50 anni di CIEAEM: dove siamo e dove andiamo? Manifesto 2000 per l’anno della matematica Prima parte: dove siamo? Fin dalla sua creazione, nel 1950, la Commissione Internazionale per lo Studio e il Miglioramento dell’Insegnamento della Matematica (in francese CIEAEM, Commission Internationale pour l’Etude et l’Amélioration de l’Enseignement des Mathématiques) si propose di studiare lo stato presente e le possibilità di migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento della matematica. I convegni annuali, strumento essenziale per conseguire questo obiettivo, sono caratterizzati da scambi e dialoghi costruttivi tra ricercatori e insegnanti in tutti i campi della loro pratica professionale. In queste attività la Commissione segue lo spirito e le tradizioni umaniste dei fondatori della CIEAEM che desideravano integrare l’obiettivo scientifico di effettuare ricerca in didattica della matematica con lo scopo di migliorare la qualità dell’insegnamento di tale disciplina. Attraverso una rinnovata didattica della matematica essi speravano di contribuire al raggiungimento di una società i cui componenti fossero in grado di utilizzare il ragionamento matematico e i suoi strumenti per agire razionalmente e per sviluppare un pensiero critico, sia come cittadini, sia come futuri scienziati. Una tale prospettiva umanistica nell’educazione matematica avrebbe dovuto salvaguardare sia dai comportamenti tecnocratici, che dagli accecamenti ideologici. Il matematico, pedagogista e filosofo, Caleb Gattegno, dell’Università di Londra, è il padre spirituale della CIEAEM e il suo creatore. Altre due eminenti personalità diressero e determinarono i lavori della CIEAEM nei primi dieci anni: il matematico francese Gustave Choquet (presidente) e lo svizzero Jean Piaget (vice presidente), psicologo ed epistemologo, supportati da Caleb Gattegno, segretario. Choquet portò nel dibattito l’idea di una riforma guidata dalla ristrutturazione dell’”architettura” della matematica. Piaget presentò i famosi risultati delle sue ricerche nella psicologia cognitiva e portò nuove prospettive nelle relazioni tra le strutture operazionali mentali cognitive e lo sviluppo scientifico della matematica. Gattegno tentò di collegare la nuova metateoria matematica alla ricerca in psicologia per mezzo di una sintesi filosofica e pedagogica e tentò di stabilire rapporti con l’educazione matematica, pensata come importante parte dell’educazione in generale. Ben presto gli incontri favorirono i contatti tra matematici europei e insegnanti di scuola secondaria con interessi e quadri di riferimento comuni nell’insegnamento della matematica, con conseguenti scambi e condivisioni di punti di vista ed esperienze, sempre nell’intento di migliorare l’insegnamento della matematica. Dalla “matematica moderna” alla “matematica per tutti” I matematici Artin, Dieudonné, Papy e Servais furono le grandi figure di riferimento della Commissione durante gli anni ’60 e ’70. Essi sposarono la causa dell’innovazione dell’insegnamento della matematica e di una ristrutturazione totale della matematica scolastica “dalla scuola dell’infanzia fino all’università”. Il dibattito, nella CIEAEM, si orientò verso una riformulazione e una riorganizzazione del contenuto matematico dei programmi o delle linee guida, in accordo con le idee e i principali metodi della “Matematica Moderna”. Le loro idee divennero molto influenti nelle discussioni europee e internazionali del “Nuovo Movimento Matematico” e i loro lavori comparvero in numerose pubblicazioni dell’UNESCO e dell’OCDE. Tuttavia essi diedero origine a controversie nella CIEAEM; in particolare quando divenne chiaro che le riforme politiche si limitavano a superficiali cambiamenti nella terminologia, senza tener conto delle nuove domande della matematica, né dei nuovi contesti sociali, né delle nuove condizioni di insegnamento – apprendimento. Negli anni ’70 e ’80, la CIEAEM assume una differente impostazione, sotto l’influenza di Anna Sofia Krygowska, docente e matematico della Polonia, di Emma Castelnuovo, insegnante italiana, di Calude Gaulin, docente canadese e di Hans Freudenthal, matematico olandese. Costoro cercarono di rompere il “nobile isolamento” della didattica della matematica, con la sua attrazione verso la matematica pura, avvicinandola maggiormente alle altre scienze, alla realtà sociale e alla pratica sociale della matematica. È grazie alla loro iniziativa che i temi degli incontri della CIEAEM furono formulati e percepiti sempre più in termini di transdisciplinarità e interdisciplinarità: la “matematica per tutti” divenne allora una richiesta sistematica e programmatica. A partire da quest’epoca, gli incontri della CIEAEM assunsero l’ampiezza di forum internazionali. Didattica della matematica come disciplina scientifica e pratica riflessiva L’estensione dell’obbligo scolastico e l’aumento della popolazione scolare nella scuola secondaria portarono a cambiamenti nelle condizioni di insegnamento – apprendimento della matematica, suscitando un interesse crescente per la ricerca nella didattica della matematica. Ciò influenzò in particolare la scelta