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SCIENZE DI BASE - BIOCHIMICA CLINICA

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Biochimica Clinica 2021/22 – Prof.ssa Damiana Pieragostini
LEZIONE 1 3/11/2021
Cos’è la medicina di laboratorio?
È una disciplina che studia campioni biologici che provengono dall’uomo o nell’uomo stesso analisi del
sangue, urine. Riguardano tutti quei parametri fisico-chimici e chimici che possono dare info sui processi
fisiologici e/o patologici che avvengono nell’uomo.
Qual è la sua finalità?
Fornire informazioni, ovvero elementi che da soli o insieme ad altri raccolti dal clinico permettono di
formulare una diagnosi con la più alta probabilità statistica, oppure di aiutare il clinico nella scelta di una
decisione che può essere un approfondimento diagnostico, terapia o una modifica di essa.
Le fasi di un esame di laboratorio
Ogni esame clinico ha un valore soglia per farci capire se un pz è malato o meno. La soglia diagnostica
separa completamente i risultati positivi e negativi del test. Se il valore è basso sta al disotto della soglia,
quindi, non ha nessuna malattia, se il valore è alto si parla di malattia. La situazione ideale è estremamente
rara.
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Distribuzione di frequenza
Si ottiene dividendo la scala di misura in intervalli di uguale ampiezza e contando il numero di osservazioni
che cadono all’interno di ogni classe
Distribuzione di frequenza in medicina
Verifica la distribuzione dei dati, ovvero dove sono concentrate le osservazioni e la presenza di osservazioni
estreme. Di solito le misurazioni biologiche sono spesso normalmente distribuite. La distribuzione è
simmetrica intorno alla media.
Distribuzione normale
Molti metodi statistici sono bastai sull’assunzione di una distribuzione di dati normali (simmetrici rispetto
alla media). Molte variabili biologiche, compresi gli errori di misurazione sono distribuite
approssimativamente.
Quali sono le conseguenze?
Sapendo che una variabile è normalmente distribuita e conoscendo media e dev. Standard, è possibile
conoscere la probabilità che un individuo selezionato casualmente presenti un valore maggiore, minore o
compreso tra i 2 limiti prefissati.
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Distribuzione normale e Dev. Standard
DevSt è un indice di dispersione statistico, ovvero è una stima della variabilità di una popolazione di dati
o di una variabile casuale.
Distribuzione normale o di Gauss, è una distribuzione di probabilità continua in cui i valori reali tendono
a concentrarsi attorno ad un singolo valor medio.
-
Questo grafico contiene la % dei valori della popolazione.
L’area della curva= 1
È una distribuzione simmetrica dove media, moda e mediana coincidono.
È completamente definita dal valore medio e dalla deviazione standard
Intervallo di confidenza
Definisce una serie di valori di un campione, i cui estremi vanno a contenere la media della popolazione con
una probabilità approssimata a un livello di copertura pari a 1-α. Esso misura l’attendibilità di una statistica
α indica la probabilità di errore, ovvero la probabilità che i dati campionati provengono da una
popolazione con una media che si trova fuori dall’intervallo. Perciò bisogna lasciare α il più piccolo possibile
Ciò vuol dire che l’individuazione di un singolo valore non è sufficiente; c’è bisogno di un intervallo di valori
per quel parametro che viene poi definito intervallo di confidenza.
La stima intervallare ci dà un insieme di valori che ha una certa probabilità di contenere il valore vero della
popolazione.
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18 sono i positivi infetti
8 sono persone sane che sono positive
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Variabilità e valori di riferimento
Quando si ha un risultato analitico di laboratorio, per arrivare alla sua utilizzazione clinica deve essere
confrontato con i cosiddetti “valori normali” “valori di riferimento”
Come si calcolano i valori di riferimento?
Come si interpreta un dato analitico
Situazione reale:
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Sensibilità di un test
È la capacità di un test di identificare il maggior numero di soggetti con la malattia
Specificità di un test
Identificare correttamente i sani. Lo svantaggio è che avrò tanti falsi negativi
Se è più sensibile è meno specifico, se è più specifico è meno sensibile
Valore predittivo di un test positivo
Probabilità che un risultato positivo identifichi qualcuno con la malattia
Valore predittivo di un test negativo
Probabilità che un risultato negativo identifichi qualcuno senza la malattia
ROC CURVE curva delle caratteristiche operative relative
La curva ROC è un grafico che mette in relazione la sensibilità e la specificità di un test diagnostico al variare
del valore di cut-off (valore soglia). L’analisi della curva ROC di un test diagnostico permette di valutarne
l’accuratezza, di determinare il valore di cut-off più appropriato e di confrontare le performance di due, o
più, diversi test.
Mi rappresenta la % di persone che sono state classificate correttamente. Se ho un AUC di 0.5 vuol dire che
sto classificando bene il 50%.
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Cosa va ad influenzare le curve Gaussiane?  la variabilità e gli errori
Se parliamo di variabilità parliamo di variabilità analitica e biologica.
Variabilità analitica
Bisogna premettere che il risultato analitico può essere condizionato dagli aspetti legati alla fase
preanalitica che, se non propriamente controllati possono introdurre scostamenti, sia positivi che negativi
che sono rilevanti per il risultato finale.
Per quanto riguarda le fonti di variabilità le possiamo schematizzare in:
Reagenti: variabilità nella modalità di preparazione (se non sono pronti all'uso); errata conservazione o
invecchiamento (modifica del PH).
Calibratori e calibrazione: variabilità tra lotti di calibratori, modalità di conservazione e ricostruzione dei
calibratori, modalità di esecuzione della calibrazione.
Strumentazione: misure dei volumi (pipette), misure della temperatura (incubatori), efficienza del
mescolamento, efficienza dei sistemi di lavaggio.
Operatore: trattamento non adeguato di reattivi, strumenti, calibratori o campioni biologici, modalità di
esecuzione delle analisi manuali.
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La scarsa accuratezza allarga la gaussiana
Variabilità biologica
Rappresenta la variabilità della concentrazione di un dato misurando nel fluido biologico di interesse,
sangue, urine, o altri fluidi dovuta alla fisiologia dell'individuo. riconosciamo due tipi di variabilità biologica:
variabilità biologica intraindividuale è definita come la fluttuazione casuale di un costituente
dell'organismo, misurato in tempi diversi nell'individuo, intorno al suo punto omeostatico. L'entità di
questa variabilità dipende dalle condizioni fisiologiche che sono alla base del controllo della concentrazione
di un determinato analita nel fluido biologico di interesse.
o Se la concentrazione è critica per il buon funzionamento complessivo dell'organismo, il controllo
omeostatico sarà molto stretto e la concentrazione oscillerà entro ambiti molto limitati in
condizioni di buona salute (conc. di sodio).
o Se il componente in questione non svolge le sue funzioni a livello plasmatico (transaminasi e
creatina chinasi) il livello di variabilità individuale potrà essere molto superiore.
Variabilità biologica interindividuale È definita come la differenza nei risultati dello stesso costituente
ottenuti in individui diversi, tutti nelle stesse condizioni fisiologiche dovuta alla diversità dei punti
omeostatici.
L'entità di questa variabilità è data dalla ampiezza dell'intervallo dei valori in una popolazione di soggetti
sani.
La variabilità biologica interindividuale definisce di fatto gli intervalli di riferimento.
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Un esempio di questi due tipi di variabilità la vediamo nel grafico in cui sono mostrati i valori di creatinina
sierica ottenuti in 90 soggetti privi di patologie renali, sottoposti a prelievo una volta a settimana per 10
settimane consecutive.
Quindi si può vedere, come la variabilità nell'ambito di ciascun soggetto sia contenuta, e la mediana dei
valori dei vari soggetti si disperda ampiamente con valori diversi tra maschi e femmine.
Durante lo svolgimento delle analisi possono presentarsi degli errori: distinguiamo errori preanalitici che
riguardano il paziente e l'ospedale, ed errori preanalitici che riguardano il laboratorio.
i tipici errori del paziente sono: inadeguata preparazione ad esempio non a digiuno, variabilità biologica,
ingestione di farmaci.
Gli errori dell'ospedale stanno nella raccolta o nel ritardo del trasporto.
Ed infine gli errori da laboratorio sono: una conservazione non corretta, il trattamento del campione e
l’aliquotazione
Altri errori sono: età, sesso, massa corporea, preparazione del paziente, postura, richiesta inappropriata,
errore di tracciabilità (Quello che permette la tracciabilità è il codice a barre), errore del contenitore,
campione insufficiente, campione coagulato, campione emolizzato, campione lipemico.
esistono inoltre errori analitici più rari uso non corretto della strumentazione, reagenti scaduti
ed infine errori post analitici inserimento di dati del paziente sbagliato
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LEZIONE 2 10/11/21
Il sangue esistono 3 tipi di prelievo: venoso, capillare e arterioso
Sangue arterioso: parte dal cuore e arriva i tessuti e trasporta sangue ossigenato; ha una pressione
idrostatica maggiore rispetto a quello venoso; infatti, vi è una muscolatura più spessa per reggere la
struttura dell'arteria e quindi reggere la pressione. e un sangue ricco di ossigeno e nutrienti
Come vediamo nell’immagine l’arteria è più grande ma internamente ha un passaggio più piccolo rispetto
alla vena. L’arteria ha una tunica estera molto sottile ma una tunica media molto spessa.
Invece la vena ha un diametro interno maggiore in cui è presente anche una valvola affinché il sangue non
torni indietro, ha una tunica esterna più spessa. Il sangue parte dai tessuti e arriva al cuore e si tratta di un
sangue poco ossigenato, ma ricco di anidride carbonica. La pressione interna deve essere più bassa.
Il prelievo arterioso è molto difficile perché le arterie si trovano in profondità quindi si effettua un emogas
Cos’è l’emogasanalisi?
È la misurazione dell’acidità del sangue unitamente alle pressioni parziali di ossigeno e anidride carbonica.
A queste variabili del laboratorio sono associate anche la misurazione dell’emoglobina e dell’ematocrito,
pressione biometrica e diversi parametri calcolati. Quali sono le finalità? Valutazione dello stato
d’ossigenazione e quella dell’equilibrio acido-base.
Per svolgere questi esami c’è bisogno di una conoscenza dal punto di vista fisiopatologico e quadro della
condizione clinica del paziente in termini di sintomatologia, se sono presenti condizioni cliniche pregresse,
trattamento in atto sia dal punto di vista ventilatorio che farmacologico. Oltre a questi esami, vengono
spesso associate altre determinazioni che vanno a completare l’informazione dello stato del paziente:
l’ossimetria verifica la frazione di emoglobina ossigenata, ridotta o inattivata da situazione tossiche,
elettroliti, metaboliti, glucosio e lattato, urea creatinina, bilirubina.
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SANGUE ARTERIOSO: EMOGASANALISI
1.VALUTAZIONE STATO DELL’OSSIGNAZIONE
L’ossigenazione del sangue ha delle variabili che dipendono dalla pressione barometrica, composizione
dell’aria inspirata, volume ventilatorio, composizioni dell’aria a livello alveolare, lo stato degli alveoli
polmonari, l’efficienza della circolazione sanguigna e la composizione del sangue (soprattutto la quantità di
emoglobina). (continuare appunti)
2.VALUTAZIONE EQUILIBRIO ACIDO-BASE
Il pH del sangue è 7.38 con una tolleranza di oscillazione assai contenuta. Si parla di acidemia se si trova al
di sotto 7.35 ed alcalemia sopra i 7.45. Sono considerati critici quelli che superano i limiti di 7.10 e 7.70.
Il sistema tampone del sangue maggiormente coinvolto nel suo mantenimento omeostatico è quello del
bicarbonato-acido carbonico, anche se vi è il concorso tamponante dell’emoglobina, albumina, fosfati e
altre sostanze.
EMOGLOBINA è capace di tamponare e aiuta il sangue a mantenere il suo PH costante.
Se si trova in uno stato rilassato è tipico dei polmoni, se si trova in uno stato teso è tipico dei tessuti, in cui
l'emoglobina deve rilasciare ossigeno.
MIOGLOBINA proteine di conservazione, serve in caso di necessità/ emergenza
Curva di saturazione dell'emoglobina e della mioglobina
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EMOGASANALISI
voi come detto in precedenza si tratta di un prelievo arterioso più profondo che ci dà informazioni precise
sulla funzionalità polmonare. Ci dà informazioni sul PH del sangue, PO2 E PCO2.
Sei il paziente incosciente o si trova in una situazione di pericolo viene portato al pronto soccorso. questo
esame viene effettuato anche su pazienti affetti da covid.
prima di effettuare un prelievo arterioso è possibile effettuare il test di Allen: è un test per la dimostrazione
di un efficiente circolo collaterale del palmo della mano.
• Per prima cosa bisogna chiedere al paziente di stringere il pugno; se il paziente non è in grado di
fare questo bisogna chiudere personalmente la mano del paziente strettamente.
