lOMoARcPSD|2132913 Prigionieri delle neuroscienze Psicologia cognitiva e neuroscienze (Università degli Studi di Catania) StuDocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 PRIGIONIERI DELLE NEUROSCIENZE CAPITOLO 1 PER COMINCIARE: QUALCHE PAROLA SUI METODI E LE TECNICHE Il cervello non è una scatola nera del quale si possono conoscere solo input e output. Fin dai tempi degli Egizi (o ancora prima) l’anatomia può avvalersi di ricerche postmortem e di quelle sugli animali. L’invenzione del microscopio facilitò tale ricerca. LA NEUROPSICOLOGIA E I SUOI STRUMENTI La neuropsicologia sperimentale si basa sullo studio di funzionameni normali (mancinismo, diferenze sessuali), a diferenza della clinica, che invece si occupava di patologie del sistema nervoso centrale (pazieni con lesioni cerebrali o deterioramento cogniivo). La neuropsicologia si avvale di alcuni test per studiare i processi cogniivi (atenzione, memoria, linguaggio,ecc…). I test psicometrici, in una prima fase, cercavano segni di “organicità” alla base di malfunzionameni delle funzioni cerebrali atraverso criteri di discriminazione tra soggei normali e patologici. Tali test furono il Bender Gestalt (test perceivo-motorio) e il Rorschach (test proieivo). Furono fai passi avani nella localizzazione delle singole aività cerebrali e nelle diferenze fra gli emisferi, ma era diicile vedere cosa fa il cervello mentre il soggeto svolge una determinata azione. Si dovevano inietare delle sostanze nel cervello per osservarne l’efeto e ricostruire così il funzionamento della parte interessata. Per scoprire l’interazione tra le pari la psicologia della Gestalt si avvalse dell’isomorismo tra mente e realtà esterna, ma ciò non era sostenuto da prove empiriche. Una soluzione arrivò da tecniche più innovaive: il Brain mapping funzionale, i Potenziali evocai e i Potenziali evento-correlai (ERP) che estendono lo studio rispeto al tradizionale EEG, la PET mediante perfusione con tracciante radioaivo, la SPECT (tecnica tomograica di imaging mediante raggi gamma), ma sopratuto dalla neuroradiologia con le tecniche di “neuro-imaging” MRI (risonanza magneica), f MRI (risonanza magneica funzionale) che aggiunge allo studio della morfologia quello della funzionalità dal vivo. La risonanza magneica funzionale misura l’aività emodinamica del cervello, mentre l’EEG e derivai misurano l’aività eletrica dei neuroni: aspei che dovrebbero essere integrai. Altra nuova tecnica è la DTI che valuta le connessioni tra le aree cerebrali mediante la misurazione delle direzioni della difusione dell’acqua nelle diverse zone; così è Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 possibile realizzare una carta “tratograica” che rappresenta le ibre neurali e le loro connessioni. La VBM invece evidenzia alterazioni anatomiche anche minime con lo studio della materia grigia e bianca. L’integrazione delle tecniche mirate alle connessioni cerebrali cosituisce la nuova froniera del brain imaging. Queste tecniche si avvalgono di mezzi eletrici, chimici e recentemente anche oici. COSA CERCARE: DOVE, O COME (PERCHE’)? Per sapere come e perché avvengono alcuni fenomeni bisogna studiare l’organizzazione complessiva delle varie funzioni. Secondo dopoguerra, psicologo D. Hebb: “Ciò che si accende insieme, insieme funziona”, logica associazionista lavoro in rete degli assembrameni neuronali. Da qui deriva il conceto di “rete neurale” che oggi cosituisce un mezzo per simulare le connessioni tra le varie pari del cervello per produrre esii comportamentali, cogniivi ed emoivi. Oggi la simulazione si spinge ino ad ambiziosi progei di ricostruzione del cervello, come l’Human Connectona e Human Brain. Scheda 2: Changeux, libro “L’uomo neuronale”: ribadiva trenta anni fa già l’idenità tra stai mentali e stai isiologici e isico-chimici del cervello, risolvendo il dilemma mente/corpo; le “funzioni” della mente (instabili e dinamiche) non si possono disinguere dalle struture (stabilizzate), se non per temporalità diverse. Anche se conoscere la strutura non ci permete di conoscere la funzione. Ribadiva, inoltre, l’importanza dei fatori geneici e dell’apprendimento e commentava amaramente l’abuso di psicofarmaci, derivani proprio da quella visione. L’oica sperimentalista riprende il pensiero di Democrito e Spinoza, secondo cui gli uomini valutano le cose secondo la disposizione del loro cervello. Ne deriva il riiuto della diferenza tra culturale (scienze umane) e naturale (scienza sperimentale) CAPITOLO 2 L’ERRORE DI CARTESIO (E DI MOLTI DOPO DI LUI…) La disinzione tra materia oggeivabile e realtà non materiale è presente in dai tempi di Cartesio che disinse res cogitans (anima) da res extensa (corpo). Alcuni criici di Cartesio sostennero che ciò che esiste è corporeo e la mente ne è solo una manifestazione (materialismo radicale, fondato sulla nuova scienza galileiana); altri Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 criici della posizione dualisica cartesiana arrivarono ad un immaterialismo radicale, come quello del vescovo Berkeley e del successivo idealismo. DALLA SEPARAZIONE MENTE-CORPO ALLA “EMBODIED COGNITION” Damasio, nel suo libro “l’errore di Cartesio”, evidenzia che il ricongiungimento delle due pari avviene tramite il riconoscimento delle emozioni, che, insite nel corporeo, non sono separate dal pensiero ma ne cosituiscono un elemento fondamentale sul piano biologico e funzionale. Corporeità ed emozioni sono intrinsecamente connesse nel fondare la consapevolezza e cosituiscono la base del passaggio dal sé elementare al sé cosciente. I “marcatori somaici”, equivaleni emozionali di esperienze cui corrisponde una traccia corporea, funzionano da incenivi o da deterreni rispeto all’azione passando atraverso la coscienizzazione dello stato emoivo. Anche Edelman si è posto il problema di riunire le due pari, sfatando anche il mito della somiglianza tra mente e calcolatore. La teoria della mente deve dimostrare come le funzioni cerebrali si sviluppano in armonia con le funzioni corporee, come si arriva alle forme di categorizzazione perceiva e concetuale, della memoria e della coscienza, in cui le funzioni più evolute soppiantano quelle primiive: è il cosiddeto “darwinismo neuronale”. Una volta chiarito che la mente non è semplicemente il cervello, bisogna dire pure che non c’è mente senza cervello e senza corpo in generale, perché è tuto il corpo che interviene nel pensiero. Le teorie della mente “embodied” (incorporata) sostengono le reciproche inluenze fra i sistemi isici e motori e la cogniività. LA MENTE ESTESA Innaismo chomskiano: la strutura della mente ha bisogno dei rappori con l’ambiente esterno per metere in ato ciò che ha già in potenza, ad esempio le struture linguisiche. Vygotskij invece intendeva la mente come enità radicalmente sociale e storica, dando già importanza alle relazioni sociali e storiche che il corpo intraiene con l’ambiente. Si arriverà a dire che la mente si estende ino a comprendere elemeni esterni, le “impalcature” che ne integrano e ampliano le capacità interne. CAPITOLO 3 Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 LA FUNZIONE EVOLUTIVA DELLE EMOZIONI Da Darwin in poi, passando per il darwinismo neurale di Edelman a arrivando alla neuroscienza afeiva, abbiamo riconosciuto la funzione evoluiva delle emozioni nelle diverse specie. LA NEUROSCIENZA AFFETTIVA Gli studi di Broca, Papez e Mac Lean sul sistema limbico (ipotalamo, ippocampo e amigdala, corteccia cingolata, insula) sostennero il ruolo delle emozioni nell’inluenzare l’atenzione, la moivazione e i ricordi. In paricolare, di recente sono stai scoperi i ruoli dell’amigdala nell’aivazione emoiva e nella socializzazione, e dell’insula nel disgusto e nelle relazioni interpersonali. La neuroscienza afeiva ha ribadito il ruolo essenziale dell’emozione negli apprendimeni che caraterizzano l’esistenza. Panksepp ha rilevato i principali sistemi emoivi, analoghi nelle diverse specie di mammiferi: - ricerca di sensazioni ed esperienze paura in risposta a pericoli isici rabbia per irritazione o simoli disturbani desiderio di provare piacere cura come senimento di accudimento dispiacere o dolore gioco Il sé esplica il modo in cui gli afei vengono elaborai nel cervello. La neuroscienza afeiva integra i meccanismi neurobiologici, connessi con le emozioni, con le sensazioni e la consapevolezza di esse, che derivano da una mente estesa in coninua interazione con la realtà esterna. GESTIRE LE EMOZIONI O CANCELLARLE DALLA MEMORIA? La memoria di un’emozione può non coincidere con l’emozione stessa: pazieni con danni nelle aree tronco encefalico- amigdala e ipotalamo- cortecce inferiori (diminuzione capacità decisionali e perdita di coscienza) possono ricordare l’esperienza dell’emozione ma senza percepire cogniivamente l’emozione stessa. Rimuovendo centri specializzai per l’emozione, quindi, si perdono anche funzioni cogniive essenziali e si dissociano emozione e memoria, che in condizioni normali sono connesse. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Studio College a Londra (primo studio longitudinale in tempo reale sulla valutazione dell’umore e delle emozioni, non basandosi su ricordi): le emozioni posiive proteggono il cuore, abbassano il livello degli ormoni dello stress e diminuiscono il rischio di morte. Ma non tute le emozioni sono posiive. Quelle negaive, secondo la psicoanalisi, potevano essere rimosse dalla coscienza e depositate nell’inconscio, ma successivamente potevano comunque manifestarsi, se non elaborate in modo adeguato. Le teorie cogniivo-comportamentali propongono tratameni mirai a cambiare ideazioni e reazioni associate ad esse. Studio Università di Toronto: individuando i neuroni responsabili dell’immagazzinamento dei ricordi traumaici e spiacevoli, si possono eliminare alla radice inducendo un evento traumaico sui topi e distruggendo successivamente i neuroni dell’amigdala laterale, i topi cancellarono i ricordi negaivi. Una componente dell’eliminazione del ricordo negaivo è la rimozione dei recetori AMPARs nell’amigdala: eliminando queste proteine, si cancella la memoria dell’evento traumaico. Studio su “Nature Neuroscience”: le paure sono associate a suoni, immagini e sensazioni elaborate dalla corteccia cerebrale e scaturiscono dalle percezioni sensoriali. Se si interviene sul processo di formazione della paura si può ostacolare la stabilizzazione del ricordo della paura. Ma c’è il rischio che tale uso dei dai neuroscieniici induca apprendimeni negaivi anziché eliminarli, così come Watson con il piccolo Albert. L’uso mirato di sostanze interviene sulla stabilizzazione di un’emozione: l’inalazione del neuropepide Y diminuisce l’efeto dello stress, ma tali studi sono stai fai su topi, non sugli umani. Sperimentazione Università di Montreal (su 33 volontari): se si blocca l’ormone dello stress con un farmaco (metyrapone riduce il corisolo, il principale ormone dello stress) si riduce l’intensità di un ricordo emozionante e doloroso. I volontari ricordavano solo le pari emoivamente neutre, dunque il farmaco agisce seleivamente, interferendo solo sui ricordi traumaici. Studio 2013: ideniicai 20 geni implicai nella memorizzazione di eveni stressani e possibile uso di un anistaminico per indurre una riduzione del richiamo alla memoria delle esperienze negaive. D. Sweat afermò che è possibile cancellare i ricordi mediante farmaci, ma lo studio è condoto solo su topi. In passato si usava, poche ore dopo un trauma, il propanolo, che deprime l’aività dell’amigdala (importante per le componeni emoive della memoria), per prevenire le conseguenze dello stress post-traumaico, ad es. un grave incidente o un atentato. Ma quando si trata di farmaci, bisogna considerare l’eica. Non tui Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 assumerebbero il farmaco per scopi adeguai, basta pensare all’dea di voler dimenicare una delusione amorosa. ORMONI BUONI PER TUTTE LE EMOZIONI Ossitocina: implicata nell’apprendimento, nell’ansia, nella percezione del dolore (allevia sensazione di dolore), nella regolazione dell’appeito, nelle relazioni sociali (ataccamento, comportamento sessuale, senimento di ailiazione e iducia); per questo è deinita “ormone dei legami umani” o “dell’amore”. Uno studio ha collegato l’incremento di ossitocina con l’ataccamento amoroso romanico e l’ansia da separazione. Essa è connessa anche all’intensità ed eicienza dell’aività sessuale: iniezioni di tale sostanza incrementano le aività sessuali nei topi, ma un’eccessiva dose provoca sazietà e inibisce il comportamento sessuale. Un’alterazione dei livelli di ossitocina comporta interazioni sociali non posiive, ad es. l’aggressività, e interferisce sull’apprendimento e sulla memoria. È importante che il suo uso sia adatato ad un contesto adeguato, cioè deve aumentare i comportameni di iducia verso bersagli aidabili, non verso quelli imprevedibili dei quali è normale e isiologico provare paura e ansia. Cancellare o ridurre queste emozioni può essere rischioso poiché l’ansia e la paura sono anche difese importani per l’adatamento e l’evitamento dei pericoli. Vasopressina: incide sul desiderio e sull’atrazione sessuale e anche sulla stabilità di coppia. SOSTANZE FURBE PER RENDERE IL CERVELLO EMOTIVO Si è difuso l’uso di “smart drugs”: composi di origine vegetale o sinteica con vitamine e principi aivi come la taurina, la sinefrina, gli simolani xaninici con efei psicosimolani. Gli simolani xaninici si usano per preparare esami diicili, sostenere lunghe ore di guida, per aumentare prestazioni isiche o cogniive. Lo NZT aumenta la memoria a breve e lungo termine, facilita i nuovi apprendimeni e migliora il sistema immunitario. PARTECIPARE ALLE EMOZIONI DEGLI ALTRI Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Sistema neuronale “specchio”: i neuroni delle aree motorie (lobi parietali e aree premotorie) si aivano sia quando eseguiamo un’azione sia quando si vede un altro seguire la stessa azione. Sistema “di valutazione”: le aree della ricompensa (corpo striato, corteccia mediale prefrontale) contribuiscono a determinare il valore -posiivo o negaivo- di un elemento osservato e ad aivare reazioni di ricerca o riiuto. Quesi due sistemi permetono di acquisire la consapevolezza dell’altro, ponendo le basi della teoria della mente. Inoltre, essi interagiscono insieme e questo spiega come il comportamento non verbale basi a propagare il desiderio senza la necessità di una comunicazione esplicita ed intenzionale. Basi pensare agli studi di neuroeconomia e neuromarkeing. CAPITOLO 4 GRATIFICAZIONE EMOTIVA E DIPENDENZA DAL PIACERE È noto già da tempo che il sistema dopaminergico risponde a simoli graiicani primari, come il cibo o il sesso, a simoli secondari, come il denaro, e a graiicazioni sociali, come osservare gli altri che condividono le loro opinioni o ricevere lo sguardo da un membro del sesso opposto. Anche il piacere della self-disclosure (comunicare agli altri le proprie esperienze) è legato a questo sistema. Altra fonte di graiicazione sono le endorine, prodote dall’ipoisi, deinite “ormoni della felicità” che riducono lo stress isico e psicologico e facilitano il sistema immunitario. Bisogna disinguere la dipendenza da sostanze, da comportameni (gioco d’azzardo) e quella da persone o situazioni. Inoltre, comportameni di dipendenza e comportameni compulsivi condividono meccanismi psicologici e neuronali diversi ma in parte sovrapposi, per cui è complesso trovare il conine tra normale ricerca di graiicazione e la patologia. COME NASCONO LE DIPENDENZE PATOLOGICHE DA SOSTANZE? L’ALCOLISMO DEL MOSCERINO FRUSTRATO Le cause biologiche della dipendenza sono i geni ereditai, il metabolismo da essi dipendeni e l’inluenza dei neurotrasmeitori. In paricolare, è stato individuato il gene (Gabrb1) connesso all’alcolismo; un difeto del gene provoca una risposta di preferenza per una soluzione alcolica piutosto che per l’acqua (studio su topi). Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Studio Università San Francisco su moscerini di laboratorio: essere respini sessualmente aumenta l’inclinazione a bere alcol? I moscerini maschi sessualmente graiicai hanno ali livelli di neuropepide F e assumono poco alcol, il contrario avviene nei moscerini riiutai. Nell’uomo il corrispeivo neuropepide Y è ridoto in coloro che sofrono di disturbo da stress post-traumaico o depressione, condizioni che facilitano l’assunzione di alcol. La modiicazione dei livelli cerebrali del neuropepide Y potrebbe inibire il comportamento di dipendenza, ma la sua manipolazione non è afato semplice perché è presente in tuto il cervello e regola l’ansia, il sonno e l’alimentazione. DIPENDENZE SENZA SOSTANZE: IL BISOGNO DI APPAGARSI TRAMITE LA RETE O I GIOCHI Si trata di forme di dipendenza molto difuse, quali il gambling o gioco patologico, una forma di patologia sociale con rilevani conseguenze economiche e psichiche. I criteri per deinire una addicion sono: - salienza, che implica un coinvolgimento dominante nella vita quoidiana - modiica dell’umore in posiivo durante l’uso e negaivo durante l’asinenza - tendenza alla ricaduta anche dopo lunghi periodi di remissione Uno studio del 2013 ha rilevato che la imidezza e l’insoddisfazione sono preditori signiicaivi della tendenza all’uso eccessivo di giochi in internet, ma non nella ricerca di materiale pornograico. Il tempo trascorso on line è preditore di entrambi. Altri studi hanno concluso che la dipendenza pornograica aiva gli stessi meccanismi cerebrali della dipendenza da alcol o droghe. Uno studio sulla dipendenza dai videogiochi ha evidenziato il maggiore sviluppo, in adolesceni che fanno uso regolare (non eccessivo) di videogame, di un “centro di ricompensa” nel cervello, in paricolare il corpo striato. Questa zona si aiverebbe quando si provano esperienze graiicani. D.Kuss della Internaional Gaming Research Unit ha confermato la somiglianza con diversi ipi di addicion che condividono un decremento dell’aività dopaminergica. Successivamente, ha aggiunto che il ipo di gioco, il contesto e il suo signiicato sono fatori signiicaivi nel determinare il conine tra gioco normale, eccessivo e addicion vera e propria. La dipendenza è spesso in comorbidità con altri disturbi: ansia, stress, depressione, scompensi psicoici. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Le tecnologie “posiive” rispondono a inalità di ipo edonico, eudemonico (sostenere le persone nel realizzare aività coinvolgeni e di auto-realizzazione), interpersonale (migliorare i rappori). CAPITOLO 5 “BISOGNI SPECIALI” E PSICOBIOLOGIA Tra i bisogni che si possono presentare in paricolari momeni del ciclo evoluivo ci sono i disturbi speciici di apprendimento (DSA) e i bisogni educaivi speciali (BES). Queste aipicità vanno disinte dalla disabilità vere e proprie. L’AUTISMO Nelle persone con auismo il sistema dei neuroni specchio si aiva in modo deicitario rispeto ai soggei con sviluppo ipico. Teoria degli specchi infrani: i deicit sociali dell’auismo sono riconducibili ad un anomalo funzionamento del sistema mirror, che non permete di rispecchiarsi nell’altro. Ma da cosa dipende tale caivo funzionamento? L’auismo potrebbe dipendere dal fallimento dei processi di apoptosi neuronale (morte cellulare programmata) che avviene nella prima fase del neurosviluppo in dalla gestazione. Uno studio dell’Università San Diego in California ha scoperto che la corteccia prefrontale dei bambini auisici presenta il 67% in più dei neuroni rispeto ai soggei normali. Mentre nel terzo trimestre della gravidanza la metà di quesi neuroni viene normalmente eliminata con il processo di apoptosi, nell’auismo ciò non avviene. Gli studi di D. Geschwind di Los Angeles hanno scoperto una base geneica speciica per questa sindrome: una variante geneica nel cromosoma 7, una signiicaiva associazione con la Contacin Associated Protein-Like2 (CNTNAP2), deputata anche al linguaggio. Altri studi (italiani Verpelli) hanno rilevato il coinvolgimento di geni diversi connessi all’aività del sistema immunitario o al mantenimento della plasicità sinapica: geni IL1RAPL1 (Interleuchin-1 Receptor Accessory Protein Like 1) e SHANK3. Queste copy number variants (CNVs) sono state scoperte in sequenze geneiche di famiglie dello Utah con auismo. Studio “murino” (su topi che presentano comportameni ripeiivi, alterata comunicazione e ridota interazione sociale): la causa dell’auismo sarebbe la perdita del ruolo di alcune proteine, le neuroligine, deputate all’aività sinapica, che, in Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 eccesso, stabiliscono un’iperconnessione che provoca nei topi i disturbi ipici dell’auismo. Nell’auismo possono entrare in gioco anche altri fatori, come gli anicorpi materni: uno studio dell’Università in California ha scoperto che l’esposizione prenatale a speciiche combinazioni di anicorpi causa cambiameni nel cervello del feto che danneggiano il comportamento e lo sviluppo, provocando una forma di auismo deinita MAR (Maternal Anibody Related). Ma secondo alcuni studi condoi negli Stai Unii possono incidere anche fatori ambientali, quali l’inquinamento atmosferico (gas di scarico). In Italia i tratameni farmacologici autorizzai comprendono il Risperidone o il Meilfenidato. DISTURBI DI APPRENDIMENTO E DEL LINGUAGGIO Studio di J. Hopkins su topi: il gene FoxP2 controlla la proteina del gene Srpx2 (aiuta le connessioni tra le cellule nervose che permetono di apprendere) e così inluenza la formazione del linguaggio. Se viene bloccata l’aività del Srpx2, i topi sviluppano un minor numero di neuroni. Il gene potrebbe essere implicato anche nell’auismo, in quanto i soggei auisici hanno spesso problemi di linguaggio. Un recente studio italiano (Menna) ha individuato una proteina, l’Eps8, la cui carenza causa deicit di apprendimento e memoria nell’auismo e nel ritardo mentale. La proteina Arc risulta fondamentale per la plasicità sinapica e il consolidamento della memoria. PSICOBIOLOGIA DELLA DISLESSIA I fatori di rischio biologici per i disturbi speciici di apprendimento: - due o più anestesie generali dopo il parto, prima del quarto anno di vita sesso maschile, circa 2,5 volte maggiore rispeto alle femmine familiarità (cromosoma 15 e 6), genitore afeto da dislessia esposizione prenatale alla cocaina Fatori di rischio per ritardi nelle abilità di calcolo e letura, ma senza disturbi di apprendimento: - esposizione al fumo materno durante la gravidanza - basso peso alla nascita e/o prematurità. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Alcuni studi hanno dimostrato che la qualità dell’educazione genitoriale e dell’insegnamento modera l’efeto dei geni. IPERATTIVITA’ L’ADHD è una sindrome che si manifesta con diicoltà di atenzione e concentrazione e di controllo degli impulsi e del livello di aivazione. Il soggeto è incapace di regolare il comportamento in funzione del tempo e di rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente. Le nuove tecniche di ricerca neurobiologica hanno consenito di evidenziare anomalie struturali e funzionali nella corteccia prefrontale, gangli della base, corpo calloso e cervelleto. Tali anomalie possono spiegare i deicit nelle funzioni esecuive, atenzione, moivazione e controllo motorio e temporale. Con le tecniche di neuroimaging il focus si è spostato dai danni cerebrali alla disfunzione dei circuii di neurotrasmeitori: la dopamina è coinvolta nelle funzioni atenive e il suo livello adeguato è indispensabile per la regolazione dell’impulso nervoso. Nelle persone con ADHD il livello di dopamina è inferiore, sopratuto nelle regioni frontali, determinando una soto-aivazione coricale, che viene compensata con il comportamento iperaivo: ipotesi confermata dai farmaci simolani. Inoltre, la corteccia frontale e alcuni nuclei della base (aree importani nella regolazione della funzione motoria e del comportamento) sono più piccoli nei bambini con ADHD. Studio Università di Bergen: i igli di madri careni di serotonina sono a rischio di sviluppare ADHD, indipendentemente dai propri genoipi. Probabilmente interagiscono fatori sia geneici sia ambientali. Studio Università di Cardif: lo studio è il primo a trovare prove direte che l’ADHD è un disturbo geneico; l’analisi genomica di 366 bambini tra i 5 e i 17 anni con ADHD ha mostrato un incremento di CNV (delezioni o duplicazioni di trai cromosomici, conosciute come variani in numero di copie) nei soggei ADHD, in paricolare in soggei con disabilità intelleive. Nello speciico, nel gruppo ADHD è stato riscontrato un eccesso di duplicazioni sul cromosoma 16p13.11. È bene ricordare che in tui i disturbi dell’apprendimento, del linguaggio, di iperaività sono implicai fatori non solo innai ma anche appresi o indoi da condizioni ambientali nelle prime fasi dello sviluppo (ciò vale anche per la dislessia e il disturbo opposiivo-provocatorio, associai spesso all’ADHD). Alle componeni geneiche si aggiungono le condizioni sociali e isiche del bambino, fatori prenatali, perinatali o traumaici (l’esposizione al fumo e alcol), basso peso alla nascita, malaie infeive, trami cranici postnatali. Incidono anche altre condizioni come cibi con colorani o conservani. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Dal 50% all’80% dei bambini con ADHD presentano un miglioramento clinico se usano farmaci appropriai: il meilfenidato, che ha un’azione bloccante sui trasportatori di dopamina e noradrenalina e simola il rilascio di dopamina, e l’atomoxeina, che determina un aumento di noradrenalina e dopamina nella corteccia prefrontale. Il futuro della ricerca dovrebbe concentrarsi sull’integrazione di diverse discipline per facilitare la diagnosi e migliorare il tratamento. IL RISCHIO DI NASCERE PREMATURI Una molteplicità di variabili inluiscono dalla nascita al momento della valutazione. Uno studio ha confrontato la prestazione scolasica all’età di 5 anni di bambini nai a termine, quasi a termine, tardo pre-termine, moderato pre-termine e forte pretermine, concludendo che gli efei della nscita prematura sono poca cosa rispeto ad altri fatori di rischio e che la nascita pretermine è associata con scarso apprendimento all’età di 5 anni. La valutazione è basata su scale molto generiche e compilate da insegnani diversi, per cui non conosciamo l’atendibilità dei risultai. Con la difusione delle tecniche di neuroimmagini il confronto tra nai a termine e pretermine avviene alla nascita, valutando lo sviluppo delle aree cerebrali e traendo inferenze sulle evoluzioni future sul piano psicologico. Uno studio in un college di Londra ha evidenziato che lo sviluppo del cervello è interroto in uno stadio importante per la maturazione, in paricolare nella corteccia e nelle aree che governano le funzioni cogniive, emoive, di socializzazione. Se simolato in modo appropriato (ad esempio, interazione afeiva-taile materna) e/o atraverso praiche manipolatorie mirate (ad es. il massaggio), il cervello del prematuro può innescare meccanismi di plasicità neuronale di autoriparazione. SUI “BISOGNI SPECIALI” E LA LORO BIOLOGIA Per formulare il piano educaivo individualizzato bisogna conoscere la causa remota, valutare analiicamente le funzioni careni e quelle posiivamente aivate, il supporto dell’ambiente, i processi cogniivi, emozionali e relazionali che vanno simolai per disabilitare le funzioni disadaive e abilitare quelle adaive. È importante una collaborazione tra neuroscienziai, psicologi ed esperi in didaica per studiare le applicazioni possibili dei dai delle ricerche, evitare di sotovalutare le terapie farmacologiche e coinvolgere le famiglie dei bambini. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 CAPITOLO 6 IL PRIMATO DELLA GENETICA? Mentre i geneisi afermano che tuto è determinato dall’ereditarietà, le posizioni degli ambientalisi ci dicono che tui gli uomini nascono come una “tabula rasa” su cui l’educazione e l’addestramento scrivono il desino di ognuno. Esempio della prima posizione è il mancinismo, partendo dagli studi sui gemelli ino a quelli sul genoma esteso, che hanno portato a risultai contrastani: la varianza geneica è poligenica e lo sviluppo della lateralità manuale deriva da una mescolanza tra inluenze geneiche, ambientali e di pressione culturale. Un esempio opposto è quello dell’atribuzione delle cause delle malaie mentali esclusivamente alle inluenze familiari e ambientali, ignorando le vulnerabilità geneiche. I GENI PER INVECCHIARE, BENE O MALE In Sardegna sono moli gli ultracentenari rispeto al resto del mondo e si veriica una parità fra centenari uomini e donne, mentre altrove il rapporto è sbilanciato a favore delle donne. Si è cercato di spiegare tale longevità, riferendosi a cause ambientali, sociali e geneiche. Uno studio del 2010 su Science (Sebasiani) ha evidenziato un modello di 150 polimorismi a singolo nucleoide che sono prediivi dell’invecchiamento estremo; inoltre, il 90% dei centenari può essere raggruppato in 19 cluster formai da diverse combinazioni di polimorismi o proili geneici (geneic signature irma geneica). Sanchez, invece, riiene di aver individuato un gene responsabile dell’invecchiamento patologico, si trata di una variante del gene che regola il BDNF, conosciuto per le sue associazioni con ansia e depressione; esso favorisce il declino cogniivo, correlato alla riduzione dell’ippocampo, implicato nella memoria e nel ragionamento spaziale. Una possibile azione geneica è ipoizzabile anche nell’Alzheimer. Ma per invecchiare bene anche l’aività sociale è importante, come dimostrato da una ricerca condota a Chicago da James: gli anziani socialmente più aivi, che frequentano centri sociali e luoghi di aggregazione, hanno un declino cogniivo molto meno marcato e meno probabilità di sviluppare una demenza, rispeto a coetanei che vivono uno spazio di vita ristreto sul piano delle relazioni sociali. Dunque, sia il buon invecchiamento che quello con deterioramento sono condizionai in parte geneicamente, in parte dall’ambiente (epigeneica). Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 GENI PER DIVENTARE AMICI, GENI PER AMARE, GENI PER DIVORZIARE In base alla teoria della “somiglianza geneica”, il genoipo di una persona può essere prediivo del genoipo dei suoi partner e amici, in quanto si tenderebbe a massimizzare il proprio benessere scegliendo di stare con persone geneicamente aini. Il polimorismo Taq1A del gene DRD2, implicato nel sistema dopaminergico, inluisce sulla scelta di amici geneicamente simili. Però tale ainità geneica vale solo in alcuni ambieni sociali e su di essa incidono anche disuguaglianze economiche e razziali (Boardman, 2012). Pare esistano inluenze geneiche sulla propensione a sposarsi (studi di Johnson, 2004): prove empiriche dimostrano che le persone sposate se la cavano meglio dei loro coetanei celibi in moli aspei relaivi al successo nella vita; quesi beneici possono essere spiegai da una sorta di auto-selezione e la propensione a sposarsi può essere ereditata ed, inoltre, il legame fenoipico tra personalità e propensione a sposarsi è inluenzato geneicamente. Studio Università di Boston (Jersket, 2012): la causa dei divorzi può essere ricondota in parte alla geneica. Studio di D’onofrio: c’è un alto rischio di instabilità matrimoniale in igli di genitori divorziai, atribuito a cause geneiche e ambientali. MASCHI E FEMMINE, TRA DESTINI GENETICI E SOCIALI Sono state rilevate alcune diferenze tra uomini e donne: i primi hanno maggiore velocità e resistenza isica, aggressività, preferenza manuale, capacità di elaborazione visuo-spaziale e matemaiche; le donne sarebbero superiori nelle competenze linguisiche e comunicaive, nella cura dei piccoli, nell’ansia, stress e depressione e nell’espressione delle emozioni. Gli uomini sono tendeni alla sistemaizzazione, le donne all’orientamento empaico. Quali sono le cause di tali diferenze? - Ormonali: diversa esposizione ad androgeni o estrogeni nella fase prenatale; - Evoluzioniste: sviluppo di funzioni diverse in base ai diversi ruoli sociali, in dalla preistoria; - Socioculturali: stereoipi e pressioni dei mass media. A una maggiore interconnessione funzionale nel cervello femminile fra gli emisferi, corrisponde nei maschi una maggiore comunicazione fra le aree anteriori e posteriori di entrambi gli emisferi. Nel primo caso sono favorite le funzioni verbali e intuiive, nel secondo le abilità spaziali e il controllo motorio. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Studio di Swabb e Zhou: ci sono diferenze anatomiche nel cervello dei transessuali geneicamente maschi, che mostrano caraterisiche più simili a quelle femminili; probabilmente l’idenità di genere è il risultato di un’interazione tra il cervello in fase di sviluppo e gli ormoni sessuali. In uno studio recente si è visto che i maschi desiderosi di essere femmine hanno una quanità e dimensione di neuroni in INAH-3 (più piccolo nei maschi omosessuali a confronto di quelli eterosessuali) simili a quelle delle donne. È bene ricordare che l’ideniicazione col proprio genere biologico e con ciò che la cultura riiene appropriato è ainente al soggeto, mentre l’atrazione per persone di genere diverso o uguale al proprio riguarda l’oggeto della sessualità. Essere maschi o femmine è determinato geneicamente, ma la cultura ha la sua parte nel ridurre o ampliicare le diferenze. Lo sviluppo psicologico dei due generi sessuali è inluenzato dall’interazione tra l’individuo e l’ambiente culturale in cui vive: - i diversi messaggi culturali a disposizione del bambino/a - le risposte dei genitori ai igli e le aività proposte e censurate a seconda del sesso - le categorizzazioni cogniive ed emoive tramite le quali gli insegnani tratano i bambini/e - gli ateggiameni e pregiudizi dei coetanei che criicano i compagni che si comportano in modi ritenui non appropriai al genere. Anche il corredo biologico gioca un ruolo: sembra che una maggiore o minore presenza di testosterone renda i bambini meno o più inluenzabili dall’ambiente, e dunque alle simolazioni educaive. Oggi si condivide l’approccio integrato bio-sociale: le diferenze biologiche tra maschi e femmine innescano uno schema di predisposizioni, che nel tempo subiscono trasformazioni, dovute all’interazione con fatori storici e culturali. VERSO UNA GENETICA FAI-DA-TE Alcune società ofrono geni anche su internet, a prezzi modici. È possibile sfrutare diverse opportunità: igli adoivi alla ricerca delle proprie origini, curiosi che cercano di incrociare passato e futuro, partner in cerca delle origini geneiche dell’anima gemella, ipocondriaci in cerca di conferme geneiche delle malaie… Il rispeto della privacy non è garanito, pensando al fato che gli esami possono essere efetuai prelevando campioni minimi, saliva o capelli, per cui il fai da te è uno dei rischi più grandi di oggi. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 GENETICA, EPIGENETICA, PLASTICITA’… QUALE FUTURO VIENE DAL PASSATO? La malaia di Alzheimer è provocata dall’alterazione di una proteina (APP), portando alla formazione di una sostanza tossica, la b-amiloide. Studio Università Svezia: c’è una connessione tra stress vissuto in età adulta e deterioramento cogniivo; lo stress aumenterebbe il livello di un ormone, l’allopregnanolone, promuovendo la riduzione della memoria e delle prestazioni cogniive, a prescindere dalla predisposizione individuale. Studio dello Iowa: sono stai scoperi geni (ESRRA e HDAC4) legai a un aumento del rischio di insorgenza di disturbi alimentari. Il gene EPHX2, coinvolto nel metabolismo del colesterolo, è implicato nell’anoressia nervosa. Invece, uno studio internazionale ha individuato sei geni collegai all’insorgenza dell’obesità. Nei soggei in sovrappeso la lora baterica è più aggressiva per permetere l’assorbimento di cibi diicilmente digeribili, tale processo aumenta l’assorbimento di zuccheri e grassi. L’assunzione di sostanze probioiche aiuta a regolare la lora baterica. Anche altre abitudini comportamentali sono stai esaminai. Per l’assuefazione al fumo la varianza atribuibile alla geneica è alta e varia poco per sesso ed età, ma anche tra gemelli. D. Swaab (2010) aferma che il cervello, unico per la sua combinazione del patrimonio geneico, possiede in dalla nascita trai carateriali, capacità e limii. Intelligenza, emozioni, aitudini alla sessualità e allo sport, probabilità di sviluppare dipendenze o disturbi psichici, propensione alla spiritualità; da aduli le possibiltà di modiicare tali caraterisiche sono limitate. Da queste posizioni derivano applicazioni in campo eico e del dirito. L’afermarsi dell’epigeneica ha difuso l’idea di un background struturalmente stabile ma modiicabile nelle sue funzioni, sulla base di simolazioni esterne. Il presupposto è che non tui i geni sono espressi, non sono sempre espressi e non sono espressi simultaneamente nella stessa quanità. Sulla base di simolazioni, si realizza una sorta di “geneic imprining” che consente di passare dalla potenza all’ato del corredo geneico. L’imprining geneico ha diverse fasi: l’instaurazione (nella gametogenesi o nello zigote), il mantenimento nelle cellule somaiche, la cancellazione nelle cellule germinali che comporta il riprisino di un nuovo imprining. L’aivazione o silenziamento di un gene, il rimodellamento cromainico si incrociano con i meccanismi epigeneici derivai dall’esposizione ambientale (ageni biologici o chimici, nutrimento, stress) determinando epi-mutazioni, cioè variazioni di funzione dei geni pur restandone Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 invariata la strutura: processi di meilazione e modiicazione degli istoni modiicano l’espressione dei geni senza alterare la sequenza del DNA sotostante. Tale teoria si può applicare nelle malaie neurodegeneraive, insorgenza di tumori, disturbi cogniivi e comportamentali. Scheda 3: Plasicità ed epigeneica Il termine “plasicità” fu uilizzato per la prima volta da J. Demoor nel 1896, ma fu il neuroisiologo polacco J. Konorski a darne una deinizione: la proprietà del sistema nervoso di recupero dopo una lesione. D. Hebb avanzò ipotesi di recupero neuronale e potenziamento a lungo termine. La scoperta dei fatori neurotroici extracellulari, in grado di modulare la trasmissione sinapica, e del Nerve Growth Factor (INGF), che valse il premio Nobel a R.L.Montalcini, ha fato individuare nuove froniere nello studio delle capacità rigeneraive del cervello. Minsky sosteneva che l’aività principale del cervello è proprio quella di apportare cambiameni a se stesso. Gli studi di Mafei e Berardi (2007) hanno aferamto che, mentre la speciicazione genica guida i processi iniziali dello sviluppo cerebrale e delle connessioni neurali, sono l’esperienza speciica dell’individuo e le sue interazioni con l’ambiente a regolare le fasi inali dello sviluppo dei circuii cerebrali e a consenire il recupero di funzioni deteriorate. Ne sono un esempio le possibilità di mapping coricale dopo amputazione e sindrome dell’arto fantasma. È stato suggerito di di sosituire le teorie modulari dello sviluppo di stampo “staico” con un approccio “dinamico” deto neurocostruivista perché integra appori geneici, neuroisiologici, comportamentali e ambientali. Il cambiamento può non essere anatomico, ma funzionale. Il cervello, dunque, non è il prodoto di un programma esclusivamente geneico, ma si iene conto dell’interazione con l’ambiente. La plasicità è la proprietà del sistema biologico dell’individuo di modiicarsi funzionalmente in risposta all’esperienza. Quesi fenomeni sono di ipo lamarkiano, non sono cioè trasmissibili geneicamente. Assodato che: - quanto più l’organismo o la funzione sono semplici tanto più incide la programmazione geneica, mentre a crescete complessità corrisponde una maggiore inluenza ambientale e culturale - alla crescente complessità dell’organismo corrisponde una maggiore capacità di controllo da parte dell’organismo stesso, come è avvenuto dagli organismi elementari a quello dei mammiferi e dell’uomo concludiamo che i rappori tra geneica e ambiente sono da soppesare caso per caso. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 CAPITOLO 7 LE NEUROSCIENZE IN SOCCORSO DEL DIRITTO SIAMO PREDISPOSTI ALL’AGGRESSIVITA’ CRIMINALE? Dai tempi di Lombroso si è posta l’esigenza di ricondurre la violenza a modelli biologici e geneici per spiegarne l’origine. Oggi, abbandonai i tentaivi di localizzare nel cervello le aree della violenza, si sta afermando la ricerca di polimorismi geneici signiicaivi per modulare le reazioni a variabili ambientali (eveni stressani). Alcuni neuro-modulatori come la dopamina, serotonina, steroidi sessuali, glucocoricoidi e vasopressina sarebbero coinvoli nel controllo dell’aggressività. Sopratuto i livelli di mono-ammino-ossidasi sono importani per il loro efeto disinibitore sull’umore e sul comportamento, specie quello impulsivo e violento. Alcuni studi hanno rilevato un aumento del rischio di sviluppo di comportamento violento ino all’omicidio nei portatori dell’allele a bassa aività per il MAOA-L; tale vulnerabilità ha un peso maggiore se l’individuo è cresciuto in un contesto sociale non posiivo. Diverse sentenze negli Stai Unii e in Italia hanno tenuto conto di questo aspeto geneico per otenere riduzioni di pena, in quanto esso diminuirebbe la responsabilità personale dell’autore di reai anche di grave allarme sociale. Ma solo alcuni geni sono stai associai a condote impulsivo-aggressive in modo univoco e la labilità biologica risente anche dell’inluenza ambientale (sopratuto durante l’infanzia), per cui i fatori predisponeni biologici non hanno un ruolo determinisico verso lo sviluppo di condote criminali violente (Fabbri, 2013). Si aferma la necessità di cedere il posto ad un approccio di ipo contenuisico: più che alla pena “retribuiva” secondo cui chi fa una scelta sbagliata va punito, si passa al principio del contenimento della pericolosità sociale mediante misure di sicurezza. L’aggressività esiste in tute la specie animali ma solo nell’uomo assume caraterisiche di violenza intra-speciica di distruiva “pulsione del caratere” (E.Fromm). Secondo alcuni questa aggressività deriva dal corredo biologico. Studi receni hanno collegato un basso turnover della serotonina con l’aggressività di detenui recidivi, adolesceni deviani, suicidi. Secondo le teorie ambientaliste, invece, è l’apprendimento sociale a determinare l’espressione dell’aggressività nella vita quoidiana: simoli del contesto, educazione ricevuta ed esempi appresi, condizioni paricolari del momento. