L’INGEGNERIA GENETICA MARIA FURIA 1. L’INGEGNERIA GENETICA .............................................. 2 2. PERCHÈ CLONARE UN GENE .......................................... 3 3. PERCHÈ SEQUENZIARE I GENOMI ..................................... 6 4. APPLICAZIONI CON SAGGI DI TIPIZZAZIONE DEL DNA ............. 7 5. PICCOLE CURIOSITÀ .................................................. 11 6. A COSA SERVE L’INGEGNERIA GENETICA ............................ 13 COME CONTINUANO GLI STUDI .......................................14 INTERVISTE AI LAUREATI ............................................... 16 Maria Furia è Professore Ordinario di Genetica e dirige un gruppo di Genetica molecolare e dello sviluppo presso il Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale nella Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell'Università di Napoli Federico II. La prof.ssa Maria Furia è membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Genetica e Medicina Molecolare; dal 2001 al 2004 è stata Direttrice del Dipartimento di Genetica, Biologia Generale e Molecolare e attualmente è Vicepresidente del Polo delle Scienze e Tecnologie. 2. PERCHÈ CLONARE UN GENE 1. L' INGEGNERIA GENETICA L’ingegneria genetica è un insieme di tecniche basate sulla capacità di isolare e manipolare le molecole del DNA (il nostro materiale genetico), unendo insieme anche segmenti di provenienza diversa e formando molecole di DNA "ricombinante". E' una scienza nata vent'anni fa, ed è interdisciplinare: fonde essenzialmente competenze di genetica e di biologia molecolare, ma in biologia è ormai utilizzata in maniera trasversale. I biologi prelevano un segmento Se si inserisce un segmento di DNA che contiene un gene in una molecola di DNA (vettore di clonaggio) che è capace di replicarsi in un organismo semplice come un batterio, un primo immediato vantaggio è che la moltiplicazione dei batteri ricombinanti permette di ottenere grandi quantità del segmento di DNA clonato. Per esempio, supponiamo di voler studiare un gene umano per determinarne la funzione. Ogni cellula umana ha solo due copie di quel gene ed è quindi impossibile preparare quantità di DNA sufficienti per l'analisi, anche se si parte da grandi quantità di tessuto. Invece, mediante il clonaggio ed altre successive tecniche di "amplificazione" è possibile ottenere un numero praticamente illimitato di copie di quel gene. dal DNA di una cellula e lo inseriscono nel DNA di un'altra, utilizzando come "forbici" particolari enzimi, gli enzimi di restrizione. Questi enzimi agiscono come "forbici" molecolari, tagliando il DNA in punti specifici, chiamati appunto siti di restrizione. In natura, gli enzimi di restrizione si trovano solo nei batteri, dove hanno la funzione di difendere la cellula batterica tagliando e distruggendo il DNA dei virus che la infettano. Sono stati isolati circa 150 enzimi di restrizione provenienti da batteri diversi, ed ognuno è capace di riconoscere e tagliare la sequenza del DNA in punti differenti. L'uso di questi enzimi ha fornito quindi la possibilità di manipolare con estrema precisione il materiale genetico, tagliando il DNA in punti specifici. Con l' aiuto di un altro enzima utilizzato come "colla" è poi possibile attaccare fra loro molecole di DNA di provenienza diversa. 2 3 Ciò rende possibile effettuare tutta una serie di esperimenti utili per determinarne la sequenza, studiarne la funzione e sintetizzare grandi quantità della proteina che esso può produrre. Ciò ha consentito applicazioni molto importanti: per esempio, l'insulina umana prodotta dalle molecole di DNA ricombinante sostituisce oggi nella cura del diabete quella isolata dal pancreas del maiale che era usata precedentemente. Oggi sono prodotti dal DNA ricombinante sostanze come l'ormone della crescita umana, l'interferone alfa-2, che serve per curare l'epatite, l'interleuchina, principio attivo di alcuni farmaci antitumorali e l'eritropoietina, utilizzata nella cura di alcune forme di anemia. La lista delle sostanze farma- Il gene clonato può essere trasferito con successo anche a cellule riceventi diverse da quelle batteriche, e l' operazione riesce anche se i due organismi, donatore e ricevente, sono evolutivamente molto lontani. In più, le tecniche moderne consentono che il gene estraneo (chiamato "transgene") venga non solo acquisito efficientemente dalle cellule riceventi, ma anche integrato nel posto giusto. cologicamente attive prodotte a partire da geni "clonati" è destinata a crescere. Recentemente è stato possibile produrre il Tpa, Se la cellula ricevente è un embrione precoce, la sua cresci- sostanza efficace nella cura degli infartuati e l'Okt-3, un farmaco antirigetto per i trapianti, nonchè l'alfa-I-antitripsina e la proteina umana necessaria a chi soffre di fibrosi cistica. ta potrà portare alla creazione di un organismo transgenico. Tuttavia, l' organismo geneticamente modificato non è sostanzialmente diverso da prima, perché le tecniche prevedono l'inserimento Il legame fra frammenti di DNA di origine diversa ha poi creato le premesse per trasferire i geni da un organismo all'altro. di un solo gene, o al più di un gruppo ristretto di geni, nel DNA dell' organismo ricevente. L'organismo transgenico rimane dunque perfettamente funzionale e può crescere e riprodursi normalmente, ma acquista la capacità di produrre una o più nuove proteine, cioè quelle che produceva il transgene che è stato inserito. Le tecnologie moderne possono quindi essere applicate per il miglioramento delle specie animali e vegetali di interesse agro-alimentare, perché offrono la possibilità di by-passare i tempi lunghi dovuti ai processi di incrocio e selezione. Agendo direttamente sul materiale genetico è infatti possibile effettuare manipolazioni più precise ed efficaci e realizzarle in tempi molto più brevi. Un' altra applicazione riguarda l' utilizzo degli animali transgenici come "bioproduttori" di proteine umane di interesse farmacologico che possono essere prodotte con una migliore resa ed una 4 5 maggiore fedeltà nei mammiferi anziché nei batteri. Questi farmaci, così come quelli derivati dalle piante transgeniche, vengono considerati altamente biocompatibili, ovvero più accettabili per l'organismo umano di quelli prodotti attraverso la classica sintesi chimica. 3. PERCHÉ SEQUENZIARE I GENOMI Per potere sfruttare al massimo le possibilità offerte dall' Ingegneria Genetica è necessario decifrare le funzioni di molti geni in molti organismi diversi, e ciò ha dato una forte spinta allo sviluppo della genomica, il cui passo iniziale è la determinazione della sequenza nucleotidica dell' intero genoma di un organismo. Si è partiti quindi dall'analisi dei genomi più semplici, quali quelli di batteri e virus, per arrivare alla determinazione della sequenza genomica di molti organismi modello, sia animali che vegetali, in cui è possibile una sperimentazione con tecniche avanzate. Oggi l'insieme degli organismi il cui genoma è stato completamente sequenziato include l'uomo ed alcuni altri mammiferi, quali il topo ed il ratto, alcuni ani- Per comprendere i processi dello sviluppo e del differenziamento sarà quindi necessario decifrare la funzione di molti geni e conoscere le loro interazioni funzionali. Un'altra impotante sfida della Genetica sarà quella di decifrare il significato delle variazioni di sequenza nucleotidica (polimorfismo) che distinguono un individuo dall'altro. Distingure i polimorfismi neutrali del DNA, cioè quelli che creano la variabilità naturale ma non alterano significativamente il funzionamento dei geni, da quelli che invece ne alterano o ne aboliscono le funzioni è un obiettivo primario della Genetica e della Genomica funzionale. Un risultato importante sarà quello di mettere le variazioni della sequenza nucleotidica in rapporto con l'insorgere delle malattie genetiche: un singolo cambiamento nucleotidico può causare l' anemia falciforme, la fibrosi cistica, o il tumore al seno. Questa ricerca è spesso complessa, perché i siti coinvolti dalla mutazione possono trovarsi in qualunque posizione all'interno del gene. 4. APPLICAZIONI POSSIBILI CON I SAGGI DI TIPIZZAZIONE DEL DNA mali da allevamento di forte interesse economico-alimentare, quali il pollo, ed un primo animale domestico, il cane. Tuttavia c'è ancora molto da fare! Conoscere la sequenza del genoma è solo una base di partenza per decifrare la funzione dei geni, ed anche nei genomi più semplici, come in tutti i genomi, la frazione maggiore dei geni è quella di cui non è nota la funzione. Lo sforzo attuale è quindi quello di sviluppare approcci utili a determinare la funzioni dei geni a partire dalla loro sequenza, un approccio che prende il nome di genetica inversa. 