• Con i pollici bisogna applicare una pressione occlusiva sull'arteria ulnare sull’ arteria radiale per
ostacolare il flusso di sangue della mano.
• Applicando questa pressione a entrambe le arterie, il paziente deve rilassare la sua mano e bisogna
verificare se il palmo e le dita sono “impallidite”. Se questo non si verifica vuol dire che l’occlusione
delle arterie non è completa per cui è necessario ripetere la manovra.
• Bisogna rilasciare la pressione occlusiva solo sulla arteria lunare per determinare se il test è positivo
e negativo. se positivo l'arteria ornare un buon flusso di sangue se il flusso ematico alla mano si
ripristina entro 5/15 sec. se negativo la circolazione ulnare inadeguata o inesistente. Per questo
solo l'arteria radiale fornisce sangue arterioso per quella mano e non deve essere forata.
• L'arteria utilizzata per il prelievo è quella radiale che si trova alla base del pollice.
Infine, otterremo dati riguardo:
• Stato di ossigenazione che si può ottenere anche tramite il saturimetro
• SO2= ossiemoglobina/ ossigenata e non x100
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RISULTATI EMOGASANALISI:
STEP 1: Votazione è stata di ossigenazione
POLMONI E RENI RENDONO IL PH STABILE
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STEP 3: ANALISI DELLA PCO2 E PH
Bisogna capire se vi è un problema polmonare
Valori normali pCO2 38-42
Se i valori sono alterati abbiamo:
un’acidosi respiratoria  ipoventilazione pH < 7.38, pCO2 > 42 mmHg (aumento di pco2)
alcalosi respiratoria iperventilazione pH > 7.42, PaCO2 < 38 mmHg (riduzione pco2)
Se il paziente iperventila, Elimina troppa anidride carbonica che porta a problemi sull'equilibrio e
l'innalzamento del PH.
STEP 4: VALUTAZIONE DEI BICARBONATI
Se si parla di acidosi metabolica il rene non sta riassorbendo bene il bicarbonato
Se si parla di alcalosi metabolica vi è un aumento di HCO3, e il rene ne sta eliminando troppo.
La valutazione del compenso atteso e quello che il nostro organismo fa per rispondere ad una condizione
patologica.
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SANGUE CAPILLARE
Parliamo di piccoli capillari che si trovano ad esempio sui polpastrelli. quando andiamo a svolgere un
prelievo del sangue capillare il campione deve fluire liberamente dalla ferita, senza spremere perché
aumenta il liquido interstiziale. È pratico e minimamente invasivo, si effettua anche nei nati e nelle
autoanalisi.
Voi per cosa viene usato il sangue capillare?
• Ad esempio, per il controllo del diabete autoanalisi
• Test rapidi sierologici
• Nei neonati (tallone) per i controlli di routine o screening neonatale.
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Lezione 3 10/11/21
Precedentemente abbiamo visto il prelievo arterioso, adesso parliamo di prelievo venoso.
Come viene effettuato?  dal braccio con la farfallina. Viene usata la vacutainer, ovvero provette
sottovuoto che aiutano il deflusso del sangue.
Il sangue venoso è composto da due parti:
1. Corpuscolare  contiene cellule ma sono in sospensione, tra cui piastrine globuli Rossi e bianchi.
2. Liquida  divisa in siero e plasma.
Il siero non ha gli elementi della coagulazione. Si inserisce in una provetta con il tappo rosso perché non
contiene l'anticoagulante. Il siero è ciò che rimane del sangue dopo aver allontanato gli elementi figurati e i
fattori di coagulazione. La composizione è simile al plasma ma manca il fibrinogeno.
Il plasma invece ha gli elementi di coagulazione. viene utilizzato il tappo viola per l'emocromo e il tappo
azzurro in cui otteniamo sempre il plasma ma cambia l'anticoagulante. È una parte del sangue privato degli
elementi corpo scolati che si ottiene da sangue prelevato con anticoagulante separandolo dagli elementi
corpo scolati mediante centrifugazione
• Apporto di ossigeno
• Fare da tampone
• Nutrire
• Funzione immunitaria qui lavoro in globuli bianchi che usano il sangue solo come mezzo di
trasporto. Sono presenti se ci sono infezioni
• Antinfettiva
• Emostatica
LA COMPOSIZIONE DEL SANGUE
55% plasma, composto da acqua, proteine (albumine, globuline, fibrinogeno) lipidi, glucosio, aminoacidi,
ioni.
1% globuli bianchi (Neutrofili linfociti monociti o cinofili basofili) e piastrine
45% globuli Rossi
STUDIO DEI GLOBULI
1. voi studio quantitativo  conta leucocitaria, conta dei Rossi, e conta piastrinica
2. Studio qualitativo-morfologico  striscia di sangue
1.Studio quantitativo citofluorimetri-emocitometri-conta globuli
Emocromo  Valutazione quantitativa degli elementi del sangue periferico; precedentemente si contava al
microscopio, adesso si usa il contaglobuli  Strumento che conta grazie ad un potenziale elettrico e conta
in base alle interruzioni.
Citometro  basato sulla rilevazione dell'assorbimento e della diffrazione della luce.
Citofluorimetro Misura la fluorescenza e riconosce il linfocita B dal linfocita C
EMATOPOIESI
Voi processo dove vengono prodotti gli
elementi corpuscolata del sangue. In età
adulta nell'interstizio extravascolare del
midollo osseo risiedono le cellule staminali
totipotenti. da quest'ultime si differenziano i
precursori non circolanti che dopo essere
maturati abbandonano il parenchima per
emergere nei seni venosi e passare nel
sangue.
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ERITROCITI
Ricchi di una proteina una tetramerica chiamata emoglobina. questa proteina è formata da quattro catene
globiniche, voi ed ogni catena è legata ad un gruppo EME che contiene ferro.
CICLO VITALE DI 120 GG
MISURA DELL’EMATOCRITO (HCT)
Rapporto tra il volume occupato dai globuli Rossi e il volume del campione
Valori: femmina adulta  37%/47%
Maschio adulto  42-52%
Se ho un elevato livello di ematocrito  si parla di poliglobulina che mi vanno ad indicare: disidratazione,
problemi neoplastici del midollo, perdita di liquidi eccessiva, alta quota, invecchiamento
se è un basso livello di ematocrito  oligocitemia che indica: crisi emolitica, emorragia, gravidanza
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MISURA DELL’EMOGLOBINA
concentrazione totale di Hb dopo lisi dei globuli Rossi-ossidazione misura in spettrofotometria
CONTA DELLE EMAZIE
MISURA DEL GLOBULO ROSSO
INDICI DERIVATI
MCV  volume corpuscolare medio dei GR
MCH  contenuto corpuscolare medio
dell’emoglobina
MCHC  concentrazione corpuscolare medio
dell’emoglobina
RDW  variazione dimensione standard di un GR
MCV indica il volume medio dei globuli Rossi
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MCH indica il contenuto di emoglobina per singolo globulo rosso
MCHC percentuale di emoglobina nella massa totale dei globuli Rossi
RDW permette di valutare le alterazioni della morfologia: indice della variabilità eritrocitaria. Più il valore
è grande più sono eterogenei
Valore di riferimento: 11.5<RDW<14.5
ANSIOCITOSI
Condizione caratterizzata dalla presenza di globuli Rossi di varie dimensioni nel sangue periferico. Questa
alterazione ematologica è frequentemente associata ad alcune forme di anemia, ma può dipendere anche
da numerose altre patologie o situazioni fisiologiche.
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LEZIONE 4 15/11/21
STUDIO MORFOLOGICO
Lo studio morfologico avviene tramite lo studio dello striscio di sangue. il campione viene raccolto in una
provetta con tappo viola contenente EDTA. Poi viene applicata una goccia di sangue sul vetrino e strisciata
per spargere le cellule ematiche lungo tutto il vetrino. L'esame microscopico si effettua per rilevare
anomalie nel numero che possono sfuggire ai contatori automatici o nell'aspetto di:
• Eritrociti
• Leucociti
• Piastrine
Lo striscio di sangue periferico viene usato nelle prime fasi del processo diagnostico per valutare se ci sono
anomalie che coinvolgono le cellule del sangue. Deve essere ben eseguito, ma può esserci la presenza
anche di agglutinati  definiti globuli Rossi a grappolo, o emoagglutinazione (in cui vi è la presenza di tanti
anticorpi specifici). Nello striscio di sangue ci devono essere al massimo uno o due globuli bianchi, non di
più.
ERRORI NELLA PREPARAZIONE DELLO STRISCIO DI SANGUE
! Striscio normale  2.5 cm
! Striscio lungo possibile causa: emoglobina bassa, campione diluito o errata regolazione della
velocità
! Goccia grande o irregolare causa: contaminazione della coppetta di lavaggio/sonda di
dispersione
! Riga al centro dello striscio causa: bolla d’aria o coagulo o contaminazione della coppetta di
lavaggio
ALTERAZIONI DELLA DISTRIBUZIONE
Distribuzione fisiologica o normale uniforme in monostrato dei globuli rossi con una sovrapposizione del
10% nella zona ottimale di lettura.
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ALTERAZIONE MORFOLOGICA
CORPI DI ROULEAUX i GR si impilano x la presenza elevata di fibrinogeno e globuline o nelle gammopatie
monoclonali.
ANISOCITOSI variabilità nella dimensione dei GR
SFEROCITOSI EREDITARIA Dà il via ad un’anemia microcitica ed ipercromica
ANEMIA DREPANOCITICA O FALCIFORME
causata da una singola variazione amminoacidica
della catena beta.
Vi è la formazione dell'emoglobina S che ha la
particolarità di non essere solubile (glutammato),
ed il cambiamento di un aminoacido.
Si crea così un residuo appiccicoso di valina (non
polare), invece di un glutammato (polare, che sta
bene nel suo ambiente acquoso
Inoltre, si crea un gruppo idrofobico appiccicoso,
si comincia ad abbassare la solubilità
dell'emoglobina perché non sta bene
nell’ambiente acquoso e quindi si appiccica ad
altre catene di aminoacidi e quando cade si
allunga. Perciò vi è la rottura del globulo nel vaso.
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ANEMIE
Si parla di Uno stato di malattia dovuta ad una ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno a causa
di una diminuzione della quantità totale di emoglobina circolante.
Quali sono le diagnosi?
Per quanto riguarda la sintomatologia  astenia, dispnea per sforzi minimi, vertigini, cefalea
Per quanto riguarda l'esame oggettivo  pallore cute e mucose, ittero, maggiore frequenza cardiaca,
frequenza respiratoria.
CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICA DEL GR
CLASSIFICAZIONE FISIOPATOLOGICA
IPORIGENERATIVE  scarsa produzione midollare associato a ridotto numero di reticolociti. Per questo
possiamo avere:
• Aplasia midollare
• Infiltrazione neoplastica del midollo
• Carenza di b12/folati ridotta produzione di gr
• Anemia sideropenica ridotta produzione di hb
• Sindromi talassemiche ridotta produzione di hb
• Insufficienza renale
RIGENEREATIVE  cause nel sangue, associato ad aumentato o normale numero di reticolociti, quindi si
parla di eccelsa eliminazione di GR.
1. Emolitiche iperemolisi intravasale, anemie autoimmuni, alterazione emoglobina HbS,
anemia da difetti della membrana eritrocitaria, anemie da difetti del metabolismo
energetico, emolisi di origine extra corpuscolare (sostanze tossiche)
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2. Emorragiche
ANEMIA DA CARENZA DI FERRO O SIDEROPENICA
si parla di un globulo rosso più piccolo (ipocromico) e più chiaro. i sintomi principali sono: caduta di capelli,
stomatite, glossite…
FERRO
il ferro libero è indispensabile ma tossico ed è quindi immagazzinato nel nostro organismo legato a delle
Proteine emoglobina 65%,
30% di ferritina (nelle cellule) ed emosiderina,
4% mioglobina e alcuni enzimi,
1% in transito legato alla transferrina
Il nostro corpo non ha bisogno di assumere tanto ferro, solamente 2500 mg al giorno. Infatti, abbiamo
perdite di 1-2 mg al giorno, ma ne assorbiamo allo stesso tempo 1-2 mg al giorno.
Se vi è un sovraccarico di
ferro invece, esso si deposita
nel fegato, ma il fegato
incapace di liberarsi di ferro e
quindi lo danneggia.
COME AVVIENE L’ASSORBIMENTO DEL FERRO NELL’ENTEROCITA
L'assorbimento inizia dallo stomaco e procede fino alla parte centrale del digiuno prossimale per poi
decrescere caudalmente. A condizionare l'assorbimento sono il PH E il potenziale redox. Il ferro emico
(Fe2+) derivato da emoglobina mioglobina ed enzimi amici è quello che viene assorbito con maggiore
facilità. Il ferro dell'eme viene ossidato a emina (Fe3+) e la molecola entra in chat nell'enterocita da cui
passerà nel sangue. Una volta entrato nel citoplasma dell’intera uscita attraverso la membrana apicale il
Fe3+ assorbito, viene ridotto a Fe2+ da una ferro-reduttasi e internalizzato tramite il trasportatore DMT-1.
