GIORNO DELLA MEMORIA 2017
EVENTI PATROCINATI DALLA
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRICOMITATO DI COORDINAMENTO
PER LE CELEBRAZIONI IN RICORDO DELLA SHOAH
Celebrazioni del Giorno della Memoria 2017
26 gennaio dalle 10.00 alle 12.30
Legge e legalità – le armi della democrazia
Dalla memoria della Shoah ad una integrazione dei diritti dell’uomo
nell’Unione Europea
Istituto della Enciclopedia Italiana, Sala Igea – Palazzo Mattei di Paganica
Piazza della Enciclopedia Italiana, 4 Roma
A distanza di sedici anni dall’approvazione della legge istitutiva del “Giorno della memoria” e nel
sessantesimo anniversario dei trattati di Roma, fondativi delle Comunità Europee (oggi Unione), viviamo in
un contesto sociale e geo-politico sempre più complesso.
L’intento di questo convegno è invitare ad una riflessione sul rapporto tra Legge-Legalità-Principi e Valori
costituzionali, in relazione all’esperienza italiana ed europea, partendo dalla premessa che quanto accaduto
in Europa oltre settanta anni fa è il risultato della negazione di valori e di diritti, della promulgazione
formalmente ineccepibile di leggi, ingiuste ma precise, proposte, approvate e rigorosamente osservate.
Il processo di integrazione europea, affermato attraverso i diversi trattati e focalizzato prevalentemente sulla
realizzazione delle libertà di circolazione e sugli obiettivi di mercato, va profondamente ripensato in quanto
mancante del forte collante dei diritti fondamentali dell’uomo e delle aggregazioni sociali.
Qual è l’identità europea e qual è l’identità di chi la vive? Nell’Europa nata dall’esperienza traumatica della
Shoah vi era la necessità di sancire costituzionalmente, ed introiettare culturalmente, i valori del rispetto per
la vita, dei diritti umani fondamentali, i principi della lotta ad ogni forma di razzismo e pregiudizio. Questi
valori, vissuti e trasmessi alla nostra generazione, presenti in vario modo in dichiarazioni e costituzioni
nazionali, sono oggi affievoliti e a grave rischio. In diversi Paesi Europei - e anche non europei - assistiamo
ad un crescente appello di difesa dai radicalismi esterni da parte delle frange più radicali connotati da un
rifiuto demagogico. E a queste frange che dobbiamo accordare la fiducia? È a loro che affidiamo la nostra
salvaguardia? Come conciliare l’accoglienza e il cambiamento socio demografico con la salvaguardia di un
sistema di valori e diritti della cultura occidentale? Quali sono le conseguenze che ne derivano sul piano
dell’integrazione stessa e della realizzazione del sogno dei padri fondatori dell’Europa – divenuto il nostro di un rispetto eterno e di una perpetua stabilità dei valori ancor prima di una stabilità dei mercati.
In ottica di attualità invitiamo a focalizzare la riflessione sul potere della legge: arma di difesa o arma di
distruzione di un intero ordinamento giuridico che andava ricostruito e oggi va difeso e però anche
ripensato, in particolare in funzione della trasmissione dei valori alle giovani generazioni.
Partendo da un excursus storico sulla legislazione antiebraica, si intende esaminare l’attualità - il sistema dei
valori socio culturali e i processi che portano alla promulgazione delle Leggi - con i loro talvolta pericolosi
risvolti, affinché la Memoria della Shoah serva non solo a ricordare il terribile passato, ma anche a
consolidare l’ordine faticosamente ristabilito e a far sì che quanto ricostruito non diventi un sogno spezzato.
Saluti istituzionali
Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Noemi Di Segni Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Intervento d’onore
Shaul Ladany, Sopravvissuto, Campione olimpionico, Prof. emerito del Dipartimento di Ingegneria
Gestionale
Relazioni
Relazione introduttiva: Dalla negazione dei diritti alla negazione delle vite: le leggi razziste e il loro
seguito.
Valerio Di Porto, Consigliere parlamentare della Camera dei Deputati
Principio di legalità e tutela dei valori: endiadi o ossimoro?
Marta Cartabia, Vice Presidente della Corte costituzionale
La babele dei diritti e il ruolo della legge in prospettiva comparata.
Carmela Decaro, docente di diritto pubblico comparato presso l’università LUISS Guido Carli di Roma.
L’integrazione europea attraverso i diritti: come non tornare indietro?
Luisa Azzena, professoressa di diritto costituzionale all’università di Pisa
I diritti dell’Uomo e il dovere di rispettare la vita: tradizione ed esperienza ebraica.
Haim Baharier, pensatore e studioso di ermeneutica biblica
Moderatore: Giorgio Giovannetti, giornalista parlamentare
Appello ai capi di Stato
In vista della cerimonia dei Capi di Stato per la celebrazione del 60° anniversario della firma dei
Trattati di Roma che si terrà il 25 marzo 2017.
Si prega cortesemente di registrarsi scrivendo a [email protected]
Corsa per la Memoria
Il nostro perché: Per la prima volta in Europa, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane propone
un momento comune attraverso il quale sarà possibile ricordare la memoria della Shoah attraverso
una corsa sportiva.
Lo sport ha la capacità di celebrare la nostra umanità superando le distinzioni di religione, di credo,
di cultura e di genere e l’incontro con l’altro un momento importante per oltrepassare confini e
barriere.
L’idea nostra è quella di affermare la vita, che continua nonostante tutto e nonostante tutti i popoli
che hanno cercato nei secoli di sterminare gli Ebrei cosi come altre popolazioni, con genocidi e
massacri. La vita continua e va trasmessa la forza di vivere, a volte di sopravvivere e di avere il
coraggio di raccontare quanto accaduto affinché non si ripeta mai più. Lo faremo con la
partecipazione di tutta la cittadinanza, di tutte le età, attraverso un percorso nel quale incroceremo la
storia, e correndo tutti assieme trasmetteremo questo forte messaggio di vita.
Data:
Domenica 22 gennaio, nel quadro delle celebrazioni del Giorno della Memoria
2017.
Orario di raduno:
ore 10 – Orario di partenza ore 10.30
Tipologia di evento: sono previste due corse - una di circa 10 chilometri per gli atleti e la seconda,
stracittadina, di circa 3.6 chilometri.
Ente organizzatore: UCEI
Ente organizzatore
Tecnico:
Maratona di Roma e Maccabi Italia.
Patrocinio:
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Lazio, Roma Capitale,
Ambasciata di Israele in Italia, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato, CONI
– Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Collaborazione di: Comunità ebraica di Roma, European Jewish Congress.
Con il contributo di: World Jewish Congress.
Media Partner:
SKY
Con l’adesione di: Comitato Italiano Paralimpico, ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati
Politici, Fondazione Museo della Shoah di Roma, Agenzia Ebraica (Sochnut), Comunità S. Egidio,
Unione Giovani Ebrei d’Italia, Federazione delle Associazioni Italia-Israele, Federazione Arte, Storia
e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale – Onlus, Confronti, Unione Sportiva
ACLI, ACLI di Roma, UIL, Associazione Levi-Montalcini, Vicina, COREIS, Religions for Peace,
Progetto Memoria, FIDAL
Supporto di: Associazione Medica Ebraica, Dolce Kosher, ORT Italia Hashomer Hatzair, Bene
Akiva, Ospedale Israelitico, Fiscal Focus.
Testimonial Partecipanti: Shaul Ladany – Sopravvissuto alla Shoah, Podista Campione
olimpionico, Sopravvissuto Olimpiadi di Monaco, Franca Fiacconi –
Maratoneta pluripremiata NY, Roma, Praga.