6 I saggi molecolari basati sulla tipizzazione del DNA sono estremamente vantaggiosi perchè sono molto sensibili, altamente specifici e poco laboriosi. Oltre alla diagnosi delle malattie genetiche, l'accoppiamento delle tecniche del clonaggio e dell'analisi del DNA ricombinante a nuovi e potenti mezzi di mappatura genetica ha rivoluzionato l'approccio alle tecniche di "tipizzazione" per la maggior parte degli organismi, uomo compreso. Ogni specie, animale o 7 vegetale, può essere identificata e distinta da un'altra simile se si ha la possibilità di analizzare e riconoscere le sequenze di DNA tipiche di quella specie. Concentrare l'analisi molecolare su questo tipo di merciale, da altre simili ma con caratteristiche peggiori. Questi tests sono quindi in grado di garantire l'autenticità e la qualità dei beni di consumo alimentari e permette di sventare possibili sofisticazioni. sequenze permette di riconoscere batteri o altri organismi che possono inquinare l'aria, l'acqua, il suolo o le sostanze alimentari. Ad esempio, il riconoscimento di vitigni pregiati o di particolari varietà di caviale viene ormai effettuato mediante "DNA typing". Anche identificare uno specifico individuo fra tutti quelli della sua specie è oggi possibile. Per identificare un individuo, la "Genetica forense" analizza corte regioni di DNA nucleare che sono altamente Distinguere fra le possibili specie (o ceppi) di organismi patogeni (virus, batteri, funghi) costituisce un'altra importante applicazione in campo sanitario. variabili da un individuo all'altro. Queste regioni altamente variabili sono di struttura assai semplice: al loro interno corti tratti lunghi pochi nucleotidi si ripetono in maniera identica, ma in numero spesso variabile da un individuo all'altro. La variabilità del numero delle ripetizioni forma tratti di DNA di lunghezza diversa, generando "profili" di DNA differenti l' uno dall'altro. La certezza dell'analisi aumenta con l'aumentare del numero delle regioni che vengono analizzate ed, in genere, l'analisi di almeno 4 o 5 regioni "ipervariabili" può essere sufficiente perché la probabilità che due individui diversi mostrino lo stesso profilo di DNA sia inferiore ad 1 su un miliardo. I biologi utilizzano quindi queste regioni di DNA che differiscono da un individuo all'altro per generare profili di DNA individuali, in maniera paragonabile a quelli generati dalle impronte digitali (DNA fingerprint). Il DNA viene estratto da sangue, ossa, denti, saliva, capelli, sperma o altri campioni biologici ed il profilo ottenuto è utilizzabile in molte applicazioni di tipo diagnostico e legale. Le applicazioni più frequenti includono l'accertamento di paternità o di parentela, oppure l' identificazione delle vittime accidentali di catastrofi natu- Così come un investigatore cerca gli indizi e raccoglie le prove, i campioni di DNA possono essere utilizzati per ricostruire fatti e avvenimenti al centro di indagini legali o storiche Molte applicazioni di interesse economico/industriale sono basate sulla possibilità di distinguere le varietà animali o vegetali che hanno caratteristiche di alto pregio, e quindi alto valore com8 rali o di attentati. Anche la ricerca dell'autore di un crimine si giova spesso del confronto del profilo di DNA ottenuto dai campioni biologici rinvenuti sulla scena del delitto ed il profilo di DNA che caratterizza i possibili sospetti. Inoltre una prima, semplice analisi può focalizzarsi su geni che sono presenti solo in individui di sesso maschile, o la cui struttura molecolare è caratterizzata da dimorfi9 smo sessuale, così da stabilire immediatamente il sesso dell' individuo che ha lasciato una traccia biologica sul luogo in esame. mitocondriale viene ereditato con modalità diverse da quello nucleare, essendo trasmesso esclusivamente dalla madre, la sua analisi permette di delineare con faciltà eventuali parentele fra Tuttavia, se il prelievo del campione biologico non è stato tempestivo, è possibile che il DNA nucleare sia degradato. In tali casi i biologi indirizzano la loro attenzione alla tipizzazione del DNA presente in alcuni organelli cellulari, i mitocondri. Questi organelli sono dotati di un proprio