LA SEZIONE MUSICALE DELL’ARCHIVIO DELLA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO La Cattedrale è una creatura viva, che si nutre delle emozioni, delle preghiere e delle parole che risuonano nel profondo di ogni persona che entra in questo luogo. Ogni parte di questa immensa partitura presenta aspetti irregolari e unici che trovano la giusta collocazione come strumenti di una grande composizione. Se la Parola annunciata ogni giorno all’interno del Duomo restituisce a quest’atmosfera il segno e la dimensione della fede, perfino il vento che soffia tra le guglie crea suoni che si fondono con l’armonia della Cattedrale. La Veneranda Fabbrica ha voluto custodire con accuratezza le testimonianze della propria attività, consapevole che la conservazione della memoria è fondamento imprescindibile di qualsiasi grande opera. Alla cura che la Fabbrica riservò instancabilmente all’edificazione e poi al mantenimento della Cattedrale, si accosta, e trova riflesso in Archivio, l’attenzione a che la bellezza non fosse solo quella tangibile delle architetture, delle sculture e degli ornati: già nel 1402 la Fabbrica istituì la Cappella Musicale, perché la liturgia fosse sostenuta e arricchita da una musica pensata e scritta proprio per il Duomo. Le partiture composte dai numerosi Maestri di Cappella dal Quattrocento ad oggi sono conservate nella preziosa Sezione Musicale, di cui vi proponiamo qualche testimonianza nelle sale della Biblioteca che attraverserete. Dopo il grande intervento di restauro inaugurato il 30 maggio 2016, l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, diario giorno per giorno della città dal 1387, triplicato nei suoi spazi espositivi, comprende oggi rinnovati locali e strutture che, anche grazie alla digitalizzazione del patrimonio documentale, permetteranno di continuare a tramandare questo grande racconto. Caso certamente eccezionale nel panorama italiano, l’Archivio rispecchia la continuità della vita e dell’attività della Fabbrica, che ha attraversato, mantenendo intatte prerogative, missione ed autonomia, tutte le complesse vicende storiche intervenute nel panorama milanese ed italiano dalla fine del Quattrocento ad oggi. Il materiale musicale conservato, suddiviso in tre sezioni, abbraccia quasi senza interruzioni il lungo periodo che parte dall’ingresso di Franchino Gaffurio in Duomo, nel 1484, fino ad arrivare ai giorni nostri. Questa raccolta di musiche venne più volte riordinata nel corso dei secoli: il primo ordinamento organico risale alla fine del XVIII, curato dal vice maestro di Cappella Francesco Bianchi. Nel corso dei secoli si giunse poi all’attuale ordinamento, che vede l’intero corpus diviso in tre sezioni. Maestri di cappella (315 faldoni): conserva le partiture, per lo più manoscritte e autografe dei Maestri di Cappella Autori Diversi (146 faldoni): conserva composizioni di diversa provenienza, eseguite in Duomo Libroni musicali (62 volumi): conserva musiche a stampa e manoscritte dalla fine del Quattrocento al XIX secolo. Di inestimabile valore, in questa sezione, si annoverano i tre Libroni di Franchino Gaffurio, straordinari testimoni del rinascimento musicale milanese. A queste tre sezioni principali si sono aggiunte, nel corso del Novecento, altre raccolte, oggetti di lasciti. Nelle sale della Biblioteca sono esposti materiali della Sezione Musicale, in particolare: - Franchino Gaffurio, Librone III (1490 ca.) Michelangelo Grancini, Sacri fiori concertati, 1631 Francesco Bianchi, Indice di tutta la Musica che si ritrova nell’Archivio della Veneranda Fabbrica… (1791-1797) I CODICI GAFFURIANI La Sezione Musicale ha fra i suoi capolavori i tre Codici Gaffuriani. Il quarto è purtroppo bruciato nella notte fra il 3 e il 4 agosto 1906 nell’incendio che devastò il padiglione della Veneranda Fabbrica del Duomo all’Esposizione Internazionale di Milano. Teorico musicale e compositore, Franchino Gaffurio venne eletto maestro di cappella del Duomo di Milano il 22 gennaio 1484, mantenendo questa carica per quasi quarant'anni fino alla sua morte. Le composizioni degli anni milanesi comprendono messe per i riti ambrosiano e romano (la prima con tre sezioni e la seconda con le tradizionali cinque sezioni della liturgia romana), Magnificat, antifone, litanie, uno Stabat Mater, inni, madrigali e mottetti, in massima parte raccolti appunto, per quanto concerne le musiche religiose, nei quattro manoscritti noti come Codices Gaffurienses. Tra le opere più note sono da ricordare la Missa Trombetta sul Gloria ad modum tube di G. Dufay, in tre sezioni, e la Missa de tous biens pleine, composta su una canzone di Hayne van Ghizeghem. Scrisse inoltre numerosi testi di teoria musicale tra cui Theorica musicae e Practica musicae. In essi, riprese la tradizione medievale che risalente al trattato De institutione musicae di Boezio, sviluppando una vera e propria filosofia della musica. Secondo Gaffurio, l'arte dei suoni è analoga alla scienza dei numeri e viene trattata secondo proporzioni matematiche, in accordo con la tradizione pitagorica e neoplatonica che considerava l'armonia dei suoni frutto di precisi rapporti numerici. La musica è una disciplina speculativa, oltre che un'arte pratica, e le leggi che regolano i suoni sono affini a quelle che esprimono il moto dei corpi celesti.