Conferenza stampa: Lunedi 16 gennaio.
Diretta TV Speciale corsa: a cura di Sky Sport.
Tappe previste corsa sportiva: 1- Piazza 16 ottobre 1943 (Portico d’Ottavia); 2- piazza degli Zingari
(lapide in memoria di sinti e rom); 3 - via Urbana (targa in memoria di don Pietro Pappagallo); 4 Via Tasso (museo e all’epoca sede dell’Auβenkommando della Gestapo); 5 –Testaccio, Giardini di
Consiglio; 6 - Piazza 16 ottobre 1943.
Tappe previste corsa stracittadina: 1- Piazza 16 ottobre 1943 (Portico d’Ottavia); 2- Regina Coeli
(carcere da dove furono prelevati i detenuti ebrei e politici) 3 – Isola Tiberina (Ospedale
Fatebenefratelli onoreranno la memoria del dottor Borromeo, giusto tra le nazioni), 4 – Piazza 16
ottobre 1943.
In ciascuna delle tappe, tutte significative per la memoria di Roma, i partecipanti potranno leggere
dei pannelli, compiere una determinata azione commemorativa (accendere una candela, porgere un
fiore...) e conoscere il racconto del luogo attraversato.
CON IL PATROCINIO DELLA
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
E DELLA REGIONE CALABRIA
Concerto per il Giorno della Memoria
PROMOSSO DA
UNIONE DELLE COMUNITÀ EBRAICHE ITALIANE
voce narrante
PEPPE SERVILLO
26 GENNAIO 2017
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
SALA SINOPOLI, ROMA
ore 20.30
© FOTO ASCDEC Fondo Kalk | progetto grafico cromofilla
a cura di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese
da un progetto di Raffaele Deluca
CON IL SOSTEGNO
CON IL CONTRIBUTO
SI RINGRAZIA LA SIGNORA BETTINA SCHWARZ PER IL GENEROSO CONTRIBUTO
Serata Colorata (Bunter Abend)
È questo il titolo dato a molti concerti organizzati dai musicisti internati nel Campo
di concentramento di Ferramonti, vicino a Cosenza, in Calabria, tra il 1940 e il 1943.
Veduta del Campo di concentramento di Ferramonti - 19 Marzo 1943
Il Giorno della Memoria 2017 presenterà questa incredibile ma dimenticata vicenda
della storia italiana. Il musicista e musicologo Raffaele Deluca ha studiato le fonti
musicali, comprendenti più di 300 spartiti e partiture, riconducibili a Ferramonti e ai
suoi musicisti. Sono manoscritti perlopiù inediti, e diari, lettere, appunti degli internati
che ricostruiscono il ruolo svolto dalla musica nel campo.
Ferramonti fu uno dei più grandi campi di concentramento in Italia; vi furono internati
oltre 2000 ebrei per la maggior parte provenienti da Germania, Austria ed Ex-Jugoslavia.
Molti internati erano musicisti professionisti e tra questi Oscar Klein, Sigbert Steinfeld,
Paolo Gorin, Kurt Sonnenfeld e il direttore Lav Mirski. Con il permesso delle autorità
del campo, i musicisti organizzavano intrattenimenti di elevato livello musicale.
Kurt Sonnenfeld, giovane pianista viennese, intento a rifugiarsi negli Stati Uniti, venne
arrestato a Milano e poi trasferito in treno dalla Stazione Centrale con destinazione
Ferramonti.
Oscar Klein
Lav Mirski
Kurt Sonnenfeld
Il concerto sarà basato su documenti straordinari e preziosi: il diario di Sonnenfeld,
il Tagebuch, insieme a fotografie e documenti della vita nel campo.
Il campo di Ferramonti è un esempio unico nella storia italiana, di particolare attualità
anche in un tempo come il nostro, caratterizzato da violente radicalizzazioni di conflitti
etnici e religiosi.
Sebbene fosse stato creato per isolare e perseguitare le minoranze durante la guerra
in Italia, la generosità della popolazione locale e l’umanità delle autorità del campo,
tra cui Paolo Salvatore, Leopoldo Pelosio e Mario Fraticelli, nonché quella del padre
spirituale Callisto Lopinot, consentirono condizioni di vita migliori rispetto a quelle di
molti altri campi.
Il coro cattolico di Ferramonti con Padre Callisto Lopinot e Lav Mirski
Queste condizioni causarono attriti tra la milizia fascista e alcuni degli ufficiali del
campo, fino a determinanrne l’allontanamento.
Ferramonti fu liberato dagli Alleati nel 1943; degli internati, nessuno venne deportato
nei campi di concentramento nazisti e dopo la Liberazione, ai molti prigionieri ebrei
fu consentito di rimanere a Ferramonti fino al dicembre del 1945.
Oggi del campo di Ferramonti non restano che poche testimonianze.
Le baracche vennero prima saccheggiate e poi distrutte; un’autostrada divide a metà
l’area su cui venne edificato. Riportarlo alla memoria, proprio nel Giorno della Memoria,
è un’occasione per confrontarsi con questa pagina vergognosa della storia italiana.
Ricordare questa storia serve anche come monito contro coloro che tendono a
minimizzare il carattere persecutorio del Fascismo e delle Leggi razziali, e contro ogni
tipo di persecuzione in un momento in cui si erigono nuovi muri e si assiste a nuove
forme di barbarie.
Il concerto è un tributo alla forza, al coraggio e alla creatività di uomini e di donne che
a dispetto delle condizioni riuscirono a mantenere intatta la propria dignità, il desiderio
di cultura e la forza del sogno.
Inoltre, questo concerto vuole essere un modo per ricordare chi, per come ha potuto,
si prodigò per aiutare quegli internati, sostenendo il loro desiderio di fare musica e
garantendo loro attimi di pace in un contesto così infame. Il messaggio è che ognuno
di noi può fare qualcosa per opporsi alle persecuzioni.
I musicisti di Ferramonti
Il concerto presenterà musiche composte dai musicisti di Ferramonti, tra cui Sonnenfeld
e Thaler. Il repertorio includerà canzoni del periodo e generi quali il Kabarett, la musica
corale e strumentale. Un gruppo di eccellenti musicisti, tra questi il trombettista jazz
Fabrizio Bosso, accompagnerà le cantanti Lee Colbert e Myrian Fuks.
Il cantante e attore Peppe Servillo racconterà la storia di Ferramonti, interpretando
alcuni estratti dalle lettere e dai diari raccolti, studiati e tradotti dal musicologo Raffaele
Deluca.
Serata Colorata è una prima assoluta che sarà ripresa e trasmessa in diretta su RAI5.
La realizzazione del concerto è resa possibile grazie al sostegno del World Jewish
Congress e della Hebrew University of Jerusalem e al contributo della Regione
Calabria, della Carical, di Salini Impregilo e del Bolton Group, e grazie alla generosa
donazione della signora Bettina Schwarz.
ORGANIZZATO DA
PROGRAMMA ESPOSITIVO
CASINA DEI VALLATI
settembre 2016 - luglio 2017
16 OTTOBRE 1943 - LA RAZZIA
19 settembre 2016 - 15 gennaio 2017
LA PROPAGANDA ANTIEBRAICA
NELLA GERMANIA NAZISTA E NELL’ITALIA FASCISTA
27 gennaio - 7 maggio 2017
SPORT, SPORTIVI E GIOCHI OLIMPICI
NELL’EUROPA IN GUERRA
(1936-1948)
18 maggio - luglio 2017
Programma espositivo
settembre 2016 - luglio 2017
Casina dei Vallati
Via del Portico d’Ottavia, 29
Programma espositivo
settembre 2016 - luglio 2017
Casina dei Vallati
Via del Portico d’Ottavia, 29
Organizzazione generale/realizzazione
Cari amici,
la mostra “16 Ottobre 1943 - La Razzia” che apriamo al pubblico il 19 settembre si inserisce
a pieno titolo in quel percorso di rilancio dell’attività della Fondazione che abbiamo intrapreso
l’anno scorso con la mostra estremamente partecipata che abbiamo dedicato ad Anna Frank.
