Diafragma
Il muscolo è strutturato come una volta sul suo pilastro. L'innervamento della parte
muscolare della volta è realizzata dal nervo frenico, che procede dalle vertebre C3, C4
e C5, soprattutto la C4. La sua origine si colloca in certe vertebre lombari, le sei
ultime costole e l'appendice xifoidea dello sterno. La sua innervazione si realizza nel
centro tendineo, situato al livello della settima costola, nel centro della cuspide della
volta.
Il diaframma è un muscolo realmente unico. Tutti i muscoli del sistema muscolare
(chiamati muscoli striati o scheletrici), ricevono la loro innervazione dal sistema
nervoso centrale e sono volontari. Il diaframma è uno di questi, tuttavia, è autonomo.
il diaframma come muscolo scheletrico
E' uno dei muscoli del sistema muscolare o
locomotore, situato nella parte anteriore
della colonna vertebrale. Il diaframma
risponde alla struttura della naturalezza
laterale mediante la porzione laterale della
volta e il dislivello naturale del suo
pilastro, in relazione con il retto maggiore
dell'addome.
Il diaframma risponde alla naturalezza
rotatoria mediante la porzione posteriore
della volta e il dislivello dei pilastri dei due
lati, che sono strutturati in relazione con
gli obliqui dell'addome.
Il diaframma risponde alla struttura della
naturalezza centrale attraverso il centro
tendineo (il cui livello medio è all'altezza
della costola 7) e la formazione invariabile
tra i due lati, che si strutturano in
relazione con il trasverso dell'addome.
Il diaframma si forma con una relazione
particolarmente intima con i sopracitati
muscoli del ventre.
diaframma visione frontale
Il diaframma risponde alla struttura della
naturalezza frontale mediante le porzioni
sternali, posteriori e la formazione
invariabile tra i due lati, in relazione con la
parte
interna
del
retto
maggiore
dell'addome.
Il diaframma risponde alla struttura della naturalezza verticale in modo simile per
quella frontale, in modo meno muscolare, vista la caratteristica estatica di questa
naturalezza.
Con queste specifiche caratteristiche e con la forza propria di un muscolo scheletrico,
il diaframma occupa lo spazio esistente tra i muscoli pettorali e quelli situati nel
ventre. Tuttavia, pur essendo un muscolo scheletrico e a differenza del resto,
non possiamo controllare la sua azione con la nostra volontà.
Il diaframma come muscolo respiratorio eccezionalmente autonomo
Il diaframma si alza e si abbassa. Grazie all'assoluta interdipendenza dei cinque
movimenti, la presenza delle quattro azioni, frontale, laterale, rotatoria e centrale,
genera la quinta, quella verticale.
L'autonomia dei suoi movimenti si deve a differenti fattori quali:
Come muscolo scheletrico o striato, riceve la sua innervazione dal nervo frenico, che
procede dalla vertebra C4 e dalla regione cervicale bilaterale (comunque talvolta
anche da C3 e C5 e dalla regione circolare). Questo nervo nasce nella formazione
principale del sistema nervoso centrale, di pertinenza alle naturalezze verticale e
frontale; ma poichè la regione bilaterale evita di definire il piano f-e (flessione estensione), e comunque è innervato dal frenico, questo fa sì che il diaframma non
risulti particolarmente coinvolto dall'azione del sistema nervoso centrale.
Come muscolo respiratorio, si relaziona eccezionalmente con il sistema
neurovegetativo o autonomo. Da una parte perchè il centro cerebrale della
respirazione è il bulbo rachidiano, come un coproduzione del sistema nervoso centrale
e il nervo vago, il nervo parasimpatico più rappresentativo e poderoso. Dall'altra,
poichè la struttura generale del diaframma (che si inarca dalla costola quinta alla
lombare 2) coincide esattamente con la formazione della parte più rappresentativa e
poderosa di tutto il simpatico.
L'azione autonoma (o estatica) del suo
centro tendineo, composto da cellule
realmente peculiari, permette qualcosa
che nessun altro muscolo può fare:
il diaframma perpetua il suo movimento
respiratorio, senza mai stancarsi, di giorno
e di notte, per tutta la vita (una
naturalezza simile a quella dei ventricoli
cardiaci, che rinforzati dalle medesime
cellule, lavorano instancabilmente, per
quanto non siano muscoli striati).
Così il diaframma sale e scende in forma
autonoma
e
instancabilmente,
per
produrre la respirazione pettoventrale. Più
correttamente, il muscolo discende e
ascende perchè scende per la sua
contrazione
(fase
attiva
del
suo
movimento),
ampliando
la
cavità
pettorale, e sale per la decontrazione (fase
passiva
del
suo
movimento,
comprimendola.
Questo
movimento
respiratorio
del
diaframma, decisivo per la respirazione
pettoventrale, non riguarda solamente
l'apparato respiratorio, ma forma parte
della coordinazione generale.
L'ampiezza respiratoria naturale dipende
dalla flessibilità tanto della molla della
diaframma visione laterale
cifolordosi dorsale e lombare (su cui
direttamente il diaframma si appoggia), come della molla della lordosi cervicale
(decisiva per l'azione del frenico). quando si perde, ne risente il funzionamento vitale
e la forza sessuale, ma fortunatamente non succede facilmente perchè la respirazione
pettoventrale è dotata di un sofisticato meccanismo, fondato sull'assoluta
interdipendenza delle cinque naturalezze a cui il diaframma partecipa.
Però la nostra realtà abituale è la seguente: "sento qui, alla bocca dello stomaco, un
nodo che non mi fa respirare bene". Sia che ne siamo coscienti o no tutti abbiamo
un'accumulo di tensione parziale eccessiva che blocca internamente l'ampiezza della
nostra respirazione pettoventrale.
immagini dal testo "La osei e la CVP muscular" di Katsumi Mamine Miwa Seitai Barcelona