COMITATO DI REDAZIONE: REDAZIONE DEL NEWSLETTER: Mario Gonano [email protected] P.le G.Miani, 133047 REMANZACCO (UD) Tel: +39 0432 668 176 GIUGNO 2006 N.72 IL TUO NEGOZIO DI FIDUCIA Strada statale 13, numero 145/11 CAMPOFORMIDO (UD) Tel 0432/ 652609 ASSOCIAZIONE FRIULANA DI ASTRONOMIA E METEOROLOGIA EDITORIALE Recentemente ho avuto modo di partecipare al congresso del MACE (“Meeting on Asteroids and Comets in Europe”) ospitato presso l’ottocentesco “Kuffner Observatory” di Vienna (http://www.minorplanets.org/). Si e’ trattato di una conferenza internazionale, alla quale hanno partecipato una settantina di ricercatori (professionisti ed amatori) provenienti da tutto il mondo. L’argomento delle relazioni, com’e’ facilmente intuibile dal titolo del congresso, riguardava lo studio degli asteroidi e delle comete in vari ambiti (misura e calcolo delle orbite, variazioni di splendore, storia, ecc.). Fino ad una decina di anni fa, la ricerca dei piccoli corpi del Sistema Solare e’ stato un settore in cui gli astrofili avevano un ruolo importante, poiché con i loro mezzi anche modesti, potevano dedicare un gran numero di notti allo studio di tali oggetti, che venivano “snobbati” dalla maggioranza degli astronomi professionisti. Poi, com’e’ noto, le cose sono cambiate con l’avvento delle grandi survey professionali (LINEAR, NEAT, LONEOS, solo per citare le principali) che scandagliano tutto il cielo in maniera automatizzata. Dalle discussioni che ho sentito a Vienna, ho la netta impressione che, dopo alcuni anni di sbandamento, gli astrofili si stiano riorganizzando, mettendo a frutto le loro competenze per alcuni studi di “nicchia”, come la fotometria degli asteroidi, o la ricerca di nuovi pianetini con modalità alternative ai professionisti (per esempio, impostando le proprie ricerche in Sopra, immagine dei partecipanti al MACE (Meeting on Asteroids and Comets in Europe) svoltosi presso il Kuffner Observatory di Vienna magnitudine limite, piuttosto che in superficie celeste coperta). Tuttavia le prospettive per il futuro non sono affatto rosee: si prevede infatti che nel giro di pochi anni i professionisti inaugureranno dei nuovi telescopi automatizzati da 4 ed 8 metri di diametro, che probabilmente scopriranno la maggior parte degli asteroidi e delle comete (ma anche le stelle variabili, le galassie e quant’altro resta da scoprire) fino alla magnitudine 23! Stando così le cose, e’ chiaro che per i dilettanti interessati ad uno studio scientifico del cielo, diventerà sempre più problematico poter trovare un ambito in cui il proprio contributo possa risultare utile ed innovativo. Tutto finito dunque? Forse no: non dimentichiamo infatti che i grandi progetti di studio professionali non riescono a sfruttare completamente la CALENDARIO DELLE ATTIVITA’ GIOVEDI’ 1 GIUGNO ORE 21:15 Serata osservativa pubblica (Festa fine anno scolastico delle scuole di Remanzacco) presso l’osservatorio. In caso di maltempo la manifestazione si terrà l‘8 Giugno. VENERDI’ 9 GIUGNO ORE 21:15 Conferenza pubblica di G.De Donà su: “Influenze lunari sulla Terra” presso la sede di Remanzacco. VENERDI’23 GIUGNO ORE 21 Spedizione osservativa itinerante, ritrovo presso la sede di Remanzacco e scelta del luogo dove compiere le osservazioni. gran mole di dati che essi stessi producono. Questo non avviene oggi, e tanto meno potrà avvenire fra 5 o 10 anni, quando ogni notte un singolo telescopio produrrà Terabite di dati: il collo di bottiglia resta sempre il bipede che questi dati deve interpretare, non la macchina che ne produce a volontà. Così gli astrofili che dispongono della preparazione e della buona volontà necessarie, possono utilizzare per le loro ricerche lo stesso materiale raccolto dai professionisti, che viene spesso messo pubblicamente a disposizione tramite la rete Internet. Un appassionato potrà collegarsi da casa alla banca dati di un certo osservatorio professionale, scaricare le immagini ed