COMITATO DI REDAZIONE:
REDAZIONE DEL NEWSLETTER:
Mario Gonano
[email protected]
P.le G.Miani, 133047 REMANZACCO (UD)
Tel: +39 0432 668 176
GIUGNO 2006 N.72
IL TUO NEGOZIO DI FIDUCIA
Strada statale 13, numero 145/11
CAMPOFORMIDO (UD)
Tel 0432/ 652609
ASSOCIAZIONE FRIULANA DI ASTRONOMIA E METEOROLOGIA
EDITORIALE
Recentemente ho avuto modo di
partecipare al congresso del MACE
(“Meeting on Asteroids and Comets
in
Europe”)
ospitato
presso
l’ottocentesco
“Kuffner
Observatory”
di
Vienna
(http://www.minorplanets.org/). Si e’
trattato
di
una
conferenza
internazionale, alla quale hanno
partecipato
una
settantina
di
ricercatori (professionisti ed amatori)
provenienti da tutto il mondo.
L’argomento delle relazioni, com’e’
facilmente intuibile dal titolo del
congresso, riguardava lo studio degli
asteroidi e delle comete in vari
ambiti (misura e calcolo delle orbite,
variazioni di splendore, storia, ecc.).
Fino ad una decina di anni fa, la
ricerca dei piccoli corpi del Sistema
Solare e’ stato un settore in cui gli
astrofili
avevano
un
ruolo
importante, poiché con i loro mezzi
anche modesti, potevano dedicare un
gran numero di notti allo studio di
tali oggetti, che venivano “snobbati”
dalla maggioranza degli astronomi
professionisti. Poi, com’e’ noto, le
cose sono cambiate con l’avvento
delle grandi survey professionali
(LINEAR, NEAT, LONEOS, solo
per citare le principali) che
scandagliano tutto il cielo in maniera
automatizzata. Dalle discussioni che
ho sentito a Vienna, ho la netta
impressione che, dopo alcuni anni di
sbandamento, gli astrofili si stiano
riorganizzando, mettendo a frutto le
loro competenze per alcuni studi di
“nicchia”, come la fotometria degli
asteroidi, o la ricerca di nuovi
pianetini con modalità alternative ai
professionisti
(per
esempio,
impostando le proprie ricerche in
Sopra, immagine dei partecipanti
al MACE (Meeting on Asteroids
and Comets in Europe) svoltosi
presso il Kuffner Observatory di
Vienna
magnitudine limite, piuttosto che in
superficie celeste coperta). Tuttavia
le prospettive per il futuro non sono
affatto rosee: si prevede infatti che
nel giro di pochi anni i professionisti
inaugureranno dei nuovi telescopi
automatizzati da 4 ed 8 metri di
diametro,
che
probabilmente
scopriranno la maggior parte degli
asteroidi e delle comete (ma anche le
stelle variabili, le galassie e
quant’altro resta da scoprire) fino
alla magnitudine 23! Stando così le
cose, e’ chiaro che per i dilettanti
interessati ad uno studio scientifico
del cielo, diventerà sempre più
problematico poter trovare un ambito
in cui il proprio contributo possa
risultare utile ed innovativo. Tutto
finito dunque? Forse no: non
dimentichiamo infatti che i grandi
progetti di studio professionali non
riescono a sfruttare completamente la
CALENDARIO
DELLE
ATTIVITA’
GIOVEDI’ 1 GIUGNO ORE
21:15
Serata osservativa pubblica (Festa
fine anno scolastico delle scuole di
Remanzacco) presso l’osservatorio.
In
caso
di
maltempo
la
manifestazione si terrà l‘8 Giugno.
VENERDI’ 9 GIUGNO ORE
21:15
Conferenza pubblica di G.De Donà
su: “Influenze lunari sulla Terra”
presso la sede di Remanzacco.
