solo per le apparecchiature elettromeccaniche, ma anche per tutte le masse metalliche (parapetti, lamiere, grigliati, infissi, strutture in carpenteria metallica ecc.), che a norma di legge devono essere messe a terra. La resistenza del sistema di terra sarà contenuta entro i seguenti valori massimi: per sistemi a bassa tensione: 10/15 Ohm valore: 2 Ohm; AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 24 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT per scaricatori: 5 Ohm. In ogni caso la resistenza di terra sarà tale che le tensioni di passo o di contatto che possono verificarsi durante i guasti non siano superiori a: 50 V quando non si provveda alla eliminazione rapida dei guasti; 125 V quando si provveda all'eliminazione dei guasti entro 1 s; 250 V quando si provveda alla eliminazione dei guasti entro 0,5 s. Comunque l'impianto di terra deve soddisfare le norme CEI vigenti. Nel dimensionamento dei dispersori di terra va tenuto conto che i valori sopraindicati debbono essere sempre verificabili e che è quindi desiderabile avere valori iniziali sensibilmente inferiori a causa del peggioramento naturale con il tempo. I dispersori di terra devono essere segnalati con appositi cartelli indicatori. 5. Apparecchiature principali Le apparecchiature montate all'interno dei quadri devono possedere caratteristiche tecniche adeguate a quelle delle utenze da alimentare ed ai livelli di corto circuito previsti. a) Interruttori automatici Gli interruttori automatici impiegati all'interno dei quadri di BT possono essere di tipo aperto, scatolato o modulare, a seconda del tipo di utilizzazione previsto e dalla corrente nominale delle utenze da proteggere. Gli interruttori devono essere in esecuzione bipolare, tripolare o tetrapolare in funzione del tipo di utenza, dei vincoli normativi e del sistema di neutro utilizzato. Gli interruttori devono sempre essere dotati di dispositivi di protezione magnetotermici su tutte le fasi. Gli interruttori utilizzati per l'avviamento di motori devono essere dotati preferibilmente di sola protezione magnetica coordinata con i contattori e i relé termici posti a valle. Il conduttore di neutro deve essere interrotto e protetto in conformità alle prescrizioni delle norme CEI 64-8; è da tenere presente che nel caso di adozione di un sistema tipo TN-C, il conduttore PEN non deve in alcun caso venire sezionato, né protetto. I dispositivi di protezione magnetotermica devono essere scelti in modo da proteggere le condutture e le apparecchiature poste a valle e rendere selettivo l'intervento tra gli interruttori posti a monte e quelli posti a valle. Dove ciò non sia richiesto o realizzabile, può essere adottato il criterio della protezione di sostegno (back-up) in ottemperanza a quanto previsto dalle norme CEI 64-8. Il potere di interruzione deve essere almeno pari alla corrente di corto circuito presunta nel punto di installazione, salvo i casi in cui sia accettata la protezione di sostegno, con i limiti imposti dalle norme CEI 64.8. Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche devono essere tra loro intercambiabili. Gli interruttori devono essere in versione estraibile su carrello (withdrawable), rimovibile ad innesto (plug-in) o fissa. Gli interruttori in versione estraibile devono poter assumere le seguenti posizioni rispetto alle relative parti fisse: AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 25 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT INSERITO: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati SEZIONATO IN PROVA: circuiti principali sezionati e circuiti ausiliari collegati SEZIONATO: circuiti principali e circuiti ausiliari sezionati ESTRATTO: circuiti principali e ausiliari sezionati; interruttore fuori cella. Gli interruttori in versione rimovibile ad innesto possono assumere le sole posizioni di INSERITO ed ESTRATTO. In tutte le posizioni deve essere possibile la chiusura delle porte frontali. Il sistema di innesto dei contatti di potenza, fissi e mobili, deve essere di tipo autoallineante: deve essere assicurato il perfetto accoppiamento tra i contatti fissi e quelli mobili anche nel caso di non preciso allineamento dell'interruttore durante la manovra di inserimento. a1) Interruttori di tipo aperto Il loro impiego è previsto tipicamente all'interno dei quadri tipo Power Center (AS-Forme 2/3/4), nella versione estraibile su carrello, per portate superiori ai 1250/1600 A o nei casi in cui sia necessario realizzare la selettività di tipo cronometrico. Il comando di apertura e chiusura deve essere, salvo diversa prescrizione, di tipo manuale con dispositivo di precarica delle molle di chiusura e a sgancio libero (trip free), assicurando l'apertura dei contatti principali anche se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una manovra di chiusura. Le manovre di sezionamento ed inserimento devono essere possibili solo con interruttore aperto; apposite sicurezze devono sganciare l'interruttore che si trovasse chiuso all'inizio di una manovra. La manovra di sezionamento deve essere possibile con porta chiusa, per garantire all'operatore un grado di sicurezza più elevato. Gli interruttori estraibili devono, in particolare, essere equipaggiati con otturatori sulle parti fisse, azionati automaticamente dal movimento dell'interruttore durante la manovra di sezionamento, per garantire un grado di protezione IP2X con interruttore estratto e/o sezionato. Gli eventuali circuiti ausiliari devono inserirsi automaticamente nelle relative parti fisse con l'introduzione degli interruttori nelle celle; non sono accettate soluzioni a presa e spina inseribili a mano dall'operatore. a2) Interruttori di tipo scatolato Il loro impiego è normalmente previsto in versione rimovibile per portate fino a 250 A ed estraibile per portate superiori, nei quadri tipo Power Center (AS-Forme 2/3/4); in versione fissa per tutti gli altri impieghi. La parte fissa degli interruttori rimovibili deve garantire un grado di protezione IP2X con interruttore rimosso. Il comando deve essere di tipo manuale con leva a scatto rapido. a3) Interruttori di tipo modulare Con questa denominazione vengono individuati gli interruttori automatici con modulo 17,5 mm rispondenti alle norme CEI 23-3, per usi domestici e similari. Devono essere tipicamente impiegati nei quadri secondari di distribuzione per portate uguali o inferiori ai 50A nei circuiti trifase e 32A in quelli monofase e/o all'interno dei quadri per la protezione dei circuiti ausiliari. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 26 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT L'esecuzione deve essere adatta per montaggio su profilato DIN da 35 mm. La curva di intervento magnetotermico deve avere caratteristica B o C, in funzione della lunghezza della linea da proteggere. Gli interruttori di tipo modulare devono essere dotati di marchio IMQ. b) Interruttori magnetotermici differenziali Gli interruttori differenziali devono essere costituiti da un dispositivo ad intervento differenziale per guasto a terra, alimentato da un trasformatore toroidale entro cui devono essere fatti passare tutti i conduttori attivi del circuito da proteggere, accoppiato ad un interruttore automatico a cui è demandata la protezione magnetotermica dell'utenza. Le protezioni differenziali devono risultare: protette contro gli scatti intempestivi adatte per funzionamento con correnti alternate, pulsanti e con componenti continue. Deve essere garantita le selettività di intervento differenziale tra gli interruttori posti a monte e quelli posti a valle; a tale scopo la protezione differenziale dell'interruttore a monte deve avere una corrente di intervento almeno doppia di quella dell'interruttore a valle e tempo di ritardo superiore al tempo totale di apertura del dispositivo a valle. Devono essere previste protezioni differenziali a media sensibilità, con intervento di 300 mA; fanno eccezione le applicazioni per le quali sono prescritte dalle norme CEI 64-8 protezioni ad alta sensibilità, con intervento uguale o inferiore a 30 mA, quali locali da bagno in zona 3 o altri. Per portate fino a 250A il dispositivo differenziale e l'interruttore automatico devono essere integrati in un unico apparecchio, senza necessità di alimentazione ausiliaria esterna. Per portate superiori ai 250A il dispositivo differenziale deve agire sullo sganciatore di apertura o di minima tensione dell'interruttore automatico a cui risulta accoppiato. Gli interruttori differenziali con portata superiore ai 50A devono sempre essere in versione tetrapolare, preferibilmente in esecuzione estraibile se montati all'interno di quadri tipo Power Center (AS-Forme 2/3/4). Le caratteristiche di protezione magnetotermica devono essere scelte come specificato per gli interruttori automatici. Oltre ai casi previsti dalle norme CEI applicabili e indicati sugli schemi di progetto, gli interruttori differenziali devono anche essere previsti in tutti i circuiti in cui la protezione contro i contatti indiretti non sia realizzata con le protezioni passive indicate dalle norme CEI 64-8 o tramite interruzione automatica del circuito con intervento delle protezioni magnetotermiche anche per guasto a terra. Gli interruttori differenziali possono essere impiegati come protezione addizionale contro i contatti diretti. Nei quadri secondari possono essere utilizzati interruttori differenziali puri, senza protezione magnetotermica, a monte di gruppi di interruttori automatici relativi ad utenze omogenee; tali differenziali devono avere portata nominale non inferiore a 25A e devono risultare protetti dal dispositivo magnetotermico previsto a monte. Tutti gli interruttori differenziali devono essere dotati di pulsante per la prova del circuito di scatto. c) Contattori AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 27 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT I contattori devono essere adatti per categoria di impiego AC3, se utilizzati per avviamento di motori o AC1 negli altri casi. I contattori devono essere tripolari, adatti per montaggio fisso all'interno di cassetti estraibili o cubicoli fissi o entro quadri secondari e ad armadio, dotati di tutti gli accessori e contatti ausiliari necessari per la realizzazione degli schemi elettrici richiesti. Quando impiegati per avviamento motori, le loro caratteristiche elettriche devono essere coordinate con quelle dei motori da comandare, con quelle degli interruttori automatici o fusibili posti a monte e con i relé termici accoppiati. d) Relè termici I relé termici per la protezione contro il sovraccarico, tipicamente utilizzati in esecuzione fissa tripolare in serie ai contattori e agli interruttori automatici, con i quali devono essere coordinati, per i circuiti di avviamento motori. I relé termici devono avere ampio campo di regolazione della corrente di intervento ed essere dotati di contatti ausiliari di scambio. Il riarmo dei relé deve essere di tipo manuale. I relé di tipo bimetallico devono essere compensati contro le variazioni di temperatura ambiente. Per la protezione da motori con tempi di avviamento particolarmente lunghi devono essere impiegati relé termici per avviamento pesante. e) Fusibili I fusibili impiegati nei circuiti di potenza devono essere di tipo a coltello ad alto potere di interruzione, con elevate caratteristiche di limitazione della corrente di corto circuito presunta; la caratteristica di intervento deve essere adeguata al tipo di utenza da proteggere (motore o altro). La corrente nominale dei fusibili deve essere scelta in base alle caratteristiche del motore o del carico da proteggere. Se utilizzati in serie a contattori o a sezionatori, i fusibili devono essere coordinati con essi. f) Sezionatori I sezionatori possono essere sottocarico o a vuoto e devono essere in grado di resistere termicamente e dinamicamente alle correnti di guasto previste. g) Trasformatori di corrente e di tensione I trasformatori di corrente e di tensione devono avere prestazioni e classi di precisione adeguate ai carichi da alimentare. I trasformatori di corrente e tensione, devono avere custodia in termoplastico autoestinguente (TA) o metallica messa a terra (TV) ed essere adatti per installazione fissa all'interno dei quadri. Tutti i trasformatori devono avere un morsetto secondario collegato a terra. h) Apparecchiature di regolazione Ogni quadro deve comprendere, oltre ai cubicoli di potenza, una colonna, o un cubicolo, o comunque lo spazio sufficiente per il contenimento delle apparecchiature di regolazione, che sono escluse dalla presente sezione. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 28 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 6. Cavi elettrici-Caratteristiche generali I cavi devono: essere di primaria marca e dotati di Marchio Italiano di Qualità (dove applicabile) IMQ; rispondere alle Norme tecniche e costruttive stabilite dal CEI ed alle Norme dimensionali e di codice colori stabilite dalle tabelle CEI-UNEL; I conduttori devono essere in rame; La scelta delle sezioni dei conduttori deve basarsi sulle seguenti considerazioni; a) il valore massimo di corrente transitante nei conduttori deve essere pari al 70% della loro portata stabilita secondo le tabelle CEI UNEL per le condizioni di posa stabilite b) la massima caduta di tensione a valle del quadro generale fino all'utilizzatore più lontano deve essere del 3%, salvo i valori prescritti per impianti particolari c) la massima caduta di tensione ammessa ai morsetti di utenze motore, è pari al 4% nel funzionamento continuo a pieno carico e del 10% in fase di avviamento d) deve essere verificata la protezione delle condutture contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti. La sezione minima dei conduttori, salvo prescrizioni particolari deve essere: 1,5 mm² per i circuiti luce ed ausiliari 2,5 mm² per i circuiti FM ed illuminazione di sicurezza 1 mm² per i circuiti di segnalazione ed assimilabili. Il colore dell'isolamento dei conduttori con materiale termoplastico deve essere definito a seconda del servizio e del tipo di impianto. Le colorazioni dei cavi di energia, in accordo con la tabella UNEL 00722, devono essere: fase R: nero fase S: grigio fase T: marrone neutro: blu chiaro terra : giallo verde Non è ammesso l'uso dei colori azzurro e giallo verde per nessun altro servizio, nemmeno per gli impianti ausiliari. Modalità di posa in opera I cavi possono essere installati: a) in tubazioni interrate di grande diametro; in tal caso deve essere sigillato l'ingresso con riempitivi b) in cunicolo di piccole dimensioni; in questo caso i cavi devono essere posati sul fondo del cunicolo e la sua imboccatura deve essere chiusa con sabbia o altro materiale equivalente c) su passerelle orizzontali; i cavi devono essere posati in modo ordinato AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 29 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT d) su passerelle o scale portacavi verticali; i cavi devono essere fissati alle passerelle o scale con collari atti a sostenerne il peso. I collari devono essere installati ogni metro di lunghezza del cavo oppure di più cavi se appartenenti alla stessa linea e) entro tubazioni; le sezioni interne dei tubi devono essere tali da assicurare un comodo infilaggio e sfilaggio dei conduttori. La dimensione dei tubi deve consentire il successivo infilaggio di una quantità di conduttori pari ad 1/3 di quella già in opera, senza dover sfilare questi ultimi. Nei tratti verticali i cavi devono essere ammarati ogni metro. Il raggio di curvatura dei cavi deve tenere conto di quanto specificato dai costruttori. Nell'infilare i conduttori entro tubi si deve fare attenzione ad evitare torsioni o eliche che ne impedirebbero lo sfilamento. Sono ammesse giunzioni di conduttori solamente nelle cassette e nei quadri e con appositi morsetti di sezione adeguata; non sono accettate giunzioni nelle passerelle portacavi. E' ammesso derogare a queste prescrizioni, soltanto per le linee dorsali, limitatamente ai casi in cui il loro sviluppo superi i 50 metri; in tal caso è consentita la giunzione nella cassetta prossima ai 50 metri. La sezione dei conduttori delle linee principali e dorsali deve rimanere invariata per tutta la loro lunghezza. In corrispondenza dei punti luce i conduttori devono terminare su blocchetti con morsetti a vite. I cavi devono essere siglati ed identificati con fascette segnacavo come segue: su entrambe le estremità; in corrispondenza di ogni cassetta di derivazione; ogni 20 m lungo le passerelle e scale porta cavi; in corrispondenza di ogni cambio di percorso; Su tali fascette deve essere precisato il numero di identificazione della linea e la sigla del quadro che la alimenta; Devono essere siglati anche tutti i conduttori degli impianti ausiliari in conformità agli schemi funzionali costruttivi. Per ogni linea di potenza facente capo a morsetti entro quadri elettrici o cassette la siglatura deve essere eseguita come segue: siglatura della linea sul morsetto e sul conduttore; siglatura della fase (RSTN), sul singolo conduttore e sul morsetto. Tutti i cavi ed i collegamenti avranno i conduttori in rame Per tutti gli impianti alimentati con la piena tensione normale di rete B.T. e per quelli alimentati a tensione ridotta, la sezione minima prevista è di: 2,5 mm2 per conduttori di potenza di alimentazione di macchine e motori; 1,5 mm2 per tutti gli altri conduttori (impianti di illuminazione, comandi, segnalazioneecc.). L'isolamento minimo previsto è del grado 4 delle norme CEI, dimensionato UNEL AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 30 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Per i cavi isolati verranno impiegate guaine di materiali plastici o vulcanizzabili come policloroprene, polimeri di isobutilene, isoprene, ecc. Le giunzioni e le derivazioni dei cavi saranno eseguite in giunti o cassette, su morsetti aventi sezioni adeguate sia alle dimensioni che alle correnti transitanti nei cavi stessi. Cadute di tensione Le cadute di tensione, rispetto al valore a vuoto, nelle varie parti del sistema elettrico saranno contenute entro i limiti indicati nella tabella seguente; i valori si intendono riferiti alla tensione nominale del sistema: Il calcolo delle cadute di tensione durante l'avviamento di un motore sarà fatto sulla base della minima potenza di corto circuito. La tensione disponibile ai morsetti dei motori durante l'avviamento sarà comunque tale da consentire un sicuro avviamento dei motori, anche a pieno carico se richiesto, senza danno ai motori stessi. Il valore massimo del 25% deve intendersi come somma delle cadute di tensione nei cavi e nelle sbarre dei quadri di alimentazione dei motori stessi. 7. Densità di corrente Indipendentemente dalle sezioni conseguenti all'anzidetta caduta di tensione, per i conduttori degli impianti alimentati alla tensione normale di rete, la massima densità di corrente sarà conforme al volore rilevabile dalle tabelle CEI – UNEL. La scelta delle modalità di posa dei circuiti verrà effettuata in relazione alle condizioni ambientali e alla destinazione delle utilizzazioni, previo accordo con la Direzione Lavori. 