ELEMENTI DI EZIOPATOGENESI DELLE MALATTIE UMANE Corso di Laurea Magistrale in Farmacia La patologìa cellulare studia specificamente le alterazioni morfologiche e funzionali delle cellule, quale punto di partenza di tutti i processi morbosi In tutti gli esseri viventi, a sviluppo ultimato, le dimensioni dell'intero organismo e degli organi che lo costituiscono rimangono costanti. Alcuni organi tuttavia rispondono a determinati stimoli ambientali o endogeni con variazioni delle loro dimensioni. IPERTROFIA: Aumento del volume di un organo in seguito ad aumento del volume delle singole cellule IPERPLASIA: Aumento del volume di un organo in seguito ad aumento del numero di cellule che lo compongono IPOTROFIA: Diminuzione del volume di un organo in seguito a diminuzione del volume delle singole cellule IPOPLASIA: Diminuzione del volume di un organo in seguito a diminuzione del numero di cellule che lo compongono Accrecimento cellulare non neoplastico IPERTROFIA CELLULARE IPERPLASIA IPERTROFIA Accrescimento di organo o tessuto Cellule labili: sono eliminate e si riproducono costantemente Cellule stabili: hanno una lunga vita, si riproducono di rado Cellule perenni: non si moltiplicano mai Cellule staminali Partecipano attivamente alla risposta iperplastica incrementando la loro attività mitotica e la capacità differenziativa verso quella del tessuto di appartenenza LE IPERTROFIE IPERTROFIA VERA: accrescimento di organo o tessuto IPERTROFIA FALSA: dovuta a edema o ristagno di sangue, presenza di processi neoplastici o infiammatori caratteristiche fondamentali DISTRETTUALITA': coinvolgimento di un solo organo o tessuto (ecc: gigantismo e acromegalia, iperpr. ormone della crescita e macrosomia fetale, diabete mellito materno) REVERSIBILITA': riacquisto delle normali dimensioni alla cessazione degli stimoli ipertrofizzanti, caratteristica distintiva delle ipertrofie non neoplastiche EZIOLOGIA DELLE IPERTROFIE • Aumentata richiesta funzionale (ipertrofia del muscolo cardiaco e scheletrico) • Accumulo di sostanze (lipidi nel fegato [epatomegalia]; altre in diverse cellule) • Stimolazione ormonale (ipertrofia muscolare dell’utero in gravidanza e iperplasia della mucosa uterina durante il ciclo) • Aumentata nutrizione (aumento del tessuto adiposo) • Stimolazione delle difese biologiche (iperplasia di organi linfoidi, per esempio linfonodi) LE IPERTROFIE • nella sintesi del RNA • del contenuto in proteine enzimatiche e strutturali, sia per aumentata sintesi che per riduzione del catabolismo • dei processi ossidativi, che forniscono l’energia necessaria per la maggiore attività biosintetica delle cellule Stimoli ipertrofizzanti o iperplaseogeni (fattori di crescita, fattori di trasformazione, citochine) Recettori sulla superficie della cellule o citoplasmatici Fattori di trascrizione Geni della risposta precoce (c-jun, c-myc, c-fos) Induzione di altri fattori necessari per accrescimento e replicazione Iperplasia “E’ l’aumento del numero di cellule in un tessuto o in un organo” in alcuni organi tale fenomeno si associa all’ “ipertrofia”. Avviene in organi in cui le cellule hanno conservato la capacita di replicazione. L’Iperplasia può essere: Fisiologica: -Ormonale (es. epitelio gh. della mammella in pubertà) -Compensatoria (fegato rimosso parzialmente, agenesia di un organo bilaterale, etc.) Patologica (es. eccessiva stimolazione ormonale, cuore nelle valvulopatie o ipertensione etc.) Iperplasia Fisiologica Ormonale (Endometrio durante il ciclo) Figure 1-3 Physiologic hypertrophy of the uterus during pregnancy. A, Gross appearance of a normal uterus (right) and a gravid uterus (removed for postpartum bleeding) (left). B, Small spindle-shaped uterine smooth muscle cells from a normal uterus (left) compared with large plump cells in gravid uterus (right). Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease © 2005 Elsevier Iperplasia Fisiologica Compensatoria (Rigenerazione Epatica) Il fegato rigenera se parzialmente asportato L’inizio della proliferazione è associato ad uno specifico aumento di segnali intracellulari che portano all’attivazione di: -Fattori trascrizionali (esempio, STAD3, NF-kB) -Geni della risposta precoce (c-fos, c-jun, c-myc) Intervento stimolatorio e inibitorio di fattori di crescita e citochine Tutto è legato all’azione di Fattori di Crescita Polipeptidici Precoci stimolanti (HGF e suo recettore, TGF-, EGF, IL-6) o tardivi inibitorii (TGF-) Cellule Staminali !? Iperplasia Patologica LE IPOTROFIE eziologia • • • • • • • • • Ridotta funzione (denervazione muscolare) Ridotto apporto calorico Ridotta stimolazione ormonale (utero, seno) Ridotta irrorazione o apporto di ossigeno Ridotta innervazione Compressione di organi Malattie febbrili o autoimmunitarie prolungate Digiuno prolungato Tumori (cachessia) Patogenesi dell'ipotrofia - Riduzione del numero delle cellule per apoptosi, IPOPLASIA - Riduzione del volume cellulare per aumento dei processi catabolici e diminuzione dei processi di sintesi IPOTROFIA La via responsabile della proteolisi è quella ubiquitinaproteasoma. Per molte proteine eucariotiche a vita media breve, il legame al polipeptide ubiquitina è un passo obbligatorio nel processo di degradazione. L'ubiquitina è una piccola proteina (76 amminoacidi) filogeneticamente conservata. Essa viene legata reversibilmente alle proteine da un legame covalente che si instaura tra il suo residuo carbossiterminale e i gruppi ε-amminici delle lisine delle proteine bersaglio. APLASIA O AGENESIA MANCATO O RIDOTTO VOLUME DI UN ORGANO DURANTE LA VITA INTRAUTERINA INVOLUZIONE RIDUZIONE DI VOLUME DI UN TESSUTO O DI UN ORGANO CHE AVVIENE FISIOLOGICAMENTE PRIMA O DOPO LA NASCITA Ipotrofia Fisiologica ed Involuzione (alcuni esempi) • Involuzione del timo dopo l’adolescenza • Involuzione del miometrio post-partum • Riduzione della grandezza delle fibre muscolari con l’età (atrofia senile) • Sostituzione, durante la senescenza, delle cellule delle paratiroidi (produttrici di ormone) con adipociti • Riduzione del testicolo nella vecchiaia per mancanza di stimoli ormonali gonadotropi La riduzione della massa cellulare avviene in alcune condizioni patologiche Tali condizioni sono caratterizzate da una riduzione della richiesta funzionale, riduzione di stimoli ormonali e nervosi, di nutrizione dei tessuti. • Atrofia muscolare da immobilizzazione (fratture) • Atrofie da compressione (tumori) • Atrofie per riduzione di apporto ematico (atrofie ischemiche) • Atrofie muscolari da danneggiamento degli assoni (atrofie da denervazione) • Atrofie da traumi del midollo spinale • Atrofie da rimozioni chirurgiche o ipofunzionalità endocrina (es.ipofisectomiaatrofia della corteccia surrenale) Figure 1-5 A, Atrophy of the brain in an 82-year-old male with atherosclerotic disease. Atrophy of the brain is due to aging and reduced blood supply. The meninges have been stripped. B, Normal brain of a 36-year-old male. Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 10 April 2007 10:02 AM) © 2007 Elsevier PATOLOGIA DELLA DIFFERENZIAZIONE CELLULARE Differenziazione delle cellule embrionali Durante lo sviluppo embriogenico si formano i tre strati germinali: endoderma, mesoderma e ectoderma, che generano poi tutti i tessuti corporei. Le cellule staminali adulte che si localizzano in organi derivati da questi strati producono cellule che sono specifiche per l'organo in cui esse risiedono. Tuttavia esistono alcune cellule staminali adulte di midollo osseo che oltre a produrre cellule ematopoietiche (dal mesoderma) possono generare anche cellule per tessuti che derivano da endo ed ectoderma (freccie rosse). Alcune cellule possono presentare alterazioni nella loro differenziazione cellulare Repressione di alcuni geni e attivazione di altri sotto il controllo di specifici fattori di trascrizione