VENERDI’23 GIUGNO ORE
21
Spedizione osservativa itinerante,
ritrovo presso la sede di Remanzacco
e scelta del luogo dove compiere le
osservazioni.
gran mole di dati che essi stessi
producono. Questo non avviene oggi,
e tanto meno potrà avvenire fra 5 o
10 anni, quando ogni notte un
singolo telescopio produrrà Terabite
di dati: il collo di bottiglia resta
sempre il bipede che questi dati deve
interpretare, non la macchina che ne
produce a volontà. Così gli astrofili
che dispongono della preparazione e
della buona volontà necessarie,
possono utilizzare per le loro
ricerche lo stesso materiale raccolto
dai professionisti, che viene spesso
messo pubblicamente a disposizione
tramite la rete Internet. Un
appassionato potrà collegarsi da casa
alla banca dati di un certo
osservatorio professionale, scaricare
le immagini ed analizzarle alla
ricerca di qualche fenomeno
interessante in pigiama e pantofole.
Certo, in tal modo cambierà in
maniera drastica anche la figura
dell’astronomo
dilettante,
che
probabilmente diventerà sempre più
un animale da scrivania, piuttosto
che da telescopio. Ma che ci volete
fare? Questa e’ l’evoluzione della
ricerca scientifica, e se volete essere
competitivi
(anche
a
livello
amatoriale) dovete adattarvi o lasciar
perdere (naturalmente tutto questo
discorso non tocca minimamente
l’altro aspetto della nostra passione,
quello
che
si
estrinseca
nell’osservazione contemplativa del
cielo per puro piacere personale. Per
l’astrofilo che si dedica a tale genere
di osservazioni nulla cambierà , a
parte
la
fastidiosa
crescita
dell’inquinamento luminoso). Di
queste cose si filosofava un po’
sconsolati assieme agli altri amici
astrofili nelle “Biergarten” viennesi
le sere del congresso. Ci siamo
salutati con un senso di sconforto,
che nemmeno gli ottimi “schnapps”
austriaci sono riusciti ad alleviare del
tutto. Chissà, forse stiamo davvero
vivendo la fine di un’epoca…
Il Presidente
Giovanni Sostero
DIVULGAZIONE
di Claudio Cecotti
La revisione del modo di intendere il
rapporto fra realtà e scienza emersa
dal pensiero dei filosofi e dagli
scienziati del tardo Rinascimento, e
fra questi ricordiamo per la sua
completezza di pensiero Galileo
Galilei, aprì la strada, come abbiamo
avuto modo di dire, ad una serie di
nuove relazioni e di nuovi sviluppi.
Innanzitutto la rinnovata spinta alla
sperimentazione portò ad indagini in
campi diversi che erano stati a lungo
estranei alla sperimentazione in
quanto ritenuti ormai noti nel quadro
della concezione aristotelica. Questo
vale per le ricerche sui moti dei gravi
che, oltre a portare alla prima idea
del principio di inerzia, aprirono la
porta alla legge di gravitazione
universale ed a quanto ne consegue.
Ma anche la fisica dei fluidi ebbe
nuovo impulso, soprattutto se
teniamo conto che il massimo punto
di arrivo in questo campo era stato il
principio di Archimede.
