Dott. Sveva Remedia, DVM Il metabolismo del ferro e le sue alterazioni nel cane e nel gatto Il ferro è uno degli elementi più diffusi in natura ed un nutriente essenziale richiesto in un grande numero di processi metabolici. In natura tale metallo si presenta sia allo stato ferrico (Fe3+) ossidato, insolubile e poco utilizzabile dalla maggior parte dei sistemi biologici, che in piccola parte allo stato ferroso (Fe2+), ridotto. La capacità del ferro di passare dalla forma ossidata a quella ridotta in dipendenza dei legami che instaura, lo rende un elemento utile a moltissime reazioni biologiche, quali il trasporto e lo stoccaggio di ossigeno, la respirazione, il ciclo di Krebs e numerose reazioni enzimatiche; sfortunatamente le stesse caratteristiche che rendono il ferro un cofattore indispensabile nelle ossidoriduzioni biochimiche ne fanno anche un elemento potenzialmente tossico per le cellule a causa della sua capacità, se non legato a proteine, di formare radicali liberi. Per questo motivo all'interno dell'organismo è presente legato a diverse proteine responsabili del suo assorbimento, trasporto, stoccaggio e attività biologica. Metabolismo • Assorbimento: A livello intestinale il ferro può essere assorbito sia nella sua forma di ione libero (inorganico) sia in forma di eme (organico) secondo due diverse vie la cui preponderanza varia a seconda della dieta e della specie in esame. Allo stato libero il ferro è normalmente ossidato e il suo assorbimento è secondario alla sua solubilizzazione da parte dall'acido gastrico e riduzione da parte dell'acido ascorbico, o dal citocromo duodenale B (o anche DCYTB), presente sul dominio apicale delle cellule duodenali . Nel cane, rispetto all'uomo, vi è la stessa capacità di assorbire ferro ridotto ed ossidato, per meccanismi ancora non ben noti. Una volta ridotto, il ferro viene trasportato all'interno della cellula grazie ad un trasportatore di metalli divalenti (DMT-1). Un'altra via di assorbimento vede la mucina e la mobilferrina coinvolte. Una volta all'interno dell'enterocita l'elemento si lega all'apoferritina per formare la ferritina. • Trasporto: Per evitare l'ossidazione del ferro e la sua precipitazione nonché la formazione di radicali liberi, una volta nel plasma l'elemento viene legato all'apotransferrina per creare la transferrina. L'apotransferrina è una proteina prodotta dal fegato che possiede due siti per legare il ferro; è presente nel plasma sotto forma di apotransferrina non legata, transferrina monoferrica e diferrica, con proporzioni variabili a seconda della disponibilità marziale dell'organismo. Nonostante la forma diferrica sia meno presente nel plasma, questa è la maggiore responsabile della distribuzione dell'elemento ai tessuti in quanto la sua affinità per il recettore espresso sulle cellule è più elevata rispetto alla forma monoferrica. La maggior parte del ferro una volta assorbito viene trasportato al midollo osseo per la formazione di emoglobina mentre il resto viene dirottato verso tessuti non eritroidi, soprattutto il fegato. • Distribuzione: Nei mammiferi il ferro si trova per il 60-70% nell'emoglobina, per il 20-30% stoccato come ferritina ed emosiderina (in epatociti e macrofagi), dal 3 al 5% nella mioglobina, soprattutto nel cane, l'1% in enzimi all'interno dei tessuti e in piccola quantità legato alla transferrina nel plasma (0,1%). • Emoglobina: Negli eritrociti il ferro svolge un ruolo essenziale nella formazione dell'emoglobina, essa ne contiene 4 atomi ed è il compartimento più ricco di ferro dell'organismo. Quello del ferro è un ciclo pressoché chiuso in quanto in un animale sano non è prevista una sua eliminazione se si tralascia una minima quantità persa dalla esfoliazione cutanea e desquamazione cellulare in urine, feci, bile. Con l'eritrocateresi, una volta degradata l'emoglobina, il ferro viene rilasciato nel plasma o tenuto nei macrofagi sotto forma di emosiderina, rilasciato poi all'occorrenza. • Mioglobina: Si trova principalmente nel muscolo come riserva di ossigeno e ogni molecola contiene un atomo di ferro. La sua concentrazione nel muscolo dipende dalla specie e dall'attività muscolare stessa. • Il ferro tissutale: Anche se presente in minima quantità è fondamentale nel catalizzare numerosi processi enzimatici. • Stoccaggio: Avviene all'interno dei tessuti; il ferro si trova sotto forma di ferritina, diffusibile e solubile, ed emosiderina, insolubile, di deposito. L'equilibrio tra queste due forme dipende dalle disponibilità marziali dell'animale, a bassi livelli di deposito