COME ALLA CORTE DI FEDERICO II OVVERO PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA SEGRETI MOLECOLARI DAL FONDO DEGLI OCEANI di Chris Bowler 9 UN MARE DI MUSICA di Enrico Careri 11 SUL FONDO DEGLI OCEANI di Vincenzo Morra 13 GLI OSSERVATORI DEL MARE di Adriana Zingone 15 LA BIODIVERSITÀ INVISIBILE di Marina Montresor 17 Gli oceani coprono più dei due terzi della superficie della Terra e la vita planctonica è fondamentale per la salute del pianeta. Per capire questa vita sconosciuta e come è influenzata dal clima dobbiamo svelare i suoi segreti molecolari. Gli articoli degli incontri si trovano al sito www.comeallacorte.unina.it Chris Bowler Chris Bowler ha 45 anni, nel 1986 si è laureato in Microbiologia e Tecnologia microbiologica presso l’Università di Warwick, Regno Unito. Nel 1990 ha conseguito il Dottorato in ‘Laboratorium genetika’ presso l’Università di Gent, Belgio, con il prof. Mark Van Montagu. Tra il 1991 e il 1994 è stato post-doc presso il Laboratorio di Biologia molecolare delle piante presso l’Università ‘Rockfeller’ di New York, USA. Tra il 1994 e il 2002 è stato Direttore del Laboratorio di Biologia molecolare delle piante presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Dal 2002 è Direttore di Ricerca del CNRS presso l’Ecole Normale Supérieure (IBENS) di Parigi. Tra il 2005 e il 2009 è stato Direttore del Dipartimento di Biologia delle piante presso l’Ecole Normale Supérieure (IBENS) di Parigi. Dal 2010 è Direttore del Dipartimento di Genomica ambientale ed evolutiva presso l’Ecole Normale Supérieure (IBENS) di Parigi. Membro dell’EMBO (European Molecular Biology Organization) dal 1995. Medaglia d’argento 2010 del CNRS. Chris Bowler è un esperto di Biologia delle piante e delle Diatomee. I suoi interessi scientifici si sono concentrati sui meccanismi molecolari che controllano la risposta a segnali ambientali, quali luce e nutrienti. Gli organismi modello utilizzati nelle sue ricerche sono Lycopersicum esculentum (pomodoro), Arabidopsis thaliana e la diatomea Phaeodactylum. In particolare sulle diatomee ha svolto un ruolo fondamentale nel sequenziamento del genoma di diverse specie e nella comprensione di varie funzioni geniche. Con l’approccio della genomica funzionale ha rivelato la risposta cellulare delle diatomee a vari nutrienti come ferro e azoto. Egli è uno dei coordinatori scientifici della spedizione Tara Oceans, progetto di ricerca che vedrà la goletta Tara solcare i mari del mondo per tre anni per indagare sullo stato della vita microscopica negli oceani usando tecniche di imaging e di genomica. È autore di oltre 120 pubblicazioni in prestigiose riviste internazionali. COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani SEGRETI MOLECOLARI DAL FONDO DEGLI OCEANI uno dei più importanti organismi microscopici Chris Bowler la degli ecosistemi marini, le diatomee. Attraverso fotosintesi questi organismi unicellulari producono circa il 20% dell’ossigeno disponibile Direttore di Genomica ambientale ed evolutiva École Normale Supérieure - Paris nella biosfera e si sono evoluti in moltissime specie diverse, ciascuna caratterizzata dalla forma del loro rivestimento esterno, una “scatola di vetro” organizzata in una struttura finissima che sembra un ricamo di dentelli che esse Gli oceani coprono più dei due terzi della riescono a creare in pochi minuti. Negli ultimi dieci anni nei laboratori di superficie della Terra e la vita planctonica è fondamentale per la salute del pianeta. Il plancton rappresenta il 98% della biomassa negli oceani e produce una quantità di ossigeno equivalente a quella prodotta da tutte le foreste della terra. Gli organismi planctonici fotosintetici sono alla base di quasi tutte le reti trofiche marine e costituiscono il ”pozzo” principale per la cattura di CO2. Per capire il funzionamento di questa vita microscopica e come essa sia influenzata dal clima dobbiamo svelare i suoi segreti molecolari. Studiare l’oceano è difficile perché servono mezzi tecnici specifici e scienziati che devono lavorare in situazioni spesso estreme. Inoltre esiste anche un problema di Parigi e altrove le diatomee sono state decifrate attraverso il sequenziamento dei loro genomi. È stato dimostrato che esse sono diverse sia dalle piante che dagli animali a noi noti. Potrebbero essere definite come “piantimali”! Infatti, lungo