analizzarle alla ricerca di qualche fenomeno interessante in pigiama e pantofole. Certo, in tal modo cambierà in maniera drastica anche la figura dell’astronomo dilettante, che probabilmente diventerà sempre più un animale da scrivania, piuttosto che da telescopio. Ma che ci volete fare? Questa e’ l’evoluzione della ricerca scientifica, e se volete essere competitivi (anche a livello amatoriale) dovete adattarvi o lasciar perdere (naturalmente tutto questo discorso non tocca minimamente l’altro aspetto della nostra passione, quello che si estrinseca nell’osservazione contemplativa del cielo per puro piacere personale. Per l’astrofilo che si dedica a tale genere di osservazioni nulla cambierà , a parte la fastidiosa crescita dell’inquinamento luminoso). Di queste cose si filosofava un po’ sconsolati assieme agli altri amici astrofili nelle “Biergarten” viennesi le sere del congresso. Ci siamo salutati con un senso di sconforto, che nemmeno gli ottimi “schnapps” austriaci sono riusciti ad alleviare del tutto. Chissà, forse stiamo davvero vivendo la fine di un’epoca… Il Presidente Giovanni Sostero DIVULGAZIONE di Claudio Cecotti La revisione del modo di intendere il rapporto fra realtà e scienza emersa dal pensiero dei filosofi e dagli scienziati del tardo Rinascimento, e fra questi ricordiamo per la sua completezza di pensiero Galileo Galilei, aprì la strada, come abbiamo avuto modo di dire, ad una serie di nuove relazioni e di nuovi sviluppi. Innanzitutto la rinnovata spinta alla sperimentazione portò ad indagini in campi diversi che erano stati a lungo estranei alla sperimentazione in quanto ritenuti ormai noti nel quadro della concezione aristotelica. Questo vale per le ricerche sui moti dei gravi che, oltre a portare alla prima idea del principio di inerzia, aprirono la porta alla legge di gravitazione universale ed a quanto ne consegue. Ma anche la fisica dei fluidi ebbe nuovo impulso, soprattutto se teniamo conto che il massimo punto di arrivo in questo campo era stato il principio di Archimede. Elemento determinante di questa accelerazione nella ricerca e nello sviluppo di nuove idee e relazioni del mondo fisico e contemporaneamente oggetto di rinnovato studio e progresso fu la matematica. Ad essa Galileo affidò la chiave di interpretazione del mondo fisico, infatti egli vide la natura come un libro scritto da Dio in caratteri matematici ed è ovvia a questo punto la necessità di conoscere al meglio la lingua che utilizza tali simboli. La matematica del Rinascimento era l’erede di quella uscita dall’introduzione del sistema numerico indo - arabico da parte di Leonardo Pisano (1180? - 1250), altrimenti noto come Fibonacci (cioè figlio di tal Bonaccio). Il Liber Abaci di Fibonacci, che non vi trattò dell’uso dell’abaco (strumento di calcolo manuale precursore dei moderni pallottolieri talvolta usati dai bambini), fu la chiave di volta della nuova costruzione dell’aritmetica e, quindi, dell’algebra. Fibonacci non spiegò solo il sistema numerico ma anche gli algoritmi di calcolo che aveva appreso nei suoi viaggi nell’Africa settentrionale e negli studi condotti sotto la guida di un insegnante egiziano. Bonaccio, il padre del nostro innovatore, era un mercante con interessi commerciali che si estendevano nell’area nordafricana ed il figlio ebbe modo di verificare la praticità e la superiorità dei nuovi metodi matematici in uso in quell’area geografica. Ad onor del vero va detto che la fortuna di Fibonacci (e, di conseguenza, anche degli studiosi del tempo) fu proprio quella di essere inserito nel settore mercantile, un settore cioè che puntava, come del resto anche oggi punta, sia ai guadagni che alla praticità degli strumenti necessari alle valutazioni di natura commerciale. È evidente la funzione pratica rivestita in questo campo dal calcolo matematico più elementare. Per contro è noto che il mondo accademico, per usare un termine moderno, aveva dimostrato una