Elemento determinante di questa
accelerazione nella ricerca e nello
sviluppo di nuove idee e relazioni del
mondo fisico e contemporaneamente
oggetto di rinnovato studio e
progresso fu la matematica. Ad essa
Galileo affidò la chiave di
interpretazione del mondo fisico,
infatti egli vide la natura come un
libro scritto da Dio in caratteri
matematici ed è ovvia a questo punto
la necessità di conoscere al meglio la
lingua che utilizza tali simboli. La
matematica del Rinascimento era
l’erede di quella uscita
dall’introduzione
del
sistema
numerico indo - arabico da parte di
Leonardo Pisano (1180? - 1250),
altrimenti noto come Fibonacci (cioè
figlio di tal Bonaccio). Il Liber Abaci
di Fibonacci, che non vi trattò
dell’uso dell’abaco (strumento di
calcolo manuale precursore dei
moderni pallottolieri talvolta usati
dai bambini), fu la chiave di volta
della
nuova
costruzione
dell’aritmetica
e,
quindi,
dell’algebra. Fibonacci non spiegò
solo il sistema numerico ma anche
gli algoritmi di calcolo che aveva
appreso nei suoi viaggi nell’Africa
settentrionale e negli studi condotti
sotto la guida di un insegnante
egiziano. Bonaccio, il padre del
nostro innovatore, era un mercante
con interessi commerciali che si
estendevano nell’area nordafricana
ed il figlio ebbe modo di verificare la
praticità e la superiorità dei nuovi
metodi matematici in uso in
quell’area geografica. Ad onor del
vero va detto che la fortuna di
Fibonacci (e, di conseguenza, anche
degli studiosi del tempo) fu proprio
quella di essere inserito nel settore
mercantile, un settore cioè che
puntava, come del resto anche oggi
punta, sia ai guadagni che alla
praticità degli strumenti necessari
alle
valutazioni
di
natura
commerciale. È evidente la funzione
pratica rivestita in questo campo dal
calcolo matematico più elementare.
Per contro è noto che il mondo
accademico, per usare un termine
moderno, aveva dimostrato una certa
resistenza
nell’abbandonare
le
vecchie metodologie, sia sulla
sponda meridionale che su quella
settentrionale del Mediterraneo.
Questa fondamentalmente è la
ragione per cui l’opera di Fibonacci
non trovò quella risonanza che noi
oggi riteniamo dovuta anche alla luce
degli sviluppi successivi. Vale la
pena di evidenziare come nel suo
trattato, edito prima 1202 e poi nel
1228, Fibonacci fece uso della
barretta orizzontale delle frazioni,
simbolo che oggi noi vediamo
essenziale ed insostituibile nella
rappresentazione
dei
numeri
frazionari e che si affermò nell’uso
generale oltre trecento anni dopo. Un
segnale della scarsa accoglienza del
lavoro di Fibonacci nel mondo
accademico è senz’altro il fatto che
la sua prima edizione a stampa si
ebbe solo nel 19° secolo, quando
cioè la sua funzione era ormai
superata da ben altri sviluppi ed i
suoi metodi erano stati ormai
metabolizzati e rielaborati con
formalismi più moderni e simbologie
più efficaci. Comunque va detto che
le critiche sulla forma usata da
Fibonacci nella sua trattazione si
sprecano, è infatti universalmente
riconosciuto che talvolta i suoi
ragionamenti risultano tortuosi ed
inutilmente complicati, sembra quasi
che usi lo stile retorico e, per certi
versi, stressante per la sua
ridondanza tipica dei trattati di lingua
araba.
Ma il XIII secolo non fu solo il
momento
dell’introduzione
in
Occidente del nuovo sistema
numerico, anche altre numerose
opere di lingua araba furono
acquisite dalla cultura europea
attraverso le traduzioni che via via
venivano eseguite nell’area in cui i
due mondi, occidentale ed orientale,
erano a diretto contatto: la Spagna,
ed in particolare a Toledo. Inoltre il
confronto con le elaborazioni
sviluppate dai matematici islamici
vennero comparate con le eredità di
epoca greca e da tale comparazione
nacque
un’ulteriore
spinta
all’approfondimento degli studi nel
campo della geometria.
Gli sviluppi che ne trasse lo studio
della geometria, sia per l’apporto del
mondo islamico che per la
rivisitazione degli argomenti già noti
in Occidente, furono altrettanto
importanti per l’interpretazione dei
fenomeni fisici quanto lo furono
quelli dell’aritmetica e degli
algoritmi di calcolo. Alla luce di
queste considerazioni si può ben
comprendere la rinnovata fiducia
nella matematica espressa da Galilei,
egli vedeva in essa un linguaggio
duttile, ricco di possibilità e,
soprattutto adeguato alle nuove
frontiere che andava esplorando.