la loro storia evolutiva, durata un miliardo di anni, le diatomee hanno catturato e conservato geni sia di origine vegetale sia di origine animale e, anche, qualcuno da batteri per adattarsi meglio ambientali scientifici capacità anche estreme. hanno delle Importanti mostrato diatomee a la ad condizioni risultati straordinaria adattarsi alla Una volta decifrati i segreti molecolari delle diatomee, bisogna tornare a mare per ruolo capire se tutto quello che si è scoperto in dell’oceano nel funzionamento del sistema Terra laboratorio ha un senso negli ambienti naturali. dobbiamo necessariamente tener conto di questi Per questo motivo nel 2009 é stato varato un diversi ordini di grandezza. Una soluzione per nuovo progetto anche con la collaborazione del poter lavorare su scala molecolare è quella di laboratorio che dirigo. Il progetto Tara Oceans. scegliere marini Progetto che si propone, in un viaggio di tre anni rappresentativi, riuscire ad allevarli e utilizzarli sulla goletta Tara, di studiare le diatomee (e altri come animali di laboratorio. Uno dei primi microorganismi marini) nel loro habitat naturale, traguardi gli oceani. Forse dopo conosceremo qualcosa di Quindi alcuni degli fondamentale, concorrenti è microscopico. se loro disponibilità di nutrienti e di luce. dimensione. Mentre gli oceani sono enormi, il plancton, dei per capire organismi scienziati è stato il quello di mettere a punto tale sistema sperimentale per più. Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 9 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 10 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani UN MARE DI MUSICA (1919) di E. A. Mario. Musiche dunque diversissime, composte in periodi diversi, per un Enrico Careri pubblico diverso, in stili diversi, con riferimenti Professore di Musicologia Università degli Studi di Napoli Federico II diversi al mare, dalle complesse suggestioni sonore delle trois esquisses symphoniques pour orchestre di Debussy alla musica da spiaggia di Mina e Gino percorso Il mare ha sempre ispirato gli artisti, i poeti, i musicisti, sia nelle forme alte della tradizione colta che in quelle più popolari e di consumo. Così, per limitare il discorso alla musica, da una parte La mer, raffinata composizione orchestrale composta da Debussy nel 1905, dall’altra Sapore di sale di Gino Paoli, del 1971, la prima nota ad un pubblico molto circoscritto, l’altra cantata da tutti in ogni angolo della penisola. Possiamo divertirci a ricordare musiche ispirate al mare, alle onde, all’acqua, e sarà un passatempo lungo perché l’uomo ama il mare e ne ha paura (il mare è amaro e il marinaro muore in mare, si legge nei Malavoglia), quindi ne parla, lo rappresenta, lo mette nei suoni, o almeno nei titoli, a suggerire che quella cosa strana (che non si può prendere, come la musica), enorme e profonda, soprattutto bella, ha dato origine a quei suoni, a Paoli. comune Impossibile in una cercare produzione un tanto diversa, ma soprattutto improprio sul piano storico-stilistico, come per tutti i grandi temi che da sempre affascinano l’uomo. Per questo invece di cercare il mare nella musica preferisco cercare la musica nel mare, perché l’acqua e le onde producono musica, forse la più bella che esiste. Ascoltare il mare, le onde che si rifrangono sulla battigia o si rompono sugli scogli al ritmo deciso dal vento, mai esattamente lo stesso, in una sorta di costante e piacevole rubato, sentire insieme l’ordine e il caos che la natura riesce a generare, il suo ritmo disordinato ma pur sempre percepibile, è un’esperienza estetica che nulla ha da invidiare ad un concerto sinfonico. Le onde del mare come quelle sonore producono ritmo, riempiono di senso il tempo di chi le ascolta, proprio come fa la musica, e appena si placano ne rimane solo un vago ricordo, che via via si perde del tutto. quei colori. Oltre a Debussy e a Gino Paoli mi Anche la musica, come il mare, ha una vengono subito in mente La tempesta di mare di superficie che si coglie facilmente e uno strato Vivaldi (1725), la altrettanto celebre Water profondo più difficile e misterioso. I musicologi Music (1717) di Händel, Jeux d’eau (1901) di cercano di scoprire cosa si nasconda sotto la sua Ravel, e sul versante opposto Créuza de mä superficie, analizzano i meccanismi e le strategie (1984) di De Andrè, La mer (1943) di Trenet, della Acqua azzurra, acqua chiara (1969) di Battisti, metodologie di analisi e aiutati dalla storia, dai Stessa spiaggia stesso mare (1963) di Mina, documenti d’archivio, dalle fonti iconografiche, oltre naturalmente a tante splendide canzoni da napoletane, una tra tutte Santa Lucia luntana comprensione, riescono infine a farsi un’idea composizione quanto può Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II attraverso essere utile sofisticate alla sua 11 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani dell’opera, a capire come funziona, e ricostrui- partenza, speranza, lontananza, e il viaggio è un scono allo stesso modo gli stili di un’epoca, di un tema molto presente nelle arti di tradizione colta compositore, di un genere musicale. Poi per e soprattutto orale, offre mille spunti perché fortuna non vanno oltre, al fondo non arrivano suscita emozioni diverse, il desiderio di una vita mai, anche se i più ingenui e presuntuosi migliore e insieme la paura di abbandonare la credono di arrivarci. L’arte è un mistero, ne propria terra (“Partono ‘e bastimente pe’ terre conosciamo le assaje luntane”), sebbene prevalga tra esse la ragioni profonde dei suoi effetti, e naturalmente malinconia. Il viaggio è anche ritorno a casa, con tante altre cose, e così il Requiem di Mozart i sentimenti diversi che esso comporta, perché continua ad essere ad ogni ascolto un miracolo luntano ‘a Napule nun se po’ stà, ma il luogo che ci riempie di gioia, ci emoziona, ci fa d’origine viene quasi sempre idealizzato e poi si rabbrividire, ci fa sentire vivi, proprio come il rivela per quello che è, un luogo talvolta mare. Saperne di più accresce l’entusiasmo, addirittura estraneo, come canta De Andrè nella aumenta le emozioni, per questo studiamo la bellissima Créuza de mä, che racconta il ritorno musica e la spieghiamo ai nostri studenti, non a casa dei marinai e il loro sentirsi ovunque solo perché ha contribuito a formare la nostra ombre: “Umbre de muri muri de mainé / dunde cultura e la nostra storia. Ma saperne di più non ne vegnì duve l’è ch’ané” (“Ombre di facce, indebolisce facce di marinai / da dove venite, dov’è che i il meccanismi suo ma mistero, ignoriamo proprio come l’impresa di Armstrong non ha diminuito il andate”). mistero della luna. Mare significa anche viaggio, Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 12 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani SUL FONDO DEGLI OCEANI dell'espansione dei fondali nel concetto globale di Tettonica delle placche. Vincenzo Morra Le dorsali oceaniche con i loro circa Professore di Petrologia e petrografia Università degli Studi di Napoli Federico II 60.000 km di estensione sono i luoghi in cui si ha produzione di magmi basaltici a formare nuova crosta oceanica. Anche in questo momento ci sono eruzioni di magmi sottomarini. Ma in alcuni punti del globo le dorsali possono Già nel 1620 Bacon scrisse sulla affiorare dalle profondità come in Islanda. Le creste delle dorsali sottomarine sono sorprendente conformità dei margini continentali dei due lati dell’Oceano Atlantico. Snider- Pellegrini nel 1858 lanciò l’ipotesi che l’Europa e le Americhe fossero parte di un unico continente. Nel 1885 il geologo Suess suggerì che i continenti dell’emisfero Sud dovevano essere sede di attività idrotermale, da cui fuoriescono fluidi ad altissima temperatura ricchi di soluzioni fortemente saline. Questi fluidi depositano, fra l’altro, Wegener nel 1915 deriva dei continenti. della presentò Le osservazioni e le prove misero in difficoltà le teorie immobiliste che imperversavano nella comunità scientifica. sgretolamento di una Iniziò teoria un ed lento iniziò una rivoluzione nell’ambito delle Scienze della Terra portò ad un salto di paradigma permettono lo Successivamente altri scienziati (Wadati, Benioff) considerarono la deriva dei continenti. Ma solo nel 1962 con Hess si consolidò la teoria dell'espansione dei fondali oceanici che fu poi confermata dall’intuizione dei due giovani geofisici inglesi Vine e Matthews che nel 1963 svilupparono una teoria per spiegare le anomalie magnetiche presenti nella crosta oceanica. deriva dei continenti questo “pianeta”. Gli oceani ancora oggi rappresentano una sfida per la scienza. Si cerca di capire quali siano le reali potenzialità strategiche di questo mondo sconosciuto