certa resistenza nell’abbandonare le vecchie metodologie, sia sulla sponda meridionale che su quella settentrionale del Mediterraneo. Questa fondamentalmente è la ragione per cui l’opera di Fibonacci non trovò quella risonanza che noi oggi riteniamo dovuta anche alla luce degli sviluppi successivi. Vale la pena di evidenziare come nel suo trattato, edito prima 1202 e poi nel 1228, Fibonacci fece uso della barretta orizzontale delle frazioni, simbolo che oggi noi vediamo essenziale ed insostituibile nella rappresentazione dei numeri frazionari e che si affermò nell’uso generale oltre trecento anni dopo. Un segnale della scarsa accoglienza del lavoro di Fibonacci nel mondo accademico è senz’altro il fatto che la sua prima edizione a stampa si ebbe solo nel 19° secolo, quando cioè la sua funzione era ormai superata da ben altri sviluppi ed i suoi metodi erano stati ormai metabolizzati e rielaborati con formalismi più moderni e simbologie più efficaci. Comunque va detto che le critiche sulla forma usata da Fibonacci nella sua trattazione si sprecano, è infatti universalmente riconosciuto che talvolta i suoi ragionamenti risultano tortuosi ed inutilmente complicati, sembra quasi che usi lo stile retorico e, per certi versi, stressante per la sua ridondanza tipica dei trattati di lingua araba. Ma il XIII secolo non fu solo il momento dell’introduzione in Occidente del nuovo sistema numerico, anche altre numerose opere di lingua araba furono acquisite dalla cultura europea attraverso le traduzioni che via via venivano eseguite nell’area in cui i due mondi, occidentale ed orientale, erano a diretto contatto: la Spagna, ed in particolare a Toledo. Inoltre il confronto con le elaborazioni sviluppate dai matematici islamici vennero comparate con le eredità di epoca greca e da tale comparazione nacque un’ulteriore spinta all’approfondimento degli studi nel campo della geometria. Gli sviluppi che ne trasse lo studio della geometria, sia per l’apporto del mondo islamico che per la rivisitazione degli argomenti già noti in Occidente, furono altrettanto importanti per l’interpretazione dei fenomeni fisici quanto lo furono quelli dell’aritmetica e degli algoritmi di calcolo. Alla luce di queste considerazioni si può ben comprendere la rinnovata fiducia nella matematica espressa da Galilei, egli vedeva in essa un linguaggio duttile, ricco di possibilità e, soprattutto adeguato alle nuove frontiere che andava esplorando. Il mio indirizzo e-mail è: [email protected]. dall’università degli studi di Milano, il sito e’in lingua italiana ( fonte rivista Le stelle). Il terzo ed ultimo sito è: www.eso.org/projects/owl/ è il sito dedicato ad un progetto di costruzione di un telescopio grandissimo dal diametro tra i 30 e 60 metri . Che sia una chimera ? Sembrerebbe di no, anzi ci sono forti possibilità che entro qualche anno possa partire questo colosso. Potete solo immaginare quali ricadute scientifiche possano scaturire da questo tipo di strumentazione. E’ in lingua inglese (fonte rivista Coelum). Per questo mese è tutto ci rivedremo il prossimo. \ VITA DI ASSOCIAZIONE Di Giovanni Sostero sopra, immagine di Giove ripresa da Federico Zontone da Grenoble SITI INTERNET di Virgilio Gonano. Ben trovati al nostro consueto appuntamento con questa rubrica. Come al solito vi proporrò tre siti internet che parleranno di astronomia Il primo sito che vi espongo è http://www.cfa.harvard.edu/cfa/ps/ic q.html questa è la pagina web dell’International Comet Quaterly , che fa parte dell’Unione astronomica internazionale. Qui potrete trovare informazioni aggiornate sulle comete : dalle stime di magnitudine fino alle effemeridi di questi oggetti . Inoltre ci sono anche osservazioni da parte del nostro osservatorio e soci. La lingua usata è l’inglese. Il secondo sito è http://www.brera.unimi.it/museo/ Esso rappresenta il sito del museo Astronomico di Brera. E’ gestito Ecco il tradizionale resoconto dell’attività