dei temi e dei contributi degli incontri della CIEAEM, che divennero più attraenti non solo per gli europei, ma anche per una platea più vasta: per colleghi di paesi non industrializzati e socialisti e ciò tanto per gli insegnanti di scuola secondaria, quanto per quelli di scuola primaria. A partire dagli anni ’80, aumentarono il numero di partecipanti e la varietà dei paesi rappresentati nella CIEAEM; la pertinenza dei temi e la qualità delle presentazioni e delle discussioni migliorarono notevolmente, in particolare per quel che concerne il piano della collaborazione tra insegnanti e ricercatori. Circa 400 partecipanti, provenienti da 35 diversi paesi del mondo, considerano oggi gli incontri della CIEAEM come avvenimenti di grande importanza. Gli sviluppi nella didattica della matematica come disciplina scientifica così come le riflessioni all’interno della CIEAEM modificarono gli argomenti dei temi degli incontri, i campi di ricerca e i dibattiti. Gli argomenti dei temi cambiarono: da un’attenzione ai contenuti e alle questioni metodologiche nella didattica della matematica, l’interesse si spostò sempre più verso problemi di carattere epistemologico, psicologico, sociologico e legati alla tecnologia. Tra questi ricevettero maggiore attenzione i problemi legati allo studio degli ambienti di insegnamento – apprendimento (interazione, valutazione e costo), quelli legati all’uso delle nuove tecnologie e alle loro implicazioni nei contenuti dei programmi, oltre che alla loro influenza sugli ambienti di insegnamento – apprendimento. I forti legami tra teoria e pratica nella CIEAEM Forti legami tra teoria e pratica sono stati fin dall’inizio al cuore della CIEAEM e non una semplice ricaduta delle sue attività. Tali legami hanno rinforzato la collaborazione tra ricercatori in didattica della matematica e insegnanti, costituendo la specificità della CIEAEM rispetto ad altre conferenze e si ritrovano in tutti i lavori e in ogni incontro. Tuttavia oggi si constata sempre più frequentemente, in numerosi paesi, una crescente separazione tra insegnanti e ricercatori e, allo stesso modo, tra matematici e insegnanti. I politici vedono di buon occhio questa situazione e cercano di trarne profitto per ridurre i finanziamenti per l’istruzione. Come risposta al TIMSS e alla golablizzazione economica, si nota una tendenza alla standardizzazione dei programmi di gruppi di paesi economicamente legati gli uni agli altri, per poter effettuare valutazioni comparative. La CIEAEM potrebbe prendere una posizione forte per aiutare a migliorare sia la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, sia quella della ricerca in didattica della matematica. In questa stessa ottica, essa potrebbe anche aiutare a proteggere altre organizzazioni accademiche dall’antintellettualismo che permea la politica dell’istruzione scelta dai governi di alcuni paesi. Specificità della CIEAEM La particolarità degli incontri della CIEAEM consiste di 4 punti: i temi, le attività specifiche, la composizione dei partecipanti e le due lingue ufficiali utilizzate in parallelo in tutte le attività (inglese e francese). I differenti modi di lavorare e di riflettere, così come la possibilità di esprimersi in francese e in inglese, contribuiscono a creare e a facilitare gli scambi e i dibattiti agli incontri e, al tempo stesso, situano i contributi individuali e collettivi all’interno di una collaborazione a lungo termine. Nell’atmosfera amichevole e stimolante degli incontri della CIEAEM, numerosi progetti comuni sono stati avviati, incoraggiati e sono proseguiti anche dopo gli incontri. Temi degli incontri Ogni incontro della CIEAEM è organizzato intorno a un tema scelto in comune concernente, in genere, un problema importante o particolarmente attuale. Prima della conferenza, i temi vengono sviluppati sotto diversi aspetti per mezzo di schede di discussione o di testi di base, insieme con proposte di sottotemi e di domande su cui discutere e riflettere durante gli incontri. Lavori di gruppo Il momento più importante degli incontri è costituito dai lavori di gruppo, che riuniscono insegnanti, formatori e ricercatori di differenti istituzioni, che lavorano nel campo della matematica, della storia della matematica, dell’educazione, della psicologia, della sociologia o della filosofia. I lavori di gruppo sono focalizzati su un particolare sotto tema o su relazioni tra i sotto temi per giungere a una riflessione comune e condivisa. Essi permettono ai partecipanti di discutere e seguire i problemi in profondità, di entrare nei dettagli e di collegare esperienze e ricerca. Le discussioni, gli scambi di esperienze, i problemi sollevati e i differenti punti di vista sono presentati individualmente o collettivamente o, ancora, sotto forma di laboratori. Gli animatori, che assicurano la traduzione nelle due lingue ufficiali e prendono nota di eventuali nuove questioni, sono attenti alle questioni poste dai partecipanti, alle proposte di progetti comuni o alle esperienze che possono essere presentate alla fine dell’incontro a nome del gruppo di lavoro. I lavori di gruppo sono veramente il “cuore” della