INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
SOMMARIO
ART. T1 -
GENERALITA’ .................................................................................................................... 3
ART. T2 -
GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE ATTIVITA’ OGGETTO DELL’APPALTO ............................. 4
ART. T3 -
PIANO DI MANUTENZIONE ................................................................................................. 4
ART. T4 -
PERSONALE CHE PIANIFICA, COORDINA ED EFFETUA LE ATTIVITA’ DI MANUTENZIONE
ELETTRICA........................................................................................................................ 5
ART. T5 -
PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI ......................................................................................... 7
ART. T6 -
SERVIZIO DI REPERIBILITÀ................................................................................................ 7
ART. T7 -
SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO ................................................................................... 8
ART. T8 -
RICOGNIZIONE QUADRI ELETTRICI .................................................................................... 8
ART. T9 -
SCHEDE MANUTENZIONE QUADRI ELETTRICI ..................................................................... 9
ART. T10 -
PREMESSA TERMINOLOGICA .............................................................................................. 9
ART. T11 -
REGOLE SULLA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI PER LA MANUTENZIONE ................. 20
ART. T12 -
ACCETTAZIONE DEI MATERIALI ....................................................................................... 20
ART. T13 -
GARANZIA SUI MATERIALI INSTALLATI ............................................................................. 20
ART. T14 -
PRESCRIZIONI TECNICHE SUI MATERIALI E MODALITA’ DI POSA ...................................... 21
ART. T15 -
LAVORI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE .............................................. 49
ART. T16 -
CERTIFICAZIONI E DICHIARAZIONI .................................................................................. 56
ART. T17 -
DEFINIZIONI ................................................................................................................... 57
ART. T18 -
VERIFICA DELL’IDONEITA’ TECNICO-PROFESSIONALE, QUALIFICAZIONE ............................ 58
ART. T19 -
OBBLIGHI DELL’APPALTATORE ......................................................................................... 58
ART. T20 -
CRITERI DI APPLICAZIONE DEL D.LGS. 81/2008 ................................................................ 58
ART. T21 -
APPARECCHIATURE ED ATTREZZATURE ............................................................................ 58
ART. T22 -
EMERGENZA.................................................................................................................... 59
ART. T23 -
INFORTUNI ..................................................................................................................... 59
ART. T24 -
NORME GENERALI DI RIFERIMENTO ................................................................................. 59
ART. T25 -
INQUADRAMENTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO IMPIANTI ELETTRICI .............................. 60
ART. T26 -
ELENCO NORME, LEGGI, DECRETI IMPIANTI ELETTRICI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI
ESPLOSIONE ................................................................................................................... 85
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PARTE PRIMA –NORME TECNICHE
ART. T1 - GENERALITA’
Scopo della presente “Specifica Tecnica” è di garantire la regolare esecuzione della fornitura
di servizi/lavori finalizzati agli interventi di:
1. Manutenzione ordinaria su condizione, programmata o guasto
2. Manutenzione straordinaria
3. Messa a norma impianti elettrici
4. Reperibilità (Interventi fuori orario di lavoro)
5. Pronto intervento (interventi in orario di lavoro)
6. Ricognizione dati tecnici dei quadri elettrici, (art.T8 Ricognizione quadri Elettrici)
7. Esecuzione, rifacimento o modifica degli schemi elettrici, Planimetrie, elaborati grafici,
documentazione di legge riguardanti certificazioni, conformità impiantistica,
rispondenza impiantistica su quadri ed impianti elettrici vedi ART. T8. (Gli elaborati
dovranno essere forniti in supporto cartaceo, ed informatico in file dwg per schemi e
planimetrie, formato doc/xls per relazioni o tabelle)
8. Gestione informatizzata della manutenzione programmata, manutenzione ordinaria e
straordinaria (se richiesta dalla stazione Appaltante).
I lavori saranno da effettuarsi presso i quadri e gli impianti elettrici ubicati presso le Centrali:
acquedotto, sollevamenti fognari e impianti di depurazione gestiti da Acque Veronesi.
In particolare formano oggetto dell’appalto le attività sulle seguenti parti elettriche:
1. Quadri Elettrici di Potenza
2. Quadri di controllo MCC (Motor Control Center)
3. Quadri Elettrici di Distribuzione
4. Impianti d’illuminazione esterna / interna
5. Canalizzazioni, opere di contenimento cavi elettrici;
6. Impianti di forza motrice;
7. Impianti di rifasamento;
8. Impianti di distribuzione
9. Apparecchiature elettriche di qualsiasi tipo, ad esempio: misuratori di portata pressione
livello, sonde capacitive/induttive, motori, ecc.
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ART. T2 -
GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE ATTIVITA’ OGGETTO DELL’APPALTO
È prevista (se richiesta dalla stazione Appaltante) la gestione informatizzata della manutenzione
mediante registrazione e compilazione di un database “Access” che verrà consegnato alla Ditta
all’atto della consegna dei lavori. Nel database lì Appaltatore dovrà inserire gli elenchi degli
impianti con e le relative schede dei quadri elettrici affidati al servizio di manutenzione.
Attraverso le registrazioni e le consultazioni sul database la ditta potrà gestire le seguenti attività:
1.
Manutenzione ordinaria programmata Quadri elettrici tramite la scheda manutenzione
Quadri Elettrici
2.
Manutenzione ordinaria su condizione o guasto quadri e impianti elettrici
3.
Servizio di reperibilità tramite la scheda registrazione guasti e chiamata in reperibilità
4.
Servizio di pronto intervento tramite la scheda registrazione guasti e chiamata in
pronto intervento
5.
Ricognizione dati tecnici dei quadri elettrici oggetto dell’appalto tramite la scheda
Ricognizione quadri elettrici
Sul database dovranno essere compilati tutti i campi predisposti e si dovranno annotare tutte le
attività di manutenzione, i materiali utilizzati e tutte le informazioni utili alla manutenzione
successiva.
ART. T3 - PIANO DI MANUTENZIONE
Il piano di manutenzione programmata sarà trasmesso da Acque Veronesi e dovrà essere
inserito nel database “Gestione Informatizzata della Manutenzione, a cura dell’Appaltatore che
avrà l’obbligo di verificare la congruità delle schede di uso e manutenzione proposte e le
schede tecniche nonché aggiornare il piano di manutenzione degli impianti tenendo conto di
tutte le prescrizioni contenute nel presente capitolato, norme e leggi di riferimento in materia di
manutenzioni impianti elettrici.
Per l’espletamento del servizio di manutenzione ordinaria, di cui trattasi, sono a totale carico
della Ditta tute le attrezzature e gli accessori necessari, che a titolo meramente esemplificativo
e non esaustivo si elencano di seguito:
Attrezzature
scale e ponteggi rispondenti alle norme antinfortunistiche
attrezzature, utensili, e strumentazioni idonee necessarie per eseguire le operazioni
verifica periodica e di manutenzione a perfetta regola d’arte.
Smaltimento rifiuti di risulta
L’appaltatore ha l’obbligo di asportare, a fine lavoro, ogni rifiuto derivato dall’attività da lui
prodotto presso gli impianti di Acque Veronesi, si farà carico della gestione rifiuti durante
l’attività identificandosi nella figura di “produttore” in ogni caso la ditta dovrà attenersi alle
disposizioni di legge e più precisamente: Il D.M. 17/12/2009 e s.m.i. - D.Lgs. 152/2006-parte
IV - Legge 296/2006 - Manuale Operativo Sistri - Guida Utente Produttori – Trasportatori
recuperatori – Smaltitori
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ART. T4 - PERSONALE CHE PIANIFICA, COORDINA ED EFFETUA LE ATTIVITA’ DI MANUTENZIONE
ELETTRICA
Le Norme CEI EN 50110-1 e CEI EN 50110-2 (rif. CEI 11-48 e 11-49), norme quadro per
l’”Esercizio degli impianti elettrici”, definiscono le regole che devono essere seguite
nell’esecuzione di lavori nei quali l’operatore può essere esposto a rischi elettrici.
La nuova Norma CEI 11-27 fasc. 7522. “Lavori su impianti elettrici” ha l’obbiettivo di
individuare i soggetti coinvolti, la loro formazione e addestramento, per affrontare in sicurezza i
lavori elettrici.
Pertanto, tutte le prestazioni espletate dall’Appaltatore dovranno essere eseguite da
personale tecnico qualificato, nel pieno rispetto delle normative tecniche CEI, EN, UNI
vigenti in materia, unitamente a quanto previsto dalle disposizioni generali di legge
sulla manutenzione ordinaria e straordinaria impianti elettrici a bassa tensione.
Si definiscono tre figure professionali :
Persona Esperta (PES)
La definizione europea è stata integrata (p. 5.2.1, Cap.5:
“formazione e profili professionali”) con l’indicazione delle
caratteristiche attitudinali necessarie per ricoprire il ruolo di
preposto, che costituiscono i veri elementi distintivi rispetto alla
Persona Avvertita (PAV), ossia: la capacità di sovrintendere ,
coordinare e istruire altri lavoratori a lui affidati. Questa figura
assomma in sé la più elevata professionalità e capacità,per cui
è ad essa che devono essere affidati i lavori più complessi e a
maggior rischio. Per logica, si pone pertanto in posizione
gerarchicamente superiore alla figura della persona avvertita
(PAV). Importante sottolineare che possono essere classificati
come PES solamente lavoratori adibiti professionalmente a
lavori elettrici.
compiti assegnati a tale figura (p. 6.1, Cap.6: “Ruoli operativi
del RI e del PL” ) e con le deleghe che RI può conferire per
l’espletamento del proprio ruolo (p. 11.3, Cap.11: “Il processo”)
Persona preposta alla
conduzione dell’impianto
(Responsabile
dell’impianto RI)
Ogni soggetto, a qualsiasi titolo detentore di un impianto
elettrico che espone dei lavoratori, in regime di lavoro
dipendente, ai rischi derivanti dall’ esercizio dello stesso,
assume il ruolo di Datore di Lavoro. Conseguentemente, deve
nominare,all’ interno dei documento di valutazione dei rischi
aziendali (Piano della sicurezza), un Responsabile della
conduzione dell’ impianto (RI).
In presenza di impianti di grandi dimensioni e potenza, la
conduzione dell’ impianto è affidata ad una vera e propria
organizzazione di uomini, mezzi e tecnologie (reparto interno
dell’ azienda).
In altri casi,
(outsourcing
specializzata
ovvero della
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le risorse possono essere esterne all’ azienda
– affidamento in appalto di servizi a ditta
delle attività di conduzione e manutenzione
sola manutenzione). Il capo di queste unità
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operative è il RI. Poiché il RI non può normalmente svolgere in
prima persona tutti i compiti che la Norma gli assegna
(conduzione/esercizio, lavori e manutenzione), è prevista la
possibilità di delegare, di volta in volta, una parte degli stessi.
Nel primo caso e pure nel secondo, se è stata esternalizzata
anche la conduzione, sulla scorta delle disposizioni contenute
nel Piano della sicurezza, il RI conferisce deleghe a persone a
lui subordinate, ad esempio:
trasferimento della conduzione della parte d’ impianto oggetto
dei lavori: ossia autorizzazione a porlo fuori servizio per un
determinato tempo (durante i lavori, il nome della persona
indicato nel Piano di lavoro – PdL, vedi p. 3.28 – come RI
diventa Responsabile dell’ impianto limitatamente alla parte
oggetto dei lavori)
individuazione delle persone autorizzate ad elaborare i PdL
(esecuzione delle individuazione delle persone abilitate ad
attuare i PdL (esecuzione delle manovre, consegna dell’
impianto, individuazione e delimitazione della zona di lavoro).
Punti della norma:
6.2 del Cap. 6 (I ruoli operativi/attribuzione dei compiti)
12.4.1 del Cap. 12 (Lavori sotto tensione)
4.3 Organizzazione – Norma CEI EN 50110.
Persona preposta alla
conduzione dell’attività
lavorativa (preposto ai
lavori, PL) [p.3.24]
Non è esplicito che il PL non effettua alcuna valutazione del
rischio e che non spetta a lui pianificare l’ esecuzione dei lavori.
Il PL deve attuare a far in mantenere in opera sul posto di
lavoro le misure di sicurezza stabilite da altri e riportate nei
documenti, quali il PdL, il Piano della sicurezza aziendale e i
relativi metodi di lavoro di cui è destinato, verificandone l’
effettiva applicabilità, ossia la conformità delle condizioni
impiantistiche ed ambientali con quelle previste nei riferiti
documenti. Al più è chiamato a risolvere le insorgenze di
rischio non previste in sede di pianificazione. Può, invece,
delegare una parte dei compiti quando riscontra, durante l’
esecuzione dei lavori, l’ impossibilità di sovrintendere ad una
parte delle operazioni pianificate di cui è responsabile dell’
effettuazione in sicurezza. Da qui l’ eventuale esigenza di
designare un secondo preposto, a lui comunque subordinato
(art. 4.3 Norma CEI EN 50110).
Per le attività oggetto del presente appalto, Acque Veronesi effettua all’interno della propria
struttura organizzativa, sulla scorta di specifici corsi di formazione effettuati e sulla base degli
altri elementi già in suo possesso (grado di esperienza nei lavori su impianti elettrici fuori
tensione o in prossimità, e/o su impianti elettrici in bassa tensione sotto tensione, affidabilità
della persona, senso di responsabilità, capacità di coordinamento di altre persone, ecc.), il
riconoscimento di Persona esperta (PES) o di Persona avvertita (PAV), nonché l’attestazione
della “Idoneità” a svolgere lavori “sotto tensione su impianti a bassa tensione” ai sensi della
Norma CEI EN 50110-1 e della Norma CEI 11-27.
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ART. T5 - PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI
La Ditta dovrà nominare le figure professionali previste dalla normativa vigente e un
Responsabile per l’appalto come referente unico nei confronti di Acque Veronesi.
Acque Veronesi, nella persona del Responsabile dei lavori, concorderà con il Responsabile della
Ditta il programma degli interventi da eseguirsi.
Acque Veronesi si riserva, di variare il programma concordato previa comunicazione scritta
mediante fax e/o e-mail senza che per questo la Ditta possa fare richiesta di indennizzo o
maggiorazioni unitarie.
I tecnici e le maestranze dell’impresa dovranno rispettare l’orario di lavoro del personale di Acque
Veronesi: dal Lunedì al Giovedì 7:30-12:00, 13:00-16:30; il Venerdì dalle 7:30 alle 13:30.
Al di fuori di tale orario, come pure nei giorni festivi, la Ditta non potrà a suo arbitrio far eseguire i
lavori che richiedano la sorveglianza da parte del personale di Acque Veronesi. Il lavoro al di fuori
dell’orario normale dovrà essere autorizzato e non è escluso che in alcune particolari situazioni si
debbano anticipare o posticipare gli orari indicati e richiedere la prestazione in giorni festivi senza
dare motivo di richieste di indennizzo o maggiorazioni unitarie.
Tutte le attività di manutenzione che richiedono la messa in fuori servizio degli impianti devono
essere concordate con la Direzione Lavori.
Lo svolgimento delle attività del programma mensile degli interventi approvato dal Responsabile
dei lavori sarà concordato con i responsabili di sede operativa.
ART. T6 - SERVIZIO DI REPERIBILITÀ’
E’ richiesto all’appaltatore servizio di reperibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per interventi urgenti
da eseguirsi al di fuori del normale orario di lavoro.
L’attivazione della Reperibilità, sarà comunicata in tempo utile all’appaltatore in modo che esso si
possa organizzare.
Solo dopo aver attivato la reperibilità é riconosciuto all'Appaltatore un compenso mensile
comprensivo e compensativo di tutti gli oneri che dovrà sostenere, come specificato nell’elenco
prezzi Unitari (EPU).
Gli interventi effettuati direttamente suoi luoghi degli impianti saranno liquidati in base alle parti di
ricambio utilizzate oltre al costo orario della mano d'opera impiegata, con il prezziario di
riferimento della Camera di Commercio di Verona.
Per tale servizio di reperibilità l’Appaltatore dovrà garantire una squadra formata da due persone
abilitate (art.T4), dotata degli opportuni mezzi ed attrezzature, per lo svolgimento del servizio di
reperibilità.
Tale squadra dovrà trovarsi entro 2 (due) ore dalla chiamata presso le sedi dell'Appaltante, o
presso gli impianti indicati.
L'Appaltatore dovrà pertanto comunicare per iscritto all’Appaltante un recapito telefonico al quale
far pervenire le chiamate effettuate in servizio di reperibilità.
Le chiamate in reperibilità potranno essere eseguite dalla NOC Nucleo Operativa di Controllo di
Acque Veronesi, dagli Assistenti in turno di reperibilità.
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ART. T7 -
SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO
L'Appaltatore è tenuto a garantire, nell'ambito del normale orario di lavoro, un servizio di pronto
intervento per lavori urgenti, da eseguirsi direttamente sul luogo degli impianti.
L’appaltatore è tenuto a garantire la disponibilità di un tecnico abilitato (art.T4) in grado di operare
su tutti gli impianti della stazione Appaltante.
La squadra dell'Appaltatore dotata degli opportuni mezzi ed attrezzature, dovrà essere a
disposizione dell'Appaltante entro 1 (uno) ora dalla chiamata, presso le sedi dell'Appaltante, o
presso gli impianti indicati.
All'Appaltatore sarà riconosciuto un compenso per il pronto intervento come indicato nell'elenco
prezzi Unitario (EPU), comprensivo e compensativo degli oneri che l'Appaltatore stesso deve
sostenere per la mancata programmazione del lavoro.
Gli interventi effettuati direttamente suoi luoghi degli impianti saranno liquidati in base alle parti di
ricambio utilizzate oltre al costo orario della mano d'opera impiegata, con il prezziario di
riferimento della Camera di Commercio di Verona. Sarà compito dell'Appaltatore provvedere ad
organizzare la squadra e lo svolgimento del lavoro secondo le richieste del Rappresentante
dell'Appaltante.
ART. T8 - RICOGNIZIONE QUADRI ELETTRICI
È prevista (se richiesta dalla stazione Appaltante) la gestione informatizzata della ricognizione
degli Impianti mediante registrazione e compilazione di un database “Access” che verrà
consegnato alla Ditta all’atto della consegna dei lavori. Nel database l’Appaltatore dovrà
compilare tutti i campi richiesti, con i dati rilevati durante la ricognizione dei quadri elettrici.
Durante la ricognizione degli impianti l’Appaltatore dovrà accertarsi che ogni impianto visitato
abbia a corredo tutta la documentazione prevista dalla Norma CEI 64-8 art. 514.5.1
La documentazione minima indispensabile è correlata al tipo di impianto ed alla sua
complessità, in generale risulta sufficiente possedere:
1. schemi elettrici di potenza, di distribuzione di tutti i quadri
2. schemi elettrici ausiliari di tutti i quadri
3. planimetrie dello stabile con indicazione dei quadri elettrici, delle linee elettriche, e tutte
le apparecchiature elettriche dislocate in campo
4. planimetria impianto di terra,
5. dichiarazione di conformità / dichiarazione di corrispondenza quadri ed impianti elettrici
6. elenco delle apparecchiature
7. manuali di istruzione ed uso delle apparecchiature
8. registro delle operazioni/verifiche di manutenzione eseguite sull'impianto previste dalle
leggi o Norme vigenti
Qualora gli impianti visitati risultassero carenti o sprovvisti di tali documenti l’Appaltatore dovrà
predisporre tutta la documentazione necessaria prevista dalla normativa vigente,
implementando o rifacendo quanto descritto nei punti precedenti.
Tale documentazione dovrà essere predisposta sia in formato cartaceo che su supporto
informatico, (file in dwg per le planimetrie e schemi elettrici, file doc. per i documenti, file xls.
per tabelle, file pdf per manuali ed istruzioni d’uso delle apparecchiature) mediante rilievo
presso gli impianti oggetto dell’appalto.
Per quanto riguarda i nuovi impianti che a richiesta dovessero essere affidati da Acque
Veronesi all’Appaltatore si farà riferimento anche alla documentazione prevista dalla Guida
CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici".
L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai disegni "AS BUILT" (che riportano
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l'impianto come è realizzato).
ART. T9 - SCHEDE MANUTENZIONE QUADRI ELETTRICI
Le schede di manutenzione che l’Appaltatore dovrà compilare nello svolgimento delle attività
sono riportate nel Programma di Gestione Informatizzato con denominazione “Schede
Manutenzione Quadri Elettrici” messe a disposizione dalla stazione Appaltante. Le schede di
manutenzione potranno essere modificate dalla stazione Appaltante in qualsiasi momento
senza che l’Appaltatore possa avanzare richieste di maggiori oneri.
ART. T10 - PREMESSA TERMINOLOGICA
Sono di seguito riportati i principali termini, con le relative definizioni, usati per definire la
manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Quasi tutti i termini sono tratti dalle norme UNI
EN ISO 9000, EN 13306, UNI 9910, UNI 10147 e UN1 10388 che costituiscono il riferimento
ufficiale. Il lettore è invitato a controllare sulla versione aggiornata di tali norme la validità delle
definizioni e le eventuali note esplicative a corredo delle stesse.
Termine
Definizione
Affidabilità
L'attitudine di una entità a svolgere una funzione richiesta in
condizioni date per un dato intervallo di tempo
vedere EN 13306 e UNI 9910
Disponibilità
Attitudine di un'entità a essere in grado di svolgere una
funzione richiesta in determinate condizioni a un dato
istante, o durante un dato intervallo di tempo, supponendo
che siano assicurati i mezzi esterni eventualmente necessari
vedere EN 13306 e UNI 9910
Efficienza
Rapporto tra i risultati ottenuti e le risorse utilizzate per
ottenerli
definizione della ISO 9000
Elemento, Entità,
Bene
Ogni parte, componente, dispositivo, sottosistema, unità
funzionate, apparecchiatura o sistema che può essere
considerata individualmente
vedere EN 13306 e UNI 9910
Manutenibilità
L'attitudine di un'entità in assegnate condizioni di
utilizzazione a essere mantenuta o riportata in uno stato nel
quale essa può svolgere la funzione richiesta, quando la
manutenzione è eseguita nelle condizioni date con
procedure e mezzi prescritti
vedere EN 13306 e UNI 9910
Manutenzione
(Combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative,
incluse le azioni di supervisione, atte a mantenere o
riportare un'entità in uno stato in cui possa eseguire la
funzione richiesta
vedere EN 13306, UNI 9910 e
UNI 10147
Manutenzione a
guasto o correttiva
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La manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di
un'avaria e volta a riportare un'entità nello stato in cui essa
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Note
vedere EN 13306 e UNI 9910
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possa eseguire una funzione richiesta
Manutenzione
ciclica
Manutenzione preventiva periodica in base a cicli di utilizzo
predeterminati
vedere UNI 10147
Manutenzione
predittiva
Manutenzione
preventiva
effettuata
a
seguito
dell'individuazione e della misurazione di uno o più
parametri, eventualmente estrapolando, secondo i modelli
appropriati del tempo residuo prima del guasto
vedere EN 13306
Manutenzione
preventiva
La manutenzione eseguita a intervalli predeterminati o in
accordo a criteri prescritti e volta a ridurre la probabilità di
guasto o la degradazione del funzionamento di un'entità
vedere EN 13300 e UNI 9910
Manutenzione
secondo
condizione
Manutenzione preventiva subordinata al raggiungimento di
un valore limite predeterminato
vedere EN 13306
Periodo di
ammortamento
tecnico dei beni:
Tempo previsto, espresso in anni, di ripartizione della spesa
sostenuta per l'acquisto di beni strumentali ammortizzabili
Valore di rimpiazzo
Costo necessario per sostituire gli impianti attuali con
impianti nuovi di caratteristiche tecnologiche e potenzialità
analoghe a quelli attuali
Vita utile
In certe condizioni, intervallo di tempo che inizia in un dato
istante e che termina quando il tasso di guasto è
inaccettabile, oppure quando si ritiene che l'entità non sia
riparabile a seguito di un'avaria o di altri fattori pertinenti
vedere UNI EN 15341 che
sostituisce UNI10388
Ai fini della presente norma, la
vita utile è la durata tecnica del
bene, che spesso coincide col
periodo
di
ammortamento
tecnico del bene.
vedere EN 13306
UNI 9910
Terminologia sulla fidatezza e sulla qualità del servizio
UNI10147
Manutenzione - Terminologia
UNI 10388
(sostituita dalla UNI EN 15341) Manutenzione - Indici di
manutenzione
UNI 10992
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NOTA: sarà ripubblicata come
"terminologia aggiuntiva alla
EN 13306
Previsione tecnico-economica delle attività di manutenzione
(budget di manutenzione) d'aziende produttrici di
beni/servizi. Criteri per la definizione, approvazione,
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gestione, controllo.
EN 13306
Manutenzione – Terminologia
Le definizioni che seguono derivano dalle normative vigenti alle quali si fa costantemente riferimento. La
manutenzione elettrica è in generale suddivisa in:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
ordinaria preventiva
ordinaria ciliclica
ordinaria su condizione
ordinaria migliorativa
ordinaria incidentale
ordinaria correttiva o di necessità
straordinaria.
Definizione
Descrizione
La manutenzione ordinaria è definita dal DM 337/08 art. 2 comma 1 "Manutenzione degli
impianti".
Per interventi di ordinaria manutenzione degli impianti si intendono tutti quelli finalizzati a
contenere il degrado normale d'uso, nonché a far fronte ad eventi accidentali che comportano
la necessità di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell'impianto su cui
si interviene o la sua destinazione d'uso secondo le prescrizioni previste dalla normativa
tecnica vigente e dal libretto di uso e manutenzione del costruttore.
La Guida CEI 03 “Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi
allegati" riporta le seguenti note:
MANUTENZIONE
ORDINARIA
1) Si tratta di interventi che non richiedono obbligatoriamente il ricorso ad imprese installatrici
abilitate, ma che comunque devono essere effettuate da personale tecnicamente qualificato.
Ad evitare responsabilità nello scegliere la persona idonea è pertanto consigliabile ricorrere
ad imprese abilitate anche per la manutenzione ordinaria.
2) Un esempio tipico di manutenzione ordinaria è rappresentato dalla sostituzione di piccole
apparecchiature dell'impianto, le cui avarie, usure, obsolescenze siano facilmente
riconoscibili, con altre di caratteristiche equivalenti
MANUTENZIONE PREVENTIVA: Quando i preposti intervengono in anticipo sul componente
e/o sull'impianto per mantenerlo in buon stato la manutenzione è "preventiva". Per analogia si
riporta quanto previsto dalla citata norma UNI 8364 che la definisce "manutenzione rivolta a
prevenire guasti, disservizi e riduzioni di efficienza e/o di funzionalità".
MANUTENZIONE CICLICA (periodica): Intervento di revisioni/riparazioni periodiche (a
cadenza prestabilita) con sostituzione di parti
MANUTENZIONE SU CONDIZIONE: Intervento di sostituzione effettuato sulla
(predittiva/proattiva) base della stima della vita residua di un componente, basata sul controllo
di una variabile fisica misurabile e tale da individuare con sufficiente anticipo il degradarsi del
sistema prima del presentarsi nell'avaria; se il componente supera la prova funzionale, rimane
installato
MANUTENZIONE MIGLIORATIVA: La manutenzione migliorativa si può esprimere nel
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comportamento dei preposti ad intervenire con piccole modifiche, che non incrementano
sensibilmente il valore patrimoniale dei componenti e/o dell'impianto, solo al fine di migliorare
le prestazioni e/o la sicurezza.