8. Linee elettriche La distribuzione elettrica all'interno dei locali centrali deve essere realizzata con passerelle portacavi in acciaio zincato, installate a parete o a soffitto. Tutte le passerelle portacavi sono con coperchio di chiusura. Nelle passerelle portacavi sono posti i cavi multipolari fino a 16 mm² ed unipolari per sezioni superiori. Le calate alle macchine possono essere realizzate con: AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 31 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT passerelle portacavi in acciaio con coperchio dove sono presenti più cavi o cavi di sezione elevata; tubi in acciaio zincato senza raccordi filettati per cavi di modeste dimensioni. In questo caso i raccordi tra tubo e canalina e tra elementi di tubazioni e tra tubo e cassetta sono eseguiti con manicotti speciali che si fissano al tubo senza dover filettare. Le curve sono eseguite con cavo non protetto solamente per il tratto necessario alla curva. Le parti terminali delle tubazioni devono essere rivestite con anello in plastica in modo da non danneggiare il cavo. Le tubazioni vengono filettate solo nel caso di tratti aerei senza possibilità di ancoraggi. Immediatamente prima di ogni motore o utenza deve essere installato un interruttore in cassetta stagna, atto ad interrompere tutti i conduttori di alimentazione ad esclusione del conduttore di protezione. Quanto sopra vale anche per le macchine con proprio quadro bordo macchina a meno che tali interruttori generali non siano già predisposti dal costruttore sulla macchina stessa. Il raccordo tra interruttori e morsettiera della macchina è eseguito con guaina metallica flessibile rivestita in PVC con raccordi a vite da ambo i lati. I conduttori nelle canalette sono posti in un unico strato, senza sovrapposizioni. Nei tratti verticali vengono fissati singolarmente alla passerella con fascette in plastica. L'ingresso dei cavi nel quadro deve avvenire a pettine, con passacavo in resina per ogni cavo; prima dell'ingresso devono essere poste sul cavo delle fascette con indicato il numero della linea (è lo stesso numero che appare sulla morsettiera e sulle apparecchiature). Nelle passerelle portacavi di distribuzione e nelle tubazioni deve essere posto il conduttore di protezione, in conformità a quanto richiesto dalle norme CEI. Le linee esterne sono quelle da prevedere in contatto con gli agenti atmosferici per gruppi refrigeratori d'acqua, quadretti centrali termiche, quadretti condizionatori autonomi tipo split, ecc.. Le passerelle portacavi devono essere in acciaio zincato a caldo o in poliestere e fibre di vetro rinforzate autoestinguenti, comprese staffe, elementi speciali di raccordo e giunzione, copertura a tenuta con grado di protezione IP54. Le tubazioni di contenimento dei cavi sono in acciaio zincato a caldo, tipo leggero. Le cassette di derivazione o rompitratta sono in esecuzione stagna IP55, in lega leggera o in resina, con raccordi per l'ingresso delle tubazioni. In particolare per il collegamento degli utilizzatori di potenza dovranno essere impiegati cavi a doppio isolamento del tipo FG7 di opportuna sezione da installarsi nei percorsi prestabiliti. Per i cavi di comando e di segnale invece saranno del tipo N1VC4V-K. Quest’ultimi dovranno essere tutti schermati. I cablaggi passivi da realizzare devono essere conformi alle specifiche CEI 103/303 (ISO/IEC 11801) con componentistica in categoria 5 Enhanced rientrante nella classe D. Tutti gli apparecchi elettrici dovranno essere collegati alle relative linee di alimentazioni o di segnale con canotti di giunzione o capicorda del tipo a compressione per i cavi con conduttori in treccia rigida o flessibile; a saldare per cavi a conduttore unico. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 32 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Linee prese distribuzione Da entrambi i lati delle vasche è prevista una dorsale elettrica con prese di distribuzione del tipo CEE 16A 3P+T e tipo CEE 16A 2P+ T, da installarsi in prossimità di ogni vasca. Le dorsali si attesteranno sul quadro esistente in sala bassa tensione. 9. Canali Caratteristiche dei materiali Le passerelle possono essere di tipo in lamiera forata o piena, zincata ribordata o piana secondo quanto indicato negli altri elaborati di progetto e conformi alle norme CEI 23-31. Per installazione all’esterno devono essere generalmente impiegate passerelle e/o scale portacavi in vetroresina e/o acciaio inox. I relativi supporti devono essere sempre in acciaio inox. Tutti i pezzi speciali (curve, incroci, derivazioni, riduzioni, setti separatori, ecc.) devono essere di tipo prefabbricato con le stesse caratteristiche delle scale portacavi. Le scale portacavi devono essere installate nei tratti verticali (cavedi). Sono realizzate con longheroni laterali di altezza minima di 65 mm e da traversini disposti almeno ogni 50 cm. Le scale portacavi sono di tipo prefabbricato, costituite da due fiancate in lamiera zincata con spessore minimo di 1,5 mm. Le scale portacavi devono poter sopportare, con sostegni ogni due metri, un carico uniformemente distribuito di almeno 250 kg/m più il peso di un uomo. Le traversine devono essere dotate di asole, in modo da poter fissare i cavi con appositi cinturini. I canali destinati a contenere conduttori facenti parte di servizi diversi (forza motrice, telefono, impianti speciali) devono essere provvisti di setti di separazione continui anche in corrispondenza di cambiamenti di direzione e all'imbocco delle cassette di derivazione e delle scatole portafrutti. I canali in vetroresina sono realizzati in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro, inattaccabile dagli agenti chimici, resistente agli urti e alla corrosione, avente: reazione al fuoco classe 2 (secondo D.M. 26/6/1984) autoestinguenza VO (secondo UL 94) in caso d'incendio devono emettere ridottissima quantità di gas tossici e corrosivi e di fumi opachi. Sono particolarmente adatti per impieghi in luoghi speciali devono avere materiale di supporto ed accessori in acciaio zincato o inox con viti di fissaggio in nylon. I canali in plastica sono costruiti in materiale plastico rigido avente: reazione al fuoco classe 1 (secondo D.M. 26/6/84) autoestinguenza V1 (secondo UL94) resistenza agli urti rispondente alle norme CEI 23.19 o 23-32 a seconda dell'impiego. Sono previsti principalmente per: posa in vista a battiscopa. Completi di coperchio possono essere utilizzati come canali attrezzati con scatole portafrutti componibili AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 33 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT posa in vista a parete e/o soffitto. Completi di coperchio possono essere utilizzati per distribuzione principale e secondaria in particolari applicazioni ed ambienti. Particolare attenzione deve essere posta nella realizzazione della curvatura delle passerelle, che non deve comunque mai avere raggio inferiore a 10 volte il diametro della sezione del cavo maggiore. I percorsi delle canalizzazioni sono riportati sull’elaborato grafico (T04) e dovranno essere in grado di alloggiare tutti i cavi previsti sia per le apparecchiature da installare nell’ambito del presente appalto che per i sensori di processo. In particolar modo dovranno essere installate nuove canalizzazioni porta cavi metalliche a bordo vasca sul lato est in quanto quelle esistenti sono sature di cavi elettrici. Sul lato opposto invece sarà sufficiente una integrazione al percorso esistente. Particolare attenzione dovrà essere riservata alla tratta che va dalla sala bassa tensione al primo pozzetto. Al fine di rendere più agevole la stesura dei cavi sarà necessario realizzare un nuovo cavidotto interrato oppure ampliare l’esistente. Per quanto riguarda invece i percorsi dei cavi dal ripartitore secondario alla sala bassa tensione e dalla sala bassa tensione al telecontrollo verranno utilizzate le canalizzazioni esistenti in quanto ancora ampiamente disponibili. Una nuova canalizzazione in tubo protettivo isolante rigido dovrà esser prevista per il tratto da: sala compressori ad ufficio responsabile impianto. Modalità di posa Le passerelle devono essere posate in posizione tale da assicurare comunque la sfilabilità dei cavi e l'accessibilità agli stessi, e tale da evitare che la prossimità di altri componenti impiantistici possa portare ad un declassamento delle caratteristiche nominali. Le passerelle devono essere dotate di coperchio nei seguenti casi: passerelle destinate alla posa di cavi MT passerelle installate in zone di passaggio ad altezza inferiore ai 3 m in tutti i casi indicati sugli altri elaborati di progetto. Le passerelle devono essere adatte per fissaggio a parete o soffitto a mezzo di staffe in acciaio zincato e/o verniciato comprese nella fornitura; non devono mai essere ancorate al controsoffitto. Dove si rendano necessarie più passerelle, nella loro posa in opera si deve rispondere a particolari requisiti tecnici, quali la distanza tra loro (tra due canalette sovrapposte non deve essere inferiore a 200 mm), la possibilità di posa di nuovi conduttori, il collegamento alla rete di terra. E' ammesso il taglio a misura degli elementi rettilinei con ripristino della zincatura a freddo o verniciatura sulle superfici del taglio. Gli eventuali spigoli vivi delle passerelle devono essere smussati o protetti in modo da evitare di danneggiare le guaine dei cavi, in particolare durante la posa. Possono venire impiegate, installate sotto pavimenti sopraelevati, per la distribuzione di AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 34 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT energia, telefono ed ausiliari in genere. Se installate sotto pavimento galleggiante devono essere distanziate dal pavimento grezzo di almeno 30 mm. Devono essere evitati cambi di direzione ad angolo retto. I collegamenti tra i vari elementi devono essere realizzati con giunti fissati con viti; non saranno accettate saldature. Le mensole di supporto devono essere fissate ad una distanza massima di 2 m una dall'altra. Il collegamento tra mensole e passerelle deve essere realizzato con viti; non sono accettate saldature. Devono essere adottati opportuni accorgimenti atti a garantire l'assorbimento delle eventuali dilatazioni. Per le scale portacavi, le mensole di fissaggio e sostegno delle scale devono essere di tipo prefabbricato in lamiera zincata avente spessore minimo di 2 mm; le scale devono essere fissate alle mensole per mezzo di elementi di fissaggio prefabbricati. Prescrizioni generali Le passerelle per i circuiti di potenza devono essere dimensionate per contenere i cavi su un solo strato. Nel caso di unica passerella utilizzata per servizi diversi, si devono interporre setti separatori in lamiera di acciaio zincata e/o verniciata, aventi dimensioni tali da garantire la segregazione delle linee in più scomparti separati (energia/telefono/ausiliari/ecc.) anche in corrispondenza di cambiamenti di direzione e all'imbocco delle cassette di derivazione e delle scatole portafrutti. Le passerelle per fonia-dati devono essere distanziate di almeno 300 mm dalle altre. La cassette di derivazione devono essere fissate preferibilmente sull'ala della passerella. Deve essere garantita la continuità elettrica delle passerelle. 10. Tubi elettrici I tubi protettivi possono essere: in materiale plastico rigido di tipo pesante a Norme CEI 23 8 con Marchio Italiano di Qualità (tabella UNEL 37118 72) per la distribuzione nei sottofondi o a parete. Devono essere del tipo autoestinguente e a ridotta emissione di gas tossici in materiale plastico flessibile di tipo pesante a Norma CEI 23-14 con Marchio Italiano di Qualità (tabella UNEL 3712170) per gli usi indicati specificatamente negli elaborati di progetto. In taluni casi, devono essere rinforzate con spirale interna in acciaio in materiale plastico per cavidotti interrati, a Norma CEI 23 8 con resistenza allo schiacciamento a secco ed a umido pari o superiore a 200 kg/dm in acciaio con o senza saldature, secondo norme UNI 8863 per gli impianti in esecuzione normale (tipo Conduit). In tutti i casi in cui gli impianti debbano essere a tenuta perfettamente stagna e avere elevate caratteristiche meccaniche si devono impiegare tubi in acciaio zincato a fuoco internamente ed esternamente secondo le prescrizioni contenute nelle norme UNI 5745. La filettatura deve essere conforme alla norma UNI-ISO 7/1 tubazioni senza saldatura, secondo norme UNI 8863 serie pesante, per impianti in esecuzione AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 35 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT AD.PE. Superficie interna liscia. Filettatura UNI 6125. I tubi, di qualunque materiale siano, devono essere espressamente prodotti per impianti elettrici e quindi devono risultare privi di sbavature alle estremità e privi di asperità taglienti lungo le loro generatrici interne ed esterne. In ogni caso, prima del montaggio, le tubazioni devono essere soffiate con aria compressa o spazzolate. Modalità di posa in opera E' prescritta in modo tassativo e rigoroso l'assoluta sfilabilità dei conduttori in qualunque momento. Se necessario si devono installare cassette rompitratta per soddisfare questo requisito (almeno una ogni 15 metri ed in corrispondenza di ogni brusco cambio di direzione). Le curve devono essere eseguite con largo raggio, in relazione al diametro dei conduttori, con apposite macchine o molle piegatubi; in casi particolari possono essere utilizzate curve in fusione di lega leggera, completate con viti di chiusura o, nel caso di tubazioni in PVC, mediante curve prefabbricate. In ogni caso non è ammesso l'impiego di derivazioni a "T". I tubi devono essere posati con percorso regolare e senza accavallamenti, per quanto possibile. Nei tratti in vista e nei controsoffitti i tubi devono essere fissati con appositi sostegni in materiale plastico od in acciaio cadmiato, posti a distanza opportuna ed applicati alle strutture con chiodi a sparo o tasselli ad espansione o fissati con viti o saldatura su sostegni già predisposti, con interdistanza massima di 1500 mm. Nei tratti a pavimento i tubi, prima di essere ricoperti con malta, devono essere ben fissati tra loro ed alla soletta, onde evitare successivi spostamenti durante la copertura per i lavori di ultimazione del pavimento. Negli impianti a vista le giunzioni tra tubazioni e l'ingresso dei tubi nelle cassette devono avvenire attraverso appositi raccordi. In corrispondenza dei giunti di dilatazione delle costruzioni devono essere usati particolari accorgimenti, quali tubi flessibili o doppi manicotti. I tubi metallici devono essere fissati mantenendo un certo distanziamento dalle strutture, in modo che possano essere effettuate agevolmente le operazioni di verniciatura per manutenzione e sia assicurata una sufficiente circolazione di aria. In tutti i casi in cui vengono impiegati tubi metallici deve essere garantita la continuità elettrica tra loro e con le cassette metalliche; qualora queste ultime fossero in materiale plastico deve essere realizzato un collegamento tra i tubi ed il morsetto interno di terra. Nel caso sia richiesta la costruzione di cavidotti nel terreno si deve procedere come segue: i tubi in acciaio zincato senza saldature devono essere spalmati con emulsioni bituminose; i tubi in PVC devono essere annegati in gettate di calcestruzzo. Profondità di posa: in relazione ai carichi transitanti in superficie ma possibilmente non inferiore a 500 mm dalla generatrice superiore dei cavidotti. Posa: su uno strato di calcestruzzo magro di circa 100 mm di spessore e rinforzati sul loro intorno sempre con calcestruzzo. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 36 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Giunzioni: sigillate con apposito collante onde garantire la ermeticità dalla tenuta seguendo rigorosamente le prescrizioni indicate dalle case costruttrici. Prescrizioni generali L'infilaggio dei cavi deve essere successivo alla installazione dei tubi ed autorizzato da apposita dichiarazione scritta della Direzione Lavori. Nello stesso tubo non devono esserci conduttori riguardanti servizi diversi anche se alla medesima tensione di esercizio. L'uso di tubi portacavo flessibili è in generale consentito per i tratti terminali dei circuiti, come tra cassette di dorsale ed utenze finali. Salvo prescrizioni particolari il diametro esterno minimo dei tubi deve essere di 16 mm. I diametri indicati nei documenti di progetto con un solo numero si riferiscono al diametro esterno. Il diametro interno dei tubi deve essere pari almeno a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in essi contenuti. E' fatto divieto transitare con tubi protettivi in prossimità di condutture di fluidi ad elevata temperatura o di distribuzione del gas e di ammararsi a tubazioni, canali o comunque altre installazioni impiantistiche meccaniche (tranne dove espressamente indicato). I tubi previsti vuoti devono comunque essere dotati di fili-pilota in materiale non soggetto a ruggine. I tubi di riserva devono essere chiusi con tappi filettati e lasciati tappati anche dopo la fine dei lavori. 11. Cassette di derivazione e scatole Le cassette e le scatole possono essere di vario tipo a seconda dell'impianto previsto (incassato, a vista, stagno). Devono comunque essere largamente dimensionate in modo da renderne facile e sicura la manutenzione ed essere munite di fratture prestabilite per il passaggio dei tubi e/o canali. Quelle da incasso devono essere in resina con coperchio in plastica fissato con viti. Tutte le cassette per gli impianti in vista, sottopavimento ed all'interno di controsoffitti devono essere metalliche del tipo in fusione o in materiale isolante autoestinguente molto robusto, con un grado di protezione IP adeguato alla loro ubicazione, con imbocchi ad invito per le tubazioni, con passacavi o con pressacavi. Le cassette in lega leggera devono avere imbocchi filettati UNI-ISO 7/1, oppure 6125 AD.PE, per connessioni a tubi in acciaio zincato. Le cassette metalliche devono avere un morsetto per la loro messa a terra. Modalità di posa Le cassette devono essere di tipo modulare, con altezza e metodo di fissaggio uniformi. Nella posa deve in ogni caso essere allineato il filo inferiore di tutte le cassette installate nel medesimo ambiente. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 37 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Devono avere idonei raccordi di giunzione alle tubazioni e idonee guarnizioni, onde ottenere il grado di protezione richiesto. Particolare cura deve essere posta per l'ingresso e l'uscita dei tubi, in modo da evitare strozzature e consentire un agevole infilaggio dei conduttori. Le cassette e le scatole di derivazione devono essere munite di morsettiere di derivazione in materiale ceramico, nei casi in cui siano interessati circuiti con cavi resistenti al fuoco secondo CEI 20-36 e autoestinguenti nei rimanenti casi. Non è ammesso collegare o far transitare nella stessa cassetta conduttori anche della stessa tensione, ma appartenenti ad impianti o servizi diversi (luce, FM, ausiliari, telefono). Sul corpo e sul coperchio di tutte le cassette deve essere applicato un contrassegno da stabilire con la Direzione Lavori per indicare l'impianto di appartenenza (luce, FM, ecc.) e per precisare le linee che l'attraversano. E' tassativamente proibito l'impiego di morsetti di tipo autospellante. I morsetti di terra e di neutro devono essere contraddistinti con apposite targhette. 12. CABLAGGI ELETTRICI Cavetteria I cablaggi interni saranno eseguiti con cavi unipolari in rame rosso a corda flessibile. L’isolamento sarà in PVC non propagante l'incendio. La sezione minima prevista dovrà essere di 15 mm2 . Le parti terminali dei cavi dovranno essere munite di capocorda crimpati. I cavi dovranno essere contrassegnati ad entrambe le estremità con fascette componibili recanti numeri prestampati. Colori I colori delle guaine previsti per l'identificazione dei conduttori saranno quelli stabiliti dalle norme AV 05/2010 CIRCUITO COLORE Potenza in c.a. & c.c. Nero Neutro Blu chiaro Terra Giallo/verde Circuiti ausiliari in c.a. Rosso Circuiti ausiliari in c.c. Blu Circuiti interblocco in c.a.