conferenza. Plenarie Le conferenze plenarie radunano tutti i partecipanti e suscitano discussioni, immediate o destinate a protrarsi nel tempo. In base agli interessi, ai campi di ricerca e alle esperienze dei conferenzieri, esse offrono un ampio e differenziato ventaglio di prospettive di accesso ai temi. I conferenzieri sono scelti fra i membri della CIEAEM o all’esterno, portando, in tal caso, punti di vista differenti in modo da proporre differenti prospettive. Presentazioni individuali e collettive Individualmente o in piccoli gruppi, i partecipanti sono invitati a portare il proprio contributo a un tema o a un sottotema dell’incontro, mediante una presentazione orale delle loro idee, dei loro lavori di ricerca o di esperienze condivise con altri colleghi. Laboratori I laboratori offrono un’altra opportunità per i contributi individuali o in piccoli gruppi: essi sono focalizzati su attività concrete e incoraggiano ciascuno a partecipare attivamente con un lavoro di gruppo o individuale grazie a materiali preparati appositamente, a problemi o interrogativi concreti, ma sempre legati ai sotto temi. Il forum delle idee Il forum delle idee permette di presentare diverse esperienze particolari, materiali di apprendimento accompagnati da una documentazione puntuale o recenti progetti di ricerca. Essi permettono, al tempo stesso, scambi di idee e opinioni che non sono strettamente legati al tema dell’incontro. Il forum delle idee è localizzato in una sala consacrata a tale attività durante tutta la durata dei convegni. Costituzione e bollettino della CIEAEM Dal 1992, la CIEAEM ha creato uno strumento supplementare di comunicazione tra i suoi membri: il bollettino che, inviato a ciascuno, permette una discussione interna. Ciò apre uno spazio di scambio di opinioni sui problemi o sulle questioni da trattare, sia che si tratti di problemi di politica interna o di altre idee interessanti, per esempio suggerimenti per i temi dei futuri incontri. Il bollettino è scritto in inglese e in francese. Dal 1996 la CIEAEM ha una costituzione ufficiale e dal 2000 uno statuto legale di associazione non a scopo di lucro. Partecipanti della CIEAEM Gli incontri della CIEAEM sono luoghi di lavoro dove gli insegnanti e i ricercatori discutono e collaborano intensamente in un clima coinvolgente e motivante. Lo scambio continuo nel lavoro di ricerca, le esperienze pratiche e la condivisione di opinioni su problemi reali o su temi cruciali, danno luogo a discussioni critiche e costruttive per lo sviluppo della ricerca in didattica della matematica, sia in materia di politica dell’istruzione, che nella pratica scolare o della formazione del personale docente. Insegnanti e ricercatori sono considerati alla pari in questa collaborazione. La CIEAEM insiste sul fatto che non ci sia tregua fino a che i rapporti tra ricerca e pratica non vengano ricostruiti, grazie a sforzi reciproci, poiché pratica e teoria contribuiscono entrambe a migliorare l’insegnamento della matematica, sia mediante la critica e lo sviluppo della prassi didattica, sia mediante la critica e l’influenza della ricerca sullo sviluppo dei metodi di insegnamento. Seconda parte: dove andiamo? Verso una “matematica per tutti” e una “cultura” matematica In questo “Manifesto 2000” vogliamo accostarci ai nuovi orientamenti dell’insegnamento della matematica nelle diverse parti del mondo (senza, tuttavia, trascurare i vecchi orientamenti) e ciò per pianificare azioni future piuttosto che per fare un bilancio dei successi e degli insuccessi dell’educazione matematica. Quali strategie, al livello della ricerca e della pratica, favoriscono lo sviluppo e offrono adeguate opportunità nell’insegnamento – apprendimento, assicurano l’accesso a tutti i livelli scolari, sia primari che secondari, anche a quegli adulti che non hanno frequentato l’università? Come creare condizioni sociali che diano luogo a pratiche di insegnamento – apprendimento fondate sulla giustizia e sull’equità? Nel seguito cercheremo di elencare le questioni e le idee che potranno guidare il nostro futuro lavoro. Riguadagnare la fiducia e il sostegno della società democratica Studi internazionali comparativi, come il TIMSS hanno portato, a forza di pubblici dibattiti sulla matematica a scuola, a una perdita di considerazione sociale, a un atteggiamento diffidente e, talvolta, accusatorio. Questa tendenza attuale si aggiunge alla vecchia lamentela che afferma che esigenze dell’insegnamento ed esigenze della vita professionale non sono in armonia. Un’altra critica denuncia l’insufficienza delle opportunità di apprendimento e una mancanza di trasparenza nel sistema di valutazione che concerne in particolare la matematica, notevole strumento di selezione del sistema di istruzione – educazione. Infatti, il ruolo della matematica nella società cambia continuamente: per la società nel suo insieme, la matematica è sempre più potente e influente, ma, dal punto di vista dell’individuo, essa appare, al tempo stesso, sempre meno presente. Il fatto che l’educazione matematica non fosse più privilegio di un’elite, ma si indirizzasse alla maggioranza della