e di differenziazione Patologia della differenziazione cellulare METAPLASIA: attivazione di geni costitutivamente repressi, che provoca un cambiamento di caratteristiche morfologiche, nel contesto della stessa linea differenziativa Es: metaplasia squamosa o cornea: trasformazione dell'epitelio cubico che costituisce il rivestimento di vari organi in epitelio piatto producente cheratina (prosoplasia); metaplasia ghiandolare, trasformazione di epiteli di rivestimento in epiteli ghiandolari; metaplasia ossea comparsa di tessuto osseo al posto di tessuto connettivo fibroso, per un processo flogistico prolungato o una cicatrice. Patologia della differenziazione cellulare DISPLASIA: modificazione della morfologia cellulare consistente in una riduzione delle caratteristiche di differenziazione, associata ad un sovvertimento della distribuzione e dell’orientamento delle cellule ANAPLASIA: regressione della differenziazione cellulare, fino ad assumere una morfologia simile a quella degli elementi staminali da cui derivano Es: tumori maligni Adattamento e Danno Cellulare Adattamento Cellulare Morfologico o Fisiologico La cellula acquisisce nuove caratteristiche, che seppur anomale, ne preservano la vitalità e ne modulano la funzione in riposta ad un dato stimolo. Esempi: Ipertrofia, iperplasia, ipotrofia, atrofia, metaplasia. Se la risposta adattativa non è possibile, o i limiti della stessa risposta adattativa vengono superati si verifica il Danno Cellulare che inizialmente può essere reversibile o se lo stimolo persiste o è grave fin dall’inizio si ha danno cellulare irreversibile e morte cellulare. Esempi: blocco temporaneo o permanente del flusso sanguigno Adattamento e Danno Cellulare Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Morte cellulare autofagia Figure 1-1 Stages of the cellular response to stress and injurious stimuli. • processo fisiologico distinto dalla necrosi e dall’apoptosi perché indirizzato alla sopravvivenza della cellula; • digestione da parte degli enzimi lisosomiali di strutture cellulari che devono essere rimosse; • il meccanismo autofagico viene innescato dalle cellule anche per autofornirsi di molecole nutritizie in caso di ridotto o mancato apporto di nutrienti, utilizzando molecole del tutto o scarsamente significative per il funzionamento di meccanismi vitali essenziali; • in conseguenza di determinati segnali, si forma nel citoplasma una membrana derivata dal reticolo endoplasmico che ingloba il materiale da digerire, autofagosoma, che dopo la sua formazione si fonde con un lisosoma formando il fagolisosoma, dove avviene la digestione del materiale Autofagia “mangiare se stessi” Figure 1-28 Autophagy. Cellular stresses, such as nutrient deprivation, activate autophagy genes that create vacuoles in which cellular organelles are sequestered and then degraded following fusion of the vesicles with lysosomes. The digested materials are recycled to provide nutrients for the cell. Downloaded from: StudentConsult (on 23 March 2012 05:18 PM) © 2005 Elsevier Morte cellulare accidentale che coinvolge gruppi più o meno estesi di cellule per danno irreversibile da agenti esogeni. Evento passivo che la cellula subisce senza essere in grado di contrastarlo, il contenuto cellulare viene riversato all’esterno per perdita dell’integrità di membrana La necrosi interviene per denaturazione delle proteine strutturali ed enzimatiche, per turbe della regolazione osmotica, per arresto dell’apporto di ossigeno. Cause Agenti fisici: traumi meccanici, temperature estreme, radiazioni, shock elettrico… Agenti chimici e farmaci: insetticidi, erbicidi, CO, alcool, fumo, droghe, veleni, glucosio e sale a concentrazioni ipertoniche (squilibri elettrolitici e osmotici), O2 ad alte concentrazioni (effetto neurotossico) Agenti infettivi: virus, batteri, funghi, parassiti Ipossia: ridotto apporto di O2 ai tessuti, causato da un processo