Comunicato stampa
Santa Marta: un tesoro da riscoprire.
Un incontro per riscoprire un luogo pieno di fascino alle radici di una storia millenaria che ha segnato la
vita della nostra città.
Questo è il titolo dell’incontro che si terrà giovedì 17 settembre, alle ore 21,00, presso la Chiesa di
Santa Marta (g.c.) in corso Vercelli , 81.
L’evento è organizzato dall’Associazione “Edoardo Lenta” e dal Centro culturale “Charles Péguy”e si
colloca all’interno dei festeggiamenti del 150° ann iversario della Madonna del Bosco.
Interverranno all’incontro due insigni personalità della cultura novarese: il prof. don Mario Perotti,
Direttore dell’Archivio Storico Diocesano e il prof. Dorino Tuniz, Presidente dell’Associazione di Storia
della Chiesa novarese, entrambi autori di numerose pubblicazioni e grandi conoscitori delle tradizioni
culturali, storiche e religiose della nostra terra.
Molto stretto è il legame di questo luogo con la Madonna del bosco la cui statua fu scolpita su di
un olmo all’interno di questa vasta proprietà che nel 1859 fu teatro di eventi bellici; fu proprio il camparo
di Santa Marta, Giuseppe Andenna, che la vide scolpire dal giovane artista Edoardo Lenta, furono le
donne di Santa Marta con le loro famiglie ad iniziare la devozione che continua ancora oggi. Lo stesso
luogo scelto per l’edificazione della prima cappella si trovava nel territorio di Santa Marta.
“ E’ una grande occasione – dicono gli organizzatori - per riscoprire la bellezza e il fascino di un luogo
ricco di storia e di spiritualità, di accoglienza e carità ma anche di esemplare impresa sociale
all’avanguardia; i monaci che intorno al 1200 hanno dato vita a questa esperienza hanno contribuito,
insieme a tanti monasteri dell’intera Europa, a gettare le basi di quella civiltà che ha costruito il tessuto
sociale,culturale ed economico devastato da secoli di guerre, consentendo la rinascita dei territori locali
e dell’intero Continente; anche la città di Novara deve molto a questa presenza che ha sostenuto la sua
crescita civile, morale ed economica”.
Associazione “Edoardo Lenta”
Marcella Biavaschi
348 7382162
Centro culturale “Charles Péguy”
dott. Marco Erbeia
347 9442461
Scheda di approfondimento
La chiesa di Santa Marta sorge nell'attuale Quartiere Ovest della città di Novara, nei pressi immediati della strada
statale per Vercelli. Le origini della Chiesa risalgono ai primi decenni del 1200 essendo documentata la
presenza di un priore a Santa Marta a partire dal 1228; la chiesa era collocata lungo la Strada Regia per
Vercelli, antico tracciato romano proveniente da Milano, che attraversava l'Agogna tramite traghetto e con un
vecchio ponte affidato alle cure e alla sorveglianza dei canonici di Santa Marta.
La Chiesa di Santa Marta nacque come Monastero dell'Ordine Agostiniano ed era collegata alla casa madre di
Santa Croce di Mortara, sede dell'Ordine mortariense che, dal 1080 per 350 anni fu uno dei più famosi d'Italia.
Una caratteristica di quest'Ordine era quella dell'accoglienza ai malati e ai pellegrini, prerogativa che fu anche
della Santa Marta; un documento del 1228 parla infatti di un "hospitalis" di Santa Marta.
Il complesso, dotato di una chiesa, parte della quale esiste tuttora, sorgeva nel mezzo di una vasta proprietà
fondiaria, un blocco di 125 ettari ai margini del territorio cittadino. Fin da allora la Santa Marta oltre che
monastero era anche cascina, godeva di abbondantissime risorse idriche usate non solo per l'irrigazione ma per
muovere ben tre mulini.
La cascina di Santa Marta costituì da subito un esempio eccellente di cascina moderna che, accoppiando la
nuova tecnologia agraria orientata all'allevamento del bestiame ai nuovi rapporti contrattuali con manodopera
salariata, assicurava redditi enormemente più alti, diventando ben presto una fonte inesauribile di ricchezza per
l'Ordine ma anche per l'intera città.
Nel 1348, quando una terribile pestilenza spazzò via un terzo della popolazione novarese e fu seguita da un
interminabile strascico di guerre, saccheggi ed invasioni di bande di mercenari, i monaci e le suore, anch'esse
presenti alla Santa Marta, dovettero abbandonare quella sede, divenuta ormai troppo pericolosa.Nel 1362 il
capitolo dei frati si riduceva al solo preposto, un cadetto della famiglia Tornielli. Questa si era impadronita,
approfittando dei disordini, delle rendite del monastero.
La storia della Santa Marta come monastero era finita; restò assegnata a beneficiari assenteisti fino al 1511
quando i Canonici Lateranensi di Santa Maria delle Grazie, nel frattempo installatisi nel mezzo del sobborgo,
riuscirono a farsela assegnare da Papa Giulio II.
Continuò invece sempre l'attività della cascina che restò la punta di diamante dell'agricoltura locale per almeno
cinque secoli.
Nella seconda metà del 1700 il Governo piemontese espropriò i beni della Santa Marta assegnandoli
all'Ordine monastico-militare dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Fu un passaggio di breve durata. Pochi anni dopo Napoleone espropriò a sua volta quei beni e rivendette tutto
ai privati, spezzando l'ultimo legame con l'origine religiosa della cascina che da allora divenne sede residenziale
privata.
In seguito la cascina passò di mano una sola volta quando fu acquistata dalla famiglia Sguazzini, attuale
proprietaria
A testimoniare l'origine ecclesiastica è rimasta la parte superstite della chiesa, ottimamente restaurata
negli anni '20.