Ouverture - Zanichelli online per la scuola

ouverture
unità 1
il feudalesimo e la nascita dell’europa
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Classe
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sintesi dell’unità 1
01
1.1 Le radici dell’Europa
Il Medioevo si divide in Alto Medioevo, dal 476, anno della fine dell’Impero romano d’occidente, al
1000, e in Basso Medioevo, dal 1001 al 1492, anno della scoperta dell’America. Nel corso dell’Alto
Medioevo le migrazioni-invasioni barbariche distrussero la civiltà greco-latina, in cui erano nati
l’individualismo e la democrazia. Nell’Alto Medioevo però, grazie all’incontro tra le popolazioni
germaniche e quelle che erano appartenute all’Impero romano, nacque anche il feudalesimo, che
non è più considerato un’epoca di barbarie e di oscurantismo. Nel Medioevo, infatti, tra i sovrani e i
vassalli loro sudditi e tra i vassalli e i contadini, si affermarono rapporti che non erano soltanto di
subordinazione, ma anche di reciprocità, per l’esistenza di obblighi reciproci. Proprio questa reciprocità favorì in seguito, dopo la fine del feudalesimo, lo sviluppo dell’individualismo, premessa necessaria della democrazia.
1.2Il feudalesimo
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Sintesi
La società feudale si reggeva sul rapporto personale stabilito tra il signore e il vassallo: un rapporto
di dipendenza che dava alla società feudale la struttura di una piramide, alla cui sommità c’era il re.
Nel Medioevo, oltre che con quella della piramide, la società feudale fu raffigurata anche con un’altra immagine: quella della tripartizione, che la considerava divisa in oratores (gli ecclesiastici), bellatores (i guerrieri) e laboratores (i contadini).
1.3L’Impero carolingio e la renovatio imperii
Il regno dei franchi agli inizi fu debole, perché i sovrani regnavano attraverso i loro ministri (maggiordomi o maestri di palazzo), che detenevano il potere. Nel 751 uno di questi, Pipino III il Breve,
assunse il titolo di re, deponendo l’ultimo sovrano dell’antica dinastia dei Merovingi. Carlo, figlio di
Pipino III il Breve, dopo avere sconfitto i longobardi, nell’800 si proclamò imperatore del Sacro romano impero. Il potere di questo sovrano, chiamato poi Carlo Magno, fu legittimato dall’incoronazione effettuata dal pontefice Leone III e si fondò sulla struttura feudale del regno. Carlo Magno e i
suoi successori divisero il territorio dell’Impero in contee e marche e vincolarono a sé i vassalli con
un giuramento di fedeltà.
L’Impero carolingio era considerato, secondo la consuetudine dei franchi, patrimonio personale
del sovrano. Per questo motivo alla morte di Carlo Magno fu diviso tra i suoi eredi. Nacquero così le
grandi monarchie nazionali di Francia e Germania. Gli imperatori e re di Germania Ottone I e
Ottone III cercarono di restaurare il prestigio imperiale (renovatio imperii), ma senza riuscirvi: con
loro il Sacro romano impero si trasformò in Sacro romano impero della nazione tedesca.
1.4Lo Stato della Chiesa e le monarchie nazionali
L’Impero costituiva uno dei due poteri universali. L’altro era costituito dalla Chiesa. Il pontefice,
vescovo di Roma, accanto a quello spirituale esercitava anche il potere temporale, grazie alle donazioni di territori ricevute dai longobardi e dai franchi. Nel 1059 fu stabilito che il papa, eletto in un
primo tempo dal clero e dal popolo romano, influenzato dai nobili, fosse eletto da un collegio di
cardinali.
Nei secoli XI e XII le monarchie nazionali iniziarono ad assumere un potere autonomo, svincolandosi dagli obblighi nei confronti dell’imperatore. Nel 1066 in Inghilterra si stabilì una dinastia
normanna, a opera di Guglielmo I il Conquistatore, che tenne poi a freno i nobili con l’istituzione
degli sceriffi. Anche i sovrani francesi mirarono a limitare il potere dei nobili, favorendo lo sviluppo
della borghesia cittadina. Luigi IX fu ritenuto un re taumaturgo, in grado di guarire i malati toccandoli con le mani: la stessa capacità fu riconosciuta anche agli altri sovrani francesi e a quelli inglesi.
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unità 2
città e campagna nel Basso Medioevo
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Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sintesi dell’unità 2
2.1Le campagne
Dopo l’anno Mille la popolazione italiana ed europea aumentò costantemente fino al 1347, quando
una terribile pestilenza arrestò la crescita demografica. Per sostenere questa crescita fu necessario
incrementare la produzione di cereali. L’incremento fu ottenuto in due modi: con l’aumento delle
superfici coltivate, realizzato grazie ai diboscamenti e alle bonifiche, e con l’accrescimento della
produttività, conseguita con la rotazione triennale.
2.2Lo sviluppo delle città
Nel Basso Medioevo si verificò un’imponente crescita urbana, dovuta anche all’immigrazione dei
contadini. Lo sviluppo delle attività artigianali consentì la trasformazione delle città da centri di
consumo in centri di produzione. Su un piano più generale però l’economia rimase essenzialmente
agricola anche nel Basso Medioevo.