ischemico, da insufficienza cardio-respiratoria, da avvelenamento da CO, da alterazioni congenite dell’ Hb, dalle anemie Reazioni immunologiche: reazioni anafilattiche contro Ag endogeni Alterazioni genetiche: variazioni del corredo genetico possono influenzare la suscettibilità delle cellule al danno chimico od altri stimoli tossici; alterazioni del metabolismo cellulare Squilibri nutrizionali: deficit proteico-calorico, eccesso di lipidi Quando l’intensità degli stimoli lesivi è al di sotto di una certa soglia, che è variabile, la cellula può sopravvivere Danno subletale disponibilità di ATP reversibile irreversibile necrosi morte programmata La risposta cellulare agli stimoli lesivi dipende dal tipo di danno, dalla durata e dalla gravità: brevi periodi di ischemia lesioni reversibili ischemia prolungata danno irreversibile morte cellulare Le conseguenze del danno cellulare dipendono dal tipo, dallo stato e dalle capacità di adattamento della cellula danneggiata: -la muscolatura striata di un arto può essere messa a riposo se viene privata dell’apporto sanguigno, questo non vale per la muscolatura del cuore -i neuroni sono le cellule più sensibili ad un processo ischemico (danno irreversibili entro 3-6 min) -sensibilità alle radiazioni elevata in tessuti e organi ad alto indice mitotico (testicoli, ovaio) Caratteristiche della cellula necrotica eosinofilia per perdita di RNA e captazione di eosina delle proteine denaturate •citoplasma vacuolato per digestione enzimatica degli organelli •figure mieliniche (masse di fosfolipidi, derivanti dalle membrane cellulari danneggiate) •alterazioni nucleari: •picnosi: il nucleo diviene più piccolo e basofilo (aggregazione cromatina) •carioressi: il nucleo picnotico si frammenta e si disperde nel citoplasma •cariolisi: dissolvimento del nucleo picnosi carioressi cariolisi Necrosi coagulativa (prevale la denaturazione): -caratterizza la morte cellulare ipossica -per alcuni giorni viene conservata la struttura della cellula - il tessuto si presenta opaco, rigido, facilmente colorabile con l’eosina, costituito da cellule anucleate -l’anossia e la di pH inducono la denaturazione sia delle proteine strutturali che degli enzimi lisi cellulare rallentata es. infarto del miocardio: cellule anucleate, coagulate rimosse dopo alcune settimane dai leucociti Necrosi colliquativa (prevale la digestione enzimatica): caratteristica delle infezioni focali batteriche o fungine che stimolano l’accumulo di cellule infiammatorie che rilasciano enzimi litici completa digestione delle cellule morte trasformazione del tessuto in una massa fluida e viscosa, infarcita di leucociti Figure 1-18 Ischemic necrosis of the myocardium. A, Normal myocardium. B, Myocardium with coagulation necrosis (upper two thirds of figure), showing strongly eosinophilic anucleate myocardial fibers. Leukocytes in the interstitium are an early reaction to necrotic muscle. Compare with A and with normal fibers in the lower part of the figure. Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Figure 1-11 Coagulative necrosis. A, A wedge-shaped kidney infarct (yellow). B, Microscopic view of the edge of the infarct, with normal kidney (N) and necrotic cells in the infarct (I) showing preserved cellular outlines with loss of nuclei and an inflammatory infiltrate (which is difficult to discern at this magnification). Downloaded from: StudentConsult (on 4 November 2010 03:59 PM) © 2005 Elsevier Necrosi caseosa: tipica del granuloma tubercolare. Il tessuto necrotico si presenta compatto, giallastro costituito da cellule frammentate e coagulate, da frammenti cellulari ricchi in lipidi, limitato dal granuloma. L’architettura tissutale è completamente cancellata. Steatonecrosi: aspetto tipico di lesioni che si verificano durante la pancreatite acuta nello stroma del pancreas e nella cavità peritoneale Gli enzimi pancreatici degradano le membrane