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Ci sono persone in cui l’asseto biologico è alterato per gravi disabilità intelleive o alterazioni congenite. In quesi casi gli accertameni geneici o psicobiologici consentono di veriicare la responsabilità personale nel comportamento. NEUROSCIENZE IN TRIBUNALE: SCOPERTE E INGANNI NEL PROCESSO PENALE Per indagini giudiziarie si usano tecniche neuropsicologiche avanzate quali il Brain mapping, PET, SPECT, f MRI, VBM. I problemi cui si cerca di dare una risposta in campo giuridico sono: - valutare se la persona è capace di intendere e volere, l’imputabilità, se è viima di danno, se tesimone atendibile… Ad es. l’f MRI e VBM integrano gli accertameni psicodiagnosici nel valutare le alterazioni cerebrali nel disturbo post-traumaico da stress (alterazioni dell’ippocampo) o la gravità dei disturbi di personalità - la tendenza alla falsiicazione (simulazione o dissimulazione) nelle indagini giudiziarie. Simulazione: inventare sintomi che non esistono o esagerare quelli che esistono per otenere vantaggi sul piano clinico o giuridico-forense, ad es. un esonero dal lavoro, pensione di invalidità, essere dichiarato non imputabile Dissimulazione: nascondere patologie e ingere la normalità per evitare provvedimeni quali interdizione o inabilitazione, perdita della potestà genitoriale, accreditare una tesimonianza. I test cogniivi e di personalità si avvalgono di alcuni indici che fanno sospetare una falsiicazione, ad es. le scale di controllo. Nei test neuropsicologici la falsiicazione è centrata sopratuto sugli aspei di percezione o memoria: ingere di non saper ricordare o individuare qualcosa. Se le prove sono molto facili i simulatori tendono ad avere risultai più scadeni rispeto ai soggei veramente patologici o si collocano soto la soglia delle risposte casuali. Da recente si sono difusi test per la valutazione dei processi cogniivo-emoivi che operano al di fuori della consapevolezza, cioè di quei processi automaici che non richiedono aivazione dell’atenzione cosciente. Sono strumeni basai non sull’interpretazione di simoli e delle risposte, ma sulle diferenze fra tempi di reazione a determinai simoli e alla loro associazione. Quando si presentano simoli emoivamente rilevani, il tempo di risposta varia rispeto allo standard Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 abituale per simoli neutri. Così si possono rilevare le diferenze individuali non solo negli ateggiameni e stereoipi, ma anche nella reazione a simoli quali ansia, imidezza, aggressività, depressione, concei legai al sé. I test chiamai di associazione implicita (IAT) hanno suscitato interesse per la possibilità di evitare rischi di distorsione e contrafazioni preseni nei quesionari esplicii, riguardani per esempio pregiudizi. Essi rilevano l’emoività latente. MACCHINE PER LA VERITA’ E PER LA MENZOGNA: DA LOMBARDO ALLE “IMPRONTE CEREBRALI” Lombroso è ricordato anche per aver messo a punto uno dei primi lie detectors usai in ambito giudiziario, consistente in misurazioni dei cambiameni della pressione arteriosa per individuare le risposte menzognere durante gli interrogatori in casi polizieschi. Negli anni ’30 Larson mise a punto la “macchina della verità”, ripresa poi nel dopoguerra dal criminologo Reid. Si tratava di un poligrafo che registrava contemporaneamente varie risposte isiologiche a simoli potenzialmente perturbani sul piano emoivo. La macchina era basata sul principio, afermato da Lombroso e ripreso da Moulton, che parametri isiologici come pressione del sangue, baito cardiaco, ritmo di respirazione, sudorazione delle mani, variano in funzione dell’emozione aivata da ceri simoli, ad esempio riferii al reato commesso. In altri casi vennero usai gli eletroencefalogrammi e alcune sostanze come il Pentothal. Ma le aspetaive furono deluse in quanto non tute le persone agiscono allo stesso modo agli simoli: persone oneste possono risultare ansiose nel rispondere ad accuse infondate e alterare così i parametri; mentre persone calme e abituate all’inganno possono non manifestare alcuna ansia anche davani a simoli comprometeni. La froniera più recente è quella della “letura della mente” mediante la registrazione dell’aività eletrica cerebrale o la risonanza magneica funzionale. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca ha studiato le tracce (analoghe alle impronte digitali) che le bugie possono lasciare nel cervello di chi le dice e possono essere registrate da alcuni strumeni: i potenziali eventocorrelai (variazioni dell’aività eletrica cerebrale provocate da un evento). Monitorando il cervello di 25 persone, pare che le bugie vengano elaborate principalmente nelle regioni frontale e prefrontale, ma anche nella corteccia cingolata anteriore. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Quando una persona mente si aivano aree cerebrali diverse e più numerose rispeto a quando dice la verità, dovendo sopprimere aivamente le informazioni vere. Il Brain Fingerprining Lab, fondato da L. Farwell, propone di mostrare delle immagini mentre viene registrato il funzionamento cerebrale: se viene riconosciuta un’immagine familiare il cervello emete segnali più rapidi e questa “impronta digitale cerebrale” depositata nella memoria viene decodiicata, usandola per deduzioni relaive alla sincerità della risposta fornita verbalmente. Ma non mancano i problemi di ipo tecnico, ad es. basta muovere un muscolo per creare variazioni che rendono inatendibile la prova. Bisogna avere cautela poiché le informazioni ricavate dalla risonanza magneica funzionale non possono avere posto in tribunale fra le prove scieniiche. Esse sono minate da una inatendibilità di base dovuta alla complessità delle variabili in gioco. Inoltre, gli studi sono condoi su gruppi, valutando gli efei medi, invece in tribunale si valuta la singola persona. Poi la prova, per essere usata in campo giuridico, deve riferirsi a speciici rappori tra la rilevazione e il comportamento oggeto di giudizio, non in esame alla personalità o alla reaività del soggeto. CAPITOLO 8 NEUROBIOLOGIA DELLA MENTE PATOLOGICA Estremizzazioni riguardo alla psicopatologia… …nella neurobiologia: - ipotesi di inluenze geneiche e di alterazioni neurobiologiche, non tenendo conto del contesto - iducia nelle terapie farmacologiche - tratameni di sostanze psicotrope o neuroleiche, trascurando le diferenze psicologiche nei vari soggei …nella psicologia - inluenze ambientali, di apprendimeni e di ideazioni disfunzionali, senza tener conto della vulnerabilità biologica - iducia negli interveni psicoterapeuici, ino a negare l’uso di farmaci - tecniche di rilassamento o altri interveni sul corpo, trascurando gli efei sul piano isiologico. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Oggi c’è la necessità di integrare saperi e tecniche per conoscere e curare le manifestazioni complesse della mente umana. STRESS E NEUROTRASMETTITORI IN ALLARME Lo stress è una risposta isiologica e adaiva a una minaccia che di solito aiva una speciica via neuroendocrina, l’asse ipotalamo-ipoisi-surrene. Gli simoli stressani aivano l’ipotalamo che secerne il Fatore di Rilascio della Coricotropina (CRF), che promuove la liberazione, nell’ipoisi, dell’ormone adrenocoricotropo (ACTH), che simola il rilascio dei glucocoricoidi della corteccia surrenale. La secrezione di CRF è modulata da una proteina, l’OTP, che regola l’aivazione e l’interruzione. La risposta biologica allo stress prolungato riguarda la maggior parte dei neurotrasmeitori, la cui difusione nel cervello comporta un’alterazione delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina, dopamina), della serotonina, del GABA e in generale del sistema immunitario. Le catecolamine, se preseni in modesta quanità, hanno funzione aivatrice; quando raggiungono ali livelli contribuiscono a perturbare le prestazioni cogniive di ordine superiore. Cosa si altera nelle situazioni stressani? Noradrenalina: controllo dell’atenzione e reazione agli simoli Corisolo: aumenta la vigilanza e diminuisce la sensibilità al dolore Adrenalina: atacco/fuga Dopamina: graiicazione e moivazione, produzione di oppioidi (regolatrici senso del dolore e piacere) Serotonina: regolazione del tono dell’umore, soglia del dolore, temperatura corporea, contrazione muscolare, pressione arteriosa GABA: funzione inibitoria, regola il funzionamento dell’intero sistema nervoso centrale. Negli stai di stress cronico si ha una riduzione dei recetori GABA A, da cui possono derivare stai ansiosi. In molte patologie quesi meccanismi di allarme si alterano in modo permanente, ad es. nella sindrome da stress post-traumaico oppure negli atacchi di panico. È come se l’allarme fosse sempre aivo, anche quando non ce ne sarebbe moivo. Inoltre, lo stress comporta maggiori rischi di sviluppo di tumori e demenza di Alzheimer studio condoto su topi, in cui un’anomalia della proteina tau comporta un iperfosforilazione che altera il trasporto assonale nei neuroni della corteccia; si ha così l’apoptosi, la morte dei neuroni, nell’ippocampo (apprendimento e memoria) e nella corteccia prefrontale (funzioni esecuive). Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 DALLE MADRI SCHIZOFRENOGENE ALLA VULNERABILITA’. UNA BASE NEUROBIOLOGICA PER LE PATOLOGIE PSICHICHE (E LA LORO CURA) La madre schizofrenogena, così deinita da Fromm-Reichmann, è una ipologia di madre fredda, perfezionista, dominante, poco sensibile e con forte tendenza al controllo, con una relazione ambivalente e iperproteiva col iglio; poi furono chiamate in causa anche caraterisiche paterne quali la irannia e l’indiferenza sul piano emoivo. Quesi elemeni erano considerai determinani nella comparsa della schizofrenia, anche se non c’erano evidenze scieniiche. Subentrarono poi altre teorie secondo cui il disturbo schizofrenico si manifesta in uno dei membri di un sistema familiare caraterizzato da comunicazioni disfunzionali, cioè ambivaleni e contradditorie. La prevalenza di tale prospeiva relazionale meteva in secondo piano le possibili origini neurobiologiche. Secondo le “ipotesi dopaminergiche” l’iperaività del sistema dopaminergico a livello della via mesolimbica sarebbe alla base dell’insorgenza dei sintomi posiivi (deliri e allucinazioni) nei pazieni schizofrenici. Alcuni ricercatori hanno evidenziato la possibilità che incidano ageni patogeni durante la vita intrauterina. Più consisteni i risultai che ideniicano in un alterato funzionamento dell’acido folico, con alterazioni della meilazione del DNA e della trasmissione glutammatergica, una delle cause del disturbo. L’afermarsi di studi di neuroimaging ha ideniicato nei pazieni con schizofrenia diverse anomalie struturali nel sistema nervoso centrale, riguardani il lobo temporale, frontale, regioni orbito-frontali e cerebellari. Il numero di geni implicai nella schizofrenia sono simai in oltre 1000, ma è verosimile che le variani geneiche con l’efeto più deiniivo sul fenoipo schizofrenico non si conoscono ancora. Una mutazione del gene TCF4 e BDNF è implicata nella schizofrenia e nel ritardo mentale. Nell’insorgenza dei disturbi d’ansia e afeivi è coinvolta una iper-aivazione dell’amigdala: questa aivazione è inluenzata dal gene 5-HTTLPR responsabile della codiica del trasportatore della serotonina. Inoltre, sembra che bambini con tale gene nella variante “corta” risentano maggiormente di eveni traumaici o maltratameni. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 In uno studio è stata rilevata una diferenza fra i due generi nei livelli di disturbi emoivi: il fato che ansia e depressione siano espresse maggiormente nelle donne è stato spiegato con una più elevata propensione alla manifestazione dell’emozione, o con una maggiore presenza nelle donne di una variante del gene 5-HTTLPR, che contribuisce alla disregolazione dell’emozione. Nel disturbo ossessivo-compulsivo gioca un ruolo l’alterazione del glutammato nel circuito coricostriale-talamocoricale, per cui sono stai preparai farmaci antagonisi del glutammato. Inoltre, studi sul genoma esteso indicano il coinvolgimento di alcune regioni cromosomiche, mentre studi di geneica molecolare hanno confermato il ruolo di moli geni, la cui speciicità non è nota. È diicile arrivare a conclusioni a causa della forte eterogeneità clinica del disturbo. MA ANCHE LA PSICOTERAPIA CAMBIA IL CERVELLO… Sia gli interveni farmacologici che quelli psicologici si rivolgono a modiicare gli aspei biologici. In passato si usavano terapie eletroconvulsivani, oggi abbiamo la magnetoterapia (cefalea, osteopaia, asma) anche se non si hanno prove scieniiche. Più recente è l’approccio alla riabilitazione e al potenziamento cogniivo mediante neurosimolazione, in grado di modulare funzioni cerebrali complesse quali il linguaggio, la percezione, la memoria, il decision making e la coordinazione motoria, non solo in soggei in riabilitazione ma anche in soggei con traumi cranici e persone anziane. Un’associazione tra interveni psicobiologici e tecniche psicologiche appare la via migliore per otenere beneici duraturi. Gli efei della psicoterapia sul funzionamento psicobiologico sono stai ipoizzai da Freud a Kandel e dimostrai recentemente. - L’asseto psicobiologico sorregge cognizioni, emozioni e comportameni e dunque varia al variare di essi - L’aumento di complessità e ricchezza delle connessioni cerebrali e dei collegameni tra gli emisferi e tra le aree funzionali corrisponde ad un migliore stato di salute mentale (mindfulness) - La plasicità neuronale e le variazioni epigeneiche consentono la possibilità di ristruturazioni del sistema biologico che la psicoterapia può aivare con efei più a lungo termine rispeto ai farmaci. La psicoterapia è essenzialmente un processo di apprendimento per i pazieni, e in quanto tale un modo di cambiare l’asseto delle connessioni cerebrali. In questo Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 senso, la psicoterapia usa meccanismi biologici per curare la malaia mentale (LeDoux). CAPITOLO 9 UN PREFISSO “NEURO” PER OGNI DISCIPLINA? NEUROECONOMIA E NEUROMARKETING: COME FUNZIONA IL CERVELLO DEL CONSUMATORE E COME LO SI PUO’ INFLUENZARE P. Thiel ha condiviso la teoria del “desiderio mimeico” secondo il quale se le persone imparano a volere le stesse cose e a competere per esse, questo dà origine alla violenza. Gli studi neurobiologici hanno dimostrato in che modo tale desiderio funziona nel cervello. Al conine tra le decisioni economiche, il markeing e la neuroscienza sta la “neuroeconomia”, che si difonde come disciplina a sé, cercando di individuare i meccanismi sotostani alle decisioni economiche. L’aspeto essenziale di tale conoscenza è aver ridimensionato il ruolo atribuito alla pura razionalità nelle decisioni economiche, dando importanza anche agli aspei emoivi (sanando così l’“errore di Cartesio”). La razionalità è limitata quando: - Si devono prendere decisioni veloci - Ci sono alternaive aleatorie e non determinabili a priori - Le conseguenze prevedibili non sono immediate - Le decisioni sono prese in base a ciò che appare “buono” - Gli ageni che interagiscono sulla decisione ingannano e condizionano chi deve decidere sulle alternaive possibili (giocatori di poker, economisi, poliici). Il termine meme è un’unità di informazione culturale analoga al gene, memorizzata nel cervello, esito di meccanismi di replica, mutazione e selezione in ambito culturale e trasmissibile tramite propagazione nell’ambiente culturale. Questa unità, che concreizza il legame tra processi coscieni, emozioni e cultura nelle decisioni, è eicace nell’inluenzare la scelta della persona e cosituisce la base della neuroeconomia e del neuromarkeing. Ma cosa succede nel cervello quando prendiamo una decisione? La neuroscienza della decisione studia mediante tecniche di neuroimmagine come si aiva il cervello nel momento in cui una persona deve prendere una decisione. Vengono studiai in paricolare i ragionameni probabilisici sugli efei delle decisioni teoria dell’uilità atesa. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Alla vista di un oggeto desiderato entrano in funzione le aree coricali, l’amigdala e l’insula, che è aivata dalla valutazione del prezzo e dagli aspei negaivi dei cosi. Esperimento Ulimatum Game: le oferte basse hanno alta probabilità di essere riiutate sopratuto quando si gioca con un partner umano anziché col computer. Questo riiuto non è razionale, nel senso che è al di fuori delle logiche economiche opportunisiche: il proponente percepito come sleale viene di fato punito, anche se il danno si ripercuote anche su chi non acceta. Alla mancata accetazione corrisponde una maggiore aivazione dell’insula anteriore, corteccia prefrontale dorsolaterale e corteccia anteriore del cingolo. In paricolare, l’insula è legata al disgusto morale per l’ingiusizia percepita, in quanto è un’area coinvolta in vissui spiacevoli quali dolore, disagio ed emozioni negaive. Nelle decisioni economiche si stabilisce una preferenza in base al risultato ateso: valenza (posiiva o negaiva), salienza (intensità), probabilità (grado di incertezza). Ma anche in base ad esperienze pregresse, possibili opzioni, contesto esterno e interno. Studio di Ernst e Paulus: la formazione delle preferenze è associata all’aivazione di aree deputate alla cogniività (cortecce e lobi) e insula anteriore, nucleo striato ventrale e dorsale e area motoria (esecuzione), aree coricali e amigdala (feedback), sistema dopaminergico mesolimbico-mesocoricale (elaborazione delle ricompense atese a livello neurofunzionale). Corteccia orbito-frontale: processi decisionali “caldi” che possono avere conseguenze in termini di moivazione ed emozione. La zona mediale è legata all’elaborazione di ricompense, la zona laterale risponde alle punizioni. Sono preseni inoltre, secondo il modello dei marcatori somaici di Damasio, indicatori sopratuto corporei ed emozionali che indirizzano il comportamento di una persona in base alle esperienze, anche senza consapevolezza. La corteccia riceve aferenze anche dall’amigdala, che ha un ruolo nelle risposte a simoli pericolosi e previsioni su ricompense inanziarie. L’ossitocina serve ad aumentare la iducia negli invesimeni inanziari e la generosità verso partner sconosciui. Capire quali sono le aree coinvolte nel ricordo di emozioni piacevoli associai ad alcune visioni di immagini pubblicitarie rispeto ad altre ha oimizzato lo “shopping emozionale” allo scopo di indurre potenziali compratori a fare scelte mirate negli acquisi. NEUROPOLITICA Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Si deinisce così la ricerca sulla misurazione dei parametri neurobiologici che i discorsi di un candidato, i dibaii televisivi, la comunicazione e la propaganda eletorale inducono nel potenziale eletore, con riferimento all’atenzione, memoria, percezione, comprensione e sopratuto coinvolgimento emoivo. Uno studio su 10 uomini e 10 donne ha evidenziato che ascoltare le parole “democraico” e “repubblicano” suscitano un incremento dell’aività dell’area striata ventrale e altre aree connesse al desiderio e dell’amigdala. Obama riusciva ad airare più uomini che donne, ma non esistono paterns generalizzabili a intere categorie di persone, capaci ad esempio di dirci come funziona il cervello di un eletore di destra o di sinistra poiché è coinvolta la mediazione dei fatori individuali (neurobiologici e psicologici). LA BELLA E LA BESTIA: IL DILEMMA DELLA NEUROESTETICA È lo studio dei funzionameni cerebrali connessi nell’apprezzamento esteico e nella produività arisica. I maggiori esponeni sono S. Zeki e V. Ramachandran. La zona coricale occipito-parietale sono deputate ad analizzare i vari atribui dell’immagine: forma, colore, movimento; la loro connessione produce la percezione complessiva. Le aree orbito-frontali valutano la percezione e il giudizio esteico. Queste aree sono comuni ai vari soggei, quindi sono le basi neurobiologiche dell’esteica. L’aivazione dell’amigdala e altre aree sotocoricali è diversiicata nei vari soggei e riguarda le risposte emozionali di graiicazione e soddisfazione dell’opera d’arte. Con la teoria dei neuroni specchio è stato evidenziato il ruolo della “embodied simulaion” d’azione, cioè le emozioni e sensazioni derivani dall’opera arisica. Changeux deinì l’arte una comunicazione intersoggeiva simbolica con contenui emoivi variabili e mulipli. ANCHE FILOSOFIA, ETICA E RELIGIONE HANNO IL LORO “NEURO”… La posizione “eliminaivista”, proposta dai coniugi Churchland, elimina il conceto tradizionale di mente intesa come enità diversa dal corpo, considerandola un oggeto della isica. Gli ani-eliminaivisi rispondono che anche i concei di senso comune vanno studiai perché su di essi si fondano i reali comportameni umani e sociali. La complessità della vita non può essere ridota a meccanismi chimici o isici, pena il ritorno a posizioni materialisiche e behavioriste. È importante disinguere poi le posizioni ontologiche (mente come materia, cioè cervello) e quelle epistemologiche e metodologiche, secondo cui la mente può essere studiata con i metodi delle scienze naturali. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 La neuroeica è intesa come approccio neuroscieniico applicaivo all’ideazione e azione morale che cerca di capire cosa avviene nel cervello quando la persona si trova di fronte ad una scelta di ipo morale. Gli studi sui dilemmi morali sono stai da tempo oggeto di studi, da Piaget a Kohlberg, a Turiel. Il cervello agisce in modo diverso a seconda che il dilemma sia personale (conseguenza direta a speciiche persone, si aivano le aree coinvolte in processi emoivi e sociali) o impersonale (si aivano le aree implicate nei giudizi analiici e nella memoria di lavoro). Non esiste una localizzazione precisa della moralità nel cervello, ma risulta da una rete funzionale che connete circuii cogniivi ed emoivi: l’emozione ha un ruolo di spinta moivazionale all’azione eicamente orientata, il giudizio morale (teorico e cogniivo) è regolato dall’intenzionalità. Quando si violano principi eici si aivano spesso processi di spersonalizzazione con distorsione delle conseguenze, minimizzazione del danno e de-umanizzazione delle viime. Con l’espressione spiritual neuroscience è la branca dello studio delle aività cerebrali riguardante le esperienze religiose, misiche in paricolare, con lo scopo di capire anche i funzionameni della spiritualità che inducono benessere nelle persone, per cercare di riprodurli in campo terapeuico. Le ricerche si spingono a cercare un “God Spot”, un centro cerebrale in cui si aivano le esperienze religiose di unione con Dio, ma i risultai non sono univoci. Lo studio con uso della SPECT su monaci buddisi e suore catoliche francescane ha evidenziato un rallentamento dell’area preposta all’orientamento e ai processi di connessione con l’ambiente, confondendo reale e irreale. Un altro studio canadese su suore di diverse religioni, usando l’eletroencefalograia quanitaiva, ha dimostrato un unico centro dell’esperienza misica ma sono state individuate molte regioni cerebrali aive. Nonostante i risultai non rilevani, gli autori sostengono che l’esperienza spirituale simola una visione posiiva della vita, favorisce interazioni sociali, alza la soglia di resistenza ad eveni stressani, migliora il sistema immunitario e previene disturbi psichici come la depressione. È bene ricordare che si parla di fenomeni comuni alla strutura di base di tui gli organismi della stessa specie, ma le diferenze individuali possono modiicare le reazioni cerebrali dello stesso soggeto in momeni diversi e in varie situazioni. CAPITOLO 10 COMUNICARE LE NEUROSCIENZE Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 QUANDO LA SCIENZA DEVE “FARE NOTIZIA” Tuto può essere pre-programmato nel cervello e iscrito nei geni, ma sono lo sviluppo sociale e l’educazione a inluenzare il modo in cui le potenzialità biologiche si tramutano in abitudini comportamentali e trai di personalità. QUALE NEUROSCIENZA DEVE ESSERE PRESENTATA La scienza viene usata dalla poliica per fondare decisioni che sono da esaminare in termini di giusto/sbagliato o di uile/dannoso. La scienza riportata al grande pubblico serve all’ideologia e diventa fonte di persuasione e inluenzamento dell’azione. Lo scienziato deve essere responsabile della divulgazione e dell’uso delle sue idee, senza lasciarle al giornalista in cerca di scoop. CAPITOLO 11 L’ANTICO PUZZLE DELLA COSCIENZA LA MENTE A RIPOSO: “DEFAULT MODE NETWORK” O “CERVELLO OSCURO” L’inventore dell’eletroencefalogramma, Hans Berger, aveva ipoizzato che l’aività cerebrale non si ferma mai. Adesso sembra accertato che il cervello a riposo (deinito da Raichle Default Mode Network – DMN), cioè in assenza di simoli esterni o compii speciici da eseguire, ha un’”energia oscura”. Esso ha un ruolo importante di coordinamento. La sua aività si riduce nei compii cogniivi e aumenta quando il cervello è a riposo. Già negli anni ’90 durante studi con la PET si era osservato che alcune aree sono sempre aive (corteccia parietale mediale, che serve a ricordare gli eveni autobiograici), anzi hanno un calo di aività durante un compito. Autori italiani hanno trovato che quanto più un compito intelleivo è impegnaivo, tanto meno la DMN è aiva. Riesce meglio nel compito chi controlla le interferenze di questa zona, disaivandola. Addiritura è possibile prevedere un fallimento in un compito: se la DMN è aiva, il soggeto ha più probabilità di andare male nel compito. Ma questa “energia oscura” ha anche funzioni posiive: migliora le prestazioni mentali se c’è una connessione alta tra regioni cerebrali distani. Le scoperte sulla DMN dimostrano che varie regioni del cervello sono in costante coordinamento per rispondere a simoli esterni. Ciò potrebbe essere la base della coscienza, cioè della capacità di riletere e monitorare pensieri e azioni. Questa rete è associata alla memoria autobiograica, alla mentalizzazione e al pensiero indipendente dallo simolo. Quando l’atenzione si focalizza su un oggeto esterno il lusso di coscienza resta sullo sfondo, si aiva invece quando si passa alla funzione di Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 introspezione. Tale modello spiega le alterazioni (iperaività o patologie psichiche) se la dinamica esterno-interno non funziona corretamente. Ad esempio, nella schizofrenia c’è una coninua ed eccessiva connessione della rete DMN per cui non è possibile disinguere ciò che proviene dall’esterno e ciò che viene dal proprio interno. Nell’auismo avviene una diicoltà nel de-aivare il sistema DMN per rispondere adeguatamente agli simoli esterni. Nell’ansia e fobia sociale c’è un’iperaivazione delle regioni DMN che valutano il proprio stato emoivo con interpretazione negaiva delle situazioni sociali, sotovalutando quelle favorevoli. Al contrario, nella depressione c’è una ridota connessione fra la DMN e le aree cerebrali coinvolte nelle emozioni come l’amigdala. Anche l’Alzheimer potrebbe derivare da una disconnessione funzionale della DMN. ATTENZIONE FOCALIZZATA, PROCESSI CONTROLLATI, CONSAPEVOLEZZA, COSCIENZA… Sono stai approfondii i comportameni senza atenzione (rilessi, risposte automaiche) e le forme di atenzione senza consapevolezza, che si manifestano negli apprendimeni incidentali o nella percezione subliminale. Apprendimento incidentale: simoli non fai diretamente oggeto di atenzione, in quanto recepii parallelamente ad un compito principale su cui è focalizzata l’atenzione, vengono comunque memorizzai in modo inconsapevole. Questo meccanismo è difuso e sfrutato negli spot pubblicitari. Percezione subliminale: simoli che non superano la soglia sensoriale minima per essere riconosciui a livello consapevole accedono ugualmente ai livelli successivi di elaborazione e possono essere usai in altre condizioni, specie se hanno valenza emoiva. Su questo hanno fato leva il markeing e la pubblicità (anche poliica). Disinzione tra processi: - Automaici: aivano, sulla base di input, sequenze apprese senza bisogno di atenzione intenzionale, cioè controllo cosciente (guidare un’auto). In parallelo, è possibile compiere altre operazioni. - Controllai: richiedono sforzo e monitoraggio coninui, funzionano in modo seriale, sono incompaibili con altre aività impegnaive, bisogna dividere le risorse atenive (guidare in condizioni diicili richiede una concentrazione maggiore). In realtà i processi automaici non lo sono del tuto. Il controllo può avvenire soto la soglia della consapevolezza: la selezione degli elemeni da atenzionare avviene in base all’apprendimento e al contesto. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 La coscienza comporta la capacità di spostare il focus dell’atenzione e la disponibilità ad accetare le prospeive nuove, anche se contrastani con i propri schemi consolidai. Bisogna disinguere anche la coscienza della realtà esterna, che usufruisce dell’atenzione consapevole, e la self-awareness o consapevolezza del proprio corpo, dei processi cogniivi, delle emozioni e delle scelte. Quest’ulima è presente anche negli animali e si sviluppa precocemente nel bambino. È la capacità rilessiva a disinguere la coscienza dell’uomo da quella degli animali perchè è connessa al linguaggio umano e alla capacità di comunicazione verbale. Entrambe le forme di coscienza (consapevolezza del mondo esterno e del proprio corpo e autoconsapevolezza) possono essere diminuite o perdute per traumi cranici o patologie (schizofrenia, demenza). Ma entrambe possono anche essere incrementate da interveni terapeuici. DAL PROTO-SE’ ALL’AUTOCOSCIENZA: TRA BIOLOGICO E SOCIALE F. Crick (premio Nobel con Watson per la scoperta della strutura del DNA) intendeva integrare lo studio della soggeività con quello neuroscieniico. È stato confermato che esiste una coscienza precoce, di ipo perceivo, già nel neonato. Ciò proviene dalla possibilità di valutare diretamente le aività cerebrali, non potendo chiaramente avvalersi di report soggeivi a quell’età. Uno studio in bambini fra i 5 e i 15 mesi ha ideniicato un marker neurologico, formato da una serie di eveni cerebrali che si veriicano negli aduli mentre issano coscientemente un viso; dunque già a 5 mesi esiste uno stadio di coscienza perceiva. L’area cerebrale deputata al riconoscimento della forma corporea, situata nella corteccia visiva (la Extrastriate Body Area, EBA), è diversa da quella che elabora i dai relaivi alla gestualità del corpo, cioè la corteccia premotoria ventrale. Mediante la simolazione magneica transcranica si può indurre una modiicazione della EBA. Come si sviluppa la coscienza di sé, a parire da quella corporea ino all’autocoscienza? Damasio descrive quesi processi di evoluzione come passaggio dal proto-sé (non conscio) alla coscienza nucleare (conscio ma transitorio) e poi alla coscienza estesa che atraverso la memoria autobiograica registra e atualizza le esperienze passate. Il proto-sé (tronco encefalico) è cosituito dai senimeni primordiali di esistenza, da questo emerge il sé nucleare, che realizza le relazioni all’interno dell’organismo e quelle dell’organismo con gli oggei esterni. Inine, il sé autobiograico (aree coricali) consente la rilessione conosciiva relaiva al passato e al futuro. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Anche Edelman disingue una coscienza primaria, che rappresenta la consapevolezza della realtà esterna e del proprio corpo, e una coscienza superiore come espressione del sé consapevole. La sede della coscienza è la mente ma non è localizzabile in aree speciiche. Quella umana, a diferenza della coscienza animale, è capace di metaconsapevolezza o “autocoscienza”. L’esperienza interna che cosituisce l’autocoscienza si aiva tramite un interscambio fra rete neuronale ed eveni cerebrali, interageni in processi di “rientro”: scambi ricorsivi di segnali fra gruppi neuronali connessi in parallelo, in interazione dinamica. Questa integrazione di un nucleo dinamico (dynamic core) deve avvenire in tempi rapidi e in modo diferenziato. Si trata quindi di un processo piutosto che di un oggeto con una localizzazione precisa, di una rete piutosto che di un insieme di moduli separai. Il nome di “coscienza” può essere atribuito alla complessa interazione tra fondameni biologici, simoli ambientali, connessioni interne al sistema e azioni che ne derivano. CONOSCENZA CON COSCIENZA: UN PROBLEMA DI METODO E DI EPISTEMOLOGIA Il primo aspeto metodologico riguarda la disinzione tra un livello struturale, valutabile con l’osservazione delle pari, e uno funzionale, che considera l’insieme (funzionalismo di James e Dewey e teoria della Gestalt). Un secondo aspeto iene conto del fato che la coscienza non può essere studiata se non come un sistema aperto al mondo esterno. Il sistema-coscienza non è mai deinibile stabilmente, ma è sempre in cambiamento. Il nucleo fondamentale della coscienza, che ne maniene la stabilità nel tempo, è la memoria, che è costruzione e ristruturazione coninua di signiicai (non dai, in quanto i signiicai restano nella coscienza anche quando i dai si dissolvono) in relazione ai contesi che la persona atraversa nella vita. La coscienza va studiata anche in termini intersoggeivi: il senso di sé deriva dall’essere presi in considerazione dagli altri. Pertanto l’idenità è una costruzione della memoria non solo individuale, ma anche colleiva. Il ine dell’idenità individuale non è solo deinire l’individuo stesso, ma anche accumulare memoria per la specie. CAPITOLO 12 LA SIMULAZIONE, ULTIMA SPIAGGIA DELLA RICERCA? Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 IL RIDUZIONISMO DEL LABORATORIO: UNA STORIA ANTICA Secondo il behaviorismo le spiegazioni scieniiche vanno limitate all’enunciazione di proposizioni riconducibili a dai di sperimentazione in laboratorio e alla scelta di “oggei” empiricamente studiabili. Tale metodo di ricerca trovò opposizioni in quanto è considerato troppo riduivo per lo studio della mente umana. Inoltre, non veniva risolto il problema metodologico di fondo: l’osservazione viene usata e applicata da meni umane, non da macchine; e quando vengono usate le macchine, la soggeività del ricercatore incide sulle deduzioni. Il cogniivismo va oltre lo schema behaviorista simolo-risposta, ribadisce il ruolo delle variabili intervenieni, precisa il ruolo del linguaggio e della programmazione del funzionamento psichico, ma sopratuto sosiene l’importanza del contesto, che non può essere solo quello del laboratorio. Il metodo “posiivo” riporta la psicologia ai canoni del metodo rigorosamente sperimentale e atenendosi ai dai. Si aferma allora un approccio che privilegia esami di laboratorio (per quaniicare aspei neuroisiologici) congiuni a esami psicodiagnosici per l’accertamento oggeivo delle funzioni cogniive. In questo contesto si collocano due elemeni anch’essi fondai su scienze rigorosamente di laboratorio: la geneica per la ricerca delle cause e la psicofarmacologia per la terapia o la prevenzione. Scheda VI: Come la complessità viene sempliicata nella metodologia sperimentale (ricerca sui gemelli) - Non è vero che le esperienze di due gemelli nella fase prenatale sono esatamente uguali; studi con ultrasuoni hanno dimostrato il contrario - Non è vero che l’ambiente agisce allo stesso modo su due gemelli allevai insieme - Gli simoli ambientali, ad es. il comportamento materno, potrebbero essere una reazione a un trato comportamentale del iglio - Esistono problemi eici legai alla separazione a ini di ricerca di gemelli dai in adozione. Inoltre, la memoria della prima infanzia studiata in laboratorio non è la stessa messa in ato in un contesto scolasico, i conlii generai in un gruppo ariiciale in laboratorio sono ben altra cosa da quelli che si generano in contesi di vita quoidiana… quesi sono solo alcuni esempi per dire che riducendo la complessità delle variabili col metodo sperimentale, i risultai non corrispondono a ciò che avviene nella realtà. Si parla di scarsa validità ecologica. Per cui la grande complessità dell’oggeto di ricerca non viene considerata a suicienza. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Oggi si possono controllare le variabili in laboratorio, è consenito l’uso di tecniche di accertamento scieniico (assessment) con alta atendibilità e validità e analisi dei dai sperimentali mediante approcci staisici. Gli ambii della psicologia applicata (educaiva, sociale, del lavoro, clinica, giuridica), invece, hanno trovato metodi propri: la ricerca-azione, le analisi quanitaive. La sida atuale dell’epistemologia contemporanea è il rapporto tra ricerca sui dai e ricerca dei signiicai. I dai non sono l’elemento unico o primario della scienza, ma elemeni veriicabili intersoggeivamente che vanno prodoi e interpretai alla luce di una teoria. La ricerca in laboratorio trova limii se non viene aiancata da un approccio “ermeneuico” in grado di cogliere nella loro interezza la persona normale e quella patologica, le relazioni sociali, le organizzazioni. LA SIMULAZIONE E LE RETI NEURALI RICORSIVE: IN LABORATORIO SI PUO’ RIPRODURRE LA VITA? L’intelligenza ariiciale, secondo Herbert Simon, ha due scopi: - Usare la potenza della computerizzazione per aumentare le capacità del pensiero umano e delle sue applicazioni (ad es. roboiche) - Usare il funzionamento della mente ariiciale per simulare e comprendere meglio quella naturale. La seconda accezione è un esempio di metodologia che parte dalla riduzione della vita reale, ma con l’obieivo di arrivare a simularne la complessità e riprodurne i modelli. A tal ine si avvale di tecniche computerizzate in grado di gesire ed elaborare la mole di dai. Nella realtà dell’intelligenza praica, usata nella vita quoidiana, le persone non valutano sempre tute le possibilità, ma ne selezionano alcune in base a moivi diversi (tempo a disposizione, accessibilità, interessi…). L’intelligenza ariiciale, per avere validità ecologica, dovrebbe rappresentare l’intelligenza praica, non solo quella teorica. Essa può essere uile come supporto per integrare quella concreta, quando è uile valutare tute le alternaive, supplendo alle carenze moivazionali o emoive della persona. Ma diventa inuile o dannosa se simula una realtà non corrispondente a quella umana, e vuole addiritura imporla. La capacità del sistema ariiciale di autocontrollo e autoregolazione è stata deinita già nella teoria ciberneica di Wiener come minimizzazione coninua dell’errore, cioè dello scarto tra stato del sistema e obieivo desiderato. Ci si chiede però se il sistema è in grado anche di sviluppare autonomamente una eterogenesi dei ini (modiicare l’obieivo). Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Nel 1958 Rosenblat presentò il primo semplice modello neurale, il percetrone, che aprì la strada a un modello ariiciale in grado di apprendere dall’esperienza: grazie alla possibilità di variare il peso delle connessioni fra i recetori e il neurone, questo riusciva a discriminare tra diverse conigurazioni di oggei che gli venivano presentate. Ci fu un periodo di pausa nella ricerca sulle rei neurali, dovuta a criiche sulla scarsa eicienza dei percetroni nei compii di classiicazione. La ricerca riprese però negli anni ’80, riproducendo il modo di funzionare del sistema nervoso e i suoi apprendimeni. La rete neurale ariiciale è un insieme di unità connesse tra loro da legami eccitatori e inibitori che ne propagano l’aivazione, ciascun legame con un suo peso quanitaivo che viene modiicato dall’esperienza. La tradizionale rete neurale (Feedforward Neural Network, FNN) è uile per simulare gli apprendimeni: ad es. nel caso di un ato motorio, come lanciare una palla, permete di imparare per ciascuna velocità di lancio il tempo e il punto giusto per aprire la mano e lanciare; in quesi ipi di rei non c’è la possibilità di modiicare il piano di azione dopo che è stato avviato: c’è un controllo motorio, ma non mentale. Simula circuii semplici di apprendimento motorio. Invece la rete ricorsiva (Recurrent Neural Network, RNN) è caraterizzata da connessioni di retroazioni fra le unità (legami interni di feedback), quindi gli output della rete dipendono non solo dagli input ma anche dallo stato interno determinato dai feedback. Al controllo motorio, dunque, si aggiunge un controllo mentale; si crea uno stato dinamico interno della rete che permete di replicare comportameni appresi estendendoli in condizioni diverse, o creare nuovi comportameni combinando apprendimeni consolidai; il tuto in autonomia da simoli esterni, ma in condizioni di auto-evoluzione e inalizzazione. Simula circuii complessi e impegnaivi di ipo cogniivo superiore. La possibilità di simulare realtà complesse ha aperto la strada a tentaivi di realizzare una simulazione della vita e della sua evoluzione. Gli algoritmi geneici si ispirano all’evoluzione naturale e sono fondai, dunque, sui principi darwinisi della selezione e dell’adatamento, nonché sui meccanismi di riproduzione e mutazione; sono in grado cioè di realizzare ariicialmente la riproduzione seleiva degli individui migliori, la ricombinazione geneica, o crossover, e le piccole mutazioni casuali dei cromosomi. L’atuale scienza cogniiva neurale riiene le componeni dinamiche più importani di quelle cogniive. Già M. Boden includeva le componeni psicodinamiche ed emoive, ma anche quelle sociali, escludendo le quali non sarebbe possibile capire neanche quelle cogniive. Si aferma così la neuroscienza Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 