Il ferro emico (Fe3+) trasportato all'interno da HCP1 viene invece liberato dall’eme tramite l’eme
ossigenasi. Il ferro2+ quindi può prendere due vie: 1. Il percorso per cui il ferro viene immesso nel circolo
per l'utilizzo delle eritropoiesi, che vede l'intervento della ferroportina molecola posta sulla membrana che
fa uscire il Fe2+ che viene ossidato
in Fe3+ e subito legato alla
transferrina circolante. 2. Il ferro
viene incorporato nelle molecole di
ferritina della cellula quando alla
stessa arriva la segnalazione che
non è necessario un ulteriore ferro
per l'eritropoiesi. Poiché
l’enterocita viene esfoliato dopo
alcuni giorni il ferro al suo interno
viene eliminato con le feci.
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SIDEREMIA
• Si riferisce alla concentrazione di ferro legato alla transferrina.
• Non è un buon indice dei livelli di ferro sia per la variabilità analitica sia per le oscillazioni nell'arco
della giornata.
• È compensato: diminuisce solo molto tardi
• Valore di riferimento: 50-150 ug/dl
Diminuisce presenza di anemie, quando le riserve non riescono a compensare la carenza; malattie
infettive; gravidanza; mestruazioni
Aumenta anemia sideroblastica, sovraccarico, emocromatosi, malattia croniche
FERRITINA
Valore di riferimento 12-300ng/ml (M) - 12-150ng/ml (F)
• Si trova all'interno delle cellule ma è anche circolante con una cavità interna che immagazzina
ferro.
• È la principale forma di accumulo di ferro nei tessuti
• È in equilibrio con la ferritina extracellulare e ha percentuali basse nel plasma e nel siero.
• Diminuisce nelle carenze di ferro ed è un buon indice delle prime fasi dell'anemia sideropeniche
• Voi è una proteina della fase acuta e aumenta se ci sono patologie infiammatorie.
TRANSFERRINA SIERICA
Valore di riferimento 215-365mg/dl (M) - 250-380mg/dl (F)
Aumenta la concentrazione quando c'è poco ferro e ritorna a livelli normali dopo la somministrazione del
ferro. Aumenta durante la gravidanza e durante l'uso della pillola anticoncezionale.
Porta il ferro nella cellula e diminuisce nelle patologie renali, epatiche, malnutrizione e durante le terapie
con ferro.
• Viene sintetizzata nel fegato con una velocità inversamente proporzionale alle scorte di ferro e vive
circa 7 giorni. Trasporta il ferro dall'intestino ai siti di deposito.
• È internalizzata da recettori specifici sulla membrana cellulare
• Il ferro viene liberato nei lisosomi e il complesso recettore transferrina torna sulla membrana
plasmatica con rilascio di transferrina nel plasma.
TIBC  Capacità-ferro-legante-totale
Voi e la capacità della transferrina di saturare il ferro  il ferro è trasportato nel siero legato alla
transferrina che normalmente è satura al 30%. I livelli sono elevati quando i livelli di ferro sono bassi
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ANEMIA DA DISORDINI EREDITARI DELLE CATENE GLOBINICHE
Alfa-talassemie sul cromosoma 16 sono presenti due coppie di geni che codificano per le catene
globiniche Alfa e dell’Hb. 2 materne e 2 paterne.
Se non ho la catena Alfa nei quattro geni non si vive
BETA-TALASSEMIE ANEMIA MEDITERRANEA
Sul cromosoma 11 sono presenti due geni che codificano per le catene globiniche beta dell’Hb. uno
materno ed uno Paterno.
BETA-TALASSEMIE (Si possono sostituire anche con gamma, Alfa ho Delta)
Possiamo avere due possibilità:
1. TALASSEMIA MINOR voi quando alterata solo una copia del gene e quindi il bambino ha la
talassemia minor
2. TALASSEMIA MAJOR voi il bambino ha ereditato due copie di gene alterato da due genitori
entrambi con il trait talassemico e quindi il bambino ha la talassemia major
riduzione di HbA e aumento di HbA2 e HbF
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ANEMIA DA CARENZA B12
Sono anemie macrocitiche voi ipocromiche o megablastomiche. in questo tipo di anemie si verifica una
sintesi di DNA non corretta con conseguente aumento dei precursori eritrociti.
Come avviene il suo assorbimento?
1. Fase orale
L'organismo umano non è in grado di sintetizzare la vitamina B12, infatti, questa vitamina si assume
con la carne e i suoi derivati. Viene introdotta legata a proteine. Nella bocca viene secreta la
proteina salivare legante la Cbl per il suo trasporto nell'organismo.
2. Fase gastrica
Arriva nello stomaco dove il PH acido e l'azione proteasi della pepsina liberano la Vit. B12 dalla
proteina a cui era legata negli alimenti. la vitamina B 12 si Lega alla proteina salivare e si forma il
complesso R-B12 e raggiunge il duodeno.
3. Duodeno
Liberata dal complesso la vitamina B 12 si Lega al fattore intrinseco (FI) voi secreto dalle cellule
parietali gastriche.
4. ILEO
Lungo l'ileo il complesso FI-Cbl si Lega ai recettori per il FI nella mucosa ileale. Tali recettori
localizzati sugli enterociti mediano le endocitosi del complesso. La vescicola che si forma per
endocitosi libera la Cbl voi che viene legata nel citoplasma alla transcobalamina II voi è trasferita
nel sangue portale.
Quali sono le cause dell'anemia da carenza da vitamina B 12
Difetti congeniti  deficit fattore intrinseco (FI)
• Anemia perniciosa  voi patologie geneticamente determinata e caratterizzata da deficit di
cobalamina causato all'incapacità della mucosa gastrica di produrre il FI. Voi di solito si manifesta
con sintomi legati all'anemia, sintomi gastrointestinali, diarrea, disturbi della sensibilità
Carenze dietetiche (dieta vegetariana)
Ridotto assorbimento dovuto a:
- Malassorbimento intestinale: diverticolosi del tenue
- Disordini immunitari: auto anticorpi anti-fattore intrinseco
- Disordini immunitari: autoanticorpi anticellulite parietali gastriche
- Gastrectomia
- Insufficienza pancreatica
DIAGNOSI DA LABORATORIO
Esame emocromocitometrico  MCV aumentato e riduzione reticolociti
Esame del midollo
altri esami tipo  dosaggio B12 e folati
dosaggio omocisteina
ricerca autoanticorpi fattore intrinseco
voi esami per la celiachia
DA RICORDARE CHE LA CARENZA DI VITAMINA B 12 NON PORTA SOLO ANEMIA
ESEMPI DI ANEMIA EMOLITICA
! Favismo (DEFICIT DI g6pd)
! Deficit di piruvato chinasi
! Hb S: anemia falciforme
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LEZIONE 5 (17/11/2021)
FORMULA LEUCOCITARIA
Leucociti o globuli bianchi
La sigla in inglese è White Blood Cells; indica il numero di globuli bianchi per ml o L di sangue.
Da ricordare che non svolgono funzioni nel sangue, ma lo usano per spostarsi.
Quando arrivano a destinazione escono attraverso l’endotelio dei vasi ed entrano nel connettivo dove
svolgono le loro funzioni  di difesa da sostanze estranee (riconosce il NON-SELF), e rimozione di cellule
morte. Sono presenti quando c’è un’infezione e richiamano altri leucociti per battere le infezioni.
CLASSI PRINCIPALI
o GRANULOCITI NEUTROFILI (+ ABBONDANTI), BASOFILI, EOSINOFILI
o LINFOCITI (30%)
o MACROFAGI
Derivano dalla stessa cellula staminale ematopoietica in grado di differenziarsi dalle altre cellule
Queste cellule possono prendere 2 strade diverse: MIELOIDE E LINFOIDE
LINFOIDE  si riferisce ai linfociti B, T, NK
MIELOIDE comprende GRANULOCITI E MACROFAGI
Come si svolge la conta dei leucociti?
o Morfologico
o Numerico
o Citometro + utilizzato ed è il modo migliore per contare i GB perché mette in fila i globuli e
passano davanti a un raggio ovvero una luce riflessa che ci fa vedere la grandezza del globulo. la
luce filtrata attraverso il globulo e capisce di che globulo si tratta. Il risultato che abbiamo è un
DOP-PLOT dimensioni e capacità di assorbire la luce
Inoltre, può essere più performante il citofluorimetro fluorescenza, che mi distingue le cellule
morfologicamente uguali linfociti.
la conta differenziale leucocitaria è necessaria per due motivi:
1. Per ricercare anomalie quantitative in una popolazione di leucociti morfologicamente normale
Come sempre la diagnosi di malattie infettive o allergiche e per il monitoraggio terapeutico dei
farmaci citotossici o mielotossici. voi questo richiede un alto livello di precisione accuratezza.
2. Per ricercare anomalie morfologiche dei globuli bianchi. questo richiede un alto livello di sensibilità
clinica, quindi la capacità di identificare tutti i pazienti che presentano leucociti anormali circolanti.
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Esistono 2 tipi di pool
1. Marginato pool di bianchi, che non circola, ma quando vengono richiamati si muovono
2. Circolante si muove con il sangue
3. Maturativo maturati nel midollo
GRANULOCITI sono chiamati così perché nel citoplasma contengono granulazioni che contengono
sostanze varie
Hanno un progenitore mieloide mieloblasto promielocita basofilo, eosinofilo, neutrofilo
NEUTROFILI
Risposta infiammatoria  chemiotassi, fagocitosi e attività microbicida.
Hanno un diametro di 12-14 um e un nucleo multilobato tenuti insieme da un sottile filamento e un
citoplasma pallido contenete diversi granuli.
Rappresenta il 56% dei leucociti che restano nel sangue solo 12-24h perché poi si spostano nei tessuti.
GRANULI CONTENUTI NEI NEUTROFILI
• Piccoli granuli specifici (fosfolipasi A2, lisozima, fosfatasi alcalina)
• Grossi granuli azzurrofili (lisosomi contenenti idrolasi acide, lisozima, elastasi, catepsina G)
• Granuli terziari (gelatinasi e catepsine, glicoproteine)
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MECCANISMO D’AZIONE
Cellule molto mobili, le prime che arrivano all’infezione. Quando i funghi e batteri provocano
l’infiammazione arrivano in soccorso i neutrofili. Per prima cosa tirano fuori delle estensioni che
avviluppano il patogeno e lo inglobano (fagocitosi). I granuli all’interno dei neutrofili rilasciano proteine
citotossiche che uccido i patogeni (degranulazione). Infine, secernono strutture simili a reti che
intrappolano i patogeni (trappole extracellulari). Producono e rilasciano LEUCOTRIENI innescano la risposta
infiammatoria.
DISORDINI DEI NEUTROFILI: NEUTROFILIA
Neutrofili > 7500/ul; rappresenta una rapida risposta ad un danno tissutale.
Il pool circolante adeso alla parete che viene mobilitato, aumenta la conta in caso di: infezione batterica,
infiammazione e traumi o emorragie.
CAUSE: FISIOLOGICA stress, lavoro, esercizio fisico
INFEZIONE
INFIAMMAZIONE/NECROSI DEI TESSUTI necrosi da tumore, trauma, dematitis
DROGHE/SOSTANZE CHIMICHE Steroidi, epinefrina, eparina
METABOLICA acidosi diabetica, ipertiroidismo, uremia
NEUTROPENIA (pochi neutrofili)
Neutrofili <2000/ul
I meccanismi sono: Diminuzione del flusso del midollo, aumento rimozine dei neutrofili, alterazione
distribuzione del pool
Ipoplasia mieloide indotta da farmaci chemioterapici e da radiazioni
Diminuita sopravvivenza infezioni batteriche, virali, protozoi
EOSINOFILI
Dopo il rilascio del midollo osseo, gli abbandonano rapidamente il compartimento intravascolare migrando
nei tessuti, soprattutto in quello gastrointestinale, nel polmone e nella pelle non rientrando più in circolo.
Le funzioni sono quelle di difese contro i parassiti multicellulari e di controllo dei meccanismi associati con
l'allergia e l'asma oltre che ai fenomeni infiammatori, e leggera attività fagocitica.
Diametro di 12-16um, nucleo bilobato e un citoplasma ricco di granuli che si colorano di rosso.
Range: 50-400 ul
Contengono ossigeno reattivo
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Due disordini principali:
1. EOSINOFILIA > 800/ul
Associato con patologie immunitarie ed allergiche perché il rilascio di igE comporta degranulazione dei
mastociti e rilascio di fattori chemiotattici per gli eosinofili.