svolta dall’AFAM nelle ultime settimane. Il 5 Maggio si e’ tenuta una conferenza pubblica sull’eclissi totale di Sole dello scorso 29 Marzo; i soci Dina Lasaponara, Fabrizio Lavezzi ed Esther Dembitzer hanno illustrato con un ricco corredo di immagini le loro esperienze osservative e turistiche in Turchia ed Egitto. Il 19 Maggio e’ stata la volta dello scrivente, che ha tenuto una relazione sulla cometa 73P/Schwassmann-Wachmann. Sempre a proposito di attività didattica, segnalo che la sera del 4 Maggio si e’ svolta la serata osservativa pubblica, a cui ha partecipato anche un gruppo dell’Università della terza Età di Rivignano, dove il nostro Guido D’Andrea tiene un corso di astronomia. Il 20 Maggio ci ha fatto visita una scolaresca proveniente dal Convitto Nazionale Paolo Diacono di Cividale. La divulgazione e’ proseguita sulla stampa, sia tramite la pubblicazione della nostra rubrica quindicinale sul quotidiano Messaggero Veneto (a cura di Esther Dembitzer) sia tramite le riviste, che hanno dato ampio spazio alle foto realizzate dai nostri soci (sopratutto per quanto concerne la cometa 73P e la nova ricorrente RS Ophiuchi). Si sono svolte varie spedizioni osservative in montagna, in particolare nella località di Subit; in tali occasioni i nostri soci hanno potuto fare delle belle osservazioni degli oggetti celesti, oltre che testare le potenzialità offerte da vari tipi di strumenti (un plauso a Mario Gonano, Federico Zucchetto e Bruno Bombardier che si sono fatti promotori di queste iniziative). E’ interessante notare come tale località (che si trova a solo mezz’ora di macchina da Udine) riservi spesso delle nottate di buon seeing, che ci hanno permesso di osservare al meglio sia Saturno che Giove. Segnalo che il nostro socio Claudio Cecotti e’ stato chiamato anche quest’anno a far parte della giuria che premierà le meridiane più belle di Ajello del Friuli (“Festa delle Meridiane” del 27 e 28 Maggio). Nel mese di Maggio le condizioni meteorologiche avverse ci hanno impedito di poter svolgere al meglio l’attività osservativa dalla nostra specola di Remanzacco. Per fortuna possiamo contare anche sulla disponibilità di strumenti dislocati in località alternative; così la ricerca e’ potuta proseguire sfruttando in particolare i telescopi robotici del New Mexico (grazie al socio Ernesto Guido). E’ stato così possibile documentare in modo splendido l’evoluzione dei frammenti “B” e “C” della cometa 73P, oltre che fare alcune misure fotometriche della RS Oph; di quest’ultima, sono state pubblicate numerose nostre misure sulla circolare CBET Nr.502 del 4 Maggio scorso, edita dall’ Unione Astronomica Internazionale, mentre la rivista statunitense “Sky & Telescope” pubblica una foto di RS Oph ottenuta da Ernesto Guido e dello scrivente sul suo numero di Giugno 2006. Mario e Virgilio Gonano, con la collaborazione di Antonio Lepardo, hanno ottenuto varie immagini di supernovae ed asteroidi nel corso delle poche notti serene disponibili a Remanzacco; Virgilio Gonano, grazie all’aiuto di Ernesto Guido, ha continuato ad inviare l’astrometria di asteroidi e comete al Minor Planet Center, che ha pubblicato a più riprese i dati dell’AFAM sulle sue circolari. Ernesto Guido, Sara Garzia e lo scrivente hanno partecipato al congresso “Meeting on Asteroids and Comets in Europe”, che si e’ tenuto a Vienna dal 12 al 14 Maggio scorso. In tale occasione abbiamo presentato una relazione, anche a nome della Sezione Comete dell’UAI, sui lavori di fotometria cometaria che stiamo svolgendo ormai da diversi anni. Un doveroso ringraziamento va a Federico Zucchetto, Mario e Virgilio Gonano e Gaetano Bront per il loro lavoro di manutenzione presso il nostro osservatorio (il giardino non e’ mai stato così ben curato!). Il prossimo 1 Giugno (8 Giugno in caso di maltempo) si svolgerà la tradizionale festa di fine anno scolastico delle Scuole di Remanzacco: in tale occasione apriremo l’osservatorio