delle cellule adipose peritoneali, le lipasi scindono i trigliceridi esterificati acidi grassi si combinano con il calcio extracellulare= saponificazione dei grassi (aree biancastre simili a gesso) Figure 1-13 Caseous necrosis. Tuberculosis of the lung, with a large area of caseous necrosis containing yellow-white and cheesy debris. Downloaded from: StudentConsult (on 4 November 2010 03:59 PM) © 2005 Elsevier Figure 1-14 Fat necrosis. The areas of white chalky deposits represent foci of fat necrosis with calcium soap formation (saponification) at sites of lipid breakdown in the mesentery. Downloaded from: StudentConsult (on 4 November 2010 03:59 PM) © 2005 Elsevier Necrosi fibrinoide: reazione tessutale al danno causato da reazioni di tipo Ag-Ab che colpiscono la parete di arterie e arteriole: la deposizione di immunocomplessi determina l’attivazione di processi infiammatori. La necrosi è determinata dall’accumulo di neutrofili, fibrina, immunoglobuline e proteine plasmatiche nella parete dei vasi sanguigni danneggiati Figure 1-15 Fibrinoid necrosis in an artery. The wall of the artery shows a circumferential bright pink area of necrosis with inflammation (neutrophils with dark nuclei). Downloaded from: StudentConsult (on 4 November 2010 03:59 PM) © 2005 Elsevier Gangrena tipica degli arti inferiori che hanno perso l’apporto ematico e hanno sviluppato una necrosi coagulativa, se si sovrappone un’infezione batterica gli enzimi batterici innescano la necrosi colliquativa (gangrena umida) Gangrena secca si verifica in seguito a patologie da microocclusione vascolare infarto di un arto che determina un processo necrotico che parte dalla punta dalle falangi con successivo essiccamento e annerimento dei tessuti (per ossidazione dell’emoglobina e della mioglobina) Meccanismo programmato di morte cellulare, innescato da segnali intra ed extracellulari Le cellule destinate a morire attivano enzimi che degradano il proprio DNA e proteine La membrana citoplasmatica resta intatta e la cellula morta viene rapidamente eliminata prima che il suo contenuto venga riversato all’esterno nessuna reazione infiammatoria Apoptosi vs Necrosi -è un fenomeno geneticamente programmato che richiede energia, sintesi di RNA e proteine (come la proliferazione e differenziazione cellulare) -si svolge attraverso una sequenza di espressioni geniche, reazioni biochimiche e modificazioni morfologiche -può coinvolgere sia cellule danneggiate che cellule sane (sviluppo ontogenico per una corretta differenziazione cellulare e, durante la vita postnatale, per eliminazione di cellule senescenti e linfociti autoreattivi) -la necrosi è un processo incontrollato e passivo che coinvolge un numero elevato di cellule, l’apoptosi è un processo attivo che può interessare singole cellule o un numero limitato di esse -non si associa alla reazione infiammatoria cellula normale ischemia traumi fisici o chimici segnali scatenanti specifici NECROSI APOPTOSI la cellula si rigonfia i suoi organelli sono danneggiati la cellula si raggrinza organelli indenni cromatina addensata il nucleo collassa e si frammenta la membrana forma protuberanze la cellula si lisa si distruggono organelli cromatina corpi si formano apoptotici fagocita il contenuto cellulare viene rilasciato fagociti locali inglobano i residui infiammazione nessuna infiammazione Apoptosi (condizioni fisiologiche) Consente il mantenimento del corretto numero di cellule costituenti un organismo e l’eliminazione degli elementi cellulari invecchiati o non più necessari -selezione negativa dei linfociti T autoreattivi: eliminazione dei cloni reattivi verso antigeni-self -eliminazione di cloni cellulari al termine di un processo immunitario o infiammatorio: eliminazione di linfociti o neutrofili al termine di un processo difensivo non più necessario -involuzione di elementi cellulari in seguito a deprivazione ormonale: apoptosi delle