popolazione, fu inizialmente celebrato, negli anni 60 e 70, come una democratizzazione dell’educazione e una vittoria delle giustizia sociale. Oggi, però, ciò è messo in discussione e viene considerato con sospetto, diffidenza, aggressività: tale atteggiamento porta a una diminuzione del valore del ruolo sociale dell’insegnamento della matematica e porta a vedere nell’educazione un semplice costo, un fardello sociale. Si corre il rischio di non considerare più l’educazione come un dovere o un servizio pubblico essenziale. Le ripercussioni dell’educazione di massa sui problemi economici e sociali, così come le risposte delle istituzioni alle pressioni e ai bisogni sociali, sono fortemente controverse. Dalle istituzioni preposte all’istruzione e all’educazione ci si aspetta non solo che provvedano alle esigenze di un numero crescente di studenti tradizionali – sebbene in condizioni di investimenti sempre più ristretti – ma che provvedano anche alle esigenze di una popolazione sempre più variegata, di vari gruppi d’età e in tutte le fasi della loro vita . A parte le esigenze sempre maggiori relative alla qualificazione di chi entra nel mondo del lavoro, le istituzioni preposte all’educazione e all’istruzione sono valutate, più spesso di un tempo, in base al contributo che danno ai bisogni socio – economici locali, regionali, nazionali e, talvolta, anche mondiali. Si parla così di servizio pubblico, di distribuzione di ricchezza, di innovazione tecnologica, di soluzioni ai diversi problemi, di produzione altamente qualificata, di riduzione delle disuguaglianze … per non citare che qualche esempio. - Come rinnovare il riconoscimento sociale per la formazione matematica, sia come dovere della società, sia come servizio di pubblico interesse? Come sviluppare il coinvolgimento e la partecipazione nella formazione matematica? In numerosi paesi, la formazione degli adulti, informale e non universitaria, si è rivelata una grande forza innovatrice e democratica: come favorire lo sviluppo di tali attività? - Come ottenere un cambiamento del sistema che non sia limitato a modificazioni solo formali e strutturali, ma che avvenga anche a livello sociale e culturale? Ci sarà una possibilità di recuperare il sostegno di chi è al di fuori delle istituzioni, come i genitori, i gruppi micro sociali, gli imprenditori e altri ancora? Sarà possibile individuare con più accuratezza i diversi e particolari problemi sul tappeto e tenere conto dei paesi poveri e non industrializzati? Come costruire su basi democratiche evitando ogni imperialismo culturale? L’educazione matematica sotto un nuovo punto di vista sociale e politico La matematica è ancora causa di angoscia, di rifiuto e di insuccesso a scuola. Gli alunni (e sovente gli insegnanti) non amano in particolar modo la matematica fatta a scuola, che viene avvertita come un obbligo ingiustificato. Come può una materia sollevare tante emozioni e, al tempo stesso, bloccare l’abilità e l’interesse a ragionare matematicamente? Perché la matematica risulta così difficile e priva di senso per molti studenti che arrivano addirittura a pensare di non essere portati per la matematica e, quindi, di essere perennemente votati all’insuccesso in tale disciplina? La matematica è ancora associata a una specie di “dote naturale” da parte dei genitori e dagli studenti, dagli insegnanti e dai politici e ciò contribuisce a farne una disciplina elitaria. Il pallino della matematica, il talento, l’abilità innata a pensare matematicamente e, conseguentemente, l’interesse spontaneo per la matematica, sarebbero qualità più spesso mancanti che presenti; questa convinzione contribuisce a fare della matematica uno strumento particolarmente adatto alla selezione sociale, ma conduce al rifiuto e all’ansietà. Le teorie sul pallino della matematica portano a insegnare la matematica a pochi, anche in una scuola per tutti: solo a coloro i quali sono dotati e socialmente utili. I test di selettivi trovano quindi una giustificazione per individuare coloro che sono “dotati”, mentre esperienze di carattere sociale nell’insegnamento – apprendimento sono trascurate o rifiutate. Quanto più dura l’attenzione verso gli studenti dotati, tanto più la maggior parte degli studenti riceverà un’istruzione non adeguata. - Bisogna conservare questa forte caratterizzazione selettiva della matematica, riducendo però la sua posizione fondamentale e privilegiata come materia di studio? O dovremmo invece andare al cuore dei programmi scolastici cercando i mezzi per renderli più accessibili a tutti? - - - Possiamo ancora continuare a pensare all’insegnamento della matematica come un insegnamento destinato a un piccolo numero di studenti e poi renderlo obbligatorio per tutti? Possiamo permetterci che l’apprendimento di molti studenti sia ritardato o anche bloccato dalla frustrazione e dall’ansietà? Locuzioni come “abilità matematica” o “allievo dotato” rivelano idee assai diffuse, che si fondano su convinzioni e pregiudizi. In particolare, l’a – priori del “pallino per la matematica” si collega ad altri preconcetti e pregiudizi che hanno a che fare con la trasmissione di