sociale che studia i rappori fra cognizione sociale e cervello; gli aspei biologici che regolano le moivazioni, le relazioni e gli ateggiameni; le reciproche inluenze fra psicobiologia, salute e ageni sociali. La riproduzione dei fenomeni del mondo vivente in sistemi ariiciali guarda in modo uniicato a tui i fenomeni, considerando non solo quelli biologici ma anche quelli sociali. Si possono studiare modelli di complessità crescente: dai fenomeni biologici agli organismi unicellulari, pluricellulari e con sistema nervoso, agli esseri umani e alle loro interazioni sociali, ino alle rei tecnologiche ad alissima complessità (internet, facebook). L’apertura al sociale della mente è uno degli sviluppi più receni della scienza cogniiva, che così si disingue dall’intelligenza ariiciale e la supera, pur avvalendosi dei suoi metodi. Essa coglie la complessità della vita limitando al minimo i rischi riduzionisi della simulazione, ma creando modelli che possano essere generalizzai e applicai nella realtà quoidiana. DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ALLA ROBOTICA COGNITIVA La scienza cogniiva nasce dall’intersecazione tra intelligenza ariiciale, psicologia, neuroscienze e altre discipline quali la ilosoia, la linguisica e l’informaica. La scienza cogniiva a sua volta aricola al suo interno una branca “computazionale” e una “neuronale”. Vantaggi dei sistemi intelligeni rispeto alla complessità della vita umana: - Superare lo studio di comportameni semplici aprendo a interazioni complesse - Gesire fenomeni in cui molteplici fatori entrano in gioco, mediante iterazioni ricorsive delle veriiche dei modelli ino alla migliore approssimazione (best it) con il modello teorico o il risultato ateso - Il sistema mentale può essere simulato in modo realisico (videogames e sistemi di addestramento). Troviamo suppori ludici ed educaivi per lo sviluppo delle abilità di apprendimento e del problem solving cogniivo e sociale, mediante serious games: giochi che includono un role-playing, cioè la partecipazione aiva dell’utente in funzioni di ruolo sociale, assumono nei serious games caraterisiche di grande uilità didaica ed esperienziale, consentendo l’apprendimento in interazione sociale mediante modalità muliplayer. Il gioco di ruolo (come lo psicodramma e il sociodramma) è di per sé simulazione per sperimentarsi in situazioni virtuali a scopo formaivo o terapeuico; implementato con le nuove tecnologie, può essere usato per sviluppare life skills, cioè competenze sociali uili per la vita relazionale: strategie di negoziazione, risoluzione dei conlii, decision making, gesione dello stress. Negli ulimi decenni vennero usai ambieni virtuali a scuola con scopi ludici ed educaivi, ad Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 esempio il LOGO e il recente KODU Game Lab. Tecniche mirate a incrementare apprendimento e creaività sono quelle dell’educaional roboics, che considera quesi strumeni come oggei “oggei con cui pensare” e con cui realizzare organismi ariiciali capaci di interagire con l’ambiente. Tra i progei troviamo: - Second Life, società virtuale per connetersi, socializzare e creare realtà nuove, con una propria moneta di scambio - EutopiaMT Lifelong program, basata sul role-playing in classe per insegnare abilità di mediazione, anche ad allievi collegai on line - Enact, inalizzato a valutare on line e a costruire abilità di negoziazione, gesire relazioni interpersonali, risolvere problemi, programmare e prendere decisioni. I limii sono legai ad un minore coinvolgimento emoivo rispeto al gioco reale e ai pregiudizi nei confroni della sfera ariiciale. Al sistema mentale ariiciale la roboica è in grado di aggiungere il supporto del corpo. Le teorie della “embodied cogniion” ci dicono che cognizione e pensiero non è indipendente dal corpo, ma è il corpo anzi che aiva e arricchisce le capacità cogniive. Integrando per mezzo delle interfacce tecnologiche i dai della geneica, biologia, neuroscienze e psicologia, possiamo implementare ageni dotai di corpo (robot) capaci di riprodurre modelli comportamentali intelligeni e azioni complesse. Nella roboica “autonoma” ageni dotai di corpo (embodiment) e situai in ambieni isici con cui interagire (situatedness) sono in grado di svolgere aività senza l’intervento umano, avvalendosi di sistemi di rilevamento e controllo interni analoghi al sistema nervoso umano. Si disingue: - Roboica esterna: il sistema di controllo interagisce con l’ambiente esterno e le interazioni simulate sono prevalentemente isiche - Roboica interna: il sistema interagisce non solo con l’ambiente esterno ma anche con organi e sistemi interni al corpo e la strutura simulata ha natura prevalentemente biochimica. La rappresentazione di aspei interni è essenziale per capire le componeni moivazionali ed emoive. Un’architetura in grado di rappresentare le emozioni in un robot umanoide in interazione con umani si basa sul paradigma della Latent Semanic Analysis: una prima area elabora i dai perceivi dai sensori, una seconda rappresenta le emozioni mediante uno <<spazio concetuale di stai emoivi>>, la terza aiva un comportamento semanico correlato allo stato emoivo del robot. Secondo gli autori il sistema ariiciale può auto-generare il comportamento tenendo conto della sua “personalità”. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 La roboica atuale assume sempre più caraterisiche di “roboica socialmente interaiva” a scopi adaivi e riabilitaivi. I robot sono sistemi ariiciali autonomi che sviluppano le proprie capacità interagendo autonomamente con l’ambiente senza l’intervento umano. La prima popolazione di robot generai sperimentalmente mostra un comportamento scoordinato, in quanto i loro genomi e le rei neurali hanno valori casuali, si muovono liberamente nell’ambiente e viene valutata la prestazione rispeto al compito (itness). Vengono prelevai i geni dai robot con le prestazioni migliori e vengono incrociai tra loro (crossover), creando una popolazione più evoluta che viene valutata e successivamente incrociata ino a raggiungere una generazione con la prestazione più soddisfacente. Disinguiamo tra roboica evoluzionista (=evoluionary), che simula gli aspei ilogeneici, e la roboica dello sviluppo (developmental), che riproduce e modellizza i processi di apprendimento e lo sviluppo ontogeneico ipici del bambino. La roboica si può applicare così per la riabilitazione di bambini con disturbi cogniivi, del comportamento, e auismo. Pur avendo caraterisiche umanoidi, i minirobot hanno dimensioni ridote e sempliicate rispeto alle persone reali, in modo da non ipersimolare i bambini, e che quesi non li considerano come sositui delle relazioni umane, come in base alle loro patologie sarebbero portai a fare. Anzi, possono fungere da intermediari per generalizzare i comportameni con le persone dell’ambiente. In Italia è stato realizzato il progeto FACE, sistema roboico dal volto di donna tramite il quale gesisce l’interazione comunicaiva con l’esterno, interpretando e resituendo segnali emoivi atraverso la comunicazione non verbale. Emete inoltre comportameni, tramite mimica facciale e gesi, inalizzai all’interazione terapeuica con bambini con auismo. Il robot diventa un intermediario tra il bambino e l’esterno, che per lui risulta complesso e lo aiuta, metendolo davani al maggior numero possibile di scenari comuni di vita quoidiana. Il bambino apprende così le modalità adaive per fronteggiare la complessità. Il terapeuta controlla a distanza l’interazione e la guida secondo un piano programmato. Un altro programma sviluppato in Italia per l’auismo e altre forme di disabilità è l’IROMEC, che è “centrato sull’utente” in quanto l’operatore è chiamato a intervenire aivamente re-inventando gli aspei tecnici per adatarli al bisogno del tratamento speciico, sviluppando nuove praiche sociali. Anche i progei Edurob e Netq6 sono mirai a potenziare e diversiicare l’apprendimento di bambini auisici. Ciò vale anche per bambini con iperaività. Difusa è la roboica per la riabilitazione motoria: essa consente di recepire i segnali cerebrali e di tradurli in comandi per un arto meccanico e resituendo in Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 tempo reale i feedback al cervello in modo analogo all’arto naturale. Il sistema BCI implica la comunicazione direta tra un cervello animale o umano e un disposiivo esterno che diventa parte del sistema integrato corpo-mente (M. Nicolelis e l’esperimento su scimmie). Una delle applicazioni più atuali è l’assistenza ad anziani e disabili. In Giappone un robot (Riba-II), dotato di sensori e paricolari “braccia meccaniche”, è in grado di spostare persone ino a un massino di 80 kg, da una sedia a rotelle per esempio. In Europa il progeto Robot-Era prevede tre ipi di robot: uno per assistere anziani in casa, uno nel condominio e uno in luoghi esterni; lo scopo è creare “smart environments” che riguardano anche servizi di acquisto, pulizia, smalimento riiui, ecc. Progeto interamente italiano è l’SRS, un sistema roboico per l’autonomia delle persone anziane in casa, semi-autonomo in quanto la sua intelligenza deve essere supportata da quella umana. Il NICA, sempre prodoto in Italia, è in grado di riconoscere l’emoività di un anziano e il contesto, di metere in ato dialoghi di natura informaiva o di task maintaining (giochi cogniivi per rallentare i deicit di atenzione e memoria), di svolgere aività di task reminding e advising considerando le scadenze, ad es. assunzione di farmaci. TORNA LA LETTURA DEL PENSIERO… Secondo Searle la macchina non può possedere l’intenzionalità che è ipica della mente umana. Una macchina potrebbe funzionare come una mente umana, ma non comprendere la mente di una persona. La connessione tra la registrazione dei movimeni oculari (mediante la tecnica Eye Tracker) e l’analisi delle onde cerebrali corrispondeni, mediante EEG dinamico, ha consenito di abbinare cosa la persona guarda, o come svolge un compito, con ciò che il suo cervello registra. A questa tecnica subentrano oggi registrazioni direte di ciò che avviene nel cervello mentre la persona immagina o pensa. I tracciai dei pensieri possono essere usai per comandare computer o ari ariiciali, senza l’intervento di altri mezzi isici. Un sistema intelligente memorizza le informazioni uili e può decodiicarle quando vengono riaivate, o addiritura trasmeterle ad altri sistemi collegai, che sulla base di quesi input aivano sistemi motori. L’azienda INTEL ha sviluppato un sotware per questo scopo che può essere uile per l’assistenza a persone con gravi handicap isici. Le cuie NeuroSky MindSet permetono di registrare, con sensori metallici collocai in testa, i cambiameni bioeletrici delle aree cerebrali riconoscendo dei paterns preregistrai in base al funzionamento del soggeto speciico; quando riaiva quesi paterns con il pensiero, un chip digitalizza questa informazione e la Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 trasmete via Bluetooth o altro mezzo wireless a un PC che la traduce in impulsi per comandare un disposiivo tecnologico. Meccanismi uili vengono usai per disturbi del sonno, dell’atenzione e iperaività, nell’Alzheimer e sulla memoria nello stress post-traumaico, ma anche per usare i videogiochi senza joysick. La paricolarità di questa tecnica è che non esistono modelli di ipo generale o predeterminai, ma le cuie devono adatare la ricezione/trasmissione a quella persona e gli algoritmi devono individuare i paterns cerebrali peculiari della persona stessa. Inoltre, bisogna iltrare i disturbi provenieni da movimeni muscolari, luci e suoni, onde eletromagneiche e simoli interfereni. PROGETTI AMBIZIOSI PER LA SIMULAZIONE DEL CERVELLO Non è semplice ricostruire in laboratorio un cervello umano: serve una memoria di 5 milioni di Gbyte, ma esistono progei che collegano in rete vari laboratori. La IBM già nel 1956 eseguì una simulazione coricale su grande scala con 512 neuroni; ha quindi portato avani il progeto Watson, un sistema di calcolo specializzato nella comprensione del linguaggio umano naturale. La stessa azienda ha avviato il progeto SyNAPSE con lo scopo di creare microprocessori capaci di riprodurre capacità cogniive simili a quelle del cervello umano. Lo Human Connectome Project integra neuroimmagini, informaica, matemaica e psicologia per creare una grande banca dai di connetomi, rei delle connessioni sinapiche complete del cervello, intese come unico sistema complesso. Lo studio parte da analisi geneiche, funzionali e comportamentali di migliaia di volontari, fra cui coppie di fratelli e di gemelli. Il connetoma, architetura delle proprietà di collegamento e di funzionamento di un piccolo elemento del cervello, è stato paragonato ad un’orchestra che si organizza e si coordina in modo diverso per suonare vari brani. Lo scopo è capire come questo sistema cambia quando apprende, si relaziona, si deteriora. Un altro progeto è lo Human Brain Project. Gli scienziai hanno già scansionato colonne della neocorteccia con sistemi oici e le hanno riprodote ariicialmente con modelli formai da migliaia di neuroni. Quesi modelli, basai anche su simulazioni a livello molecolare, aiuteranno a studiare le complesse funzioni cogniive della mente. Si individueranno nuove terapie per alcune patologie (depressione, schizofrenia, demenza) sperimentando i farmaci senza ricorrere a esseri umani. Potranno aiutare anche lo sviluppo di robot più intelligeni. È possibile anche efetuare diagnosi migliori o terapie più eicaci per le lesioni e gli altri danni del funzionamento cerebrale. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 CAPITOLO 13 LA LEZIONE DELLA COMPLESSITA’ Le teorie della complessità e lo studio dei sistemi caoici hanno contestato alcuni dei capisaldi della scienza empirica tradizionale, tra cui il determinismo riduivisico. Tuto ciò che esiste nell’universo è fruto della necessità e del caso (J. Monod). IL CAOS NEI COMPORTAMENTI UMANI E SOCIALI: FRA CAUSALE E CASUALE In un sistema complesso minime variazioni delle condizioni iniziali producono efei alle condizioni stesse: sviluppo deinito “caoico” per la sua impredicibilità e per l’intervento di variabili non conosciute o non controllabili. L’oggeto di dibaito riguarda due casi: - Complessità come imprevedibilità epistemica: i fatori interageni in un fenomeno sono così numerosi da non poter essere tui parametrizzai. Aumentando la potenza dei metodi di conoscenza e/o analisi di dai, si potrebbero spiegare eveni sempre più complessi. - Complessità come imprevedibilità della realtà in sé: fatori la cui azione è casuale, cioè struturalmente indipendente dagli altri fatori del sistema. L’imprevedibilità può essere solo monitorata e controllata nelle sue variazioni, ma mai conosciuta e compresa nella sua essenza. Entrambe le accezioni sono valide: esistono diicoltà metodologiche di studio di fenomeni complessi, afrontate con tecniche sempre più rainate (le diagnosiche per immagini di ipo dinamico, le analisi mulivariate, le simulazioni, le ricerche cumulaive); ma persisteranno sempre anche andameni caoici e imprevedibili che vanno seguii per quanto possibile da ageni intelligeni, siano essi operatori umani o sistemi ariiciali. La metodologia scieniica è abituata a studiare le regolarità e a contrastare il caso e tende alla generalizzazione e previsione (forecasing). Ma se complessità e casualità tendono a prevalere, occorrerà pensare ad altri criteri per la veriica delle ipotesi? Negli anni ’60 il matemaico Zadeh propose la logica fuzzy (sfumata) che consente la descrizione di processi non dicotomici, ma promuove la creazione di un’interfaccia tra dai descrii simbolicamente con termini del linguaggio comune (caldo, alto,…) e dai numerici, permetendo di avvicinare la complessità ricca di sfumature del mondo reale alla concetualizzazione necessaria per intervenire in esso. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Per i modelli semplici, invece, l’approccio empirico tradizionale coninua ad essere valido: studi sui moduli dell’atenzione, percezione, apprendimento, linguaggio. Quando si toccano temaiche di grande complessità che includono aspei emozionali e relazionali bisognerà accedere a ricostruzioni e generalizzazioni di ordine logico più che empirico, cumulaivo di efei piutosto che basato sulla probabilità della signiicaività di singoli efei parziali. Il riduzionismo è eicace quando trata fenomeni semplici, con poche variabili interageni e altre ben controllate; è irrealisico quando si applica a fenomeni complessi, dalle patologie psichiche alle dinamiche aziendali, crisi sociali e inanziarie. SI PUO’ RIDURRE IL RIDUZIONISMO? E METTERE ORDINE NEL CAOS? Le ipotesi generiche riguardo a fenomeni complessi non possono essere né deiniivamente confermate né smenite. Ad esempio se ipoizziamo che la caiva sorte è la causa principale delle disgrazie umane, non potremmo mai essere smenii empiricamente perché nessuna ricerca potrebbe dire qualcosa di deiniivo contro tale ipotesi. Per questo i metodologi formulano ipotesi in forma “negaiva” tentando di smenirle (ipotesi nulle) e confermare così l’ipotesi reale che il ricercatore vuole dimostrare. In ogni caso l’ipotesi deve essere speciica per avere modalità di veriica appropriate ed eicaci. Se è speciica, l’ipotesi può avere caratere esploraivo piutosto che confermaivo/disconfermaivo. Sul piano del metodo, il modello di scienza dell’Otocento diede la sua adesione al sistema ipotesi-veriica: sistema che procede mediante una sperimentazione dai criteri rigorosamente deinii e ripeibili, e la conseguente generalizzazione dei risultai a principi, leggi e teorie in grado di spiegare i fenomeni e prevederne le regolarità. L’epistemologia di questa scienza è caraterizzata da due tesi: - Riduzionismo: analisi dei sistemi nelle loro pari componeni e la possibilità di comprendere o prevedere, a parire dalla loro conoscenza, il comportamento dell’intero sistema. - Linearità: relazione di ipo lineare e prevedibile tra i fatori X e Y atendibile se le variabili interfereni sulla linearità possono essere tenute soto controllo, come nella ricerca sperimentale. - Determinismo: ogni sistema è completamente determinato dalle condizioni antecedeni possedute dal sistema stesso. Non esistono variabili aleatorie che possono inluenzarlo. X (causa) determina Y (l’efeto). È limitato il campo di applicazione del conceto di oggeività nella conoscenza dei fenomeni: non è sempre possibile efetuare misure oggeive. Inoltre, alcuni fenomeni si comportano in modo imprevisto e imprevedibile. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 I fenomeni complessi e caoici hanno posto le premesse per una nuova epistemologia centrata su: - Un approccio olisico, cioè globale e non riduzionisico, alla realtà - Una visione non-lineare per cui le condizioni iniziali provocano reazioni a catena e sali dall’esito non prevedibile - La circolarità della causalità: il fatore X inluenza Y, ma ne è a sua volta inluenzato. Esistono una regola e una prevedibilità nel divenire “caoico”? La non prevedibilità può portare alla ricerca di regole all’interno della caoicità: a tal ine nelle ricerche empiriche vengono precisai i conini della riduzione della complessità e i criteri metodologici e di analisi dei dai adeguai alla situazione complessa. In moli casi si preferisce un monitoraggio longitudinale dei fenomeni in evoluzione oppure verso un’analisi cumulaiva di più momeni di ricerca. Ciò comporta di: - Metere insieme le prove, seguendo nel tempo una certa ipotesi - Vagliare ciò che è secondario da ciò che è essenziale - Cumulare le veriiche inchè non si arriva ad una convergenza. Questo processo è in contrasto con la logica confutaiva popperiana, non sempre atuabile. Nella ricerca empirica la validità dei risultai accumulai viene assicurata da metodi di cumulazione dei dai, come la meta-analisi. La logica di veriica cumulaiva è patrimonio comune dei ricercatori, che la meta-analisi ha rainato con tecniche staisiche adeguate per la veriica cumulaiva anziché di singole ipotesi. Il limite della veriica cumulaiva però sta nella diicoltà praica di compiere numerosi studi di replicazione sistemaica, variando una variabile alla volta e seguendone l’andamento nel tempo: procedura che richiede tempo e fondi necessari, anche per grandi gruppi di ricerca. La simulazione apre spazi nuovi a una logica di ricerca capace di rispecchiare la complessità dei processi mentali, consentendo l’integrazione di un gran numero di elemeni le cui interazioni sono di ipo non lineare e fanno emergere esii globali del sistema non prevedibili a priori. Sul piano metodologico le ricerche simulaive ofrono la possibilità di superare i limii delle ricerche empiriche, sopratuto in psicologia educaiva, clinica, riabilitaiva e nella neurobiologia. Esse consentono: - La formazione di gruppi di confronto e di controllo realmente “matched” - La precisione di misurazione e di formazione e gesione del database - La creazione di benchmark (prova delle prestazioni) come riferimento reale a criteri teorici, tenendo conto dell’errore di misurazione Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 - La possibilità di parire dai dai reali di uno o più soggei sperimentali o clinici e usarli come baseline per la simulazione di dai in progress - La replicazione e le variazioni con numero di casi molto elevato - L’aggiornamento dei valori di probabilità via via che si accumulano i dai (logica bayesiano). Il limite è l’inevitabile sempliicazione della complessità degli eveni. La sempliicazione nella simulazione serve per la costruzione dei modelli iniziali, semplici, a pato di non ritenerli la prova di come funziona la realtà, ma solo linee-base da connetere tra loro in modelli più complessi e più vicini alla realtà. La simulazione consente di fare in modo economico e rapido quanto nella ricerca sperimentale deve essere fato usando disegni mulivariai complessi. Sono state realizzate molte implementazioni praiche nel campo dell’apprendimento motorio e sporivo e nell’immaginazione mentale. Ciò che è importante è che occorre un coninuo controllo degli sviluppi dello stato iniziale e dei cambiameni in iinere, controllo che i sistemi informaizzai possono atuare in autonomia mediante la ricorsività delle rei neurali di ulima generazione. Ma anche nelle praiche applicaive della psicologia deve essere fato con l’intervento direto dell’operatore che monitorizza coninuamente i cambiameni e quindi regola il percorso verso i ini preissai. COSCIENZA, AZIONE, RELAZIONI SOCIALI: IL PUZZLE SI PUO’ RICOMPORRE? Un sistema che si comporta in modo intelligente non necessariamente è consapevole di esserlo. Intenzionalità e coscienza non sono ritenute intrinseche dei sistemi intelligeni ariiciali ma cosituiscono un “di più” ipico della mente umana. Secondo l’interpretazione “enaiva” ipica delle teorie auto-poieiche della biologia costruivista, l’organismo maniene e rigenera nel tempo la propria unità e autonomia rispeto alle variazioni ambientali. In questo senso la consapevolezza emerge nell’autoorganizzazione del sistema per mantenere la propria idenità nei rappori con l’ambiente. Tre dimensioni in cui atenzione, percezioni, emozioni, azioni interagiscono in modo coninuo: - Qui verso altrove: realizzabile nelle aività motorie - Adesso verso un altro tempo (passato e futuro): memoria retrospeiva e prospeica, ricordo e programmazione - Sé verso gli altri: idenità, comunicazione, relazione. Sul piano dell’intervento si applica un doppio riduzionismo: Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 - I problemi della corporeità si afrontano con mezzi isici (es. farmaco); o educando o riabilitando la motricità con l’allenamento, o con suppori intelligeni - I problemi delle emozioni (ansia, stress) e quelli della coscienza (capacità cogniive, disturbi degli apprendimeni e dell’adatamento sociale) vengono tratai con sostanze psicotrope e/o interveni educaivi o psicoterapie. Corporeità, emozione e coscienza non possono essere scisse, ma vanno comprese e tratate insieme. Le applicazioni del modello complesso sono possibili in moli setori: - apprendimeni cogniivi, afeivi, relazionali e possibili deicit - disturbi speciici dell’apprendimento e bisogni speciali - disturbi dell’atenzione e dell’iperaività - comportameni esteici, economici, poliici, eici - disabilità varie per origine, grado e ipologia - deterioramento mentale negli anziani o dopo traumi - auismo - patologie psichiche - devianza minorile e in età adulta - tossicodipendenze e altre dipendenze - ansia e stress - gravidanza, cura dei nai prematuri - disagi sul lavoro, burn-out - pubblicità e markeing - diferenze di genere - rappori inter-gruppi In tui quesi campi la causalità può essere autoregolata e autocontrollata. Nei casi in cui questa autoregolazione non è suiciente, è possibile atuare questo etero-controllo mediante uso di sostanze, protesi, sostegni ariiciali. Oppure intervenire mediante suppori che orientano la persona al recupero dell’autoregolazione e dell’autocontrollo. Quesi interveni possono essere di ipo educaivo, rieducaivo o riabilitaivo, psicoterapeuico. CAPITOLO 14 PER CONCLUDERE: PRIGIONIERI DELLA COMPLESSITA’? FUGA NEL NEURO-BIO-TECNOLOGICO: L’ULTIMA TENTAZIONE Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 Tra neuroscienze e psicologia deve esserci un rapporto di integrazione e confronto: ogni componente della famiglia delle scienze della mente ha la propria responsabilità, insieme agli altri. RIPARTIRE DALLA DOTE COMUNE Psicologia e neuroscienze devono metere davvero in comune la propria dote: le conclusioni cui nel proprio dominio sono giuni studi validi, replicai e generalizzai a campi e a condizioni diversi. Sul piano applicaivo ci aspeiamo: - dalla psicologia, la conferma di quali interveni sono più eicaci (raggiungono mete preissate) ed eicieni (usano metodi rapidi) - dalle neuroscienze, non solo la precisione puntuale di quali geni o pari del cervello possono inluenzare i comportameni, ci aspeiamo invece che, tenendo conto delle condizioni epigeneiche e dell’olismo del funzionamento mentale, venga prospetato quali speciiche interazioni tra i geni e un ambiente potenziato possono consenire le condizioni migliori per lo sviluppo o recupero di funzioni careni. È uile per fondare interveni farmacoterapici o psicoterapeuici o educaivi. Decalogo, misto tra pretese metodologiche e deontologiche: 1. tenere preseni le lezioni della storia delle singole discipline 2. non estendere le conclusioni al di là della portata temporale e contestuale 3. non millantare conclusioni deiniive su dimostrazioni probabilisiche 4. non divulgare sui mass media un’ipotesi parziale ancora da veriicare 5. associarsi ad altre scienze limitrofe 6. atenzionare i lavori degli altri ricercatori 7. discutere criicamente gli aspei metodologici e le tecniche usate 8. non rifugiarsi nelle tecnologie avanzate per mascherare lacune dei modelli o dei metodi 9. raforzare l’epistemologia 10. considerare le valenze sociali e l’applicabilità praica e professionale nei vari setori. Scienza= prassi di ricerca sulle regolarità e le diferenze nei fenomeni, condota in condizioni controllate, con procedure atendibili e internamente coereni e veriicabili dall’esterno. Le neuroscienze non possono prendere prigioniera la psicologia per il semplice fato che le scienze che si occupano della mente sono tute prigioniere della complessità, dalla quale tute sono ridimensionate e contenute. Quando si parla di mulicomponenzialità dei modelli, di assessment muliplo, di analisi mulivariate, di mulidisciplinarità, di controllo e veriica coninua del casuale mediante un causale mirato si trata di accedere alla logica di complessità che è il ilo Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected]) lOMoARcPSD|2132913 condutore dell’intera scieniicità contemporanea. <<Tui insieme per fronteggiare il caos>>. Scaricato da Ervis Dembacaj ([email protected])