Questa volta la mostra ha come tema centrale la razzia degli ebrei romani del 16 Ottobre
1943, una razzia che sfregiò la città di Roma, la comunità ebraica ma che colpì larga parte
della città di Roma che si considerava immune da atti così spregevoli.
Ci piace dedicarla a chi fu vittima di quella razzia, a chi non tornò più ma anche a tutti coloro
che furono toccati in modo diretto o indiretto da quell’atto ignobile.
Abbiamo ritenuto fosse importante rielaborare ed aggiornare la mostra che la Fondazione
esibì nel 2013.
Ho il piacere inoltre di preannunciare che l’attività della Fondazione prevede, una volta terminata questa mostra, altre due importanti iniziative di grande interesse: La propaganda antiebraica nella Germania nazista e nell’Italia fascista; Sport, sportivi e giochi olimpici
nell’Europa in guerra (1936-1948).
Queste iniziative che, unitamente a tutto lo staff che collabora con la Fondazione, stiamo
mettendo in campo si inseriscono nella nostra visione di cosa debba essere la Fondazione.
Noi riteniamo infatti che lo scopo principale della nostra attività sia quello di parlare ad un
pubblico più vasto possibile e che coinvolga tutti indipendentemente dalla cittadinanza, dall’etnia, dalla religione.
Che si rivolga in particolare ai giovani ma non solo; al mondo delle scuole ma anche a tutti
coloro che hanno sete di sapere, di conoscere cosa sia realmente accaduto non più tardi di
70 anni fa ad un mondo che fu sconvolto da una follia collettiva che fece strage di milioni di
innocenti.
Nell’attesa che vengano avviati e conclusi i lavori di edificazione del Museo di Villa Torlonia,
riteniamo doveroso proseguire nell’attività scientifico divulgativa coinvolgendo un numero
crescente di volontari simpatizzanti e sostenitori.
A tutti voi chiediamo di aiutarci in questa opera di divulgazione e conoscenza che riteniamo
non debba mai avere un attimo di sosta ma anzi debba proseguire con ancora più vigore
proprio in virtù dei segnali preoccupanti che arrivano da molte zone del nostro Paese, dell’Europa, del mondo.
Voglio ringraziare tutti voi della partecipazione, un grazie particolare va a chi ha operato per
far si che tutto questo fosse possibile e a tutte le persone, ci auguriamo siano migliaia, che
dedicheranno la loro presenza.
Mario Venezia
Presidente della Fondazione Museo della Shoah
Le iniziative 2016 - 2017
16 OTTOBRE 1943 - LA RAZZIA
a cura di Marcello Pezzetti
Aldo Gay, Quel triste giorno 16 ottobre 1943, olio su tavola, 1945, rielaborato negli anni ’50
L’obiettivo della mostra è quello di divulgare la conoscenza di uno degli episodi più traumatici
non solo della storia della città di Roma, ma anche di quella dell’Italia intera. Se, infatti, la
razzia del 16 ottobre rappresenta il primo grande arresto di massa degli ebrei italiani, allo
stesso tempo dà il via a una serie di retate e deportazioni successive nel resto del paese.
La mostra si apre con una breve panoramica sulla storia della comunità ebraica romana,
per entrare poi nello specifico della razzia, dopo un accenno alla raccolta di 50 chili d’oro,
consegnati ai tedeschi dalla comunità di Roma per scongiurare la deportazione di parte della
comunità stessa (“Goldaktion”).
Il rastrellamento del 16 ottobre viene narrato con documenti in parte inediti e con la visualizzazione degli arresti sul territorio cittadino attraverso mappe appositamente ideate. In
particolare, questa visualizzazione viene effettuata grazie a eccezionali dipinti realizzati proprio in quei momenti dal pittore Aldo Gay, fortunosamente sopravvissuto alla retata.
In questa ricostruzione storica, fondamentale è lo spazio dedicato ai persecutori, la maggior
parte dei quali fino ad ora non aveva un volto. Una capillare ricerca compiuta in Germania
ha reso possibile raggiungere questo obiettivo.
Per dare volto e voce anche alle vittime, vengono ricostruiti esemplari percorsi biografici.
Vengono inoltre raccontate le vicende avvenute all’interno del Collegio Militare dopo l’arresto,
quelle relative alla deportazione, alla selezione sulla Judenrampe a Birkenau e all’immediata
uccisione della maggioranza delle persone deportate.
Uno sguardo particolare è rivolto al mondo esterno: dall’atteggiamento del Vaticano di fronte
agli arresti, all’opinione pubblica italiana, alle notizie sulla razzia giunte fino agli Alleati. Sono
accennati, poi, anche gli avvenimenti dei mesi successivi: dopo l’esperienza traumatica della
razzia, gli ebrei sfuggiti agli arresti tentarono di mettersi in salvo attraverso fughe e nascondigli, aiutati dalla popolazione non ebraica e da istituti religiosi o con l’aiuto di proprie organizzazioni, come la Delasem (Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei).
Un breve approfondimento è dedicato agli arresti e alle successive deportazioni, effettuati
con forme e modalità differenti.
L’esposizione chiude con la visualizzazione fotografica dei volti dei deportati, per fare emergere la loro specificità all’interno dell’evento storico, per stimolare un processo di identificazione, in particolare nei giovani, e per ricordare a tutti l’incolmabile vuoto che queste
persone hanno lasciato.
LA PROPAGANDA ANTIEBRAICA
NELLA GERMANIA NAZISTA E NELL’ITALIA FASCISTA
a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger
Per comprendere come sia stato possibile che centinaia di migliaia di “uomini comuni” abbiano
potuto partecipare attivamente alla persecuzione e all’uccisione della minoranza ebraica dell’intera Europa, è fondamentale analizzare quale ruolo abbia avuto la propaganda antisemita nella
Germania nazista e nell’Italia fascista, senza dimenticare la maggior parte degli altri Paesi europei.
È a causa delle stereotipizzazioni e di distorte interpretazioni di fatti storici e politici, lontane dalla
realtà dei fatti, che si sviluppò una visione dell’altro, in questo caso degli ebrei, come di un nemico
pericoloso da combattere e da eliminare fisicamente.
In occasione del “Giorno della memoria”, il 27 gennaio 2017, si propone quindi un´esposizione
sulla propaganda antiebraica nazifascista che analizzi le ragioni, le dinamiche, le forme, i contenuti e i protagonisti di tale fenomeno.
Questa esposizione è introdotta da una descrizione del ruolo della propaganda negli stati totalitari
nell’Europa del ‘900, fenomeno che ha potuto aver luogo nella cosiddetta società di massa e grazie alla nascita e alla diffusione di nuovi media (stampa, cinema e successivamente radio e
televisione). Parallelamente viene offerto uno sguardo sull’evoluzione dell’antisemitismo, e in
particolare sull’ultima sua fase, quella caratterizzata da motivazioni non più teologiche, socioeconomiche, culturali, politiche, ma “genetiche”, “biologiche”, assolutamente pseudoscientifiche.