Il
mio
indirizzo e-mail
è:
[email protected].
dall’università degli studi di Milano,
il sito e’in lingua italiana ( fonte
rivista Le stelle).
Il terzo ed ultimo sito è:
www.eso.org/projects/owl/
è il sito dedicato ad un progetto di
costruzione
di
un
telescopio
grandissimo dal diametro tra i 30 e
60 metri . Che sia una chimera ?
Sembrerebbe di no, anzi ci sono forti
possibilità che entro qualche anno
possa partire questo colosso. Potete
solo immaginare quali ricadute
scientifiche possano scaturire da
questo tipo di strumentazione. E’ in
lingua inglese
(fonte rivista
Coelum).
Per questo mese è tutto
ci
rivedremo il prossimo.
\
VITA DI ASSOCIAZIONE
Di Giovanni Sostero
sopra, immagine di Giove ripresa da
Federico Zontone da Grenoble
SITI INTERNET
di Virgilio Gonano.
Ben trovati al nostro consueto
appuntamento con questa rubrica.
Come al solito vi proporrò tre siti
internet che parleranno di astronomia
Il primo sito che vi espongo è
http://www.cfa.harvard.edu/cfa/ps/ic
q.html
questa
è
la
pagina
web
dell’International Comet Quaterly ,
che
fa parte
dell’Unione
astronomica internazionale.
Qui potrete trovare informazioni
aggiornate sulle comete : dalle stime
di magnitudine fino alle effemeridi di
questi oggetti . Inoltre ci sono anche
osservazioni da parte del nostro
osservatorio e soci. La lingua usata è
l’inglese.
Il
secondo
sito
è
http://www.brera.unimi.it/museo/
Esso rappresenta il sito del museo
Astronomico di Brera. E’ gestito
Ecco il tradizionale resoconto
dell’attività svolta dall’AFAM nelle
ultime settimane.
Il 5 Maggio si e’ tenuta una
conferenza pubblica sull’eclissi
totale di Sole dello scorso 29 Marzo;
i soci Dina Lasaponara, Fabrizio
Lavezzi ed Esther Dembitzer hanno
illustrato con un ricco corredo di
immagini
le
loro
esperienze
osservative e turistiche in Turchia ed
Egitto. Il 19 Maggio e’ stata la volta
dello scrivente, che ha tenuto una
relazione
sulla
cometa
73P/Schwassmann-Wachmann.
Sempre a proposito di attività
didattica, segnalo che la sera del 4
Maggio si e’ svolta la serata
osservativa pubblica, a cui ha
partecipato anche un gruppo
dell’Università della terza Età di
Rivignano, dove il nostro Guido
D’Andrea tiene un corso di
astronomia. Il 20 Maggio ci ha fatto
visita una scolaresca proveniente dal
Convitto Nazionale Paolo Diacono di
Cividale. La divulgazione e’
proseguita sulla stampa, sia tramite
la pubblicazione della nostra rubrica
quindicinale
sul
quotidiano
Messaggero Veneto (a cura di Esther
Dembitzer) sia tramite le riviste, che
hanno dato ampio spazio alle foto
realizzate dai nostri soci (sopratutto
per quanto concerne la cometa 73P e
la nova ricorrente RS Ophiuchi). Si
sono
svolte
varie
spedizioni
osservative
in
montagna,
in
particolare nella località di Subit; in
tali occasioni i nostri soci hanno
potuto fare delle belle osservazioni
degli oggetti celesti, oltre che testare
le potenzialità offerte da vari tipi di
strumenti (un plauso a Mario
Gonano, Federico Zucchetto e Bruno
Bombardier che si sono fatti
promotori di queste iniziative). E’
interessante notare come tale località
(che si trova a solo mezz’ora di
macchina da Udine) riservi spesso
delle nottate di buon seeing, che ci
hanno permesso di osservare al
meglio sia Saturno che Giove.