Cause: patologie allergiche asma bronchiale, riniti
Infezioni
Farmaci
2. EOSINOPENIA <40/ul
Associato con stress acuto e per secrezione o assunzione di glucocorticoidi
Cause: aumento del cortisolo sindrome di Cusing
Stress
Farmaci corticosteroidi
BASOFILI
Diametro di 8-10 um e un nucleo di dimensioni più grande con forma irregolare, di solito coperto dalla
presenza di numerosi granuli citoplasmatici intensamente colorati.
Range: 10-20 ul
Funzione: risposta infiammatoria e allergia
2 disordini principali:
1. BASOFILIA >50/ul
Cause: patologie allergiche  asma bronchiale, riniti
Varicella
Anemia emolitica
Malattia mieloproliferativa (m. di Hodgkin, leucemia basofila)
2. BASOPENIA <10/ul
Cause: stress, infezioni acute, trattamenti corticosteroidi
LINFOCITI
I linfociti sono le cellule immunitarie fondamentali per l'immunità cellulare e umorale. nel sangue
rappresentano dal 20 al 45% dei leucociti. È una cellula con un nucleo enorme che occupa quasi il 90% con
una piccola porzione di citoplasma.
Appartengono a due distinti sistemi:
linfociti B Responsabili della sintesi e produzione di anticorpi. quando un linfocita del sistema B
opportunamente stimolato prima prolifera e poi si trasforma in plasma cellula, parte della risposta
immunitaria. Ogni linfocita B è in grado di sintetizzare una sola tipologia di anticorpo.
Linfocita T mediano la risposta mediata da cellule (1° risposta). costituisce il sistema immunitario
cellulare regola l'intero apparato immunitario. diversi sottoinsiemi di cellule T possono essere identificati
con anticorpi monoclonali specifici contro diversi antigeni di membrana.
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DISORDINI DEI LINFOCITI
1. LINFOCITOSI
Linfociti < 4000
Cause: infezioni virali (mononucleosi, epatiti, varicella)
infezioni batteriche (tubercolosi, pertosse)
protozoi (toxoplasmosi)
leucemia linfatica
2. LINFOCITOPENIA
Linfociti < 1500
Cause: aumento distruzione (chemioterapia, radioterapia)
o Corticosteroidi
o Sindrome di Cushing
o Stress
o Perdita intestinale
MONOCITI
Hanno dimensioni maggiori (12-22 um), nucleo di dimensioni notevoli conforme diverse. Il citoplasma è
abbondante e sono arricchiti di materiale fagocitato.
200-800 ul
4% dei linfociti totali.
Passano una sola volta nel sangue perché la loro funzione viene esplicata come macrofagi nei tessuti.
Quando si trasformano in macrofagi aumentano le loro dimensioni (20-40). La presenza dei macrofagi nello
striscio di sangue è indice di infezione.
Qual è la loro funzione?  Hanno origine nel midollo osseo da dove sono rapidamente rilasciati nella
circolazione. Dopo aver lasciato il sangue si trasformano in macrofagi.
Voi sono fagociti molto efficienti, infatti, eliminano cellule morte o danneggiate (eritrociti), antigeni e
batteri.
Secernono citochine per attivare la risposta infiammatoria.
Sono cellule che presentano l'antigene. In presenza di antigeni corpuscolati molto grandi si trasformano in
cellule giganti da corpo estraneo.
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DISORDINI DEI MONOCITI:
1. Monocitosi
Monociti > 800
Cause: Fase benigna convalescenza dopi infezione
fase malignainfezione cronica leucemia
2. Monocitopenia
Monociti < 200
Cause: Ipoplasia congenite
Stress
LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA
• EMOPATIA MALIGNA caratterizzata da un'alterata proliferazione e differenziazione delle cellule
staminali ematopoietiche.
• espansione clonale di progenitori orientate verso la linea mieloide linfoide.
• l'aumento della produzione dei leucociti comporta diminuzione nella produzione delle altre linee
ematopoietiche come piastrine ed eritrociti
FORMULA LEUCOICTARIA
LEUCOCITI
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PIASTRINE
PARTE ANUCLEATA DEI MEGACARIOCITI
Esse svolgono un processo emostatico ciò vuol dire che hanno la capacità di chiudere una ferita
Come vediamo nell'immagine per quanto riguarda la coagulazione, l'immagine superiore presenta il sangue
senza anticoagulante dove le cellule sono tutte raggruppate. Invece il sangue con l'anticoagulante presenta
cellule disperse.
STRUTTURA: hanno una struttura semplificata, nucleo assente,
moltissime molecole di adesione, forma eterogenea, lipo/glico Ehi
proteine sull’ esterno che ne mediano le funzioni.
FUNZIONE mediare emostasi e la trombosi mediante: (questi sono
i miei appunti)
1° fase di adesione (attappano);
2° fase di aggregazione
Fase di degranulazione
Fase secondaria si aggregano e formano la crosta
(questo è quello che dice la slide)
RUOLO FISIOLOGICO DELLE PIASTRINE
EMOSTASI
Il ruolo fondamentale delle piastrine è quello del processo emostatico attraverso reazioni sequenziali di:
o Adesione
o Aggregazione primaria
o Rilascio del contenuto dei granulio Consolidamento
o Retrazione del coagulo
1. FASE DI ADESIONE
Nella fase di adesione le piastrine aderiscono immediatamente al tessuto connettivo
subendoteliale Che si trova ad essere esposto in seguito alla lesione. contemporaneamente i fattori
piastrinici della coagulazione attivano la protrombina a trombina.
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2. FASE DI AGGREGAZIONE PRIMARIA
Le piastrine adese al subendotelio perdono la forma discoidale si accumulano l'una sull'altra a
formare il coagulo bianco.
3. FASE DI DEGRANULAZIONE
Vi è la liberazione del contenuto dei granuli piastrinici (Alfa, densi, e lisosomiali)
4. FASE DI AGGREGAZIONE SECONDARIA
Il processo di degranulazione determina dei cambiamenti
conformazionali che portano alla formazione di recettori per
diverse proteine plasmatiche, in particolare il fibrinogeno.
esse consolidano il tappo emostatico dando origine ad una
matrice fibrosa. A mano a mano che nella ragnatela restano
imprigionati i globuli Rossi (coagulo rosso), la densità del
coagulo aumenta.
DISORDINI PIASTRINICI
Trombocitemia essenziale produzione incontrollata di piastrine
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INDICI PIASTRINICI
PIASTRINE CINETICA MATURATIVA
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LEZIONE 6 22/11/21
PIASTRINE: PARTE ANUCLEATA DEI MEGACARIOCITI
Le piastrine provengono da un progenitore mieloide che si differenzia in mega cario blasto che decide di
distruggersi e far fuoriuscire le piastrine.
INDICI PIASTRINICI
MPV- volume medio piastrinico
Intervallo di normalità: 7-12 fl. prese una porzione di piastrine si va a calcolare il valore medio, più sono
grandi e più il loro volume sarà alto. questo è l'indice della produzione distribuzione piastrinica.
PDW- Ampiezza di distribuzione piastrinica. Capire quanto e omogenea la popolazione piastrinica. se il PDW
è alto la popolazione piastrinica e disomogenea, quindi le dimensioni sono diverse
intervallo di riferimento 10,0-17,9%
PCT- piastrinocrito- voi porzione di volume occupato dalle piastrine nel sangue
intervallo di riferimento 0.22-0.24 %
IPF- si riferisce alle frazioni di piastrine immature. mostra le piastrine con struttura citoplasmatica
reticolare. queste sono quelle che rimangono in circolo per 48 ore.
Il sangue è formato da due componenti:
parte corpuscolare e parte liquida
la parte liquida è a sua volta divisa in siero
(deprivato dei fattori della coagulazione) e
plasma.
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Queste sono le informazioni che otteniamo dal sangue dopo la centrifugazione:
CATABOLISMO DELL’EMOGLOBINA E METABOLISMO DELLA BILIRUBINA: ITTERI
La bilirubina si ottiene dal catabolismo, quindi la distruzione, dell'emoglobina e si ottiene una condizione
detta ittero.
L'emoglobina è la proteina maggiormente presente nei globuli Rossi che vengono distrutti nella milza. Il
catabolismo dell'emoglobina porta la separazione della componente proteica (della globina) e della
componente non proteica (il gruppo EME). Il gruppo eme non è solubile in acqua, infatti esso viene
integrato nelle trasformazioni che lo rendono solubile.
Abbiamo detto quindi, che si parte dal gruppo eme che con l'aggiunta dell'ossigeno diventa EMEossigenasi biliverdina (HULK) biliverdina reduttasi bilirubina
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Di solito in un soggetto adulto viene prodotta quotidianamente 250-400mg di bilirubina.
Quindi >80%  catabolismo dell’emoglobina
Si parla di quota emocateretica proviene dalla distruzione fisiologica dei globuli Rossi
quota eritropoietica proviene dalla eritropoiesi inefficace nel midollo osseo
METABOLISMO DELLA BILIRUBINA
esistono due tipi di bilirubina: indiretta e diretta.
La bilirubina indiretta non è coniugata ed è poco solubile in acqua, quindi impossibilitata ad essere spostata
da un compartimento all'altro. Per circolare nel plasma si associa all’albumina. Per poi arrivare al fegato.
Invece la bilirubina diretta ha una forma coniugata tramite il processo di glucoronidazione, voi che la
converte nella forma idrosolubile.
Quindi cosa ci facciamo con la bilirubina indiretta? come abbiamo già detto si Lega all'albumina per arrivare
al fegato, dove si troverà la bilirubina diretta. come abbiamo già detto si verificherà il processo di
glucoronidazione che la renderà solubile e questa è mediata dall’URIDINA-DIFOSFATO
GLUCORONOSILTRANSFERASI (UGT). Inoltre, nello stomaco torna la bilirubina indiretta e diventa bersaglio
della flora batterica  urobilina (urine) stercobilina (feci)
la UDP glicuronil-transferasi rende la bilirubina da indiretta a diretta.
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DISTURBI NEL METABOLISMO DELLA BILIRUBINA: ITTERI
Il termine intero, dal greco giallo, si riferisce alla colorazione giallastra della cute, delle sclere e delle
mucose causata dal deposito di bilirubina.
ITTERO ASSOCIATO AD INCREMENTO DI BILIRUBINA INDIRETTA:
1. Si parla di per produzione di bilirubina
2. Uptake alterato di bilirubina down regolazione pompa MRP
3. Alterazione della coniugazione della bilirubina sindrome di Gilbert e di Crigler-Najjar (malattie
genetiche)
ITTERO ASSOCIATO AD INCREMENTO DI BILIRUBINA DIRETTA
1. Ostruzione biliare (non viene Prodotta la bile)
2. Colestasi intraepatica (poca produzione di bile)
3. Danno epatocellulare
ITTERO NEONATALE
Si parla del 60% di nati a termine e l'ottanta percento di neonati pretermine
˃ In questo caso vi è un aumento della produzione della bilirubina (smaltiscono molti gr)
˃ Ridotte capacità metaboliche del fegato
˃ Insufficiente sviluppo della flora batterica
DIAGNOSI
TERAPIA PER L’ITTERO NEONATALE FOTOTERAPIA
Questo trattamento rimane lo standard di cura più utilizzato ovvero la luce fluorescente bianca. la
fototerapia consiste nell'uso della luce per foto isomerizzare la bilirubina non coniugata in forme
idrosolubili e possono essere escrete rapidamente da fegato e rene senza glucuronidazione.
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DISLIPIDEMIE
condizioni derivanti da un non ottimale metabolismo lipidico.
i lipidi sono una classe eterogenea di molecole con grande idrofobicità e scarsa solubilità in acqua. circolano
nel sangue racchiusi nelle lipoproteine (macrostrutture)
Le lipoproteine sono complesse macromolecolari costituite da un core idrofobico formato da lipidi non
polari, principalmente esteri del colesterolo e trigliceridi, circondato da una membri trofica costituita da
fosfolipidi, colesterolo libero e apolipoproteine (ruolo: riconoscere determinati recettori ). Esse legano e
trasportano i piedi nel sangue e hanno diverse densità. Li possiamo classificare in 7 classi ma quelle che
ricordiamo sono: chilomicroni, VLDL, LDL, HDL, VHDL.
1. CLASSIFICAZIONE DELLE LIPOPROTEINE IN BASE AL DIAMETRO VISUALIZZATE AL ME:
CHILOMICRONI 50-200 sono i più grandi
VLDL 28-70 sono le meno dense
LDL 20-25
HDL 8-11
2. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA COMPOSIZIONE DI APOPROTEINE
Le proteine rappresentano la parte proteica delle lipoproteine. vengono utilizzate le lettere
dell'alfabeto e vengono denominate: Apo A (A-I, A-II, A-IV), Apo B (B-48, B-100), Apo C (C-I, C-II, CIII), Apo D, Apo E
Quelle che ricordiamo sono:
Apo C-II  vengono associate a lipoproteine come chilomicroni, VLDL, HDL. quando è esposta si
attiva la lipoproteina lipasi voi si prende i trigliceridi e li idrolizza.