Si passa quindi a proporre, attraverso fonti iconografiche in parte inedite, il ruolo della propaganda antiebraica di due realtà a confronto: la Germania nazista e l’Italia fascista.
Un breve spazio viene dedicato alla reazione degli ebrei, in Germania e in Italia, alla campagna
propagandistica.
L’analisi finale si concentra sulle conseguenze che tale propaganda ha avuto sulla sorte degli
ebrei d’Europa, dalle misure persecutorie allo sterminio fisico.
Il percorso espositivo ha l’obiettivo di far comprendere l’inconsistenza scientifica e la pericolosità
etico-politica della stereotipizzazione degli ebrei considerati come un pericolo “biologico” all’interno della società europea. Il cittadino ebreo, in base a queste premesse ideologiche e grazie a
una capillare campagna propagandistica, non viene più considerato “germanizzabile” o “italianizzabile”, quindi integrabile all’interno della società “civile”, ormai strutturata in modo
omogeneo, come un corpus nazional-popolare totalmente chiuso in se stesso e autodefinitosi
come “ariano”.
Nel corso dell’esposizione, gli stereotipi che sono maggiormente penetrati all’interno dell’opinione pubblica vengono via via smascherati opponendo la presentazione di dati reali alla mitologia
propagandistica.
SPORT, SPORTIVI E GIOCHI OLIMPICI
NELL’EUROPA IN GUERRA
(1936-1948)
Mostra a cura del Mémorial de la Shoah, Parigi
Giovani Balilla in una palestra. Italia, s.d.
©Archivio Storico dell'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica (Firenze), Fondo «fototeca».
Il periodo che va dalle Olimpiadi di Berlino (1936) a quelle di Londra (1948) coincide con
un’inedita politicizzazione dello sport. Il regime nazista e quello fascista hanno esaltato il
corpo degli atleti, incentivando la pratica sportiva per promuovere il mito dell’uomo nuovo a
sostegno di ideologie razziste e utilizzando lo sport come strumento di inquadramento delle
popolazioni, di propaganda e di arma diplomatica. Tuttavia, anche in questo tragico periodo,
lo sport è stato per numerosi atleti espressione di resistenza e di disobbedienza. La mostra
realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi propone un’inedita lettura di tutto il XX secolo
proprio attraverso le diverse declinazioni dello sport sotto questi regimi, concentrandosi
essenzialmente sulla Germania nazista e sull’epurazione e arianizzazione della società tedesca che non tralascia nessun ambito sportivo. La carriera di numerosi sportivi, per la
maggior parte ebrei, verrà spezzata dall’ascesa del nazismo. Molti subiranno la deportazione
e la morte nei Lager, o pagheranno duramente la propria dissidenza rispetto al regime hitleriano. Un’ampia sezione tematica integra il percorso con un approfondimento sull’Italia
fascista.
ANED - Casa della Memoria e della Storia
Via S. Francesco di Sales, 5
00165 Roma
Tel./Fax 06 68.804.772
[email protected]
Sezione!di!Roma!
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SOPRAVVISSUTI.
RITRATTI+|+MEMORIE+|+VOCI++
DI+SIMONE+GOSSO
Il# progetto# di# mostra# che# l’Associazione# Nazionale) Ex) Deportati) nei) campi) nazisti) (ANED)) ) propone##
l’esposizione#di#alcune#fotografie#scattate#in#occasione#del#XII#congresso#dell’ANED,#svoltosi#a#Mauthausen#
nel#maggio#del#2000.#
#
Una#selezione#di#40#immagini#ritraenti#luoghi#e#volti,#quelli#dei#superstiti#ai#lager#nazisti#incontrati#fra#il#1998#e#il
2003#dal#fotografo#torinese#Simone#Gosso,#affiancate#dai#loro#raccontiIintervista,#poi#confluite#nel#Corpus
Sopravvissuti;)una#ricerca#artistica#che#è#anche#viaggio#nella#memoria#delle#cose,#dei#luoghi#e#delle#storie#di
persone#diventate#vittime#di#una#grande#tragedia#collettiva.
#
A# sedici# anni# di# distanza,# molti# dei# sopravvissuti,# che# allora# guardavano# così# intensamente# nell’obiettivo#
della#macchina#fotografica,#non#ci#sono#più.#Questo#è#un#dato#di#fatto#che#impone#a#tutti#una#riflessione#sul#
futuro# della# memoria# “dopo# l’ultimo# testimone”,# una# riflessione# di# cui# l’ANED# vuole# farsi# carico,#
interrogandosi#sugli strumenti#e#sui#linguaggi#per#continuare#a#comunicare#l’attualità#di#una#vicenda#storica#
che# fa# profondamente parte# delle# nostre# radici,# italiane# ed# europee.# Come# scrive# Anna# Bravo# nella# sua#
postIfazione# al# lavoro# di# Gosso, uscito# per# i# tipi# di# Fratelli# Alinari# nel# 2004:# “[…]# di) questa) storia) sarebbe)
impossibile)privarsi.)Il)Lager)può)essere)paragonato)a)un)terremoto)così)catastrofico)da)distruggere,)insieme)
alle)strutture,)gli)stessi)strumenti)di misurazione.)Sono)allora)gli)indizi,)evidenti)o)nascosti,)sbiaditi)o)vividi,)
dispersi,)a)volte)apparentemente indecifrabili,)a)offrire)i)primi)squarci)di)conoscenza)e)a)indicare)la)strada”.
)
La#ricerca#del#fotografo#piemontese#è#profondamente#vicina#all’ANED#anche#per#la#sua#impostazione.
Rappresentazione#di#ritratti#singoli#armonizzati#in#un#coro,#Sopravvissuti)racconta#bene#uno#spaccato#della#
storia della# deportazione# e# insieme# restituisce# la# composita# fisionomia# dei# singoli# deportati# I# uomini# e#
donne# ebrei, partigiani,# antifascisti,# persone# prese# a# caso# nei# rastrellamenti# o# durante# scioperi# e#
manifestazioni#…I,#con#le loro#storie#particolari#e#i#loro#sentimenti,#contraddittori,#umani#Idolore,#resistenza,#
incredulità,# rassegnazione, forza,# vulnerabilità…I.# Un# approccio# che# ha# sempre# contraddistinto# anche#
l’ANED,# unica# tra# le# molte# associazioni combattentistiche# che# non# si# è# mai# divisa,# e# cha# da# sempre# ha#
valorizzato#la#pluralità#delle#testimonianze,#quelle degli#intellettuali#al#pari#dei#molti#prigionieri#anonimi.
Spiega#Simone#Gosso:#“Mi)sono)avvicinato)al)complesso)universo)della)deportazione)per)caso,)attraverso)il)
diario di)un)sopravvissuto.)Poi)sono)venute)altre)letture,)altre)testimonianze,)altre)storie.)Memorie)intime)e)
corali.) Ma anche) eterne) ed) effimere) se) destinate) a) rimanere) solo) nella) mente) di) chi) legge) pagine) scritte.)
Fotografare) ha significato) provare) a) dare) alle) loro) parole) occhi,) labbra,) volti.) Perché) dietro) a) questi) visi)
stanno) tragedie) individuali) ma) anche) grandi) percorsi.) Dietro) a) questi) volti) si) possono) infatti) scorgere) più)
tracce:) la) storia) collettiva) della) deportazione) italiana,) la) vicenda) personale) di) chi) è) stato) deportato) e) la)
conoscenza)diretta)delle)persone)ritratte”.
!
