Rapporto 31 agosto 2016 FINANZE E ECONOMIA della Commissione della legislazione sul Programma della statistica cantonale 2016-19 I. PREMESSE "Conoscere per deliberare" La statistica è pratica antica. Già nelle prime civiltà – dagli Egizi ai Romani – le autorità usavano raccogliere il più possibile di dati, onde disporre delle informazioni necessarie alla gestione del proprio Stato. Del resto, la parola stessa richiama lo Stato, e non è certo un caso se, in Europa nel corso del Medioevo, dopo la caduta dell'Impero romano – venendo a mancare il concetto stesso di Stato – questa pratica sia andata in disuso, per poi essere ripesa man mano che gli Stati (ora nazionali) tornarono ad esistere. A quel momento ritornò infatti in auge anche la raccolta di dati sulla popolazione; raccolta tuttavia limitata perlopiù ai censimenti, allo scopo di ottenere informazioni relative all'organizzazione degli eserciti. Quando viceversa lo Stato, inteso in senso moderno, ampliò il proprio campo d'azione a settori rimasti fino ad allora di pertinenza privata o della cosiddetta "società civile" (la scuola, la sanità, la legislazione sul lavoro, gli spostamenti di popolazione ecc.), ovvero nel corso dell'Ottocento e soprattutto del secolo successivo, anche la statistica ampliò il proprio campo d'azione, entrando anche in ambiti fino ad allora inesplorati. Ne derivò l'esigenza di organizzare veri e propri settori all'interno dell'amministrazione pubblica specializzati nella raccolta e nell'interpretazione di dati ritenuti necessari alla conoscenza della realtà economica e sociale, in omaggio al noto principio enunciato dallo statista italiano Luigi Einaudi (1874-1961) "conoscere per deliberare". Parallelamente la statistica entrò pure, come oggetto di studio scientifico, nelle scuole superiori e nelle università. Stefano Franscini, "padre della pubblica statistica" Nel nostro Cantone il precursore di questo tipo di studi fu, fin dai primi decenni dell'indipendenza cantonale, il consigliere di Stato Stefano Franscini (1796-1857), che si era appassionato della materia studiando, da autodidatta, le opere dell'economista Melchiorre Gioja (1767-1829), esponente dell'illuminismo lombardo che aveva applicato i metodi statistici a numerosi suoi studi e diffuso in tal modo l'interesse per questa scienza allora nuova. Il Franscini applicò a sua volta tale metodo a varie sue pubblicazioni. Significativo al riguardo è il noto volume Statistica della Svizzera. Divenuto Consigliere federale nel 1848, lo stesso Franscini ebbe un ruolo di primo piano nell'istituzione dell'Ufficio federale di statistica, che si rivelò poi uno dei principali strumenti per realizzare su solide basi l'edificio della nuova Confederazione. 1 Nel nostro Cantone, l'insegnamento fransciniano rimase comunque ben presente, tant'è che per tutto l'Ottocento gli annuali rendiconti del Consiglio di Stato furono sempre ricchi di dati sui più diversi aspetti della vita pubblica (la frequenza scolastica, la diffusione di malattie, l'emigrazione e l'immigrazione, ecc.). Un Ufficio cantonale vero e proprio per il rilevamento dei dati fu però istituito con Decreto esecutivo solo il 19 febbraio 1929, per iniziativa del consigliere di Stato Guglielmo Canevascini (1886-1965), direttore dell'allora Dipartimento del Lavoro. Da allora, l'Ufficio cantonale di statistica – diretto per molti anni da una delle personalità più in vista della vita pubblica cantonale del suo tempo, Elmo Patocchi (1907-'83) – divenne una delle travi portanti dell'Amministrazione cantonale, soprattutto a partire dal 1938, quanto fu pubblicato per la prima volta l'Annuario statistico ticinese, divenuto a poco a poco una miniera inesauribile di informazioni sull'evoluzione dell'evoluzione demografica, economico-sociale e anche politica del nostro Cantone sull'arco dei decenni. Da una quindicina di anni l'Ufficio di statistica pubblica inoltre la rivista trimestrale Dati, statistiche, società che – a prescindere dal titolo poco accattivante e che