ANNO SCOLASTICO: 2004- 2005 DISCIPLINA: CHIMICA DOCENTE: RITA LIMIROLI La Radioattivita' 1.Introduzione Con il termine radioattività s’indica la serie di processi che avvengono quando atomi di un elemento si trasformano in quelli di un altro in seguito ad una modificazione del nucleo. Se gli atomi subiscono tale processo di disintegrazione radioattiva spontaneamente, si ha radioattività naturale, mentre se il processo avviene dopo che il nucleo è stato colpito da una particella elementare o dal nucleo di un altro atomo, si ha radioattività artificiale. I primi esperimenti che misero in luce l'esistenza di sostanze naturalmente radioattive furono condotte da Bequerel, dai coniugi Curie e da Rutherford. Il termine radioattività è dovuto al fatto che la maggior parte delle prime ricerche vennero condotte utilizzando il radio presente nel minerale pecblenda (costituito essenzialmente da ossido di uranio). 1.1 Elementi radioattivi naturali Gli elementi radioattivi naturali sono sopratutto quelli che hanno numero atomico piuttosto elevato (sono radioattivi gli isotopi degli elementi più pesanti con numero atomico da 83 a 92) anche se una debolissima radioattività è stata rinvenuta in alcuni isotopi di elementi a medio numero atomico ad esempio 40 K e 138. La. Perché gli elementi a numero atomico più elevato sono instabili? Per capire ciò bisogna considerare il tipo di forze esistente tra le particelle del nucleo.Tra i protoni e i neutroni del nucleo esistono forze attrattive molto intense dette forze nucleari. Queste forze sono più intense di quelle elettrostatiche repulsive esistenti tra i protoni. Le forze nucleari agiscono a corto raggio, cioè la loro azione è intensa solo se la distanza tra i nucleoni è molto piccola. Per questa ragione è indispensabile nel nucleo la presenza dei neutroni: essi sono come la "colla" che tiene uniti i protoni, perché suscitano forze nucleari attrattive mentre, non avendo carica, non aumentano le forze repulsive elettrostatiche. Nei nuclei leggeri con pochi protoni, il numero dei neutroni è assai prossimo a quello dei protoni; per gli elementi più pesanti la stabilità del nucleo richiede la presenza di una maggiore percentuale di neutroni ed il numero dei neutroni è circa 1,6 volte quello dei protoni. Poiché le forze nucleari hanno raggio d'azione limitato, nei nuclei più piccoli tutte le particelle nucleari si trovano sotto il raggio d'azione delle forze nucleari, nei nuclei più grandi, al contrario, le particelle più lontane sono oltre il raggio d'azione delle forze nucleari e quindi ciascun protone o neutrone risente solo dell'influenza 1 delle particelle più vicine. Le forze elettrostatiche repulsive hanno invece raggio d'azione sufficientemente grande affinché ciascun protone risenta dell' azione di tutti gli altri, anche nei nuclei più grandi. Si può quindi pensare che nei nuclei più grandi le forze repulsive elettrostatiche, per i protoni più esterni arrivino a superare le forze nucleari attrattive; aumentando il numero atomico si può dunque arrivare a superare il limite di stabilità del nucleo. E' per questo motivo che gli elementi con numero atomico maggiore di 83 sono radioattivi. Nelle reazioni nucleari spontanee i nuclei radioattivi si decompongono trasformandosi in un altro nucleo più stabile. Queste trasformazioni sono dette decadimenti radioattivi. 1.2 Natura delle particelle α, β positive o negative e raggi γ. I decadimenti radioattivi avvengono con emissione di particelle α, β positive o negative e con l'eventuale emissione di raggi γ. Le particelle α hanno massa pari a 4 e carica +2 esse sono vale a dire nuclei di elio. Le particelle α in aria, a pressione atmosferica, percorrono soli pochi centimetri perché vengono arrestate dagli urti contro le molecole che costituiscono l'aria stessa, esse vengono arrestate anche da sottili fogli metallici (spessore < 10-3 cm). Le particelle β− sono elettroni, mentre le particelle β+ dette anche positroni sono particelle di carica unitaria con segno positivo e massa pari a quella dell'elettrone. Le particelle β sono in grado di attraversare spessori metallici dell'ordine di 10-1 cm. Le radiazioni γ sono di natura elettromagnetica come la luce. Hanno un elevato contenuto energetico e sono molto penetranti: sono in grado di attraversare spessori metallici di alcuni centimetri. Secondo la natura delle particelle emesse si distingue tra decadimento α , β+ o β-. Caratteristici di ogni isotopo radioattivo sono il tipo di decadimento e il tempo di dimezzamento. 