che conserva segreti ancora inesplorati. Riserve di materie prime dal valore inestimabile attendono ancora di essere scoperte. Ma nell’immaginario e manganese. Sono noduli rotondeggianti di colore nero con diametri da millimetri a decimetri. Sono noduli polimetallici dalle strutture complesse e costituite principalmente da Ferro e Manganese. Altri ossidi presenti sono SiO2, MgO, CaO, Al2O3. I minerali tipici sono la Todorokite, la Birnessite, la Manganite, la Rancieite. Questi noduli hanno una grande importanza strategica non tanto per le elevate concentrazioni di Manganese, ma Nel 1965 il geologo Wilson integrò le della oceani ed è quindi forte la necessità di scoprire collettivo si materializzano i cosiddetti noduli di nell’accezione del filosofo T. S. Kuhn. idee che Il 70% del nostro pianeta è coperto dagli Alfred che metallici sviluppo di alcune semplici forme di vita marina. stati uniti. l’ipotesi solfuri quelle soprattutto per le concentrazioni di metalli pesanti più pregiati quali Cobalto, Nichel, Rame, Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 13 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani Zinco e Piombo. Altri minerali che si ritrovano sottrarsi nei fondali oceanici sono solfati di Zinco e Rame indispensabile per la vita sul Pianeta, deve e solfuri di Zinco, Rame e Ferro. Il “pianeta essere trattata con il massimo rispetto. La mare” rappresenta la sfida che ci attende per il terribile tragedia del Golfo del Messico rappre- futuro, ma come sempre la comunità scientifica senta un monito per tutti noi. dall’affermare che questa risorsa, nel dare il suo contributo di conoscenze non può Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 14 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani GLI OSSERVATORI DEL MARE Adriana Zingone Ricercatore Senior Stazione Zoologica Anton Dohrn - Napoli Gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi terrestri sono sotto i nostri occhi: siccità, inondazioni, periodi brevi di riscaldamento intenso ('ondate di calore'), e scioglimento dei ghiacciai si traducono in una serie di effetti che sono immediatamente percepiti da tutti e analizzati dagli studiosi. Gli alberi fioriscono in anticipo, i raccolti sono distrutti o inferiori alle aspettative, gli animali migratori cambiano il loro comportamento. Ma cosa marino in scenari climatici futuri, per meglio succede negli oceani e nei mari? Di quell’enorme programmare massa d’acqua percepiamo appena la superficie, adattamento che permettano la nostra vita sulla che o terra, ha evidenziato con nuova forza quanto forte, poco sappiamo del pianeta azzurro e delle sue variazioni variazioni nel tempo. Assumono una particolare graduali, come quella dell’acidificazione, ma in importanza in quest’ambito le ricerche effettuate alcuni che in punti fissi del mare a cadenza regolare e da la molti anni. La rete di boe ARGO, ad esempio profondità dello strato che viene rimescolato dal trasmette in tempo reale dati di temperatura e vento, nonché le diversissime forme di vita che salinità dei 2.000 m superiori dell’oceano da vivono 3.000 muta s’imbianca continuamente, brilla sotto del racchiudendo in casi riguardano nei l’azione sé il segreto improvvise la direzione suoi abissi. e al sole vento di drastiche, delle Eppure correnti, la nostra punti azioni sparsi nel mitigazione e di mondo. Più difficile sopravvivenza sulla terra dipende strettamente monitorare dal mare, che è fonte di cibo, polmone inverso, informazioni che i satelliti ci restituiscono sul che assorbe la CO2 dall’atmosfera e libera colore l’ossigeno, e in definitiva regolatore del clima fitoplancton, permettono di ricostruire i cicli stesso. La necessità di prevedere come potrà stagionali e gli andamenti nel tempo della essere alterato il funzionamento dell’ecosistema biomassa del la di componente mare, vegetale, Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II indice ma biologica: della non quantità della le di sua 15 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani biodiversità. Ma sono proprio variazioni nelle siti, molti di meno in mare che sulla terra, sono specie che possono avere conseguenze più collegati fra di loro nella rete internazionale LTER drastiche: lo studio di una stazione a lungo (Long Term Ecological Research). termine localizzata nel Pacifico, HOTS, mostra che