Apo B-100 VLDL e LDL si Lega il recettore per le LDL
Apo-I HDL attiva LCAT e interagisce con il trasportatore ABC
3. CLASSIFICAZIONE IN BASE AL CONTENUTO LIPIDICO NEL CORE
chilomicroni e VLDL ALTI TRIGLICERIDI
LDL tanto colesterolo
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METABOLISMO DELLE LIPOPROTEINE
• VIA ESOGENA DEL METABOLISMO LIPOPROTEICO dall'intestino al fegato (introdotti con la dieta)
•
VIA ENDOGENA DEL METABOLISMO LIPOPROTEICO si forma il VLDL  HDL, LDL.
Il VLDL parte dal fegato rilasciando trigliceridi sotto forma acidi grassi
LDL Apo B-100 fa da sentinella per il recettore epatico. Inoltre, rimane in circolo e non rientra
nel fegato ma si accumula nel colesterolo
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TRASPORTO INVERSO DEL COLESTEROLO
Viene recuperato il colesterolo rimasto in circolo dal LDL colesterolo cattivo che rimane in circolo
LCAT Trasferisci il colesterolo dalla LDL alle HDL e tornano nel fegato
LE DISLIPIDEMI POSSONO ESSERE CLASSIFICATE IN SECONDARIE E PRIMARIE
DIFETTI PRIMARI sono costituiti da condizioni direttamente conseguenti a difetti primari (genetici) nella
sintesi o nel catabolismo delle proteine monogenici e poligenici
DIFETTI SECONDARI sono alterazioni dei livelli plasmatici che si associano alla presenza di quadri e
manifestazioni cliniche disparate come diabete, disturbi della tiroide ETC.
LE DISLIPIDEMIE SI CARATTERIZZANO PER IL LIPIDE PRINCIPALMENTE ALTERATO IN:
IPERTRIGLICERIDEMIE aumento tg >500 mg aumento lipoproteine a bassissima densità VLDL e
chilomicroni
˃ Difetto della LIPOPROTEINA LIPASI (LPL)
˃ Difetto Apo C-II
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˃
Difetto di GPIHBP1
IPERCOLESTEROLEMIE aumento Cl aumento delle lipoproteine ad alta densità LDL e LipA
˃ Difetto del recettore LDL
˃ Difetto Apo B100
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˃
PCSK9 (promuove il riciclo di LDL-R)
˃
˃
Difetto di ABC G5/G8 (diminuisce assorbimento intestinale)
Difetto di NPC1L1
DISLIPIDEMIE SECONDARIE
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LEZIONE 7 29/11/2021
DIAGNOSI PROTEICA
Le proteine si trovano all’interno del plasma, se in alte concentrazioni può esserci qualche problema.
Una tecnica utilizzata per la misurazione delle proteine e l'elettroforesi.
Cos'è una proteina? è composta da aminoacidi positivi o negativi che seguono un campo elettrico. se metti
il siero nel campo elettrico crea un voltaggio e le proteine tendono a muoversi vengono posizionati in un
pH acido esse hanno cariche negative si muovono verso il polo positivo.
ELETTROFORESI:
Elettroforesi è una tecnica separativa basata sulla diversa velocità di migrazione di particelle elettricamente
cariche attraverso una soluzione è sotto l'influenza di un campo elettrico applicato. la velocità di migrazione
di una proteina dipende, oltre che da numerosi fattori indipendenti, quali la natura del mezzo e la forza del
campo elettrico applicato, anche dalla massa, dimensione, dalla forma e dalla carica della particella stessa
cioè dalla sua mobilità elettroforetica µ:
Bisogna sfruttare la capacità delle proteine di muoversi in un campo elettrico. come vediamo
nell'immagine abbiamo un gruppo amminico + un carbossilico. Il gruppo amminico mi prende un protone,
invece il gruppo carbossilico funge da acido e quindi cede un protone. i due gruppi possono trovarsi carichi
o no e questo dipende dalla viscosità di mezzo, dal numero delle cariche della particella Q e dal raggio
ionico.
COME FUNZIONA L'ELETTROFORESI ZONALE SU SUPPORTO SOLIDO, TIPICAMENTE GEL D’AGAROSIO (AGE):
(ci fa mettere in luce le proteine più abbondanti)
il supporto solido, imbevuto della soluzione elettrolitica (tampone), viene messo in connessione con il
reservoir di quest'ultima, che sono a loro volta in contatto con gli elettrodi. Il campione da analizzare viene
depositato sulla superficie del gel e quindi per mezzo di un generatore di corrente elettrica, viene applicata
una differenza di potenziale tra gli elettrodi in grado di far migrare le particelle cariche presenti nel
campione. Le proteine sono sostanze anfotere e quindi la loro carica elettrica netta varia in funzione del ph
della soluzione in cui si trovano. In questo tipo di separazione viene utilizzato un ph alcalino, in cui, la
maggior parte delle proteine ha carica elettrica netta negativa e quindi migra con una velocità
proporzionale al rapporto carica/raggio, quindi dal catodo verso l’anodo.
Alla fine della migrazione il gel viene posto in una soluzione colorante contenente anche un fissativo che
previene la diffusione delle proteine. Viene effettuata la decolorazione per rimuovere l'accesso di colorante
dal gel ma non dalle proteine fissate che ora appariranno come bande ben distinte. Il gel viene infine
seccato e sottoposto a scansione densitometrica. Il risultato finale è un gruppo termico rispondenti alle
frazioni proteiche separate. L'area delimitata da ciascun picco è proporzionale alla concentrazione di
ciascuna frazione viene espressa in percentuale.
Ovviamente più proteine ho più colore prendono e i colori saranno diversi
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In base a questa immagine noi vediamo che il colore è proporzionale alla quantità. Ovvero il dato b è molto
negativo ed è molto abbondante, perciò, il suo colore sarà molto chiaro. Invece il dato a essendo positivo e
in dimensioni minori presenta un colore leggermente più scuro. I dati c e b, trovandosi nel mezzo e di
medie dimensioni saranno molto più marcati perciò presentano colori molto più scuri.
ELETTROFORESI CAPILLARE (CE)
Molto utilizzata nel laboratorio clinico, per la sua elevata risoluzione la possibilità di completa automazione
del processo, è l’elettroforesi capillare, tecnologia separativa in cui la corsa elettroforetica avviene in fase
liquida, all'interno di un capillare lungo e sottile di silice fusa, riempito di soluzione elettrolitica.
La separazione avviene in pochi minuti applicando un alto voltaggio e a temperatura controllata.
Al contrario di quanto avviene nell’AGE, la mobilità elettroforetica non è la forza prevalente in CE, in cui
invece predomina il flusso elettroendosmotico (FEO). Il FEO risultato dell'interazione tra i gruppi negativi
presenti sulla superficie interna del capillare e gli ioni positivi del tampone elettrolitico. Le molecole polari
dell'acqua circondano gli ioni positivi del tampone e all'applicazione della corrente elettrica vengono da
questi trascinate verso il catodo, generando così un potente flusso di solvente dall'anodo al catodo
chiamata appunto elettroendosmotico. Le proteine invece di muoversi dal catodo verso l'anodo, vengono
trascinate dal FEO in direzione opposta quindi verso il catodo.
la rivelazione avviene senza ausilio di coloranti (a differenza dell’AGE) tramite misura dell'assorbanza
intorno a 210 nm da parte di un detector UV posto alla fine del capillare, generando un elettroferogramma
analogo a quello dell’AGE.
Quindi ripetendo, la seconda foto illustra il
principio alla base del flusso elettroendosmotico.
Le cariche negative presenti sulla superficie
interna del capillare attraggono gli ioni positivi
della soluzione elettrolitica, che vengono a loro
volta circondati dalle molecole polari del solvente.
Sotto l'influenza del forte campo elettrico i cationi
trascinano con sé le molecole d'acqua, generando
così un potente flusso che si oppone alla normale
migrazione delle proteine in direzione anodica.
Perciò le proteine si muoveranno in direzione
opposta, come detto in precedenza, quindi
dall'anodo al catodo.
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ELETTROFEROGRAMMA DI SIEROPROTEINE
Indipendentemente dalla tecnica il risultato è un elettroferogramma sierico che ci permette di valutare
l’abbondanza delle principali proteine del siero
INTERPRETAZIONE DEL FEROGRAMMA
TRANSTIRETINA O PRE-ALBUMINA (TTR)
Proteina globulare non glicosilata con un PM di 55 KDa. E’ un tetramero composto da quattro subunità
identiche. Ogni monomero di transtiretina ha un sito di legame per la proteina legante il retinolo e per gli
ormoni tiroidei. La TTR Circolante viene sintetizzata dalle cellule parenchimali del fegato. piccole quantità di
TTR vengono prodotte anche dal plesso corioideo, dal pancreas e dalla retina.
i valori di riferimento per gli adulti sono di 0.2-0.4 g/L.
La TTR è una proteina negativa di fase acuta che viene regolata negativamente dalle citochine
proinfiammatorie; La sua concentrazione ematica diminuisce in corso di flogosi.
La sua emivita di circa 2.5 giorni.
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PRINCIPALI PROTEINE SIERICHE DI RILEVANZA CLINICA
1. ALBUMINA 1° trasportatore di acidi grassi
L'albumina è una proteina non glicosilata con un PM di circa 66 kda sintetizzata dagli epatociti e con
un'emivita di 20 giorni. Valori di riferimento x gli adulti: 35-52 g/L
Quali sono le principali funzioni?
˃ Mantenere la pressione colloidosmotica
˃ Costituire una riserva di amminoacidi per la sintesi proteica e un'azione antiossidante
˃ Le gare trasportare numerose sostanze endogene ed esogene acidi grassi, bilirubina,
ormoni tiroidei.
ALBUMINA: MANTENIMENTO DELLA PRESSIONE COLLOIDOSMOTICA
PRESSIONE IDROSTATICA
All'estremità arteriosa del capillare si aggira intorno ai 32 mmHg, mentre quella l'estremità venosa è circa la
metà. questi valori riflettono la pressione laterale esercitata dal flusso ematico che tende a spingere fuori il
liquido attraverso le pareti del capillare stesso.
e la pressione che il fluido esercita in un vaso; se ci avviciniamo al cuore la pressione idrostatica aumenta
perché siamo vicino a cuore, se ci allontaniamo essa diminuisce.
nelle arterie prevale la pressione idrostatica che esce. Nelle vene prevale la pressione colloidosmotica che
entra
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PRESSIONE ONCOTICA
è la pressione esercitata dall'acqua esterna sulle pareti perché vuole entrare.
La pressione oncotica dipende strettamente dalla concentrazione di proteine nei due compartimenti e
rappresenta quella forza che regola il passaggio di acqua per diffusione semplice dal comportamento
“proteicamente” meno concentrato a quello più concentrato. La pressione oncotica esercitata dalle
proteine presenti nel sangue è pari a 25 mmHg, ed ostacola la fuoriuscita dal capillare dei soluti e del
solvente. nel liquido interstiziale è abbastanza trascurabile. La sintesi dell'albumina può diminuire a causa
di un aumento della pressione oncotica nel fluido extracellulare del fegato o di una diminuita disponibilità
di amminoacidi.
Pressione causata dalle proteine (come l'albumina prodotta dal fegato) presenti in soluzione
nel plasma sanguigno. In condizioni normali la differenza tra i valori di pressione oncotica interstiziale e
plasmatica è di circa 25 mmhg (circa 30 mmhg a livello plasmatico - circa 5 mmhg a livello interstiziale) ed è in
grado di bilanciare in parte la pressione idrostatica che porta al movimento di liquido attraverso le membrane
dei capillari fenomeno che avviene con particolare efficacia a livello del glomerulo renale dove la pressione
idrostatica raggiunge valori di circa 60 mmhg nei capillari contro una media di 30 mmhg a livello sistemico. Tale
relazione tra flusso di solvente e pressioni è descritta dall'equazione di starling illustra il ruolo della forza
idrostatica e oncotica nel movimento dei fluidi attraverso le membrane capillari. Essa fa riferimento solo al
movimento del fluido per filtrazione.
1. RUOLO DELL’ALB: MANTENIMENTO DELLA PRESSIONE ONCOTICA
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Pressione causata dalle proteine (come l'albumina prodotta dal fegato) presenti in soluzione nel plasma
sanguigno. In condizioni normali la differenza tra i valori di pressione oncotica interstiziale e plasmatica è di
circa 25 mmhg (circa 30 mmhg a livello plasmatico - circa 5 mmhg a livello interstiziale) ed è in grado di
bilanciare in parte la pressione idrostatica che porta al movimento di liquido attraverso le membrane dei
capillari fenomeno che avviene con particolare efficacia a livello del glomerulo renale dove la pressione
idrostatica raggiunge valori di circa 60 mmhg nei capillari contro una media di 30 mmhg a livello sistemico.