DNA, la cui dimensione è molto inferiore a quel- individui che abbiano avuto un progenitore di sesso femminile in comune. la del DNA nucleare, ma che possiede anch'esso regioni ipervariabili. Al contrario dei geni nucleari che sono presenti solo in duplice copia, all'interno di ogni cellula vi sono centinaia di molecole di DNA mitocondriale. Grazie alle sue dimensioni ridotte ad all' elevata quantità, il DNA mitocondriale resiste al tempo ed alle avverse condizioni ambientali molto meglio del DNA nucleare. L'analisi del DNA mitocondriale viene quindi spesso utilizzata nelle indagini storiche ed in quelle archeologiche. Inoltre, poiché il DNA Per esempio, i biologi stanno attualmente esaminando il DNA del fararone Tutankamon per confrontarlo con quello della sua probabile madre, la regina Nefertiti, ed accertarne l' effettiva discendenza. PICCOLE CURIOSITÀ! Cosa vuol dire "clonare" Il termine clonare deriva dal greco klon che corrisponde all'italiano germoglio. Viene utilizzato per indicare una generazione di individui geneticamente identici fra loro e ad uno stesso progenitore. La clonazione è una pratica molto comune in agricoltura, dove le piantine che vengono prodotte per il commercio sono essenzialmente dei cloni di una pianta madre che presenta le caratteristiche desiderate. Pertanto un organismo generato per clonazione possiede un unico genitore e il suo DNA non è il risultato del rimescolamento dei geni che avviene normalmente durante la fecondazione. Quanto è lunga una molecola di DNA? Se venisse svolto, il DNA contenuto in una cellula umana sarebbe lungo circa 2 metri! Il corpo umano è formato da 1013 cellule, quindi contiene 2 x 1013 metri di DNA! Tuttavia, all' interno di ogni cel- 10 11 lula umana i 2 metri di DNA sono riepiegati ed super avvolti, così da essere condensati in 46 cromosomi, a loro volta racchiusi in un nucleo del di diametro di 0,006 mm (6 micron). Come varia la dimensione dei genomi fra organismi diversi Per paragonare la dimensione dei vari genomi, spesso le coppie nucleotidiche del DNA vengono paragonate ad un carattere di una pagina stampata. Se utilizziamo quest'analogia e consideriamo che un volume che abbia all'incirca le dimensioni di un elenco telefonico contiene circa 1500 pagine, ed ogni pagina contiene 25.000 caratteri (coppie nucleotidiche), allora il genoma di un virus batterico (il batteriofago lambda) riempirebbe così 2 pagine, il genoma di un batterio come E. coli 200 pagine e quello dell' uomo 80 volumi! Siamo molto simili agli scimpanzè Il numero degli organismi per cui è stata determinata la sequenza nucleotidica dell’ intero genoma è aumentato con grande rapidità nel corso degli ultimi anni. Il topo, il ratto, lo scimpanzè , il pollo, il maiale ed il cane si sono recentemente aggiunti alla lista! A COSA SERVE L' INGEGNERIA GENETICA Tutti i mammiferi, inclusi i cani, i gatti, i conigli, le scimmie, gli scimpanzè, gli orango, etc hanno più o meno lo stesso numero di nucleotidi nei loro genomi, circa 3 miliardi di coppie di basi. Questo contenuto simile di DNA è accompagnato da un' organizzazione genomica molto simile. Ciò suggerisce che i mammiferi abbiano tutti più o meno lo stesso numero di geni. Quindi, le differenze più significative fra l' uomo e gli altri mammiferi non sono nel numero dei geni, ma nel tipo di proteine che vengono prodotte e nelle funzioni che esse svolgono. Gene per gene, siamo molto simili ai topi, o agli scimpanzè (non sembrano essere più dell' 1-5% i casi in cui un gene umano non ha una controparte simile nel topo, o nello scimpanzè ). La vera differenza è però nei sottili e piccoli cambiamenti che si sono accumulati in ciascuno dei 30.000 - 40.000 geni e nei loro meccanismi di regolazione che, sommati insieme, portano a determinare organismi completamente diversi. 12 L' Ingegneria genetica è un insieme di tecniche molecolari che consente di isolare e caratterizzare i geni. Isolare un segmento che contiene un gene ed ottenerne una grande quantità ha reso possibile un ampio spettro di vantaggiose applicazioni in molti campi diversi, quali la sanità, la zootecnia, l'agricoltura, la microbiologia industriale, nonché la ricerca di base. La possibilità di usare sonde derivate dai geni clonati ha aperto nuove frontiere alla diagnosi delle malattie genetiche. Un'altra importante applicazione suscettibile di enormi sviluppi è basata sull'analisi di corte regioni del DNA dove la sequenza è più variabile. L'analisi di queste regioni offre oggi la possibilità di determinare, mediante test semplici, veloci ed altamente precisi, la "carta d'identità" genetica utile per identificare e distinguere tra loro non solo organismi di specie diversa ma anche individui della stessa spe13 cie. Il profilo genetico individuale rappresenta un sistema molto specifico di identificazione personale, comparabile a quello delle impronte digitali, ed ha molteplici applicazioni in campo legale, storico/archeologico ed economico-industriale. COME CONTINUANO GLI STUDI I corsi di laurea in Biologia si collocano nella Facoltà di Scienze MM.FF.NN. L'esperienza vissuta nella scuola superiore vi ha certamente mostrato le varie sfaccettature della cultura biologica e certamente vi apparirà ovvio che, essendo approdati a corsi superiori, ognuno di quegli argomenti studiati, a volte in maniera accennata nei programmi delle scienze naturali, diventi una disciplina a se stante che cercherà di fornirvi tutte le conoscenze storiche e le ultime acquisizioni di quel particolare aspetto biologico. Tutti i corsi di laurea attinenti alla Biologia: Biologia generale e applicata, Biologia delle produzioni marine, Scienze Biologichehanno una organizzazione triennale fondata nel primo anno sull'acquisizione di solide basi culturali nei campi della Matematica, della Chimica generale inorganica ed organica, della Fisica, dei principali elementi di Informatica e di lingua straniera europea. Il percorso culturale si sviluppa, poi, affrontando, fin dal primo anno, le discipline più propriamente biologiche che vedono lo studio della cellula, della botanica, della zoologia. Il secondo anno è ancora dedicato in gran parte alle materie di base della cultura biologica con lo studio delle reazioni alla base della vita, lo studio dell'ereditarietà, degli aspetti fisiologici, dell'interazione ambiente14 vivente. Già nel secondo anno però, i due corsi di Biologia generale e applicata e Scienze Biologiche presentano delle differenze, in relazione alla scelta di approfondire diversi aspetti culturali, differenziazione che diventa più marcata nel III anno. Premesso che i due corsi di laurea si svolgono in luoghi diversi, Biologia generale e applicata nella sede di Monte S. Angelo e Scienze Biologiche nella sede del Centro Storico, i loro aspetti professionalizzanti tendono a sviluppare nel corso di MSA conoscenze nutrizionistiche e dei meccanismi molecolari del funzionamento degli organismi ed aspetti di fisiopatologia ed ambientali nei corsi del Centro Storico. Un discorso a sé va per il corso di Biologia delle produzioni marine, del Centro Storico, che tratta tutti gli argomenti di base della biologia con una visione più dedicata agli organismi marini ed alle produzioni. Entrando più nel merito dei due corsi di Laurea di Scienze Biologiche e di Biologia generale e applicata si può affermare che il primo dopo il biennio di base sviluppa due curricula (fisiopatologico e bio-ecologico) i cui elementi professionalizzanti da una parte sono la Patologia molecolare, le analisi biochimico cliniche e dall'altra l'ecologia applicata, le analisi ecologiche. Il secondo, invece, completa la sua preparazione professionalizzante con corsi di biologia e fisiologia della nutrizione e di biologia cellulare e molecolare, per sviluppare i due curricula di Biologia molecolare e cellulare e di Biologia della nutrizione. In tutti i curricula gli studenti hanno a disposizione crediti a scelta, circa 10, che possono essere utilizzati per completare la preparazione biologica in modo coerente con le scelte fatte, per approfondire argomenti già trattati, oppure per ampliare le proprie conoscenze dedicandosi ad altri argomenti. Il periodo di studi si conclude con una tesi di laurea che può essere svolta presso le strutture universitarie oppure all'esterno con un periodo di stage. In entrambi i casi, va considerata come familiarizzazione con l'ambiente di lavoro, con le tecniche e le apparecchiature che saranno poi utilizzate nei diversi approcci lavorativi. 