“I#milioni)di)morti)erano)il)bilancio)sconvolgente)di)una)crisi)di)valori)umani)e)civili)[…])qualcosa)che)potrà
ripetersi,)in)altri)momenti)e)altrove”,)annotava#ancora#Primo#Levi#nel#suo#I)sommersi)e)i)salvati.
umile,#perché#la#costruzione#di#un#mondo#nuovo#sia#possibile.#
ANED - Casa della Memoria e della Storia
Via S. Francesco di Sales, 5
00165 Roma
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L’allestimento#prevede#40#leggii#disposti#in#modo#‘apparentemente’#disordinato#e#insieme#raccolto,#su#cui
poggiano#le#fotografie#scelte#e#realizzate#su#pannelli#per#la#mostra,#accolgono#il#visitatore,#quasi#a#volerlo
mettere# subito# in# intima# comunicazione# con# i# sopravvissuti# e# le# loro# memorie,+ testi# autobiografici# e#
interviste raccolte#dall’autore#e#puntualmente#riportate#accanto#ai#ritratti.
La# leggerezza# del# supporto# –# un# leggio# da# orchestra# –# ,# e# il# richiamo# alla# sua# funzione# I# il# sostegno# alla#
letturaI vogliono,# nell’intenzione# dei# curatori,# prima# ‘giocare’# con# gli# spazi# del# luogo# e# le# sensazioni# del#
visitatore,#poi porre#‘seriamente’#un#interrogativo,#in#un#dialogo#ideale#a#due#voci#fra#chi#è#guardato#e#chi#
guarda:#una#dice#“E adesso?”#l’altra#risponde,#“Adesso,#tocca#a#me”.
#
Un# primo# allestimento# di# Sopravvissuti) viene# realizzato# nel# 2004# dall’editore# Alinari,# in# coincidenza#
dell’uscita del#libro#.#Il#Corpus#viene#poi#riproposto#a#11#anni#di#distanza#in#occasione#delle#celebrazioni#dei#
70#anni#dalla Liberazione,#in#un#evento#sul#carcere)come)anticamera)della)deportazione)curato#da#Ocra#Lab#
per#le#Ex#Carceri Nuove)di#Torino+oggi#Museo.
La#mostra#promossa#da#ANED#è#stata#presentata#anche#in#un#altro#luogo#importante#per#la#memoria#della
deportazione# italiana# politica# e# ‘razziale’.# In# occasione# del# XVI# congresso# nazionale# dell’ANED,# svoltosi#
dall’11#al 13#novembre#di#quest’anno,#Sopravvissuti)ha#fatto#tappa#a#Bolzano.+Benché#ne#rimanga#solo#un#
muro,#Bolzano era#infatti#sede#di#uno#dei#quattro#campi#di#concentramento#esistenti#in#territorio#italiano,#
oltre#a#quello#di Fossoli#nei#pressi#di#Carpi,#di#Borgo#San#Dalmazzo#in#provincia#di#Cuneo#e#della#Risiera#di#
San#Sabba#di#Trieste.
Progettato#per#1.500#prigionieri#su#di#un'area#di#due#ettari,#con#un#blocco#esclusivamente#femminile#e#10
baracche#per#gli#uomini,#fu#successivamente#ampliato#e#raggiunse#una#capienza#massima#di#circa#4.000
prigionieri.#
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NOTE+SUL+PROMOTORE
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ANED+@+Associazione+Nazionale+Ex+deportati+nei+Campi+Nazisti#(www.deportati.it)#è#un’associazione#–#
democratica# e# apartitica# –# che# afferma# e# persegue# i# valori# dell’antifascismo,# della# lotta# di# Liberazione# e#
della#Costituzione,#ovvero#gli#ideali#perenni#di#libertà,#giustizia#e#pace.#I#suoi#aderenti#sono#i#sopravvissuti#
allo#sterminio#nazista,#i#familiari#dei#deportati#e#coloro#che#intendono#studiare#e#divulgare,#soprattutto#tra#i#
giovani,#la#storia#del#fascismo,#della#Resistenza#e#delle#deportazioni#nei#Lager#nazisti.#
E'# un’associazione# senza# fini# di# lucro,# eretta# Ente# morale# con# decreto# del# presidente# della# Repubblica#
italiana# il# 5novembre# 1968.# L’ANED# si# pone# l’obiettivo# di# dar# voce# e# rappresentanza# a# tutti# coloro# che#
hanno#sofferto#perché#avversari#del#fascismo#e#del#nazismo,#nonché#ai#tanti#che#ne#sono#stati#vittima#per#
motivi#‘razziali’#o#di#orientamento#sessuale.#
Con# la# propria# testimonianza,# con# la# conservazione# dei# documenti# e# degli# archivi,# con# l’approfondimento#
storico#e#culturale#sui#temi#legati#alla#deportazione,#l’ANED#vuole#trasmettere#attraverso#le#generazioni#la#
memoria# di# quanto# avvenuto# nei# Lager# nazifascisti# e# contribuire# a# formare# coscienze# civili,# eticamente#
responsabili#e#attente#ai#problemi#del#presente.#
#
+
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ANED - Casa della Memoria e della Storia
Via S. Francesco di Sales, 5
00165 Roma
Tel./Fax 06 68.804.772
[email protected]
Sezione!di!Roma!
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+
NOTE+SULL’AUTORE
SIMONE+ GOSSO+ è# nato# nel# 1969# a# Torino.# Inizia# a# fotografare# nel# 1986.# Da# anni# conduce# un#
approfondito# lavoro sui# ritratti# fotografici.# Predilige# l’uso# del# bianco# e# nero,# tecnica# che# gli#
permette#di#curare#la#fase#di#stampa#delle##immagini#dei#suoi#reportage.#Sopravvissuti)è#il#frutto#di#
una#ricerca#storica#e#artistica#iniziata#nel#1998#e
conclusasi#nel#2003.
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ARTEINMEMORIA 9
NONA EDIZIONE, 22 GENNAIO – 16 Aprile 2017
In occasione del Giorno della Memoria 2017, domenica 22 gennaio 2017 torna nella Sinagoga di
Ostia Antica l’appuntamento biennale con Arte in memoria giunta alla nona edizione. La rassegna
di arte contemporanea di respiro internazionale, è a cura di Adachiara Zevi, ed é organizzata
dall’Associazione Culturale Arte in memoria.
ARTE IN MEMORIA partecipa così al Giorno della Memoria, istituito dai Parlamenti europei nella
data di apertura dei cancelli di Auschwitz, con la convinzione che un progetto sulla memoria non
debba attestarsi a un livello meramente simbolico e commemorativo, ma trovare una continuità nel
tempo, impegnando ogni volta artisti diversi a cimentarsi con un tema così drammaticamente
attuale e con un luogo così significativo dal punto di vista storico, artistico e simbolico.
La condizione per tutti è la creazione di un lavoro appositamente pensato per il luogo sul tema della
memoria.
La mostra, che si avvale dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è promossa da:
MIBACT- ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. MIBACT- Direzione
generale musei. Parco archeologico di Ostia antica. Unione Comunità Ebraiche Italiane.
Comunità ebraica di Roma. Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. Ufficio culturale
Ambasciata di Israele.
Gli artisti invitati alla nona edizione sono: Sara Enrico, Horst Hoheisel, Ariel Schlesinger,
Luca Vitone
L’inaugurazione è fissata per domenica 22 gennaio 2017 alle ore 11 nella Sinagoga di Ostia Antica,
parte degli Scavi Archeologici. La Sinagoga, scoperta nel 1961, è di grande pregio storico e
artistico: del I secolo d.C., è la più antica Sinagoga della Diaspora, coeva alla distruzione del
Secondo Tempio da parte di Tito.