MANUTENZIONE INCIDENTALE: Conseguenza di un guasto; iparazione dopo avaria a
ripristinare la funzionalità
MANUTENZIONE CORRETTIVA O DI NECESSITÀ :La manutenzione correttiva o di
necessità si può esprimere nel comportamento dei preposti, di lasciare funzionare il
componente e/o l'impianto finché non si guasta. Poi lo si ripara o lo si sostituisce. Questa
forma di manutenzione può essere inserita nei contratti di manutenzione con la
denominazione: "Interventi su chiamata”.
PRONTO
INTERVENTO
Intervento che ha come obiettivo primario il ripristino del funzionamento della linea e deve
essere effettuato subito. Questa forma di manutenzione può essere inserita nei contratti di
manutenzione con la denominazione: "Interventi in regime di Reperibilità”.
Secondo la Guida CEI 0-3 (Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e
relativi allegati) per manutenzione straordinaria di un impianto "si intendono gli interventi, con
rinnovo e/o sostituzione di sue parti, che non modificano in modo sostanziale le sue
prestazioni, siano destinati a riportare l'impianto stesso in condizioni ordinarie di esercizio,
richiedano in genere l'impiego di strumenti o attrezzi particolari, di uso non corrente, e che
comunque non rientrino negli interventi relativi alle definizioni di nuovo impianto, di
trasformazione e di ampliamento di un impianto e che non ricadano negli interventi di
manutenzione ordinaria. Si tratta di interventi che, pur senza obbligo di redazione del progetto
da parte di un professionista abilitato, richiedano una specifica competenza tecnicoprofessionale e la redazione dell'installatore della dichiarazione di conformità".
Per meglio chiarire il concetto di manutenzione straordinaria la Guida CEI 0-3 riporta alcuni
esempi:
sostituzione di un componente dell'impianto con un altro avente caratteristiche diverse;
sostituzione di un componente o di componenti guasti dell'impianto per la cui ricerca siano:
1.
richieste prove ed un accurato esame dei circuiti;
2.
aggiunta o spostamento di prese a spina su circuiti esistenti;
3.
aggiunta o spostamento di punti di utenza (centri luce, ecc.) su circuiti esistenti.
MANUTENZIONE
STRAORDINARIA
Tipologia d'interventi non ricorrenti e d'elevato costo, in confronto al valore di rimpiazzo del
bene e ai costi
annuali di manutenzione ordinaria dello stesso,
Gli interventi inoltre:
• possono prolungare la vita utile e/o in via subordinata, migliorarne l’efficienza, l'affidabilità, la
produttività,
la manutenibilità e l’ispezionabilità.
• non ne modificano le caratteristiche originarie (dati di targa, dimensionamento, valori
costruttivi,
ecc.) e la struttura essenziale; • non comportano variazioni di destinazioni d'uso del bene. •
Generalmente ì costi relativi devono essere previsti nel budget di manutenzione (vedere UNI
10992).
• L'intervento deve essere evidenziato contabilmente; il costo sostenuto per la sua
realizzazione può essere: • attribuito all'esercizio finanziario in cui gli interventi sono stati
realizzati • capitalizzato nel rispetto delle leggi e regolamenti amministrativi e fiscali vigenti,
purché determini l'incremento del valore patrimoniale del bene (sostituzioni di componenti
importanti, rifacimento parti del bene, interventi su beni che ne comportino un aumento
significativo della vita utile
AV 05/2010
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Codice AV 05/2010 NT
NOTA::Questa tipologia comprende tutti quegli interventi che possono essere:
• programmati preventivamente ed inseriti nel budget di manutenzione dell'anno corrente •
accidentali e quindi non previsti nel suddetto budget (extra budget). Gli interventi relativi a
questa tipologia hanno tutti i requisiti di non ripetitività e di costo elevato. Alcuni possono
essere capitalizzati in quanto oltre ai suddetti requisiti presentano caratteristiche tecniche,
finanziarie o di legge tali da consentire l’incremento del valore patrimoniale del bene. Ogni
intervento di manutenzione straordinaria deve essere contabilizzato separatamente (per
esempio con gli strumenti tipici della contabilità analitica o industriale) ai fini della destinazione
finale del loro costo
Si considerano lavori di manutenzione straordinaria ampliamenti di impianti esistenti,
la loro realizzazione ex novo, la sostituzione di quadri elettrici principali, la
realizzazione o il rifacimento di linee principali d'alimentazione, ecc. che comportano
comunque una nuova certificazione. Va tenuto presente che la finalità della
manutenzione straordinaria è anche quella di mantenere nel tempo il livello
tecnologico dell'impianto al fine di garantire gli standar di sicurezza previsti dalla
normativa.
Commento
DOCUMENTAZIONE
NECESSARIA
Ogni impianto deve essere opportunamente documentato come previsto dalla Norma CEI 648 art. 514.5.1 "Schemi elettrici". In genere devono essere forniti schemi, diagrammi o tabelle,
in accordo con la Norma CEI 3-32 "Raccomandazioni generali per la preparazione degli
schemi elettrici", che indichino in particolare: il tipo e la composizione dei circuiti (punti di
utilizzazione, numero e sezione dei conduttori, tipo di condutture elettriche); le caratteristiche
necessarie all'identificazione dei dispositivi che svolgono la funzione di protezione, di
sezionamento e di comando e la loro dislocazione. Per gli impianti non soggetti ad obblighi di
progettazione le informazioni sopra citate possono essere date sotto forma di elenco dei
relativi componenti elettrici. Al fine di garantire che il personale addetto alla manutenzione e
alla gestione dell'impianto operi con un sufficiente grado di sicurezza deve essere messo in
condizione di conoscere come è realizzato l'impianto elettrico o la macchina e pertanto deve
disporre dei disegni e della documentazione tecnica necessaria ad operare in sicurezza,
inoltre la documentazione può ridurre notevolmente i tempi di intervento del manutentore e di
conseguenza limitare i relativi costi. La documentazione minima indispensabile è correlata al
tipo di impianto ed alla sua complessità, in generale risulta sufficiente possedere:- schemi
elettrici di tutti quadri sia di bassa tensione sia di media tensione;- planimetrie con indicata
l'ubicazione dei quadri elettrici di comando e protezione con il percorso delle linee principali e
secondarie; - planimetrie con riportate le varie utilizzazioni elettriche e relative potenze, sono
molto utile le indicazioni dei percorsi e le sezioni delle condutture che alimentano le singole
utilizzazioni; - registro dei principali guasti rilevati durante l'esercizio dell'impianto; registro
delle operazioni di manutenzione eseguite sull'impianto; - registro delle verifiche eseguite e
previste dalle leggi o Norme vigenti; - registro dei dati delle fatture dell'ente distributore
riguardanti: energia attiva consumata, energia reattiva consumata, fattore di potenza indicato,
potenza massima prelevata. Per quanto riguarda i nuovi impianti si farà riferimento anche alla
documentazione prevista dalla Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione
di progetto degli impianti elettrici". L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai
disegni "AS BUILT" (che riportano l'impianto come è realizzato)
MANUTENZIONE A
GUASTO O DI
EMERGENZA
Manutenzione la cui esecuzione risponde alla rilevazione di uno stato di avaria ed ha come
scopo il ripristino dell’entità guasta.
TITOLARE DELLA
MANUTENZIONE DI
UN IMPIANTO
ELETTRICO
Persona fisica o giuridica che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalle normative
vigenti e di idonea capacità tecnica, economica, organizzativa, è delegata dalla Stazione
Appaltante ad assumere la responsabilità di esercizio degli impianti, della manutenzione
ordinaria e straordinaria degli stessi, dell’adozione di tutte le misure miranti al rispetto del
contenimento dei consumi energetici e di tutte le procedure in materia di igiene ambientale e
sicurezza sul lavoro. Nel caso degli impianti elettrici oggetto di gara il possesso dei requisiti
richiesti è dimostrato mediante: 1. iscrizione alla CCIAA o all’albo degli Artigiani, ai sensi della
legge 5 marzo 1990, n. 46 e smi, ed abilitazione con riferimento alle lettere a), b) e g) dell’art.
1 della stessa legge; 2. possesso della certificazione di operare in regime di garanzia della
qualità, ai sensi delle norme UNI EN ISO 9000, per l'attività di gestione e manutenzione degli
impianti elettrici.
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Bassa Tensione
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.3)
Per il rispetto dovuto alle disposizioni di legge [5], viene assunto come BT il livello di 1.000 V,
sia in corrente continua, sia in corrente alternata, essendo questa la soglia oltre la quale non è
più consentita l’ attività sotto tensione senza l’abilitazione di legge prevista dai riferiti Decreti
ministeriali(3).
Lavoro Elettrico
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.8)
Si è in presenza di lavoro elettrico quando si accede alle parti attive di un impianto e, in
conseguenza di ciò, se ne adattano le misure di sicurezza, si è esposti ad un rischio elettrico.
DL e DV rappresentano (figura1), rispettivamente, il limite esterno della zona di lavoro sotto
tensione e della zona prossima; zone la cui invasione comporta un rischio che la Norma
impone di controllare. DL assume, in pratica, il significato a suo tempo attribuito alla distanza
di guardia.
Nella tabella 3 sono messi a confronto alcuni valori di DL e DV previsti dalla Norma CEI EN
50110 e dalla Norma in argomento.
Distanza Limite DL
Distanza di
Prossimità DV
L’aspetto più significativo è senz’altro costituito dalla marcata differenza concettuale, per gli
impianti di bassa tensione, fra l’approccio utilizzato in sede comunitaria (DL = 0 e DV = 30 cm)
e quello nazionale, dove si continua ad assumere: DL = 15 cm e DV = 65 cm, non potendo
non tener conto dei vincoli presenti nella legislazione nazionale(5). L’impostazione europea è
solo apparentemente meno restrittiva, sussistendo l’obbligo di attuare delle misure di
sicurezza, per non andare a contatto con la parte attiva, non appena viene invaso la spazio di
prossimità, fissato dalla Norma CEI EN 50110 in 30 cm. Tutto ciò deriva dal fatto che DL e DV
sono distanze con un significato convenzionale e non prettamente fisico. Per le tensioni
maggiori, si può notare il criterio maggiormente conservativo adottato dal CEI, in particolare
per la determinazione della distanza di prossimità, ripresa da una regola non più esplicitata in
sede europea:
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.8 e 3.11)
DV = DL + K
dove K vale:
- 50 cm per U <= 1 kV
- 100 cm per 1 < U £ 110 kV
- 200 cm per U > 110 kV,
con U: tensione nominale del sistema elettrico interessato.
Decadono, pertanto, anche i valori riportati dalla Variante V1, già richiamata, in funzione della
tensione di tenuta ad impulso dei componenti dell’ impianto. Va detto, però, che l’ adozione di
distanze limite più elevate porta a ridurre, come vedremo a proposito del lavoro in prossimità, i
margini utili per non penetrare nella zona di lavoro sotto tensione.
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Figura 1 Distanza limite (DL) e distanza di prossimità (DV)
Maggiorazione
Ergonomica e
Distanza Sicura
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.12 e 3.13)
Commento
La prima va sommata a DL per ottenere la seconda, definita coma la misura cautelativa per
non invadere involontariamente il volume della zona di lavoro sotto tensione. La distanza
sicura, che viene utilizzata nei lavori in prossimità di parti attive non in sicurezza, può essere
adottata solamente in casi particolari, dopo aver verificato l’ effettiva efficacia.
Commento
Zona di Intervento
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.12 e 3.17)
Terra di
sezionamento
(da CEI 11 – 27 /
AV 05/2010
E’ riferita all’ attività sotto tensione in BT. Viene specificato che deve essere di dimensioni
contenute (nella pratica si è consolidato accettabile un volume non superiore a 50 x 50 x 30
cm), affinché l’ operatore possa avere sotto controllo tutte le parti attive su cui interviene. Nel
quale caso, è accettato anche che le installazioni non siano tutte perfettamente frontali alla
visuale dell’ operatore. La non tassatività della delimitazione si riferisce alle situazioni presenti
in molti quadri di bassa tensione, dove le parti attive diverse da quelle su cui si opera sono
diverse.
Commento
La definizione richiama l’opportunità di valutare casso per caso l’ inserimento della messa a
terra nei punti in dove vengono effettuati i sezionamenti. Per fare un esempio la chiusura del
sezionatore di terra ST in un impianto, quando non sostitutiva della messa a terra di lavoro
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2005 p.3.25)
perché non visibile e non sotto il controllo del PL e degli addetti, è sovente effettuata allo
scopo di impedire la richiusura intempestiva del sezionatore di linea SL’ assolvendolo così alla
seconda delle cinque regole essenziali per operare fuori tensione. Ciò, però, comporta il
trasferimento sul posto di lavoro, quando questo si trovi in posizione indipendente, dalla
tensione totale di terra UE nel caso si verifichi un guasto a terra all’ interno dell’ impianto dove
è stata effettuata la messa a terra di sezionamento. Sulla questione si ritornerà per
commentare i provvedimenti da prender per l’equipotenzializzazione del posto di lavoro,
qualora in sito non sia presente una rete di terra.
Commento
Terra di lavoro
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.26 e
11.2.6 – 1-2-3)
AV 05/2010
La messa a terra ed il cortocircuito costituisce la fondamentale misura di sicurezza per
lavorare fuori tensione. Tuttavia, la sua messa in opera non è sempre obbligatoria ; lo diventa,
ad esempio, per lavori sugli impianti di bassa tensione, se non è stato possibile il
sezionamento di tutte le fonti di possibile alimentazione, e sulle linee elettriche aeree BT, se
sussistono rischi di contatti diretti i influenze con altre linee intersecate o parallele.
In questi casi, se non è possibile l’ installazione della messa a terra ed in cortocircuito sul
posto di lavoro, ad esempio per inaccessibilità delle parti attive dell’ impianto, occorre operare
secondo le procedure previste per l’ esecuzione dei lavori sotto tensione. Le caratteristiche ed
i requisiti della messa a terra ed in cortocircuito, sono:
•
deve risultare visibile dal posto di lavoro a tutti gli addetti
•
deve essere apposta da entrambi i lati in caso d’ interruzione del circuito
•
per i cavi AT deve essere effettuata ed entrambi gli estremi sezionati o nei punti nudi
più vicini ad essi; in questo caso le terre di sezionamento assumono la valenza di
terre di lavoro
•
la sua installazione è completa del PL.
L’ accesso ai conduttori o anche semplicemente allo schema del cavo, se questo non è
identificabile a vista da terminale a terminale, è subordinato alla sua univoca individuazione
sul posto di lavoro, anche mediante tranciatura o perforazione. Nel diagramma di figura 4
è,invece, riportato il caso tipico delle condizioni, tutte da verificare, per operatori fuori tensione
su una linea elettrica di AT, mettendo a terra solamente il conduttore su cui si lavora,
senza,quindi, dover installare anche il cortocircuito fra tutti i conduttori (art. 6.2.4.3, Norma
CEI EN 50110). La condizione più difficile da realizzare è l’ ultima, perché comporta un
posizionamento degli addetti,dimensione dell’ attrezzatura e dei mezzi di accesso tali da
rendere impossibile l’ invasione della distanza DL degli altri conduttori.
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Fig.4
Caso
particolare di lavoro su un solo conduttore di una linea AT
Impianto di lavoro
complesso
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.27)
AV 05/2010
Commento
La definizione è molto articolata. L’ emissione dei Piani di lavoro e d’ intervento è obbligatoria
se il lavoro deve essere eseguito su un impianto complesso. Forse era sufficiente demandare
al Piano della sicurezza aziendale l’ individuazione degli impianti e dei lavori complessi. Ad
esempio, considerando a maggior rischio i lavori sulle installazioni a tensione superiore a 1 kV
e anche sugli impianti BT qualora sussista la possibilità di invadere la zona prossima di
impianti AT, avendo però cura di attuare una drastica coincidenza del RI con il PL. Una
individuazione univoca dell’ impianto complesso, aderente al dettato della Norma, si può
ricavare seguendo il diagramma della figura 5, dove per altro resta ancora l’ indeterminatezza
dovuta alla locuzione: “ presenza di circuiti AT” che, in senso restrittivo, può essere estesa
alle situazioni di lavoro in prossimità.
Lascia qualche perplessità la delega rilasciata al PL, al quale, come già detto, non spetta la
valutazione del rischio, nel caso di specie, di stabilire se particolari condizioni, possono
elevare un lavoro a livello complesso con le relative considerazioni procedurali. La valutazione
della complessità del lavoro deve precedere la fase operativa, proprio perché può risultare
pregiudizievole della sicurezza doverlo decidere sul campo.
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Figura 5 Definizione d’ impianto elettrico complesso
Commento
Piano di Lavoro
(PdL)
AV 05/2010
Avendo la Norma CEI EN 50110 (art. 4.3) sancito l’ obbligo della preparazione scritta dei
lavori complessi, la nuova Norma prevede di darvi attuazione mediante la predisposizione di
due documenti, che devono contenere l’ individuazione e la valutazione dei rischi dello
specifico lavoro. In essi s’ intrecciano, senza una distinta collocazione, prescrizioni d’
esercizio (manovre per cambio dell’ assetto dell’ impianto, taratura delle protezioni, ecc..) con
disposizioni e comunicazioni che attengono l’ applicazione delle regole fondamentali per
operare in sicurezza, nonché le altre misure eventualmente necessarie. Il PdL (mod. PL1) è di
competenza del RI, con la collaborazione del PL (vedasi anche art. 11.3) .
Quest’ ultimo deve poi redigere il Piano d’ intervento (mod. PI 1), che costituisce una vera e
propria pianificazione delle fase operative. Il Piano d’ intervento è una sorta di documento
autoreferenziale del PL, in quanto non è previsto che sia sottoposto ad alcuna approvazione
da parte delle figure che entrano nel processo lavorativo. Nella pratica c’ è da attendersi che
sarà applicata sistematicamente la deroga, di cui all’ art. 8.4, che contempla la possibilità di
elaborare un unico documento. La Norma, in questo caso, non fornisce un facsimile di
modulistica, la cui compilazione verosimilmente compete al RI, ancorché non sia esplicitato.
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Codice AV 05/2010 NT
Commento
Consegna
dell’impianto
(da CEI 11 – 27 /
2005 p.3.30 e
7.5.4.3)
Per l’ espletamento di questa azione è previsto un documento (mod. CR1), con il quale l’
impianto oggetto dei lavori viene consegnato dal RI al PL e da questi restituito al termine dagli
stessi.
La disposizione trae la sua origine, per gli impianti AT,, dall’ art. 346 del DPR 547/55. ora,
riprendendo quanto già contemplato dalla cessata normativa (11) , l’ obbligo viene esteso
anche agli impianti BT tutte le volte che RI non coincide con il PL. Per altro, nei lavori fuori
tensione non appare possibile effettuare la consegna mediante una comunicazione orale
documentata, dovendo RI trovarsi sul posto di lavoro per poter identificare e delimitare, al PL,
l’ impianto o la parte di esso sede dei lavori. E’ possibile, pur in presenza di lavoro complesso,
omettere la compilazione del Piano d’ intervento se il lavoro è di tipo ipetitivo/standardizzato,
per il quale l’ azienda abbia predisposto delle apposite schede metodo di
lavoro (mod. PI 2) ,che descrivono:
_ in quali condizioni devono trovarsi gli impianti presi in consegna
_ le misure di sicurezza da adottare
_ l’ attrezzatura di sicurezza e DPI da impiegare
_ la sequenza e la descrizione delle fasi operative.
In questo caso il PL, in pratica, sottoscrive solamente il mod. PI 2, che contiene le disposizioni
di cui sopra, impegnandosi al loro rispetto. La consegna dell’ impianto è prevista anche nel
caso di lavori sotto tensione [art. 12.5.1 – i]. Poiché il soggetto responsabile di garantire la
continuità del funzionamento dell’ impianto è il RI, questi deve comunque mantenersi in ogni
istante in contatto con il PL, sia per poter ripristinare il servizio in modo tempestivo, qualora
durante i lavori sia stato provocato un guasto temporaneo, sia, soprattutto, per la salvaguardia
della sicurezza degli operatori durante il rilancio di tensione per la riattivazione del servizio
momentaneamente interrotto, sostitutiva della consegna, per gli impianti non complessi, è la
delega temporanea alla conduzione dell’ impianto per la durata dei lavori e limitata alla sola
parte sede dei lavori. In questo modo, il PL è autorizzato ad operare sugli organi di
sezionamento e protezione per la disalimentazione dell’ impianto in tutti i casi ne ravvisi la
necessità ai fini della sicurezza.
La Norma non esemplifica né il modulo per la consegna di impianti in tensione, né quello per l’
eventuale delega.
AFFIDABILITÀ
Attitudine di un apparecchio, o di un impianto, a conservare funzionalità ed efficienza per tutta
la durata della sua vita utile, ossia per il periodo di tempo che intercorre tra la messa in
funzione ed il momento in cui si verifica un deterioramento, od un guasto irreparabile o per il
quale la riparazione sia sconveniente.
VITA PRESUNTA
Vita che, in base all’esperienza, si può ragionevolmente attribuire ad un apparecchio/impianto.
DETERIORAMENTO
DISSERVIZIO
GUASTO
Diminuzione di funzionalità e/o efficienza di un apparecchio od un impianto;
Condizione che si verifica quando un apparecchio o un impianto va fuori servizio.
Condizione che si verifica quando un apparecchio od un impianto non é più in grado di
adempiere alle sue funzioni.
RIPARAZIONE
Ripristino della funzionalità e/o dell’efficienza di un apparecchio o di un impianto.
CONTROLLO
Procedimento di verifica della funzionalità e/o dell’efficienza di un apparecchio o di un
impianto. Capitolato d'Oneri
REVISIONE
Effettuazione di un controllo generale di un apparecchio o di un impianto (operazione che può
implicare smontaggi, sostituzione di parti, rettifiche, aggiustaggi, lavaggi ecc.).
AV 05/2010
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Codice AV 05/2010 NT
ART. T11 -
REGOLE SULLA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI PER LA MANUTENZIONE
I lavori di manutenzione presso gli impianti di Acque Veronesi dovranno garantire la massima
sicurezza agli operatori, e pertanto, è fatto divieto di eseguire lavori in tensione.
Qual’ora si riscontrasse la necessità di operare in tensione si dovranno adottare tutte le
precauzioni del caso, applicando le procedure più restrittive e la normativa vigente in materia
di lavori in tensione. Si ricorda che le manutenzioni debbono essere eseguite da personale
qualificato secondo le norme CEI in vigore" (es. la CEI 11-15 o la CEI 11-34, fasc. 2763 sui
lavori sotto tensione ).
Le manovre per la messa fuori servizio di una parte o tutto l'impianto dovranno essere
concordate con la Direzione Lavori o con l’Assistente designato da Acque Veronesi.
Il "manutentore" dell’Appaltatore, che opererà sulla parte di impianto, con circuito aperto,
sezionato a monte e messo a terra, deve essere certo che tale posizione degli organi di
manovra (es. interruttori) permanga durante tutto il lavoro. Pertanto, è fatto obbligo chiudere a
chiave i quadri elettrici in modo da poter agire, in sicurezza, anche lontano da questi. Dopo
aver delimitato le zone su cui operare, apporrà l’apposita segnaletica con i cartelli monitori
"lavori in corso. non effettuare manovre".
ART. T12 - ACCETTAZIONE DEI MATERIALI
L’accettazione dei materiali verrà effettuata in conformità art. 11 del Capitolato Generale
d’Appalto sez. amministrativa.
Il Responsabile Lavori può rifiutare il qualunque tempo i materiali e i componenti mal conservati
dopo l’introduzione in cantiere o che per qualsiasi causa non fosse conforme alle caratteristiche
tecniche, In quest’ultimo caso l’appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con i materiali
prescritti dal R.L. a sue spese.
Il responsabile lavori o l'organo di collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi ancorché
non prescritte dal capitolato speciale d'appalto ma ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei
materiali o dei componenti, le relative spese sono poste a carico dell'appaltatore.
ART. T13 - GARANZIA SUI MATERIALI INSTALLATI
La Ditta dovrà garantire i componenti installati per un minimo di 24 (ventiquattro) mesi dopo
l'avvenuta installazione e ne sarà comunque garante per tutta la durata della vita media del
componente o dell’apparecchiatura installata. In caso di malfunzionamenti, anomalie o difetti
dei pezzi utilizzati come ricambi, dipendenti da vizi di fabbricazione o da non idonea
installazione e/o manutenzione, la Ditta dovrà provvedere tempestivamente alla sostituzione
totale o parziale degli stessi al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza e di buon
funzionamento dell'intero impianto. Tali interventi non comporteranno costi aggiuntivi, né di
mano d'opera né di materiale, per la Stazione Appaltante. La garanzia non viene estesa a quei
componenti che normalmente presentano un naturale decadimento nelle prestazioni e che
richiedono più sostituzioni nell'arco dei 24 (ventiquattro) mesi, laddove l’anomalia e/o il difetto
sia chiaramente attribuibile a tale decadimento.
Qualora la Stazione Appaltante rifiuti dei materiali o apparecchiature, perché ritenuti a suo
insindacabile giudizio non adatti e quindi non accettabili, la Ditta non potrà utilizzarli e dovrà,
ove già posti in opera, rimuoverli a sua cura e spese e sostituirli con altri che soddisfino alle
condizioni prescritte.
AV 05/2010
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Codice AV 05/2010 NT
ART. T14 - PRESCRIZIONI TECNICHE SUI MATERIALI E MODALITA’ DI POSA
Le prescrizioni tecniche che
apparecchiature e materiali.
seguono
rappresentano quelle
minime
richieste
per
Nel caso vengano richieste caratteristiche diverse da quelle indicate in questa parte, esse
saranno chiaramente precisate dal Responsabile Lavori.
La progettazione e l’installazione dell’impianto elettrico devono essere conformi alle norme CEI
applicabili.
1. Conduttori di terra e di protezione
I conduttori di terra e di protezione devono avere sezione adeguata per sopportare le eventuali
sollecitazioni meccaniche alle quali potrebbero essere sottoposti in caso di guasti, calcolata
e/o dimensionata secondo quanto stabilito dalle norme CEI.
La sezione dei conduttori deve essere tale che la massima corrente di guasto non provochi
sovratemperature inammissibili per essi.
Modalità di posa
Le giunzioni fra elementi del dispersore devono essere protette contro le corrosioni.
Il conduttore di protezione in dorsale ed in montante, se isolato, non deve essere interrotto ad
ogni scatola di derivazione, ma semplicemente liberato dall'isolamento per il tratto
corrispondente al morsetto di derivazione, si deve quindi fare uso di morsetti passanti.
La sezione del conduttore di protezione principale deve rimanere invariata per tutta la sua
lunghezza.