2.4Le città marinare e i comuni
Nelle città le borghesie conquistarono la libertà. Le prime a liberarsi dai signori furono le città marinare: Lubecca e Amburgo, che in seguito formarono la Lega anseatica, in Germania, Gand e Bruges nelle Fiandre. In Italia fiorirono le città marinare di Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, che lottarono a lungo tra loro per ottenere il predominio nel Mediterraneo. Esse si arricchirono soprattutto col
commercio marittimo e crearono in Oriente numerosi empori. Il predominio nel commercio mediterraneo fu esercitato prima da Amalfi e poi, man mano che le loro flotte si rafforzavano, da Pisa,
Genova e infine da Venezia.
In Italia i comuni costituirono le libere istituzioni cittadine. Erano retti da consoli, eletti dall’assemblea popolare chiamata arengo, e all’inizio ebbero un carattere democratico, ma in seguito ne
assunsero uno popolare, perché i mercanti, alleatisi con gli altri strati popolari, riuscirono a prevalere sui nobili. Quando le tensioni tra i diversi gruppi cittadini diventarono troppo forti, al posto dei
consoli furono scelti dei podestà che, provenendo da altre città, non erano legati a quei gruppi.
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Sintesi
A fondamento della rinascita economica nel Basso Medioevo fu lo sviluppo economico, che poté
essere realizzato anche grazie all’attività artigianale e finanziaria. I mercanti vendevano in altre città e regioni le merci prodotte dagli artigiani e, per evitare di portare denaro con sé, utilizzavano le
lettere di credito, con cui i banchieri di un centro urbano facevano mettere a loro disposizione delle
somme dai banchieri di altri centri urbani. Mercanti, artigiani e banchieri costituirono la borghesia
medievale. La crescita economica delle città le spinse a cercare anche la libertà politica.
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2.3 Commercio, artigianato, banche
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unità 3
guerre e conflitti politici e religiosi
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3.1Le conquiste degli arabi e la riscossa dei cristiani
Maometto trasformò gli arabi in un popolo di guerrieri, che, sotto la guida dei califfi, i suoi successori, conquistarono parte dell’Asia sud-occidentale e l’Africa settentrionale, diffondendovi la religione islamica. L’islamismo era tollerante verso le religioni monoteiste, cristianesimo ed ebraismo, ma
non verso i politeisti e gli atei. Era una religione che non si basava sull’autorità delle istituzioni, ma
su quella del Corano. Alle popolazioni conquistate vennero imposte la religione islamica e la lingua
araba, che divennero elementi unificanti della civiltà islamica. Gli arabi sbarcarono in Sicilia, sottraendola lentamente ai bizantini, e penetrarono in Spagna, occupando la maggior parte della penisola
iberica: nel 732 furono fermati sui Pirenei da Carlo Martello, nella battaglia di Poitiers.
Nell’XI secolo iniziò la controffensiva dei cristiani. I normanni tolsero la Sicilia agli arabi, mentre i sovrani di alcuni regni spagnoli, che avevano resistito all’espansione islamica, riconquistarono
gran parte della penisola iberica. Nel 1095, durante un concilio che si teneva a Clermont, il papa
Urbano II proclamò la prima crociata, cioè la guerra santa cristiana contro gli «infedeli», per liberare il Santo Sepolcro e Gerusalemme. Per contenere la controffensiva dei musulmani furono necessarie altre sette crociate.
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Sintesi
3.2 Le lotte tra l’Impero e la Chiesa
Il Medioevo fu segnato dal conflitto tra il potere spirituale dei pontefici e quello temporale degli
imperatori, che riguardava soprattutto la questione delle «investiture», su chi dovesse concedere
l’investitura ai vescovi-conti. La posizione della Chiesa venne espressa nel 1075 da Gregorio VII in
un documento, il Dictatus Papae, con il quale si affermava la superiorità del potere della Chiesa su
quello dell’imperatore, come unico potere universale. Nel 1122 fu raggiunto un compromesso con il
concordato di Worms: l’autorità dell’imperatore in materia di investiture venne riconosciuta solo in
Germania e non nel resto dell’Impero. Quando Federico I, chiamato dagli italiani Barbarossa, riprese in Germania il tentativo di Ottone I e di Ottone III di dare all’Impero una funzione universale, lo
scontro con la Chiesa si riaprì. Contro l’imperatore si schierarono anche molti comuni dell’Italia
settentrionale, riuniti prima nella Lega veronese, poi nella Lega cremonese e infine nella Lega Lombarda, che nel 1176 sconfisse l’esercito imperiale a Legnano. Con la pace di Costanza vennero riconosciute le autonomie comunali.