forse non sarebbe male cambiare radicalmente – fornisce informazioni di grande interesse e utilità su vari aspetti della nostra vita pubblica. II. LA LEGGE SULLA STATISTICA CANTONALE Elemento fondamentale da tener presente nell'ambito del presente rapporto è evidentemente la Legge sulla statistica cantonale del 22 settembre 2009, che ha sostituito il citato Decreto del lontano 1929 e costituisce la base legale su cui poggia il documento in esame. I compiti attribuiti alla statistica cantonale, precisati all'art. 3, sono: raccogliere, trattare, analizzare, diffondere e archiviare, dati e informazioni statistiche. In base alla legge, le informazioni della statistica cantonale servono a: fornire alla collettività, ai suoi organi e alle sue componenti informazioni pertinenti, corrette e imparziali in particolare sulla popolazione, l'economia, la vita sociale, l'ambiente e l'uso del territorio; rispondere ai bisogni d'informazione della collettività, dei suoi organi e delle sue componenti, in particolare le collettività pubbliche, gli ambienti scientifici ed economici, i partner sociali, i diversi gruppi d'interesse, i mass-media e il pubblico in generale; preparare, realizzare e valutare i compiti del Cantone; contribuire alla conoscenza e all'analisi dei fenomeni e delle loro evoluzioni; realizzare progetti di ricerca d'interesse generale. Dette informazioni (v. art. 4) sono pubbliche, nei limiti del rispetto del segreto statistico e della Legge cantonale sulla protezione dei dati personali, e sono accompagnate dalle indicazioni relative alle fonti, ai metodi di raccolta e di trattamento dei dati, alle definizioni e al campo di validità. L'Ufficio (v. art. 5) è tenuto a operare in base a principi scientifici universalmente riconosciuti, nel rispetto delle regole deontologiche e in completa indipendenza scientifica, allo scopo di garantire in particolare la qualità e l'imparzialità delle informazioni statistiche. 2 La legge stabilisce inoltre (art. 12) che l'Ufficio cantonale di statistica, in collaborazione con i principali organismi che sottostanno alla medesima legge, prepara per ogni legislatura il programma pluriennale della statistica cantonale, coordinato con la statistica federale. Detto programma comprende in particolare le principali attività della statistica cantonale e i relativi prodotti; le risorse umane e finanziarie necessarie alla loro realizzazione; le implicazioni per le cerchie intervistate e per chi collabora alle rilevazioni; la cooperazione con la Confederazione, gli altri Cantoni, i Comuni e, se del caso, gli altri Paesi. Ribadita l'indipendenza dell'impostazione scientifica e che i dati rilevati a fini statistici vanno trattati confidenzialmente (art. 14), la legge precisa che l'Ufficio di statistica è sottoposto amministrativamente al Consiglio di Stato. Quest'ultimo, in base agli artt. da 6 a 8 della legge medesima, può pure ordinare rivelazioni nelle quali non siano raccolti dati personali (sottoponendovi se del caso anche i Comuni o altri organismi) e stabilisce (art. 9) il programma pluriennale. A fungere da supervisore scientifico è invece la Commissione scientifica della statistica cantonale, prevista all'art. 12, di cui l'art. 13 precisa che è nominata dal Consiglio di Stato per quattro anni, tenendo conto di un'equa rappresentanza delle principali cerchie interessate. Detta Commissione scientifica: partecipa alla formulazione dei bisogni generali in materia di informazione statistica a livello cantonale; contribuisce alla riflessione sugli orientamenti generali della statistica cantonale e alla preparazione del programma pluriennale; propone raccomandazioni relative alla realizzazione di progetti e di attività; collabora alla valutazione del programma di lavoro pluriennale e del suo stato di realizzazione. Il già citato art. 12 stabilisce pure (al cpv. 2) che Il Consiglio di Stato approva il programma pluriennale e lo sottopone, per discussione, al Gran Consiglio. In altre parole, il Gran Consiglio non vota il programma, ma ha unicamente il compito di prenderne atto e, se del caso, può fare osservazioni, tuttavia di carattere puramente consultivo. III. IL "PROGRAMMA DELLA STATISTICA CANTONALE 2016-2019" Entrando ora più in dettaglio nell'esame del tema assegnatoci, rileviamo che il Programma della statistica cantonale 2016-2019 è un corposo documento di un centinaio di pagine, di cui una trentina di introduzioni e osservazioni di carattere generale; il resto di allegati, perlopiù sotto forma di tabelle riassuntive. 