Ai fini della equalizzazione del potenziale, tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili
destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche
accessibili esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore devono essere collegate
all'impianto di terra.
Tali collegamenti devono essere realizzati con conduttori isolati giallo/verde da 6 mm².
I morsetti di collegamento alle tubazioni, che devono essere preventivamente approvati dalla
Direzione Lavori, devono assicurare un contatto sicuro nel tempo.
Nei casi in cui sia interessato l'impianto per la protezione contro le scariche atmosferiche, il
collegamento deve essere effettuato con corda di rame nuda da 35 mm².
Vanno quindi eseguiti in particolare i seguenti collegamenti equipotenziali mediante
connessione all'impianto di terra:
tubazioni in ingresso ed uscita dai vani tecnici
canalizzazioni in lamiera in ingresso ed uscita dai locali tecnici ed in corrispondenza delle
uscite dai cavedi
tubazioni nei cunicoli
masse metalliche, guadi, parapetti, scale, ecc. se costituenti masse estranee
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2. Quadri di bassa tensione
I quadri devono contenere le apparecchiature di manovra e protezione, a norme CEI 23-3 o CEI
17-5. Inoltre i quadri elettrici di Bassa Tensione, di cui sopra basati su involucri a norma CEI1713/1, dovranno essere Certificati dal costruttore dello stesso secondo quanto richiesto dalla
norma CEI 17-13/1.
I quadri elettrici avranno:
Targa d’identificazione
nome o marchio di fabbrica del costruttore
tipo numero o altro mezzo d’identificazione
marcatura visibile, leggibile e indelebile
Dichiarazione di conformità CE e fascicolo tecnico
Dichiarazione di conformità secondo CEI1713/1
numero marchio di fabbrica del costruttore
tipo numero o altro mezzo d’identificazione
elenco caratteristiche meccaniche, elettriche e condizioni d’impiego
rapporto prove effettuate da strumento di misura
elenco materiali utilizzati
schemi elettrici con siglatura dei circuiti e dei componenti
disposizioni di sicurezza, avvertenze
Quadri di distribuzione
Serviranno essenzialmente per la distribuzione a bassa tensione. I quadri, se non
diversamente richiesto, dovranno essere normalizzati per le seguenti caratteristiche:
tensione nominale 500V a 50 Hz;
tensione di tenuta a frequenza industriale per 1 minuto 2.500 V; correnti di corto circuito per 1
secondo 25 kA o 50 kA.
I quadri saranno costituiti da colonne modulari bullonate tra di loro in lamiera di acciaio
stampata da 20/10, suddivise in cassetti estraibili se prescritto. Ogni colonna sarà suddivisa
nelle seguenti parti:
celle modulari per il contenimento di interruttori e accessori
celle modulari per il contenimento della strumentazione
celle modulari per il contenimento delle apparecchiature di avviamento dei motori
struttura per il contenimento delle barre collettrici e delle barre di derivazione agli
interruttori
struttura per l'alloggiamento dei cavi
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zoccolo posto nella parte inferiore del comparto
telaio di base costituito in acciaio a "C" opportunamente rinforzato da ferri trasversali.
Ogni scomparto avrà un'altezza e dimensioni di base tali da consentire la corretta installazione
delle apparecchiature.
Tutte le parti dello scomparto precedentemente indicate devono essere segregate fra di loro
con appositi divisori in lamiera e devono essere facilmente accessibili a mezzo di porte o
pannelli.
In tutti i quadri di bassa tensione in cui siano previste connessioni in sbarra, queste devono
essere realizzate in piatto di rame elettrolitico ed essere dimensionate per le correnti nominali
e di corto circuito prescritte.
Le sbarre devono essere ancorate e sostenute da morsettoni, setti e/o supporti reggisbarre in
materiale isolante tali da assicurare le tenuta agli sforzi elettrodinamici conseguenti alle
correnti di guasto dell'impianto.
Particolare cura deve essere posta nella realizzazione delle giunzioni, per ridurre la resistenza
di contatto e contenere le conseguenti sovratemperature.
La sbarre saranno così dimensionate:
per le principali, in base alla corrente nominale del quadro
per le derivazioni agli interruttori posizionati su singoli pannelli (sbarre verticali) per la
sommatoria delle correnti nominali degli interruttori alimentati moltiplicando per un coefficiente
di riduzione pari a 0,8 per le derivazioni alle apparecchiature in base alla corrente massima del
calibro delle stesse.
Le connessioni in cavo devono essere limitate al minimo indispensabile; in tutti i casi in cui sia
possibile devono essere utilizzate sbarre.
I cavi utilizzati all'interno dei quadri per le connessioni di potenza devono essere unipolari in
rame, con isolamento in gomma non propagante l'incendio e a ridotta emissione di fumi e gas
tossici, tipo N07G9-K.
Le sbarre e le connessioni principali e di derivazione devono sempre costituire un sistema
trifase con neutro e conduttore di protezione separati (sistema TN-S).
Nel caso sia previsto un sistema di distribuzione TN-C, deve essere possibile collegare
rigidamente tra loro le sbarre di neutro e di messa a terra.
La sequenza delle fasi deve essere, guardando il fronte del quadro, RSTN da sinistra a destra,
dal fronte verso il retro e dall'alto verso il basso.
Con l’installazione delle nuove apparecchiature andranno verificate le portate degli interruttori
sulle sbarre a monte dei quadri e il grado di rifasamento complessivo dell’impianto.
3. Quadri esterni
I quadri da installare all'esterno, ovvero nei casi in cui ciò sia espressamente indicato, devono
essere stagni alle intemperie, con grado di protezione IP 66, in vetroresina, Peraluman o altri
materiali plastici o metallici adatti allo scopo.
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4. Messa a terra dei quadri ed impianto di terra
I quadri devono essere percorsi longitudinalmente da una sbarra di terra in rame, solidamente
imbullonata alla struttura metallica, avente sezione minima pari a 250 mm².
La struttura e gli elementi di carpenteria devono essere elettricamente collegati fra loro per
garantire una efficace messa a terra.
Le estremità della sbarra di terra devono essere dotate di attacchi per il collegamento in cavo
alla maglia di terra generale.
I quadri secondari a parete possono essere dotati, in sostituzione della sbarra di terra, di adatti
morsetti aventi superficie di contatto adeguata alle correnti di guasto previste.
Esiste un unico impianto di messa a terra in conformità alle vigenti normative. L’ampliamento
del dispersore sarà costituito da una rete elettrosaldata che costituisce l’armatura della quinta
vasca e con picchetti in rame o acciaio zincato ove necessario.
Tutte le masse degli apparecchi utilizzatori saranno collegate a terra ed inoltre saranno
eseguiti tutti i collegamenti equipotenziali secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8.
Il collegamento a terra delle masse sarà eseguito secondo il sistema TN-S, attestando i
conduttori di protezione alle sbarre colletrici dei quadri.
L'Appaltatore dovrà collegare tutti i macchinari dell'impianto alla rete di terra esistente integrandosi con essa.
Alla fase realizzativa fa seguito la verifica, a cura dell'Appaltatore, dell'impianto di terra.
Sono comprese le seguenti misure:
resistività del terreno (misura da effettuare prima del progetto)
resistenza totale di terra
tensione di passo contatto all'interno e all'esterno dell'area
equipotenzialità
tensioni trasferite
prova di continuità delle condutture di protezione ed equipotenziali.
Il tutto è corredato da relazione descrittiva di calcolo e di misura, completa di schemi e disegni,
e dai moduli per denuncia ASL o ISPESL.
Tutte le intelaiature, mensole, apparecchiature, carcasse di macchinario, casse metalliche ecc.
che potrebbero accidentalmente venire a contatto elettrico con parti in tensione, ovvero essere
colpite da scariche atmosferiche, devono essere messe elettricamente e rigidamente (cioè
senza l'interposizione di interruttori o fusibili) a terra, con un conduttore di sezione adeguata,
secondo le norme CEI, con sezioni crescenti con la tensione e l'estensione della rete
connessa.
In particolare dovranno essere realizzati gli impianti di messa a terra, completi di tutti i
collegamenti necessari, non solo per le apparecchiature elettromeccaniche, ma anche per
tutte le masse metalliche (parapetti, lamiere, grigliati, infissi, strutture in carpenteria metallica
ecc.), che a norma di legge devono essere messe a terra.
La resistenza del sistema di terra sarà contenuta entro i seguenti valori massimi:
per sistemi a bassa tensione: 10/15 Ohm valore: 2 Ohm;
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per scaricatori: 5 Ohm.
In ogni caso la resistenza di terra sarà tale che le tensioni di passo o di contatto che possono
verificarsi durante i guasti non siano superiori a:
50 V quando non si provveda alla eliminazione rapida dei guasti;
125 V quando si provveda all'eliminazione dei guasti entro 1 s;
250 V quando si provveda alla eliminazione dei guasti entro 0,5 s.
Comunque l'impianto di terra deve soddisfare le norme CEI vigenti.
Nel dimensionamento dei dispersori di terra va tenuto conto che i valori sopraindicati debbono
essere sempre verificabili e che è quindi desiderabile avere valori iniziali sensibilmente inferiori
a causa del peggioramento naturale con il tempo.
I dispersori di terra devono essere segnalati con appositi cartelli indicatori.
5. Apparecchiature principali
Le apparecchiature montate all'interno dei quadri devono possedere caratteristiche tecniche
adeguate a quelle delle utenze da alimentare ed ai livelli di corto circuito previsti.
a) Interruttori automatici
Gli interruttori automatici impiegati all'interno dei quadri di BT possono essere di tipo aperto,
scatolato o modulare, a seconda del tipo di utilizzazione previsto e dalla corrente nominale
delle utenze da proteggere.
Gli interruttori devono essere in esecuzione bipolare, tripolare o tetrapolare in funzione del tipo
di utenza, dei vincoli normativi e del sistema di neutro utilizzato.
Gli interruttori devono sempre essere dotati di dispositivi di protezione magnetotermici su tutte
le fasi. Gli interruttori utilizzati per l'avviamento di motori devono essere dotati preferibilmente
di sola protezione magnetica coordinata con i contattori e i relé termici posti a valle.
Il conduttore di neutro deve essere interrotto e protetto in conformità alle prescrizioni delle
norme CEI 64-8; è da tenere presente che nel caso di adozione di un sistema tipo TN-C, il
conduttore PEN non deve in alcun caso venire sezionato, né protetto.
I dispositivi di protezione magnetotermica devono essere scelti in modo da proteggere le
condutture e le apparecchiature poste a valle e rendere selettivo l'intervento tra gli interruttori
posti a monte e quelli posti a valle. Dove ciò non sia richiesto o realizzabile, può essere
adottato il criterio della protezione di sostegno (back-up) in ottemperanza a quanto previsto
dalle norme CEI 64-8.
Il potere di interruzione deve essere almeno pari alla corrente di corto circuito presunta nel
punto di installazione, salvo i casi in cui sia accettata la protezione di sostegno, con i limiti
imposti dalle norme CEI 64.8.
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche devono essere tra loro
intercambiabili.
Gli interruttori devono essere in versione estraibile su carrello (withdrawable), rimovibile ad
innesto (plug-in) o fissa.
Gli interruttori in versione estraibile devono poter assumere le seguenti posizioni rispetto alle
relative parti fisse:
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INSERITO: circuiti principali di potenza e circuiti ausiliari collegati
SEZIONATO IN PROVA: circuiti principali sezionati e circuiti ausiliari collegati
SEZIONATO: circuiti principali e circuiti ausiliari sezionati
ESTRATTO: circuiti principali e ausiliari sezionati; interruttore fuori cella.
Gli interruttori in versione rimovibile ad innesto possono assumere le sole posizioni di
INSERITO ed ESTRATTO.
In tutte le posizioni deve essere possibile la chiusura delle porte frontali.
Il sistema di innesto dei contatti di potenza, fissi e mobili, deve essere di tipo autoallineante:
deve essere assicurato il perfetto accoppiamento tra i contatti fissi e quelli mobili anche nel
caso di non preciso allineamento dell'interruttore durante la manovra di inserimento.
a1) Interruttori di tipo aperto
Il loro impiego è previsto tipicamente all'interno dei quadri tipo Power Center (AS-Forme 2/3/4),
nella versione estraibile su carrello, per portate superiori ai 1250/1600 A o nei casi in cui sia
necessario realizzare la selettività di tipo cronometrico.
Il comando di apertura e chiusura deve essere, salvo diversa prescrizione, di tipo manuale con
dispositivo di precarica delle molle di chiusura e a sgancio libero (trip free), assicurando
l'apertura dei contatti principali anche se l'ordine di apertura viene dato dopo l'inizio di una
manovra di chiusura.
Le manovre di sezionamento ed inserimento devono essere possibili solo con interruttore
aperto; apposite sicurezze devono sganciare l'interruttore che si trovasse chiuso all'inizio di
una manovra.
La manovra di sezionamento deve essere possibile con porta chiusa, per garantire
all'operatore un grado di sicurezza più elevato.
Gli interruttori estraibili devono, in particolare, essere equipaggiati con otturatori sulle parti
fisse, azionati automaticamente dal movimento dell'interruttore durante la manovra di
sezionamento, per garantire un grado di protezione IP2X con interruttore estratto e/o
sezionato.
Gli eventuali circuiti ausiliari devono inserirsi automaticamente nelle relative parti fisse con
l'introduzione degli interruttori nelle celle; non sono accettate soluzioni a presa e spina inseribili
a mano dall'operatore.
a2) Interruttori di tipo scatolato
Il loro impiego è normalmente previsto in versione rimovibile per portate fino a 250 A ed
estraibile per portate superiori, nei quadri tipo Power Center (AS-Forme 2/3/4); in versione
fissa per tutti gli altri impieghi.
La parte fissa degli interruttori rimovibili deve garantire un grado di protezione IP2X con
interruttore rimosso.
Il comando deve essere di tipo manuale con leva a scatto rapido.
a3) Interruttori di tipo modulare
Con questa denominazione vengono individuati gli interruttori automatici con modulo 17,5 mm
rispondenti alle norme CEI 23-3, per usi domestici e similari.
Devono essere tipicamente impiegati nei quadri secondari di distribuzione per portate uguali o
inferiori ai 50A nei circuiti trifase e 32A in quelli monofase e/o all'interno dei quadri per la
protezione dei circuiti ausiliari.
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L'esecuzione deve essere adatta per montaggio su profilato DIN da 35 mm.
La curva di intervento magnetotermico deve avere caratteristica B o C, in funzione della
lunghezza della linea da proteggere.
Gli interruttori di tipo modulare devono essere dotati di marchio IMQ.
b) Interruttori magnetotermici differenziali
Gli interruttori differenziali devono essere costituiti da un dispositivo ad intervento differenziale
per guasto a terra, alimentato da un trasformatore toroidale entro cui devono essere fatti
passare tutti i conduttori attivi del circuito da proteggere, accoppiato ad un interruttore
automatico a cui è demandata la protezione magnetotermica dell'utenza.
Le protezioni differenziali devono risultare:
protette contro gli scatti intempestivi
adatte per funzionamento con correnti alternate, pulsanti e con componenti continue.
Deve essere garantita le selettività di intervento differenziale tra gli interruttori posti a monte e
quelli posti a valle; a tale scopo la protezione differenziale dell'interruttore a monte deve avere
una corrente di intervento almeno doppia di quella dell'interruttore a valle e tempo di ritardo
superiore al tempo totale di apertura del dispositivo a valle.
Devono essere previste protezioni differenziali a media sensibilità, con intervento di 300 mA;
fanno eccezione le applicazioni per le quali sono prescritte dalle norme CEI 64-8 protezioni ad
alta sensibilità, con intervento uguale o inferiore a 30 mA, quali locali da bagno in zona 3 o
altri.
Per portate fino a 250A il dispositivo differenziale e l'interruttore automatico devono essere
integrati in un unico apparecchio, senza necessità di alimentazione ausiliaria esterna.
Per portate superiori ai 250A il dispositivo differenziale deve agire sullo sganciatore di apertura
o di minima tensione dell'interruttore automatico a cui risulta accoppiato.
Gli interruttori differenziali con portata superiore ai 50A devono sempre essere in versione
tetrapolare, preferibilmente in esecuzione estraibile se montati all'interno di quadri tipo Power
Center (AS-Forme 2/3/4).
Le caratteristiche di protezione magnetotermica devono essere scelte come specificato per gli
interruttori automatici.
Oltre ai casi previsti dalle norme CEI applicabili e indicati sugli schemi di progetto, gli
interruttori differenziali devono anche essere previsti in tutti i circuiti in cui la protezione contro i
contatti indiretti non sia realizzata con le protezioni passive indicate dalle norme CEI
64-8 o tramite interruzione automatica del circuito con intervento delle protezioni
magnetotermiche anche per guasto a terra.
Gli interruttori differenziali possono essere impiegati come protezione addizionale contro i
contatti diretti.
Nei quadri secondari possono essere utilizzati interruttori differenziali puri, senza protezione
magnetotermica, a monte di gruppi di interruttori automatici relativi ad utenze omogenee; tali
differenziali devono avere portata nominale non inferiore a 25A e devono risultare protetti dal
dispositivo magnetotermico previsto a monte.
Tutti gli interruttori differenziali devono essere dotati di pulsante per la prova del circuito di
scatto.
c) Contattori
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I contattori devono essere adatti per categoria di impiego AC3, se utilizzati per avviamento di
motori o AC1 negli altri casi.
I contattori devono essere tripolari, adatti per montaggio fisso all'interno di cassetti estraibili o
cubicoli fissi o entro quadri secondari e ad armadio, dotati di tutti gli accessori e contatti
ausiliari necessari per la realizzazione degli schemi elettrici richiesti. Quando impiegati per
avviamento motori, le loro caratteristiche elettriche devono essere coordinate con quelle dei
motori da comandare, con quelle degli interruttori automatici o fusibili posti a monte e con i relé
termici accoppiati.
d) Relè termici
I relé termici per la protezione contro il sovraccarico, tipicamente utilizzati in esecuzione fissa
tripolare in serie ai contattori e agli interruttori automatici, con i quali devono essere coordinati,
per i circuiti di avviamento motori.
I relé termici devono avere ampio campo di regolazione della corrente di intervento ed essere
dotati di contatti ausiliari di scambio.
Il riarmo dei relé deve essere di tipo manuale.
I relé di tipo bimetallico devono essere compensati contro le variazioni di temperatura
ambiente.
Per la protezione da motori con tempi di avviamento particolarmente lunghi devono essere
impiegati relé termici per avviamento pesante.
e) Fusibili
I fusibili impiegati nei circuiti di potenza devono essere di tipo a coltello ad alto potere di
interruzione, con elevate caratteristiche di limitazione della corrente di corto circuito presunta;
la caratteristica di intervento deve essere adeguata al tipo di utenza da proteggere (motore o
altro).
La corrente nominale dei fusibili deve essere scelta in base alle caratteristiche del motore o del
carico da proteggere.
Se utilizzati in serie a contattori o a sezionatori, i fusibili devono essere coordinati con essi.
f) Sezionatori
I sezionatori possono essere sottocarico o a vuoto e devono essere in grado di resistere
termicamente e dinamicamente alle correnti di guasto previste.
g) Trasformatori di corrente e di tensione
I trasformatori di corrente e di tensione devono avere prestazioni e classi di precisione
adeguate ai carichi da alimentare.
I trasformatori di corrente e tensione, devono avere custodia in termoplastico autoestinguente
(TA) o metallica messa a terra (TV) ed essere adatti per installazione fissa all'interno dei
quadri.
Tutti i trasformatori devono avere un morsetto secondario collegato a terra.
h) Apparecchiature di regolazione
Ogni quadro deve comprendere, oltre ai cubicoli di potenza, una colonna, o un cubicolo, o
comunque lo spazio sufficiente per il contenimento delle apparecchiature di regolazione, che
sono escluse dalla presente sezione.
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6. Cavi elettrici-Caratteristiche generali
I cavi devono:
essere di primaria marca e dotati di Marchio Italiano di Qualità (dove applicabile) IMQ;
rispondere alle Norme tecniche e costruttive stabilite dal CEI ed alle Norme dimensionali e di
codice colori stabilite dalle tabelle CEI-UNEL;
I conduttori devono essere in rame;
La scelta delle sezioni dei conduttori deve basarsi sulle seguenti considerazioni;
a) il valore massimo di corrente transitante nei conduttori deve essere pari al 70% della loro
portata stabilita secondo le tabelle CEI UNEL per le condizioni di posa stabilite
b) la massima caduta di tensione a valle del quadro generale fino all'utilizzatore più lontano
deve essere del 3%, salvo i valori prescritti per impianti particolari
c) la massima caduta di tensione ammessa ai morsetti di utenze motore, è pari al 4% nel
funzionamento continuo a pieno carico e del 10% in fase di avviamento
d) deve essere verificata la protezione delle condutture contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti.
La sezione minima dei conduttori, salvo prescrizioni particolari deve essere:
1,5 mm² per i circuiti luce ed ausiliari
2,5 mm² per i circuiti FM ed illuminazione di sicurezza
1 mm² per i circuiti di segnalazione ed assimilabili.
Il colore dell'isolamento dei conduttori con materiale termoplastico deve essere definito a
seconda del servizio e del tipo di impianto.
Le colorazioni dei cavi di energia, in accordo con la tabella UNEL 00722, devono essere:
fase R:
nero
fase S:
grigio
fase T:
marrone
neutro:
blu chiaro
terra :
giallo verde
Non è ammesso l'uso dei colori azzurro e giallo verde per nessun altro servizio, nemmeno per
gli impianti ausiliari.
Modalità di posa in opera
I cavi possono essere installati:
a) in tubazioni interrate di grande diametro; in tal caso deve essere sigillato l'ingresso con
riempitivi
b) in cunicolo di piccole dimensioni; in questo caso i cavi devono essere posati sul fondo del
cunicolo e la sua imboccatura deve essere chiusa con sabbia o altro materiale equivalente
c) su passerelle orizzontali; i cavi devono essere posati in modo ordinato
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d) su passerelle o scale portacavi verticali; i cavi devono essere fissati alle passerelle o scale
con collari atti a sostenerne il peso. I collari devono essere installati ogni metro di lunghezza
del cavo oppure di più cavi se appartenenti alla stessa linea
e) entro tubazioni; le sezioni interne dei tubi devono essere tali da assicurare un comodo
infilaggio e sfilaggio dei conduttori.
La dimensione dei tubi deve consentire il successivo infilaggio di una quantità di conduttori pari
ad 1/3 di quella già in opera, senza dover sfilare questi ultimi.
Nei tratti verticali i cavi devono essere ammarati ogni metro.
Il raggio di curvatura dei cavi deve tenere conto di quanto specificato dai costruttori.
Nell'infilare i conduttori entro tubi si deve fare attenzione ad evitare torsioni o eliche che ne
impedirebbero lo sfilamento.
Sono ammesse giunzioni di conduttori solamente nelle cassette e nei quadri e con appositi
morsetti di sezione adeguata; non sono accettate giunzioni nelle passerelle portacavi.
E' ammesso derogare a queste prescrizioni, soltanto per le linee dorsali, limitatamente ai casi
in cui il loro sviluppo superi i 50 metri; in tal caso è consentita la giunzione nella cassetta
prossima ai 50 metri.
La sezione dei conduttori delle linee principali e dorsali deve rimanere invariata per tutta la loro
lunghezza.
In corrispondenza dei punti luce i conduttori devono terminare su blocchetti con morsetti a vite.
I cavi devono essere siglati ed identificati con fascette segnacavo come segue:
su entrambe le estremità; in corrispondenza di ogni cassetta di derivazione; ogni 20 m lungo le
passerelle e scale porta cavi; in corrispondenza di ogni cambio di percorso;
Su tali fascette deve essere precisato il numero di identificazione della linea e la sigla del
quadro che la alimenta;
Devono essere siglati anche tutti i conduttori degli impianti ausiliari in conformità agli schemi
funzionali costruttivi.
Per ogni linea di potenza facente capo a morsetti entro quadri elettrici o cassette la siglatura
deve essere eseguita come segue:
siglatura della linea sul morsetto e sul conduttore; siglatura della fase (RSTN), sul singolo
conduttore e sul morsetto.
Tutti i cavi ed i collegamenti avranno i conduttori in rame
Per tutti gli impianti alimentati con la piena tensione normale di rete B.T. e per quelli alimentati
a tensione ridotta, la sezione minima prevista è di:
2,5 mm2 per conduttori di potenza di alimentazione di macchine e motori;
1,5 mm2 per tutti gli altri conduttori (impianti di illuminazione, comandi, segnalazioneecc.).
L'isolamento minimo previsto è del grado 4 delle norme CEI, dimensionato UNEL
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Per i cavi isolati verranno impiegate guaine di materiali plastici o vulcanizzabili come
policloroprene, polimeri di isobutilene, isoprene, ecc.
Le giunzioni e le derivazioni dei cavi saranno eseguite in giunti o cassette, su morsetti aventi
sezioni adeguate sia alle dimensioni che alle correnti transitanti nei cavi stessi.
Cadute di tensione
Le cadute di tensione, rispetto al valore a vuoto, nelle varie parti del sistema elettrico saranno
contenute entro i limiti indicati nella tabella seguente; i valori si intendono riferiti alla tensione
nominale del sistema:
Il calcolo delle cadute di tensione durante l'avviamento di un motore sarà fatto sulla base della
minima potenza di corto circuito.
La tensione disponibile ai morsetti dei motori durante l'avviamento sarà comunque tale da
consentire un sicuro avviamento dei motori, anche a pieno carico se richiesto, senza danno ai
motori stessi.
Il valore massimo del 25% deve intendersi come somma delle cadute di tensione nei cavi e
nelle sbarre dei quadri di alimentazione dei motori stessi.
7. Densità di corrente
Indipendentemente dalle sezioni conseguenti all'anzidetta caduta di tensione, per i conduttori
degli impianti alimentati alla tensione normale di rete, la massima densità di corrente sarà
conforme al volore rilevabile dalle tabelle CEI – UNEL.
La scelta delle modalità di posa dei circuiti verrà effettuata in relazione alle condizioni
ambientali e alla destinazione delle utilizzazioni, previo accordo con la Direzione Lavori.
8. Linee elettriche
La distribuzione elettrica all'interno dei locali centrali deve essere realizzata con passerelle
portacavi in acciaio zincato, installate a parete o a soffitto.
Tutte le passerelle portacavi sono con coperchio di chiusura.
Nelle passerelle portacavi sono posti i cavi multipolari fino a 16 mm² ed unipolari per sezioni
superiori.
Le calate alle macchine possono essere realizzate con:
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passerelle portacavi in acciaio con coperchio dove sono presenti più cavi o cavi di sezione
elevata;
tubi in acciaio zincato senza raccordi filettati per cavi di modeste dimensioni. In questo caso i
raccordi tra tubo e canalina e tra elementi di tubazioni e tra tubo e cassetta sono eseguiti con
manicotti speciali che si fissano al tubo senza dover filettare.
Le curve sono eseguite con cavo non protetto solamente per il tratto necessario alla curva.
Le parti terminali delle tubazioni devono essere rivestite con anello in plastica in modo da non
danneggiare il cavo.