Segnalo che il nostro socio Claudio
Cecotti e’ stato chiamato anche
quest’anno a far parte della giuria
che premierà le meridiane più belle
di Ajello del Friuli (“Festa delle
Meridiane” del 27 e 28 Maggio). Nel
mese di Maggio le condizioni
meteorologiche avverse ci hanno
impedito di poter svolgere al meglio
l’attività osservativa dalla nostra
specola di Remanzacco. Per fortuna
possiamo contare anche sulla
disponibilità di strumenti dislocati in
località alternative; così la ricerca e’
potuta proseguire sfruttando in
particolare i telescopi robotici del
New Mexico (grazie al socio Ernesto
Guido). E’ stato così possibile
documentare in modo splendido
l’evoluzione dei frammenti “B” e
“C” della cometa 73P, oltre che fare
alcune misure fotometriche della RS
Oph; di quest’ultima, sono state
pubblicate numerose nostre misure
sulla circolare CBET Nr.502 del 4
Maggio scorso, edita dall’ Unione
Astronomica Internazionale, mentre
la rivista statunitense “Sky &
Telescope” pubblica una foto di RS
Oph ottenuta da Ernesto Guido e
dello scrivente sul suo numero di
Giugno 2006. Mario e Virgilio
Gonano, con la collaborazione di
Antonio Lepardo, hanno ottenuto
varie immagini di supernovae ed
asteroidi nel corso delle poche notti
serene disponibili a Remanzacco;
Virgilio Gonano, grazie all’aiuto di
Ernesto Guido, ha continuato ad
inviare l’astrometria di asteroidi e
comete al Minor Planet Center, che
ha pubblicato a più riprese i dati
dell’AFAM sulle sue circolari.
Ernesto Guido, Sara Garzia e lo
scrivente hanno partecipato al
congresso “Meeting on Asteroids
and Comets in Europe”, che si e’
tenuto a Vienna dal 12 al 14 Maggio
scorso. In tale occasione abbiamo
presentato una relazione, anche a
nome
della
Sezione
Comete
dell’UAI, sui lavori di fotometria
cometaria che stiamo svolgendo
ormai da diversi anni. Un doveroso
ringraziamento va a Federico
Zucchetto, Mario e Virgilio Gonano
e Gaetano Bront per il loro lavoro di
manutenzione presso il nostro
osservatorio (il giardino non e’ mai
stato così ben curato!). Il prossimo 1
Giugno (8
Giugno in caso di
maltempo) si svolgerà la tradizionale
festa di fine anno scolastico delle
Scuole di Remanzacco: in tale
occasione apriremo l’osservatorio
per accogliere i nostri piccoli ospiti
ed i loro accompagnatori (la
manifestazione e’ organizzata in
collaborazione
con
l’Amministrazione Comunale di
Remanzacco, le locali Scuole Medie
e l’istituto Comprensivo di Scuola
Materna, Elementare e Media di
Premariacco). Vi ricordo che la
prossima conferenza del 9 Giugno
chiuderà la prima tornata di
conferenze per il 2006; riprenderemo
le riunioni quindicinali del venerdì
sera col mese di settembre. Chi lo
desidera,
può
continuare
ad
incontrarci ogni sabato pomeriggio
presso l’osservatorio, dalle 15 alle 17
circa;
in tali occasione ci si trova a
chiacchierare
in
amicizia
di
astronomia e strumenti (vi si può
partecipare liberamente); la sede e la
biblioteca sono aperte. Durante il
periodo estivo abbiamo deciso di
intensificare le spedizioni osservative
in montagna. Se vi interessa
partecipare, comunicateci un vostro
recapito telefonico per essere
contattati, e’ l’occasione migliore per
poter imparare ad osservare gli
oggetti celesti grazie all’aiuto di altri
astrofili esperti. Tra Giugno ed
Agosto
l’attività
divulgativa
proseguirà
con
la
nostra
partecipazione a varie manifestazioni
pubbliche dedicate all’osservazione
del
cielo
(Manzano,
Udine,
Remanzacco,
Montemaggiore,
Ravascletto). Infine una buona
notizia: i lavori per la costruzione del
nuovo osservatorio astronomico sul
Monte Matajur sono finalmente
iniziati, e l’impresa conta di
terminare gli stessi entro l’inizio del
prossimo autunno: speriamo di poter
mangiare le caldarroste dentro la
nuova struttura!
