Alimentatore lineare stabilizzato da 13,8V 10A con integrato LM723 Premessa L’alimentatore stabilizzato è un dispositivo elettronico, in grado di fornire a un carico utilizzatore una tensione costante, sia rispetto alle variazioni di carico che alle variazioni di rete. Il nostro alimentatore stabilizzato, nonostante l’apparente semplicità costruttiva, riesce a fornire una tensione estremamente stabile, abbinata a un bassissimo livello di ondulazione residua (ripple); le performance del dispositivo rimangono costanti in qualsiasi condizione operativa. Il nostro alimentatore trova impiego in tutti i casi in cui è richiesta un’elevata stabilità della tensione d’uscita e un bassissimo livello di ripple. Il ripple è uno dei parametri che caratterizzano la qualità di un alimentatore: si tratta del rimanente residuo della componente alternata della rete elettrica, rettificata dai diodi e livellata dai condensatori di filtro. A questa piccola componente oscillatoria spuria possono aggiungersi disturbi, indotti dal carico o dovuti al funzionamento interno dell'alimentatore (presente soprattutto negli alimentatori a commutazione). Questo residuo è costituito da una lieve oscillazione della tensione di uscita avente, nel primo caso, andamento identico alla sinusoide di ingresso; in pratica questo piccolo disturbo si sovrappone alla tensione continua, fornita in uscita. Per usi generici, questa componente residua risulta ininfluente sulle prestazioni dei dispositivi elettronici alimentati; in alcuni casi invece, per esempio nel caso di circuiti operanti con bassi livelli di tensione o circuiti con elevato guadagno, come certi preamplificatori microfonici o amplificatori audio, un ripple relativamente alto può essere di disturbo, pregiudicando in modo notevole le performance del dispositivo. Per questa ragione i migliori alimentatori da laboratorio sono in tecnologia lineare, con un ripple garantito su tutto il range di tensione/corrente, contenuto entro pochi millivolt. Per abbattere il ripple esistono delle apposite configurazioni circuitali, che hanno un grado di reiezione del ripple, pari a ben 80dB: ciò significa che riescono a ridurre il ripple di uscita di 10.000 volte rispetto a quello di ingresso. La scelta di preferire l’alimentatore a commutazione nella maggior parte dei casi è dettata in parte da motivi di carattere economico, come si può notare infatti la quasi totalità delle industrie asiatiche, notoriamente divulgatrici della filosofia “low cost”, hanno sposato questo tipo di tecnologia. Analizzeremo adesso, in modo approfondito, i vantaggi e gli svantaggi dell’una e dell’altra tecnologia. Lineare e switching analisi di pregi e difetti di entrambi le tecnologie Uno dei motivi che ci spingono a preferire l’alimentatore lineare, risiede nel fatto che lo switching è nella maggior parte dei casi caratterizzato da un ripple elevato e dalla generazione di componenti 1 spurie ad alta frequenza, che in certi casi possono interferire nel funzionamento di alcune apparecchiature. Proprio per questo motivo gli alimentatori da laboratorio di elevata qualità usano la tecnologia lineare, garantendo un’ondulazione residua di pochi millivolt. Nell’alimentatore a commutazione invece il livello del ripple è compreso in un range, che va da circa 20 mV a circa 50 mV pp. Da quanto detto si evince che l’utilizzo degli alimentatori lineari risulta indispensabile nei casi in cui l’attenuazione dei disturbi risulti essere un elemento di primaria importanza: per esempio, in amplificatori audio, strumenti di misura, apparecchiature elettromedicali, sismografi e in tutti quei casi in cui ci si trova a operare con segnali di debole intensità, che quindi possono essere facilmente influenzabili da disturbi impulsivi. Tali disturbi, come precedentemente detto, si possono irradiare nell’etere o possono entrare nella rete elettrica, influenzando anche altri apparati ad essa connessi. Un altro svantaggio dell’alimentatore a commutazione risiede nella maggiore complessità circuitale; l’alimentatore a commutazione è dotato di una circuiteria molto più complessa, rispetto a quella di un’ alimentatore lineare. Naturalmente, oltre agli svantaggi menzionati, gli alimentatori a commutazione possiedono anche vari vantaggi: uno è rappresentato dal minore ingombro e peso a parità di potenza; e, dulcis in fundo, da un maggior rendimento, che quindi si “traduce” in una minore generazione di calore. In un’ alimentatore switching, di buona qualità il rendimento si aggira sull’ 80 – 90%, rispetto al 30 – 50 % degli alimentatori lineari. Dopo aver letto con attenzione queste brevi note, potremo decidere se la realizzazione e l’utilizzo dell’alimentatore proposto siano confacenti alle nostre esigenze e alle nostre necessità. Riepilogo di vantaggi e svantaggi dell’alimentatore lineare Principali svantaggi degli alimentatori lineari: - maggior peso rispetto all’alimentatore switching dovuto alla presenza del trasformatore maggior produzione di calore rispetto all’alimentatore a commutazione basso rendimento rispetto all’alimentatore a commutazione maggior costo rispetto all’alimentatore switching Principali vantaggi degli alimentatori lineari: - minor complessità circuitale rispetto all’alimentatore switching emissione di disturbi pressoché inesistente, rispetto all’elevata emissione dello switching bassissimo livello di ondulazione residua, rispetto al livello dello switching Descrizione circuito Il cuore del nostro circuito è l’integrato regolatore LM723; tale integrato rispetto ai classici integrati regolatori a tre terminali