caratteri ereditari: come è possibile reagire contro tali posizioni? La percezione dell’eccellenza e della buona prestazione in matematica varia con la cultura e le comunità? Dipende dalla classe sociale di appartenenza, dal sesso, dall’etnia? È in accordo con la coscienza sociale e con la responsabilità politica? Quali strategie permettono di lottare contro i conflitti e l’assenza di equità nell’insegnamento – apprendimento della matematica in classe, a scuola o nella società in generale? L’evoluzione del contesto sociale come influenza il modo di guardare alla matematica? E come influenza le attese dei genitori e degli insegnanti relativamente alle prestazioni degli studenti? Insegnamento e apprendimento per vivere in un mondo pieno di matematica Gli obiettivi dell’educazione, in generale, sono cambiati, specialmente nell’insegnamento secondario. Si è passati da un insegnamento per un’élite a un insegnamento per tutti. Questo cambiamento implica nuove prospettive per l’insegnamento della matematica: concerne, in particolare, tutti coloro i quali fanno parte di una società tecnologica di massa, che si sentono vittime di una matematizzazione sempre crescente in tutti i campi sociali e che subiscono passivamente un gioco ideato da altri. Applicando alla realtà sociale i processi di astrazione e di formalizzazione tipici della matematica, si creano nella società modelli formali, gerarchie e stili di argomentazione che possono diventare quasi naturali. Attraverso il progresso tecnologico, la loro applicazione e il loro uso costante, queste formalizzazioni si istituzionalizzano e mutano poco a poco in schemi naturali di organizzazione sociale. Si assiste così, gradualmente, a una strutturazione della società per mezzo della matematica. In queste condizioni, l’educazione matematica deve far comprendere il processo di matematizzazione nella società cercando di favorire una consapevolezza critica su tale fenomeno e deve precisare, con la maggior chiarezza possibile, qual è la matematica utilizzata nella società. L’insegnamento e l’apprendimento della matematica come possono servire non solo a veicolare qualche idea forte, ma anche a far nascere una critica delle idee e delle loro realizzazioni? Insegniamo come la matematica è utilizzata nella società? Comprendiamo noi stessi che cosa si intende dicendo che la società si matematizza sempre più? - Chi è che, oggi, beneficia dell’educazione matematica? Vi sono differenze rispetto a 50 anni fa? Chi è che definisce le questioni economiche? Su quali basi di informazioni e secondo che tipo di analisi? Quali sono le competenze matematiche oggi necessarie nel mondo del lavoro? - Come porsi in rapporto ai problemi economici e alle necessità sociali o pedagogiche? L’educazione matematica può considerarsi parte dell’educazione in generale o deve invece essere considerata come una formazione professionale specifica, rivolta a una piccola minoranza? - Chi definisce le competenze specifiche della formazione matematica? I politici? I ricercatori? Grazie all’uso sociale e allo sviluppo tecnologico la presenza della matematica, pur più implicita e meno apparente di un tempo, è diventata più pervasiva e presente nella società e nella tecnologia: quanto tale realtà viene percepita e presa in considerazione nell’insegnamento? Quale è il ruolo dei ricercatori, della scuola e degli insegnanti nella definizione delle competenze? - - - Quale tipo di ricerca in didattica della matematica potrà aprire nuove strade nella pratica dell’insegnamento? Quale sarà l’impatto di una maggiore partecipazione dei genitori alla vita scolastica? A scuola, la maggior parte dei processi di modellizzazione, se non tutti, sono scelti deliberatamente, sviluppati e realizzati collettivamente e democraticamente, ma è questa la realtà al di fuori della scuola? Esistono allievi capaci di criticare i modelli e le tecniche formali che caratterizzano così fortemente, nella società, l’uso e l’abuso della matematica? Come rendere cosciente la società del fatto che l’educazione matematica può dare un senso di responsabilità e può aiutare a promuovere, in una prospettiva democratica, nuove forme di contratto sociale, di comunicazione e di argomentazione? Potrebbe tutto ciò aiutare a controllare le decisioni stabilite su modelli matematici? La scienza degli esperti in matematica e in tecnologia può rimpiazzare il potere politico nelle decisioni? L’educazione matematica è davvero uno strumento potente, all’interno di una democrazia virtuosa, per aiutare le persone a sviluppare un pensiero e un atteggiamento critico? Realtà e fantasia: le promesse delle tecnologie informatiche Da qualche tempo, nell’insegnamento della matematica, il dibattito sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è completamente cambiato. Con la presenza pervasiva della tecnologia, dalla prima infanzia fino alle età più avanzate della vita, ci si deve arrendere all’evidenza che l’introduzione teorica all’uso del calcolatore così come la comprensione di base della programmazione sono divenute fortemente obsolete: utilizzazione e comprensione sono ormai completamente