il riscaldamento ha portato ad un aumento di cianobatteri, un gruppo a metà strada fra le microalghe e i batteri, che innescano una rete trofica diversa rispetto a quella che sostiene la pescosità attuale. Risultati del genere possono essere ottenuti solo attraverso un monitoraggio ecologico su siti fissi di ricerca, fondamentale per registrare eventi eccezionali e cambiamenti che avvengono su scale temporali lunghe. Questi Nel Mediterraneo, gli studi ecologici a lungo termine sul plancton si concentrano in pochi siti, fra cui l’Alto Adriatico, il Mar Ligure e il Golfo di Napoli. Qui a due miglia dalla costa della città è localizzata la stazione LTER-MareChiara (LTER-MC) dove da circa trent’anni i ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn studiano il plancton e la sua evoluzione nelle stagioni e negli anni. Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 16 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani LA BIODIVERSITÀ INVISIBILE loro morfologia con tecniche molecolari hanno dimostrato Marina Montresor planctonica Ricercatore Senior Stazione Zoologica Anton Dohrn - Napoli che le sono stime della largamente biodiversità sottostimate. L’applicazione di approcci metagenomici, basati sul sequenziamento di DNA estratto da campioni di acqua di mare prelevati dall’ambiente naturale, ha ulteriormente ampliato gli orizzonti della diversità, mostrando che negli oceani vi sono milioni di genotipi diversi in attesa di Forse non tutti sanno che ogni due essere scoperti, identificati e studiati. molecole di ossigeno che respiriamo, una è prodotta dai fitoplancton microscopici – che organismi vivono nella – porzione superficiale degli oceani dove giunge la luce. Queste alghe invisibili ad occhio nudo rappresentano l’1% della biomassa vegetale del nostro pianeta, ma sono responsabili di quasi il 45% della costituendo produzione la base di primaria una globale rete trofica estremamente dinamica e complessa che include virus, batteri, microconsumatori uni- Ma perché siamo interessati a conoscere il e multicellulari (lo zooplancton), larve di pesci, la biodiversità e la biologia di questi microscopici organismi? Innanzitutto per comprendere la loro storia evolutiva, i meccanismi che ne hanno determinato la diversificazione, la fisiologia, gli adattamenti alla vita planctonica. La comprensione del funzionamento dell’ecosistema oceano, inoltre, non può prescindere dalla conoscenza degli organismi che lo compongono e delle interazioni che intercorrono fra essi e l’ambiente. Organismi diversi hanno caratteristiche e funzioni diverse, ma queste sono in gran etc. parte ignote alla scienza. Alcune microalghe Gli organismi fitoplanctonici includono sia procarioti, evolutisi ca. 2,5 miliardi di anni fa e responsabili della produzione di ossigeno nell’atmosfera terrestre, che eucarioti che si sono evoluti endosimbiosi, in seguito processo a vari grazie al eventi di quale un organismo eterotrofo ha inglobato un autotrofo ‘convertendolo’ in un cloroplasto. producono tossine che possono essere trasmesse all’uomo attraverso il consumo di pesci e molluschi, altre producono sostanze dannose per altri organismi acquatici, inclusi quelli di interesse per l’acquacoltura. Alcune microalghe sono strettamente autotrofe, altre conservano caratteristiche ‘animali’ e sono in grado di predare altri organismi unicellulari La diversità degli organismi del fito- rivestendo un doppio ruolo di produttori e plancton (ca. 5.000 specie) è apparentemente consumatori. Alcune microalghe sono in grado di limitata a paragone della diversità di specie produrre sostanze che inibiscono la crescita di vegetali terrestri (ca. 300.000). Tuttavia, studi altre microalghe o la riproduzione di organismi condotti nelle ultime decadi accoppiando la zooplanctonici. Queste e molte altre sostanze coltivazione di questi organismi e lo studio della chimiche prodotte dalle microalghe hanno una Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 17 COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Segreti molecolari dal fondo degli oceani funzione ancora in gran parte sconosciuta nella di notevole interesse per applicazioni biotecno- fisiologia e nella regolazione delle interazioni logiche e biomediche. biologiche fra gli organismi, ma possono essere Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II 18