Le tubazioni vengono filettate solo nel caso di tratti aerei senza possibilità di ancoraggi.
Immediatamente prima di ogni motore o utenza deve essere installato un interruttore in
cassetta stagna, atto ad interrompere tutti i conduttori di alimentazione ad esclusione del
conduttore di protezione.
Quanto sopra vale anche per le macchine con proprio quadro bordo macchina a meno che tali
interruttori generali non siano già predisposti dal costruttore sulla macchina stessa.
Il raccordo tra interruttori e morsettiera della macchina è eseguito con guaina metallica
flessibile rivestita in PVC con raccordi a vite da ambo i lati.
I conduttori nelle canalette sono posti in un unico strato, senza sovrapposizioni.
Nei tratti verticali vengono fissati singolarmente alla passerella con fascette in plastica.
L'ingresso dei cavi nel quadro deve avvenire a pettine, con passacavo in resina per ogni cavo;
prima dell'ingresso devono essere poste sul cavo delle fascette con indicato il numero della
linea (è lo stesso numero che appare sulla morsettiera e sulle apparecchiature).
Nelle passerelle portacavi di distribuzione e nelle tubazioni deve essere posto il conduttore di
protezione, in conformità a quanto richiesto dalle norme CEI.
Le linee esterne sono quelle da prevedere in contatto con gli agenti atmosferici per gruppi
refrigeratori d'acqua, quadretti centrali termiche, quadretti condizionatori autonomi tipo split,
ecc..
Le passerelle portacavi devono essere in acciaio zincato a caldo o in poliestere e fibre di vetro
rinforzate autoestinguenti, comprese staffe, elementi speciali di raccordo e giunzione,
copertura a tenuta con grado di protezione IP54.
Le tubazioni di contenimento dei cavi sono in acciaio zincato a caldo, tipo leggero.
Le cassette di derivazione o rompitratta sono in esecuzione stagna IP55, in lega leggera o in
resina, con raccordi per l'ingresso delle tubazioni.
In particolare per il collegamento degli utilizzatori di potenza dovranno essere impiegati cavi a
doppio isolamento del tipo FG7 di opportuna sezione da installarsi nei percorsi prestabiliti.
Per i cavi di comando e di segnale invece saranno del tipo N1VC4V-K. Quest’ultimi dovranno
essere tutti schermati.
I cablaggi passivi da realizzare devono essere conformi alle specifiche CEI 103/303 (ISO/IEC
11801) con componentistica in categoria 5 Enhanced rientrante nella classe D.
Tutti gli apparecchi elettrici dovranno essere collegati alle relative linee di alimentazioni o di
segnale con canotti di giunzione o capicorda del tipo a compressione per i cavi con conduttori
in treccia rigida o flessibile; a saldare per cavi a conduttore unico.
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Linee prese distribuzione
Da entrambi i lati delle vasche è prevista una dorsale elettrica con prese di distribuzione del
tipo CEE 16A 3P+T e tipo CEE 16A 2P+ T, da installarsi in prossimità di ogni vasca. Le dorsali
si attesteranno sul quadro esistente in sala bassa tensione.
9. Canali
Caratteristiche dei materiali
Le passerelle possono essere di tipo in lamiera forata o piena, zincata ribordata o piana
secondo quanto indicato negli altri elaborati di progetto e conformi alle norme CEI 23-31.
Per installazione all’esterno devono essere generalmente impiegate passerelle e/o scale
portacavi in vetroresina e/o acciaio inox. I relativi supporti devono essere sempre in acciaio
inox.
Tutti i pezzi speciali (curve, incroci, derivazioni, riduzioni, setti separatori, ecc.) devono essere
di tipo prefabbricato con le stesse caratteristiche delle scale portacavi.
Le scale portacavi devono essere installate nei tratti verticali (cavedi). Sono realizzate con
longheroni laterali di altezza minima di 65 mm e da traversini disposti almeno ogni 50 cm.
Le scale portacavi sono di tipo prefabbricato, costituite da due fiancate in lamiera zincata con
spessore minimo di 1,5 mm.
Le scale portacavi devono poter sopportare, con sostegni ogni due metri, un carico
uniformemente distribuito di almeno 250 kg/m più il peso di un uomo.
Le traversine devono essere dotate di asole, in modo da poter fissare i cavi con appositi
cinturini.
I canali destinati a contenere conduttori facenti parte di servizi diversi (forza motrice, telefono,
impianti speciali) devono essere provvisti di setti di separazione continui anche in
corrispondenza di cambiamenti di direzione e all'imbocco delle cassette di derivazione e delle
scatole portafrutti.
I canali in vetroresina sono realizzati in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro,
inattaccabile dagli agenti chimici, resistente agli urti e alla corrosione, avente:
reazione al fuoco classe 2 (secondo D.M. 26/6/1984)
autoestinguenza VO (secondo UL 94)
in caso d'incendio devono emettere ridottissima quantità di gas tossici e corrosivi e di fumi
opachi.
Sono particolarmente adatti per impieghi in luoghi speciali devono avere materiale di supporto
ed accessori in acciaio zincato o inox con viti di fissaggio in nylon.
I canali in plastica sono costruiti in materiale plastico rigido avente:
reazione al fuoco classe 1 (secondo D.M. 26/6/84)
autoestinguenza V1 (secondo UL94)
resistenza agli urti rispondente alle norme CEI 23.19 o 23-32 a seconda dell'impiego.
Sono previsti principalmente per:
posa in vista a battiscopa. Completi di coperchio possono essere utilizzati come canali
attrezzati con scatole portafrutti componibili
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posa in vista a parete e/o soffitto. Completi di coperchio possono essere utilizzati per
distribuzione principale e secondaria in particolari applicazioni ed ambienti.
Particolare attenzione deve essere posta nella realizzazione della curvatura delle passerelle,
che non deve comunque mai avere raggio inferiore a 10 volte il diametro della sezione del
cavo maggiore.
I percorsi delle canalizzazioni sono riportati sull’elaborato grafico (T04) e dovranno essere in
grado di alloggiare tutti i cavi previsti sia per le apparecchiature da installare nell’ambito del
presente appalto che per i sensori di processo.
In particolar modo dovranno essere installate nuove canalizzazioni porta cavi metalliche a
bordo vasca sul lato est in quanto quelle esistenti sono sature di cavi elettrici.
Sul lato opposto invece sarà sufficiente una integrazione al percorso esistente.
Particolare attenzione dovrà essere riservata alla tratta che va dalla sala bassa tensione al
primo pozzetto. Al fine di rendere più agevole la stesura dei cavi sarà necessario realizzare un
nuovo cavidotto interrato oppure ampliare l’esistente.
Per quanto riguarda invece i percorsi dei cavi dal ripartitore secondario alla sala bassa
tensione e dalla sala bassa tensione al telecontrollo verranno utilizzate le canalizzazioni
esistenti in quanto ancora ampiamente disponibili.
Una nuova canalizzazione in tubo protettivo isolante rigido dovrà esser prevista per il tratto da:
sala compressori ad ufficio responsabile impianto.
Modalità di posa
Le passerelle devono essere posate in posizione tale da assicurare comunque la sfilabilità dei
cavi e l'accessibilità agli stessi, e tale da evitare che la prossimità di altri componenti
impiantistici possa portare ad un declassamento delle caratteristiche nominali.
Le passerelle devono essere dotate di coperchio nei seguenti casi:
passerelle destinate alla posa di cavi MT
passerelle installate in zone di passaggio ad altezza inferiore ai 3 m
in tutti i casi indicati sugli altri elaborati di progetto.
Le passerelle devono essere adatte per fissaggio a parete o soffitto a mezzo di staffe in
acciaio zincato e/o verniciato comprese nella fornitura; non devono mai essere ancorate al
controsoffitto.
Dove si rendano necessarie più passerelle, nella loro posa in opera si deve rispondere a
particolari requisiti tecnici, quali la distanza tra loro (tra due canalette sovrapposte non deve
essere inferiore a 200 mm), la possibilità di posa di nuovi conduttori, il collegamento alla rete di
terra.
E' ammesso il taglio a misura degli elementi rettilinei con ripristino della zincatura a freddo o
verniciatura sulle superfici del taglio.
Gli eventuali spigoli vivi delle passerelle devono essere smussati o protetti in modo da evitare
di danneggiare le guaine dei cavi, in particolare durante la posa.
Possono venire impiegate, installate sotto pavimenti sopraelevati, per la distribuzione di
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energia, telefono ed ausiliari in genere.
Se installate sotto pavimento galleggiante devono essere distanziate dal pavimento grezzo di
almeno 30 mm.
Devono essere evitati cambi di direzione ad angolo retto.
I collegamenti tra i vari elementi devono essere realizzati con giunti fissati con viti; non saranno
accettate saldature.
Le mensole di supporto devono essere fissate ad una distanza massima di 2 m una dall'altra. Il
collegamento tra mensole e passerelle deve essere realizzato con viti; non sono accettate
saldature.
Devono essere adottati opportuni accorgimenti atti a garantire l'assorbimento delle eventuali
dilatazioni.
Per le scale portacavi, le mensole di fissaggio e sostegno delle scale devono essere di tipo
prefabbricato in lamiera zincata avente spessore minimo di 2 mm; le scale devono essere
fissate alle mensole per mezzo di elementi di fissaggio prefabbricati.
Prescrizioni generali
Le passerelle per i circuiti di potenza devono essere dimensionate per contenere i cavi su un
solo strato.
Nel caso di unica passerella utilizzata per servizi diversi, si devono interporre setti separatori in
lamiera di acciaio zincata e/o verniciata, aventi dimensioni tali da garantire la segregazione
delle linee in più scomparti separati (energia/telefono/ausiliari/ecc.) anche in corrispondenza di
cambiamenti di direzione e all'imbocco delle cassette di derivazione e delle scatole portafrutti.
Le passerelle per fonia-dati devono essere distanziate di almeno 300 mm dalle altre.
La cassette di derivazione devono essere fissate preferibilmente sull'ala della passerella.
Deve essere garantita la continuità elettrica delle passerelle.
10. Tubi elettrici
I tubi protettivi possono essere:
in materiale plastico rigido di tipo pesante a Norme CEI 23 8 con Marchio Italiano di Qualità
(tabella UNEL 37118 72) per la distribuzione nei sottofondi o a parete. Devono essere del tipo
autoestinguente e a ridotta emissione di gas tossici
in materiale plastico flessibile di tipo pesante a Norma CEI 23-14 con Marchio Italiano di
Qualità (tabella UNEL 3712170) per gli usi indicati specificatamente negli elaborati di progetto.
In taluni casi, devono essere rinforzate con spirale interna in acciaio
in materiale plastico per cavidotti interrati, a Norma CEI 23 8 con resistenza allo
schiacciamento a secco ed a umido pari o superiore a 200 kg/dm
in acciaio con o senza saldature, secondo norme UNI 8863 per gli impianti in esecuzione
normale (tipo Conduit). In tutti i casi in cui gli impianti debbano essere a tenuta perfettamente
stagna e avere elevate caratteristiche meccaniche si devono impiegare tubi in acciaio zincato
a fuoco internamente ed esternamente secondo le prescrizioni contenute nelle norme UNI
5745. La filettatura deve essere conforme alla norma UNI-ISO 7/1
tubazioni senza saldatura, secondo norme UNI 8863 serie pesante, per impianti in esecuzione
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AD.PE. Superficie interna liscia. Filettatura UNI 6125.
I tubi, di qualunque materiale siano, devono essere espressamente prodotti per impianti
elettrici e quindi devono risultare privi di sbavature alle estremità e privi di asperità taglienti
lungo le loro generatrici interne ed esterne.
In ogni caso, prima del montaggio, le tubazioni devono essere soffiate con aria compressa o
spazzolate.
Modalità di posa in opera
E' prescritta in modo tassativo e rigoroso l'assoluta sfilabilità dei conduttori in qualunque
momento.
Se necessario si devono installare cassette rompitratta per soddisfare questo requisito
(almeno una ogni 15 metri ed in corrispondenza di ogni brusco cambio di direzione).
Le curve devono essere eseguite con largo raggio, in relazione al diametro dei conduttori, con
apposite macchine o molle piegatubi; in casi particolari possono essere utilizzate curve in
fusione di lega leggera, completate con viti di chiusura o, nel caso di tubazioni in PVC,
mediante curve prefabbricate.
In ogni caso non è ammesso l'impiego di derivazioni a "T".
I tubi devono essere posati con percorso regolare e senza accavallamenti, per quanto
possibile.
Nei tratti in vista e nei controsoffitti i tubi devono essere fissati con appositi sostegni in
materiale plastico od in acciaio cadmiato, posti a distanza opportuna ed applicati alle strutture
con chiodi a sparo o tasselli ad espansione o fissati con viti o saldatura su sostegni già
predisposti, con interdistanza massima di 1500 mm.
Nei tratti a pavimento i tubi, prima di essere ricoperti con malta, devono essere ben fissati tra
loro ed alla soletta, onde evitare successivi spostamenti durante la copertura per i lavori di
ultimazione del pavimento.
Negli impianti a vista le giunzioni tra tubazioni e l'ingresso dei tubi nelle cassette devono
avvenire attraverso appositi raccordi.
In corrispondenza dei giunti di dilatazione delle costruzioni devono essere usati particolari
accorgimenti, quali tubi flessibili o doppi manicotti.
I tubi metallici devono essere fissati mantenendo un certo distanziamento dalle strutture, in
modo che possano essere effettuate agevolmente le operazioni di verniciatura per
manutenzione e sia assicurata una sufficiente circolazione di aria.
In tutti i casi in cui vengono impiegati tubi metallici deve essere garantita la continuità elettrica
tra loro e con le cassette metalliche; qualora queste ultime fossero in materiale plastico deve
essere realizzato un collegamento tra i tubi ed il morsetto interno di terra.
Nel caso sia richiesta la costruzione di cavidotti nel terreno si deve procedere come segue:
i tubi in acciaio zincato senza saldature devono essere spalmati con emulsioni bituminose;
i tubi in PVC devono essere annegati in gettate di calcestruzzo.
Profondità di posa: in relazione ai carichi transitanti in superficie ma possibilmente non
inferiore a 500 mm dalla generatrice superiore dei cavidotti.
Posa: su uno strato di calcestruzzo magro di circa 100 mm di spessore e rinforzati sul loro
intorno sempre con calcestruzzo.
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Giunzioni: sigillate con apposito collante onde garantire la ermeticità dalla tenuta seguendo
rigorosamente le prescrizioni indicate dalle case costruttrici.
Prescrizioni generali
L'infilaggio dei cavi deve essere successivo alla installazione dei tubi ed autorizzato da
apposita dichiarazione scritta della Direzione Lavori.
Nello stesso tubo non devono esserci conduttori riguardanti servizi diversi anche se alla
medesima tensione di esercizio.
L'uso di tubi portacavo flessibili è in generale consentito per i tratti terminali dei circuiti, come
tra cassette di dorsale ed utenze finali.
Salvo prescrizioni particolari il diametro esterno minimo dei tubi deve essere di 16 mm.
I diametri indicati nei documenti di progetto con un solo numero si riferiscono al diametro
esterno.
Il diametro interno dei tubi deve essere pari almeno a 1,3 volte il diametro del cerchio
circoscritto al fascio di cavi in essi contenuti.
E' fatto divieto transitare con tubi protettivi in prossimità di condutture di fluidi ad elevata
temperatura o di distribuzione del gas e di ammararsi a tubazioni, canali o comunque altre
installazioni impiantistiche meccaniche (tranne dove espressamente indicato).
I tubi previsti vuoti devono comunque essere dotati di fili-pilota in materiale non soggetto a
ruggine.
I tubi di riserva devono essere chiusi con tappi filettati e lasciati tappati anche dopo la fine dei
lavori.
11. Cassette di derivazione e scatole
Le cassette e le scatole possono essere di vario tipo a seconda dell'impianto previsto
(incassato, a vista, stagno).
Devono comunque essere largamente dimensionate in modo da renderne facile e sicura la
manutenzione ed essere munite di fratture prestabilite per il passaggio dei tubi e/o canali.
Quelle da incasso devono essere in resina con coperchio in plastica fissato con viti.
Tutte le cassette per gli impianti in vista, sottopavimento ed all'interno di controsoffitti devono
essere metalliche del tipo in fusione o in materiale isolante autoestinguente molto robusto, con
un grado di protezione IP adeguato alla loro ubicazione, con imbocchi ad invito per le
tubazioni, con passacavi o con pressacavi.
Le cassette in lega leggera devono avere imbocchi filettati UNI-ISO 7/1, oppure 6125 AD.PE,
per connessioni a tubi in acciaio zincato.
Le cassette metalliche devono avere un morsetto per la loro messa a terra.
Modalità di posa
Le cassette devono essere di tipo modulare, con altezza e metodo di fissaggio uniformi.
Nella posa deve in ogni caso essere allineato il filo inferiore di tutte le cassette installate nel
medesimo ambiente.
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Devono avere idonei raccordi di giunzione alle tubazioni e idonee guarnizioni, onde ottenere il
grado di protezione richiesto.
Particolare cura deve essere posta per l'ingresso e l'uscita dei tubi, in modo da evitare
strozzature e consentire un agevole infilaggio dei conduttori.
Le cassette e le scatole di derivazione devono essere munite di morsettiere di derivazione in
materiale ceramico, nei casi in cui siano interessati circuiti con cavi resistenti al fuoco secondo
CEI 20-36 e autoestinguenti nei rimanenti casi.
Non è ammesso collegare o far transitare nella stessa cassetta conduttori anche della stessa
tensione, ma appartenenti ad impianti o servizi diversi (luce, FM, ausiliari, telefono).
Sul corpo e sul coperchio di tutte le cassette deve essere applicato un contrassegno da
stabilire con la Direzione Lavori per indicare l'impianto di appartenenza (luce, FM, ecc.) e per
precisare le linee che l'attraversano.
E' tassativamente proibito l'impiego di morsetti di tipo autospellante.
I morsetti di terra e di neutro devono essere contraddistinti con apposite targhette.
12. CABLAGGI ELETTRICI
Cavetteria
I cablaggi interni saranno eseguiti con cavi unipolari in rame rosso a corda flessibile.
L’isolamento sarà in PVC non propagante l'incendio.
La sezione minima prevista dovrà essere di 15 mm2 .
Le parti terminali dei cavi dovranno essere munite di capocorda crimpati.
I cavi dovranno essere contrassegnati ad entrambe le estremità con fascette componibili
recanti numeri prestampati.
Colori
I colori delle guaine previsti per l'identificazione dei conduttori saranno quelli stabiliti dalle
norme
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CIRCUITO
COLORE
Potenza in c.a. & c.c.
Nero
Neutro
Blu chiaro
Terra
Giallo/verde
Circuiti ausiliari in c.a.
Rosso
Circuiti ausiliari in c.c.
Blu
Circuiti interblocco in c.a.& c.c.
Arancio
Circuiti
(segnale)
Bianco
di
strumentazione
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Canalette
Tutti i conduttori elettrici saranno contenuti entro canalette in plastica (con coperchio) di adatte
dimensioni (stipamento max 40%).
Le canalette dovranno essere in numero tale da permettere il raggruppamento dei conduttori
nelle diverse categorie.
Canalette grigie per i cavi di potenza.
Canalette grigie per i cavi di segnale.
Morsettiere
Le morsettiere saranno di tipo componibile e saranno complete di profilato di sostegno a rotaia
normalizzata DIN;
Morsetti con viti antiallentanti con corpo in materiale isolante di alta qualità;
Ponticelli di parallelo ove necessario;
Morsetti sezionatori a spina per i circuiti a corrente debole (loop di corrente);
Piastrine di separazione;
Blocchetti terminali;
Portacartellini;
Cartellini in cartoncino speciale bianco con riportata l'identificazione e relativo copricartellino in
plastica trasparente
Copertura con PVC trasparente ad u per ogni tipo di morsettierra con l’indicazione del nome
della stessa tramite marchio adesivo.
Per ogni morsettiera dovrà essere previsto almeno una riserva pari al 10%.
Barra di terra
Il quadro dovrà avere una barra (od un profilato DIN con relativi morsetti di messa a terra)
opportunamente dimensionata ed atta a ricevere le linee di protezione previste in uscita dal
quadro.
Sezione misure (ove prevista)
Nella parte alta della cella sopra l’interruttore generale si dovrà montare un analizzatore di
energia elettrica digitale avente le seguenti caratteristiche:
montaggio su pannello;
dimensioni 9 moduli DIN;
precisione ±0.5%;
ingressi voltmetrici da 1 a 600V;
ingressi amperometrici da TA …./5°;
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ingressi analogici 4÷20mA;
tensione di alimentazione 220Vac ±10%;
Grandezze misurate
corrente mono-trifase (rms);
fattore di potenza;
potenza attiva reattiva e apparente;
energia attiva e reattiva;
kW e kVar max/medio mono e trifase;
Uscita seriale RS485 per misure a distanza.
Sezione di alimentazione del quadro elettrico
Il quadro risulterà alimentato con linea trifase + neutro a 380 V ac e dotato di interruttore
generale automatico magnetotermico quadripolare con comando riportatato in porta (se
richiesto) equipaggiato con bobina di apertura a lancio di corrente da riportare in morsettiera
per eventuali sganci remoti.
Tutte le parti con tensione ≥ 50 V ac saranno adeguatamente protette contro i contatti diretti
con grado di protezione minimo IP2X.
Per l’alimentazione dei circuiti ausiliari verrà installato un trasformatore di sicurezza 380/24 V
ac di potenza adeguata agli assorbimenti in gioco con un margine di almeno il 20%.
13. Quadri di bassa tensione
In tutti i quadri di bassa tensione in cui siano previste connessioni in sbarra, queste devono
essere realizzate in piatto di rame elettrolitico ed essere dimensionate per le correnti nominali
e di corto circuito prescritte.
Le sbarre devono essere ancorate e sostenute da morsettoni, setti e/o supporti reggisbarre in
materiale isolante tali da assicurare le tenuta agli sforzi elettrodinamici conseguenti alle
correnti di guasto dell'impianto.
Particolare cura deve essere posta nella realizzazione delle giunzioni, per ridurre la resistenza
di contatto e contenere le conseguenti sovratemperature.
La sbarre saranno così dimensionate:
per le principali, in base alla corrente nominale del quadro
per le derivazioni agli interruttori posizionati su singoli pannelli (sbarre verticali) per la
sommatoria delle correnti nominali degli interruttori alimentati moltiplicando per un coefficiente
di riduzione pari a 0,8
per le derivazioni alle apparecchiature in base alla corrente massima del calibro delle stesse.
Le connessioni in cavo devono essere limitate al minimo indispensabile; in tutti i casi in cui sia
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possibile devono essere utilizzate sbarre.
I cavi utilizzati all'interno dei quadri per le connessioni di potenza devono essere unipolari in
rame, con isolamento in gomma non propagante l'incendio e a ridotta emissione di fumi e gas
tossici, tipo N07G9-K.
Le sbarre e le connessioni principali e di derivazione devono sempre costituire un sistema
trifase con neutro e conduttore di protezione separati (sistema TN-S).
Nel caso sia previsto un sistema di distribuzione TN-C, deve essere possibile collegare
rigidamente tra loro le sbarre di neutro e di messa a terra.
La sequenza delle fasi deve essere, guardando il fronte del quadro, RSTN da sinistra a destra,
dal fronte verso il retro e dall'alto verso il basso.
In particolare per la parte inerente la sala bassa tensione è prevista l’installazione (fornitura e
posa) di moduli da affiancare al quadro elettrico esistente (tipo Power Center) per il comando
delle pompe di ricircolo, dei mixer e delle paratoie.
I nuovi moduli di dimensioni 2200x600+300x600 mm del tutto simili a quelli già presenti,
saranno predisposti per l’alloggiamento di celle già cablate e complete come le esistenti per il
comando dei mixer e delle pompe.
Con l’installazione delle nuove apparecchiature andranno verificate le portate degli interruttori
sulle sbarre a monte dei quadri e il grado di rifasamento complessivo dell’impianto.
14. CARATTERISTICHE COMPONENTI QUADRO ELETTRICO
Sono definite di seguito le caratteristiche tecniche dei principali componenti da installarsi nel
quadro.
Interruttori automatici
Gli interruttori di protezione automatici previsti avranno le seguenti caratteristiche:
Tensione d’impiego Ue = 230/400 V;
Tipo modulare per In≤50A con taratura fissa con curve d’intervento tipo C/D;
Tipo scatolato per In>50A con taratura regolabile con curve d’intervento regolabile;
Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro KA;
contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato
Interruttori differenziali
Gli interruttori di protezione differenziale previsti saranno del tipo modulare per montaggio su
guida DIN aventi le seguenti caratteristiche:
Tensione d’impiego Ue = 230/400 V;
Taratura fissa di Idn=30/300/500 mA;
Corrente nominale In≥25 A ;
Tipo AC;
Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato.
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Interruttori magnetotermici-differenziali
Gli interruttori di protezione magnetotermici-differenziali saranno del tipo modulare o di tipo
scatolato aventi le seguenti caratteristiche:
Modulari
Tensione d’impiego Ue = 230/400 V;
Corrente In≤50 A con taratura fissa con curve d’intervento tipo C/D;
Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro kA;
Taratura fissa di Idn=30/300/500 mA;
Tipo AC;
Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato.
Scatolati
Tensione d’impiego Ue = 230/400 V;
Corrente In≥50 A con taratura termica/magnetica regolabile;
Potere d’interruzione Icc≥Icc prevista sul quadro kA;
Taratura regolabile di Idn e del tempo d’intervento;
Tipo AC;
Contatti ausiliari per segnalazione di interruttore scattato.
8.4 Fusibili
I fusibili saranno del tipo cilindrico completi di base con grandezze
85x315 da 2 ÷ 20 A;
103x38 da 2 ÷ 25 A;
Categoria d’impiego AC20;
Tensione nominale Un = 500 V;
Potere d’interruzione Ics≥50 kA.
Trasformatori
Per i circuiti ausiliari si andrà a realizzare un sistema di alimentazione del tipo FELV secondo
la norma CEI 64.8/4.
I circuiti ausiliari sono previsti per una tensione di funzionamento pari a 24 V ac.
Si installeranno trasformatori in aria aventi le seguenti caratteristiche:
Potenza nominale come specificato sullo schema;
Tensione primaria come specificato sullo schema;
Tensione secondaria 24 V ac;
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Grado di protezione morsettiera IP2X;
Schermo di separazione avvolgimento primario/secondario.
15. Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo- Modalità di posa di cavi - NORMA CEI 11-17
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16. Linee elettriche
La distribuzione elettrica all'interno dei locali centrali deve essere realizzata con passerelle
portacavi in acciaio zincato, installate a parete o a soffitto.
Tutte le passerelle portacavi sono con coperchio di chiusura.
Nelle passerelle portacavi sono posti i cavi multipolari fino a 16 mm² ed unipolari per sezioni
superiori.
Le calate alle macchine possono essere realizzate con:
passerelle portacavi in acciaio con coperchio dove sono presenti più cavi o cavi di sezione
elevata;
tubi in acciaio zincato senza raccordi filettati per cavi di modeste dimensioni.