dissociate. Oggi, in prima approssimazione, si può considerare la tecnologia come uno strumento utile per facilitare, organizzare e razionalizzare l’insegnamento e l’apprendimento. Ci sono esempi promettenti che mostrano come le nuove tecnologie possono migliorare la gestione dell’informazione e della comunicazione per gli studenti e gli insegnanti, cambiare i ruoli di studenti e insegnanti, permettere l’educazione a distanza per mezzo di scuole e università virtuali e aprire nuove vie da esplorare per l’insegnamento – apprendimento della matematica. Restando all’interno dei programmi, le materie studiate possono aprirsi ad argomenti più complessi rispetto a quelli dell’insegnamento tradizionale e permettere applicazioni e risoluzioni di problemi motivanti, il più possibile vicini alla realtà. È molto meno facile immaginare come l’educazione matematica possa rispondere ai cambiamenti che sono in atto nella stessa nozione di realtà: per esempio, la confusione tra reale e virtuale, la crescente incapacità di discriminare tra realtà e sue manipolazioni. Un problema enorme consiste nel fatto che le nuove tecnologie offrono possibilità senza precedenti, ma anche rischi in numerosi campi di applicazione delle conoscenze, come quelli relativi alle biotecnologie e agli investimenti militari, basati su modelli e simulazioni che superano la comprensione teorica e anche il sapere empirico oggi disponibile. Le nuove generazioni stanno andando incontro a una sfida la cui portata intellettuale e morale non è mai stata così importante. - In che modo lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione potrebbero favorire la matematica per tutti? In che modo la tecnologia può aiutare ad affrontare problemi relativi alla costruzione, diffusione e adeguato uso delle conoscenze? - Chi stabilisce le finalità della diffusione delle nuove tecnologie? L’interesse economico o quello sociale? - Se la comprensione del valore sociale del lavoro dei matematici e degli scienziati è oggi diminuita a causa della considerazione che si ha di essi come semplici elementi di un sistema gerarchico e burocratico, come è possibile avere ragione di tale fatto? - Come far comprendere l’estensione delle possibili conseguenze di una innovazione scientifica? A tale riguardo l’ottimismo è una virtù o un vizio? L’insegnamento della matematica può fare qualcosa a tale riguardo? - - In che modo le nuove tecnologie favoriscono la gestione dell’informazione e la comunicazione fra gli studenti, l’organizzazione dell’insegnamento a distanza, la creazione di scuole e università virtuali oltre che alle innovazioni nei programmi? In che modo lo sviluppo e la vasta diffusione della tecnologia possono trasformare i sistemi multimediali e i rapporti tra studenti e fra studenti e professori? Se si ammette che le tecnologie favoriscono la sottomissione e lo sfruttamento dei popoli del Terzo Mondo, allora dobbiamo chiederci se e come l’insegnamento della matematica può aiutare in una situazione del genere. Che cosa escogitare per educare a sapere “che cosa fare”, piuttosto che “come fare” in matematica? In che modo l’insegnamento della matematica può favorire una migliore valutazione critica e un buon saper fare piuttosto che una semplice conoscenza teorica? Accettare gli effetti della globalizzazione Già nel 1985 la CIEAEM aveva riflettuto sull’influenza delle dimensioni sociali e politiche nell’insegnamento della matematica, ma è all’ICME del 1988 che, per la prima volta, queste dimensioni sociali e politiche furono riconosciute da una larga platea internazionale come una sfida legittima, un fatto del quale bisognava prendere coscienza e che doveva essere riconosciuto su scala mondiale. Un primo punto importante era costituito dall’analisi delle ragioni e delle condizioni che permettevano di insegnare ad allievi appartenenti a minoranze, per esempio etniche, nei paesi industrializzati. Un altro punto preoccupante era costituito dalla maggioranza dei giovani che vivevano in drammatiche condizioni di povertà e indigenza nei paesi non industrializzati. In questi stessi paesi si può constatare che ristagnano lo sviluppo culturale, l’educazione e, in particolar modo, l’insegnamento della matematica. La cooperazione internazionale rischia di costringerli ancora più profondamente e in modo disdicevole in strutture educative eurocentriche, realizzando una sorta di imperialismo culturale, anche quando ciò non è voluto. Ammessa la diffusione della povertà e della violenza nella maggior parte del mondo, in che modo la cooperazione nel campo dell’insegnamento della matematica può contribuire a uscire da questa situazione? Fino a oggi la cooperazione europea e internazionale hanno condotto a paragoni fra istituzioni e sistemi e hanno portato, in certi casi, ad adattamenti di strutture e contenuti, favorendo gli scambi. Ma ora l’intensificazione della cooperazione viene effettuata in un nuovo spirito competitivo che non aiuta, necessariamente, coloro che si trovano ai livelli bassi della scala. - In che modo comunità di diverse condizioni politiche, culturali e sociali possono trovare nuove forme di collaborazione