Tale relazione tra flusso di solvente e pressioni è descritta dall'equazione di starling illustra il ruolo della
forza idrostatica e oncotica nel movimento dei fluidi attraverso le membrane capillari. Essa fa riferimento
solo al movimento del fluido per filtrazione.
ALBUMINA: VARIAZIONE DI CONCENTRAZIONE
AUMENTO DELLA CONCENTRAZIONE PLASMATICA DI ALB solo per emoconcentrazione (perdita di liquidi)
ad esempio disidratazione, ustioni o problemi di prelievo
In caso contrario parliamo di IPOALBUMINEMIA
IPOALBUMINEMIA
Può essere dovuta alle seguenti cause:
˃ Diminuita sintesi (disfunzione epatica o dieta povera di proteine)
˃ Alterata distribuzione tra il compartimento ematico e gli spazi extravascolari a causa di un aumento
della permeabilità capillare come in caso di shock settico;
˃ Perdita nel “terzo spazio” in seguito ad edema o ascite
˃ Perdita verso l’esterno come nella sindrome nefrosica, ustioni…
˃ Processo infiammatorio dove la sintesi dell’alb è diminuita in favore delle proteine della fase acuta
e c’è aumento di permeabilità capillare;
˃ Gravidanza aumento del volume plasmatico
˃ Nei rari disordini congeniti della sintesi albuminica.
IMPORTANZA CLINICA
˃ Utilizzata per la valutazione della funzionalità epatica e di situazioni di perdita proteica.
˃ Pazienti emodializzati quale fattore di adeguatezza terapeutica
˃ Pazienti candidati alla terapia sostitutiva con ALB umana
˃ Fattore di rischio per insufficienza renale acuta
˃ Pazienti con mieloma multiplo per la stadiazione della malattia
ALFA-1-GLOBULINE
ALFA1-GLICOPROTEINA ACIDA  proteina positiva di fase acuta che
diminuisce in presenza di insufficienza epatica o malnutrizione
ALFA1-ANTITRIPSINA (ATT)  è la più importante. intervalli di riferimento
sono: 0.9-0.2 g/L
L’ATT inibisce una serie di serin-proteasi, che impedisce la degradazione ma il
bersaglio principale e l’elastasi neutrofila voi un enzima rilasciato dai
neutrofili responsabili della proteolisi di molti componenti della matrice
extracellulare, tra cui l'elastina. quando i neutrofili vengono attivati la NE
viene rilasciata nel tessuto polmonare dove svolge un'azione proteolitica la
sua carenza (per polimorfismi genici) può portare a danno polmonare ed
epatico.
 la sua alterazione richiede approfondimenti diagnostici
È una glicoproteina monomerico che appartiene alla famiglia delle serpine.
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ALFA-2-GLOBULINE
Aptoglobina (APT) essa Lega l'emoglobina. si abbassa in una crisi emolitica, serve a
neutralizzare l’eme dopo una crisi emoglobinica.
Gli intervalli di riferimento sono: 0.3-2.0 g/L
È una glicoproteina sintetizzata nel fegato e composta da quattro catene
polipeptidiche: due catene leggere alfa e due catene pesanti beta
E svolge un'azione antiossidante e di scavenger per l'emoglobina libera. L’APT voi è una
proteina di fase acuta: la sua sintesi nelle cellule epatiche aumenta per stimolo delle
citochine pro-infiammatorie. Per una corretta valutazione la sua misura dovrebbe
essere accompagnata da quella della proteina c reattiva.
ALFA-2-GLOBULINE ALFA2-MACROGLOBULINA
Proteina plasmatica di 720 KDa prodotta dal fegato.
È inattiva numerosi fattori della coagulazione
Aumenta in condizioni di danno tissutale ad esempio
tumori
aumento nella sindrome nefrosica perché non si perde nella
filtrazione renale neanche dopo danno.
è una proteina che non viene filtrata e ha grandi dimensioni.
CERULOPLASMINA
È una proteina positiva della fase acuta
Serve a legare il rame
Aumenta in gravidanza e con anticoncezionali ormonali
Importante marcatore del morbo di Wilson è una malattia genetica caratterizzata dalla mancata sintesi di
questa proteina a livello del fegato con danni a livello del cuore, fegato, pancreas e iride (è possibile
individuare questa patologia nell'iride in cui vi è un accumulo di rame nell'anello esterno dell'occhio)
BETA 1-GLOBULINE
PROTEINA C REATTIVA-PCR
Proteine di fase acuta positiva stimolata da IL6
Lega diverse proteine facilitandone l'eliminazione dal circolo.
Si Lega i batteri favorendo l'attacco degli anticorpi
Un soggetto sano presenta proteina c reattiva a bassi livelli
Proteina c reattiva aumenta dopo un'infezione quindi presentano elevata variabilità intra individuale
TRANSFERRINA
Valori di riferimento maschi 215-365 mg/dl femmine 250-380 mg/dl
Voi proteina plasmatica che trasporta il ferro nella circolazione
sanguigna
La trasferrina è in grado di legare in modo molto stabile, ma reversibile,
il ferro assorbito a livello intestinale e quello proveniente dalla
degradazione dei globuli Rossi. Esso diminuisce nelle patologie renali,
epatiche, malnutrizione durante terapia con ferro.
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PROTEINE DEL COMPLEMENTO
Il sistema del complemento è costituito da fattori del complemento che circolano nel sangue in forma
inattiva e dalle proteine di regolazione, dalla cui espressione il sistema è altamente regolato. E una cascata
molti enzimatica ed è il maggior componente delle immunità innata.
Tutte le vie di attivazione del complemento confluiscono attraverso il fattore c3-c4. Poiché il fattore c3 è il
punto centrale in cui confluiscono le tre vie di attivazione e il c4 è un fattore fondamentale della via classica
e della via della lectina, la misura di queste due proteine fornisce una valutazione dello stato di attivazione
del sistema del complemento.
Svolge un ruolo molto importante nel killing microbico, nel controllo della formazione degli
immunocomplessi, nella clearance delle cellule apoptotiche e nella modulazione dell'immunità acquisita.
La diminuzione delle proteine del complemento può essere dovuta a un deficit di sintesi geneticamente
determinato o a consumo per attivazione del sistema mentre l'incremento delle loro concentrazioni non
riveste di per sé alcuna importanza clinica.
IMMUNOGLOBULINE (Ig)
Plasmacellule Le plasmacellule rilasciano le immunoglobuline
linfociti B (producono gli anticorpi). quando si riproducono sono irregolari.
CLONE PLASMACELLULARE
l'immunoglobulina aumenta creando una cellula monoclonale questo si spiega dalla differenziazione
monoclonale. ovvero ogni plasma cellula produce anticorpi. inizia a produrre copie di se stessa, ma ad un
certo punto impazzisce e gli anticorpi aumentano
Perciò possiamo avere delle discrasie plasmacellulari:
le discrasie plasmacellulari o gammopatie monoclonali >sono disordini proliferativi plasma cellulari
caratterizzati dalla produzione e secrezione di immunoglobulina monoclonale, intera o una sua parte
plasmacellule: linfociti T effettori
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GAMMOPATIE MONOCLONALI
Se sono presenti tanti anticorpi tutti uguali questi vanno a generare
gammopatie monoclonali mieloma multiplo (IgM)
È una patologia dell'età anziana e la sua frequenza tende ad aumentare con l'avanzare dell'età; viene infatti
diagnosticata in circa il 3% delle persone che hanno superato i cinquant'anni, in circa il 5% di coloro che
hanno settant'anni e nel 14% dei soggetti intorno ai novant'anni.
l'elettroforesi delle proteine rappresenta l'esame di elezione per la rivelazione delle CM sieriche. necessaria
la proteina di bence-jones che conferma per le gammopatie.
Gli anticorpi sono divisi in catene leggere kappa e lambda
catene pesanti IgG,IgA,IgM,IgD,IgE
FATTORE REUMATOIDE
Il fattore reumatoide è un’immunoglobulina per lo più di classe IgM diretto contro le IgG autologhe. si
tratta quindi di un vero e proprio auto anticorpo la cui misurazione indicata nell'artrite reumatoide e nelle
malattie autoimmuni in genere. La misura del fattore reumatoide ha una bassa specificità perché una sua
positività può essere rilevata nella popolazione apparentemente sana con una prevalenza che aumenta con
l'età. essa richiede test diagnostici aggiuntivi come ad esempio il test di agglutinazione
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LEZIONE 8 01/12/2021
ENZIMI: CATALIZZATORI BIOLOGICI
Gli enzimi sono delle proteine quindi composte da sequenze amminoacidiche.
voi come detto in precedenza sono catalizzatori biologici abbassano l'energia di attivazione di una
reazione
un enzima è una molecola complementare allo stato di transizione mantiene la bacchetta in tensione
GLI ENZIMI NELLA DIAGNOSTICA
Se abbiamo 1000 enzimi attivi 100 sono solo usati clinicamente, quindi parliamo del 30% di enzimi
utilizzati nel laboratorio. Questo perché si andava a controllare se c'erano patologie congenite (quindi se
erano in funzione o non in funzione) alp-colinesterasi o malattie metaboliche congenite; e inoltre si
studiano per capire se c'è stato un danno tissutale (si studiano sui fluidi biologici come plasma o saliva). Se
c’è stato un danno tissutale si va a misurare l'attività degli enzimi nel fluido (e si utilizzano dei parametri
standardizzati) tumori, distrofia muscolare, pancreatite
Come si misura l'attività?  voi tramite l'equazione di Michaelis-Menten
questa equazione descrive la velocità di una reazione enzimatica in funzione della concentrazione del
substrato. più substrato ho, più è veloce la concentrazione. ma purtroppo i parametri sono difficili da
standardizzare.
Quali enzimi vengono utilizzati?
gli enzimi presenti nel plasma sono stati distinti in due categorie:
1. enzimi plasma specifici
svolgono una funzione nel plasma (regolano la coagulazione, lipoproteina lipasi,
la lectina-colesterolo)
2. enzimi non-plasma specifici
Non esercitano alcuna funzione fisiologica nel plasma. essi si distinguono in:
• Enzimi di secrezione che si trova nel siero perché sei cretina alcune cellule
ghiandolari e vengono eliminati attraverso le vie biliari o attraverso le urine
• enzimi legati al metabolismo cellulare che sono presenti nelle cellule in
elevata concentrazione.
Perché si sono gli enzimi nel plasma?
La membrana cellulare confina gli enzimi metabolici dentro la cellula; pertanto, qualsiasi processo che ne
intacca la funzionalità determina la fuoriuscita di enzimi nel torrente circolatorio. Quindi lì si va a misurare
se c'è stata una rottura degli organi o dei tessuti.
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Quando le strutture cellulari vengono danneggiate, gli enzimi cellulari si liberano e si riversano nel circolo
sanguigno. Se vi è un aumento della loro attività nel sangue questo può rappresentare un indice di danno
cellulare, perché si trova in una parte in cui non deve stare.
ATEROSCLEROSI
Si parla di un accumulo di colesterolo sull’endotelio di un'arteria che porta all'ostruzione e quindi
all'interruzione del flusso sanguigno.
LDL si parla di colesterolo composto da piccole molecole. noi sappiamo sintetizzarlo ma non degradarlo.
 i macrofagi ingurgitano l’LDL voi ma non sanno degradarlo e
si formano cellule spumose per poi formare, insieme ad altre
cellule la placca aterosclerotica.
INFARTO DEL MIOCARDIO (IMA)
Si parla di occlusione di vasi, le membrane si rompono e rilasciano sostanze come ad esempio le
transaminasi.
TRANSAMINASI
sono enzimi ubiquitari, ma particolarmente abbondanti in fegato e un muscolo striato che catalizzano
reazioni di trasferimento di un gruppo amminico da un aa. Donatore su un alfa-chetoacido accettore con
l'aiuto del coenzima vitaminico: piridossal fosfato PLP
FUNZIONE:
1. ALT alanina aminotransferasi
Insieme localizzata principalmente nelle cellule epatiche dalle quali fuoriesce in seguito a danni a carico
della loro parete. è un indicatore abbastanza specifico di un danno epatico senza però chiarirne la causa.
esso è anche abbondante nelle cellule muscolari.
Come si misura l’attività enzimatica in un laboratorio?
Per dosare l’ALT voi si utilizza una reazione accoppiata utilizzando l'enzima lattico deidrogenasi che agisce
sul substrato piruvato prodotto dall’ALT. quanto più acido lattico si forma dal piruvato ad opera della lattica
deidrogenasi tanto più è presente l’alanina aminotransferasi.
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si segue la scomparsa del NADH a 340 nm.
2. AST aspartato aminotransferasi
È contenuto in diverse cellule ma risulta
particolarmente concentrato in particolare
distretti delle cellule epatiche come i
mitocondri e del tessuto muscolare cardiaco.