cellule endometriali durante il ciclo mestruale, riduzione della ghiandola mammaria dopo l’allattamento -eliminazione di elementi cellulari durante l’embriogenesi e l’organogenesi: apoptosi delle cellule che costituiscono le membrane interdigitali -eliminazione di cellule in epiteli ad elevata proliferazione: nelle cripte intestinali, per mantenere costante il numero di cellule dell’epitelio Apoptosi (condizioni patologiche) Serve ad evitare la proliferazione di cellule danneggiate che potrebbero originare un clone trasformato e l’attivazione di una massiccia risposta infiammatoria -danno irreparabile al DNA: l’apoptosi impedisce l’amplificazione di un clone cellulare trasformato, in grado di originare una neoplasia -danno virale in corso di infezione: le cellule infettate vanno incontro ad apoptosi indotta dal virus stesso o dalle difese antivirali -morte cellulare mediata dai linfociti T citotossici: eliminazione di cellule tumorali o infettate da virus -atrofia dei componenti secretori epiteliali: in conseguenza all’occlusione prolungata di un dotto secretore -eliminazione di neuroni: alla base di alcuni processi degenerativi del sistema nervoso, come morbo di Alzheimer e Parkinson Apoptosi (morfologia) -Diminuzione delle dimensioni cellulari (perdita di ioni) -Acquisizione di forma rotondeggiante -Riduzione delle strutture di superficie e assottigliamento delle giunzioni cellulari -Formazione di estroflessioni contenenti citoplasma e organelli della membrana plasmatica -Condensazione della cromatina (aspetto più caratteristico): la cromatina si aggrega sotto la membrana nucleare in masse dense -Frammentazione di tutta la cellula in corpi apoptotici, rivestiti da membrana e includenti residui nucleari -Fagocitosi dei corpi apoptotici da parte dei macrofagi e dalle cellule confinanti -Durante l’apoptosi le membrane cellulari rimangono intatte fino all’ultimo momento (non viene indotto il processo infiammatorio) Figure 1-25 Ultrastructural features of apoptosis. Some nuclear fragments show peripheral crescents of compacted chromatin, whereas others are uniformly dense. (From Kerr JFR, Harmon BV: Definition and incidence of apoptosis: a historical perspective. In Tomei LD, Cope FO (eds): Apoptosis: The Molecular Basis of Cell Death. Cold Spring Harbor, NY, Cold Spring Harbor Laboratory Press, 1991, pp 5-29.) Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Corpi apoptotici Apoptosi = dal greco, caduta delle foglie da una pianta Apoptosi (caratteristiche biochimiche) Una serie di eventi biochimici sono alla base delle alterazioni morfologiche descritte: -Attivazione delle caspasi (enzimi in grado di degradare le proteine nucleari e citoscheletriche, e di attivare le endonucleasi) -Rottura del DNA (inizialmente in frammenti di 50-300 kb e successivamente in frammenti multipli di 180-200 paia di basi ad opera di endonucleasi Ca2+ e Mg2+ dipendenti) (DNA ladder o smear) -Ricognizione fagocitaria (esposizione di fosfatidilserina sullo strato esterno della membrana, secrezione di fattori solubili ad attività chemiotattica per i fagociti ) - Apoptosi (meccanismi) Una serie di segnali sono alla base dell’attivazione di tale processo, che risulta da una cascata di eventi molecolari iniziata da stimoli specifici. L’apoptosi consiste di quattro componenti distinte ma sovrapposte: -Segnali di inizio (attivanti il processo) -Controllo ed integrazione (molecole regolatrici ad attività positiva o negativa ne determinano l’esito) -Fase effettrice comune (attuazione della morte programmata in larga misura da parte delle caspasi) -Rimozione delle cellule morte per fagocitosi Caratteristiche dell'apoptosi Sono coinvolte molecole: - Recettori di membrana - Le caspasi, enzimi proteolitici aventi una cisteina nel sito attivo - Proteine liberate dai mitocondri, tra cui alcune endonucleasi - Proteine pro e antiapoptotiche Si distinguono: - via estrinseca