per accogliere i nostri piccoli ospiti ed i loro accompagnatori (la manifestazione e’ organizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Remanzacco, le locali Scuole Medie e l’istituto Comprensivo di Scuola Materna, Elementare e Media di Premariacco). Vi ricordo che la prossima conferenza del 9 Giugno chiuderà la prima tornata di conferenze per il 2006; riprenderemo le riunioni quindicinali del venerdì sera col mese di settembre. Chi lo desidera, può continuare ad incontrarci ogni sabato pomeriggio presso l’osservatorio, dalle 15 alle 17 circa; in tali occasione ci si trova a chiacchierare in amicizia di astronomia e strumenti (vi si può partecipare liberamente); la sede e la biblioteca sono aperte. Durante il periodo estivo abbiamo deciso di intensificare le spedizioni osservative in montagna. Se vi interessa partecipare, comunicateci un vostro recapito telefonico per essere contattati, e’ l’occasione migliore per poter imparare ad osservare gli oggetti celesti grazie all’aiuto di altri astrofili esperti. Tra Giugno ed Agosto l’attività divulgativa proseguirà con la nostra partecipazione a varie manifestazioni pubbliche dedicate all’osservazione del cielo (Manzano, Udine, Remanzacco, Montemaggiore, Ravascletto). Infine una buona notizia: i lavori per la costruzione del nuovo osservatorio astronomico sul Monte Matajur sono finalmente iniziati, e l’impresa conta di terminare gli stessi entro l’inizio del prossimo autunno: speriamo di poter mangiare le caldarroste dentro la nuova struttura! Sotto, immagine del frammento “B” della cometa 73P ripreso da G.Sostero ed E.Guido in remoto dal New Mexico durante una fase di outburst LO CHEF CONSIGLIA…. di Vincenzo Santini QUATTRO CHIACCHERE INTORNO ALL’OTTICA ASTRONOMICA ultima parte Concludiamo la nostra chiacchierata intorno all’ottica astronomica. In questa ultima puntata parleremo del VLT. IL VLT Il VLT è attualmente l’insieme di telescopi più all’avanguardia. Il VLT fa parte dell’European Southern Observatory (ESO), la maggiore organizzazione astronomica europea. VLT sta per VERY LARGE TELESCOPE (tradotto suona come telescopio molto grande). Consta, in realtà, di ben 4 telescopi ottici separati costruiti però vicini. Ognuno dei quattro strumenti è un grande telescopio riflettore dotato di uno specchio primario monolitico di ben 8,2 metri di diametro. Il VLT si trova in cima al Cerro Paranal (2.635 metri), una montagna sita nel deserto di Acatama, Cile. Ovviamente la scelta del sito, come per la maggior parte degli osservatori mondiali, è stato scelto per la sua secchezza (sul Paranal non è mai piovuto a memoria d'uomo), l'abbondanza di notti serene, la quota elevata e lontananza da fonti di inquinamento luminoso. Il VLT consiste di un gruppo di quattro grandi telescopi, e di un interferometro che sarà usato per le osservazioni con risoluzione più alta. I telescopi sono stati chiamati con i nomi di alcuni oggetti astronomici nella lingua locale: Antu (il Sole), Kueyen (la Luna), Melipal (la Croce del Sud), e Yepun (Venere). Il grande specchio da 8,2 metri, mantenuto in posizione dall'ottica attiva è aiutato da un sistema di ottica adattiva, che permette di eliminare la già poca aberrazione introdotta dall'atmosfera sopra il Cerro Paranal. Nel modo interferometrico (detto VLTI), i quattro telescopi forniscono la stessa capacità di raccolta di luce di un singolo specchio di 16 metri di diametro, rendendoli lo strumento ottico più grande del mondo. La risoluzione, in questo modo osservativo, è invece pari ad uno specchio che abbia un diametro pari alla distanza tra i telescopi (circa 100 metri). Il VLTI ha come obbiettivo una risoluzione angolare di 0,001 arcsec ad una lunghezza d’onda di 1 micron, nel vicino infrarosso. È un angolo equivalente a risolvere un oggetto grande 2 metri alla distanza dalla Luna. L'inseguimento degli oggetti astronomici è gestito da un computer che pilota il movimento attorno ai due