In questo caso i raccordi tra tubo e canalina e tra elementi di tubazioni e tra tubo e cassetta
sono eseguiti con manicotti speciali che si fissano al tubo senza dover filettare.
Le curve sono eseguite con cavo non protetto solamente per il tratto necessario alla curva.
Le parti terminali delle tubazioni devono essere rivestite con anello in plastica in modo da non
danneggiare il cavo.
Le tubazioni vengono filettate solo nel caso di tratti aerei senza possibilità di ancoraggi.
Immediatamente prima di ogni motore o utenza deve essere installato un interruttore in
cassetta stagna, atto ad interrompere tutti i conduttori di alimentazione ad esclusione del
conduttore di protezione.
Quanto sopra vale anche per le macchine con proprio quadro bordo macchina a meno che tali
interruttori generali non siano già predisposti dal costruttore sulla macchina stessa.
Il raccordo tra interruttori e morsettiera della macchina è eseguito con guaina metallica
flessibile rivestita in PVC con raccordi a vite da ambo i lati.
I conduttori nelle canalette sono posti in un unico strato, senza sovrapposizioni.
Nei tratti verticali vengono fissati singolarmente alla passerella con fascette in plastica.
L'ingresso dei cavi nel quadro deve avvenire a pettine, con passacavo in resina per ogni cavo;
prima dell'ingresso devono essere poste sul cavo delle fascette con indicato il numero della
linea (è lo stesso numero che appare sulla morsettiera e sulle apparecchiature).
Nelle passerelle portacavi di distribuzione e nelle tubazioni deve essere posto il conduttore di
protezione, in conformità a quanto richiesto dalle norme CEI.
Le linee esterne sono quelle da prevedere in contatto con gli agenti atmosferici per gruppi
refrigeratori d'acqua, quadretti centrali termiche, quadretti condizionatori autonomi tipo split,
ecc..
Le passerelle portacavi devono essere in acciaio zincato a caldo o in poliestere e fibre di vetro
rinforzate autoestinguenti, comprese staffe, elementi speciali di raccordo e giunzione,
copertura a tenuta con grado di protezione IP54.
Le tubazioni di contenimento dei cavi sono in acciaio zincato a caldo, tipo leggero.
Le cassette di derivazione o rompitratta sono in esecuzione stagna IP55, in lega leggera o in
resina, con raccordi per l'ingresso delle tubazioni.
In particolare per il collegamento degli utilizzatori di potenza dovranno essere impiegati cavi a
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doppio isolamento del tipo FG7 di opportuna sezione da installarsi nei percorsi prestabiliti.
Per i cavi di comando e di segnale invece saranno del tipo N1VC4V-K. Quest’ultimi dovranno
essere tutti schermati.
I cablaggi passivi da realizzare devono essere conformi alle specifiche CEI 103/303 (ISO/IEC
11801) con componentistica in categoria 5 Enhanced rientrante nella classe D.
Tutti gli apparecchi elettrici dovranno essere collegati alle relative linee di alimentazioni o di
segnale con canotti di giunzione o capicorda del tipo a compressione per i cavi con conduttori
in treccia rigida o flessibile; a saldare per cavi a conduttore unico.
17. Linee prese distribuzione
Da entrambi i lati delle vasche è prevista una dorsale elettrica con prese di distribuzione del
tipo CEE 16A 3P+T e tipo CEE 16A 2P+ T, da installarsi in prossimità di ogni vasca. Le dorsali
si attesteranno sul quadro esistente in sala bassa tensione.
18. Motori elettrici
Tutti i motori elettrici devono essere in completo accordo con le norme.
I motori elettrici sono del tipo industriale per servizio continuo della serie Unificata IEC/CEI,
autoventilati con grado di protezione minima IP 55 con trattamento superficiale anticorrosione.
Tutti i motori asincroni trifasi sono con rotore a gabbia di scoiattolo adatti per avviamento
diretto a piena tensione.
Tutti i motori possono effettuare almeno 3 avviamenti consecutivi partendo da freddo e 2
avviamenti partendo da caldo.
Il tempo di rotore bloccato dovrà essere superiore al tempo di avviamento nelle condizioni di
minima tensione.
La corrente di avviamento dei motori asincroni trifasi non deve, in nessun caso, essere
maggiore di 6 volte la corrente nominale.
La coppia di avviamento deve essere non minore del 100% della coppia nominale del motore.
La coppia massima non deve essere inferiore al 200% della coppia nominale.
Lo scorrimento dei motori, al carico nominale, non deve superare il 5%.
I cuscinetti portanti e di spinta sono del tipo autolubrificato con sistema refrigerante proprio e,
ove necessario, elettricamente isolati.
Per quanto possibile, il basamento del motore è comune a quello della macchina operatrice
azionata.
Tutti i motori sono isolati in classe F mentre la temperatura di funzionamento sarà in classe B.
19. Compatibilità elettromagnetica delle apparecchiature
Le apparecchiature elettriche ed elettroniche oggetto della fornitura dovranno essere provviste
di marchiatura CE come prescritto dalle direttive della Comunità Europea 89/336/CEE del 3
maggio 1989, 92/31/CEE del 28 aprile 1992, dal decreto legislativo di attuazione del 4
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dicembre 1992 numero 476 e dalla norma CEI 110-24 del settembre 1995 "Guida
all'applicazione del decreto legislativo sulla coMPatibilità elettromagnetica (EMC)".
20. Strumenti ed apparecchiature
Gli strumenti indicatori hanno scala lineare e viene adottato il sistema internazionale come
indicazione principale.
L'errore ammesso per ogni misura (che tiene conto degli errori massimi di ciascun dispositivo
o strumento inseriti nel loop) non supera 1,5 % f.s., comprensivo degli errori degli organi
sensori e di trasmissione in campo.
Devono essere previsti adeguati sistemi di protezione (blocchi, interblocchi) tali da proteggere
l'impianto da eventuali condizioni pericolose di funzionamento e da errori di manovra.
ART. T15 - LAVORI IN ZONA CLASSIFICATA A RISCHIO DI ESPLOSIONE
Alcuni impianti gestiti da Acque Veronesi possono avere al loro interno una zona classificata a
rischio di esplosione. L’area è delimitata dai cordoli in cemento colorati in giallo e nero e ove
sono previste vie di transito per i mezzi che devono accedere nella zona per espletare attività di
manutenzione sono segregate con una catena bianca e rossa.
Nel caso di impianti di depurazione la zona ATEX trova nel suo interno le seguenti Unità di
Processo:
Digestione Anaerobica dei fanghi (stabilizzazione dei fanghi)
Gasometro per stoccaggio biogas
Palazzina compressori biogas e riscaldamento fanghi digeriti
Il processo di Digestione anaerobica avviene con produzione di Biogas. II biogas stoccato e
poi prelevato dal gasometro alimenta un motore a ciclo otto utilizzato per riscaldamento dei
digestori e per la produzione di energia elettrica. All’occorrenza il biogas viene consumato da
due caldaie ad olio diatermico.
Di seguito vengono riportate le principali caratteristiche chimico - fisiche, le caratteristiche igienico
industriali, le caratteristiche di infiammabilità del biogas. Vengono inoltre riportate le principali
norme di prevenzione da adottare in luoghi con presenza di biogas.
Caratteristiche chimico – fisiche medie
Prodotto
Stato fisico
Biogas
Gas incolore e debole
odore di uova marce
Potere calorifico superiore
6.200
Kcal/Nmc
Potere calorifico inferiore
5.500
Kcal/Nmc
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Potere calorifico superiore
5.900
Kcal/Smc
Potere calorifico superiore
5.200
Kcal/Smc
Densità
1.102
kg/Nmc
0.9
kg/Nmc (variabile con la
CO2)
Densità relativa del gas (aria=1)
II biogas ottenuto in condizioni normali di funzionamento ha le seguenti caratteristiche:
metano (CH4)
60 - 70
% V/V
anidride carbonica (C02)
25 - 30
% V/V
2 -5
% V/V
0.5 - 3
% V/V
2-4
% V/V
0,005 - 0,15
% V/V
ossido di azoto
idrogeno
acqua
idrogeno solforato
Caratteristiche igienico – industriali
Brucia facilmente con aria in rapporti prestabiliti; se il biogas è presente in miscela per 5-19%
(campo di esplosività), si può avere pericolo di esplosione; ciò può accadere particolarmente in
fase di avviamento o durante lo svuotamento del gasometro.
Poiché la miscela aria-gas, per il contenuto di anidride carbonica, ha all’incirca lo stesso peso
specifico dell’aria, essa permane in pozzetto, zone basse, ecc.
Caratteristiche di infiammabilità del biogas
E’ un gas altamente infiammabile. Può reagire in maniera esplosiva con materiali ossidanti.
In caso di incendio è fondamentale riuscire ad interrompere il flusso del gas.
Mezzi antincendio: usare acqua per proteggere il personale impegnato nell’opera di
intercettazione delle fughe e per mantenere raffreddati i contenitori esposti all’azione del fuoco.
Per piccole fughe impiegare polvere e CO2.
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Norme di prevenzione
•
Divieto assoluto di fumare, di esporre fiamme libere nei locali in cui può esservi del biogas ;
non calzare scarpe chiodate.
•
Prima della messa in marcia, dopo interruzioni di funzionamento della linea del biogas,
eseguire un’accurata disaerazione con azoto.
•
Controllare l’ambiente prima di accedere a pozzetti o ad altri luoghi stretti, aerati in modo
insufficiente, in cui si può raccogliere il biogas.
•
Impianti elettrici di sicurezza : adottare misure contro le scariche elettrostatiche e/o
atmosferiche.
•
Impiegare solo attrezzi antiscintilla
Utensili e attrezzature Antiscintilla
Gli Utensili Antiscintilla sono specifici per operare in sicurezza in ambienti a potenziale rischio di
esplosioni, con presenza di liquidi o gas infiammabili, o per applicazioni che richiedono l’utilizzo di
utensili antimagnetici.
Questi utensili evitano la possibilità di generare eventuali scintille create durante l’utilizzo
dell’utensile: la loro speciale composizione in Rame-Berillio (Cu-Be) garantisce infatti un buon
connubio tra caratteristiche antiscintilla e resistenze meccaniche. Trovano inoltre particolare
utilizzo in lavori a contatto con acqua dolce o salata, con soluzioni alcaline ed alcuni acidi, grazie
alla loro particolare resistenza all’ossidazione e alla corrosione.
L’utilizzo di questi utensili non esime dall’adozione delle normali pratiche di messa in sicurezza
delle apparecchiature su cui si va ad operare prima di procedere con l’intervento.
Si riportano le principali caratteristiche tecniche:
Composizione Be 1,8 ÷2,3 %
•
Co+Ni Min 0,2 %
•
Co+Ni+Fe Max 1,2 %
•
Cu A compensazione
Durezza 310 ÷360 Brinell
Resistenza alla trazione 1050 ÷1200 N/mm2
Limite di snervamento 840 ÷880 N/mm2
Marcatura CE
Il materiale Ex in uso (o immesso sul mercato) deve essere marcato CE e anche accompagnato
dalla dichiarazione di conformità CE. La marcatura CE (costituita dalle due lettere 'CE' conformi
al simbolo grafico relativo) deve essere apposta sul prodotto o sulla sua targhetta identificativa.
La marcatura CE segnala in maniera certa che l'apparecchiatura è stata costruita in conformità
con i requisiti di base e delle procedure di valutazione applicabili nell'Unione Europea: in pratica
si tratta di una dichiarazione del fabbricante attestante che il prodotto in questione è stato
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manufatto conformemente a tutte le disposizioni e a tutti i requisiti applicabili della direttiva
094/9/CE e che è stato sottoposto alle procedure di valutazione di conformità.
La marcatura CE è dunque obbligatoria e deve essere apposta prima dell' immissione sul
mercato o della messa in servizio di qualunque apparecchio o sistema di protezione (in generale
si deve apporre durante la fase del controllo di fabbricazione da parte del fabbricante o del suo
mandatario stabilito).
La marcatura CE deve essere apposta in modo chiaro, visibile, leggibile ed indelebile.Gli
apparecchi, i sistemi di protezione e i componenti devono riportare la marcatura specifica relativa
alla protezione contro l'esplosione (un simbolo "ex" all'interno di un esagono), già in uso prima
delle direttive ATEX in conformità alle precedenti direttive in materia di atmosfera esplosiva.Tale
segnatura deve essere seguita dal simbolo del gruppo e della categoria e, per quanto riguarda il
gruppo II, dalla lettera "G" (relativa alle atmosfere esplosive dovute alla presenza di gas, vapori e
nebbie) e / o dalla lettera "D" (relativa alle atmosfere esplosive dovute alla presenza di polveri).
La targhetta deve contenere le indicazioni previste dalla norma armonizzata EN 50014 (CEI 31/8)
per la marcatura Ex.
Ricapitolando la marcatura deve contenere le seguenti indicazioni:
Nome e indirizzo del costruttore
Tipo numero di serie e anno di costruzione
Marcatura CE
Gruppo di appartenenza (superficie/sottosuolo, gas/polveri) e categoria
Numero di identificazione organo di sorveglianza
Grado IP, gruppo del gas, classe di temperatura
Numero di certificato
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Classificazione delle Apparecchiature
Zone
Gli impianti di lavorazione sono divisi in zone a seconda della probabilità di presenza di
un'atmosfera potenzialmente esplosiva.
Pericolo costantemente
presente (>1000 ore
all'anno)
Pericolo presente in condizioni di
normale funzionamento (10-1000 ore
all'anno)
Pericolo presente solo
raramente (<10 ore
all'anno)
Gas
Zona 0
Zona 1
Zona 2
Polveri
Zona 20
Zona 21
Zona 22
Pericolo
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Categoria di
apparecchio
1
Categoria
2
Zona
3
Definizione
Zona 0 (gas)
1. Alto rischio
Zona 20
(polveri)
Zona 1 (gas)
2. Rischio medio
Zona 21
(polveri)
Zona 2 (gas)
3. Basso rischio
Zona 22
(polveri)
Un'area in cui è costantemente presente per lunghi periodi una miscela
esplosiva.Esempio – all'interno di un'autocisterna
Un'area in cui sussiste la probabilità di formazione di una miscela esplosiva durante
le normali condizioni operativeEsempio – la zona in cui la pistola della pompa di
benzina entra nel serbatoio della propria automobile
Un'area in cui non sussiste la probabilità di una miscela esplosiva in normali
condizioni operative e, qualora sia presente, sussista comunque solo per un breve
arco di tempo.Esempio – il piazzale antistante un distributore di carburante.
Gruppi di gas
Esistono due principali gruppi di gas:
Il Gruppo I riguarda solo i giacimenti sotterranei in cui sono presenti metano e polvere di
carbone.
I gas del Gruppo II sono presenti in industrie di superficie. Tali raggruppamenti, suddivisi
in sottogruppi a seconda della loro volatilità, consentono di assegnare alle attrezzature
elettriche tolleranze meno onerose qualora debbano essere utilizzate con i gas meno
volatili.
Temperatura superficiale
Per proteggere dal rischio di superfici bollenti in grado di innescare atmosfere esplosive, tutte le
apparecchiature elettriche in uso in tali zone devono essere classificate in base alla temperatura
massima che raggiungono durante l'utilizzo, normalmente in base a una temperatura ambiente di
40°C. Questa temperatura classificata può essere co nfrontata con la temperatura di ignizione (o
punto di infiammabilità dei gas) con cui entreranno in contatto.
Classificazione della temperatura
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Temperatura superficiale
massima °C
T1
T1
450
T2
T2
300
–
T2A
280
–
T2B
260
–
T2C
230
–
T2D
215
T3
T3
200
–
T3A
180
–
T3B
165
–
T3C
160
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T4
T4
135
–
T4A
120
T5
T5
100
T6
T6
85
Metodi per la prevenzione dell'ignizione
Vengono utilizzate varie tecniche per evitare che le attrezzature elettriche possano innescare
atmosfere esplosive. Esistono restrizioni riguardo alle zone in cui possono essere utilizzati (vedi
tabella).
Area di
utilizzo
Denominazione
Zona 1, 2
EExd
Zona 0, 1, 2
EExi
Sicurezza aumentata – attrezzature progettate in modo da eliminare scintille o superfici
bollenti in grado di innescare un'atmosfera esplosiva
Zona 1, 2
EExe
Spurgo e pressurizzazione – apparecchiature elettriche alloggiate in un involucro che
viene inizialmente spurgato per rimuovere eventuali miscele esplosive presenti, quindi
pressurizzato per evitare l'ingresso dell'atmosfera circostante prima della messa sotto
tensione.
Zona 1, 2
EExp
Incapsulamento – un metodo di esclusione dell'atmosfera esplosiva tramite
l'incapsulamento completo dei componenti elettrici in un materiale approvato
Zona 1, 2
EExm
Immersione in olio – esclusione di componenti elettrici dall'atmosfera esplosiva tramite
bagno in olio
Zona 1, 2
EExo
Riempimento con polvere – i componenti elettrici vengono circondati da una polvere fine,
ad esempio quarzo, che impedisce all'atmosfera circostante di entrare in contatto con
scintille o superfici bollenti
Zona 1, 2
EExq
Anti-scintilla – i contatti che producono scintille vengono sigillati contro l'ingresso
dell'atmosfera circostante; le superfici bollenti vengono eliminate
Zona 1, 2
EExN
Tecnica
Involucro ignifugo – un involucro utilizzato per alloggiare apparecchiature elettriche che,
qualora sottoposto a un'esplosione interna, non innesca un'atmosfera esplosiva nell'area
circostante
Sicurezza intrinseca – una tecnica tramite la quale l'energia elettrica viene limitata in modo
che le eventuali scintille o il calore generati dalle apparecchiature elettriche siano
sufficientemente ridotti in modo da non innescare un'atmosfera esplosiva
Si ricorda che nella zona 0 (la zona in cui sussiste un rischio continuo di esplosione) possono essere utilizzati
solo prodotti intrinsecamente sicuri (ad esempio un sensore di livello all'interno di un serbatoio di carburante)
Regole generali
•
L’accesso alla zona ATEX da parte di altro personale aziendale o d’impresa deve
essere autorizzato dal Responsabile dell’impianto il quale può emettere
un’autorizzazione temporanea per la durata delle attività per cui è stata fatta
richiesta di accesso o autorizza l’accesso di volta in volta.
•
Prima di entrare nella zona ATEX per espletare le proprie attività l'addetto della
Ditta alla manutenzione dovrà dotarsi di rilevatore portatile di atmosfera esplosiva,
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con caratteristiche idonee al tipo di gas o vapore da rilevare . Il responsabile della
manutenzione a l’obbligo di verificare l’integrità e la calibrazione dello strumento e
provvedere alla riparazione o ricalibrazione in caso di anomalia o segnalazione di
malfunzionamento dell’operatore.stabilire la soglia di allarme del suddetto
rilevatore portatile di atmosfera esplosiva secondo le seguenti indicazioni:
- compresa tra il 5% ed il 18% del limite inferiore di esplodibilità (LEL) per metano;
- compresa tra il 10% ed il 30% del limite inferiore di esplodibilità (LEL) per il
propano ed il butano.
ART. T16 - CERTIFICAZIONI E DICHIARAZIONI
Ogni impianto deve essere opportunamente documentato come previsto dalla Norma CEI 64-8
art. 514.5.1 "Schemi elettrici". In genere devono essere forniti schemi, diagrammi o tabelle, in
accordo con la Norma CEI 3-32 "Raccomandazioni generali per la preparazione degli schemi
elettrici", che indichino in particolare: il tipo e la composizione dei circuiti (punti di utilizzazione,
numero e sezione dei conduttori, tipo di condutture elettriche); le caratteristiche necessarie
all'identificazione dei dispositivi che svolgono la funzione di protezione, di sezionamento e di
comando e la loro dislocazione. Per gli impianti non soggetti ad obblighi di progettazione le
informazioni sopra citate possono essere date sotto forma di elenco dei relativi componenti
elettrici.
Al fine di garantire che il personale addetto alla manutenzione e alla gestione dell'impianto
operi con un sufficiente grado di sicurezza deve essere messo in condizione di conoscere
come è realizzato l'impianto elettrico o la macchina e pertanto deve disporre dei disegni e della
documentazione tecnica necessaria ad operare in sicurezza, inoltre la documentazione può
ridurre notevolmente i tempi di intervento del manutentore e di conseguenza limitare i relativi
costi.
La documentazione minima indispensabile è correlata al tipo di impianto ed alla sua
complessità, in generale risulta sufficiente possedere:
schemi elettrici di tutti quadri sia di bassa tensione sia di media tensione;- planimetrie con
indicata l'ubicazione dei quadri elettrici di comando e protezione con il percorso delle linee
principali e secondarie;
planimetrie con riportate le varie utilizzazioni elettriche e relative potenze, sono molto utile le
indicazioni dei percorsi e le sezioni delle condutture che alimentano le singole utilizzazioni;
registro dei principali guasti rilevati durante l'esercizio dell'impianto; registro delle operazioni di
manutenzione eseguite sull'impianto; - registro delle verifiche eseguite e previste dalle leggi o
Norme vigenti;
registro dei dati delle fatture dell'ente distributore riguardanti: energia attiva consumata,
energia reattiva consumata, fattore di potenza indicato, potenza massima prelevata. Per
quanto riguarda i nuovi impianti si farà riferimento anche alla documentazione prevista dalla
Guida CEI 0-2 "Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti
elettrici". L'impianto elettrico dovrà essere documentato anche dai disegni "AS BUILT" (che
riportano l'impianto come è realizzato)
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PARTE SECONZA- SICUREZZA
Il presente documento contiene le prescrizioni generali per ottemperare alle disposizioni
vigenti in materia di sicurezza e igiene del lavoro all’interno dei cantieri in cui si effettuano
lavori edili o di ingegneria civile, ed è da considerarsi parte integrante del Capitolato Speciale
d'Appalto per il contratto aperto relativo a: lavori di manutenzione ordinaria in gestione ad
Acque Veronesi.
ART. T17 - DEFINIZIONI
Si riportano per informazione le seguenti definizioni:
Cantiere
Qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile
Responsabile Lavori (RL)
Soggetto incaricato dal committente ai fini della progettazione o della
esecuzione o del controllo dell’esecuzione dell’opera
Coordinatore per la
Soggetto incaricato dal committente o dal responsabile lavori
dell’esecuzione dei compiti di cui all’Art. 91 D.Lgs. 81/2008
Progettazione (CP)
(redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento e del Fascicolo
Informativo)
Coordinatore per
l’Esecuzione dei Lavori (CE)
Soggetto incaricato dal Committente o dal Responsabile Lavori
dell’esecuzione dei compiti di cui all’Art. 92 D.Lgs. 81/2008 tra i
quali:
verifica dell’applicazione del PSC, verifica dell’idoneità del POS,
organizzazione della cooperazione e coordinamento tra imprese e
lavoratori, segnalazione al RL delle inosservanze e proposta di
sospensione dei lavori e allontanamento delle imprese,
sospensione delle lavorazioni in caso di pericolo grave e
imminente
Piano di Sicurezza e
Coordinamento (PSC)
Piano Operativo di
Sicurezza (POS)
Documento unico per la
valutazione dei rischi (Duvri)
AV 05/2010
Il documento redatto dal Coordinatore della Sicurezza in fase di
Progetto ai sensi dell’ art. 100 del D.Lgs. 81/2008
Il documento che il datore di lavoro dell’impresa esecutrice redige in
riferimento al singolo cantiere interessato, ai sensi dell’Art. 17
comma 1, lettera a) del D.Lgs. 81/2008
Nell’ambito dell’esecuzione degli appalti relativi a servizi e forniture si
prevede l’obbligo per il datore di lavoro committente di
promuovere la cooperazione ed il coordinamento con l’appaltatore
attraverso la redazione del detto documento, che indichi le misure
atte ad eliminare le “interferenze
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ART. T18 - VERIFICA DELL’IDONEITA’ TECNICO-PROFESSIONALE, QUALIFICAZIONE
L’Appaltatore è tenuto a qualificare la propria idoneità tecnico- professionale e quella dei
subappaltatori secondo quanto prescritto da: D.Lgs. 81/2008 - Art. 90, comma 9.
L’Appaltatore è inoltre tenuto a fornire successivamente alla aggiudicazione provvisoria
dell'appalto, tutte le informazioni di dettaglio richieste dal Direttore dei Lavori al fine di
accertare la specifica competenza delle imprese esecutrici e dei singoli lavoratori a svolgere i
lavori affidati.
ART. T19 - OBBLIGHI DELL’APPALTATORE
Prima dell'inizio dei lavori, l'Appaltatore è tenuto a fornire tutte le informazioni sui criteri adottati
dalle imprese esecutrici per lo svolgimento in sicurezza, sotto la sua diretta responsabilità,
delle specifiche attività oggetto dell'appalto, elaborando idonea documentazione i cui contenuti
assolvano agli obblighi di cui agli:
1) Art. 96 del D.Lgs. 81/2008
2) Art. 131 del D.Lgs. 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni
ART. T20 - CRITERI DI APPLICAZIONE DEL D.LGS. 81/2008
L’Appaltatore ha l’obbligo di concordare con il Direttore dei Lavori o suoi incaricati, tutti gli
interventi su strutture e impianti, eventualmente necessari, per mettere in sicurezza le aree
nelle quali deve svolgere le attività oggetto dell’appalto.
L’Appaltatore, prima di iniziare o far iniziare i lavori, è tenuto a informare il Direttore dei Lavori
sugli eventuali rischi per persone e cose dell'Amministrazione e/o di terzi, dipendenti dallo
svolgimento delle attività e a segnalare tempestivamente ulteriori rischi, anche dovuti ad
interferenze con imprese terze, che insorgessero in corso di esecuzione del lavoro.
ART. T21 - APPARECCHIATURE ED ATTREZZATURE
L’Appaltatore è tenuto ad utilizzare esclusivamente le proprie apparecchiature ed attrezzature
di lavoro, nel rispetto delle vigenti norme, ed in particolare del D.Lgs. 81/2008, articoli da 69 a
73. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente titolo si intende per:
1. attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come
il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un
processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro;
2. uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa onnessa ad una
attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la
riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio;
3. zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di
lavoro nella quale a presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la
sicurezza dello stesso;
4. lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona
pericolosa;
5. operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro.
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ART. T22 - EMERGENZA
L’Appaltatore provvederà a elaborare, se necessario, specifici piani di gestione dell’emergenza
e di evacuazione delle aree di lavoro, tenendo conto delle indicazioni date dagli eventuali piani
di emergenza dell'Amministrazione.
ART. T23 - INFORTUNI
L’Appaltatore è tenuto a comunicare tempestivamente al Direttore dei lavori ogni infortunio
subito dal proprio personale o da personale di eventuali imprese e/o da lavoratori autonomi in
subappalto, fornendo una adeguata descrizione scritta del fatto.
Se richiesto dal Direttore dei Lavori, per attività di dimensione e durata significativa,
l’Appaltatore fornirà una relazione annuale sul fenomeno infortunistico, corredata degli indici di
frequenza e gravità.