15 - Puoi mettere in risalto l'applicazione delle conoscenze che hai acquisito durante i tuoi studi nell' attuale esperienza lavorativa? - La mia formazione universitaria e l' ottima esperienza della mia tesi sperimentale mi hanno fornito un'approfondita conoscenza del ruolo delle molecole biologiche sia a livello teorico, che di conseguenti applicazioni a livello pratico. Ciò mi consente oggi di gestire il mio lavoro, riuscendo ad interagire con virologi, laboratoristi e clinici di rilievo locale, nazionale ed internazionale, ed a trasmettere specifiche conoscenze sulla biologia molecolare a chi opera nel campo della diagnostica. Da non sottovalutare, nella mia formazione, l'apporto sostanziale dei docenti, che sono stati eccelsi per professionalità ed umanità. INTERVISTA AD ALFONSO NATALE - Quando ti seri laureato e qual è il tuo ruolo attuale? - Mi sono laureato in Biologia nel giugno 2003, presso la Facoltà di Scienze dell'Università Federico II di Napoli. Oggi sono un Product Specialist di una società che opera nel campo della diagnostica, la Bayer Diagnostics. - Col senno di poi quali argomenti avresti voluto che ti fossero stati illustrati durante gli studi? - Poiché gran parte dei laureati, come me, decide di lavorare all'interno di una grande azienda, un aspetto che durante gli studi dovrebbe essere approfondito è la conoscenza del mondo aziendale, equiparata ad un'adeguata esperienza in un laboratorio di ricerca, per operare una scelta lavorativa rispondente ad attitudini ed obiettivi personali. - Puoi descrivere brevemente in cosa consiste il tuo lavoro? - In particolare mi occupo della linea di diagnostica molecolare e degli aspetti applicativi, tecnologici e gestionali relativi ai prodotti di business della mia azienda, comprendenti test per la diagnosi dell'HIV e dei virus dell'epatite, l'HCV e l'HBV. In realtà esistono poi altri aspetti in cui uno specialista di prodotto opera, vale a dire "problem solving", approfondimenti scientifici, relazioni con i clienti ed affiancamento alla forza vendita in fase promozionale, mediante illustrazione grafica o verbale. 16 17 INTERVISTA A PATRIZIA STEFANONI - Quando ti sei laureata e qual'è il tuo ruolo attuale? - Mi sono laureata in Biologia, presso la Facoltà di Scienze dell' Università di Napoli Federico II, nel 1995. Attualmente sono funzionario tecnico della Polizia di Stato. tesi di laurea sperimentale che ho svolto mi ha dotata di una forma mentis adatta al tipo di lavoro che svolgo, oltre, naturalmente ad avermi fornito tutta una serie di conoscenze di base sulle quali negli anni successivi ho costruito la mia professionalità. La parte degli studi di tipo molecolare e genetico del mio corso di laurea sono stati sicuramente lo strumento principale di cui ho avuto bisogno per accedere a tale professione. - Col senno di poi, quali argomenti avresti voluto che ti fossero stati spiegati durante il tuo corso di studi? - Mi sento di affermare senza dubbio che una trattazione, seppur generale, dei principi della genetica forense e delle tecniche analitiche ad essa collegate sarebbero stati di completamento al tipo di studi che ho affrontato. Oggi so che qualcosa è cambiato, ed ho notizia che diversi corsi di laurea di varie Università prevedono in alcuni loro piani di studi una sezione riservata alle nozioni di base dello studio dei profili genetici umani per l'identificazione personale. - Puoi descrivere brevemente in cosa consiste il tuo lavoro? - La mia qualifica in Polizia è di Direttore Tecnico Principale Biologo e sono addetta alla Sezione di Genetica Forense. In pratica mi occupo di accertamenti tecnici di tipo genetico effettuati su tracce biologiche di vario tipo, repertate sulla scena del crimine. Il fine a cui si tende nel repertare una traccia biologica è quello di riuscire a determinare il profilo genetico della persona a cui appartiene la traccia, mediante l'analisi dei polimorfismi genetici noti come STR (short tandem repeats). Il mio lavoro consiste nell' interpretazione dei dati genetici, cioè nella lettura dei profili genetici e nella stesura della conseguente relazione tecnica da inviare all'Autorità Giudiziaria che l' ha richiesta. - Puoi mettere in risalto l'applicazione delle conoscenze che hai acquisito durante i tuoi studi in ciò che ti serve nella tua attuale esperienza lavorativa? -Sicuramente l' indirizzo di studi che ho scelto e l'argomento della 18 19