per trarne un reciproco vantaggio? Che cosa bisogna fare, nella progettazione dei programmi, nell’apprendimento delle diverse materie e nella conoscenza del contesto, per vincere questo eurocentrismo e questa oppressione culturale nell’insegnamento – apprendimento della matematica? - In che modo la cooperazione internazionale può favorire la presenza di diverse voci e una equità nel dibattito, piuttosto che una visione a senso unico? - In che modo possiamo aiutare coloro che non desiderano cadere sotto il dominio della cultura imperialista? Ciò implicherà la realizzazione di nuove forme di cooperazione? - Che cosa si deve fare per giudicare imparzialmente l’impatto di un passaggio di idee e di esperienze ad altre culture? È possibile realizzare tale imparzialità nel modo di cooperare? È possibile discutere i preconcetti ideologici e il problema dell’oppressione delle minoranze sullo stesso piano dei problemi della violenza e della povertà nei paesi in via di sviluppo? - Che fine faranno le diversità culturali e le differenze sociali nella globalizzazione? L’internazionalizzazione dell’insegnamento della matematica e la globalizzazione rispetteranno allo stesso tempo l’autonomia dei singoli? Qual è l’impatto della globalizzazione fra le istituzioni educative e al loro interno? Confrontarsi con le nuove richieste di valutazione del sistema Di fronte a queste tendenze dei sistemi educativi mondiali, le istituzioni nazionali si orientano sempre più verso un approccio all’educazione ispirato da leggi di carattere economico. Si impongono quindi confronti con altri sistemi educativi: valutazione di sistema e qualità della gestione diventano parole chiave di questa riorganizzazione. Inoltre, come reazione alla globalizzazione e alle sue conseguenze, si vede emergere una tendenza all’autoformazione e una relativa autonomia nei più piccoli settori locali e regionali. In diversi paesi si stima che le istituzioni educative debbano passare dal pieno controllo dello Stato a quello che viene detto “controllo a distanza”. In tal modo le istituzioni sono chiamate a sviluppare i propri profili e a cercare esse stesse le risorse per il finanziamento delle attività. In questo contesto non basta individuare nuovi modi di dirigere e gestire, ma bisogna anche creare nuovi strumenti per accrescere la qualità e le prestazioni, senza tuttavia trascurare gli obiettivi istituzionali. Di fronte a questa nuova autonomia a queste aumentate responsabilità locali, a questa forma di deregolamentazione dovuta allo sviluppo di un’identità corporativa, la valutazione diviene uno strumento chiave per la gestione governativa dell’educazione. È per questo che si sono dovuti modificare i vecchi metodi di controllo e d’esame per stabilire nuovi metodi più complessi e prove di valutazione della qualità e dei progressi, che necessitano comunque uno sguardo critico dall’esterno. Uno dei dibattiti maggiormente controversi concerne la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento della matematica. Quali sono i criteri e i metodi di valutazione? Infatti, si ha la tendenza a privilegiare maggiormente la qualità della gestione e dell’amministrazione piuttosto che ciò che è realmente in gioco nell’insegnamento, nell’apprendimento e nella ricerca. I nuovi orientamenti nelle strutture e nei programmi di matematica generano tendenze simili in molti paesi, su temi come: stimare la qualità dell’insegnamento, dell’apprendimento, della ricerca, cercare di definire degli standard, spostare l’attenzione verso chi apprende e sui risultati che produce, effettuare una valutazione continua, tentare di elevare la qualità dell’insegnamento, almeno in base a quelli che sono i livelli gerarchici secondo la valutazione accademica. - Con quale strumento ottenere questi standard comuni? Con dei test o con degli esami condivisi a livello mondiale o, ancora, stabilendo un indice comparativo nell’insegnamento della matematica? Abbiamo realmente bisogno di questi standard condivisi nel mondo intero? Quali sarebbero i benefici e, eventualmente, per chi? Chi guadagnerà e chi perderà nel caso in cui si applicassero, diffusamente, criteri basati sulla valutazione delle prestazioni per attribuire risorse? - Quali effetti pedagogici ci si potrebbero attendere dall’applicazione di tali metodi per l’organizzazione e la valutazione dell’insegnamento e dell’apprendimento della matematica? - Questi standard miglioreranno l’apprendimento della matematica? Quale sarà il loro impatto nell’apprendimento sul piano sociale e culturale? A quale tipo di matematica farebbero riferimento? Come potrebbero confrontarsi con l’immagine sociale della matematica, alle attese della società e alla considerazione del valore di chi la utilizza? CIEAEM: un programma d’azione Nel corso di questi ultimi 50 anni, che corrispondono agli anni di attività della CIEAEM; l’insegnamento della matematica si è considerevolmente sviluppato su basi scientifiche dedicandosi essenzialmente alla comprensione degli obiettivi prefissati e dei risultati ottenuti. Durante questo periodo, la ricerca ha cambiato le sue posizioni, considerando la matematica sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista psicologico o, ancora, epistemologico. La principale preoccupazione della CIEAEM era quindi un miglioramento dell’insegnamento della matematica. Riunendo insieme ricercatori, formatori e maestri, la ricerca non ha potuto lavorare in solitudine, né gli insegnanti hanno potuto abbandonarsi a punti di vista eccessivamente semplificanti. Così la CIEAEM ha sempre insistito sulla responsabilità della ricerca e sull’ampliamento delle prospettive degli insegnanti. Da parte sua, l’insegnamento della matematica si trova tra due poli: una internazionalizzazione crescente e una indipendenza nazionale, regionale e, talvolta anche locale autosufficiente. Progetti internazionali spettacolari hanno fatto parlare di sé, ma il loro adeguamento alle strutture locali raramente ha avuto successo. Si annuncia una cooperazione, ma non si crea, talvolta, che uno spirito competitivo. Pochi beneficiano di progetti di questo tipo e chi ne resta fuori è portato a tirare delle conclusioni errate dai risultati di questo tipo di studi. Qui, nuovamente, le strutture della CIEAEM garantiscono un diverso approccio: l’internazionalizzazione non è un progetto unico o un evento puntuale, ma un processo dialettico, che si svolge nel tempo. Infatti un’importante caratteristica delle conferenze della CIEAEM è che la maggior parte dei partecipanti vengono regolarmente da molti anni, garantendo così una continuità di idee e di progetti e facilitando, ugualmente, il loro trasferimento nella prassi didattica. Se le riunioni della CIEAEM sono internazionali, esse sono anche più fortemente ancorate nella scena locale dell’insegnamento della matematica del paese nel quale si svolgono. Una preparazione accurata e una buona strutturazione dei temi scelti di comune intesa, permettono un lavoro in comune tra il comitato esecutivo internazionale e il comitato organizzatore locale. Un numero non trascurabile di colleghi del paese di accoglienza assistono all’incontro e restano fedeli alla CIEAEM nel seguito. Così la visione internazionale è sempre collegata con gli aspetti locali dell’insegnamento della matematica. La competizione all’interno della CIEAEM risiede negli sforzi dei comitati di organizzazione per il successo degli incontri, la loro qualità e le tracce lasciate nella memoria dei partecipanti. Storicamente la CIEAEM è europea. Tuttavia la sua organizzazione attira sempre più partecipanti di paesi meno industrializzati o non industrializzati. I loro punti di vista e le loro preoccupazioni occupano una gran parte delle attività della CIEAEM e aprono prospettive stimolanti, anche se preoccupanti per l’insegnamento della matematica in quanto impresa mondiale. La CIEAEM affronta il dilemma dello scambio e della condivisione dei punti di vista al fine di aiutare e cooperare, senza tuttavia imporre una sorta di eurocentrismo evitando così un’alienazione culturale. Ricca della sua esperienza, la CIEAEM pensa che la reciproca comprensione, la stima sul piano umano e professionale, così come l’argomentazione attenta e onesta, possano superare le difficoltà. Il lavoro serio, il carattere amichevole degli incontri e la regolarità dei contatti sono valori ormai dimostrati della CIEAEM. Riconosciamo, però, che l’approccio della CIEAEM, a causa delle sue tipiche strutture, non consente colpi di teatro, che facciano sensazione e possano attirare il grande pubblico, cosa che potrebbe, forse, risvegliare l’interesse e l’azione della politica. Ciò premesso, non rinunceremo ad affermare la nostra posizione in altro modo. - La CIEAEM desidera promuovere attivamente (sviluppare e rendere pubblico) un programma di ricerca in educazione matematica che abbia ricadute sulla prassi didattica, con l’intenzione di tener conto delle diversità dei partecipanti, facendone un punto di forza. Essa intende far presente ai politici quelli che dovranno essere le azioni e gli interessi prioritari. - Desideriamo informare, influenzare e aiutare gli insegnanti, i laureati e i ricercatori in modo tale che essi selezionino temi validi per la ricerca in didattica della matematica. Vogliamo sostenere coloro che chiedono fondi ai loro governi o anche ad associazioni non governative, suggerendo, per esempio, modelli di proposte formali. - Desideriamo fornire informazioni a proposito delle nostre discussioni tra matematici e formatori in matematica, utilizzando, per questo, il nostro particolare approccio basato sulla pratica. La CIEAEM vuole portare un contributo alla didattica della matematica partecipando ai dibattiti sulla ricerca. Ci piacerebbe una didattica della matematica capace sia di criticare la teoria che di apportare significativi contributi alla pratica. - La CIEAEM vuole anche sviluppare nuovi ed efficaci mezzi di comunicazione per tutti coloro che sono coinvolti attivamente nell’importante attività della ricerca e della pratica dell’insegnamento della matematica e desidera offrire loro uno spazio di discussione e di collaborazione. Raggiungere la CIEAEM vuol dire arricchire e rinforzare la nostra posizione e permettere ai nostri sforzi di avere successo.