3 Uno sguardo al passato Il documento si apre con un bilancio del programma di attività dell'Ufficio di statistica nei quattro anni trascorsi. La relazione mette in evidenza gli obbiettivi perseguiti, che indichiamo qui di seguito: la garanzia di un servizio pubblico di qualità; il rafforzamento dell'orientamento dell'utente; l'obbiettivo di ampliare e integrare fonti e dati per una più ricca portata informativa; l'obbiettivo di rafforzare il sistema della statistica e il suo ruolo nel contesto cantonale; il contributo alla costituzione del sistema statistico svizzero e all'instaurazione di un rapporto maggiormente qualitativo con la statistica federale. A prescindere dall'indicazione di alcuni problemi sorti nel corso del quadriennio che non hanno consentito di realizzare completamente quanto previsto (aspetti invero piuttosto di dettaglio, sui quali non riteniamo pertanto di doverci addentrare), i responsabili del settore si dicono complessivamente soddisfatti del lavoro svolto. Soprattutto perché (citiamo da pag. 14) «la statistica ha potuto operare in condizioni e di indipendenza scientifica e, più in generale, in un quadro di riconosciuta credibilità, come dimostra il fatto che l'Ustat sia stato integrato sempre più quale supporto ai processi decisionali dell'Amministrazione». Gli obbiettivi della statistica cantonale per il quadriennio 2016-2019 Dopo un'introduzione metodologica, nella quale si distingue fra l'attività ordinaria, caratterizzata della raccolta di dati statistici, e completata dal loro trattamento e dalla valutazione e analisi dei risultati (nonché dalla loro archiviazione e diffusione),e quella di elaborazione di progetti di ricerca («in ambiti o su tematiche di particolare interesse o rilevanza», v. pag. 17), il testo mette in evidenza le tre parti principali attorno a cui si intende articolare il programma in oggetto, ossia: gli obbiettivi strategici gli orientamenti tematici le risorse dedicate alla statistica all'interno dell'Amministrazione cantonale Fra gli obbiettivi strategici, al di là dello scontato intento di «garantire una statistica pubblica di qualità», sono menzionati l'estensione della portata informativa delle fonti e il rafforzamento del sistema della statistica pubblica, al fine di ottenere un «miglior coordinamento e una più efficace ed efficiente collaborazione a tutti i livelli istituzionali», così da promuovere il ruolo della statistica nei diversi contesti cantonale, nazionale e transfrontaliero «quale strumento al servizio dei bisogni del territorio» (v. pag. 21). In effetti, come si aggiunge a pag. 29, «anche se non sempre direttamente visibili, le collaborazioni con i vari livelli istituzionali svizzeri e a livello transfrontaliero sono alla base di buona parte delle attività e dei processi». Cinque "assi tematici" Il documento presenta poi i cinque "assi tematici" su cui intende orientare la proprie ricerche nel corso del quadriennio. I primi tre intendono indagare soprattutto fenomeni di tipo sociale-demografico. Si tratta in particolare delle tematiche legate alla natalità e all'invecchiamento della popolazione (e ai fattori che li determinano), nonché ai fenomeni 4 migratori (e alle loro caratteristiche secondo le diverse fasce di età, con attenzione pure alle cause e agli effetti), infine alle configurazioni famigliari, tenendo presenti (citiamo da pag. 24) che «molti sono i cambiamenti che hanno portato a una de-standardizzazione delle tipologie e dei percorsi famigliari negli