prevale la ferritina, all'aumentare delle riserve aumenta poi la presenza dell'emosiderina. La maggior parte dell'elemento è stoccato in fegato, milza e midollo osseo e poi in rene, cuore muscoli scheletrici e cervello. Sideremia La concentrazione di ferro sierico viene misurata con metodi spettrofotometrici e si riferisce al pool di trasporto e quindi alla quota legata alla transferrina. Questa misurazione non dà pertanto informazioni sulle riserve marziali dell'organismo, piuttosto contestualizzata con altri parametri aiuta il clinico ad inquadrare l'eventuale patologia in atto. Campioni da utilizzare: Siero e plasma freschi o conservati in frigorifero per non più di 7 giorni, non in provette di vetro che possono adsorbire il ferro Artefatti preanalitici: Sieri lipemici, itterici, emolitici possono interferire con la reazione colorimetrica e, a seconda delle metodiche utilizzate, dare falsi aumenti o diminuzioni della sideremia. Cause di ipersideremia Aumentata introduzione: • Patologie genetiche rare dell'assorbimento e trasporto del ferro (es. Emocromatosi) • Iatrogena per somministrazione di sostanze contenenti ferro per via enterale e parenterale Rilascio dai tessuti: • Emolisi in vivo, sia vascolare che extravascolare, perchè liberato dall'emoglobina • Danni epatici per liberazione di ferro dai depositi Cause sconosciute: • Somministrazione di glucocorticoidi, secondo meccanismi poco noti, nel cane Cause di iposideremia Ridotta introduzione: • Negli animali si verifica raramente, si osserva nei lattanti prima dello svezzamento a causa della carenza di ferro nel latte. I livelli di ferro aumentano con lo svezzamento. Ridotto assorbimento: • Alterazioni delle secrezioni gastriche e duodenali (pH) • Alterazioni della parete duodenale per perdita di recettori (malassorbimento) • Carenze ereditarie di recettori o di proteine di trasporto (rare) Aumentata perdita: • Emorragie croniche, soprattutto del tratto gastroenterico per ulcere, tumori, parassiti ematofagi, ed apparato urinario per calcoli e neoplasie, ma anche per gravi infestazioni da parte di ectoparassiti Sequestro o pseudoiposideremia: • Infiammazione acuta o cronica, la presenza di alcune interleuchine quali la IL1 e IL-6 promuove la sintesi da parte del fegato di epcidina, molecola che riduce l'assorbimento del ferro a livello intestinale e ne impedisce il suo rilascio nel plasma da parte delle cellule, soprattutto macrofagi. Il meccanismo sopracitato vede la sua utilità nel ridurre la disponibilità di ferro ai microrganismi eventualmente presenti che necessitano di tale elemento per la loro attività biologica. Carenza delle proteine di trasporto • Carenza ereditaria (rara) • Shunt porto-sistemico: nonostante la causa dell'iposideremia sia poco chiara, sembra imputabile ad una carenza di produzione dell'apotransferrina da parte del fegato insufficiente. Tuttavia va tenuto in considerazione che essendo la transferrina una proteina negativa della fase acuta essa potrebbe risultare comunque diminuita in corso di un eventuale patologia flogistica concomitante. Esiste in medicina veterinaria anche la possibilità di valutare altri parametri per aiutare il clinico a valutare i disordini sideremici. La capacità totale di legare il ferro (TIBC total iron-binding capacity) fornisce in maniera indiretta la quantità di transferrina presente nell'organismo; mentre TIBC e sideremia per sottrazione danno la UIBC unsaturated iron-binding capacity,ossia il valore della transferrina non legata e la % di saturazione. Anche la concentrazione sierica della ferritina può essere un parametro utile da valutare perchè, sebbene essa non sia presente in grande misura a livello plasmatico, la sua concentrazione è direttamente proporzionale alle riserve dell'organismo. Concludendo, sebbene la valutazione della sideremia da sola possa dare poche informazioni sulle riserve reali di ferro del paziente, essa è senza dubbio utile nel completare il quadro clinico e laboratoristico per una corretta diagnosi della patologia in atto. Bibliografia: • • • • • Smith JE. Iron metabolism and its disorders. In: Kaneko JJ, Harvey JW, Bruss ML – Clinical biochemistry of domestic animals. New York, 5th ed., Accademic Press 1997. Stockham SL, Scott MA. Erythrocytes, Chapter 4, In. Stockham SL, Scott MA – Fundamentals of Veterinary Clinical Pathology - 1st ed., Blackwell 2002. Thomas C., Thomas L. Biochemical markers and hematologic indices in the diagnosis of functional iron deficiency. Blood 99: 1489-1491, 2002. 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