2.Tempo di dimezzamento Il tempo di dimezzamento detto anche periodo di semitrasformazione, rappresenta il tempo necessario perché il 50% degli atomi considerati decadano. Il tempo di dimezzamento può essere molto breve (vale a dire dell'ordine di pochi secondi) o molto lungo (dell'ordine di migliaia di anni). E' possibile che una sostanza presenti due diversi tipi di decadimento con tempi di dimezzamento differenti. 3. Famiglie radioattive Nella massima parte delle sostanze radioattive anche il nucleo ottenuto da un decadimento è radioattivo e si trasforma in un altro nucleo. In natura esistono tre famiglie radioattive che hanno origine dal 23892U, 23290Th e 23592U, questa ultima è detta anche serie dell'attinio. 2 e 23592U sono i cosiddetti capostipiti, perché da essi si formano, per disintegrazione, numerosi altri elementi radioattivi a periodo di semitrasformazione più breve. Ciascuna famiglia raccoglie tutti gli elementi generati da ciascun capostipite. I prodotti di tutte e tre le serie sono isotopi del Pb che non sono radioattivi e quindi stabili. 238 U→ 206Pb 232 Th → 207Pb 235 U → 208Pb. 92 90 92 238 92U, 232 90Th 4. Radioattivita' artificiale Alcune reazioni nucleari possono essere indotte dall'uomo. Se si bombardano isotopi naturalmente stabili con particelle o con protoni o con nuclei di deuterio accelerati tali isotopi diventano radioattivi. Le energie necessarie per far avvenire le reazioni nucleari sono molto elevate: sono dell'ordine di milioni di KJ contro valori da alcune centinaia fino a un migliaio di KJ necessari per far avvenire reazioni chimiche. Nel caso di reazioni indotte dal bombardamento dei nuclei con particelle cariche quando le particelle incidenti si avvicinano al nucleo dell'atomo bersaglio sono soggette a forze repulsive di valore elevato e quindi, affinché una particella possa penetrare nel nucleo, dovrà disporre di una elevata energia altrimenti sarà respinta. Tali elevati valori di energia sono conferibili medianti i cosiddetti acceleratori di particelle. Bombardando 23892U con nuclei di deuterio accelerati è stato creato il primo elemento artificiale, avente numero atomico 93, che è stato denominato nettunio. Il nettunio ha aperto la serie degli elementi transuranici (detti attinidi), non esistenti in natura e instabili poiché radioattivi. Il nettunio è il capostipite della 4a famiglia radioattiva (serie del nettunio) che è formata da elementi artificiali. Reazioni nucleari sono anche i processi di fissione nucleare in cui nuclei pesanti si spezzano per dare nuclei più leggeri e i processi di fusone nucleare in cui nuclei leggeri si uniscono a dare nuclei più pesanti. 4.1 Fissione nucleare Se il nucleo del 23592U viene bombardato con neutroni a velocità controllata si forma l'isotopo 23692U che è instabile si spezza in due nuovi nuclei con emissione di neutroni ed energia. I neutroni emessi a loro volta agiscono su altri nuclei e così via fino a che tutti gli atomi subiscono una fissione nucleare. Si tratta quindi di una reazione a catena. Questa reazione è fatta avvenire a velocità controllata nei reattori nucleari allo scopo di produrre energia. 4.2 Fusione nucleare La fusione nucleare è una reazione a catena consistente nell’unione di nuclei leggeri in modo da formare nuclei più pesanti. Le reazioni di fusione richiedono enormi quantità di energia per vincere la repulsione elettrostatica dei nuclei. Solo a temperature dell'ordine del centinaio di milioni di gradi le forze repulsive fra i nuclei sono superate dall'energia cinetica dei nuclei stessi e i due nuclei possono avvicinarsi fino a fondersi. Per questo motivo questo tipo di reazione non avviene spontaneamente sulla terra. La fusione 3 nucleare avviene invece nel sole e nelle altre stelle dove sono raggiunte le temperature necessarie ad innescare tali reazioni. Un tipico esempio di fusione nucleare che si realizza nel sole e nelle altre stelle è la trasformazione di un nucleo di deuterio e di trizio in un nucleo di elio con liberazione di un neutrone e di una grande quantità di energia. 2 H + 3 H → 4 He + n + energia 1 1 2 L'energia liberata nelle reazioni di fusione nucleare è emessa dalle stelle sotto forma di energia radiante. Il protone è il nucleo più abbondante dell'universo ed è il costituente principale delle stelle. Da esso attraverso una serie di reazioni di fusione nucleare si sono originati tutti gli altri nuclei presenti nell'Universo. 5. Bibliografia Paolo Silvestroni -Fondamenti di Chimica-Editoriale Veschi 4