indotta da molecole extracellulari (STIMOLI ESTERNI) - via intrinseca indotta da eventi intracellulari (STIMOLI INTERNI) - tre fasi: di induzione, di esecuzione e di disgregazione Fase di induzione - Via estrinseca: interazione tra citochine pro-apoptotiche (TNF-α, TNF-β, FasL) espresse sulla superficie di alcune cellule (MF o sulle cellule dei testicoli e dell'apparato oculare, linfociti) e recettori sulla superficie della cellula bersaglio, definiti recettori di morte DR, (TNF-R, Fas) - Via intrinseca: mancanza di fattori di crescita, danni cellulari al DNA o ai mitocondri Fase di esecuzione Propagazione della cascata delle caspasi e di altre proteine proapopoptotiche (Bid, Bad, p53) Rilascio dai mitocondri dell'APOPTOSOMA (citocromo c e Apaf 1), AIF, DNAsi Fase di degradazione Frammentazione del DNA da parte di endonucleasi attivate da caspasi e da ioni calcio a livello delle regioni tra due nucleosomi, in frammenti da 180-200 pb Apoptosi (fase di esecuzione) Comune per entrambi i meccanismi di innesco Mediata dalle CASPASI effettrici (3 e 6) che esistono in forma di pro-enzimi inattivi (come le c. iniziatrici) che devono essere attivate da taglio proteolitico (da parte di altre c. o autocatalisi) Con l’attivazione di una caspasi di inizio il programma di morte prosegue con l’attivazione rapida e sequenziale di altre caspasi Le caspasi effettrici clivano le proteine del citoscheletro e della matrice nucleare distruzione citoscheletro e frammentazione nucleo Nel nucleo i loro bersagli sono le proteine coinvolte nella trascrizione, replicazione e riparazione del DNA Fase di induzione Il TNF interagisce con il suo specifico recettore transmembrana espresso sulla cellula bersaglio, ne induce una modificazione conformazionale nella porzione citoplasmatica in modo da interagire con le proteine adattatrici TRADD (o FADD se il recettore è Fas-L). Queste reclutano molte molecole di procaspasi 8, che vengono attivate per autoproteolisi, acquisendo attività proteolitica Via estrinseca Fase di induzione Via estrinseca The extrinsic (death receptor-initiated) pathway of apoptosis, illustrated by the events following Fas engagement . Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier BAD Via estrinseca Via intrinseca oncosoppressore Antiapoptotici e proapoptotici Figure 1-30 The intrinsic (mitochondrial) pathway of apoptosis. Death agonists cause changes in the inner mitochondrial membrane, resulting in the mitochondrial permeability transition (MPT) and release of cytochrome c and other pro-apoptotic proteins into the cytosol, which activate caspases (see text). Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Caspasi 3 Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Rimozione delle cellule morte Le cellule apoptotiche: - secernono fattori solubili che reclutano i fagociti - possiedono sulla loro superficie molecole che ne facilitano il riconoscimento da parte dei fagociti le cellule morte scompaiono senza causare infiammazione Figure 1-9 The sequential ultrastructural changes seen in necrosis (left) and apoptosis (right). In apoptosis, the initial changes consist of nuclear chromatin condensation and fragmentation, followed by cytoplasmic budding and phagocytosis of the extruded apoptotic bodies. Signs of cytoplasmic blebs, and digestion and leakage of cellular components. (Adapted from Walker NI, et al: Patterns of cell death. Methods Archiv Exp Pathol 13:18-32, 1988. Reproduced with permission of S. Karger AG, Basel.) Downloaded from: Robbins & Cotran Pathologic Basis of Disease (on 12 September 2006 07:15 PM) © 2005 Elsevier Apoptosi Patologie associate alla disregolazione dell’apoptosi Deficit di apoptosi aumentata sopravvivenza cellulare •Cancro (mutazioni p53) •Malattie autoimmuni (linfociti autoreattivi) Aumento dell’apoptosi eccessiva morte cellulare •Malattie neurodegenerative (perdita di specifici gruppi di neuroni)