ART. T24 - NORME GENERALI DI RIFERIMENTO
Le Norme Tecniche riportate nel seguente Capitolato dovranno essere puntualmente rispettate
dall’Appaltatore salvo ordini trasmessi per iscritto dal Responsabile Lavori (RL)
Altrettanto valore avranno le disposizioni specifiche di volta in volta impartite dal RL
all’Appaltatore.
Per tutto quanto non previsto nelle presenti Norme Tecniche si devono prendere come
riferimento le Norme UNI, CEI, IIP e le altre norme o leggi vigenti ed applicabili per ogni categoria
di lavoro ed in particolare quelle citate nel seguente capitolo ed eventuali loro modifiche ed
integrazioni.
In presenza di normative o articoli tecnici riguardanti lo stesso oggetto, citati nel presente
Capitolato, che diano adito ad interpretazioni diverse, dovrà essere adottata la normativa o
specifica tecnica più restrittiva, concordando con la Direzione Lavori le modalità operative.
I materiali da impiegare per i lavori di cui all'appalto dovranno corrispondere, come
caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia. In mancanza
di particolari prescrizioni dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio. In ogni
caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla
Direzione Lavori. I materiali proverranno da località e fabbriche che l'Appaltatore riterrà di sua
convenienza, purché corrispondono ai requisiti di cui sopra.
Quando la Direzione Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista perché ritenuta a suo
insindacabile giudizio non idonea ai lavori, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che risponde ai
requisiti indicati, ed i materiali rifiutati dovranno essere immediatamente allontanati dalla sede del
lavoro e dai cantieri a cura e spese dell'Appaltatore.
Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione Lavori, l'Appaltatore resta
totalmente responsabile della riuscita delle opere anche per quanto può dipendere dai materiali
stessi.
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PARTE TERZA – NORMATIVA DI RIFERIMENTO
ART. T25 - INQUADRAMENTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO IMPIANTI ELETTRICI
Norma
/Guida/Direttiva
Descrizione
Note
CEI 0-10
2002-02
CEI 0-11
2002-09
CEI 0-12
Guida alla manutenzione degli impianti elettrici
fascicolo 6366
Guida alla gestione in qualità delle misure per la verifica degli
impianti elettrici ai fini della sicurezza
fascicolo 6613
Approccio per processi e indicatori della qualità per le aziende del
settore elettrotecnico ed elettronico
Linee guida generali all’applicazione delle Norme ISO 9000:2000
fascicolo 6683
2009-01: fascicolo 9637
CEI 0-16
2009-01
Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e
passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia
elettrica
2009-04
variante 1 (V1) - foglio di
interpretazione F1
2009-04: variante 2 (V2)
Non applicabile alle
attività di questo appalto
fascicolo 7331
CEI 11-35
2004-12
Guida per l'esecuzione di cabine elettriche MT/BT del
cliente/utente finale
seconda edizione
Non applicabile alle
attività di questo appalto
CEI 3-19
2005
CEI 11-8
CEI 11- 17
2006
CEI 11-25
Cei 3-19 7 Segni Grafici Per Schemi - Apparecchiature E
Dispositivi Di Comando E Protezione – 2°
Impianti di terra (esclusi gli impianti utilizzare)
Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia
elettrica. Linee in cavo
Vedi modalità posa cavi
elettrici
Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente
alternata.
Lavori su impianti elettrici
fasc. 7522.
CEI 11 - 27
2005
Commento 1
A sette anni dall’emanazione della prima edizione della Norma
europea CEI EN 50110-1, ne è stata pubblicata la seconda
edizione. Il titolo di questa norma è rimasto invariato "Esercizio
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Vedi anche ART. T8
Premessa Terminologica
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
degli impianti elettrici". Come è noto, essa è il documento quadro
in base al quale devono essere preparate le eventuali norme
nazionali ad essa collegate: queste ultime non devono essere in
contrasto con la stessa.
Contemporaneamente a tale Norma europea è stata pubblicata la
Norma CEI 11-27, edizione terza, dal titolo "Lavori sugli impianti
elettrici" che ne ha abrogato tutte le precedenti edizioni: essa è
allineata alle prescrizioni della norma europea di riferimento, al
contrario della precedente edizione che era stata preparata molti
anni prima della pubblicazione di quella europea.
La Norma CEI EN 50110-1 ha subito alcune modifiche, rispetto alla
prima edizione; queste hanno determinato importanti sforzi
interpretativi ai fini della preparazione della Norma CEI 11-27. In
questa attività, ad evitare qualsiasi fraintendimento, il CT 78 del
CEI ha coinvolto i membri della Task-Force del CENELEC, che ha
prodotto la EN, per discutere di alcuni aspetti normativi non
marginali del testo inglese affinché quest'ultimo potesse essere
tradotto, nelle diverse lingue nazionali, mantenendone
rigorosamente il concetto originale.
Alcune delle più significative novità che presenta quest’ultima
Norma, rispetto alle edizioni precedenti, si riferiscono a nuove o
modifiche di definizioni: esse riguardano, ad esempio: la parte
attiva, il lavoro elettrico, le distanze regolamentate, la distanza
limite, l'impianto e il lavoro complesso, ecc.
La conseguenza dell'introduzione e/o della modifica di alcune
importanti definizioni ha portato a dover riscrivere quasi per intero
la nuova edizione di questa norma italiana. In particolare si è
dovuto modificare in modo sostanziale il concetto di lavoro in
prossimità di parti attive e, per quanto possibile, si è ridotta la parte
documentale richiesta per i lavori elettrici eseguiti su impianti di
bassa tensione. Quest'ultimo intervento si è reso praticabile
soltanto dopo aver sentito il parere dei Paesi membri del
CENELEC, tutti concordi nel voler garantire la sicurezza delle
piccole imprese del settore senza gravarle di documentazioni
scritte, in alcuni casi non direttamente correlate alla sicurezza delle
persone coinvolte in quei lavori.
Commento 2
Il capitolo delle definizioni è piuttosto articolato. Le 36 definizioni
utilizzate sono funzionali alla descrizione delle procedure operative
e delle misure di sicurezza previste per i tre metodi di lavoro
fondamentali, di cui ai capitoli 11, 12 e 13. Altresì essenziali, ai fini
della comprensione dello spirito della Norma, sono le parti dedicate
alla pianificazione/organizzazione del lavoro e all’individuazione
delle competenze attribuite alle varie figure organizzative.
Praticamente invariata è rimasta la parte riguardante la
formazione, trattata sia nel capitolo 5, sia nel capitolo 12, per gli
aspetti attinenti il conferimento della idoneità ad operare sotto
tensione.
E’ ribadita l’applicabilità anche ai lavori non elettrici,
definiti come quelli che non coinvolgono impianti elettrici
oppure che li coinvolgono esclusivamente quando sono in
sicurezza, ma sempre per l’esecuzione di attività di natura
non elettrica. Un esempio classico sono i lavori edili in
prossimità di linee elettriche aeree in conduttori nudi, come
noto a tutt’oggi regolati dagli articoli 1 e 11 del DPR n.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
164/56. A tale proposito, la Norma non esprime in ordine la
possibilità, per le aziende che operano con persone esperte
nel settore della costruzione e dell’esercizio delle linee
elettriche, di essere escluse dall’obbligo di estendere
comunque la distanza di prossimità al valore di cinque
metri, purché si siano dotate al riguardo di
procedure/metodi di lavoro nell’ambito della valutazione
dei rischi aziendali [1]. Non sono trattati, inoltre, i lavori
sotto tensione su impianti con tensione nominale superiore a
1.000 V (impianti di II e III categoria), che continuano ad
essere disciplinati dalla Norma CEI 11-15, parte integrante
dei Decreti Ministeriali 9 giugno 1980 e 13 luglio 1990
In tabella 2 è riportata la sintesi delle normative in vigore e
il relativo campo d’ applicazione, riferite ai valori delle
tensioni nominali previste dalla Norma impianti [4].
CEI 11 28
1998
"Guida d'applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito
elle reti radiali e bassa tensione."
CEI 11-35
"Guida all'esecuzione delle cabine elettriche d'utente."
CEI 16 -4
Individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite
colori
Non applicabile alle
attività di questo appalto
CEI 17-5
2007
Apparecchi a bassa tensione, Parte 2: Interruttori automatici.
Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori - sezionatori in aria e
unità combinate con fusibili per corrente alternata e tensione
nominale non superiore a 1.000 V e per corrente continua e
tensione nominale non superiore a 1.200 V
CEI 17-11
1998
1987-01
fascicolo 1039
seconda
edizione
1993-07
fascicolo 2097
terza edizione
EN 60947-2
1998-03
fascicolo 4422
variante 1 (V1)
1998-04
fascicolo 4151 C
terza edizione
(reing.)
1998-09
fascicolo 4729
variante 1 (V1)
[La Norma è conforme al Documento d'Armonizzazione CENELEC
HD 422, contestuale alla Pubblicazione IEC 408 (1972) e Modifica
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
1 (1979).
Essa si applica agli interruttori di manovra con interruzione in aria,
ai sezionatori in aria, agli interruttori-sezionatori in aria, alle unità
combinate con fusibili, destinati ad essere inseriti in circuiti, di
distribuzione e per motori, la cui tensione nominale non supera
1.000 V in corrente alternata o 1.200 V in corrente continua.
Essa ha lo scopo di fissare:
1.
le caratteristiche dell'apparecchiatura;
2.
le condizioni che l'apparecchiatura deve soddisfare
relativamente a funzionamento e comportamento in
servizio ordinario e in condizioni anormali, e a
proprietà dielettriche;
3.
le prove per verificare se queste condizioni sono
soddisfatte e i metodi da utilizzare per queste prove;
4.
i dati da riportare sull'apparecchiatura o forniti dal
costruttore
La Norma non contiene le prescrizioni addizionali necessarie per
apparecchiature elettriche in atmosfere di gas esplosive]
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione (quadri BT)
Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e
apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo
ANNO
CEI 17-13/1
FASCICOLO
EDIZIONE
EN60439-1
Norma costruttiva per
quadri elettrici
1990-01 fascicolo 1433
seconda edizione
1995-02 fascicolo 2463 E
terza edizione
CEI 17-13/1 art 2.1.1.2
1997-09 fascicolo 3891
variante 1 (V1)
1998-04 fascicolo 4152 C
terza edizione (ristampa con V1)
1998-05 fascicolo 4565
variante 2 (V2)
Quadri tipo AS: sono
quadri totalmente provati
al tipo, sono stati
sottoposti a tutte le prove
di tipo previste dalle
norme
CEI 17-13/1 art 2.1.1.1
(ANS)
La Norma si applica alle apparecchiature assiemate di protezione
e di manovra per bassa tensione costruite in serie (AS) e non in
serie (ANS), la cui tensione nominale non sia superiore a 1000 V in
corrente alternata con frequenza non superiore a 1000 Hz, oppure
a 1500 V in corrente continua.
Quadri tipo ANS: sono
quadri parzialmente
provati al tipo, sono stati
sottoposti solo ad alcune
prove di tipo previste dalle
norme
Si applica anche alle apparecchiature contenenti equipaggiamenti
di comando e/o di potenza le cui frequenze di funzionamento siano
più elevate. In questo caso devono essere applicate delle
prescrizioni supplementari appropriate.
Le prove di tipo hanno lo
scopo di verificare la
corretta progettazione del
quadro
Si applica alle apparecchiature assiemate destinate ad essere
utilizzate in unione con equipaggiamenti concepiti per la
produzione, la trasmissione, la distribuzione e la conversione
dell'energia elettrica e per la protezione e la manovra di dispositivi
che utilizzano l'energia elettrica.
Si applica anche per apparecchiature assiemate destinate ad
essere utilizzate in condizioni speciali di servizio, per esempio su
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Ingegneria di Manutenzione
Prove di tipo:
• Limiti di
Sovratemperatura
• Tenuta alla Tensione
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Codice AV 05/2010 NT
navi, su veicoli su rotaia, su macchine utensili, in apparecchi di
sollevamento, oppure in atmosfere esplosive e in applicazioni
domestiche (manovrate da persone non esperte) a condizione che
le specifiche prescrizioni corrispondenti siano rispettate.
I dispositivi singoli e le unità funzionali autonome quali avviatori dei
motori, sezionatori con fusibili, apparecchi elettronici, ecc., che
sono conformi alle relative norme di prodotto, non sono coperti
dalla presente Norma.
Il suo oggetto è la formulazione delle definizioni e delle condizioni
di servizio, delle prescrizioni costruttive, delle caratteristiche
tecniche e delle prove per le apparecchiature assiemate di
protezione e di manovra a bassa tensione
CEI 17-13/2
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione (quadri BT)
Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti e sbarre
Applicata
• Tenuta al cortocircuito
• Efficienza de circuito di
protezione
• Distanze d’isolamento
• Grado di protezione IP
• Funzionamento
Meccanico
EN60439-2
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione (quadri BT)
Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di
protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi
dove personale non addestrato ha accesso al loro uso
Quadri di distribuzione (ASD)
CEI 17-13/3
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1992-10
fascicolo 1926
prima edizione
1995-03
fascicolo 2504
variante 1 (V1)
1997-09
fascicolo 3445 C
prima edizione (con V1)
EN60439-3
La Norma fornisce prescrizioni supplementari per i quadri di
distribuzione con involucro (ASD) fissi, costruiti in serie (AS) per
uso all'interno, contenenti dispositivi di protezione e destinati sia
alle applicazioni domestiche sia all'applicazione in altri luoghi cui
hanno accesso per il loro uso persone non qualificate.
Possono essere inclusi anche dispositivi di controllo e/o
segnalazione.
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa
tensione (quadri BT)
Parte 4: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per
cantiere (ASC)
CEI 17-13/4
ANNO
AV 05/2010
FASCICOLO
EDIZIONE
1992-09 fascicolo 1892
prima edizione
1994-09 fascicolo 2370 V
errata corrige (EC)
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Codice AV 05/2010 NT
1998-04 fascicolo 4153 C
prima edizione (con EC e V1)
1998-04 fascicolo 4467
variante 1 (V1)
La Norma si applica alle apparecchiature assiemate costruite in
serie (ASC) progettate per uso nei cantieri, cioè luoghi di lavoro
temporanei ai quali il pubblico generalmente non ha accesso e
dove si effettuano costruzioni di edifici, installazioni, riparazioni,
modifiche o demolizioni di proprietà (edifici) o lavori di ingegneria
civile (lavori pubblici) o lavori di scavo o altre operazioni simili.
Queste apparecchiature assiemate possono essere trasportabili
(semi-fisse) o mobili.
CEI 17-17/1
1998
Apparecchiatura industriale a tensione non superiore a 1000 V in
corrente alternata e 1200 V in corrente continua. Individuazione dei
morsetti e numero caratteristico. Regole generali
Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante
estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di
manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS)
CEI 17-43
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1992-07
fascicolo 1873
prima edizione
1995-02
fascicolo 2469 V
errata corrige
2000
La Norma propone un metodo di calcolo, sostitutivo della prova di
riscaldamento, applicabile ad apparecchiature assiemate non di
serie (ANS) chiuse in involucri o a scomparti separati di ANS senza
ventilazione forzata. Il metodo proposto permette di determinare la
sovratemperatura dell'aria all'interno dell'involucro purché siano
note alcune condizioni di applicazione e i dati di progetto attinenti il
calcolo. L'Allegato B permette inoltre di determinare le potenze
dissipate nei conduttori utilizzati nei quadri per un certo numero di
casi particolari
Apparecchiature a bassa tensione. Parte 1: Regole Generali
La norma si applica alle apparecchiature di manovra e di comando
destinate a essere inserite in circuiti la cui tensione nominale non
superi 1000 V in c.a. o 1500 V in c.c.
Per ciascun tipo di apparecchiatura sono necessari solo due
documenti principali per determinare tutte le prescrizioni e le prove:
CEI 17-44
2000
1) la presente Norma fondamentale, menzionata come “Parte 1”
nelle norme specifiche dei differenti tipi di apparecchiature a bassa
tensione;
CEI EN 60947-1
2) la norma particolare dell’apparecchio considerato, menzionata di
seguito come “relativa norma di prodotto” o come “norma di
prodotto”.
Perché una regola generale si applichi a una specifica norma di
prodotto, quest’ultima deve esplicitamente farne riferimento,
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
menzionando il numero dell’articolo o del paragrafo
corrispondente della Norma generale seguito dall’espressione “IEC
60947-1” ad esempio “7.2.3 della IEC 60947-1”.
Una specifica norma di prodotto può non prescrivere, e di
conseguenza può omettere, una regola generale (in quanto non
applicabile), oppure può fare delle aggiunte ad essa (se si ritiene
inadeguata per il caso particolare), ma non se ne può discostare, a
meno che non ci sia una giustificazione tecnica precisa.
Scopo della Norma è quello di stabilire le regole generali e le
prescrizioni comuni agli apparecchi di bassa tensione,
comprendenti ad esempio definizioni, caratteristiche,
informazioni, condizioni del servizio normale, di montaggio e di
trasporto, prescrizioni di costruzione e funzionamento, verifica delle
caratteristiche e delle prestazioni.
Le principali novità introdotte rispetto all’edizione precedente sono:
la ristrutturazione delle prescrizioni di costruzione; le prescrizioni e
le figure con le disposizioni di prova per le verifiche di compatibilità
elettromagnetica; gli allegati normativi per le prove speciali; gli
ingressi e le uscite con le relative marcature; le informazioni
aggiuntive per le prove di infiammabilità, gli apparecchi con
separazione elettrica e gli aspetti ambientali; l’allegato informativo
sull’esecuzione di alcune prove dielettriche.
CEI 17-50
(EN60947-4-1)
Apparecchiature a bassa tensione. Parte 4-1: Contattori e avviatori
elettromeccanici
2002
CEI 17-51
(EN60947-6-2)
2005
CEI 17-52
1997
Apparecchiature a bassa tensione. Parte 6-2: Apparecchiature a
funzioni multiple. Apparecchi integrati di manovra e protezione
(ACP)
Metodo per la determinazione della tenuta al corto circuito delle
apparecchiature assiemate non di serie (ANS);
fasc. 2252
Guida all'applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1999-04
CEI 17-70
La presente Guida fornisce i criteri per facilitare la corretta
applicazione della normativa dei quadri di bassa tensione per uso
generale e per applicazioni domestiche o similari. Essa contiene
interpretazioni e commenti correlati alle Norme della serie CEI EN
60439 e alla Norma sperimentale CEI 23-51. Gli Allegati alla
presente Guida riportano raccomandazioni per l'installazione e
l'esercizio, informazioni per le prove individuali e la marcatura CE
ed inoltre alcuni dei quesiti posti al CEI con le relative risposte.
CEI 17-86
AV 05/2010
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per
bassa tensione (quadri BT). Guida per la prova in condizioni
d’arco dovuto a un guasto interno
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2008-11
fascicolo 9569
seconda edizione
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 66 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
La presente Guida, traduzione del rapporto tecnico IEC/TR 61641
Ed. 2.0, fornisce indicazioni sul metodo di prova dei quadri elettrici
per bassa tensione in condizioni d’arco in aria dovuto a un guasto
interno. La prova, fatta a discrezione del costruttore o soggetta ad
accordo tra costruttore e utilizzatore, ha il solo scopo di
determinare l’attitudine dell’apparecchiatura assiemata a limitare il
rischio di lesioni alle persone (criterio 6) e, in aggiunta, di danni ai
quadri (criterio 7), entrambi risultanti da un arco dovuto a guasto
interno.
Materiali isolanti, di guaina e di rivestimento per cavi di
energia di bassa tensione.
Parte 0: Generalità
ANNO
FASCICOLO
2009
EDIZIONE
SCAME
variante 2 (V2)
CEI 20-11/0
La presente Guida, traduzione del rapporto tecnico IEC/TR 61641
Ed. 2.0, fornisce indicazioni sul metodo di prova dei quadri elettrici
per bassa tensione in condizioni d’arco in aria dovuto a un guasto
interno. La prova, fatta a discrezione del costruttore o soggetta ad
accordo tra costruttore e utilizzatore, ha il solo scopo di
determinare l’attitudine dell’apparecchiatura assiemata a limitare il
rischio di lesioni alle persone (criterio 6) e, in aggiunta, di danni ai
quadri (criterio 7), entrambi risultanti da un arco dovuto a guasto
interno
Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali
da 1 kV a 30 kV
ANNO
CEI 20-13
FASCICOLO
2009-04
EDIZIONE
variante 4 (V4)
La Norma riguarda i cavi isolati in gomma, avente isolamento
estruso, adatti, per tensioni da 1 a 30 kV a posa fissa, e adatti, per
tensioni da 1 a 6 kV, per posa mobile.
Cavi isolati con polivinilcloruro per tensioni nominali da 1 kV a
3 kV
ANNO
CEI 20-14
2009-04
FASCICOLO
EDIZIONE
variante 3 (V3)
La Norma riguarda cavi isolati con materiale termoplastico a base
di polivinilcloruro (PVC) della qualità specificata in 2.2.01 e rivestiti
da una guaina di analogo materiale, specificata in 2.7.01, adatti per
posa fissa in sistemi elettrici con tensione nominale U di 1 e 3 kV, a
frequenza industriale. Questi cavi possono essere impiegati anche
in sistemi elettrici in c.c. con tensione verso terra non superiore alla
tensione nominale U del cavo
CEI 20-17/1
AV 05/2010
Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filotranviarie,
metropolitane. Cavi per rotabili ferroviari con speciali
caratteristiche di comportamento al fuoco.
Ingegneria di Manutenzione
Non applicabile alle
attività di questo appalto
Pagina 67 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Spessore isolante normale
Parte 1: Prescrizioni generali
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2009-01
fascicolo 9621
Ab.
SCAME
Il presente fascicolo informa che a partire dal 1 aprile 2009 è
abrogata la Norma CEI 20-17/1 (EN 50264-1):2003 .
Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filotranviarie,
metropolitane
Cavi per rotabili ferroviari con speciali caratteristiche di
comportamento al fuoco
Spessore isolante normale
Parte 2: Cavi unipolari
CEI 20-17/1-2
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2009-01
fascicolo 9622
Ab.
2009
Non applicabile alle
attività di questo appalto
Il presente fascicolo informa che a partire dal 1 aprile 2009 è
abrogata la Norma CEI 20-17/1-2 (EN 50264-2):2003.
CEI 20-19/1
2003
Cavi con isolamento reticolato con tensione nominale Uo/U non
superiore a 450/750V
Parte 1: Prescrizioni generali
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI 20-20/1
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
2000-07
fascicolo 5699
quinta edizione
N057
2003-12
fascicolo 7162
sesta edizione
Classificazione, temperature caratteristiche e temperature
massime di cortocircuito delle mescole elastomeriche per isolanti di
qualità
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 68 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 10: Cordoni estensibili
ANNO
FASCICOLO
1996-07
fascicolo 2838
EDIZIONE
SCAME
CEI 20-20/10
2000-04
2002-11
fascicolo 6714
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 11: Cavi per apparecchi di illuminazione
CEI 20-20/11
CEI 20-20/12
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-11
fascicolo 6715
variante 1 (V1)
SCAME
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 12: Cavi flessibili resistenti al calore
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-11
fascicolo 6716
variante 1 (V1)
SCAME
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 13: Cavi Flessibili con guaina di PVC resistenti all'olio con
due o più conduttori
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-11
fascicolo 6717
variante 1 (V1)
SCAME
CEI 20-20/13
La presente Norma rappresenta la Parte 13 di un insieme di Norme
riguardanti i Cavi isolati con polivinilcloruro aventi tensione
nominale non superiore a 450/750 V.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 69 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 3: Cavi senza guaina per posa fissa
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-06
fascicolo 6517
variante 1 (V1)
2009-10
fascicolo 10022
variante 2 (V2)
SCAME
2000-04
CEI 20-20/3
La presente Norma rappresenta la terza parte della serie di norme
sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 5: Cavi flessibili
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1996
CEI 20-20/5
SCAME
N059
2002-04
fascicolo 6450
variante 2 (V2)
2002-04
fascicolo 6449
variante 1 (V1)
La presente Norma rappresenta la quinta parte della serie di norme
sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V.
La Norma tratta i cavi flessibili aventi le seguenti configurazioni:
- piatti con conduttori di similrame
- piatti senza guaina
- sotto guaina (leggera e media) di polivinilcloruro
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 7: Cavi unipolari senza guaina per cavetteria interna,
con mas. ... di 90°
CEI 20-20/7
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-04
fascicolo 6451
variante 1 (V1)
SCAME
La presente Norma rappresenta la settima parte della serie di
norme sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 70 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 8: Cavi unipolari senza guaina per catene decorative
CEI 20-20/8
ANNO
FASCICOLO
1996-07
fascicolo 2836
EDIZIONE
SCAME
2002-06
La presente norma riguarda cavi unipolari isolati in polivinilcloruro
destinati per catene decorative.
Cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a
450/750V
Parte 9: Cavi senza guaina per installazione a bassa
temperatura
CEI 20-20/9
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-04
fascicolo 6452
variante 1 (V1)
SCAME
La presente Norma rappresenta la nona parte della serie di norme
sui cavi in polivinilcloruro con tensione 450/750 V.
CEI 20-22
2006
CEI 20-22/0
2006
CEI 20-22/2
2006
CEI 20- 24
Cavi non propaganti l'incendio. -Prove
Prove d’incendio su cavi elettrici – Parte 0: Prova di non
propagazione dell’incendio - Generalità
Prove d’incendio su cavi elettrici – Parte 2: Prova di non
propagazione dell’incendio
Giunzioni e terminazioni per cavi di energia
Cavi per energia e per segnalamento
Sistema di designazione
ANNO
FASCICOLO EDIZIONE
SCAME
2000-05 fascicolo 5640 seconda edizione
CEI 20-27
AV 05/2010
2001-12 fascicolo 6337
seconda edizione - variante 1
(V1)
2007-02 fascicolo 8693
seconda edizione - variante 2
(V2)
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
La presente Norma stabilisce le regole per identificare un cavo
mediante una descrizione abbreviata della configurazione del cavo.
Cavi per energia e per segnalamento - Sistema di designazione
ANNO
CEI 20- 27
FASCICOLO
EDIZIONE
2000-05 fascicolo 5640
seconda edizione
2001-12 fascicolo 6337
seconda edizione - variante 1 (V1)
2007-02 fascicolo 8693
seconda edizione - variante 2 (V2)
La Norma stabilisce le regole per identificare un cavo mediante
una descrizione abbreviata della configurazione del cavo.
CEI 20-33
Giunzioni e terminazioni per cavi di energia a tensione Uo/U non
superiore a 600/1000 V in corrente alternata e 750 V in corrente
continua
Metodi di prova per materiali isolanti e di guaina dei cavi
elettrici
Parte 0: Metodi di prova per applicazioni generali
Sezione 1: Prove
CEI 20-34/0-1
ANNO
FASCICOLO
2001-04
fascicolo 5976
EDIZIONE
La presente norma descrive i metodi di prova da utilizzare per i
materiali metallici, isolanti e le guaine dei cavi per energia e
telecomunicazione.