Sotto, immagine del frammento
“B” della cometa 73P ripreso da
G.Sostero ed E.Guido in remoto
dal New Mexico durante una fase
di outburst
LO CHEF CONSIGLIA….
di Vincenzo Santini
QUATTRO CHIACCHERE INTORNO ALL’OTTICA ASTRONOMICA
ultima parte
Concludiamo la nostra chiacchierata intorno all’ottica astronomica. In questa ultima puntata parleremo del VLT.
IL VLT
Il VLT è attualmente l’insieme di telescopi più all’avanguardia. Il VLT fa parte dell’European Southern
Observatory (ESO), la maggiore organizzazione astronomica europea.
VLT sta per VERY LARGE TELESCOPE (tradotto suona come telescopio molto grande).
Consta, in realtà, di ben 4 telescopi ottici separati costruiti però vicini. Ognuno dei quattro strumenti è un grande
telescopio riflettore dotato di uno specchio primario monolitico di ben 8,2 metri di diametro. Il VLT si trova in
cima al Cerro Paranal (2.635 metri), una montagna sita nel deserto di Acatama, Cile. Ovviamente la scelta del sito,
come per la maggior parte degli osservatori mondiali, è stato scelto per la sua secchezza (sul Paranal non è mai
piovuto a memoria d'uomo), l'abbondanza di notti serene, la quota elevata e lontananza da fonti di inquinamento
luminoso.
Il VLT consiste di un gruppo di quattro grandi telescopi, e di un interferometro che sarà usato per le osservazioni
con risoluzione più alta. I telescopi sono stati chiamati con i nomi di alcuni oggetti astronomici nella lingua locale:
Antu (il Sole), Kueyen (la Luna), Melipal (la Croce del Sud), e Yepun (Venere).
Il grande specchio da 8,2 metri, mantenuto in posizione dall'ottica attiva è aiutato da un sistema di ottica adattiva,
che permette di eliminare la già poca aberrazione introdotta dall'atmosfera sopra il Cerro Paranal.
Nel modo interferometrico (detto VLTI), i quattro telescopi forniscono la stessa capacità di raccolta di luce di un
singolo specchio di 16 metri di diametro, rendendoli lo strumento ottico più grande del mondo. La risoluzione, in
questo modo osservativo, è invece pari ad uno specchio che abbia un diametro pari alla distanza tra i telescopi
(circa 100 metri).
Il VLTI ha come obbiettivo una risoluzione angolare di 0,001 arcsec ad una lunghezza d’onda di 1 micron, nel
vicino infrarosso. È un angolo equivalente a risolvere un oggetto grande 2 metri alla distanza dalla Luna.
L'inseguimento degli oggetti astronomici è gestito da un computer che pilota il movimento attorno ai due assi.
La montatura del telescopio regge lo specchio primario, il secondario e tutti gli strumenti posti nel fuoco
Cassegrain, per un peso complessivo di 430 tonnellate.