assi. La montatura del telescopio regge lo specchio primario, il secondario e tutti gli strumenti posti nel fuoco Cassegrain, per un peso complessivo di 430 tonnellate. Per evitare la deformazione dello specchio si è ricorsi alla tecnica dell' "ottica attiva": il principio è quello di utilizzare dei dispositivi (gli attuatori) applicati sulla parete posteriore dello specchio, in grado di effettuare spostamenti nanometrici per far assumere allo specchio, in ogni istante, la forma più vicina possibile a quella ottimale. Allo specchio secondario è stata, invece, applicata la tecnica dell'"ottica adattiva", il cui scopo è quello di correggere eventuali difetti dell'immagine, provocati dalla turbolenza atmosferica (fenomeno del seeing). La parte superiore ruotante, cioè la cupola, non ha forma sferoidale ma cilindrica, e raggiunge un'apertura massima di 9,50 metri. Tale apertura si estende fino alla parte posteriore della struttura esterna, in modo tale da rendere possibile il passaggio di una leggera corrente d'aria (eventualmente rinforzata da ventole laterali) con lo scopo di riequilibrare rapidamente la temperatura tra l'interno della cupola e l'esterno, ed eliminare l'aria calda che si crea in prossimità dello specchio principale, possibile fonte di turbolenza atmosferica. Con questa puntata terminiamo il nostro fantastico viaggio. Ringrazio quanti hanno avuto la bontà e la pazienza di seguirmi su questi fogli. Cieli sereni a tutti!!! ASTRONEWS di Luca Monzo XO-1 (fonte UAI News): un team internazionale composto sia da astronomi professionisti che da dilettanti ha scoperto un probabile esopianeta delle dimensioni di Giove orbitante attorno ad una stella appartenete alla Corona Boreale e distante 600 anni luce. Per effettuare il rinvenimento del pianeta extrasolare è stata utilizzata una strumentazione relativamente semplice battezzata “XO Telescope”. Questa è rappresentata da un “super binocolo” formato da una coppia di teleobiettivi da 200 mm posti sulla vetta del vulcano Haleakelala (isole Hawaii). Tramite questo strumento il team ha potuto osservare decine di migliaia di stelle, cercando di individuare nelle loro variazioni di luminosità la presenza di un pianeta in transito davanti ad esse. Una di queste stelle, la “XO – 1”, è stata individuata come potenziale candidata nel giugno 2005, ed è stata osservata fino al mese successivo. Il transito del presunto pianeta, (XO 1b) causa in particolare una variazione di luminosità della stella del 2% circa, con un periodo di 4 giorni e questo ha permesso agli astronomi di effettuare la scoperta. I successivi studi presso il “McDonald Observatory” dell'Università del Texas hanno poi consentito di stimare una massa del pianeta pari a 0.9 in rapporto a quella di Giove. “ISO-CHA II 13” (fonte UAI News): Un gruppo internazionale di astrofisici, capitanato da ricercatori dell’INAF (Istituto Nazionale di AstroFisica) e del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, ha individuato una stella nana denominata ISO-CHA II 13, situata dentro una regione ricca di polveri e gas, nella costellazione del Camaleonte, e distante circa 580 anni luce. Questa nana bruna è circondata da un disco di polveri. La scoperta è stata ottenuta combinando le osservazioni condotte mediante i telescopi dell’ESO (European Southern Observatory) con i dati di catalogo e le osservazioni del satellite astronomico infrarosso “Spitzer”. L’esistenza di un disco di polveri attorno a questa nana bruna è importante perché la sua presenza è legata alla formazione delle stelle e di oggetti di natura planetaria. Un’altra caratteristica di questo oggetto è che esso presenta anche delle condizioni fisiche simili a quelle dei pianeti giganti come Giove oltre a quelle tipiche delle stelle. Sotto, immagini realizzate dai soci L.Monzo (particolare immagine di Saturno e i suoi satelliti), M.Gonano, V.Gonano e F.Zucchetto (immagini della Sn2006cf e della cometa WT42)