All’inaugurazione è prevista la presenza della direttrice del Parco archeologico di Ostia Antica,
dr.ssa Alfonsina Russo, dell’ambasciatrice della Repubblica Federale di Germania,
dell’ambasciatore d’Israele e rappresentanti dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della
Comunità ebraica di Roma.
Nei giorni precedenti l’inaugurazione sarà organizzata una conferenza stampa alla Casa della
Memoria e della Storia e coglieremo l’occasione per presentare il catalogo.
Prime attestazioni e il sito
di Bova S.Pasquale
All’interno del parco Archeoderi di Bova Marina (RC) si trovano i resti
della seconda sinagoga più antica in Italia, dopo quella di Ostia.
L’ubicazione, nei pressi della fiumara San Pasquale, corrisponde a quella
dell’antica Skyle, importante statio romana lungo l’itinerario da Reggio a
Locri, nonché approdo per i traffici commerciali con il Nordafrica.
All’interno del complesso possono individuarsi due fasi costruttive: la
prima ascrivibile al IV secolo d.C., quando una numerosa comunità
ebraica si stabilì presso una villa del II secolo; la seconda al VI secolo d.C.,
quando furono modificati alcuni vani accessori e aggiunta un’abside alla
sinagoga stessa. Gli studi hanno dimostrato che la sinagoga subì una
distruzione violenta tra VI e VII secolo e l’area fu completamente
abbandonata. Gli ambienti sinagogali sono inscritti in un quadrato quasi
regolare, orientato di 18° a est, quindi verso Gerusalemme, e sono
composti dall’aula di preghiera, preceduta da un atrio e affiancata da un
grande ambiente aperto e da tre vani comunicanti, a sud, forse destinati a
scuola. Nel VI secolo questi ultimi furono abbattuti per ampliare verso sud
l’ingresso laterale e creare due piccoli ambienti quadrati con funzione di
deposito. Contemporaneamente l’aula, infine, fu dotata di un’abside a
Est, in asse con l’ingresso principale, a segnare ulteriormente la
direzionalità verso oriente.
L’aula di preghiera è caratterizzata dalla presenza di un grande mosaico
pavimentale, scandito in quadrati e racchiuso da un motivo a ghirlanda,
arricchito da melograni e pigne, il cui disegno è ben riconoscibile
nonostante le estese lacune. Vi sono rappresentati alternativamente il
nodo di Salomone e una rosetta con croce, motivi frequenti nella
tradizione musiva di età tardoantica. L’unico riquadro diverso dagli altri
contiene raffigurata una menorah, composta da una base tripartita posta a
ovest e da sette bracci, disegnati come melograni su un ramo, conclusi da
lucerne accese, rivolti a est. Ai due lati sono presenti due raffigurazione
simboliche: il ramo di palma con il cedro e il corno.
Il disegno mostra assonanze con altre rappresentazioni musive della
menorah, come ad esempio quelle pavimentali nelle sinagoghe di Zippori
(V secolo d.C.) e di Hammat Tiberias (Tiberiade, IV secolo d.C.),
entrambe in Israele.
er il giorno della memoria,
27 gennaio 2017, in ricordo della Shoah, il
Ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio
Calabria, in collaborazione con il Dipartimento
PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria,
l’Archivio di Stato di Reggio Calabria, la
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della
Calabria, il Comune di Reggio Calabria con la
Biblioteca “De Nava” e il Ministero dei Beni Culturali MArRC, organizzano la presentazione delle mostre
“1938-1945 La persecuzione degli Ebrei in
Italia” e “Presenza ebraica in Calabria”.
La prima, realizzata dalla Fondazione Centro di
Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC,
ricostruisce, a partire dal 1938, la repressione sempre
più intensa che, dalla minorazione dei diritti, culminò
nell’arresto, nella deportazione e nello sterminio, sino
alla Liberazione (1943-45).
La Calabria fu esente da fenomeni di persecuzione, ma
il 20 giugno 1940 a Ferramonti di Tarsia, in provincia
di Cosenza, entrò in funzione un campo di
concentramento per ebrei e prigionieri politici. Il
campo di Ferramonti si caratterizzò tuttavia per il
clima di rispetto per gli internati, grazie soprattutto
all’opera del maresciallo Gaetano Marrari.
Si è desiderato pertanto strutturare un percorso
espositivo che, partendo dal XX secolo, desse
informazioni sintetiche ma scientificamente corrette,
sulla presenza degli Ebrei nella regione, presenza
culturalmente ed economicamente importante
soprattutto a partire dalla tarda età angioina e per il
XIV-primi XV secolo, sino a giungere, retrocedendo,
alle prime attestazioni archeologiche nel IV secolo.
COMITATO SCIENTIFICO
MIRELLA MARRA Archivio di Stato di Reggio Calabria
ADA ARILLOTTA Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria
MARIA PIA MAZZITELLI e ENRICO TROMBA Comune di Reggio Calabria - Biblioteca "P. De Nava"
FRANCESCA MARTORANO Università Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento PAU
Dipartimento per le Libertà
Civili e l’Immigrazione
sotto l’Alto Patrocinio
GIORNO DELLA MEMORIA 2017
giorni e orario apertura
martedì - domenica 9.00 - 20.00
lunedì chiuso
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Fondazione Centro di
Documentazione
Ebraica
Contemporanea
Milano
Archivio di Stato di Reggio Calabria
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria
COORDINAMENTO
FRANCESCA MARTORANO Università Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento PAU
PROGETTO GRAFICO
SASO PIPPIA Università Mediterranea di Reggio Calabria
Prefettura-UTG
di Reggio Calabria
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Comune di Reggio Calabria
Biblioteca Comunale “De Nava”
XX Secolo
Zakhor, il ricordo
La Scrittura
La Storia
Ferramonti di Tarsia: vita nel campo
La memoria ebraica
Yerushalaim - la Terra dei padri
Reggio e gli Ebrei nel XV-XVI secolo
Il 20 giugno 1940 a Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, entrò in
funzione un campo di concentramento per ebrei e prigionieri politici. Il
controllo interno del campo fu affidato al commissario di Pubblica
Sicurezza Paolo Salvatore, sostituito nel 1943 da Mario Fraticelli,
coadiuvato da agenti di P.S agli ordini del maresciallo Gaetano Marrari.
Immediato fu un atteggiamento di tolleranza e solidarietà verso gli
internati. Pur dovendo sottostare alle regole generali dettate dalle leggi in
vigore, all’interno del campo gli internati potettero godere di autonomia e
autogestione sia all’interno delle camerate, dove si eleggevano i capo
camerata che a loro volta individuavano il Capo dei Capi del campo, che
con il permesso di realizzare una Sinagoga, un ambulatorio medico,
scuole per i bambini e una biblioteca. Tra il 1940 e il 1943, nonostante gli
intenti persecutori del regime fascista, a Ferramonti si verificheranno
eventi significativi improntati ad un clima di comprensione e benevolenza,
oltre che di rispetto umano.
Nella tradizione ebraica non esiste la parola storia intesa come
narrazione sistematica degli eventi, ma viene usato il termine Zakhor,
ricordo. Derivato dal verbo zachar, questo termine ritorna spesso nella
Bibbia e il ricordo non è solo la rievocazione cronologica dei fatti, ma è
un restituire quel dato fatto a nuova vita.
Alla luce di questa idea il popolo di Israele ha nei secoli sviluppato una
notevole coscienza storica e una salda memoria collettiva che ha
caratterizzato, anche lontano dalla terra dei padri, la propria identità.