Sono localizzati all'interno delle subunità
cellulari, e questo fa sì che ci sia un rilascio più
lento dell'enzima nel sangue a seguito dei danni
che coinvolgono il fegato, macho indica anche
un danno più grave alle cellule del fegato dei
muscoli.
Dosaggio attività enzimatica:
Per dosare l'AST si usa l'enzima malato deidrogenasi che utilizza come substrato l’ossalacetato prodotto
dall'AST. Quanto più acido malico si forma dall’ossalacetato ad opera della malata deidrogenasi tanto più è
presente l’AST.
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ISOENZIMI
Sono proteine che catalizzano la stessa reazione ma Presentano diversa carica elettrica, diversa solubilità, e
quindi diverse caratteristiche chimico fisiche.
La determinazione di una forma isoenzimatica è importante una diagnosi di una specifica patologia.
i metodi di studio degli isoenzimi possono essere:
• Generale consentono di determinare l'attività e/o espressione di tutti i possibili i suoi enzimi
presenti nel materiale biologico (elettroforesi, cromatografia, elettro focalizzazione)
• Specifico  diretti alla misura del singolo isoenzima di interesse diagnostico
Il meteo di selettivi si basano sull’ inibizione selettiva di uno più isoenzimi.
esempi di isoenzimi sono: LDH, CK, ALP, ACP
LDH LATTICO DEIDROGENASI
Permette al piruvato di trasformarsi in un lattato. è un tetramero composto da quattro subunità di due tipi:
H (heart) e M (muscle). Sono possibili 5 combinazioni:
LDH 5 ABBONDANTE IL N°5 (MUSCOLAUTRA SCHELETRICA)
LDH 1 CUORE
….
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DOSAGGIO DEGLI ISOENZIMI DELL’LDH
La separazione degli isoenzimi avviene mediante elettroforesi su acetato di cellulosa.
la striscia di carta viene messa a contatto con acido lattico e NAD al termine della reazione si forma
piruvato e NADH. Quest'ultimo sviluppa colore sulle bande isoenzimatiche in presenza di appositi reagenti.
Se ho un siero normale non ho attività enzimatica.
se mi aumenta LDH  li vado a separare e vede il tessuto rotto che ha rilasciato l'enzima.
Creatin-fosfo-chinasi (CPK)
È un enzima che fosforila la chinasi soprattutto nel muscolo. inoltre deputato al trasporto dell’ ATP
dall'interno dei mitocondri al citoplasma delle cellule muscolari.
CPK- ISOENZIMI
-CPK formato da 2 subunità: B (brain) e M (muscle). Ci sono 3 possibili combinazioni enzimatiche:
Se ho un problema al cuore mi aumentano MM e MB
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Bisogna capire da quanto il cuore non riceve ossigeno:
CK-MB incremento tra 2-6 h
Picco 10-24h  ogni enzima ha un picco di attività
Rientro 3gg
-utile nelle prime 10h dall’inizio della sintomatologia
- correla con estensione della zona infartuata
Se una persona ha un infarto del miocardio si misurano altre proteine troponina
la troponina è associata all'aumento dell'attività e ci permette di essere più specifici. Si misura tramite la
quantità (dosaggi immunometrici)
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LEZIONE 9 6/12/2021
Il sangue non è l'unica fonte di biomarcatori.
come ben sappiamo, negli ultimi due anni abbiamo dovuto far fronte a una pandemia mondiale, parliamo
appunto del COVID.
CO corona
VI virus
D disease
19 Indica l'anno durante il quale il virus è stato identificato per la prima volta.
i coronavirus sono una vasta famiglia di virus che sono conosciuti per causare malattie che vanno dal
comune un raffreddore a malattie più importanti come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS), la
sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
sono virus a RNA a filamento positivo, con un aspetto simile a una corona al microscopio elettronico.
Sars-CoV-2 Presenta quattro tipi di proteine strutturali che sono conosciute come: proteina S (spike), E
(envelope), M (membrane) e N (nucleocapside). Inoltre, il genoma del virus codifica per le proteine
necessarie alla trascrizione e alla replicazione dell’RNA virale.
Come già sappiamo il è composto da un nucleo con un capside esterno in cui all'interno vi è un filamento di
RNA. è un virus che riesce ad infettare perché sul capside come già sappiamo hanno delle “spine”
proteina SPIKE. La proteina spike è un trimero, ovvero contiene delle porzioni che lo fanno attaccare alle
nostre cellule. per sconfiggerlo bisogna assumere tanti anticorpi contro questa proteina spike.
Come si fa la diagnosi?
Esistono diversi tipi di analisi di laboratorio per studiare questo tipo di infezione. ma non tutti i test fanno
capire se una persona è positiva. dipende dal tipo di fluido biologico che viene utilizzato; ad esempio, il
sangue non è adatto per capire se una persona è positiva perché la concentrazione del virus è scarsa.
infatti, vengono utilizzati il muco o la saliva che sono molto più accessibili.
Come sappiamo per rilevare l'infezione del virus vengono utilizzati i tamponi:
• tampone molecolare analisi della presenza del virus nelle mucose orofaringee e rinofaringee.
• tampone rapido analisi della presenza del virus nelle mucose orofaringee e rinofaringe
• tampone salivare rapido o molecolare
• sierologico analisi per lo studio della presenza di anticorpi nel sangue contro la Sars
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Quali informazioni ci danno i test covid?
• Tampone rapido, molecolare e test salivare sono in grado di riconoscere diverse componenti del
virus nell'organismo e ci dicono sei in corso un'infezione al momento della loro somministrazione.
se il test risulta positivo indica la presenza della malattia in atto.
• test sierologico cerca anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all'infezione e possono
determinare se una persona è entrata in contatto con il virus in passato.
se il test risulta positivo indica la probabile infezione pregressa
Il limite del tampone e che deve essere
effettuato correttamente. ma comunque
per quanto riguarda il tampone orofaringeo
vengono effettuati, come abbiamo detto in
precedenza, il molecolare in ospedale che
va a vedere le RNA del virus, e quello
antigenico in farmacia che vede le proteine
Spike.
Abbiamo anche quello salivare che si divide in molecolare e antigenico ed infine abbiamo il sangue
capillare ovvero il sierologico
Viene preso dal plasma per controllare il titolo anticorpale o si parla di pungi dito qualitativo o
quantitativo
TAMPONE ORO-FARINGEO (PRELIEVO)
TAMPONE MOLECOLARE ORO-RINOFARINGEO
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LA PCR è un tipo di analisi che utilizza l’enzima polimerasi. va ad amplificare la quantità di materiale
genetico in un campione e questo porta ad
essere il test molto più sensibile. Ricostruisce in
vitro uno specifico passaggio della duplicazione
cellulare: la ricostituzione di un segmento di DNA
completo a partire da un filamento a singola
elica. il filamento mancante viene ricostruito a
partire da una serie di nucleotidi che vengono
disposti nella corretta sequenza, complementare
a quella del DNA interessato. voi questo
processo viene svolto in natura da enzimi
chiamati DNA polimerasi, che sono in grado di
sintetizzare un nuovo filamento di dna.
Quindi è possibile ricostruire le condizioni che portano alla formazione di
nuovi segmenti di dna ponendo in soluzione:
• una quantità del segmento DNA che si desidera riprodurre
• una quantità opportuna di nucleotidi liberi per costituire I nuovi filamenti
sotto forma di desossiribonucleosidi trifosfati;
• primer che sono degli inneschi costituiti da brevi sequenze di dna
complementari all'estremità 5’ e tre’ dei due filamenti del segmento da
riprodurre.
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Allora nel caso del covid, essendo questo un virus RNA è
necessario il primo passaggio di retro-trascrizione per
genera una copia DNA della sequenza di RNA perché la
Taq polimerasi usa solo il DNA come stampo. voi questo
viene fatto utilizzando un altro enzima DNA polimerasi
RNA-dipendente detto più comunemente
trascrittasi inversa.
La tecnica della Reazione a catena della polimerasi
inversa è una variante della tecnica della PCR tecnica
che consiste nella sintesi di una molecola di DNA a doppio
filamento a partire da uno stampo di RNA. si tratta di un
enzima caratteristico dei retrovirus.
REAL TIME PCR
È un metodo che simultaneamente amplifica e quantifica il DNA. il DNA è
amplificato da reazioni a catena della DNA polimerasi. dopo ogni turno di
amplificazione il DNA è quantificato. i metodi mi permettono la quantificazione
includono l'uso di coloranti fluorescenti che intercalano con il DNAA doppio
filamento ho di oligonucleotidi modificati del DNA che sono fluorescenti una
volta ibridati con un DNA. questo strumento analizza la fluorescenza in tempo
reale generando delle curve se è presente l'acido nucleico interessato.
CHIMICA DELLA REAL TIME PCR
La fluorescenza si genera durante la PCR per effetto di
diverse possibili reazioni chimiche.
le chimiche principali sono basate sul legame di coloranti
fluorescenti che si legano alla doppia elica di dna come il
SYBR Green o sonde specifiche Sonde TaqMan
SONDE TAQMAN è un oligonucleotide che viene disegnato per essere complementare alla sequenza
bersaglio da amplificare. il nome di questo tipo di sonda è il nome di una serie di sonde che vengono
utilizzate per aumentare la specificità del Real Time PCR.
Quindi parliamo di pezzi complementari al dna che stiamo misurando. Di staccherò 2 pezzi tra cui il reporter
e il Quencher.
Quindi si parla di un oligonucleotide marcato con un fluoroforo a un'estremità mentre nell'altra estremità è
presente un quencher. Sfruttando l'attività 5’3’ esonucleasica della Taq polimerasi, dopo la normale fase
di annealing della PCR, l’enzima esplica la propria attività esnoucleasica dividendo il fluoroforo dal resto
della molecola. Ad ogni ciclo viene emssa una fluorescenza in quantità proporzionale al DNA target.
Quando invece il fluoroforo si trova vicino al quencher, ne smorza l’emissione di fluorescenza
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In conclusione, tutte le sonde emettono fluorescenza proporzionale alla quantità di DNA prodotto
dall’amplificazione.
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TAMPONE ORO-RINOFARINGEO MOLECOLARE
1. Inattivazione del virus: si fa mischiando una parte del liquido in cui è stato messo il tampone con
una soluzione denaturante. Questo va a rompere il capside e denatura le proteine. Questo è anche
il primo passaggio della purificazione delle RNA virale.
2. Estrazione dell'rna: viene fatto con diversi metodi basati sull'adesione dell'rna amatrici solide ad un
determinato ph seguito da una serie di lavaggi che vanno a rimuovere tutte le altre molecole, Ed
infine eluizione della RNA con una soluzione a PH diverso.
3. Retro trascrizione dell’rna: si sfrutta la trascrittasi inversa di origine sintetica ma derivato da virus
che copre il filamento di RNA in DNA.
4. Amplificazione rilevazione del DNA amplificato: si sfrutta l'enzima taq polimerasi che copia
sequenze di DNA. Contemporaneamente la soluzione di reazione contiene coloranti che diventano
fluorescenti in maniera proporzionale alla quantità di DNA presente. Ehi lo strumento rileva
l'aumento di fluorescenza quindi la presenza di DNA con la sequenza di interesse.
I passaggi 3 e 4 vengono effettuati in delle macchine che sono chiamati termociclatori che fanno variare
la temperatura della provetta di analisi e contemporaneamente ridevano la fluorescenza.
•
•
•
I passaggi 3 4 vengono ripetuti molte volte, di solito 35-45 volte, permettendo di generare molte
copie della sequenza iniziale.
il sistema è estremamente specifico, vengono copiati solo le sequenze riconosciute dai primer. nella
fase di amplificazione si usano due primer per copiare entrambi i filamenti. alla fine, il sistema
genera filamenti di dna a doppio filamento compresi tra i due primer.
il sistema è molto sensibile, da poche copie di RNA si generano quantità elevate di dna copiati.
per l'analisi dell'infezione del covid si amplificano sequenze di uno o più geni del virus. un numero maggiore
di geni amplificati riduce il rischio di falsi positivi o falsi negativi.
attualmente il sistema migliore utilizza tre geni N, S, Orf.
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TAMPONE RAPIDO ANTIGENICO
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ESAMI SIEROLOGICI
Servono a valutare la presenza di anticorpi diretti contro il virus. se il test è positivo indica che il soggetto è
stato in contatto con il virus e ha sviluppato gli anticorpi e quindi una risposta immune. la positività il test
non indica se il soggetto è ancora contagioso. infatti, tutti i soggetti che si sono infettati e sono guariti
dovrebbero risultare positivi al test per le immunoglobuline.
si valutano due categorie di anticorpi: IgM e le IGG. voi il soggetto può essere positivo a uno solo dei due
tipi o entrambi.
IgM vengono prodotte prima e indicano un'infezione recente o probabilmente ancora in corso. prodotti
nella fase iniziale e di solito appaiono al 4°-6° giorno dalla comparsa dei sintomi della malattia e dopo
qualche settimana scompaiono.