Metodi di prova per materiali isolanti e di guaina dei cavi
elettrici
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
1991-02
1992
variante 1 (V1)
CEI 20-34/1-3
Conforme al Documento di Armonizzazione CENELEC HD 505.1.3
S2, contestuale alla Pubblicazione IEC 811-1-3 (1985), la Norma
prescrive i metodi di prova da usare per gli isolanti e le guaine a
base di polimeri dei cavi elettrici per distribuzione di energia e
telecomunicazioni, inclusi i cavi utilizzati a bordo di navi. Essa
fornisce i metodi per la determinazione della massa volumica, per
le prove di assorbimento d'acqua e di ritiro a caldo applicabili alle
più comuni mescole per isolanti e guaine (elastomeriche, PVC, PE,
PP, ecc.).
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
CEI 20 -35
(EN 60332-1-1/2)
Prove sui cavi elettrici sottoposti al fuoco. Parte 1 e 2: Prove di non
propagazione della fiamma
2006
Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici
CEI 20-36
ANNO
FASCICOLO
1994-11
fascicolo 689
1998-04
fascicolo 3806 R
EDIZIONE
La Norma fornisce le prescrizioni per le caratteristiche dei cavi
elettrici resistenti al fuoco, descrivendo il metodo per la loro prova.
Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di
incendio
Integrità del circuito
Parte 11: Apparecchiatura di prova con solo fuoco a una
temperatura della fiamma di almeno 750 °C
ANNO
FASCICOLO
2002-03
fascicolo 6405
EDIZIONE
CEI 20-36/1-1
La presente Norma riguarda l'apparecchio di prova da utilizzare
per la prova dei cavi che devono mantenersi integri quando
sottoposti ad incendio.
Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di
incendio
Integrità del circuito
Parte 21: Procedure e prescrizioni
CEI 20-36/2-1
ANNO
FASCICOLO
2002-03
fascicolo 6406
EDIZIONE
SCAME
Cavi con tensione nominale fino a 0,6/1 Kv
Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio
Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali
prelevati dai cavi
Parte 0: Generalità e scopo
CEI 20 -37/0
ANNO
FASCICOLO
2002-11
fascicolo 6728
EDIZIONE
Alla presente norma si
correlano:
La norma CEI descrive le modalità di prova destinate a verificare
le caratteristiche dei gas emessi durante la combustione di cavi in
caso di incendio.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei
materiali dei cavi
Parte 1: Generalità e scopo
ANNO
FASCICOLO
1997-09
fascicolo 3876
EDIZIONE
CEI 20 -37/1
La Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le
metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di
cavi elettrici e dei materiali dei cavi.
Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio
Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali
prelevati dai cavi
Parte 4 - Determinazione dell'indice di tossicità dei gas emessi
CEI 20 -37/4
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2006-11
fascicolo 8554
prima edizione
La Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le
metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di
cavi elettrici e dei materiali dei cavi.
Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei
materiali dei cavi
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
CEI 20 -37/5
La presente Norma è inserita in una serie di norme riguardanti le
metodologie di prove sui gas emessi durante la combustione di
cavi elettrici e dei materiali dei cavi.
Cavi senza alogeni isolati in gomma, non propaganti l’incendio, per
tensioni nominali U0/U non superiori a 0,6/1 kV
CEI 20-38
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2009-06
fascicolo 9876
terza edizione
La presente Norma specifica i requisiti costruttivi e di prova dei cavi
isolati con materiale elastomerico e rivestiti da una guaina di
materiale termoplastico oppure di elastomero sintetico
CEI 20-40
Guida per l'uso di cavi armonizzati a bassa tensione
"Raccomandazioni per la
ANNO
posa dei cavi per energia
con tensione nominale
fino a 1kV".
FASCICOLO
2004-09 fascicolo 7402
AV 05/2010
EDIZIONE
seconda edizione - variante 1 (V1)
Ingegneria di Manutenzione
Correlazioni:
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
2009-01 fascicolo 9629
variante 3 (V3)
Questa guida fornisce indicazioni riguardo l'utilizzo dei cavi di
bassa tensione sulla base delle condizioni di installazione
(sollecitazioni meccaniche, ambientali e di posa) di questi cavi.
Tabelle CEI UNEL
riportanti le portate e le
cadute di tensione per le
diverse tipologie di cavo
impiegate.
Norme del CT20 dell’ente
normatore CEI “cavi
elettrici”.
CEI 20-45
Cavi resistenti al fuoco
Guida per l’uso dei cavi 0,6/1 kV
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
CEI 20-67
2009-03 fascicolo 9741
prima edizione - variante 1 (V1)
La presente Guida tratta le condizioni per la scelta dei cavi elettrici
con tensioni U0/U 0,6/ 1 kV in relazione alle caratteristiche di
questi cavi, in funzione delle condizioni di installazione.
CEI 23-3
(EN 608998-1)
Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e similari
per tensione nominale non superiore a 415 V in corrente alternata
fasc. 452
2004
CEI 23-8
Tubi protettivi rigidi in pvc e loro accessori.
CEI 23-14
Tubi protettivi flessibili in pvc e loro accessori.
CEI 23-18
Interruttori differenziali per usi domestici e similari e interruttori
differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi
domestici e similari
CEI 23-19
Canali portacavi in materiale plastico e loro accessori uso
battiscopa
fasc. 297
Dispositivi di connessione per circuiti a bassa
tensione per usi domestici e similari.Parte 1:
Prescrizioni generali
CEI 23-20
1984-01 - fascicolo 664 - prima edizione
1986-01 - fascicolo 727 S - variante 1 (V1)
1990-01 - fascicolo 1325 V - variante 2 (V2)
1992-06 - fascicolo 1844 - seconda edizione
1995-05 - fascicolo 2570 V - variante 1 (V1)
1997-09 - fascicolo 3474 C - seconda edizione (con V1)
La Norma si applica ai dispositivi di connessione, come entità
separate, per la connessione di due o più conduttori elettrici in
rame, rigidi oppure flessibili.
I dispositivi di connessione conformi alla norma non richiedono
l'uso di attrezzi speciali, ad eccezione dei dispositivi per le
connessioni a cappuccio.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
La presente Norma costituisce la ristampa consolidata, secondo il
nuovo progetto di veste editoriale, della Norma pari numero ed
edizione (Fascicolo 1844); essa incorpora la Variante V1
pubblicata precedentemente in Fascicolo separato (Fascicolo 2570
V).
GENERALITA'
I morsetti per la connessione di cavi in rame devono essere adatti
a realizzare un serraggio affidabile di conduttori sia rigidi che
flessibili. Occorre realizzare sistemi di serraggio che siano idonei
ad evitare l’allentamento accidentale. Per i morsetti del tipo a
bullone si può contare unicamente sulla grande coppia di serraggio
per i morsetti a vite fino a 35 mm² si distinguono i tipi ordinari dai
tipi antiallentamento ottenuti con particolari accorgimenti costruttivi.
Il conduttore e il corpo di serraggio devono essere costruiti con
materiali metallici simili per affinità elettrochimica per coefficiente di
dilatazione termica. Molto importanti le caratteristiche di attitudine
ad evitare correnti di dispersione e soprattutto scariche superficiali
dovute al deposito di polvere umida. Determinanti sono le
nervature e le dimensioni che migliorano le caratteristiche
dielettriche.
COMMENTO
IMPIEGO
Sono normalmente utilizzati per applicazioni domestiche o
artigianali, per impianti di illuminazione o impianti di riscaldamento
o per uso generali similari. Sono inoltre adatti per gli impianti interni
di apparecchi ad installazione fissa.
CARATTERISTICHE ELETTRICHE
Dati di targa
I morsetti sono definiti dai seguenti valori nominali:
Ue - Tensione nominale d’impiego:
è il valore di tensione che determina l’uso del morsetto;
Ui - Tensione nominale d’isolamento:
è il valore di tensione al quale sono riferite le prove
dielettriche e le distanze d’isolamento;
Uimp - Tensione nominale di tenuta ad impulso:
è il valore di picco di una tensione impulsiva di forma e
polarità prevista, che il morsetto è in grado di sopportare;
Ithe - Corrente convenzionale termica:
è il valore massimo della corrente di prova che non fa
superare al morsetto la sovratemperatura di 40°C;
ICW - Corrente di breve durata ammissibile:
è il valore efficace della corrente che la morsettiera è in
grado di sopportare per un secondo e non deve essere
inferiore a 120A per ogni mm² di sezione nominale;
Sezioni normalizzate:
sono i valori che definiscono le grandezze unificate dei
morsetti in relazione alla capacità nominale di
connessione.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
CARATTERISTICHE MECCANICHE
Capacità di connessione nominale
La capacità di connessione di un morsetto dipende dalle
dimensioni dell’apertura destinata ad ospitare il conduttore. La
sezione minima correttamente serrabile dipende dalla forma
dell’apertura di alloggiamento del conduttore e di quella
dell’elemento che esercita la pressione.
Numero di anime serrate
In ogni apertura del morsetto si può serrare un solo conduttore e
sotto ciascun attacco a bullone un solo capicorda.
Coppia di serraggio dei morsetti a vite a bullone
La coppia di serraggio di questi morsetti deve essere moderata per
evitare il danneggiamento della filettatura.
Sollecitazioni esercitate dai conduttori
I conduttori devono essere ancorati in prossimità della morsettiera
per limitare al minimo le sollecitazioni meccaniche. Particolarmente
bassa è la tenuta dell’ancoraggio su profilato DIN e perciò si
devono evitare forze normali ai conduttori.
Installazione delle morsettiere nei quadri
Le morsettiere installate nei quadri devono rispondere anche alle
prescrizioni della Norma CEI 17-13/1.
CEI 23-21
CEI EN 60998-2-1
(Terza edizione)
Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per usi
domestici e similari Parte 2-1: Prescrizioni particolari per i
dispositivi di connessione come parti separate con unità di
serraggio di tipo a vite
Tubi per installazioni elettriche.
Diametri esterni dei tubi per installazioni elettriche e filettature per
tubi e accessori.
ANNO
1988-01
1996-12
FASCICOLO
fascicolo 1130
fascicolo 2934
EDIZIONE
prima edizione
seconda edizione
SCAME
CEI 23-26
La presente Norma specifica i diametri esterni dei tubi usati nelle
installazioni elettriche, ad eccezione dei tubi in acciaio rigido per
servizio molto pesante, e le prescrizioni dimensionali delle
filettature esterne ed interne, nonché le prescrizioni dimensionali
delle filettature usate negli accessori associati.
Essa fornisce inoltre le prescrizioni dimensionali e di impiego per i
calibri da utilizzare in tali verifiche.
Corrisponde alla Norma Europea EN 60423
e recepisce con modifiche la norma internazionale IEC 423
Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati
CEI 23-46
AV 05/2010
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1995-01 fascicolo 2454
prima edizione
1997-09 fascicolo 3484 R
prima edizione (reing.)
Ingegneria di Manutenzione
SCAME
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
La presente Norma è la versione italiana della Norma Europea
CENELEC EN 50086-2-4 (1994).
Specifica le prescrizioni e le prove per i sistemi di tubi interrati
inclusi i tubi e gli accessori per la protezione e la sistemazione dei
conduttori isolati e/o dei cavi per installazioni elettriche o sistemi di
telecomunicazione.
Si applica ai sistemi metallici, non metallici e composti incluse le
estremità filettate e non filettate, sistemi che sono usati come parte
integrante di altri equipaggiamenti, devono essere provati secondo
le prescrizioni corrispondenti a questi equipaggiamenti.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche,
secondo il nuovo progetto di veste editoriale, della Norma pari
numero ed edizione (Fascicolo 2454 E).
Corrisponde alla Norma Europea EN 50086-2-4
Annulla e sostituisce la Norma CEI 23-29
Involucri per apparecchi per installazioni fisse per uso
domestico e similare.
Parte 1: Prescrizioni generali.
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
1995-12 fascicolo 2711
prima edizione
N028
1998-02 fascicolo 3541 R
prima edizione (reing.)
N066
La presente Norma si applica agli involucri o a parti di involucri dei
dispositivi con tensione nominale non superiore a 440 V, destinati
ad installati elettriche fisse per usi domestici e similari, per interni o
per esterni.
CEI 23-48
Gli involucri conformi sono adatti ad essere utilizzati, dopo
l’installazione, a temperatura ambiente normalmente non superiore
a 25 °C, ma che occasionalmente può raggiungere 35 °C.
Ai fini della presente Norma il termine involucri comprende le
scatole sporgenti, da incasso e da semi-incasso previste per i
componenti elettrici che rientrano nell’oggetto del CT 23, dove la
custodia o la placca di copertura può fare parte o meno del
componente.
Prescrizioni aggiuntive possono essere necessarie per involucri
previsti per particolari applicazioni, come ad esempio quelli previsti
per ospitare dispositivi di protezione contro le sovracorrenti,
morsettiere ecc.
Si applica inoltre alle scatole per il montaggio o la sospensione
degli apparecchi di illuminazione.
Un involucro che è parte integrante di un apparecchio elettrico a
cui fornisce protezione contro le influenze esterne (per esempio
urti, ingresso di oggetti solidi o di acqua ecc.), è coperto dalla
Norma relativa a tale apparecchio.
CEI 23-49
AV 05/2010
Involucri per apparecchi per installazioni fisse per uso
domestico e similare.
Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso
ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
1996-03
fascicolo 2730
prima edizione
N029
2003-06
fascicolo 6936
variante 2 (V2)
La presente Norma Sperimentale è costituita da un testo nazionale
che fornisce le prescrizioni aggiuntive per gli involucri destinati a
contenere dispositivi di protezione ed altri apparecchi che
dissipano una potenza non trascurabile e che sono utilizzati in
installazioni elettriche fisse per uso domestico e similare.
Essa deve essere usata congiuntamente alla Norma CEI 23-48
chiamata nel seguito Parte 1.
Prese a spina per usi domestici e similari.
Parte 1: Prescrizioni generali
ANNO
1990-01
1995-11
1998-02
2002-09
2007-03
EDIZIONE
SCAME
prima edizione
fascicolo 2688 prima edizione
N031
fascicolo 3542 R prima edizione (reing.)
fascicolo 6634 variante 1
fascicolo 8764 seconda edizione
N081
seconda edizione - variante 1
2008-07 fascicolo 9419
(V1)
CEI 23-50
FASCICOLO
La presente Norma recepisce, con modifiche, la Pubblicazione IEC
884-1 (1994). Si applica alle, spine ed alle prese fisse o mobili per
sola corrente alternata, con o senza contatto di terra, con tensione
nominale al di sopra di 50 V, ma non superiore a 440 V e con
corrente nominale non superiore a 32 A, destinate agli usi
domestici e similari, sia all’interno che all’esterno.
La corrente nominale è limitata a 16 A per le prese fisse con
morsetti senza vite. Non dà prescrizioni per le scatole da
installazione incassate; tuttavia essa dà solo quelle prescrizioni per
scatole d’ installazioni sporgenti che sono necessarie per le prove
sulle prese. Si applica alle spine collegate ai cordoni per connettori,
alle spine ed alle prese mobili collegate ai cordoni prolungatori.
Si applica, inoltre, alle spine ed alle prese che sono componenti di
un apparecchio utilizzatore, a meno che non sia diversamente
specificato nelle relative norme dell’apparecchio utilizzatore. Non si
applica a: spine, prese, connettori per applicazioni industriali, prese
a spina di connettore; spine, prese fisse e portatili per ELV; prese
fisse combinate con fusibili, interruttori automatici ecc..
La presente Norma annulla e sostituisce, per quanto di
competenza, le Norme CEI 23-5 e 23-16 le quali tuttavia
rimangono applicabili fino al 31 dicembre 2000.
CEI 23-51
AV 05/2010
Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei
quadri di distribuzione per installazioni per uso domestico e
similare
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
CEI 23-54
Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
ANNO
1997-11
1999-02
CEI 23-58
FASCICOLO
fascicolo 3998
fascicolo 5047
EDIZIONE
prima edizione
variante 1 (V1)
SCAME
La presente Norma, prevista per essere utilizzata congiuntamente
con le Sezioni della Parte 2, specifica le prescrizioni e le prove per
i sistemi di canali e per i sistemi di condotti profilati, destinati
all’alloggiamento dei conduttori isolati, dei cavi flessibili ed
eventualmente di altri apparecchi elettrici e, se necessario, alla loro
separazione, nelle installazioni elettriche e/o nei sistemi di
comunicazione, con tensione fino a 1000 V in corrente alternata
e/o 1500 V in corrente continua.
La presente Norma non si applica ai sistemi di tubi, ai sistemi di
passerelle o passerelle a traversini porta cavi, ai sistemi di
canalizzazione elettrificata o ai prodotti coperti da altre norme.
Conforme alla Norma Europea EN 50085-1
CEI 32-1
(EN 60269-1 Sesta
edizione)
CEI 32-4
(CEI EN 60269-2)
Fusibili a tensione non superiore a 1.000 V per corrente
alternata e a 1.500 V per corrente continua- Parte 1:
Prescrizioni generali
Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente
alternata e a 1500 V per corrente continua
Parte 2: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da
parte di persone addestrate
(fusibili principalmente per applicazioni industriali)
CEI 32-5
( EN 60269-3)
Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente
alternata e a 1500 V per corrente continua
Parte 3: Prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da
parte di persone non addestrate
(fusibili principalmente per applicazioni domestiche e similari)
CEI 33-8
Condensatori statici di rifasamento di tipo non auto
rigenerabile per impianti di energia a corrente alternata con
tensione nominale inferiore o uguale a 1000 V.
Parte 1: Generalità. Prestazione, prove e valori nominali.
Prescrizioni di sicurezza. Guida per l’installazione e
l’esercizio.
CEI 34-21
Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali e
prove.
CEI 44-5
Sicurezza del macchinario - Equipaggiamento elettrico
delle macchine - Parte 1: Regole generali
CEI 44.5
EN 60204
AV 05/2010
Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte1
regole generali
Ingegneria di Manutenzione
(Fasc. 2274E):
(Fasc. 1348):
1 fasc. 4455
Pagina 80 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
CEI 44.6
EN 60204-
DK 5600
Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte 2
Designazione dei componenti ed esempi di disegni
schemi tabelle e istruzioni.
Criteri di allacciamento di clienti alla rete MT della
distribuzione (Enel)
1 fasc. 1364
Non applicabile alle
attività di questo appalto
Cavi per sistemi di comunicazione
Parte 4-2: Considerazioni generali sull'uso dei cavi
Guida all'uso
CEI EN 50290-4-2
(CEI 46-157)
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2009-01
fascicolo 9639
prima edizione
SCAME
La Norma ha l'obiettivo di aiutare i progettisti e installatori di
impianti con cavi per sistemi di comunicazione nel conoscere sia i
tipi di cavi metallici in commercio sia le loro modalità di utilizzo.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1.000V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua
ANNO
CEI 64/ 8 e
varianti
FASCICOLO
EDIZIONE
1987-01 fascicolo 1000
seconda edizione
1988-01 fascicolo 1049 V
seconda edizione (variante 1)
1989-01 fascicolo 1257 V
seconda edizione (variante 2)
1990-01 fascicolo 1442 V
seconda edizione (variante 4)
1990-01 fascicolo 1441 V
seconda edizione (variante 3)
1991-01 fascicolo 1688 V
seconda edizione (variante 5)
1992-05 fascicolo 1828 V
seconda edizione (variante 6)
1992-10 fascicolo 9000
terza edizione (volume unico)
1992-10 fascicoli da 1916 a 1922 terza edizione
1995-06 fascicolo 2305 V
terza edizione (errata corrige)
1998-01 fascicoli da 4131 a 4137 quarta edizione
AV 05/2010
2004-12 fascicolo 7495
variante 1 (V1)
2005-02 fascicolo 7526
variante 2 (V2)
2006-01 fascicolo 8115
variante 3 (V3)
2006-09 fascicolo 8491
quinta edizione - variante 4
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 81 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
(V4)
2009-05 fascicolo 9826
variante 2 (V2)
Le presenti Norme, di fondamentale importanza in quanto
innovano profondamente un campo di estesa diffusione e
delicatezza della normativa che aspettava da tempo un
allineamento alle moderne concezioni della sicurezza applicate
anche in campo internazionale, sono conformi ai Documenti di
Armonizzazione CENELEC HD 384 (ovverosia Pubblicazioni IEC
364).
Si applicano agli impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale
non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in
corrente continua e contengono le definizioni e danno le
prescrizioni, in particolare per la sicurezza delle persone, valide per
tutti gli impianti di cui sopra.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6869
2004-06
fascicolo 7321C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8608
sesta edizione
SCAME
CEI 64-8/1
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 1 (""Oggetto, scopo e
principi fondamentali"") della Norma CEI 64-8, precisa gli impianti
elettrici ai quali la Norma si applica e dove essa non si applica.
Essa fissa inoltre i principi fondamentali che un impianto elettrico
deve possedere ai fini di una sua corretta progettazione ed
esecuzione secondo criteri di sicurezza e di funzionalità.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 2: Definizioni
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6870
2004-06
fascicolo 7322C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8609
sesta edizione
SCAME
CEI 64-8/2
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 2 (""Definizioni"") della
Norma CEI 64-8, riporta le definizioni dei termini che ricorrono nel
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
testo della presente Norma. Tali definizioni sono necessarie per la
comprensione dei requisiti normativi richiesti ad un impianto
elettrico.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 3: Caratteristiche generali
CEI 64-8/3
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6871
2004-06
fascicolo 7323C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8610
sesta edizione
SCAME
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 3 (""Caratteristiche
generali"") della Norma CEI 64-8, precisa i requisiti che deve
possedere un impianto elettrico in termini di caratteristiche
generali, relativamente alla sua configurazione circuitale, alla
alimentazione (principale e di sicurezza o di riserva), alle influenze
esterne, alla compatibilità dei componenti elettrici tra di loro ed alle
condizioni di manutenzione.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
CEI 64-8/4
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6872
2004-06
fascicolo 7324C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8611
sesta edizione
SCAME
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 4 (""Prescrizioni per la
sicurezza"") della Norma CEI 64-8, fornisce le prescrizioni
necessarie a garantire la sicurezza delle persone e dei beni e le
prescrizioni relative alla loro applicazione nelle varie situazioni.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
CEI 64-8/5
AV 05/2010
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6873
2004-06
fascicolo 7325C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8612
sesta edizione
Ingegneria di Manutenzione
SCAME
Pagina 83 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 5 (""Scelta ed
installazione dei componenti elettrici"") della Norma CEI 64-8,
fornisce le prescrizioni relative alla scelta ed alla installazione dei
componenti elettrici necessari per l'attuazione delle misure di
protezione trattate nella Parte 4. In particolare vi vengono trattate
le prescrizioni riguardanti la scelta delle condutture elettriche, le
loro modalità di posa e la determinazione delle loro portate, le
prescrizioni riguardanti gli impianti di terra e quelle riguardanti la
scelta dei dispositivi destinati alla protezione contro i contatti
elettrici e contro le sovracorrenti e dei dispositivi di sezionamento e
di comando.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 6: Verifiche
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6874
2004-06
fascicolo 7326C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8613
sesta edizione
SCAME
CEI 64-8/6
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 6 (""Verifiche"") della
Norma CEI 64-8, tratta le verifiche, iniziali e periodiche costituite da
esami a vista e da prove, che devono venire eseguite in un
impianto elettrico per accertare che, per quanto praticamente
possibile, le prescrizioni della Norma siano state rispettate.
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari
CEI 64-8/7
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2003-05
fascicolo 6875
2004-06
fascicolo 7327C
quinta edizione
2007-01
fascicolo 8614
sesta edizione
SCAME
Il presente fascicolo, che contiene la Parte 7 (""Ambienti ed
applicazioni particolari"") della Norma CEI 64-8, tratta le
prescrizioni particolari alle quali devono soddisfare gli impianti
elettrici realizzati negli ambienti e per le applicazioni particolari
elencate nell'indice di questa Parte 7; queste prescrizioni particolari
integrano, modificano od annullano le prescrizioni generali delle
altre Parti della presente Norma CEI 64-8.
CEI 65-186
AV 05/2010
Linea guida per l'applicazione della Norma della serie CEI EN
61511 Sicurezza funzionale
Sistemi strumentati di sicurezza per il settore dell'industria di
processo
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
2009-06
La presente Guida riguarda l'applicazione della normativa tecnica
relativa alla sicurezza funzionale dei sistemi strumentati per gli
impianti di processo industriale. Essa si applica essenzialmente
alla Norma di Settore Serie CEI EN 61511, che è specifica per
questi sistemi. Poiché però questa norma di settore è fortemente
basata, per l'impostazione generale, sulla Norma Generica CEI EN
61508 e ad essa rimanda per alcuni aspetti, la Guida considera
spesso le due norme congiuntamente.
CEI 70.1 fasc.
1915
Grado di protezione degli involucri IP
CEI 81-1
Protezione di strutture contro i fulmini.
CEI 64.8-1/8
CEI 44.5
EN 60204
CEI 44.6
EN 60204Legge N° 791 del
18/10/1977
Legge N° 46 del
05/03/1990
Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte1 regole generali
1 fasc. 4455
Equipaggiamento elettrico delle macchine; Parte 2 Designazione
dei componenti ed esempi di disegni schemi tabelle e istruzioni
1 fasc. 1364
attuazione delle direttive del Consiglio della Comunità Europea
relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale
elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione;
Norme per la sicurezza degli impianti;
come modificata dal
DECRETO
MINISTERIALE del 22
FEBBRAIO 2008, n. 37
ART. T26 - ELENCO NORME, LEGGI, DECRETI IMPIANTI ELETTRICI IN ZONA CLASSIFICATA A
RISCHIO DI ESPLOSIONE
Norma
/Guida/Direttiva
Descrizione
Note
CEI EN 50281-3
Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti
polveri combustibili
Norma CEI EN 50281-3 I
edizione, parte 1-2 (CEI
31-52).
Luoghi con pericolo di esplosione.
Guida per la costruzione e l’uso di locali o edifici pressurizzati
di Classe 1.
CEI 31-25
AV 05/2010
La presente Guida riguarda soltanto i locali all'interno dei quali non
sono presenti centri di pericolo ma che sono ubicati in zone
pericolose di Classe 1; tuttavia, nelle Appendici, sono forniti criteri
guida per la pressurizzazione dei locali o edifici nei luoghi di Classe
2 e 3. Essa definisce le condizioni per le quali impianti elettrici non
a sicurezza possono essere installati in detti locali quando
l'ingresso dell'eventuale atmosfera pericolosa esterna è impedito
mantenendo la pressione interna superiore a quella esterna. La
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 85 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
Guida illustra i criteri di costruzione, allestimento e utilizzazione dei
locali o edifici e delle loro parti associate quali i condotti
d'alimentazione e di uscita del gas di protezione, i dispositivi
ausiliari di controllo necessari per ottenere e mantenere una
pressurizzazione soddisfacente. Sono comprese anche le verifiche
necessarie per dimostrare la conformità dell'impianto alle
prescrizioni della presente Guida e i contrassegni da applicare ai
locali o edifici.