& c.c. Arancio Circuiti (segnale) Bianco di strumentazione Ingegneria di Manutenzione Pagina 38 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Canalette Tutti i conduttori elettrici saranno contenuti entro canalette in plastica (con coperchio) di adatte dimensioni (stipamento max 40%). Le canalette dovranno essere in numero tale da permettere il raggruppamento dei conduttori nelle diverse categorie. Canalette grigie per i cavi di potenza. Canalette grigie per i cavi di segnale. Morsettiere Le morsettiere saranno di tipo componibile e saranno complete di profilato di sostegno a rotaia normalizzata DIN; Morsetti con viti antiallentanti con corpo in materiale isolante di alta qualità; Ponticelli di parallelo ove necessario; Morsetti sezionatori a spina per i circuiti a corrente debole (loop di corrente); Piastrine di separazione; Blocchetti terminali; Portacartellini; Cartellini in cartoncino speciale bianco con riportata l'identificazione e relativo copricartellino in plastica trasparente Copertura con PVC trasparente ad u per ogni tipo di morsettierra con l’indicazione del nome della stessa tramite marchio adesivo. Per ogni morsettiera dovrà essere previsto almeno una riserva pari al 10%. Barra di terra Il quadro dovrà avere una barra (od un profilato DIN con relativi morsetti di messa a terra) opportunamente dimensionata ed atta a ricevere le linee di protezione previste in uscita dal quadro. Sezione misure (ove prevista) Nella parte alta della cella sopra l’interruttore generale si dovrà montare un analizzatore di energia elettrica digitale avente le seguenti caratteristiche: montaggio su pannello; dimensioni 9 moduli DIN; precisione ±0.5%; ingressi voltmetrici da 1 a 600V; ingressi amperometrici da TA …./5°; AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 39 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ingressi analogici 4÷20mA; tensione di alimentazione 220Vac ±10%; Grandezze misurate corrente mono-trifase (rms); fattore di potenza; potenza attiva reattiva e apparente; energia attiva e reattiva; kW e kVar max/medio mono e trifase; Uscita seriale RS485 per misure a distanza. Sezione di alimentazione del quadro elettrico Il quadro risulterà alimentato con linea trifase + neutro a 380 V ac e dotato di interruttore generale automatico magnetotermico quadripolare con comando riportatato in porta (se richiesto) equipaggiato con bobina di apertura a lancio di corrente da riportare in morsettiera per eventuali sganci remoti. Tutte le parti con tensione ≥ 50 V ac saranno adeguatamente protette contro i contatti diretti con grado di protezione minimo IP2X. Per l’alimentazione dei circuiti ausiliari verrà installato un trasformatore di sicurezza 380/24 V ac di potenza adeguata agli assorbimenti in gioco con un margine di almeno il 20%. 13. Quadri di bassa tensione In tutti i quadri di bassa tensione in cui siano previste connessioni in sbarra, queste devono essere realizzate in piatto di rame elettrolitico ed essere dimensionate per le correnti nominali e di corto circuito prescritte. Le sbarre devono essere ancorate e sostenute da morsettoni, setti e/o supporti reggisbarre in materiale isolante tali da assicurare le tenuta agli sforzi elettrodinamici conseguenti alle correnti di guasto dell'impianto. Particolare cura deve essere posta nella realizzazione delle giunzioni, per ridurre la resistenza di contatto e contenere le conseguenti sovratemperature. La sbarre saranno così dimensionate: per le principali, in base alla corrente nominale del quadro per le derivazioni agli interruttori posizionati su singoli pannelli (sbarre verticali) per la sommatoria delle correnti nominali degli interruttori alimentati moltiplicando per un coefficiente di riduzione pari a 0,8 per le derivazioni alle apparecchiature in base alla corrente massima del calibro delle stesse. Le connessioni in cavo devono essere limitate al minimo indispensabile; in tutti i casi in cui sia AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 40 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT possibile devono essere utilizzate sbarre. I cavi utilizzati all'interno dei quadri per le connessioni di potenza devono essere unipolari in rame, con isolamento in gomma non propagante l'incendio e a ridotta emissione di fumi e gas tossici, tipo N07G9-K. Le sbarre e le connessioni principali e di derivazione devono sempre costituire un sistema trifase con neutro e conduttore di protezione separati (sistema TN-S). Nel caso sia previsto un sistema di distribuzione TN-C, deve essere possibile collegare rigidamente tra loro le sbarre di neutro e di messa a terra. La sequenza delle fasi deve essere, guardando il fronte del quadro, RSTN da sinistra a destra, dal fronte verso il retro e dall'alto verso il basso. In particolare per la parte inerente la sala bassa tensione è prevista l’installazione (fornitura e posa) di moduli da affiancare al quadro elettrico esistente (tipo Power Center) per il comando delle pompe di ricircolo, dei mixer e delle paratoie. I nuovi moduli di dimensioni 2200x600+300x600 mm del tutto simili a quelli già presenti, saranno predisposti per l’alloggiamento di celle già cablate e complete come le esistenti per il comando dei mixer e delle pompe. Con l’installazione delle nuove apparecchiature andranno verificate le portate degli interruttori sulle sbarre a monte dei quadri e il grado di rifasamento complessivo dell’impianto. 14. CARATTERISTICHE COMPONENTI QUADRO ELETTRICO Sono definite di seguito le caratteristiche tecniche dei principali componenti da installarsi nel quadro. Interruttori automatici Gli interruttori di protezione automatici previsti avranno le seguenti caratteristiche: Tensione d’impiego Ue = 230/400 V; Tipo modulare per In≤50A con taratura fissa con curve d’intervento tipo C/D; Tipo scatolato per In>50A con taratura regolabile con curve d’intervento regolabile; Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro KA; contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato Interruttori differenziali Gli interruttori di protezione differenziale previsti saranno del tipo modulare per montaggio su guida DIN aventi le seguenti caratteristiche: Tensione d’impiego Ue = 230/400 V; Taratura fissa di Idn=30/300/500 mA; Corrente nominale In≥25 A ; Tipo AC; Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 41 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Interruttori magnetotermici-differenziali Gli interruttori di protezione magnetotermici-differenziali saranno del tipo modulare o di tipo scatolato aventi le seguenti caratteristiche: Modulari Tensione d’impiego Ue = 230/400 V; Corrente In≤50 A con taratura fissa con curve d’intervento tipo C/D; Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro kA; Taratura fissa di Idn=30/300/500 mA; Tipo AC; Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato. Scatolati Tensione d’impiego Ue = 230/400 V; Corrente In≥50 A con taratura termica/magnetica regolabile; Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro kA; Taratura regolabile di Idn e del tempo d’intervento; Tipo AC; Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato. 8.4 Fusibili I fusibili saranno del tipo cilindrico completi di base con grandezze 85x315 da 2 ÷ 20 A; 103x38 da 2 ÷ 25 A; Categoria d’impiego AC20; Tensione nominale Un = 500 V; Potere d’interruzione Ics≥50 kA. Trasformatori Per i circuiti ausiliari si andrà a realizzare un sistema di alimentazione del tipo FELV secondo la norma CEI 64.8/4. I circuiti ausiliari sono previsti per una tensione di funzionamento pari a 24 V ac. Si installeranno trasformatori in aria aventi le seguenti caratteristiche: Potenza nominale come specificato sullo schema; Tensione primaria come specificato sullo schema; Tensione secondaria 24 V ac; AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 42 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Grado di protezione morsettiera IP2X; Schermo di separazione avvolgimento primario/secondario. 15. Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo- Modalità di posa di cavi - NORMA CEI 11-17 AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 43 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 44 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 45 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 46 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 16. Linee elettriche La distribuzione elettrica all'interno dei locali centrali deve essere realizzata con passerelle portacavi in acciaio zincato, installate a parete o a soffitto. Tutte le passerelle portacavi sono con coperchio di chiusura. Nelle passerelle portacavi sono posti i cavi multipolari fino a 16 mm² ed unipolari per sezioni superiori. Le calate alle macchine possono essere realizzate con: passerelle portacavi in acciaio con coperchio dove sono presenti più cavi o cavi di sezione elevata; tubi in acciaio zincato senza raccordi filettati per cavi di modeste dimensioni. In questo caso i raccordi tra tubo e canalina e tra elementi di tubazioni e tra tubo e cassetta sono eseguiti con manicotti speciali che si fissano al tubo senza dover filettare. Le curve sono eseguite con cavo non protetto solamente per il tratto necessario alla curva. Le parti terminali delle tubazioni devono essere rivestite con anello in plastica in modo da non danneggiare il cavo. Le tubazioni vengono filettate solo nel caso di tratti aerei senza possibilità di ancoraggi. Immediatamente prima di ogni motore o utenza deve essere installato un interruttore in cassetta stagna, atto ad interrompere tutti i conduttori di alimentazione ad esclusione del conduttore di protezione. Quanto sopra vale anche per le macchine con proprio quadro bordo macchina a meno che tali interruttori generali non siano già predisposti dal costruttore sulla macchina stessa. Il raccordo tra interruttori e morsettiera della macchina è eseguito con guaina metallica flessibile rivestita in PVC con raccordi a vite da ambo i lati. I conduttori nelle canalette sono posti in un unico strato, senza sovrapposizioni. Nei tratti verticali vengono fissati singolarmente alla passerella con fascette in plastica. L'ingresso dei cavi nel quadro deve avvenire a pettine, con passacavo in resina per ogni cavo; prima dell'ingresso devono essere poste sul cavo delle fascette con indicato il numero della linea (è lo stesso numero che appare sulla morsettiera e sulle apparecchiature). Nelle passerelle portacavi di distribuzione e nelle tubazioni deve essere posto il conduttore di protezione, in conformità a quanto richiesto dalle norme CEI. Le linee esterne sono quelle da prevedere in contatto con gli agenti atmosferici per gruppi refrigeratori d'acqua, quadretti centrali termiche, quadretti condizionatori autonomi tipo split, ecc.. Le passerelle portacavi devono essere in acciaio zincato a caldo o in poliestere e fibre di vetro rinforzate autoestinguenti, comprese staffe, elementi speciali di raccordo e giunzione, copertura a tenuta con grado di protezione IP54. Le tubazioni di contenimento dei cavi sono in acciaio zincato a caldo, tipo leggero. Le cassette di derivazione o rompitratta sono in esecuzione stagna IP55, in lega leggera o in resina, con raccordi per l'ingresso delle tubazioni. In particolare per il collegamento degli utilizzatori di potenza dovranno essere impiegati cavi a AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 47 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT doppio isolamento del tipo FG7 di opportuna sezione da installarsi nei percorsi prestabiliti. Per i cavi di comando e di segnale invece saranno del tipo N1VC4V-K. Quest’ultimi dovranno essere tutti schermati. I cablaggi passivi da realizzare devono essere conformi alle specifiche CEI 103/303 (ISO/IEC 11801) con componentistica in categoria 5 Enhanced rientrante nella classe D. Tutti gli apparecchi elettrici dovranno essere collegati alle relative linee di alimentazioni o di segnale con canotti di giunzione o capicorda del tipo a compressione per i cavi con conduttori in treccia rigida o flessibile; a saldare per cavi a conduttore unico. 17. Linee prese distribuzione Da entrambi i lati delle vasche è prevista una dorsale elettrica con prese di distribuzione del tipo CEE 16A 3P+T e tipo CEE 16A 2P+ T, da installarsi in prossimità di ogni vasca. Le dorsali si attesteranno sul quadro esistente in sala bassa tensione. 18. Motori elettrici Tutti i motori elettrici devono essere in completo accordo con le norme. I motori elettrici sono del tipo industriale per servizio continuo della serie Unificata IEC/CEI, autoventilati con grado di protezione minima IP 55 con trattamento superficiale anticorrosione. Tutti i motori asincroni trifasi sono con rotore a gabbia di scoiattolo adatti per avviamento diretto a piena tensione. Tutti i motori possono effettuare almeno 3 avviamenti consecutivi partendo da freddo e 2 avviamenti partendo da caldo. Il tempo di rotore bloccato dovrà essere superiore al tempo di avviamento nelle condizioni di minima tensione. La corrente di avviamento dei motori asincroni trifasi non deve, in nessun caso, essere maggiore di 6 volte la corrente nominale. La coppia di avviamento deve essere non minore del 100% della coppia nominale del motore. La coppia massima non deve essere inferiore al 200% della coppia nominale. Lo scorrimento dei motori, al carico nominale, non deve superare il 5%. I cuscinetti portanti e di spinta sono del tipo autolubrificato con sistema refrigerante proprio e, ove necessario, elettricamente isolati. Per quanto possibile, il basamento del motore è comune a quello della macchina operatrice azionata. Tutti i motori sono isolati in classe F mentre la temperatura di funzionamento sarà in classe B. 19. Compatibilità elettromagnetica delle apparecchiature Le apparecchiature elettriche ed elettroniche oggetto della fornitura dovranno essere provviste di marchiatura CE come prescritto dalle direttive della Comunità Europea 89/336/CEE del 3 maggio 1989, 92/31/CEE del 28 aprile 1992, dal decreto legislativo di attuazione del 4 AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 48 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT dicembre 1992 numero 476 e dalla norma CEI 110-24 del settembre 1995 "Guida all'applicazione del decreto legislativo sulla coMPatibilità elettromagnetica (EMC)". 20. Strumenti ed apparecchiature Gli strumenti indicatori hanno scala lineare e viene adottato il sistema internazionale come indicazione principale. L'errore ammesso per ogni misura (che tiene conto degli errori massimi di ciascun dispositivo o strumento inseriti nel loop) non supera 1,5 % f.s., comprensivo degli errori degli organi sensori e di trasmissione in campo. Devono essere previsti adeguati sistemi di protezione (blocchi, interblocchi) tali da proteggere l'impianto da eventuali condizioni pericolose di funzionamento e da errori di manovra. ART. T15 - LAVORI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE Alcuni impianti gestiti da Acque Veronesi possono avere al loro interno una zona classificata a rischio di esplosione. L’area è delimitata dai cordoli in cemento colorati in giallo e nero e ove sono previste vie di transito per i mezzi che devono accedere nella zona per espletare attività di manutenzione sono segregate con una catena bianca e rossa. Nel caso di impianti di depurazione la zona ATEX trova nel suo interno le seguenti Unità di Processo: Digestione Anaerobica dei fanghi (stabilizzazione dei fanghi) Gasometro per stoccaggio biogas Palazzina compressori biogas e riscaldamento fanghi digeriti Il processo di Digestione anaerobica avviene con produzione di Biogas. II biogas stoccato e poi prelevato dal gasometro alimenta un motore a ciclo otto utilizzato per riscaldamento dei digestori e per la produzione di energia elettrica. All’occorrenza il biogas viene consumato da due caldaie ad olio diatermico. Di seguito vengono riportate le principali caratteristiche chimico - fisiche, le caratteristiche igienico industriali, le caratteristiche di infiammabilità del biogas. Vengono inoltre riportate le principali norme di prevenzione da adottare in luoghi con presenza di biogas. Caratteristiche chimico – fisiche medie Prodotto Stato fisico Biogas Gas incolore e debole odore di uova marce Potere calorifico superiore 6.200 Kcal/Nmc Potere calorifico inferiore 5.500 Kcal/Nmc AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 49 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Potere calorifico superiore 5.900 Kcal/Smc Potere calorifico superiore 5.200 Kcal/Smc Densità 1.102 kg/Nmc 0.9 kg/Nmc (variabile con la CO2) Densità relativa del gas (aria=1) II biogas ottenuto in condizioni normali di funzionamento ha le seguenti caratteristiche: metano (CH4) 60 - 70 % V/V anidride carbonica (C02) 25 - 30 % V/V 2 -5 % V/V 0.5 - 3 % V/V 2-4 % V/V 0,005 - 0,15 % V/V ossido di azoto idrogeno acqua idrogeno solforato Caratteristiche igienico – industriali Brucia facilmente con aria in rapporti prestabiliti; se il biogas è presente in miscela per 5-19% (campo di esplosività), si può avere pericolo di esplosione; ciò può accadere particolarmente in fase di avviamento o durante lo svuotamento del gasometro. Poiché la miscela aria-gas, per il contenuto di anidride carbonica, ha all’incirca lo stesso peso specifico dell’aria, essa permane in pozzetto, zone basse, ecc. Caratteristiche di infiammabilità del biogas E’ un gas altamente infiammabile. Può reagire in maniera esplosiva con materiali ossidanti. In caso di incendio è fondamentale riuscire ad interrompere il flusso del gas. Mezzi antincendio: usare acqua per proteggere il personale impegnato nell’opera di intercettazione delle fughe e per mantenere raffreddati i contenitori esposti all’azione del fuoco. Per piccole fughe impiegare polvere e CO2. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 50 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Norme di prevenzione • Divieto assoluto di fumare, di esporre fiamme libere nei locali in cui può esservi del biogas ; non calzare scarpe chiodate. • Prima della messa in marcia, dopo interruzioni di funzionamento della linea del biogas, eseguire un’accurata disaerazione con azoto. • Controllare l’ambiente prima di accedere a pozzetti o ad altri luoghi stretti, aerati in modo insufficiente, in cui si può raccogliere il biogas. • Impianti elettrici di sicurezza : adottare misure contro le scariche elettrostatiche e/o atmosferiche. • Impiegare solo attrezzi antiscintilla Utensili e attrezzature Antiscintilla Gli Utensili Antiscintilla sono specifici per operare in sicurezza in ambienti a potenziale rischio di esplosioni, con presenza di liquidi o gas infiammabili, o per applicazioni che richiedono l’utilizzo di utensili antimagnetici. Questi utensili evitano la possibilità di generare eventuali scintille create durante l’utilizzo dell’utensile: la loro speciale composizione in Rame-Berillio (Cu-Be) garantisce infatti un buon connubio tra caratteristiche antiscintilla e resistenze meccaniche. Trovano inoltre particolare utilizzo in lavori a contatto con acqua dolce o salata, con soluzioni alcaline ed alcuni acidi, grazie alla loro particolare resistenza all’ossidazione e alla corrosione. L’utilizzo di questi utensili non esime dall’adozione delle normali pratiche di messa in sicurezza delle apparecchiature su cui si va ad operare prima di procedere con l’intervento. Si riportano le principali caratteristiche tecniche: Composizione Be 1,8 ÷2,3 % • Co+Ni Min 0,2 % • Co+Ni+Fe Max 1,2 % • Cu A compensazione Durezza 310 ÷360 Brinell Resistenza alla trazione 1050 ÷1200 N/mm2 Limite di snervamento 840 ÷880 N/mm2 Marcatura CE Il materiale Ex in uso (o immesso sul mercato) deve essere marcato CE e anche accompagnato dalla dichiarazione di conformità CE. La marcatura CE (costituita dalle due lettere 'CE' conformi al simbolo grafico relativo) deve essere apposta sul prodotto o sulla sua targhetta identificativa. La marcatura CE segnala in maniera certa che l'apparecchiatura è stata costruita in conformità con i requisiti di base e delle procedure di valutazione applicabili nell'Unione Europea: in pratica si tratta di una dichiarazione del fabbricante attestante che il prodotto in questione è stato AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 51 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT manufatto conformemente a tutte le disposizioni e a tutti i requisiti applicabili della direttiva 094/9/CE e che è stato sottoposto alle procedure di valutazione di conformità. La marcatura CE è dunque obbligatoria e deve essere apposta prima dell' immissione sul mercato o della messa in servizio di qualunque apparecchio o sistema di protezione (in generale si deve apporre durante la fase del controllo di fabbricazione da parte del fabbricante o del suo mandatario stabilito). La marcatura CE deve essere apposta in modo chiaro, visibile, leggibile ed indelebile.Gli apparecchi, i sistemi di protezione e i componenti devono riportare la marcatura specifica relativa alla protezione contro l'esplosione (un simbolo "ex" all'interno di un esagono), già in uso prima delle direttive ATEX in conformità alle precedenti direttive in materia di atmosfera esplosiva.Tale segnatura deve essere seguita dal simbolo del gruppo e della categoria e, per quanto riguarda il gruppo II, dalla lettera "G" (relativa alle atmosfere esplosive dovute alla presenza di gas, vapori e nebbie) e / o dalla lettera "D" (relativa alle atmosfere esplosive dovute alla presenza di polveri). La targhetta deve contenere le indicazioni previste dalla norma armonizzata EN 50014 (CEI 31/8) per la marcatura Ex. Ricapitolando la marcatura deve contenere le seguenti indicazioni: Nome e indirizzo del costruttore Tipo numero di serie e anno di costruzione Marcatura CE Gruppo di appartenenza (superficie/sottosuolo, gas/polveri) e categoria Numero di identificazione organo di sorveglianza Grado IP, gruppo del gas, classe di temperatura Numero di certificato AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 52 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Classificazione delle Apparecchiature Zone Gli impianti di lavorazione sono divisi in zone a seconda della probabilità di presenza di un'atmosfera potenzialmente esplosiva. Pericolo costantemente presente (>1000 ore all'anno) Pericolo presente in condizioni di normale funzionamento (10-1000 ore all'anno) Pericolo presente solo raramente (<10 ore all'anno) Gas Zona 0 Zona 1 Zona 2 Polveri Zona 20 Zona 21 Zona 22 Pericolo AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 53 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Categoria di apparecchio 1 Categoria 2 Zona 3 Definizione Zona 0 (gas) 1. Alto rischio Zona 20 (polveri) Zona 1 (gas) 2. Rischio medio Zona 21 (polveri) Zona 2 (gas) 3. Basso rischio Zona 22 (polveri) Un'area in cui è costantemente presente per lunghi periodi una miscela esplosiva.Esempio – all'interno di un'autocisterna Un'area in cui sussiste la probabilità di formazione di una miscela esplosiva durante le normali condizioni operativeEsempio – la zona in cui la pistola della pompa di benzina entra nel serbatoio della propria automobile Un'area in cui non sussiste la probabilità di una miscela esplosiva in normali condizioni operative e, qualora sia presente, sussista comunque solo per un breve arco di tempo.Esempio – il piazzale antistante un distributore di carburante. Gruppi di gas Esistono due principali gruppi di gas: Il Gruppo I riguarda solo i giacimenti sotterranei in cui sono presenti metano e polvere di carbone. I gas del Gruppo II sono presenti in industrie di superficie. Tali raggruppamenti, suddivisi in sottogruppi a seconda della loro volatilità, consentono di assegnare alle attrezzature elettriche tolleranze meno onerose qualora debbano essere utilizzate con i gas meno volatili. Temperatura superficiale Per proteggere dal rischio di superfici bollenti in grado di innescare atmosfere esplosive, tutte le apparecchiature elettriche in uso in tali zone devono essere classificate in base alla temperatura massima che raggiungono durante l'utilizzo, normalmente in base a una temperatura ambiente di 40°C. Questa temperatura classificata può essere co nfrontata con la temperatura di ignizione (o punto di infiammabilità dei gas) con cui entreranno in contatto. Classificazione della temperatura AV 05/2010 Temperatura superficiale massima °C T1 T1 450 T2 T2 300 – T2A 280 – T2B 260 – T2C 230 – T2D 215 T3 T3 200 – T3A 180 – T3B 165 – T3C 160 Ingegneria di Manutenzione Pagina 54 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT T4 T4 135 – T4A 120 T5 T5 100 T6 T6 85 Metodi per la prevenzione dell'ignizione Vengono utilizzate varie tecniche per evitare che le attrezzature elettriche possano innescare atmosfere esplosive. Esistono restrizioni riguardo alle zone in cui possono essere utilizzati (vedi tabella). Area di utilizzo Denominazione Zona 1, 2 EExd Zona 0, 1, 2 EExi Sicurezza aumentata – attrezzature progettate in modo da eliminare scintille o superfici bollenti in grado di innescare un'atmosfera esplosiva Zona 1, 2 EExe Spurgo e pressurizzazione – apparecchiature elettriche alloggiate in un involucro che viene inizialmente spurgato per rimuovere eventuali miscele esplosive presenti, quindi pressurizzato per evitare l'ingresso dell'atmosfera circostante prima della messa sotto tensione. Zona 1, 2 EExp Incapsulamento – un metodo di esclusione dell'atmosfera esplosiva tramite l'incapsulamento completo dei componenti elettrici in un materiale approvato Zona 1, 2 EExm Immersione in olio – esclusione di componenti elettrici dall'atmosfera esplosiva tramite bagno in olio Zona 1, 2 EExo Riempimento con polvere – i componenti elettrici vengono circondati da una polvere fine, ad esempio quarzo, che impedisce all'atmosfera circostante di entrare in contatto con scintille o superfici bollenti Zona 1, 2 EExq Anti-scintilla – i contatti che producono scintille vengono sigillati contro l'ingresso dell'atmosfera circostante; le superfici bollenti vengono eliminate Zona 1, 2 EExN Tecnica Involucro ignifugo – un involucro utilizzato per alloggiare apparecchiature elettriche che, qualora sottoposto a un'esplosione interna, non innesca un'atmosfera esplosiva nell'area circostante Sicurezza intrinseca – una tecnica tramite la quale l'energia elettrica viene limitata in modo che le eventuali scintille o il calore generati dalle apparecchiature elettriche siano sufficientemente ridotti in modo da non innescare un'atmosfera esplosiva Si ricorda che nella zona 0 (la zona in cui sussiste un rischio continuo di esplosione) possono essere utilizzati solo prodotti intrinsecamente sicuri (ad esempio un sensore di livello all'interno di un serbatoio di carburante) Regole generali • L’accesso alla zona ATEX da parte di altro personale aziendale o d’impresa deve essere autorizzato dal Responsabile dell’impianto il quale può emettere un’autorizzazione temporanea per la durata delle attività per cui è stata fatta richiesta di accesso o autorizza l’accesso di volta in volta. • Prima di entrare nella zona ATEX per espletare le proprie attività l'addetto della Ditta alla manutenzione dovrà dotarsi di rilevatore portatile di atmosfera esplosiva, AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 55 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT con caratteristiche idonee al tipo di gas o vapore da rilevare . Il responsabile della manutenzione a l’obbligo di verificare l’integrità e la calibrazione dello strumento e provvedere alla riparazione o ricalibrazione in caso di anomalia o segnalazione di malfunzionamento dell’operatore.stabilire la soglia di allarme del suddetto rilevatore portatile di atmosfera esplosiva secondo le seguenti indicazioni: - compresa tra il 5% ed il 18% del limite inferiore di esplodibilità (LEL) per metano; - compresa tra il 10% ed il 30% del limite inferiore di esplodibilità (LEL) per il propano ed il butano. ART. T16 - CERTIFICAZIONI E DICHIARAZIONI Ogni impianto deve essere opportunamente documentato come previsto dalla Norma CEI 64-8 art. 514.5.1 "Schemi elettrici". In genere devono essere forniti schemi, diagrammi o tabelle, in accordo con la Norma CEI 3-32 "Raccomandazioni generali per la preparazione degli schemi elettrici", che indichino in particolare: il tipo e la composizione dei circuiti (punti di utilizzazione, numero e sezione dei conduttori, tipo di condutture elettriche); le caratteristiche necessarie all'identificazione dei dispositivi che svolgono la funzione di protezione, di sezionamento e di comando e la loro dislocazione. Per gli impianti non soggetti ad obblighi di progettazione le informazioni sopra citate possono essere date sotto forma di elenco dei relativi componenti elettrici. Al fine di garantire che il personale addetto alla manutenzione e alla gestione dell'impianto operi con un sufficiente grado di sicurezza deve essere messo in condizione di conoscere come è realizzato l'impianto elettrico o la macchina e pertanto deve disporre dei disegni e della documentazione tecnica necessaria ad operare in sicurezza, inoltre la documentazione può ridurre notevolmente i tempi di intervento del manutentore e di conseguenza limitare i relativi costi. La documentazione minima indispensabile è correlata al tipo di impianto ed alla sua complessità, in generale risulta sufficiente possedere: schemi elettrici di tutti quadri sia di bassa tensione sia di media tensione;- planimetrie con indicata l'ubicazione dei quadri elettrici di comando e protezione con il percorso delle linee principali e secondarie; planimetrie con riportate le varie utilizzazioni elettriche e relative potenze, sono molto utile le indicazioni dei percorsi e le sezioni delle condutture che alimentano le singole utilizzazioni; registro dei principali guasti rilevati durante l'esercizio dell'impianto; registro delle operazioni di manutenzione eseguite sull'impianto; - registro delle verifiche eseguite e previste dalle leggi o Norme vigenti; registro dei dati delle fatture dell'ente distributore riguardanti: energia attiva consumata, energia reattiva consumata, fattore di potenza indicato, potenza massima prelevata. Per quanto riguarda i nuovi impianti si farà riferimento anche alla documentazione prevista dalla Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici". L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai disegni "AS BUILT" (che riportano l'impianto come è realizzato) AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 56 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT PARTE SECONZA- SICUREZZA Il presente documento contiene le prescrizioni generali per ottemperare alle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e igiene del lavoro all’interno dei cantieri in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile, ed è da considerarsi parte integrante del Capitolato Speciale d'Appalto per il contratto aperto relativo a: lavori di manutenzione ordinaria in gestione ad Acque Veronesi. ART. T17 - DEFINIZIONI Si riportano per informazione le seguenti definizioni: Cantiere Qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile Responsabile Lavori (RL) Soggetto incaricato dal committente ai fini della progettazione o della esecuzione o del controllo dell’esecuzione dell’opera Coordinatore per la Soggetto incaricato dal committente o dal responsabile lavori dell’esecuzione dei compiti di cui all’Art. 91 D.Lgs. 81/2008 Progettazione (CP) (redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento e del Fascicolo Informativo) Coordinatore per l’Esecuzione dei Lavori (CE) Soggetto incaricato dal Committente o dal Responsabile Lavori dell’esecuzione dei compiti di cui all’Art. 92 D.Lgs. 81/2008 tra i quali: verifica dell’applicazione del PSC, verifica dell’idoneità del POS, organizzazione della cooperazione e coordinamento tra imprese e lavoratori, segnalazione al RL delle inosservanze e proposta di sospensione dei lavori e allontanamento delle imprese, sospensione delle lavorazioni in caso di pericolo grave e imminente Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) Piano Operativo di Sicurezza (POS) Documento unico per la valutazione dei rischi (Duvri) AV 05/2010 Il documento redatto dal Coordinatore della Sicurezza in fase di Progetto ai sensi dell’ art. 100 del D.Lgs. 81/2008 Il documento che il datore di lavoro dell’impresa esecutrice redige in riferimento al singolo cantiere interessato, ai sensi dell’Art. 17 comma 1, lettera a) del D.Lgs. 81/2008 Nell’ambito dell’esecuzione degli appalti relativi a servizi e forniture si prevede l’obbligo per il datore di lavoro committente di promuovere la cooperazione ed il coordinamento con l’appaltatore attraverso la redazione del detto documento, che indichi le misure atte ad eliminare le “interferenze Ingegneria di Manutenzione Pagina 57 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T18 - VERIFICA DELL’IDONEITA’ TECNICO-PROFESSIONALE, QUALIFICAZIONE L’Appaltatore è tenuto a qualificare la propria idoneità tecnico- professionale e quella dei subappaltatori secondo quanto prescritto da: D.Lgs. 81/2008 - Art. 90, comma 9. L’Appaltatore è inoltre tenuto a fornire successivamente alla aggiudicazione provvisoria dell'appalto, tutte le informazioni di dettaglio richieste dal Direttore dei Lavori al fine di accertare la specifica competenza delle imprese esecutrici e dei singoli lavoratori a svolgere i lavori affidati. ART. T19 - OBBLIGHI DELL’APPALTATORE Prima dell'inizio dei lavori, l'Appaltatore è tenuto a fornire tutte le informazioni sui criteri adottati dalle imprese esecutrici per lo svolgimento in sicurezza, sotto la sua diretta responsabilità, delle specifiche attività oggetto dell'appalto, elaborando idonea documentazione i cui contenuti assolvano agli obblighi di cui agli: 1) Art. 96 del D.Lgs. 81/2008 2) Art. 131 del D.Lgs. 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni ART. T20 - CRITERI DI APPLICAZIONE DEL D.LGS. 81/2008 L’Appaltatore ha l’obbligo di concordare con il Direttore dei Lavori o suoi incaricati, tutti gli interventi su strutture e impianti, eventualmente necessari, per mettere in sicurezza le aree nelle quali deve svolgere le attività oggetto dell’appalto. L’Appaltatore, prima di iniziare o far iniziare i lavori, è tenuto a informare il Direttore dei Lavori sugli eventuali rischi per persone e cose dell'Amministrazione e/o di terzi, dipendenti dallo svolgimento delle attività e a segnalare tempestivamente ulteriori rischi, anche dovuti ad interferenze con imprese terze, che insorgessero in corso di esecuzione del lavoro. ART. T21 - APPARECCHIATURE ED ATTREZZATURE L’Appaltatore è tenuto ad utilizzare esclusivamente le proprie apparecchiature ed attrezzature di lavoro, nel rispetto delle vigenti norme, ed in particolare del D.Lgs. 81/2008, articoli da 69 a 73. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente titolo si intende per: 1. attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro; 2. uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa onnessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; 3. zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale a presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso; 4. lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa; 5. operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 58 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ART. T22 - EMERGENZA L’Appaltatore provvederà a elaborare, se necessario, specifici piani di gestione dell’emergenza e di evacuazione delle aree di lavoro, tenendo conto delle indicazioni date dagli eventuali piani di emergenza dell'Amministrazione. ART. T23 - INFORTUNI L’Appaltatore è tenuto a comunicare tempestivamente al Direttore dei lavori ogni infortunio subito dal proprio personale o da personale di eventuali imprese e/o da lavoratori autonomi in subappalto, fornendo una adeguata descrizione scritta del fatto. Se richiesto dal Direttore dei Lavori, per attività di dimensione e durata significativa, l’Appaltatore fornirà una relazione annuale sul fenomeno infortunistico, corredata degli indici di frequenza e gravità. ART. T24 - NORME GENERALI DI RIFERIMENTO Le Norme Tecniche riportate nel seguente Capitolato dovranno essere puntualmente rispettate dall’Appaltatore salvo ordini trasmessi per iscritto dal Responsabile Lavori (RL) Altrettanto valore avranno le disposizioni specifiche di volta in volta impartite dal RL all’Appaltatore. Per tutto quanto non previsto nelle presenti Norme Tecniche si devono prendere come riferimento le Norme UNI, CEI, IIP e le altre norme o leggi vigenti ed applicabili per ogni categoria di lavoro ed in particolare quelle citate nel seguente capitolo ed eventuali loro modifiche ed integrazioni. In presenza di normative o articoli tecnici riguardanti lo stesso oggetto, citati nel presente Capitolato, che diano adito ad interpretazioni diverse, dovrà essere adottata la normativa o specifica tecnica più restrittiva, concordando con la Direzione Lavori le modalità operative. I materiali da impiegare per i lavori di cui all'appalto dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia. In mancanza di particolari prescrizioni dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio. In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione Lavori. I materiali proverranno da località e fabbriche che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché corrispondono ai requisiti di cui sopra. Quando la Direzione Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista perché ritenuta a suo insindacabile giudizio non idonea ai lavori, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che risponde ai requisiti indicati, ed i materiali rifiutati dovranno essere immediatamente allontanati dalla sede del lavoro e dai cantieri a cura e spese dell'Appaltatore. Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione Lavori, l'Appaltatore resta totalmente responsabile della riuscita delle opere anche per quanto può dipendere dai materiali stessi. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 59 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT PARTE TERZA – NORMATIVA DI RIFERIMENTO ART. T25 - INQUADRAMENTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO IMPIANTI ELETTRICI Norma /Guida/Direttiva Descrizione Note CEI 0-10 2002-02 CEI 0-11 2002-09 CEI 0-12 Guida alla manutenzione degli impianti elettrici fascicolo 6366 Guida alla gestione in qualità delle misure per la verifica degli impianti elettrici ai fini della sicurezza fascicolo 6613 Approccio per processi e indicatori della qualità per le aziende del settore elettrotecnico ed elettronico Linee guida generali all’applicazione delle Norme ISO 9000:2000 fascicolo 6683 2009-01: fascicolo 9637 CEI 0-16 2009-01 Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica 2009-04 variante 1 (V1) - foglio di interpretazione F1 2009-04: variante 2 (V2) Non applicabile alle attività di questo appalto fascicolo 7331 CEI 11-35 2004-12 Guida per l'esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente finale seconda edizione Non applicabile alle attività di questo appalto CEI 3-19 2005 CEI 11-8 CEI 11- 17 2006 CEI 11-25 Cei 3-19 7 Segni Grafici Per Schemi - Apparecchiature E Dispositivi Di Comando E Protezione – 2° Impianti di terra (esclusi gli impianti utilizzare) Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo Vedi modalità posa cavi elettrici Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente alternata. Lavori su impianti elettrici fasc. 7522. CEI 11 - 27 2005 Commento 1 A sette anni dall’emanazione della prima edizione della Norma europea CEI EN 50110-1, ne è stata pubblicata la seconda edizione. Il titolo di questa norma è rimasto invariato "Esercizio AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Vedi anche ART. T8 Premessa Terminologica Pagina 60 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT degli impianti elettrici". Come è noto, essa è il documento quadro in base al quale devono essere preparate le eventuali norme nazionali ad essa collegate: queste ultime non devono essere in contrasto con la stessa. Contemporaneamente a tale Norma europea è stata pubblicata la Norma CEI 11-27, edizione terza, dal titolo "Lavori sugli impianti elettrici" che ne ha abrogato tutte le precedenti edizioni: essa è allineata alle prescrizioni della norma europea di riferimento, al contrario della precedente edizione che era stata preparata molti anni prima della pubblicazione di quella europea. La Norma CEI EN 50110-1 ha subito alcune modifiche, rispetto alla prima edizione; queste hanno determinato importanti sforzi interpretativi ai fini della preparazione della Norma CEI 11-27. In questa attività, ad evitare qualsiasi fraintendimento, il CT 78 del CEI ha coinvolto i membri della Task-Force del CENELEC, che ha prodotto la EN, per discutere di alcuni aspetti normativi non marginali del testo inglese affinché quest'ultimo potesse essere tradotto, nelle diverse lingue nazionali, mantenendone rigorosamente il concetto originale. Alcune delle più significative novità che presenta quest’ultima Norma, rispetto alle edizioni precedenti, si riferiscono a nuove o modifiche di definizioni: esse riguardano, ad esempio: la parte attiva, il lavoro elettrico, le distanze regolamentate, la distanza limite, l'impianto e il lavoro complesso, ecc. La conseguenza dell'introduzione e/o della modifica di alcune importanti definizioni ha portato a dover riscrivere quasi per intero la nuova edizione di questa norma italiana. In particolare si è dovuto modificare in modo sostanziale il concetto di lavoro in prossimità di parti attive e, per quanto possibile, si è ridotta la parte documentale richiesta per i lavori elettrici eseguiti su impianti di bassa tensione. Quest'ultimo intervento si è reso praticabile soltanto dopo aver sentito il parere dei Paesi membri del CENELEC, tutti concordi nel voler garantire la sicurezza delle piccole imprese del settore senza gravarle di documentazioni scritte, in alcuni casi non direttamente correlate alla sicurezza delle persone coinvolte in quei lavori. Commento 2 Il capitolo delle definizioni è piuttosto articolato. Le 36 definizioni utilizzate sono funzionali alla descrizione delle procedure operative e delle misure di sicurezza previste per i tre metodi di lavoro fondamentali, di cui ai capitoli 11, 12 e 13. Altresì essenziali, ai fini della comprensione dello spirito della Norma, sono le parti dedicate alla pianificazione/organizzazione del lavoro e all’individuazione delle competenze attribuite alle varie figure organizzative. Praticamente invariata è rimasta la parte riguardante la formazione, trattata sia nel capitolo 5, sia nel capitolo 12, per gli aspetti attinenti il conferimento della idoneità ad operare sotto tensione. E’ ribadita l’applicabilità anche ai lavori non elettrici, definiti come quelli che non coinvolgono impianti elettrici oppure che li coinvolgono esclusivamente quando sono in sicurezza, ma sempre per l’esecuzione di attività di natura non elettrica. Un esempio classico sono i lavori edili in prossimità di linee elettriche aeree in conduttori nudi, come noto a tutt’oggi regolati dagli articoli 1 e 11 del DPR n. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 61 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 164/56. A tale proposito, la Norma non esprime in ordine la possibilità, per le aziende che operano con persone esperte nel settore della costruzione e dell’esercizio delle linee elettriche, di essere escluse dall’obbligo di estendere comunque la distanza di prossimità al valore di cinque metri, purché si siano dotate al riguardo di procedure/metodi di lavoro nell’ambito della valutazione dei rischi aziendali [1]. Non sono trattati, inoltre, i lavori sotto tensione su impianti con tensione nominale superiore a 1.000 V (impianti di II e III categoria), che continuano ad essere disciplinati dalla Norma CEI 11-15, parte integrante dei Decreti Ministeriali 9 giugno 1980 e 13 luglio 1990 In tabella 2 è riportata la sintesi delle normative in vigore e il relativo campo d’ applicazione, riferite ai valori delle tensioni nominali previste dalla Norma impianti [4]. CEI 11 28 1998 "Guida d'applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito elle reti radiali e bassa tensione." CEI 11-35 "Guida all'esecuzione delle cabine elettriche d'utente." CEI 16 -4 Individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite colori Non applicabile alle attività di questo appalto CEI 17-5 2007 Apparecchi a bassa tensione, Parte 2: Interruttori automatici. Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori - sezionatori in aria e unità combinate con fusibili per corrente alternata e tensione nominale non superiore a 1.000 V e per corrente continua e tensione nominale non superiore a 1.200 V CEI 17-11 1998 1987-01 fascicolo 1039 seconda edizione 1993-07 fascicolo 2097 terza edizione EN 60947-2 1998-03 fascicolo 4422 variante 1 (V1) 1998-04 fascicolo 4151 C terza edizione (reing.) 1998-09 fascicolo 4729 variante 1 (V1) [La Norma è conforme al Documento d'Armonizzazione CENELEC HD 422, contestuale alla Pubblicazione IEC 408 (1972) e Modifica AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 62 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 1 (1979). Essa si applica agli interruttori di manovra con interruzione in aria, ai sezionatori in aria, agli interruttori-sezionatori in aria, alle unità combinate con fusibili, destinati ad essere inseriti in circuiti, di distribuzione e per motori, la cui tensione nominale non supera 1.000 V in corrente alternata o 1.200 V in corrente continua. Essa ha lo scopo di fissare: 1. le caratteristiche dell'apparecchiatura; 2. le condizioni che l'apparecchiatura deve soddisfare relativamente a funzionamento e comportamento in servizio ordinario e in condizioni anormali, e a proprietà dielettriche; 3. le prove per verificare se queste condizioni sono soddisfatte e i metodi da utilizzare per queste prove; 4. i dati da riportare sull'apparecchiatura o forniti dal costruttore La Norma non contiene le prescrizioni addizionali necessarie per apparecchiature elettriche in atmosfere di gas esplosive] Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo ANNO CEI 17-13/1 FASCICOLO EDIZIONE EN60439-1 Norma costruttiva per quadri elettrici 1990-01 fascicolo 1433 seconda edizione 1995-02 fascicolo 2463 E terza edizione CEI 17-13/1 art 2.1.1.2 1997-09 fascicolo 3891 variante 1 (V1) 1998-04 fascicolo 4152 C terza edizione (ristampa con V1) 1998-05 fascicolo 4565 variante 2 (V2) Quadri tipo AS: sono quadri totalmente provati al tipo, sono stati sottoposti a tutte le prove di tipo previste dalle norme CEI 17-13/1 art 2.1.1.1 (ANS) La Norma si applica alle apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione costruite in serie (AS) e non in serie (ANS), la cui tensione nominale non sia superiore a 1000 V in corrente alternata con frequenza non superiore a 1000 Hz, oppure a 1500 V in corrente continua. Quadri tipo ANS: sono quadri parzialmente provati al tipo, sono stati sottoposti solo ad alcune prove di tipo previste dalle norme Si applica anche alle apparecchiature contenenti equipaggiamenti di comando e/o di potenza le cui frequenze di funzionamento siano più elevate. In questo caso devono essere applicate delle prescrizioni supplementari appropriate. Le prove di tipo hanno lo scopo di verificare la corretta progettazione del quadro Si applica alle apparecchiature assiemate destinate ad essere utilizzate in unione con equipaggiamenti concepiti per la produzione, la trasmissione, la distribuzione e la conversione dell'energia elettrica e per la protezione e la manovra di dispositivi che utilizzano l'energia elettrica. Si applica anche per apparecchiature assiemate destinate ad essere utilizzate in condizioni speciali di servizio, per esempio su AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Prove di tipo: • Limiti di Sovratemperatura • Tenuta alla Tensione Pagina 63 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT navi, su veicoli su rotaia, su macchine utensili, in apparecchi di sollevamento, oppure in atmosfere esplosive e in applicazioni domestiche (manovrate da persone non esperte) a condizione che le specifiche prescrizioni corrispondenti siano rispettate. I dispositivi singoli e le unità funzionali autonome quali avviatori dei motori, sezionatori con fusibili, apparecchi elettronici, ecc., che sono conformi alle relative norme di prodotto, non sono coperti dalla presente Norma. Il suo oggetto è la formulazione delle definizioni e delle condizioni di servizio, delle prescrizioni costruttive, delle caratteristiche tecniche e delle prove per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra a bassa tensione CEI 17-13/2 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti e sbarre Applicata • Tenuta al cortocircuito • Efficienza de circuito di protezione • Distanze d’isolamento • Grado di protezione IP • Funzionamento Meccanico EN60439-2 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso Quadri di distribuzione (ASD) CEI 17-13/3 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1992-10 fascicolo 1926 prima edizione 1995-03 fascicolo 2504 variante 1 (V1) 1997-09 fascicolo 3445 C prima edizione (con V1) EN60439-3 La Norma fornisce prescrizioni supplementari per i quadri di distribuzione con involucro (ASD) fissi, costruiti in serie (AS) per uso all'interno, contenenti dispositivi di protezione e destinati sia alle applicazioni domestiche sia all'applicazione in altri luoghi cui hanno accesso per il loro uso persone non qualificate. Possono essere inclusi anche dispositivi di controllo e/o segnalazione. Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 4: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC) CEI 17-13/4 ANNO AV 05/2010 FASCICOLO EDIZIONE 1992-09 fascicolo 1892 prima edizione 1994-09 fascicolo 2370 V errata corrige (EC) Ingegneria di Manutenzione Pagina 64 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 1998-04 fascicolo 4153 C prima edizione (con EC e V1) 1998-04 fascicolo 4467 variante 1 (V1) La Norma si applica alle apparecchiature assiemate costruite in serie (ASC) progettate per uso nei cantieri, cioè luoghi di lavoro temporanei ai quali il pubblico generalmente non ha accesso e dove si effettuano costruzioni di edifici, installazioni, riparazioni, modifiche o demolizioni di proprietà (edifici) o lavori di ingegneria civile (lavori pubblici) o lavori di scavo o altre operazioni simili. Queste apparecchiature assiemate possono essere trasportabili (semi-fisse) o mobili. CEI 17-17/1 1998 Apparecchiatura industriale a tensione non superiore a 1000 V in corrente alternata e 1200 V in corrente continua. Individuazione dei morsetti e numero caratteristico. Regole generali Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS) CEI 17-43 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1992-07 fascicolo 1873 prima edizione 1995-02 fascicolo 2469 V errata corrige 2000 La Norma propone un metodo di calcolo, sostitutivo della prova di riscaldamento, applicabile ad apparecchiature assiemate non di serie (ANS) chiuse in involucri o a scomparti separati di ANS senza ventilazione forzata. Il metodo proposto permette di determinare la sovratemperatura dell'aria all'interno dell'involucro purché siano note alcune condizioni di applicazione e i dati di progetto attinenti il calcolo. L'Allegato B permette inoltre di determinare le potenze dissipate nei conduttori utilizzati nei quadri per un certo numero di casi particolari Apparecchiature a bassa tensione. Parte 1: Regole Generali La norma si applica alle apparecchiature di manovra e di comando destinate a essere inserite in circuiti la cui tensione nominale non superi 1000 V in c.a. o 1500 V in c.c. Per ciascun tipo di apparecchiatura sono necessari solo due documenti principali per determinare tutte le prescrizioni e le prove: CEI 17-44 2000 1) la presente Norma fondamentale, menzionata come “Parte 1” nelle norme specifiche dei differenti tipi di apparecchiature a bassa tensione; CEI EN 60947-1 2) la norma particolare dell’apparecchio considerato, menzionata di seguito come “relativa norma di prodotto” o come “norma di prodotto”. Perché una regola generale si applichi a una specifica norma di prodotto, quest’ultima deve esplicitamente farne riferimento, AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 65 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT menzionando il numero dell’articolo o del paragrafo corrispondente della Norma generale seguito dall’espressione “IEC 60947-1” ad esempio “7.2.3 della IEC 60947-1”. Una specifica norma di prodotto può non prescrivere, e di conseguenza può omettere, una regola generale (in quanto non applicabile), oppure può fare delle aggiunte ad essa (se si ritiene inadeguata per il caso particolare), ma non se ne può discostare, a meno che non ci sia una giustificazione tecnica precisa. Scopo della Norma è quello di stabilire le regole generali e le prescrizioni comuni agli apparecchi di bassa tensione, comprendenti ad esempio definizioni, caratteristiche, informazioni, condizioni del servizio normale, di montaggio e di trasporto, prescrizioni di costruzione e funzionamento, verifica delle caratteristiche e delle prestazioni. Le principali novità introdotte rispetto all’edizione precedente sono: la ristrutturazione delle prescrizioni di costruzione; le prescrizioni e le figure con le disposizioni di prova per le verifiche di compatibilità elettromagnetica; gli allegati normativi per le prove speciali; gli ingressi e le uscite con le relative marcature; le informazioni aggiuntive per le prove di infiammabilità, gli apparecchi con separazione elettrica e gli aspetti ambientali; l’allegato informativo sull’esecuzione di alcune prove dielettriche. CEI 17-50 (EN60947-4-1) Apparecchiature a bassa tensione. Parte 4-1: Contattori e avviatori elettromeccanici 2002 CEI 17-51 (EN60947-6-2) 2005 CEI 17-52 1997 Apparecchiature a bassa tensione. Parte 6-2: Apparecchiature a funzioni multiple. Apparecchi integrati di manovra e protezione (ACP) Metodo per la determinazione della tenuta al corto circuito delle apparecchiature assiemate non di serie (ANS); fasc. 2252 Guida all'applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1999-04 CEI 17-70 La presente Guida fornisce i criteri per facilitare la corretta applicazione della normativa dei quadri di bassa tensione per uso generale e per applicazioni domestiche o similari. Essa contiene interpretazioni e commenti correlati alle Norme della serie CEI EN 60439 e alla Norma sperimentale CEI 23-51. Gli Allegati alla presente Guida riportano raccomandazioni per l'installazione e l'esercizio, informazioni per le prove individuali e la marcatura CE ed inoltre alcuni dei quesiti posti al CEI con le relative risposte. CEI 17-86 AV 05/2010 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Guida per la prova in condizioni d’arco dovuto a un guasto interno ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2008-11 fascicolo 9569 seconda edizione Ingegneria di Manutenzione Pagina 66 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT La presente Guida, traduzione del rapporto tecnico IEC/TR 61641 Ed. 2.0, fornisce indicazioni sul metodo di prova dei quadri elettrici per bassa tensione in condizioni d’arco in aria dovuto a un guasto interno. La prova, fatta a discrezione del costruttore o soggetta ad accordo tra costruttore e utilizzatore, ha il solo scopo di determinare l’attitudine dell’apparecchiatura assiemata a limitare il rischio di lesioni alle persone (criterio 6) e, in aggiunta, di danni ai quadri (criterio 7), entrambi risultanti da un arco dovuto a guasto interno. Materiali isolanti, di guaina e di rivestimento per cavi di energia di bassa tensione. Parte 0: Generalità ANNO FASCICOLO 2009 EDIZIONE SCAME variante 2 (V2) CEI 20-11/0 La presente Guida, traduzione del rapporto tecnico IEC/TR 61641 Ed. 2.0, fornisce indicazioni sul metodo di prova dei quadri elettrici per bassa tensione in condizioni d’arco in aria dovuto a un guasto interno. La prova, fatta a discrezione del costruttore o soggetta ad accordo tra costruttore e utilizzatore, ha il solo scopo di determinare l’attitudine dell’apparecchiatura assiemata a limitare il rischio di lesioni alle persone (criterio 6) e, in aggiunta, di danni ai quadri (criterio 7), entrambi risultanti da un arco dovuto a guasto interno Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 kV a 30 kV ANNO CEI 20-13 FASCICOLO 2009-04 EDIZIONE variante 4 (V4) La Norma riguarda i cavi isolati in gomma, avente isolamento estruso, adatti, per tensioni da 1 a 30 kV a posa fissa, e adatti, per tensioni da 1 a 6 kV, per posa mobile. Cavi isolati con polivinilcloruro per tensioni nominali da 1 kV a 3 kV ANNO CEI 20-14 2009-04 FASCICOLO EDIZIONE variante 3 (V3) La Norma riguarda cavi isolati con materiale termoplastico a base di polivinilcloruro (PVC) della qualità specificata in 2.2.01 e rivestiti da una guaina di analogo materiale, specificata in 2.7.01, adatti per posa fissa in sistemi elettrici con tensione nominale U di 1 e 3 kV, a frequenza industriale. Questi cavi possono essere impiegati anche in sistemi elettrici in c.c. con tensione verso terra non superiore alla tensione nominale U del cavo CEI 20-17/1 AV 05/2010 Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filotranviarie, metropolitane. Cavi per rotabili ferroviari con speciali caratteristiche di comportamento al fuoco. Ingegneria di Manutenzione Non applicabile alle attività di questo appalto Pagina 67 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Spessore isolante normale Parte 1: Prescrizioni generali ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9621 Ab. SCAME Il presente fascicolo informa che a partire dal 1 aprile 2009 è abrogata la Norma CEI 20-17/1 (EN 50264-1):2003 . Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filotranviarie, metropolitane Cavi per rotabili ferroviari con speciali caratteristiche di comportamento al fuoco Spessore isolante normale Parte 2: Cavi unipolari CEI 20-17/1-2 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9622 Ab. 2009 Non applicabile alle attività di questo appalto Il presente fascicolo informa che a partire dal 1 aprile 2009 è abrogata la Norma CEI 20-17/1-2 (EN 50264-2):2003. CEI 20-19/1 2003 Cavi con isolamento reticolato con tensione nominale Uo/U non superiore a 450/750V Parte 1: Prescrizioni generali Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 1: Prescrizioni generali CEI 20-20/1 ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2000-07 fascicolo 5699 quinta edizione N057 2003-12 fascicolo 7162 sesta edizione Classificazione, temperature caratteristiche e temperature massime di cortocircuito delle mescole elastomeriche per isolanti di qualità AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 68 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 10: Cordoni estensibili ANNO FASCICOLO 1996-07 fascicolo 2838 EDIZIONE SCAME CEI 20-20/10 2000-04 2002-11 fascicolo 6714 Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 11: Cavi per apparecchi di illuminazione CEI 20-20/11 CEI 20-20/12 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-11 fascicolo 6715 variante 1 (V1) SCAME Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 12: Cavi flessibili resistenti al calore ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-11 fascicolo 6716 variante 1 (V1) SCAME Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 13: Cavi Flessibili con guaina di PVC resistenti all'olio con due o più conduttori ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-11 fascicolo 6717 variante 1 (V1) SCAME CEI 20-20/13 La presente Norma rappresenta la Parte 13 di un insieme di Norme riguardanti i Cavi isolati con polivinilcloruro aventi tensione nominale non superiore a 450/750 V. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 69 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 3: Cavi senza guaina per posa fissa ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-06 fascicolo 6517 variante 1 (V1) 2009-10 fascicolo 10022 variante 2 (V2) SCAME 2000-04 CEI 20-20/3 La presente Norma rappresenta la terza parte della serie di norme sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 5: Cavi flessibili ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1996 CEI 20-20/5 SCAME N059 2002-04 fascicolo 6450 variante 2 (V2) 2002-04 fascicolo 6449 variante 1 (V1) La presente Norma rappresenta la quinta parte della serie di norme sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V. La Norma tratta i cavi flessibili aventi le seguenti configurazioni: - piatti con conduttori di similrame - piatti senza guaina - sotto guaina (leggera e media) di polivinilcloruro Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 7: Cavi unipolari senza guaina per cavetteria interna, con mas. ... di 90° CEI 20-20/7 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-04 fascicolo 6451 variante 1 (V1) SCAME La presente Norma rappresenta la settima parte della serie di norme sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 70 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 8: Cavi unipolari senza guaina per catene decorative CEI 20-20/8 ANNO FASCICOLO 1996-07 fascicolo 2836 EDIZIONE SCAME 2002-06 La presente norma riguarda cavi unipolari isolati in polivinilcloruro destinati per catene decorative. Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V Parte 9: Cavi senza guaina per installazione a bassa temperatura CEI 20-20/9 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-04 fascicolo 6452 variante 1 (V1) SCAME La presente Norma rappresenta la nona parte della serie di norme sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V. CEI 20-22 2006 CEI 20-22/0 2006 CEI 20-22/2 2006 CEI 20- 24 Cavi non propaganti l'incendio. -Prove Prove d’incendio su cavi elettrici – Parte 0: Prova di non propagazione dell’incendio - Generalità Prove d’incendio su cavi elettrici – Parte 2: Prova di non propagazione dell’incendio Giunzioni e terminazioni per cavi di energia Cavi per energia e per segnalamento Sistema di designazione ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2000-05 fascicolo 5640 seconda edizione CEI 20-27 AV 05/2010 2001-12 fascicolo 6337 seconda edizione - variante 1 (V1) 2007-02 fascicolo 8693 seconda edizione - variante 2 (V2) Ingegneria di Manutenzione Pagina 71 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT La presente Norma stabilisce le regole per identificare un cavo mediante una descrizione abbreviata della configurazione del cavo. Cavi per energia e per segnalamento - Sistema di designazione ANNO CEI 20- 27 FASCICOLO EDIZIONE 2000-05 fascicolo 5640 seconda edizione 2001-12 fascicolo 6337 seconda edizione - variante 1 (V1) 2007-02 fascicolo 8693 seconda edizione - variante 2 (V2) La Norma stabilisce le regole per identificare un cavo mediante una descrizione abbreviata della configurazione del cavo. CEI 20-33 Giunzioni e terminazioni per cavi di energia a tensione Uo/U non superiore a 600/1000 V in corrente alternata e 750 V in corrente continua Metodi di prova per materiali isolanti e di guaina dei cavi elettrici Parte 0: Metodi di prova per applicazioni generali Sezione 1: Prove CEI 20-34/0-1 ANNO FASCICOLO 2001-04 fascicolo 5976 EDIZIONE La presente norma descrive i metodi di prova da utilizzare per i materiali metallici, isolanti e le guaine dei cavi per energia e telecomunicazione. Metodi di prova per materiali isolanti e di guaina dei cavi elettrici ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 1991-02 1992 variante 1 (V1) CEI 20-34/1-3 Conforme al Documento di Armonizzazione CENELEC HD 505.1.3 S2, contestuale alla Pubblicazione IEC 811-1-3 (1985), la Norma prescrive i metodi di prova da usare per gli isolanti e le guaine a base di polimeri dei cavi elettrici per distribuzione di energia e telecomunicazioni, inclusi i cavi utilizzati a bordo di navi. Essa fornisce i metodi per la determinazione della massa volumica, per le prove di assorbimento d'acqua e di ritiro a caldo applicabili alle più comuni mescole per isolanti e guaine (elastomeriche, PVC, PE, PP, ecc.). AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 72 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT CEI 20 -35 (EN 60332-1-1/2) Prove sui cavi elettrici sottoposti al fuoco. Parte 1 e 2: Prove di non propagazione della fiamma 2006 Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici CEI 20-36 ANNO FASCICOLO 1994-11 fascicolo 689 1998-04 fascicolo 3806 R EDIZIONE La Norma fornisce le prescrizioni per le caratteristiche dei cavi elettrici resistenti al fuoco, descrivendo il metodo per la loro prova. Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio Integrità del circuito Parte 11: Apparecchiatura di prova con solo fuoco a una temperatura della fiamma di almeno 750 °C ANNO FASCICOLO 2002-03 fascicolo 6405 EDIZIONE CEI 20-36/1-1 La presente Norma riguarda l'apparecchio di prova da utilizzare per la prova dei cavi che devono mantenersi integri quando sottoposti ad incendio. Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio Integrità del circuito Parte 21: Procedure e prescrizioni CEI 20-36/2-1 ANNO FASCICOLO 2002-03 fascicolo 6406 EDIZIONE SCAME Cavi con tensione nominale fino a 0,6/1 Kv Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi Parte 0: Generalità e scopo CEI 20 -37/0 ANNO FASCICOLO 2002-11 fascicolo 6728 EDIZIONE Alla presente norma si correlano: La norma CEI descrive le modalità di prova destinate a verificare le caratteristiche dei gas emessi durante la combustione di cavi in caso di incendio. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 73 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi Parte 1: Generalità e scopo ANNO FASCICOLO 1997-09 fascicolo 3876 EDIZIONE CEI 20 -37/1 La Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi. Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi Parte 4 - Determinazione dell'indice di tossicità dei gas emessi CEI 20 -37/4 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2006-11 fascicolo 8554 prima edizione La Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi. Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi ANNO FASCICOLO EDIZIONE CEI 20 -37/5 La presente Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi. Cavi senza alogeni isolati in gomma, non propaganti l’incendio, per tensioni nominali U0/U non superiori a 0,6/1 kV CEI 20-38 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2009-06 fascicolo 9876 terza edizione La presente Norma specifica i requisiti costruttivi e di prova dei cavi isolati con materiale elastomerico e rivestiti da una guaina di materiale termoplastico oppure di elastomero sintetico CEI 20-40 Guida per l'uso di cavi armonizzati a bassa tensione "Raccomandazioni per la ANNO posa dei cavi per energia con tensione nominale fino a 1kV". FASCICOLO 2004-09 fascicolo 7402 AV 05/2010 EDIZIONE seconda edizione - variante 1 (V1) Ingegneria di Manutenzione Correlazioni: Pagina 74 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 2009-01 fascicolo 9629 variante 3 (V3) Questa guida fornisce indicazioni riguardo l'utilizzo dei cavi di bassa tensione sulla base delle condizioni di installazione (sollecitazioni meccaniche, ambientali e di posa) di questi cavi. Tabelle CEI UNEL riportanti le portate e le cadute di tensione per le diverse tipologie di cavo impiegate. Norme del CT20 dell’ente normatore CEI “cavi elettrici”. CEI 20-45 Cavi resistenti al fuoco Guida per l’uso dei cavi 0,6/1 kV ANNO FASCICOLO EDIZIONE CEI 20-67 2009-03 fascicolo 9741 prima edizione - variante 1 (V1) La presente Guida tratta le condizioni per la scelta dei cavi elettrici con tensioni U0/U 0,6/ 1 kV in relazione alle caratteristiche di questi cavi, in funzione delle condizioni di installazione. CEI 23-3 (EN 608998-1) Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e similari per tensione nominale non superiore a 415 V in corrente alternata fasc. 452 2004 CEI 23-8 Tubi protettivi rigidi in pvc e loro accessori. CEI 23-14 Tubi protettivi flessibili in pvc e loro accessori. CEI 23-18 Interruttori differenziali per usi domestici e similari e interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari CEI 23-19 Canali portacavi in materiale plastico e loro accessori uso battiscopa fasc. 297 Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per usi domestici e similari.Parte 1: Prescrizioni generali CEI 23-20 1984-01 - fascicolo 664 - prima edizione 1986-01 - fascicolo 727 S - variante 1 (V1) 1990-01 - fascicolo 1325 V - variante 2 (V2) 1992-06 - fascicolo 1844 - seconda edizione 1995-05 - fascicolo 2570 V - variante 1 (V1) 1997-09 - fascicolo 3474 C - seconda edizione (con V1) La Norma si applica ai dispositivi di connessione, come entità separate, per la connessione di due o più conduttori elettrici in rame, rigidi oppure flessibili. I dispositivi di connessione conformi alla norma non richiedono l'uso di attrezzi speciali, ad eccezione dei dispositivi per le connessioni a cappuccio. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 75 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT La presente Norma costituisce la ristampa consolidata, secondo il nuovo progetto di veste editoriale, della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1844); essa incorpora la Variante V1 pubblicata precedentemente in Fascicolo separato (Fascicolo 2570 V). GENERALITA' I morsetti per la connessione di cavi in rame devono essere adatti a realizzare un serraggio affidabile di conduttori sia rigidi che flessibili. Occorre realizzare sistemi di serraggio che siano idonei ad evitare l’allentamento accidentale. Per i morsetti del tipo a bullone si può contare unicamente sulla grande coppia di serraggio per i morsetti a vite fino a 35 mm² si distinguono i tipi ordinari dai tipi antiallentamento ottenuti con particolari accorgimenti costruttivi. Il conduttore e il corpo di serraggio devono essere costruiti con materiali metallici simili per affinità elettrochimica per coefficiente di dilatazione termica. Molto importanti le caratteristiche di attitudine ad evitare correnti di dispersione e soprattutto scariche superficiali dovute al deposito di polvere umida. Determinanti sono le nervature e le dimensioni che migliorano le caratteristiche dielettriche. COMMENTO IMPIEGO Sono normalmente utilizzati per applicazioni domestiche o artigianali, per impianti di illuminazione o impianti di riscaldamento o per uso generali similari. Sono inoltre adatti per gli impianti interni di apparecchi ad installazione fissa. CARATTERISTICHE ELETTRICHE Dati di targa I morsetti sono definiti dai seguenti valori nominali: Ue - Tensione nominale d’impiego: è il valore di tensione che determina l’uso del morsetto; Ui - Tensione nominale d’isolamento: è il valore di tensione al quale sono riferite le prove dielettriche e le distanze d’isolamento; Uimp - Tensione nominale di tenuta ad impulso: è il valore di picco di una tensione impulsiva di forma e polarità prevista, che il morsetto è in grado di sopportare; Ithe - Corrente convenzionale termica: è il valore massimo della corrente di prova che non fa superare al morsetto la sovratemperatura di 40°C; ICW - Corrente di breve durata ammissibile: è il valore efficace della corrente che la morsettiera è in grado di sopportare per un secondo e non deve essere inferiore a 120A per ogni mm² di sezione nominale; Sezioni normalizzate: sono i valori che definiscono le grandezze unificate dei morsetti in relazione alla capacità nominale di connessione. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 76 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT CARATTERISTICHE MECCANICHE Capacità di connessione nominale La capacità di connessione di un morsetto dipende dalle dimensioni dell’apertura destinata ad ospitare il conduttore. La sezione minima correttamente serrabile dipende dalla forma dell’apertura di alloggiamento del conduttore e di quella dell’elemento che esercita la pressione. Numero di anime serrate In ogni apertura del morsetto si può serrare un solo conduttore e sotto ciascun attacco a bullone un solo capicorda. Coppia di serraggio dei morsetti a vite a bullone La coppia di serraggio di questi morsetti deve essere moderata per evitare il danneggiamento della filettatura. Sollecitazioni esercitate dai conduttori I conduttori devono essere ancorati in prossimità della morsettiera per limitare al minimo le sollecitazioni meccaniche. Particolarmente bassa è la tenuta dell’ancoraggio su profilato DIN e perciò si devono evitare forze normali ai conduttori. Installazione delle morsettiere nei quadri Le morsettiere installate nei quadri devono rispondere anche alle prescrizioni della Norma CEI 17-13/1. CEI 23-21 CEI EN 60998-2-1 (Terza edizione) Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per usi domestici e similari Parte 2-1: Prescrizioni particolari per i dispositivi di connessione come parti separate con unità di serraggio di tipo a vite Tubi per installazioni elettriche. Diametri esterni dei tubi per installazioni elettriche e filettature per tubi e accessori. ANNO 1988-01 1996-12 FASCICOLO fascicolo 1130 fascicolo 2934 EDIZIONE prima edizione seconda edizione SCAME CEI 23-26 La presente Norma specifica i diametri esterni dei tubi usati nelle installazioni elettriche, ad eccezione dei tubi in acciaio rigido per servizio molto pesante, e le prescrizioni dimensionali delle filettature esterne ed interne, nonché le prescrizioni dimensionali delle filettature usate negli accessori associati. Essa fornisce inoltre le prescrizioni dimensionali e di impiego per i calibri da utilizzare in tali verifiche. Corrisponde alla Norma Europea EN 60423 e recepisce con modifiche la norma internazionale IEC 423 Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati CEI 23-46 AV 05/2010 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1995-01 fascicolo 2454 prima edizione 1997-09 fascicolo 3484 R prima edizione (reing.) Ingegneria di Manutenzione SCAME Pagina 77 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT La presente Norma è la versione italiana della Norma Europea CENELEC EN 50086-2-4 (1994). Specifica le prescrizioni e le prove per i sistemi di tubi interrati inclusi i tubi e gli accessori per la protezione e la sistemazione dei conduttori isolati e/o dei cavi per installazioni elettriche o sistemi di telecomunicazione. Si applica ai sistemi metallici, non metallici e composti incluse le estremità filettate e non filettate, sistemi che sono usati come parte integrante di altri equipaggiamenti, devono essere provati secondo le prescrizioni corrispondenti a questi equipaggiamenti. La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale, della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2454 E). Corrisponde alla Norma Europea EN 50086-2-4 Annulla e sostituisce la Norma CEI 23-29 Involucri per apparecchi per installazioni fisse per uso domestico e similare. Parte 1: Prescrizioni generali. ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 1995-12 fascicolo 2711 prima edizione N028 1998-02 fascicolo 3541 R prima edizione (reing.) N066 La presente Norma si applica agli involucri o a parti di involucri dei dispositivi con tensione nominale non superiore a 440 V, destinati ad installati elettriche fisse per usi domestici e similari, per interni o per esterni. CEI 23-48 Gli involucri conformi sono adatti ad essere utilizzati, dopo l’installazione, a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25 °C, ma che occasionalmente può raggiungere 35 °C. Ai fini della presente Norma il termine involucri comprende le scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso previste per i componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la custodia o la placca di copertura può fare parte o meno del componente. Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri previsti per particolari applicazioni, come ad esempio quelli previsti per ospitare dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, morsettiere ecc. Si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensione degli apparecchi di illuminazione. Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a cui fornisce protezione contro le influenze esterne (per esempio urti, ingresso di oggetti solidi o di acqua ecc.), è coperto dalla Norma relativa a tale apparecchio. CEI 23-49 AV 05/2010 Involucri per apparecchi per installazioni fisse per uso domestico e similare. Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a Ingegneria di Manutenzione Pagina 78 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 1996-03 fascicolo 2730 prima edizione N029 2003-06 fascicolo 6936 variante 2 (V2) La presente Norma Sperimentale è costituita da un testo nazionale che fornisce le prescrizioni aggiuntive per gli involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed altri apparecchi che dissipano una potenza non trascurabile e che sono utilizzati in installazioni elettriche fisse per uso domestico e similare. Essa deve essere usata congiuntamente alla Norma CEI 23-48 chiamata nel seguito Parte 1. Prese a spina per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali ANNO 1990-01 1995-11 1998-02 2002-09 2007-03 EDIZIONE SCAME prima edizione fascicolo 2688 prima edizione N031 fascicolo 3542 R prima edizione (reing.) fascicolo 6634 variante 1 fascicolo 8764 seconda edizione N081 seconda edizione - variante 1 2008-07 fascicolo 9419 (V1) CEI 23-50 FASCICOLO La presente Norma recepisce, con modifiche, la Pubblicazione IEC 884-1 (1994). Si applica alle, spine ed alle prese fisse o mobili per sola corrente alternata, con o senza contatto di terra, con tensione nominale al di sopra di 50 V, ma non superiore a 440 V e con corrente nominale non superiore a 32 A, destinate agli usi domestici e similari, sia all’interno che all’esterno. La corrente nominale è limitata a 16 A per le prese fisse con morsetti senza vite. Non dà prescrizioni per le scatole da installazione incassate; tuttavia essa dà solo quelle prescrizioni per scatole d’ installazioni sporgenti che sono necessarie per le prove sulle prese. Si applica alle spine collegate ai cordoni per connettori, alle spine ed alle prese mobili collegate ai cordoni prolungatori. Si applica, inoltre, alle spine ed alle prese che sono componenti di un apparecchio utilizzatore, a meno che non sia diversamente specificato nelle relative norme dell’apparecchio utilizzatore. Non si applica a: spine, prese, connettori per applicazioni industriali, prese a spina di connettore; spine, prese fisse e portatili per ELV; prese fisse combinate con fusibili, interruttori automatici ecc.. La presente Norma annulla e sostituisce, per quanto di competenza, le Norme CEI 23-5 e 23-16 le quali tuttavia rimangono applicabili fino al 31 dicembre 2000. CEI 23-51 AV 05/2010 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni per uso domestico e similare Ingegneria di Manutenzione Pagina 79 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT CEI 23-54 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche Parte 1: Prescrizioni generali ANNO 1997-11 1999-02 CEI 23-58 FASCICOLO fascicolo 3998 fascicolo 5047 EDIZIONE prima edizione variante 1 (V1) SCAME La presente Norma, prevista per essere utilizzata congiuntamente con le Sezioni della Parte 2, specifica le prescrizioni e le prove per i sistemi di canali e per i sistemi di condotti profilati, destinati all’alloggiamento dei conduttori isolati, dei cavi flessibili ed eventualmente di altri apparecchi elettrici e, se necessario, alla loro separazione, nelle installazioni elettriche e/o nei sistemi di comunicazione, con tensione fino a 1000 V in corrente alternata e/o 1500 V in corrente continua. La presente Norma non si applica ai sistemi di tubi, ai sistemi di passerelle o passerelle a traversini porta cavi, ai sistemi di canalizzazione elettrificata o ai prodotti coperti da altre norme. Conforme alla Norma Europea EN 50085-1 CEI 32-1 (EN 60269-1 Sesta edizione) CEI 32-4 (CEI EN 60269-2) Fusibili a tensione non superiore a 1.000 V per corrente alternata e a 1.500 V per corrente continua- Parte 1: Prescrizioni generali Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata e a 1500 V per corrente continua Parte 2: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone addestrate (fusibili principalmente per applicazioni industriali) CEI 32-5 ( EN 60269-3) Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata e a 1500 V per corrente continua Parte 3: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone non addestrate (fusibili principalmente per applicazioni domestiche e similari) CEI 33-8 Condensatori statici di rifasamento di tipo non auto rigenerabile per impianti di energia a corrente alternata con tensione nominale inferiore o uguale a 1000 V. Parte 1: Generalità. Prestazione, prove e valori nominali. Prescrizioni di sicurezza. Guida per l’installazione e l’esercizio. CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali e prove. CEI 44-5 Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico delle macchine - Parte 1: Regole generali CEI 44.5 EN 60204 AV 05/2010 Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte1 regole generali Ingegneria di Manutenzione (Fasc. 2274E): (Fasc. 1348): 1 fasc. 4455 Pagina 80 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT CEI 44.6 EN 60204- DK 5600 Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte 2 Designazione dei componenti ed esempi di disegni schemi tabelle e istruzioni. Criteri di allacciamento di clienti alla rete MT della distribuzione (Enel) 1 fasc. 1364 Non applicabile alle attività di questo appalto Cavi per sistemi di comunicazione Parte 4-2: Considerazioni generali sull'uso dei cavi Guida all'uso CEI EN 50290-4-2 (CEI 46-157) ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9639 prima edizione SCAME La Norma ha l'obiettivo di aiutare i progettisti e installatori di impianti con cavi per sistemi di comunicazione nel conoscere sia i tipi di cavi metallici in commercio sia le loro modalità di utilizzo. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua ANNO CEI 64/ 8 e varianti FASCICOLO EDIZIONE 1987-01 fascicolo 1000 seconda edizione 1988-01 fascicolo 1049 V seconda edizione (variante 1) 1989-01 fascicolo 1257 V seconda edizione (variante 2) 1990-01 fascicolo 1442 V seconda edizione (variante 4) 1990-01 fascicolo 1441 V seconda edizione (variante 3) 1991-01 fascicolo 1688 V seconda edizione (variante 5) 1992-05 fascicolo 1828 V seconda edizione (variante 6) 1992-10 fascicolo 9000 terza edizione (volume unico) 1992-10 fascicoli da 1916 a 1922 terza edizione 1995-06 fascicolo 2305 V terza edizione (errata corrige) 1998-01 fascicoli da 4131 a 4137 quarta edizione AV 05/2010 2004-12 fascicolo 7495 variante 1 (V1) 2005-02 fascicolo 7526 variante 2 (V2) 2006-01 fascicolo 8115 variante 3 (V3) 2006-09 fascicolo 8491 quinta edizione - variante 4 Ingegneria di Manutenzione Pagina 81 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT (V4) 2009-05 fascicolo 9826 variante 2 (V2) Le presenti Norme, di fondamentale importanza in quanto innovano profondamente un campo di estesa diffusione e delicatezza della normativa che aspettava da tempo un allineamento alle moderne concezioni della sicurezza applicate anche in campo internazionale, sono conformi ai Documenti di Armonizzazione CENELEC HD 384 (ovverosia Pubblicazioni IEC 364). Si applicano agli impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua e contengono le definizioni e danno le prescrizioni, in particolare per la sicurezza delle persone, valide per tutti gli impianti di cui sopra. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6869 2004-06 fascicolo 7321C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8608 sesta edizione SCAME CEI 64-8/1 Il presente fascicolo, che contiene la Parte 1 (""Oggetto, scopo e principi fondamentali"") della Norma CEI 64-8, precisa gli impianti elettrici ai quali la Norma si applica e dove essa non si applica. Essa fissa inoltre i principi fondamentali che un impianto elettrico deve possedere ai fini di una sua corretta progettazione ed esecuzione secondo criteri di sicurezza e di funzionalità. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 2: Definizioni ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6870 2004-06 fascicolo 7322C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8609 sesta edizione SCAME CEI 64-8/2 Il presente fascicolo, che contiene la Parte 2 (""Definizioni"") della Norma CEI 64-8, riporta le definizioni dei termini che ricorrono nel AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 82 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT testo della presente Norma. Tali definizioni sono necessarie per la comprensione dei requisiti normativi richiesti ad un impianto elettrico. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 3: Caratteristiche generali CEI 64-8/3 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6871 2004-06 fascicolo 7323C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8610 sesta edizione SCAME Il presente fascicolo, che contiene la Parte 3 (""Caratteristiche generali"") della Norma CEI 64-8, precisa i requisiti che deve possedere un impianto elettrico in termini di caratteristiche generali, relativamente alla sua configurazione circuitale, alla alimentazione (principale e di sicurezza o di riserva), alle influenze esterne, alla compatibilità dei componenti elettrici tra di loro ed alle condizioni di manutenzione. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza CEI 64-8/4 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6872 2004-06 fascicolo 7324C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8611 sesta edizione SCAME Il presente fascicolo, che contiene la Parte 4 (""Prescrizioni per la sicurezza"") della Norma CEI 64-8, fornisce le prescrizioni necessarie a garantire la sicurezza delle persone e dei beni e le prescrizioni relative alla loro applicazione nelle varie situazioni. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici CEI 64-8/5 AV 05/2010 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6873 2004-06 fascicolo 7325C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8612 sesta edizione Ingegneria di Manutenzione SCAME Pagina 83 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Il presente fascicolo, che contiene la Parte 5 (""Scelta ed installazione dei componenti elettrici"") della Norma CEI 64-8, fornisce le prescrizioni relative alla scelta ed alla installazione dei componenti elettrici necessari per l'attuazione delle misure di protezione trattate nella Parte 4. In particolare vi vengono trattate le prescrizioni riguardanti la scelta delle condutture elettriche, le loro modalità di posa e la determinazione delle loro portate, le prescrizioni riguardanti gli impianti di terra e quelle riguardanti la scelta dei dispositivi destinati alla protezione contro i contatti elettrici e contro le sovracorrenti e dei dispositivi di sezionamento e di comando. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 6: Verifiche ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6874 2004-06 fascicolo 7326C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8613 sesta edizione SCAME CEI 64-8/6 Il presente fascicolo, che contiene la Parte 6 (""Verifiche"") della Norma CEI 64-8, tratta le verifiche, iniziali e periodiche costituite da esami a vista e da prove, che devono venire eseguite in un impianto elettrico per accertare che, per quanto praticamente possibile, le prescrizioni della Norma siano state rispettate. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari CEI 64-8/7 ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2003-05 fascicolo 6875 2004-06 fascicolo 7327C quinta edizione 2007-01 fascicolo 8614 sesta edizione SCAME Il presente fascicolo, che contiene la Parte 7 (""Ambienti ed applicazioni particolari"") della Norma CEI 64-8, tratta le prescrizioni particolari alle quali devono soddisfare gli impianti elettrici realizzati negli ambienti e per le applicazioni particolari elencate nell'indice di questa Parte 7; queste prescrizioni particolari integrano, modificano od annullano le prescrizioni generali delle altre Parti della presente Norma CEI 64-8. CEI 65-186 AV 05/2010 Linea guida per l'applicazione della Norma della serie CEI EN 61511 Sicurezza funzionale Sistemi strumentati di sicurezza per il settore dell'industria di processo Ingegneria di Manutenzione Pagina 84 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2009-06 La presente Guida riguarda l'applicazione della normativa tecnica relativa alla sicurezza funzionale dei sistemi strumentati per gli impianti di processo industriale. Essa si applica essenzialmente alla Norma di Settore Serie CEI EN 61511, che è specifica per questi sistemi. Poiché però questa norma di settore è fortemente basata, per l'impostazione generale, sulla Norma Generica CEI EN 61508 e ad essa rimanda per alcuni aspetti, la Guida considera spesso le due norme congiuntamente. CEI 70.1 fasc. 1915 Grado di protezione degli involucri IP CEI 81-1 Protezione di strutture contro i fulmini. CEI 64.8-1/8 CEI 44.5 EN 60204 CEI 44.6 EN 60204Legge N° 791 del 18/10/1977 Legge N° 46 del 05/03/1990 Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte1 regole generali 1 fasc. 4455 Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte 2 Designazione dei componenti ed esempi di disegni schemi tabelle e istruzioni 1 fasc. 1364 attuazione delle direttive del Consiglio della Comunità Europea relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione; Norme per la sicurezza degli impianti; come modificata dal DECRETO MINISTERIALE del 22 FEBBRAIO 2008, n. 37 ART. T26 - ELENCO NORME, LEGGI, DECRETI IMPIANTI ELETTRICI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE Norma /Guida/Direttiva Descrizione Note CEI EN 50281-3 Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti polveri combustibili Norma CEI EN 50281-3 I edizione, parte 1-2 (CEI 31-52). Luoghi con pericolo di esplosione. Guida per la costruzione e l’uso di locali o edifici pressurizzati di Classe 1. CEI 31-25 AV 05/2010 La presente Guida riguarda soltanto i locali all'interno dei quali non sono presenti centri di pericolo ma che sono ubicati in zone pericolose di Classe 1; tuttavia, nelle Appendici, sono forniti criteri guida per la pressurizzazione dei locali o edifici nei luoghi di Classe 2 e 3. Essa definisce le condizioni per le quali impianti elettrici non a sicurezza possono essere installati in detti locali quando l'ingresso dell'eventuale atmosfera pericolosa esterna è impedito mantenendo la pressione interna superiore a quella esterna. La Ingegneria di Manutenzione Pagina 85 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT Guida illustra i criteri di costruzione, allestimento e utilizzazione dei locali o edifici e delle loro parti associate quali i condotti d'alimentazione e di uscita del gas di protezione, i dispositivi ausiliari di controllo necessari per ottenere e mantenere una pressurizzazione soddisfacente. Sono comprese anche le verifiche necessarie per dimostrare la conformità dell'impianto alle prescrizioni della presente Guida e i contrassegni da applicare ai locali o edifici. EN 60079-10 (CEI 31-30) CEI 31-30 atmosfere esplosive in presenza di gas Gas, classificazione luoghi pericolosi Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) - Classi?cazione dei luoghi pericolosi ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2002-08 fascicolo 6565 variante 1 (V1) 2004-03 fascicolo 7264 variante 2 (V2) 2007-02 fascicolo 8705 terza edizione 2009-09 fascicolo 9960 variante 1 (V1) SCAME 1999-01 CEI 31-35 - CEI 31-35/A CEI 31-35 V2 CEI 31-36 - Guida CEI 31-35 II edizione. Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di gas-esempi applicativi. -. Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 3130). Polveri, Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive Guida alla applicazione della Norma CEI 31-52 classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di polveri combustibili CEI 31-56 AV 05/2010 Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili Guida all'applicazione della Norma CEI EN 61241-10 (CEI 3166) "Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri esplosive" ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2007-10 fascicolo 9049 C prima edizione Ingegneria di Manutenzione Guida CEI 31-56 I edizione. SCAME Pagina 86 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT La presente Guida ha lo scopo di approfondire il tema della classificazione dei luoghi con pericolo d'esplosione per la presenza di polveri combustibili relativa ad opere di nuova realizzazione e alle trasformazioni o ampliamenti di quelle esistenti, nel rispetto della Norma CEI EN 61241-10 (CEI 31-66), prima edizione. Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive Costruzioni immerse in olio "o" CEI EN 50015 ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME La presente norma tratta le prescrizioni di costruzione e prova delle apparecchiature destinate ai luoghi con presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva, aventi modo di protezione “o”. Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive Sicurezza intrinseca "i" CEI EN 50020 (CEI 31-9) ANNO FASCICOLO 1995-10 fascicolo 2676 E EDIZIONE SCAME 1998-02 2003-09 fascicolo 7023 La presente norma specifica le regole di costruzione e di prova per le apparecchiature a sicurezza intrinseca destinate ad essere utilizzate in ambienti con presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva.La presente versione della Norma include il contenuto dell’Errata Corrige 1, pubblicata nel mese di Marzo 2004, che consiste nella sostituzione della fig. 3 di pag. 31. CEI EN 50054 Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas combustibili Prescrizioni generali e metodi di prova La presente Norma riguarda le prescrizioni relative alla costruzione delle apparecchiature per la rilevazione e la misura dei gas combustibili, nonché i relativi metodi di prova. Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas combustibili Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di gruppo I che indicano fino a 5% (v/v) di metano nell'aria CEI EN 50055 ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME La presente Norma riguarda le apparecchiature, portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di metano presenti nelle miniere. Le apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che rilevano percentuali in volume di metano nell’aria da 0 a 5% (v/v). AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 87 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT CEI EN 50056 Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas combustibili Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di gruppo I che indicano fino a 100% (v/v) di metano nell'aria La presente Norma riguarda le apparecchiature, portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di metano presenti nelle miniere. Le apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che rilevano percentuali in volume di metano nell’aria da 0 a 100% (v/v). Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas combustibili Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di gruppo II che indicano fino a 100% del limite di infiammabilità inferiore CEI EN 50057 La presente Norma riguarda le apparecchiature di gruppo II, portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di gas e vapori combustibili presenti nell’aria. Le apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che rilevano e misurano concentrazioni nell’aria di gas e vapori combustibili fino al 100% del limite inferiore di infiammabilità. Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas combustibili Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di gruppo II che indicano fino a 100% (v/v) di gas CEI EN 50058 La presente Norma riguarda le apparecchiature di gruppo II, portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di gas e vapori combustibili presenti nell’aria. Le apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che rilevano e misurano percentuali nell’aria di gas e vapori combustibili da 0 a 100% (v/v). Specifica per le apparecchiature a percorso aperto per la rilevazione di gas combustibili o tossici - parte 1: Requisiti generali e metodi di prova CEI EN 50241-1 ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME Questo fascicolo tratta delle prescrizioni e delle relative prove di conformità delle apparecchiature di rilevamento e misura di sostanze tossiche o combustibili, presenti nell'aria. CEI EN 50241-2 CEI EN 50281 (CEI 31-38) AV 05/2010 Specifica per le apparecchiature a percorso aperto per la rilevazione di gas combustibili o tossici - parte 2: Requisiti di prestazione per le apparecchiature per la rilevazione di gas combustibili Questo fascicolo riguarda le prescrizioni per le prestazioni delle apparecchiature di Gruppo II, per la rilevazione dei gas combustibili. Il fascicolo deve essere usato congiuntamente alla Norma CEI EN 50241-1. Costruzioni elettriche destinate all'uso in ambienti con presenza di polvere combustibile. Parte 2-1: Metodi di prova Metodi per la determinazione della temperatura Ingegneria di Manutenzione Pagina 88 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT minima di accensione della polvere ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 1999-11 Costruzioni elettriche destinate in ambienti con presenza di polvere combustibile Parte 1-2: Costruzioni elettriche protette per mezzo di un involucro Scelta, installazione e manutenzione ANNO CEI EN 50281-1-2 (CEI 31-36) CEI EN 50281-2-1 FASCICOLO EDIZIONE SCAME 1999-09 fascicolo 5301 prima edizione 2002-10 fascicolo 6675 prima edizione - A1 (variante V1) 2004-06 fascicolo 7346C prima edizione C - A1 (variante V1) Costruzioni elettriche destinate in ambienti con presenza di polvere combustibile Parte 2: Metodi di prova Metodi per la determinazione della temperatura minima di accensione della polvere La presente norma riguarda due metodi di prova per la determinazione della temperatura minima di accensione della polvere al fine della scelta delle costruzioni elettriche destinate ad ambienti con presenza di polvere combustibile. Classificazione delle aree nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri combustibili. Parte 3: Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti polveri combustibili CEI EN 50281-3 (CEI 31-52) ANNO FASCICOLO 2003-06 fascicolo 6947 EDIZIONE SCAME La presente norma riguarda la classificazione di aree nelle quali sono presenti miscele esplosive di polvere/aria e strati di polveri combustibili, allo scopo di consentire l'adeguata selezione di apparecchiature per l'uso in queste aree. CEI EN 50284 Prescrizioni particolari per la costruzione, prova e marcatura per le apparecchiature elettriche appartenenti al gruppo II, categoria 1 G La presente norma riguarda le costruzioni elettriche di gruppo II, categoria 1 G destinate ad essere utilizzate in atmosfera potenzialmente esplosiva. Questa norma soddisfa i requisiti previsti AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 89 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT dalla Direttiva Comunitaria 94/9/CE. Costruzioni elettriche di gruppo I, categoria M1, destinate a funzionare in atmosfere esposte a grisuo e/o a paolvere di carbone CEI EN 50303 La presente norma riguarda le prescrizioni di progetto, costruzione e prove degli apparecchi di gruppo I, Categoria M 1 destinati ad essere utilizzati nelle miniere con presenza nell'atmosfera di grisou e/o polvere di carbone. Essa si applica agli apparecchi elettrici e non elettrici. Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 0: Regole generali CEI EN 60079-0 (CEI 31-70) ANNO FASCICOLO 2006-07 fascicolo 8391 2007-12 fascicolo 9144 EDIZIONE SCAME seconda edizione La presente Norma riguarda le prescrizioni generali relative alla costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche e dei componenti Ex, destinati ad essere utilizzati in luoghi con atmosfera esplosiva per la presenza di gas, vapori e nebbie. Questa parte generale serve come base per le altre norme della serie EN 60079 destinata alle costruzioni elettriche con modi di protezione specifici: - a prova di esplosione - d - a sovrapressione p - riempimento pulvirolento - q - immersa in olio - o - a sicurezza aumentata - e - a sicurezza intrinseca - i - protezione - n incapsulamento - m. La Norma soddisfa i requisiti essenziali della Direttiva 94/9/EC. Atmosfere esplosive Parte 1: Apparecchiature protette mediante custodie a prova d'esplosione "d" ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2005-11 2007-10 CEI EN 60079-1 (CEI 31-58) 2008-11 prima edizione fascicolo 9565 seconda edizione Il presente fascicolo contiene le prescrizioni specifiche per la costruzione e la prova delle apparecchiature elettriche con custodia a prova di esplosione, con modo di protezione ""d"" destinate ad essere utilizzate in atmosfere esplosive. La presente Norma integra e modifica le prescrizioni generali della CEI EN 60079-0. Nel caso in cui le prescrizioni della presente Norma siano in conflitto con quelle della CEI EN 60079-0, si applicano le prescrizioni della presente Norma. La Norma contiene un allegato nazionale specifico per le filettature gas coniche a tenuta sul filetto. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. CEI EN 60079-10 AV 05/2010 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza Ingegneria di Manutenzione Pagina 90 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT (CEI 31-30) di Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi ANNO FASCICOLO EDIZIONE 1996-10 fascicolo 2895 prima edizione 2004-01 fascicolo 7177 seconda edizione gas SCAME La presente norma tratta la classificazione dei luoghi pericolosi dove possono manifestarsi dei rischi associati alla presenza di gas o vapori infiammabili, allo scopo di consentire la corretta scelta e installazione delle costruzione idonei a questi luoghi pericolosi. La presente norma sostituisce la prima edizione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) per quanto si riferisce alla classificazione dei luoghi con presenza, in qualunque stato fisico, di sostanze, esclusi gli esplosivi e le polveri combustibili, che sotto forma di gas, vapori e nebbie, possono determinare con l'aria un'atmosfera esplosiva. La presente norma sostituisce la prima edizione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30), Fascicolo 2895. La prima edizione rimane contemporaneamente in vigore con la seconda edizione fino al 1 dicembre 2005. Il periodo di contemporanea validità della prima e della seconda edizione ha lo scopo di consentire il completamento delle classificazioni dei luoghi con pericolo di esplosione in corso di esecuzione ed ai tecnici di adeguarsi alla seconda edizione. Si fa presente a quanti si apprestano ad iniziare una classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, di applicare la presente edizione per quanto possibile, ricordando che qualora intendessero utilizzare la prima edizione dovranno valutare con attenzione i tempi di esecuzione per non incorrere nelle conseguenti difficoltà qualora ultimassero il lavoro dopo la data di scadenza stabilita per la prima edizione. Atmosfere esplosive Parte 11: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza intrinseca ""i"" ANNO CEI EN 60079-11 (CEI 31-78) FASCICOLO EDIZIONE 2007-12 prima edizione 2009-02 fascicolo 9668 prima edizione (bilingue) SCAME La presente Norma tratta i requisiti per la costruzione e prove delle costruzioni elettriche a sicurezza intrinseca “i“ destinate ad essere utilizzate negli ambienti in presenza di atmosfera esplosiva. Questa Norma soddisfa i requisiti essenziali della Direttiva 94/9/EC e deve essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN 600790:2007-12. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-11; rispetto al precedente fascicolo n. 9153E di dicembre 2007, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata. CEI EN 60079-14 (CEI 31-33) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) ANNO AV 05/2010 FASCICOLO EDIZIONE Ingegneria di Manutenzione SCAME Pagina 91 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT 1998-01 fascicolo 4139 prima edizione 2004-05 fascicolo 7297 seconda edizione La presente Norma si applica alla progettazione ed esecuzione degli impianti elettrici nuovi nei luoghi con pericolo di esplosione e trasformazioni radicali degli impianti elettrici esistenti. Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 15: Costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche avente modo di protezione "n" ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2006-02 fascicolo 8151 2007-12 fascicolo 9152 E seconda edizione CEI EN 60079-15 (CEI 31-64) 2009-03 fascicolo 9699 seconda edizione - bilingue La presente Norma tratta i requisiti per la progettazione, costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche aventi modo di protezione “n“ destinate ad essere utilizzate negli ambienti in presenza di atmosfera esplosiva. Questa norma si applica sia alle costruzioni che non emettono scintille, sia a costruzioni elettriche con parti che producono archi o scintille. La Norma soddisfa i requisiti essenziali della Direttiva 94/9/CE. Questa Norma deve essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN 60079-0. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-15; rispetto al precedente fascicolo n. 9152E di dicembre 2007, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata. Atmosfere esplosive Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas CEI EN 60079-17 (CEI 31-34) La presente parte della CEI EN 60079 è destinata agli utilizzatori e copre gli aspetti direttamente connessi con la verifica e la manutenzione dei soli impianti elettrici situati entro luoghi pericolosi, dove il pericolo può essere costituito da gas infiammabili, vapori, nebbie, polveri, fibre o residui volatili di filatura. Essa non comprende: - le altre prescrizioni fondamentali per l'installazione e la verifica degli impianti elettrici; - le verifiche delle apparecchiature elettriche; - la riparazione e il recupero di apparecchiature protette dall'esplosione (vedere la Norma CEI EN 60079-19). La presente Norma integra le prescrizioni della Norma CEI 64-8. Atmosfere esplosive Parte 19: Riparazione, revisione e ripristino delle apparecchiature CEI EN 60079-19 (CEI 31-83) AV 05/2010 La presente parte della CEI EN 60079 fornisce istruzioni sulla riparazione, la revisione, il ripristino e la modifica di un'apparecchiatura certificata destinata all'utilizzo in presenza di atmosfere esplosive. Essa non è applicabile alla manutenzione, tranne nei casi in cui la riparazione e la revisione non possano essere dissociate dalla manutenzione; inoltre non dà suggerimenti Ingegneria di Manutenzione Pagina 92 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT sui dispositivi di ingresso dei cavi, che possono necessitare di essere rinnovati quando l'apparecchiatura viene reinstallata. Questa norma non è applicabile al modo di protezione 'm'. Atmosfere esplosive Parte 2: Apparecchiature con modo di protezione a sovrapressione "p" ANNO FASCICOLO SCAME prima edizione correzioni 2006:2005-11 CEI EN 60079-2 (CEI 31-59) EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9599 E seconda edizione 2009-04 fascicolo 9570 seconda bilingue + edizione La presente Norma contiene prescrizioni specifiche per la costruzione e le prove delle costruzioni elettriche con custodie pressurizzate, modo di protezione p, destinate ad essere utilizzate nelle atmosfere esplosive per la presenza di gas. La presente norma deve essere letta congiuntamente alla Norma CEI EN 60079-0:2007-12 in quanto contiene prescrizioni che ne modificano o ne integrano le prescrizioni. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-2; rispetto al precedente fascicolo n. 9599E di gennaio 2009, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata. Atmosfere Parte 29-1: Rilevatori di Requisiti generali e di prestazione CEI EN 60079-29-1 (CEI 31-85) CEI EN 60079-29-2 (CEI 31-86) AV 05/2010 gas ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9601 E prima edizione esplosive infiammabili SCAME La presente Norma specifica le prescrizioni generali per la costruzione, prove e prestazioni per gli apparecchi portatili, trasportabili e fissi per la rilevazione e misura di gas infiammabili o le concentrazioni di vapore in aria. Questi apparecchi sono destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva o in miniere con presenza di grisou. La presente Norma deve essere utilizzata unitamente alla Norma EN 60079-0 e alla Norma EN 60079-29-2. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-29-1; rispetto al precedente fascicolo n. 9601E di gennaio 2009, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata e, in aggiunta, il Foglio di Interpretazione IEC 60079-29-1/I1 di luglio 2009. Atmosfere esplosive Parte 29-2: Rilevatori di gas infiammabili Scelta, installazione, uso e manutenzione dei rilevatori di gas infiammabili e ossigeno Ingegneria di Manutenzione Pagina 93 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT ANNO FASCICOLO EDIZIONE SCAME 2009-01 fascicolo 9602 E prima edizione La presente Norma fornisce una guida e raccomandazioni pratiche per la scelta, installazione, uso sicuro e manutenzione degli apparecchi di Gruppo II, destinati ad essere utilizzati in ambienti industriali e del terziario per la rilevazione e misura di gas infiammabili. La presente Norma deve essere utilizzata unitamente alla Norma EN 60079-0 e alla Norma EN 60079-29-1. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-29-2; rispetto al precedente fascicolo n. 9602E di gennaio 2009, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata. Atmosfere Parte 5: Apparecchiature riempimento "q" ANNO CEI EN 60079-5 (CEI 31-84) FASCICOLO con modo di esplosive protezione a EDIZIONE 2009-01 fascicolo 9600 E prima edizione 2009-04 fascicolo 9571 prima edizione bilingue SCAME La presente Norma contiene prescrizioni specifiche per la costruzione, le prove e la marcatura delle apparecchiature elettriche con modo di protezione a riempimento, destinate ad essere utilizzate nelle atmosfere esplosive per la presenza di gas. La presente norma deve essere letta congiuntamente alla Norma CEI EN 60079-0:2007-12 in quanto contiene prescrizioni che ne modificano o ne integrano le prescrizioni. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-5; rispetto al precedente fascicolo n. 9600E di gennaio 2009, essa contiene la traduzione completa della EN sopra indicata. Atmosfere esplosive Parte 7: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza aumentata "e CEI EN 60079-7 (CEI 31-65) ANNO FASCICOLO EDIZIONE 2006-03 fascicolo 8204 prima edizione 2008-11 fascicolo 9562 seconda edizione SCAME La presente Norma tratta i requisiti per la progettazione, costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche aventi modo di protezione a sicurezza aumentata “e“ destinate ad essere utilizzate negli ambienti in presenza di atmosfera esplosiva. Questa Norma deve essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN 60079-0. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. CEI EN 60079-10 Classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di gas. AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione CEI EN 60079-10 I edizione, parte 10 (CEI 31-30). Pagina 94 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT UNI EN 11271:2001 Prevenzione UNI EN 134631:2003 Apparecchi non elettrici Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di sostanze esplosive ANNO FASCICOLO EDIZIONE fascicolo 807 CEI 64-2 direttiva europea 94/9/EC 1990-01 fascicolo 1432 quarta edizione (appendice) 1990-01 fascicolo 1431 quarta edizione 1992-09 fascicolo 1908 V variante 1 (V1) 1992-11 fascicolo 1973 V errata corrige (EC) 1997-12 fascicolo 4108 quarta edizione (abrogazione) 1998-08 fascicolo 2961 C quarta edizione (appendice) 1998-08 fascicolo 2960 C quarta edizione (reing.) La prima direttiva ATEX (094/9/CE), in qualità di armonizzazione delle normative europee riguarda il "Riavvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva" ed è incentrata sui requisiti essenziali di sicurezza e salute (Essential Safety Requirements, ESR) delle apparecchiature in aree a rischio di deflagrazione e prende in considerazione i rischi di esplosione, di qualsiasi natura, in quanto possibile sorgente potenziale di innesco. E' applicabile a apparecchiature elettriche, meccaniche, idrauliche e pneumatiche (pompe comprese) usate in aree "potenzialmente esplosive". Secondo tale normativa il produttore, il suo mandatario o la persona che immette per la prima volta un prodotto o che lo mette in servizio sul mercato comunitario è obbligato a analizzare se il prodotto rientra nella direttiva 094/9/CE e conseguentemente rispettarne i requisiti e contrassegnare le proprie apparecchiature con determinate categorie. ATEX 99/92/EC (denominata ATEX 137) direttiva europea 99/92/EC AV 05/2010 Obbligatoria dal 1°Luglio 2006 La Direttiva ATEX 99/9 2/CE, introdotta il 16 Dicembre 1999, definisce i requisiti minimi per incrementare la protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori potenzialmente a rischio di atmosfere esplosive. La direttiva stabilisce, fra le prescrizioni minime che devono essere adottate sul luogo di lavoro, che “Si devono prendere tutte le misure necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro siano state progettate, costruite, montate, installate, mantenute in Ingegneria di Manutenzione Pagina 95 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT servizio e fatte funzionare in modo tale da ridurre al minimo i rischi di esplosione(punto 2.5 – Allegato II) Le prescrizioni si applicano alle aree classificate come pericolose ed in tutti i casi in cui le caratteristiche dei luoghi di lavoro, dei posti di lavoro, delle attrezzature o delle sostanze impiegate lo richiedano. Le aree a rischio di esplosione sono cosi ripartite all’interno della normativa (punto 2 – Allegato I): GAS, VAPORI O NEBBIE La Direttiva Europea 2006/42/ce è la nuova “Direttiva Macchine”. Nella direttiva all’Allegato 1 Punto 1.5.7 “ Esplosione”la direttiva determina che la macchina deve essere progettata e costruita in modo da evitare qualsiasi rischio di esplosione provocato dalla macchina stessa o da gas, liquidi, polveri, vapori od altre sostanze o prodotti utilizzati dalla macchina. La macchina deve essere, per quanto riguarda i rischi di esplosione dovuti all’utilizzo in atmosfera potenzialmente esplosiva, conforme alle specifiche direttive comunitarie. direttiva europea 2006/42/ce Si evidenzia che la direttiva 94/9/CE (ATEX) si applica alle macchine che possono essere utilizzate in atmosfere potenzialmente esplosive, ma non alle macchine che contengono nel loro interno atmosfere potenzialmente esplosive. Per questo occore applicare il primo paragrafo del punto 1,5.7 dall’Allegati 1 della Direttiva 2006/42/CE – “Direttiva Macchine”, ma si ricorda che i prodotti che possono trovarsi all’interno delle macchine in dette atmosfere (per esempio sensori) sono soggetti alla direttiva ATEX. Si fa inoltre un cenno a quanto indicato al punto 1.5.1 dall’Allegati 1 della Direttiva 2006/42/CE – “Energia Elettrica”. Il testo della nuova direttiva chiarisce che alle macchine alimentate da energia elettrica si applicano gli obiettivi delle Direttiva Bassa Tensione (73/23/CE); ma che gli obblighi relativi alla conformità e l’immissione sul mercato/messa in servizio si applica esclusivamente la Direttiva Macchine. Pertanto l’articolo 3 non si applica nella sua interezza nei riguardi della Direttiva 73/23/CE D.P.R. 23-03-1998 n. 126 D.M. 31 maggio 2001 D.Lgs. 12 giugno 2003, n. 233 Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE (direttiva ATEX) in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. Attuazione direttiva 94/9/CE Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive. ALLEGATO XLIX ATMOSFERE ESPLOSIVE - RIPARTIZIONE DELLE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE D.Lgs del 9 Aprile 2008 n.81 ALLEGATO L ATMOSFERE ESPLOSIVE (articolo 293, articolo 294,comma 2, lettera d), articolo 295, commi 1 e 2) AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 96 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT PRESCRIZIONI MINIME PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORICHE POSSONO ESSERE ESPOSTI AL RISCHIO DI ATMOSFERE ESPLOSIVE. ALLEGATO LI (articolo 293, comma 3) ATMOSFERE ESPLOSIVE - SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER INDICARE LE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE D.Lgs.81/08, Titolo XI, capo I, art. 290 La Direttiva 99/92/CEE, recepita in Italia con il D. Lgs. 233/03 del 12 giugno 2003, ha reso obbligatorio per tutte le aziende la valutazione del rischio di esposizione in atmosfere potenzialmente esplosive e la conseguente classificazione delle aree. Le disposizioni del D. Lgs. 233/03 sono state integrate al Titolo XI, Capo II del Testo Unico mantenendo di fatto la stessa struttura e contenuti. Tali valutazioni sono obbligatorie per tutte le aziende dove è probabile la formazione di atmosfere esplosive generate dalla presenza di polveri combustibili o liquidi/gas infiammabili come per esempio Il sistema di classificazione del decreto si applica alle aree in cui vengono adottati provvedimenti di protezione in applicazione degli articoli 289, 290, 293, 294. Glossario: ASTMnorma USA BS norma inglese CEN/TS norma sperimentale europea DIN norma tedesca ENnorma europea ENV norma sperimentale europea (vecchia sigla) ISO norma internazionale ISO/DIS progetto ISO JANS norma in vigore in Giappone, Nuova Zelanda ed Australia MU metodo italiano Unichim prEN progetto di norma EN SS norma svedese UNI norma italiana AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 97 di 98 INGEGNERIA DI MANUTENZIONE Codice AV 05/2010 NT AV 05/2010 Ingegneria di Manutenzione Pagina 98 di 98