della serie 78 richiede un circuito di polarizzazione leggermente più complesso. Ad esso va solitamente aggiunto un transistor esterno come finale di potenza; ciò in virtù del fatto che l’integrato LM723 può erogare fino a un massimo di 150 mA. Nel caso del nostro alimentatore stabilizzato, abbiamo scelto il darlinghton 3055T; esso provvederà a pilotare i due transistor 2N3055, che costituiscono i finali di potenza. Le resistenze da 0,1 Ohm 10 watt R2 e R3 vengono impiegate per correggere le tolleranze costruttive dei due transistor finali Q2 e Q3 posti in parallelo. La configurazione in parallelo viene utilizzata per distribuire la corrente su due o più transistor, nel caso in cui un solo transistor non fosse sufficiente a supportare la corrente richiesta dal carico. Nel caso dei transistor 2N3055, uno solo di essi, infatti, potrebbe erogare una corrente massima di 5A. Nella configurazione in parallelo ai transistor vengono inseriti due resistori uguali sugli emettitori, solitamente del valore di 0,1 Ohm, detti resistori di bilanciamento. Questo 2 accorgimento viene usato perchè il guadagno (hfe) dei transistor con la stessa sigla non è perfettamente uguale. Esso infatti è soggetto a una larga tolleranza; in virtù di queste considerazioni un transistor avrebbe un assorbimento diverso dall’altro, ossia scorrerebbero correnti diverse, pur essendo essi dello stesso tipo e con la stessa polarizzazione. Le differenze nel guadagno dei due transistori posti in parallelo, potrebbero generare nel transistor con maggior guadagno fenomeni di sovraccarico, generando un eccessivo incremento di temperatura, che potrebbe portarlo a una rapida distruzione; subito dopo anche l’altro transistor andrebbe distrutto, in quanto si troverebbe a supportare tutta la corrente richiesta dal carico. Il trimmer da 1K R9 consente di tarare con estrema precisione la tensione d’uscita al valore di 13,8 V. L’abbondante sovradimensionamento del ponte raddrizzatore conferisce al dispositivo un’elevata robustezza. Il bassissimo livello di ondulazione residua invece viene ottenuto anche grazie al sovradimensionamento della capacità complessiva dei condensatori di livellamento. Il circuito stampato è un doppia faccia, realizzato su FR4 da 1,6 mm con spessore del rame di 70 micron per lato. Note pratiche Per un corretto funzionamento del dispositivo è necessario adoperare un trasformatore da circa 150VA, in grado di fornire una tensione a vuoto di 18 volt. Il trasformatore verrà connesso alla scheda tramite due cavi elettrici corti, del diametro minimo di 2,5 mm. I cavi di connessione, verranno collegati, da un lato al secondario del trasformatore d’alimentazione, mentre sulla scheda andranno saldati nei punti P1 e P2, in prossimità della scritta “Input 18V AC”; nel punto P3 invece andrà collegata la terra dell’ impianto domestico. Tali operazioni richiedono una notevole competenza e vanno effettuate esclusivamente da persona esperta in montaggi elettronici; un errore potrebbe causare danni sia al circuito che all’utilizzatore. A tal proposito ricordiamo che l'elettricità potrebbe nuocere alla nostra incolumità, quindi se non siete assolutamente sicuri di quello che fate, affidatevi a un tecnico specializzato. I cavi per il “prelievo” della tensione stabilizzata andranno saldati nei punti P10 e P11, in prossimità della scritta “Output 13,8V DC”, il cavo utilizzato per l’uscita dovrà avere un diametro minimo di 2,5 mm. Per ciò che concerne la tensione d’uscita, è importante considerare le indicazioni della polarità stampigliate sulla serigrafia, in prossimità dei punti P10 e P11. Nel caso in cui, per particolari esigenze, si preferisse non saldare i cavi d’ingresso e di uscita direttamente sulla scheda, c’è la possibilità di usare le morsettiere a vite, poste sia sull’ingresso che sull’uscita. Nel caso dell’ingresso, connetteremo i due cavi provenienti dal secondario del trasformatore alla morsettiera CN2, mentre il cavo proveniente dalla terra dell’impianto domestico (presente sul centrale di tutte le prese), verrà collegato a uno dei due contatti della morsettiera CN1, contrassegnata dalla scritta GND. Per quanto riguarda le uscite, preleveremo la tensione positiva dal contatto di sinistra della morsettiera CN3, mentre la massa verrà “prelevata” dal contatto di destra. Le indicazioni, riportate sulla serigrafia del circuito stampato, ci forniranno un riferimento valido, che ci permetterà di effettuare i cablaggi in tutta sicurezza, rendendo remota di possibilità di commettere errori. Nel caso in cui l’alimentatore venisse utilizzato per impieghi nel settore radioamatoriale, sarebbe preferibile infilare i cavi d’uscita in due nuclei in ferrite del tipo a due fori. Per garantire una maggiore immunità ai segnali a RF suggeriamo anche di saldare un condensatore ceramico da 100 nF in parallelo alle boccole d’uscita e uno in parallelo ai punti P10 e P11. Un’ulteriore precauzione da adottare per rendere l’alimentatore immune ai rientri di RF, è quello di utilizzare delle ferriti a due fori anche nei cavi che collegano il secondario del trasformatore alla scheda. Decliniamo ogni responsabilità per eventuali danni, causati da un uso improprio della scheda, da parte di persone con scarsa competenza o minorenni. Connessioni transistor 2N3055 3 Per ulteriori informazioni circa il funzionamento dei nostri circuiti rivolgersi a: Ucchino Produzioni Elettroniche via C. Battisti 271 98023 Furci Siculo (ME) tel. 0942795058 o 3471264921 P. Iva 02998300830 Official website: www.ucchino.eu Shop website: www.kitelettronici.com 4