EN 60079-10
(CEI 31-30)
CEI 31-30
atmosfere esplosive in presenza di gas
Gas, classificazione luoghi pericolosi
Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive
per la presenza di gas - Guida all’applicazione della Norma CEI
EN 60079-10 (CEI 31-30) - Classi?cazione dei luoghi pericolosi
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2002-08
fascicolo 6565
variante 1 (V1)
2004-03
fascicolo 7264
variante 2 (V2)
2007-02
fascicolo 8705
terza edizione
2009-09
fascicolo 9960
variante 1 (V1)
SCAME
1999-01
CEI 31-35 -
CEI 31-35/A
CEI 31-35 V2
CEI 31-36 -
Guida CEI 31-35 II
edizione.
Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza
di gas-esempi applicativi.
-.
Guida all’applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 3130).
Polveri, Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive
Guida alla applicazione della Norma CEI 31-52 classificazione
dei luoghi pericolosi per la presenza di polveri combustibili
CEI 31-56
AV 05/2010
Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polveri
combustibili
Guida all'applicazione della Norma CEI EN 61241-10 (CEI 3166) "Classificazione delle aree dove sono o possono essere
presenti polveri esplosive"
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2007-10
fascicolo 9049 C
prima edizione
Ingegneria di Manutenzione
Guida CEI 31-56 I
edizione.
SCAME
Pagina 86 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
La presente Guida ha lo scopo di approfondire il tema della
classificazione dei luoghi con pericolo d'esplosione per la presenza
di polveri combustibili relativa ad opere di nuova realizzazione e
alle trasformazioni o ampliamenti di quelle esistenti, nel rispetto
della Norma CEI EN 61241-10 (CEI 31-66), prima edizione.
Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive
Costruzioni immerse in olio "o"
CEI EN 50015
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
La presente norma tratta le prescrizioni di costruzione e prova delle
apparecchiature destinate ai luoghi con presenza di atmosfera
potenzialmente esplosiva, aventi modo di protezione “o”.
Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive
Sicurezza intrinseca "i"
CEI EN 50020 (CEI
31-9)
ANNO
FASCICOLO
1995-10
fascicolo 2676 E
EDIZIONE
SCAME
1998-02
2003-09
fascicolo 7023
La presente norma specifica le regole di costruzione e di prova per
le apparecchiature a sicurezza intrinseca destinate ad essere
utilizzate in ambienti con presenza di atmosfera potenzialmente
esplosiva.La presente versione della Norma include il contenuto
dell’Errata Corrige 1, pubblicata nel mese di Marzo 2004, che
consiste nella sostituzione della fig. 3 di pag. 31.
CEI EN 50054
Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas
combustibili
Prescrizioni generali e metodi di prova
La presente Norma riguarda le prescrizioni relative alla costruzione
delle apparecchiature per la rilevazione e la misura dei gas
combustibili, nonché i relativi metodi di prova.
Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas
combustibili
Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di
gruppo I che indicano fino a 5% (v/v) di metano nell'aria
CEI EN 50055
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
La presente Norma riguarda le apparecchiature, portatili, mobili e
fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di
metano presenti nelle miniere. Le apparecchiature oggetto della
presente Norma sono quelle che rilevano percentuali in volume di
metano nell’aria da 0 a 5% (v/v).
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 87 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
CEI EN 50056
Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas
combustibili
Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di
gruppo I che indicano fino a 100% (v/v) di metano nell'aria
La presente Norma riguarda le apparecchiature, portatili, mobili e
fisse, destinate alla rilevazione e misura delle concentrazioni di
metano presenti nelle miniere. Le apparecchiature oggetto della
presente Norma sono quelle che rilevano percentuali in volume di
metano nell’aria da 0 a 100% (v/v).
Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas
combustibili
Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di
gruppo II che indicano fino a 100% del limite di infiammabilità
inferiore
CEI EN 50057
La presente Norma riguarda le apparecchiature di gruppo II,
portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle
concentrazioni di gas e vapori combustibili presenti nell’aria. Le
apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che
rilevano e misurano concentrazioni nell’aria di gas e vapori
combustibili fino al 100% del limite inferiore di infiammabilità.
Apparecchiature elettriche per la rilevazione e misura di gas
combustibili
Prescrizioni relative alle prestazioni di apparecchiature di
gruppo II che indicano fino a 100% (v/v) di gas
CEI EN 50058
La presente Norma riguarda le apparecchiature di gruppo II,
portatili, mobili e fisse, destinate alla rilevazione e misura delle
concentrazioni di gas e vapori combustibili presenti nell’aria. Le
apparecchiature oggetto della presente Norma sono quelle che
rilevano e misurano percentuali nell’aria di gas e vapori
combustibili da 0 a 100% (v/v).
Specifica per le apparecchiature a percorso aperto per la
rilevazione di gas combustibili o tossici - parte 1: Requisiti
generali e metodi di prova
CEI EN 50241-1
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
Questo fascicolo tratta delle prescrizioni e delle relative prove di
conformità delle apparecchiature di rilevamento e misura di
sostanze tossiche o combustibili, presenti nell'aria.
CEI EN 50241-2
CEI EN 50281 (CEI
31-38)
AV 05/2010
Specifica per le apparecchiature a percorso aperto per la
rilevazione di gas combustibili o tossici - parte 2: Requisiti di
prestazione per le apparecchiature per la rilevazione di gas
combustibili
Questo fascicolo riguarda le prescrizioni per le prestazioni delle
apparecchiature di Gruppo II, per la rilevazione dei gas
combustibili. Il fascicolo deve essere usato congiuntamente alla
Norma CEI EN 50241-1.
Costruzioni elettriche destinate all'uso in ambienti con
presenza
di
polvere
combustibile.
Parte
2-1:
Metodi
di
prova
Metodi per la determinazione della temperatura
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 88 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
minima di accensione della polvere
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
1999-11
Costruzioni elettriche destinate in ambienti con presenza di
polvere
combustibile
Parte 1-2: Costruzioni elettriche protette per mezzo di un
involucro
Scelta, installazione e manutenzione
ANNO
CEI EN 50281-1-2
(CEI 31-36)
CEI EN 50281-2-1
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
1999-09 fascicolo 5301
prima edizione
2002-10 fascicolo 6675
prima edizione - A1 (variante
V1)
2004-06 fascicolo 7346C
prima edizione C - A1 (variante
V1)
Costruzioni elettriche destinate in ambienti con presenza di
polvere combustibile
Parte 2: Metodi di prova
Metodi per la determinazione della temperatura minima di
accensione della polvere
La presente norma riguarda due metodi di prova per la
determinazione della temperatura minima di accensione della
polvere al fine della scelta delle costruzioni elettriche destinate ad
ambienti con presenza di polvere combustibile.
Classificazione delle aree nei luoghi con pericolo di
esplosione per la presenza di polveri combustibili.
Parte 3: Classificazione dei luoghi dove sono o possono
essere presenti polveri combustibili
CEI EN 50281-3
(CEI 31-52)
ANNO
FASCICOLO
2003-06
fascicolo 6947
EDIZIONE
SCAME
La presente norma riguarda la classificazione di aree nelle quali
sono presenti miscele esplosive di polvere/aria e strati di polveri
combustibili, allo scopo di consentire l'adeguata selezione di
apparecchiature per l'uso in queste aree.
CEI EN 50284
Prescrizioni particolari per la costruzione, prova e marcatura
per le apparecchiature elettriche appartenenti al gruppo II,
categoria 1 G
La presente norma riguarda le costruzioni elettriche di gruppo II,
categoria 1 G destinate ad essere utilizzate in atmosfera
potenzialmente esplosiva. Questa norma soddisfa i requisiti previsti
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 89 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
dalla Direttiva Comunitaria 94/9/CE.
Costruzioni elettriche di gruppo I, categoria M1, destinate a
funzionare in atmosfere esposte a grisuo e/o a paolvere di
carbone
CEI EN 50303
La presente norma riguarda le prescrizioni di progetto, costruzione
e prove degli apparecchi di gruppo I, Categoria M 1 destinati ad
essere utilizzati nelle miniere con presenza nell'atmosfera di grisou
e/o polvere di carbone. Essa si applica agli apparecchi elettrici e
non elettrici.
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
di
gas
Parte 0: Regole generali
CEI EN 60079-0
(CEI 31-70)
ANNO
FASCICOLO
2006-07
fascicolo 8391
2007-12
fascicolo 9144
EDIZIONE
SCAME
seconda edizione
La presente Norma riguarda le prescrizioni generali relative alla
costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche e dei
componenti Ex, destinati ad essere utilizzati in luoghi con
atmosfera esplosiva per la presenza di gas, vapori e nebbie.
Questa parte generale serve come base per le altre norme della
serie EN 60079 destinata alle costruzioni elettriche con modi di
protezione specifici: - a prova di esplosione - d - a sovrapressione p - riempimento pulvirolento - q - immersa in olio - o - a sicurezza
aumentata - e - a sicurezza intrinseca - i - protezione - n incapsulamento - m. La Norma soddisfa i requisiti essenziali della
Direttiva 94/9/EC.
Atmosfere
esplosive
Parte 1: Apparecchiature protette mediante custodie a prova
d'esplosione "d"
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
2005-11
2007-10
CEI EN 60079-1
(CEI 31-58)
2008-11
prima edizione
fascicolo 9565
seconda edizione
Il presente fascicolo contiene le prescrizioni specifiche per la
costruzione e la prova delle apparecchiature elettriche con
custodia a prova di esplosione, con modo di protezione ""d""
destinate ad essere utilizzate in atmosfere esplosive. La presente
Norma integra e modifica le prescrizioni generali della CEI EN
60079-0. Nel caso in cui le prescrizioni della presente Norma siano
in conflitto con quelle della CEI EN 60079-0, si applicano le
prescrizioni della presente Norma. La Norma contiene un allegato
nazionale specifico per le filettature gas coniche a tenuta sul filetto.
L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che
soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC.
CEI EN 60079-10
AV 05/2010
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 90 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
(CEI 31-30)
di
Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
1996-10
fascicolo 2895
prima edizione
2004-01
fascicolo 7177
seconda edizione
gas
SCAME
La presente norma tratta la classificazione dei luoghi pericolosi
dove possono manifestarsi dei rischi associati alla presenza di gas
o vapori infiammabili, allo scopo di consentire la corretta scelta e
installazione delle costruzione idonei a questi luoghi pericolosi. La
presente norma sostituisce la prima edizione della Norma CEI EN
60079-10 (CEI 31-30) per quanto si riferisce alla classificazione dei
luoghi con presenza, in qualunque stato fisico, di sostanze, esclusi
gli esplosivi e le polveri combustibili, che sotto forma di gas, vapori
e nebbie, possono determinare con l'aria un'atmosfera esplosiva.
La presente norma sostituisce la prima edizione della Norma CEI
EN 60079-10 (CEI 31-30), Fascicolo 2895. La prima edizione
rimane contemporaneamente in vigore con la seconda edizione
fino al 1 dicembre 2005. Il periodo di contemporanea validità della
prima e della seconda edizione ha lo scopo di consentire il
completamento delle classificazioni dei luoghi con pericolo di
esplosione in corso di esecuzione ed ai tecnici di adeguarsi alla
seconda edizione. Si fa presente a quanti si apprestano ad iniziare
una classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, di
applicare la presente edizione per quanto possibile, ricordando che
qualora intendessero utilizzare la prima edizione dovranno valutare
con attenzione i tempi di esecuzione per non incorrere nelle
conseguenti difficoltà qualora ultimassero il lavoro dopo la data di
scadenza stabilita per la prima edizione.
Atmosfere esplosive
Parte 11: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza
intrinseca ""i""
ANNO
CEI EN 60079-11
(CEI 31-78)
FASCICOLO
EDIZIONE
2007-12
prima edizione
2009-02 fascicolo 9668
prima edizione (bilingue)
SCAME
La presente Norma tratta i requisiti per la costruzione e prove delle
costruzioni elettriche a sicurezza intrinseca “i“ destinate ad essere
utilizzate negli ambienti in presenza di atmosfera esplosiva. Questa
Norma soddisfa i requisiti essenziali della Direttiva 94/9/EC e deve
essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN 600790:2007-12. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano
della EN 60079-11; rispetto al precedente fascicolo n. 9153E di
dicembre 2007, essa contiene la traduzione completa della EN
sopra indicata.
CEI EN 60079-14
(CEI 31-33)
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
di
gas.
Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di
esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
ANNO
AV 05/2010
FASCICOLO
EDIZIONE
Ingegneria di Manutenzione
SCAME
Pagina 91 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
1998-01
fascicolo 4139
prima edizione
2004-05
fascicolo 7297
seconda edizione
La presente Norma si applica alla progettazione ed esecuzione
degli impianti elettrici nuovi nei luoghi con pericolo di esplosione e
trasformazioni radicali degli impianti elettrici esistenti.
Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza
di
gas
Parte 15: Costruzione, prove e marcatura delle costruzioni
elettriche avente modo di protezione "n"
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
2006-02 fascicolo 8151
2007-12 fascicolo 9152 E seconda edizione
CEI EN 60079-15
(CEI 31-64)
2009-03 fascicolo 9699
seconda edizione - bilingue
La presente Norma tratta i requisiti per la progettazione,
costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche aventi
modo di protezione “n“ destinate ad essere utilizzate negli ambienti
in presenza di atmosfera esplosiva. Questa norma si applica sia
alle costruzioni che non emettono scintille, sia a costruzioni
elettriche con parti che producono archi o scintille. La Norma
soddisfa i requisiti essenziali della Direttiva 94/9/CE. Questa
Norma deve essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN
60079-0. La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano
della EN 60079-15; rispetto al precedente fascicolo n. 9152E di
dicembre 2007, essa contiene la traduzione completa della EN
sopra indicata.
Atmosfere
esplosive
Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei
luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas
CEI EN 60079-17
(CEI 31-34)
La presente parte della CEI EN 60079 è destinata agli utilizzatori e
copre gli aspetti direttamente connessi con la verifica e la
manutenzione dei soli impianti elettrici situati entro luoghi
pericolosi, dove il pericolo può essere costituito da gas
infiammabili, vapori, nebbie, polveri, fibre o residui volatili di
filatura. Essa non comprende: - le altre prescrizioni fondamentali
per l'installazione e la verifica degli impianti elettrici; - le verifiche
delle apparecchiature elettriche; - la riparazione e il recupero di
apparecchiature protette dall'esplosione (vedere la Norma CEI EN
60079-19). La presente Norma integra le prescrizioni della Norma
CEI 64-8.
Atmosfere esplosive
Parte 19: Riparazione, revisione e ripristino delle
apparecchiature
CEI EN 60079-19
(CEI 31-83)
AV 05/2010
La presente parte della CEI EN 60079 fornisce istruzioni sulla
riparazione, la revisione, il ripristino e la modifica di
un'apparecchiatura certificata destinata all'utilizzo in presenza di
atmosfere esplosive. Essa non è applicabile alla manutenzione,
tranne nei casi in cui la riparazione e la revisione non possano
essere dissociate dalla manutenzione; inoltre non dà suggerimenti
Ingegneria di Manutenzione
Pagina 92 di 98
INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
sui dispositivi di ingresso dei cavi, che possono necessitare di
essere rinnovati quando l'apparecchiatura viene reinstallata.
Questa norma non è applicabile al modo di protezione 'm'.
Atmosfere esplosive
Parte 2: Apparecchiature con modo di protezione a
sovrapressione "p"
ANNO
FASCICOLO
SCAME
prima
edizione
correzioni
2006:2005-11
CEI EN 60079-2
(CEI 31-59)
EDIZIONE
2009-01
fascicolo 9599 E seconda edizione
2009-04
fascicolo 9570
seconda
bilingue
+
edizione
La presente Norma contiene prescrizioni specifiche per la
costruzione e le prove delle costruzioni elettriche con custodie
pressurizzate, modo di protezione p, destinate ad essere utilizzate
nelle atmosfere esplosive per la presenza di gas. La presente
norma deve essere letta congiuntamente alla Norma CEI EN
60079-0:2007-12 in quanto contiene prescrizioni che ne modificano
o ne integrano le prescrizioni. L’Allegato ZZ della presente Norma
indica gli articoli che soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC.
La presente Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN
60079-2; rispetto al precedente fascicolo n. 9599E di gennaio
2009, essa contiene la traduzione completa della EN sopra
indicata.
Atmosfere
Parte
29-1:
Rilevatori
di
Requisiti generali e di prestazione
CEI EN 60079-29-1
(CEI 31-85)
CEI EN 60079-29-2
(CEI 31-86)
AV 05/2010
gas
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2009-01
fascicolo 9601 E
prima edizione
esplosive
infiammabili
SCAME
La presente Norma specifica le prescrizioni generali per la
costruzione, prove e prestazioni per gli apparecchi portatili,
trasportabili e fissi per la rilevazione e misura di gas infiammabili o
le concentrazioni di vapore in aria. Questi apparecchi sono
destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva o in miniere con
presenza di grisou. La presente Norma deve essere utilizzata
unitamente alla Norma EN 60079-0 e alla Norma EN 60079-29-2.
L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che
soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC. La presente Norma
riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-29-1; rispetto al
precedente fascicolo n. 9601E di gennaio 2009, essa contiene la
traduzione completa della EN sopra indicata e, in aggiunta, il
Foglio di Interpretazione IEC 60079-29-1/I1 di luglio 2009.
Atmosfere esplosive
Parte 29-2: Rilevatori di gas infiammabili
Scelta, installazione, uso e manutenzione dei rilevatori di gas
infiammabili e ossigeno
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
SCAME
2009-01
fascicolo 9602 E
prima edizione
La presente Norma fornisce una guida e raccomandazioni pratiche
per la scelta, installazione, uso sicuro e manutenzione degli
apparecchi di Gruppo II, destinati ad essere utilizzati in ambienti
industriali e del terziario per la rilevazione e misura di gas
infiammabili. La presente Norma deve essere utilizzata unitamente
alla Norma EN 60079-0 e alla Norma EN 60079-29-1. La presente
Norma riporta il testo in inglese e italiano della EN 60079-29-2;
rispetto al precedente fascicolo n. 9602E di gennaio 2009, essa
contiene la traduzione completa della EN sopra indicata.
Atmosfere
Parte 5: Apparecchiature
riempimento "q"
ANNO
CEI EN 60079-5
(CEI 31-84)
FASCICOLO
con
modo
di
esplosive
protezione a
EDIZIONE
2009-01 fascicolo 9600 E
prima edizione
2009-04 fascicolo 9571
prima edizione bilingue
SCAME
La presente Norma contiene prescrizioni specifiche per la
costruzione, le prove e la marcatura delle apparecchiature
elettriche con modo di protezione a riempimento, destinate ad
essere utilizzate nelle atmosfere esplosive per la presenza di gas.
La presente norma deve essere letta congiuntamente alla Norma
CEI EN 60079-0:2007-12 in quanto contiene prescrizioni che ne
modificano o ne integrano le prescrizioni. L’Allegato ZZ della
presente Norma indica gli articoli che soddisfano i requisiti della
Direttiva 94/9/EC. La presente Norma riporta il testo in inglese e
italiano della EN 60079-5; rispetto al precedente fascicolo n. 9600E
di gennaio 2009, essa contiene la traduzione completa della EN
sopra indicata.
Atmosfere
esplosive
Parte 7: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza
aumentata "e
CEI EN 60079-7
(CEI 31-65)
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
2006-03
fascicolo 8204
prima edizione
2008-11
fascicolo 9562
seconda edizione
SCAME
La presente Norma tratta i requisiti per la progettazione,
costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche aventi
modo di protezione a sicurezza aumentata “e“ destinate ad essere
utilizzate negli ambienti in presenza di atmosfera esplosiva. Questa
Norma deve essere utilizzata congiuntamente alla Norma CEI EN
60079-0. L’Allegato ZZ della presente Norma indica gli articoli che
soddisfano i requisiti della Direttiva 94/9/EC.
CEI EN 60079-10
Classificazione dei luoghi pericolosi per la
presenza di gas.
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
CEI EN 60079-10 I
edizione, parte 10 (CEI
31-30).
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
UNI EN 11271:2001
Prevenzione
UNI EN 134631:2003
Apparecchi non elettrici
Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la
presenza di sostanze esplosive
ANNO
FASCICOLO
EDIZIONE
fascicolo 807
CEI 64-2
direttiva europea
94/9/EC
1990-01 fascicolo 1432
quarta edizione (appendice)
1990-01 fascicolo 1431
quarta edizione
1992-09 fascicolo 1908 V
variante 1 (V1)
1992-11 fascicolo 1973 V
errata corrige (EC)
1997-12 fascicolo 4108
quarta edizione (abrogazione)
1998-08 fascicolo 2961 C
quarta edizione (appendice)
1998-08 fascicolo 2960 C
quarta edizione (reing.)
La prima direttiva ATEX (094/9/CE), in qualità di armonizzazione
delle normative europee riguarda il "Riavvicinamento delle
legislazioni degli Stati Membri relative agli apparecchi e sistemi di
protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera
potenzialmente esplosiva" ed è incentrata sui requisiti essenziali di
sicurezza e salute (Essential Safety Requirements, ESR) delle
apparecchiature in aree a rischio di deflagrazione e prende in
considerazione i rischi di esplosione, di qualsiasi natura, in quanto
possibile sorgente potenziale di innesco. E' applicabile a
apparecchiature elettriche, meccaniche, idrauliche e pneumatiche
(pompe comprese) usate in aree "potenzialmente esplosive".
Secondo tale normativa il produttore, il suo mandatario o la
persona che immette per la prima volta un prodotto o che lo mette
in servizio sul mercato comunitario è obbligato a analizzare se il
prodotto rientra nella direttiva 094/9/CE e conseguentemente
rispettarne i requisiti e contrassegnare le proprie apparecchiature
con determinate categorie.
ATEX 99/92/EC (denominata ATEX 137)
direttiva europea
99/92/EC
AV 05/2010
Obbligatoria dal 1°Luglio 2006 La Direttiva ATEX 99/9 2/CE,
introdotta il 16 Dicembre 1999, definisce i requisiti minimi per
incrementare la protezione della sicurezza e della salute dei
lavoratori potenzialmente a rischio di atmosfere esplosive. La
direttiva stabilisce, fra le prescrizioni minime che devono essere
adottate sul luogo di lavoro, che “Si devono prendere tutte le
misure necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro siano
state progettate, costruite, montate, installate, mantenute in
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
servizio e fatte funzionare in modo tale da ridurre al minimo i rischi
di esplosione(punto 2.5 – Allegato II) Le prescrizioni si applicano
alle aree classificate come pericolose ed in tutti i casi in cui le
caratteristiche dei luoghi di lavoro, dei posti di lavoro, delle
attrezzature o delle sostanze impiegate lo richiedano. Le aree a
rischio di esplosione sono cosi ripartite all’interno della normativa
(punto 2 – Allegato I): GAS, VAPORI O NEBBIE
La Direttiva Europea 2006/42/ce è la nuova “Direttiva Macchine”.
Nella direttiva all’Allegato 1 Punto 1.5.7 “ Esplosione”la direttiva
determina che la macchina deve essere progettata e costruita in
modo da evitare qualsiasi rischio di esplosione provocato dalla
macchina stessa o da gas, liquidi, polveri, vapori od altre sostanze
o prodotti utilizzati dalla macchina. La macchina deve essere, per
quanto riguarda i rischi di esplosione dovuti all’utilizzo in atmosfera
potenzialmente esplosiva, conforme alle specifiche direttive
comunitarie.
direttiva europea
2006/42/ce
Si evidenzia che la direttiva 94/9/CE (ATEX) si applica alle
macchine che possono essere utilizzate in atmosfere
potenzialmente esplosive, ma non alle macchine che contengono
nel loro interno atmosfere potenzialmente esplosive. Per questo
occore applicare il primo paragrafo del punto 1,5.7 dall’Allegati 1
della Direttiva 2006/42/CE – “Direttiva Macchine”, ma si ricorda che
i prodotti che possono trovarsi all’interno delle macchine in dette
atmosfere (per esempio sensori) sono soggetti alla direttiva ATEX.
Si fa inoltre un cenno a quanto indicato al punto 1.5.1 dall’Allegati 1
della Direttiva 2006/42/CE – “Energia Elettrica”. Il testo della nuova
direttiva chiarisce che alle macchine alimentate da energia elettrica
si applicano gli obiettivi delle Direttiva Bassa Tensione (73/23/CE);
ma che gli obblighi relativi alla conformità e l’immissione sul
mercato/messa in servizio si applica esclusivamente la Direttiva
Macchine. Pertanto l’articolo 3 non si applica nella sua interezza
nei riguardi della Direttiva 73/23/CE
D.P.R. 23-03-1998
n. 126
D.M. 31 maggio
2001
D.Lgs. 12 giugno
2003, n. 233
Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE
(direttiva ATEX) in materia di apparecchi e sistemi di protezione
destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.
Attuazione direttiva 94/9/CE
Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni
minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della
salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive.
ALLEGATO XLIX
ATMOSFERE ESPLOSIVE - RIPARTIZIONE DELLE AREE IN CUI
POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE
D.Lgs del 9 Aprile
2008 n.81
ALLEGATO L
ATMOSFERE ESPLOSIVE
(articolo 293, articolo 294,comma 2, lettera d), articolo 295, commi
1 e 2)
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
PRESCRIZIONI MINIME PER IL MIGLIORAMENTO DELLA
PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI
LAVORATORICHE POSSONO ESSERE ESPOSTI AL RISCHIO
DI ATMOSFERE ESPLOSIVE.
ALLEGATO LI
(articolo 293, comma 3)
ATMOSFERE ESPLOSIVE - SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER
INDICARE LE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI
ATMOSFERE ESPLOSIVE
D.Lgs.81/08, Titolo XI, capo I, art. 290
La Direttiva 99/92/CEE, recepita in Italia con il D. Lgs. 233/03 del
12 giugno 2003, ha reso obbligatorio per tutte le aziende la
valutazione del rischio di esposizione in atmosfere potenzialmente
esplosive e la conseguente classificazione delle aree. Le
disposizioni del D. Lgs. 233/03 sono state integrate al Titolo XI,
Capo II del Testo Unico mantenendo di fatto la stessa struttura e
contenuti. Tali valutazioni sono obbligatorie per tutte le aziende
dove è probabile la formazione di atmosfere esplosive generate
dalla presenza di polveri combustibili o liquidi/gas infiammabili
come per esempio
Il sistema di classificazione del decreto si applica alle aree in cui
vengono adottati provvedimenti di protezione in applicazione degli
articoli 289, 290, 293, 294.
Glossario:
ASTMnorma USA
BS norma inglese
CEN/TS norma sperimentale europea
DIN norma tedesca
ENnorma europea
ENV norma sperimentale europea (vecchia sigla)
ISO norma internazionale
ISO/DIS progetto ISO
JANS norma in vigore in Giappone, Nuova Zelanda ed Australia
MU metodo italiano Unichim
prEN progetto di norma EN
SS norma svedese
UNI norma italiana
AV 05/2010
Ingegneria di Manutenzione
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INGEGNERIA DI MANUTENZIONE
Codice AV 05/2010 NT
AV 05/2010
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