Dal cananeo Uru-Shalim, la città (ir) del dio Shalem (termine legato a
shalom, pace), Gerusalemme divenne il centro catalizzatore di tutto il
popolo ebraico e non di una sola tribù. Fuggite dall'Egitto, le tribù
israelitiche, Dan, Asher, Naftali, Giuda, Issachar, Zevulun, Ruben,
Simeone, Gad, Efraim, Manasse, Beniamino e Levi, ricevettero le tavole
della Legge (Torah) da D-o sul monte Sinai e giunsero nella terra di
Canaan, la Terra Promessa dove scelsero Yerushalaim come sede di tutto il
popolo. Gerusalemme divenne il centro del popolo, e il Tempio lo fu per la
religione ebraica. Secondo le Scritture, sul monte Moria il re Salomone
costruì il Tempio per custodire l’Arca dell’Alleanza, con i rotoli della Torah
. L’edificio venne distrutto dal re babilonese Nabucodonosor nel 587/586
a.e.c. e il popolo ebraico visse l’esperienza dell’esilio a Babilonia.
Ritornati in Gerusalemme, gli ebrei ricostruirono il Tempio e lo
inaugurarono nel 516 a.e.c. Successivamente il II Tempio fu restaurato in
maniera monumentale dal re Erode e venne definitivamente distrutto nel
70 e.c., quando le truppe romane, guidate da Tito, conquistarono
Gerusalemme e lo rasero al suolo. La Guerra Giudaica e le Antichità
Giudaiche dello storico Giuseppe Flavio sono la fonte principale di
conoscenza della storia ebraica antica.
La judeca di Reggio era sita nel settore nord occidentale della città, presso
le mura litoranee, e vi si accedeva tramite la porta Tarzana. Di essa restò
traccia toponomastica nella chiesa di S. Giorgio della Giudeca, sita non
lontano dalla chiesa di S. Andrea, ma in stato di rudere già alla fine del
Cinquecento. L’attuale via Giudecca, strada che congiunge la via
Possedonea al Lungomare, coincide con l’area dell’antico quartiere
ebraico.
La comunità ebraica, tra le più numerose della Calabria, nel XV-XVI
secolo, rivestì un’importanza notevole per le intense attività commerciali
legate all’industria della seta e della tintoria. Era praticata l’arte scrittoria:
nel 1498 venne trascritto il trattato Shoahan ha-Rufah (il fiore della
Medicina) e nel 1504 Orah Hayyum (Via di Vita) di Mosè di Narbona. Vi
era attiva una tipografia, come documenta l’edizione nel 1475 del
commento di Rashì al Pentateuco, che rappresenta il primo libro ebraico
fornito di data che si conosca (copia anastatica in vetrina).
In seguito agli editti di Ferdinando il Cattolico del 31 marzo e 18 giugno
1492, con il forzoso allontanamento degli Ebrei dai possedimenti
spagnoli, a Reggio giunsero i profughi siciliani, che si organizzarono in
una loro Judeca, di cui è ignota l’esatta ubicazione.
Nel 1511, con la Calabria ormai parte del viceregno spagnolo, in seguito al
decreto di espulsione, la quasi totalità degli ebrei reggini dovette
abbandonare la città, dirigendosi a Livorno o a Roma. I beni, che non
erano riusciti ad alienare, furono venduti presso la porta Dogana e la
judeca fu data ad abitare ai cristiani.
Ferramonti di Tarsia: Settembre 1943
All’indomani del 3 settembre 1943, giorno dello sbarco delle forze Alleate
in Calabria, nel campo di Ferramonti si dovette fronteggiare il passaggio
delle truppe tedesche in ritirata. Il maresciallo Gaetano Marrari,
responsabile del campo in assenza del direttore Mario Fraticelli, pose in
essere valorosi atti a tutela e difesa degli internati, anche mettendo a
rischio la propria vita. Il maresciallo, con la collaborazione di tutti gli
agenti di P.S., riuscì a scongiurare l’entrata all’interno del campo dei
panzer della divisione corazzata Goring che risaliva in ritirata verso
Salerno, e tutti gli internati furono salvi. Tante le testimonianze di questi
terribili momenti da parte degli uomini sfuggiti alla furia delle armate
tedesche e le attestazioni di gratitudine inviate al maresciallo Gaetano
Marrari. Nel 1987 il dr. Mordecai Paldiel, Direttore dei Dipartimento dei
Giusti, per tramite dello Yad Vashem, comunica al maresciallo Gaetano
Marrari che il suo nome figurerà tra coloro i quali, a rischio della propria
vita, hanno aiutato gli Ebrei in pericolo.
Reggio e l’Antisemitismo del XX Secolo
E’ una storia semplice, di quasi indifferenza, quella che Reggio vive nei
confronti dei provvedimenti diramati dal Governo centrale a seguito delle
Leggi razziali del 1938. In città, infatti, non viveva alcuna Comunità
ebraica e il prefetto Ausiello nel 1939 comunica la presenza di un solo
cittadino di razza ebrea nella Provincia reggina. La Seconda Guerra
Mondiale accentua i problemi sociali ed economici di Reggio, colpita sin
dall’inizio da incursioni aeree che diventeranno continue e devastanti dal
6 maggio 1943. La guerra formalmente per la città si conclude il 3
settembre 1943 con l’arrivo delle truppe alleate; in realtà gli esiti del
conflitto mondiale, come pure i fenomeni di antisemitismo, avranno
ancora per lungo tempo una dolorosa tangibilità.
La Diaspora e le Prammatiche
del Regno Meridionale
Il termine ebraico Galuth, diaspora, indica la dispersione del popolo
ebraico determinata da deportazioni e guerre, oppure dalla scelta
volontaria di trasferirsi nelle grandi città del bacino Mediterraneo. La
vita delle comunità ebraiche del Meridione d’Italia fluì tra alti e bassi
fino all’inizio del XVI secolo, come dimostrano gli ordini sovrani che
imposero agli ebrei dimoranti nel Regno limitazioni della libertà
personale e, infine, ne determinarono l’espulsione dal Regno
Meridionale con la Prammatica immediatamente esecutiva del 10
novembre 1539. Ebbe inizio così una nuova diaspora; molti ebrei si
trasferirono al Nord e numerosi provenienti da Reggio si spostarono
sulla costa ligure, pur continuando a comprare le canape e i cedri
reggini per la celebrazione della Festa delle Capanne.
Torah - La Scrittura e i precetti
La parola Torah, deriva dalla radice j-r-h che significa “insegnare” e la
Torah è proprio l’insegnamento trasmesso da D-o all’uomo; per la
tradizione ebraica non rappresenta solo un testo da leggere e conoscere,
ma principalmente un libro che occorre vivere perché mantiene dentro di
sé una grande saggezza. Essa è composta da cinque libri: Bereshit
(Genesi), Shemot (Esodo), Vaikrah (Levitico), Bamidbar (Numeri) e
Devarim (Deuteronomio), il cosiddetto Pentateuco, i primi cinque libri
che formano anche la bibbia cristiana. La Torah, insieme a Neviim
(Profeti) e Ketuvim (Libri sapienziali) forma l’acronimo Tanakh, ovvero
l’insieme del canone biblico al cui interno troviamo il Decalogo e le
mitzvoth (precetti). Il popolo ebraico è tenuto a rispettare 613 mitzvoth,
consistenti in 365 divieti e 248 doveri. Anche questi numeri hanno un
preciso significato: 365 come i giorni dell’anno e 248 come le ossa del
corpo umano, a rappresentare, quindi, che ogni parte del corpo, in ogni
momento della vita è teso a rispettare i precetti. Essi, infatti, non
riguardano solo la sfera religiosa, ma concernono anche la vita di coppia,
l’igiene, la purità rituale, il cibo e sono l’esplicitazione del Patto sigillato
con D-o. Nell’arco dei millenni i riti e i costumi del popolo ebraico
furono, però, anche oggetto di critiche, specialmente da parte di un certo
mondo cristiano. Uno dei più accesi confutatori fu Paolo Sebastiano
Medici che diede alle stampe diverse opere teologiche, molte delle quali a
sfondo antigiudaico. Tra queste spicca Riti e costumi degli ebrei
confutati, dove il Medici illustra la ritualità ebraica in maniera
particolareggiata, bollandola come frutto di stregoneria e superstizioni.