IgG Dopo e indicano infezione più lontana il tempo e il soggetto molto probabilmente non è più infettivo.
Sono prodotti più tardi e rimangono all'interno organismo per periodi più lunghi.
ESAMI SIEROLOGICI
Esistono tre tipologie di test sierologici qualitativi, quantitativi, semi quantitativi.
la differenza sta nella metodologia di analisi
qualitativi si stabilisce solo se una persona sviluppata o meno degli anticorpi, secondo una logica
positivo/Negativo
quantitativi vengono dosate le quantità di anticorpi.
anche la modalità di analisi cambia:
Qualitativi e semiquantitativi Test rapidi in cui è sufficiente una goccia di sangue che viene esaminata in
un kit portatile e si ottiene un risultato immediato
Quantitativi richiedono uno specifico analizzatore che hanno le strutture sanitarie e tempi più lunghi.
TEST QUANTITATIVI 3 TECNICHE CHE VANNO AD
ANALIZZARE TUTTI GLI ENZIMI
ELISA
CLIA
DELFIA
ESAMI SIEROLOGICI-TEST QUANTITATIVI
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VANTAGGI basso costo e alta tracciabilità, possibilità di screenare una grande popolazione, i campioni
sono stabili e spediti per posta, possibile l'auto campionamento, sangue secco abbassa il rischio infettivo.
Il protocollo di dosaggio delle IgG
l'antigene sta sul fondo
si aggiungono le DBS
si aggiunge il buffer
voi si incuba e si mescola
si rimuove il disco
si lava
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LEZIONE 10 13/12/2021
Il rene è un organo dove vengono eliminate le sostanze tossiche Filtra dal sangue i prodotti di scarto del
nostro metabolismo e le elimina con le urine. Ad esempio, l’ammoniaca deve essere eliminata nel nostro
sangue perché è tossica; la dobbiamo trasformare nell'area per eliminarla dal nostro corpo.
le altre funzioni sono:
- Mantenimento dell'omeostasi
- Riassorbimento del bicarbonato che mantiene il ph costante
- Produce ormoni ad azione sistematica (renina, eritropoietina…)
- Regola il contenuto idrico dell'organismo
l'unità funzionale è il nefrone elemento più piccolo in grado di svolgere tutte le funzioni dell'organo. In
ogni rene ne troviamo circa un milione e sono composti da due blocchi:
1. corpuscolo renale che ha il compito della filtrazione del sangue, formato da una serie di vasi
sanguigni che sono uniti tra loro  GLOMERULO (pre-filtrazione) e la capsula di Bowman dove
viene raccolta la pre urina e mandata nei tubuli (raccoglitore filtrato)  filtrato perché la pressione
idrostatica è alta.
2. il tubulo renale che ha il compito del riassorbimento origina dalla capsula di bowman composta
da: tubulo contorto prossimale, ansa di Henle, tubulo contorto distale e dotto collettore.
il sistema tubulare è fondamentale per la formazione e la concentrazione dell'urina, controllare la
secrezione e il riassorbimento di molte sostanze.
il suo funzionamento è organizzato in tre
processi:
1. ultrafiltrazione glomerulare
2. riassorbimento tubulare
3. secrezione tubulare.
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FORMAZIONE DELL’URINA
nel corso delle 24 ore, i corpuscoli renali estraggono dal sangue circa 160-180 litri di pre-urina
(ultrafiltrazione glomerulare). al suo passaggio di tubi renali, la maggior parte viene assorbita e riportata nel
sangue (riassorbimento tubulare) e la sua composizione regolata in modo da soddisfare le esigenze di
omeostasi idrica e salina del corpo (secrezione tubulare).
si passa quindi da 160-180 L/gg di pre-urina a circa 1.5 L/gg di urina escreta.
ESAMI DI LABORATORIO NELLA VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE RENALE
GFR glomerular filtration rate
Tasso di filtrazione glomerulare parametro che misura la velocità di una sostanza nel sangue e che viene
eliminata perso la filtrazione glomerulare.
può essere calcolata secondo due fluidi biologici: sangue (eGFR), e combinazione sangue/urina (clearance)
È la variabile più importante nella valutazione dei pazienti con malattia renale sospetta o accertata.
- questo dipende da:
o pressione netta di filtrazione
o superficie glomerulare filtrante (numero di glomeruli attivi)
o permeabilità della membrana filtrante
- può essere corretta in base alla superficie corporea
- non esiste una molecola ideale Eliminata dalla filtrazione e non
riassorbita affatto
- creatininaprodotto di scarto del muscolo
1. CREATININEMIA
la creatinina viene prodotta una velocità relativamente costante come
risultato della rimozione non enzimatica di una molecola d'acqua dalla
creatina muscolare ed è quindi proporzionale alla massa muscolare.
eGFR VELOCITA’ DI FILTRAZIONE GLOMERULARE STIMATA
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2. CLEARANCE CREATININA raccolta urina di 24 ore. bisogna eliminare la prima urina e raccogliere
le urine fino alla 1° del giorno dopo
M 95-130
F 80-120
ESAME DELLE URINE
Urina liquido ha composizione ampiamente variabile. contiene un numero estremamente elevato di
composti la maggior parte di derivazione ematica.
è prodotta dai reni che filtrano il sangue per depurarlo dalle scorie prodotte dal metabolismo il rene
integro esercita nella formazione dell'urina un'azione selettiva se di risparmio di composti che di
eliminazione attraverso le funzioni glomerulari e tubulari.
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Raccolta campione ideale: prime urine del mattino (+ concentrate). Per le 24 ore si salta la prima urina
della mattina e si include la prima del giorno successivo
NORME GENERALI X LA RACCOLTA DELLE URINE
CONSERVAZIONE E TRASPORTO
- Molte componenti stabili x 2h
- Urinocultura: entro 1h dalla raccolta
- Refrigerare se non analizzato entro 2h
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ESAME DELLE URINE
1. ESAME MACROSCOPICOvaluta il colore, odore, schiuma, trasparenza
2. esame microscopico del sedimento cellule, leucociti, emazie, batteri, cristalli
3. esame chimico PH, peso specifico, proteine, sangue, nitriti, chetoni
ANALISI MACROSCOPICA
Volume, colore, odore, aspetto
1. VOLUME 600-1500 ml/24hr
2. COLORE l'urina normale e fresca ha un colore ed una chiarezza che va dal giallo pallido a quello
scuro all'ambrato.
il colore normale è dato da vari pigmenti:
UROCROMO proporzionale al metabolismo basale, aumenta in situazione di febbre, digiuno
Ipertiroidismo e diminuisce con l'aumento della diuresi
UROCENTRINA, UROBILINA
Se è viola, la degradazione del triptofano è insufficiente; quindi, si parla di disbiosi
se è marrone si parla di disidratazione
se è blu elevati livelli di indolo
CAUSE COLORAZIONE DELLE URINE
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3. TORBIDITA’
Possono essere causate da proteine o materiale cellulare in eccesso possono svilupparsi dalla
cristallizzazione o precipitazione di sali mentre si trovano a temperatura ambiente nel frigorifero.
l'aspetto può essere:
4. ODORE
Si valuta nelle urine appena emesse.
Un odore alterato in un campione pervenuto da più di due ore probabilmente indice di fermentazione
batterica e indica che il campione non è più idoneo alle analisi.
Se l'odore è normale è il solito odore provocato da acidi volatili
Se anormale batteri odore di ammoniaca
Dolce, fruttato chetoni, acidosi diabetica
ESAME CHIMICO
Oggi viene effettuata rapidamente con le strip multifunzionale di carta reattiva
la striscia si colora se:
- È presente un determinato componente dell'urina
- proporzionalmente alla concentrazione del componente rilevato
PROCEDURA:
A. Immersione della striscia reattiva in un campione di urina (30 SEC-2 MIN)
B. Ehi rimozione dell'eccesso di urina (orizzontale)
C. Confronto della striscia con la scala cromatica standard riportata sul contenitore
densità (peso
specifico)
Indica il peso dell'urina
confrontato con il peso di
un uguale volume di acqua
dovuta alla presenza di
circa 60/70 grammi di
sostanze solide
misurato: Gravimetrico,
rifrattometrico, urinometro
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PESO SPECIFICO: IMPORTANZA CLINICA
Indica la capacità del rene di concentrare le urine
una delle prime funzioni perse in seguito a danno tubulare
DIMINUISCE:
- Abbondante assunzione di liquidi
- Ipoalimentazione
- Insufficienza renale
- Diabete in spirito
AUMENTA:
- Pasti asciutti, mesi estivi
- Nefropatie
- Diabete mellito
PH DELLE URINE:
varia tra 4.6 e 8 ed è dovuto principalmente alla presenza di fosfati
DIMINUISCE:
- Ehi a digiuno
- Dieta ricca di carne
- Intensa attività muscolare
- Acidosi metabolica e respiratoria
AUMENTA:
- Pasti asciutti, mesi estivi
- Dieta vegetale
- Aumenta della ventilazione polmonare
- Alcalosi metabolica e respiratoria
- Problemi per analitici
GLUCOSIO
non è rilevato fino a quando il livello ematico è maggiore di 160-180 mg/dl. Si accumula nel sangue.
SIGNIFICATO CLINICO DELLA GLICOSURIA
- Glicosuria
- Diabete mellito
- Riassorbimento tubulare insufficiente sindrome di Fanconi, malattie renali avanzate
- Danni al sistema nervoso centrale
- Gravidanza
- Da farmaci
BILIRUBINA
Danno epatico epatite, virus , alcol, farmaci
ittero ostruttivo tumori vie biliari, calcoli
anemia emolitica
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CHETONI
- Gli acidi grassi sono catalizzati ad aceto acetato, acido B idrossibutirrico ed acetone
- Misura dell'acido acetoacetico
- Chetonuria
- Acidosi batterica
- Digiuno
- Bambini con stati febbrili associati a digiuno e vomito
NITRITI
Esito positivo ad un test sui nitriti indica che i batteri possono essere presenti in numero significativo nelle
urine. il 90% dei microrganismi responsabili delle infezioni alle vie urinarie, sono capaci di ridurre i nitrati in
nitriti, la loro presenza viene considerata indizio di batteriuria.
ESTERASI LEUOCITARIA
- Esito positivo al test esterasi velocità e anche la presenza di globuli bianchi o come cellule intere o
come cellule lisate
- Sono enzimi presenti nei granuli dei granulociti neutrofili
- Invece esito negativo al test di esterasi leucocitaria, indica l'improbabilità di un'infezione in atto
beh e quindi non necessario effettuare esami microscopici o urinocultura per escludere batteriuria.
SANGUE
Ematuria presenza nelle urine
- Possono essere globuli Rossi intatti o emoglobina da globuli Rossi e memorizzati
- I globuli Rossi possono provenire dal glomerulo fino all'uretra
- Per patologie renali
- Calcoli renali
- Traumi terrene, vescica e dell'uretra
- Tumori vescicali
Il sangue non deve essere presente nell'urina e bisogna distinguer tra:
- Emoglobinuria presenza di emoglobina nell'urina
- Ematuria presenza di sangue nell'urina
- Mioglobinuria presenza di mioglobina nell'urina
ANALISI MICROSCOPICA
analisi del sedimento a fresco per identificare elementi significativi
Nell'urina dei soggetti normali e sedimento
urinario e scarsissimo, essi osservano
normalmente elementi organizzati costituiti
da elementi a struttura cellulare o da
derivazione cellulare ed elementi organizzati
costituiti da sostanze cristalline amorfe.
ELEMENTI ORGANIZZATI cellule ematiche
e cellule epiteliali
NON ORGANIZZATI muco, cilindri e cristalli
INUSUALI cellule estranee (spermatozoi),
microrganismi e artefatti
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CELLULE
GR traumi, tumori, calcoli, danno glomerulare, contaminazioni
GB processi infiammatori, cellule epiteliali (possono originare da ogni parte del tratto genito urinario)
CELLULE EPITELIALI SQUAMOSE cellule dell'epitelio di transizione e cellule dell'epitelio tubulare renale
CILINDRI
Si formano nel lume tubulare.
Muco proteina di tamm-horsfall ritenuta la matrice di tutti i cilindri
Sono chiamati ed identificati in base alle loro caratteristiche morfologiche
Possono dividersi in:
Cilindri ialini i più comuni fatti di thp
rinvenuti spesso dopo esercizio fisico o stress
Cilindri eritrocitari suggestivi di ematuria renale
sempre indicativi di una patologia trauma renale, glomerulonefrite, nefrite lupica
Cilindri leucocitari formati da pmn neutrofili
osservati in: pielonefrite acuta, nefrite interstiziale, nefrite lupica
Cilindri granulari la loro presenza indica normalmente patologia renale significative
a volte sono presenti pure dopo esercizio fisico estremo
presenza di albumina e immunoglobuline
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