ultimi decenni». È quindi ritenuto di fondamentale interesse (citiamo sempre) «fornire un quadro descrittivo delle varie tipologie famigliari e delle problematiche specifiche che ogni configurazione presenta». Gli altri due "assi" mettono invece l'accento su tematiche di tipo più prettamente economico. Si tratta in effetti delle dinamiche del mercato del lavoro e dell'ambito di ricerca denominato "struttura ed evoluzione economica": una realtà caratterizzata – nel nostro Cantone – da una grande eterogeneità di attività produttive, che spesso sfugge al pubblico non specializzato. «Le domande alle quali si ambisce a dare risposta – informa il rapporto a pag. 26 - sono numerose: come è strutturato il tessuto economico ticinese? Quanti addetti e quante aziende lo compongono? Dove si concentrano maggiormente? Quali sono le peculiarità che lo contraddistinguono nel contesto nazionale? Con quali competenze ogni comparto sviluppa la propria attività e come evolvono i livelli salariali?». Progetti Entrando più nel dettaglio dell'attività che l'Ufficio intende svolgere, il documento illustra infine una serie di progetti che intende portare a termine, o esaminare da vicino, entro il 2019. Quelli di carattere generale sono: il sistema statistico frontaliero italo-svizzero gli scenari demografici cantonali il registro federale degli edifici e delle abitazioni il dossier sulle famiglie Altri obbiettivi, più specifici, sono invece indicati dai settori che si occupano di statistiche all'interno dei singoli Dipartimenti. Tra questi il Dipartimento della sanità e della socialità indica fra i suoi obbiettivi: una ricerca sui pazienti ambulanti degli istituti ospedalieri, la realizzazione di nuove statistiche del settore ambulatoriale privato, una ricerca sugli indicatori ospedalieri, un'altra sul personale occupato in istituti sanitari, come pure la descrizione degli istituti per anziani e degli ospiti, una definizione e rappresentazione degli indicatori della salute, lo sviluppo di una piattaforma per il monitoraggio delle attività di pronto soccorso svolte dall'EOC, un'analisi della salute mentale, e infine la realizzazione di due "strategie", rispettivamente contro le resistenze agli antibiotici (con la realizzazione di una piattaforma di monitoraggio) e per la sorveglianza, la prevenzione e la lotta contro le infezioni nosocomiali. il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport sollecita invece l'attuazione di diversi censimenti: dei musei e degli istituti analoghi, delle infrastrutture e delle attività culturali nei Comuni, e del settore bandistico ticinese, nonché due indagini, rispettivamente sul volontariato e sulle associazioni in ambito culturale, e sul settore del teatro e della danza. 5 Le risorse L'ultimo aspetto su cui riteniamo necessario soffermarci brevemente, è quello relativo alle risorse cui il Programma può far capo. È infatti previsto l'impiego di 35.6 unità di lavoro a tempo pieno, di cui circa la metà impiegata presso l'Ufficio di statistica, mentre le rimanenti sono messe a disposizione dalle altre unità amministrative coinvolte nella raccolta e nella fornitura di dati. Per consentire una visione più completa delle risorse che il Cantone è chiamato a mettere in campo al fine di realizzare il Programma, riproduciamo qui di seguito la tabella riassuntiva che figura a pag. 27 del documento: IV. CONCLUSIONI In considerazione del fatto che, come già ricordato , il Gran Consiglio non è chiamato a votare il Programma in questione – avendo a norma di legge unicamente la possibilità di discuterlo e, se del caso, di fare osservazioni di carattere puramente consultivo – la scrivente Commissione invita il Parlamento a prendere atto del presente Rapporto e ad esprimere, sul Programma in oggetto, le considerazioni che riterrà di esprimere. Per la Commissione legislazione: Franco Celio, relatore Agustoni - Aldi - Bignasca - Corti Delcò Petralli - Ducry - Filippini Galusero - Gendotti - Giudici - Lepori Minotti - Rückert - Viscardi 6