3.3La conclusione del conflitto tra l’Impero e la Chiesa
Il figlio di Federico I, Enrico VI, lottò contro papa Innocenzo III. Questi paragonava il papato al
sole e l’Impero alla luna e accettava la teoria delle «due spade», sostenendo che appartenevano
tutte e due alla Chiesa, sia quella che rappresentava il potere spirituale sia quella che rappresentava
il potere temporale: quest’ultima veniva ceduta all’imperatore dallo stesso pontefice. Innocenzo III
sembrò trionfare quando Enrico VI morì ed egli divenne tutore del figlio, il futuro Federico II di
Svevia. Ma anche tra Federico II e la Chiesa si verificarono conflitti. Lo scontro fu ancora più aspro
tra la monarchia nazionale francese e il papato. Esso iniziò quando il re di Francia Filippo IV il Bello, vanamente contrastato da papa Bonifacio VIII, cercò di limitare il potere della Chiesa. La lotta si
concluse con la sconfitta del papato: infatti, nel 1305, grazie all’appoggio di Filippo il Bello, venne
eletto pontefice un cardinale francese, Clemente V, che, nel 1309, trasferì la sede della curia pontificia ad Avignone, in Francia.
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unità 4
la visione del mondo
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4.1La visione cristiana del mondo nel Medioevo
Durante il Medioevo la visione cristiana del mondo esercitò l’egemonia culturale in Europa. Gli
uomini aspiravano alla Città celeste, contrapposta a quella terrena, e la loro vita era permeata dal
cristianesimo, sia sotto l’aspetto religioso sia sotto l’aspetto sociale e politico. Cambiò, però, la concezione cristiana dello spazio: nacque allora, infatti, la credenza nel Purgatorio, che diede vita a un
nuovo spazio, collocato tra l’Inferno e il Paradiso. Il tempo della storia del mondo fu considerato
ancora come una linea che andava dalla Creazione al Giudizio Universale.
Nel Medioevo il monachesimo svolse un’importante funzione religiosa e culturale. Il monachesimo cristiano nacque in Oriente nel terzo secolo e si divise in due tendenze: una, fondata da Colombano, ebbe il suo centro in Irlanda e fu caratterizzata dall’attività missionaria in diversi paesi; l’altra,
che ebbe il suo maggiore rappresentante in Benedetto da Norcia, fu connotata dalla preghiera e dal
lavoro. Le grandi abbazie e i monasteri che nacquero da questi ordini diventarono centri di vita religiosa e culturale (i monaci copiavano e conservavano le opere dell’antichità).
4.3La rinascita della cultura
Sul piano culturale i monasteri contribuirono in misura decisiva alla conservazione della cultura
classica. Durante il regno di Carlo Magno si verificò la cosiddetta «rinascita carolingia», ma un vero
rinnovamento culturale ci fu solo nelle città, prima con le scuole aperte presso le cattedrali e poi con
quelle create dai comuni. Nelle scuole cattedrali si formarono associazioni tra maestri e studenti,
chiamate universitates; la prima università fu fondata a Bologna e vi veniva insegnata la giurisprudenza. Nel Medioevo la cultura dominante fu quella della Chiesa: la cultura laica assunse grande rilievo solo nel campo giuridico. La scienza compì importanti passi avanti nello studio dell’ottica e del
moto dei corpi. Ruggero Bacone sostenne l’importanza dell’esperienza. Furono studiate le opere di
Aristotele, accolte con grande favore da alcuni e osteggiate invece da altri, perché considerate troppo lontane dal cristianesimo. Tommaso d’Aquino, autore della Summa theologiae, cercò di conciliare la filosofia di Aristotele con la rivelazione cristiana.
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Sintesi
L’ansia di rinnovamento della Chiesa portò in alcuni casi alla nascita delle eresie. La più importante
fu quella dei càtari: originari della penisola balcanica, si diffusero in Europa intorno all’anno Mille.
In Francia si stabilirono soprattutto in Provenza nella città di Albi, dove presero il nome di Albigesi.
I càtari non riconoscevano l’autorità della Chiesa e la validità dei sacramenti, rifiutavano il potere e
la ricchezza ed erano contrari alla guerra. Poiché negavano obbedienza alle autorità religiose e civili, nel 1209 Innocenzo III promosse contro gli Albigesi una crociata, che si concluse con una dura
repressione.
Un efficace strumento di repressione fu rappresentato dall’Inquisizione, istituita nel XIII secolo;
le autorità civili dovevano procedere alla repressione degli eretici, una volta che questi fossero stati
riconosciuti colpevoli nei tribunali ecclesiastici. La pena più severa era costituita dalla morte sul
rogo. L’ordine religioso dei domenicani, fondato da Domenico di Guzmáán, partecipò attivamente
all’Inquisizione.
I domenicani, grazie alla loro dottrina, ebbero un’importante funzione nel rinnovamento culturale della Chiesa. A questo rinnovamento contribuì in misura determinante l’ordine dei francescani,
fondato da Francesco d’Assisi. Francesco predicò la povertà e i suoi monaci vissero poveramente.
L’ordine ottenne nel 1210 l’approvazione dal papa Innocenzo III e alla morte di Francesco si divise
in spirituali, che volevano seguire rigidamente il modello da lui indicato, e conventuali, i quali intendevano invece mitigare il rigore di quel modello.
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4.2Le eresie e il rinnovamento della Chiesa