Per evitare la deformazione dello specchio si è ricorsi alla tecnica dell' "ottica attiva": il principio è quello di
utilizzare dei dispositivi (gli attuatori) applicati sulla parete posteriore dello specchio, in grado di effettuare
spostamenti nanometrici per far assumere allo specchio, in ogni istante, la forma più vicina possibile a quella
ottimale. Allo specchio secondario è stata, invece, applicata la tecnica dell'"ottica adattiva", il cui scopo è quello di
correggere eventuali difetti dell'immagine, provocati dalla turbolenza atmosferica (fenomeno del seeing).
La parte superiore ruotante, cioè la cupola, non ha forma sferoidale ma cilindrica, e raggiunge un'apertura massima
di 9,50 metri. Tale apertura si estende fino alla parte posteriore della struttura esterna, in modo tale da rendere
possibile il passaggio di una leggera corrente d'aria (eventualmente rinforzata da ventole laterali) con lo scopo di
riequilibrare rapidamente la temperatura tra l'interno della cupola e l'esterno, ed eliminare l'aria calda che si crea in
prossimità dello specchio principale, possibile fonte di turbolenza atmosferica.
Con questa puntata terminiamo il nostro fantastico viaggio. Ringrazio quanti hanno avuto la bontà e la pazienza di
seguirmi su questi fogli.
Cieli sereni a tutti!!!
ASTRONEWS
di Luca Monzo
XO-1 (fonte UAI News): un team
internazionale composto sia da
astronomi professionisti che da
dilettanti ha scoperto un probabile
esopianeta delle dimensioni di Giove
orbitante attorno ad una stella
appartenete alla Corona Boreale e
distante 600 anni luce. Per effettuare
il
rinvenimento
del
pianeta
extrasolare è stata utilizzata una
strumentazione
relativamente
semplice battezzata “XO Telescope”.
Questa è rappresentata da un “super
binocolo” formato da una coppia di
teleobiettivi da 200 mm posti sulla
vetta del vulcano Haleakelala (isole
Hawaii). Tramite questo strumento
il team ha potuto osservare decine di
migliaia di stelle, cercando di
individuare nelle loro variazioni di
luminosità la presenza di un pianeta
in transito davanti ad esse. Una di
queste stelle, la “XO – 1”, è stata
individuata
come
potenziale
candidata nel giugno 2005, ed è stata
osservata fino al mese successivo. Il
transito del presunto pianeta, (XO 1b) causa in particolare una
variazione di luminosità della stella
del 2% circa, con un periodo di 4
giorni e questo ha permesso agli
astronomi di effettuare la scoperta. I
successivi studi presso il “McDonald
Observatory” dell'Università del
Texas hanno poi consentito di
stimare una massa del pianeta pari a
0.9 in rapporto a quella di Giove.
“ISO-CHA II 13” (fonte UAI
News): Un gruppo internazionale di
astrofisici, capitanato da ricercatori
dell’INAF (Istituto Nazionale di
AstroFisica) e del Dipartimento di
Fisica e Astronomia dell’Università
di Catania, ha individuato una stella
nana denominata ISO-CHA II 13,
situata dentro una regione ricca di
polveri e gas, nella costellazione del
Camaleonte, e distante circa 580 anni
luce. Questa nana bruna è circondata
da un disco di polveri. La scoperta è
stata ottenuta combinando le
osservazioni condotte mediante i
telescopi
dell’ESO
(European
Southern Observatory) con i dati di
catalogo e le osservazioni del
satellite astronomico infrarosso
“Spitzer”. L’esistenza di un disco di
polveri attorno a questa nana bruna è
importante perché la sua presenza è
legata alla formazione delle stelle e
di oggetti di natura planetaria.
Un’altra caratteristica di questo
oggetto è che esso presenta anche
delle condizioni fisiche simili a
quelle dei pianeti giganti come Giove
oltre a quelle tipiche delle stelle.
Sotto, immagini realizzate dai soci
L.Monzo (particolare immagine di
Saturno e i suoi satelliti),
M.Gonano,
V.Gonano
e
F.Zucchetto
(immagini
della
Sn2006cf e della cometa WT42)