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Aiuto alla Chiesa che Soffre
Opera di diritto pontificio
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Sono sempre più numerosi – se ne contano ormai oltre 50mila, soprattutto indù – i Khrist Bhaktas [Devoti a
Cristo], denominazione che indica gli aderenti al Movimento sorto a Varanasi dall’opera di evangelizzazione
dei sacerdoti della Società dei Missionari Indiani, un istituto religioso maschile di diritto pontificio. Quello
dei Khrist Bhaktas e un fenomeno reso straordinario dal fatto che proprio nella città santa dell’induismo –
che si trova nello Stato dell’India settentrionale dello Uttar Pradesh – sono sempre più le persone che si
avvicinano a Cristo, trovando ispirazione nella sua figura e nei suoi insegnamenti. «È soprattutto la sua
figura ad attirarli. Leggendo la Bibbia – spiega ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Joseph Babu, portavoce
della Conferenza episcopale indiana – e imparando ad apprezzare i valori del Vangelo, col tempo iniziano a
fare propri gli insegnamenti cristiani e perfino a testimoniarli». Il Movimento, fortemente sostenuto dalla
Chiesa indiana, è caratterizzato dalla dominante cultura indù che influenza il modo di pregare e vivere la
fede. «I “devoti”, infatti, frequentano assiduamente gli Ashrams, centri spirituali e culturali dove
tradizionalmente ci si incontra non solo per pregare e studiare, ma anche per cantare insieme», ha spiegato
padre Babu.
La ragione del successo del Movimento è da ricercare nel forte bisogno di condivisione e di comunione,
«giacché nell’induismo – ha affermato padre Paul D’Souza, direttore del Centro pastorale Nav Sadhana a
Varanasi – la preghiera è vissuta individualmente e in forma privata». Un altro motivo è quello di sfuggire al
rigido sistema delle caste, soprattutto nelle zone rurali. Negli Ashrams si incontrano persone di caste
diverse. Un guru insegna la religione e tutti possono assistere, anche chi professa un credo diverso ». Oltre
a leggere la Bibbia e imparare a conoscere il Vangelo nei Centri si svolgono ritiri spirituali e si tengono corsi
sui media cristiani e su altre forme di comunicazione, incluse musiche e danze tipiche della regione.
Circa la non-conversione – elemento che caratterizza questo fenomeno ecclesiale – il sacerdote spiega che
molti non si battezzano perché temono rappresaglie e violenze da parte della comunità indù a cui
appartengono. «Negli ultimi 20 anni tutti abbiamo visto accrescere l’odio anticristiano – continua padre
Babu – ed è ancora vivo lo shock delle atroci violenze subite in Orissa nel 2008». Alcuni devoti sono così
costretti a vivere la loro fede cattolica in segreto. Lo conferma ad ACS anche padre Paul D’Souza,: «Si
rinuncia ad aderire ufficialmente al cattolicesimo, perché si teme di essere attaccati da chi è contrario
all’evangelizzazione cristiana in quella che è ritenuta la terra madre dell’induismo». Inutilmente la Chiesa e i
leader religiosi che collaborano con il Movimento fin dalla sua nascita, hanno più volte sottolineato come i
Khrist Bhaktas non obblighino nessuno, ma si limitino a rispondere alle richieste di chi si mostra interessato.
«Fortunatamente alcuni di essi trovano il coraggio di chiedere il battesimo» racconta padre D’Souza che
evidenzia inoltre la ormai considerevole frequentazione dei Centri Asharam cattolici che sono ormai 50 e
per i quali bisognerà prevedere nuove aperture perché «la richiesta è elevata e sarà – spiega il sacerdote –
necessario farvi fronte». Quello di Nav Sadhana accoglie ogni anno oltre 5mila persone. «Questo lavoro è
difficile, ma necessario. Le persone arrivano al nostro Centro anche da molto lontano e da qui ripartono per
portare il messaggio di Gesù in tutto il Nord dell’India», riferisce padre D’Souza ad ACS che nel 2010, dato di
grande rilievo, ha sostenuto la pastorale della Chiesa indiana con oltre 4 milioni di euro.
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Opera di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van
Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale
della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha
raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500
progetti in 153 nazioni.
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