Comunità ebraiche in Calabria
Attestazioni archeologiche e archivistiche e notizie letterarie
documentano la presenza ebraica in Calabria a partire dal IV secolo. Le
comunità, sin dall’inizio della loro presenza, furono dedite alla medicina e
ai commerci. Esponenente insigne della prima fu il celebre Donnolo
Shabbetai, cresciuto e formato a Rossano, che compose intorno al 970 il
Libro delle Misture. Numerosi documenti di tarda età angioina ricordano
Crotone, Strongoli, Reggio, Cosenza, Castrovillari, come luoghi in cui
medici esercitavano la professione.
In relazione alla mercatura, gli Ebrei furono spesso rappresentanti locali
di grandi aziende bancarie e commerciali come gli Strozzi di Firenze. I
prodotti trattati furono principalmente i tessuti, ma anche l’olio, il
frumento e il bestiame. I documenti dimostrano come gli Ebrei si
inserissero efficacemente nel tessuto sociale con l’apporto di competenze
scientifiche (medici e speziali) e tecniche (artigiani, muratori, allevatori di
bestiame) e un prezioso registro amministrativo, il Cunto de Calabria
Ultra per il tesoriere Tommaso Spinelli, degli anni 1502-1503 riporta
capillarmente la localizzazione, il numero dei nuclei familiari tassabili
(fuochi) e i contributi da essi dovuti, informandoci così dettagliatamente
della diffusione delle comunità.
GIORNO
Dipartimento per le Libertà
Civili e l’Immigrazione
DELLA MEMORIA
La legge 20 luglio 2000, n. 211 istituisce il
“Giorno della Memoria” in ricordo dello
sterminio e delle persecuzioni del popolo
ebraico e dei deportati militari e politici italiani
nei campi nazisti al fine di ricordare la shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi
razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonchè
coloro che, anche in campi e schieramenti
diversi, si sono opposti al progetto di sterminio,
ed a rischio della propria vita hanno salvato
altre vite e protetto i perseguitati (art. 1).
In tale circostanza sono organizzati cerimonie,
iniziative, incontri e momenti comuni di
narrazione dei fatti e di riflessione, in modo
particolare nelle scuole di ogni ordine grado,
su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai
deportati militari e politici italiani nei campi
nazisti, in modo da conservare nel futuro
dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro
periodo della storia nel nostro paese e in
Europa, affinchè simili eventi non possano
mai più accadere (art. 2).
Prefettura-UTG
di Reggio Calabria
Sotto l’Alto Patrocinio
Comitato di Coordinamento
per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah
GIORNO DELLA MEMORIA 2017
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Fondazione Centro di
Documentazione
Ebraica
Contemporanea
Milano
Archivio di Stato di Reggio Calabria
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria
Comune di Reggio Calabria
Comunità Ebraica
di Napoli
Biblioteca Comunale “De Nava”
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
GIORNO DELLA MEMORIA 2017
concerto
SEMINARIO
DI FORMAZIONE
Teatro Francesco Cilea
Museo Archeologico Nazionale
La persecuzione degli Ebrei
in Italia e in Calabria
PRIMA SESSIONE
9.30 - Apertura lavori
Coordina: Prof. Carmela SALAZAR
9.40-10.20
Gadi LUZZATTO VOGHERA
(Direttore Fondazione CDEC)
Dalla persecuzione dei diritti alle deportazioni:
questioni di storia, riflessi nel presente
10.20-11.00
Alessandra MINERBI
(Fondazione CDEC)
Una mostra, tanti percorsi
11.00-11.15 - pausa
11.15-12.00
Carlo Spartaco CAPOGRECO
(Università della Calabria, Presidente Fondazione Ferramonti)
L’internamento civile fascista in Italia e in Calabria.
Una riflessione tra rimozioni e mitizzazioni
12.00-12.45
Annalisa DE CURTIS
(Università Cattolica del Sacro Cuore-Milano)
Formazione e Memoria. Il progetto del Memoriale
della Shoah come laboratorio del presente
Dibattito
Pausa pranzo
SECONDA SESSIONE
ore 20.00
Shoah 24 Gennaio 2017
Coordina: Dott. Tonino NOCERA
14.30-15.15
Enrico TROMBA
(Istituto Superiore di Scienze Religiose- Reggio Calabria)
Tracce ebraiche in Calabria: un percorso
storico-archeologico
15.15 -16.00
Fausto CIUFFI
(Direttore della Fondazione Villa Emma)
I luoghi della memoria come risorsa per la scuola e
il progetto “Davanti a Villa Emma
16.00-16.45
Valerio CHIOVARO
(Presidente Associazione Attendiamoci Onlus)
Il riscatto della memoria: tra legge e giustizia,
torah e zedaka
mostra
SOLISTI
Oboe prof. Antonio Gangemi - Soprano prof. Liliana
Marzano - Violino prof. Davide Alogna - Violino prof.
Chiara Parrini - Violoncello prof. Giovanni Caridi
DIRETTORE D’ORCHESTRA Prof. Ottavio Marino
ORGANICO
Museo Archeologico Nazionale
Violini primi: Davide Alogna* - Santa Galletti* - Salvatore Portuesi*
Chiara Parrini* - Sidorela Cuedari - Cecilia Popamare
Roberto Modafferi - Chiara Pia Ambesi
Inaugurazione ore 18.30
Violini secondi: Mario Donnoli* - Domenica Romeo*
Sebastian Villegas - Luca Calabrese - Freno Alessia - Barbara Gulluni
Maria Rosaria Fiumara - Laura Panuccio
1938-1945 - La Persecuzione
degli Ebrei In Italia.
Documenti per una Storia
Presenza Ebraica in Calabria
Viole: Salvatore Romeo* - Giulia De Fontes - Ilaria Ammendola
Violoncelli: Giovanni Caridi* - Jacopo Di Tonno* - Cristina Nadal*
Ludovica Cordova
Contrabbassi: Rosario Riso - Demetrio Giordano
Oboe: Antonio Gangemi*
Arpa: Donata Mattei*
Soprano: Liliana Marzano*
*Docente
Dipartimento per le Libertà
Civili e l’Immigrazione
Prefettura-UTG
di Reggio Calabria
sotto l’Alto Patrocinio
GIORNO DELLA MEMORIA 2017
SEMINARIO
DI FORMAZIONE
La persecuzione degli Ebrei in Italia e in Calabria
mostra
1938-1945 - La Persecuzione degli Ebrei In Italia.
Documenti per una Storia
Presenza Ebraica in Calabria
concerto
Shoah 24 Gennaio 2017
-Teatro Cilea
Fondazione Centro di
Documentazione
Ebraica
Contemporanea
Milano
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Archivio di Stato di Reggio Calabria
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria
Comune di Reggio Calabria
Biblioteca Comunale “De Nava”
Comunità Ebraica
di Napoli
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria